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Autore: Sunny_Blue    06/03/2012    1 recensioni
Rose Weasley ha una grande passione, il cioccolato fondente. La madre le manda un pacco ogni mese con nuove scorte. Ma questa volta, arrivare all'oggetto desiderato non sarà tanto facile...
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Passioni golose

Devo dire che non davo una grande fiducia a questa storia, tanto che non pensavo nemmeno di farla leggere a qualcuno... Invece ho ricevuto una bella sorpresa con i giudizi del contest e allora ho deciso di postarla. Vorrei dare una sistemata alle cose che mi ha fatto notare la giudiciA... prima o dopo conto di farlo, per adesso vi beccate la versione originale. ^^



Ho scritto la storia per il Chocolat contest
Gli elementi obbligatori erano:
- Rose/Scorpius
- cioccolato fondente
- prompt: rosso, libro, gufo


La storia si svolge al 5° anno.
Ho scelto questo pair lontanissimo dai miei soliti personaggi proprio perché, essendo New Generation, potevo sbizzarrirmi con le caratterizzazioni, senza il rischio di essere spudoratamente IC. E' stato bello per una volta non avere certe linee guida prestabilite.
Ho immaginato Scorpius caratterialmente simile a Draco (almeno come lo intendo io). Altezzoso, ironico, sicuro di sé e convinto. Il classico belloccio che tratta le ragazzine come giocattoli, ma che resta comunque l'idolo del gentil sesso.
Rose, invece, è un po' come Hermione. Studiosa, chiusa, diversa dalle altre.

La frase iniziale è presa dal film Chocolat. Visto il tema, mi sembrava appropriata.
Ho usato il corsivo per pensieri, flash-back e citazioni.






Passioni golose



I Maya credevano che il cacao avesse il potere
di liberare desideri nascosti e di svelare il destino.

[Chocolat]




Rose Weasley non si poteva certo definire una ragazzina come tutte le altre.
Non che avesse comportamenti davvero stravaganti o manie degne di nota, ma c'era qualcosa in lei che la distingueva dalla massa. Prima di tutto le piaceva davvero leggere e studiare. Non era un peso per lei stare ore e ore in biblioteca china sui libri, non lo erano i compiti e tutto quello che riguardava la scuola.
Poi, non era un tipo troppo socievole. Non che nutrisse risentimento o affini verso gli altri studenti di Hogwarts – femmine, in modo particolare –, semplicemente era una persona un po' schiva, restia a lasciarsi andare e ad aprirsi. Erano in pochi a poter dire di conoscerla davvero, pochi ad avere accesso al suo mondo, che lei custodiva gelosamente.
Non che avesse dei veri e propri segreti – sia chiaro! -, ma guardandola soltanto non avresti mai potuto dire molte cose che invece la contraddistinguevano.
Era una grande appassionata di Quidditch (cosa strana per una ragazza) e preferiva di gran lunga una bella partita all'aria aperta che starsene al calduccio in sala comune a spettegolare.
Aveva una mente acuta e brillante, ma non si vantava affatto di questa sua dote.
Ed era anche spiritosa e ironica, sempre pronta in famiglia a fare battute e ridere degli scherzi fatti dagli altri.
Ma era una soltanto la vera passione segreta della quindicenne Rose Weasley.
Quando aveva cinque anni, nonno Arthur le aveva fatto assaggiare un quadratino di cioccolato fondente Babbano... ed era stato amore a prima vista! Gli altri bambini della sua famiglia andavano matti per i dolci che si vendevano nei negozi di Diagon Alley od Hogsmeade (i dolci magici, come li chiamava Rose), ma lei no. Certo, non rifiutava un'Ape Frizzola o una Piperilla quando qualcuno gliela offriva, ma per quello che riguardava il cioccolato... Proprio non c'era storia.
Il fondente Babbano era qualcosa di sublime per lei. Era il suo dolce preferito, il suo cibo preferito in assoluto. Non avrebbe potuto vivere senza.
Nonna Molly diceva che col tempo quella stramberia le sarebbe passata (e lanciava delle occhiate assassine al nonno, per averle messo nella testa simili grilli), ma a dispetto delle predizioni della donna, questo non era successo.
La sua passione era cresciuta con lei, senza lasciarla un solo giorno.


Quando era partita per la scuola si era presentato il problema di come continuare a tenere in piedi quella buffa storia d'amore, che andava ormai avanti da quasi un decennio.
Le sarebbe stato permesso di portare con sé una cassa con il prezioso tesoro? Avrebbe potuto fare arrivare la prelibata merce ad Hogsmeade? Ma come ritirarla, in caso, visto che a lei non era ancora permesso visitare il villaggio?
Con l'avvicinarsi della partenza, Rose si era lambiccata sempre più la testa per trovare una risposta... ed era arrivata provvidenzialmente in suo aiuto la madre.
Hermione non vedeva niente di strano in quella passione Babbana della figlia, e dal primo anno di scuola aveva stretto con lei un patto. Ogni mese, le avrebbe mandato un pacco via gufo con una piccola scorta, sufficiente per i trenta giorni successivi.
Inizialmente, quelle provviste bastavano a Rose per poco tempo, ma la mamma era stata irremovibile a riguardo. Il fatto di essere figlia di dentisti di certo influiva su questa sua fermezza. Finito quel cioccolato, non poteva averne altro fino al mese successivo. Questo era l'accordo.
La bambina aveva sbuffato, ma con il tempo aveva imparato a razionare le provviste, a farsele bastare.


Le piaceva gustare un pezzetto di cioccolata la sera, prima di dormire. Si stendeva sotto le coperte morbide del suo letto nel dormitorio della torre di Grifondoro e lasciava che il dolce le si sciogliesse in bocca. Assaporava quel momento di piacere fino all'ultimo granellino.
Alzarsi per andare a lavare i denti era un vero supplizio – ma gli ammonimenti della madre sulle possibili carie non la lasciavano dormire in pace, altrimenti.
Un quadratino di cioccolata era anche il modo migliore per tirarsi su il morale.
Quando qualcosa a scuola andava storto – quando un compito si rivelava un fallimento, quando veniva rimproverata da qualche insegnante, o le prese in giro dei Serpeverde erano difficili da sopportare – si concedeva un momento di pace e quel piccolo piacere, e le tornava sempre il buon umore.


Quasi sempre – si ritrovò a pensare quella mattina, mentre camminava per il castello silenzioso, diretta alla torre della Guferia dove sperava di trovare già il suo pacco ad attenderla.
Nell'ultimo periodo erano successe alcune cose che nemmeno il fondente era riuscito a farle dimenticare. La madre (se Rose l'avesse messa al corrente delle proprie preoccupazioni), saggiamente, avrebbe detto semplicemente che stavano crescendo.
Eppure per lei era molto difficile accettare che Albus si allontanasse così.
Rose e il cugino erano da sempre molto legati. Stessa età, stessa casa, stessa famiglia. Li univano una serie di dati di fatto, ma i rispettivi caratteri non avevano fatto che cementare l'unione. Erano cresciuti un po' come fratelli, passavano insieme un sacco di tempo.
Arrivati a scuola, le cose non avevano fatto che continuare su quella linea. Condividevano spesso il banco a lezione, andavano insieme alle partite di Quidditch (e Rose incoraggiava il ragazzino a coltivare la sua passione, e gli diceva sempre che sarebbe diventato un grande giocatore, come zio Harry o anche meglio), stavano ore e ore a chiacchierare davanti al camino nella sala comune. Era tutto perfetto... Ma nell'ultimo periodo qualcosa era cambiato.
Lui aveva iniziato ad interessarsi alle ragazze, a passare più tempo con i compagni maschi e meno con lei. Gli incontri davanti al camino si erano ridotti, e all'ultima partita Albus si era scusato dicendole che sarebbe andato con una certa Minny.
Rose ne soffriva terribilmente. Era rimasta in silenzio per un certo periodo, cercando di controllarsi. Ma poi il temperamento combattivo che aveva ereditato dalla madre aveva preso il sopravvento, e aveva affrontato il discorso con il cugino.
Era stata la più brutta lite che avessero mai avuto – era anche la prima, in effetti. Lei aveva cercato di fare valere le proprie ragioni con calma, ma lui si era messo terribilmente sulla difensiva, e le cose erano precipitate. Rose l'aveva accusato di avere completamente perso la testa, di essere diventato esattamente come James (che insieme avevano sempre deriso), di non valere niente.
Albus le aveva gridato contro che solo perché nessun ragazzo si sarebbe mai sognato di avvicinare lei, chiusa e pungente come un riccio, non era detto che anche lui dovesse restare solo a vita.
Si erano lasciati rossi e tremanti dalla rabbia.
Era un'intera settimana che non si rivolgevano la parola.
A quel pensiero, la gioia mattutina per la spedizione della madre le sembrò una cosa così stupida.
Ma non mi lascerò certo abbattere da Al. La colpa di tutto è solo sua.


Era entrata nella stanza circolare, dimora dei gufi della scuola e non solo, scuotendo la testa per allontanare i pensieri molesti dalla mente. Quello era decisamente il momento in cui un bel pezzo di cioccolato avrebbe fatto il miracolo di tirarla su. Cercò di concentrarsi sulla sua passione golosa, lasciando da parte tutto il resto...
Ma non aveva mosso nemmeno un passo all'interno, che notò di non essere sola lassù.
C'era qualcuno che leggeva, tranquillamente seduto sul balcone di una delle finestre.
Rose aggrottò la fronte, sorpresa. Non si aspettava di fare incontri, così presto.
Cercò di non fare rumore, per non disturbare, mentre si spostava verso il centro della Guferia. Ma le bastò un secondo per mettere a fuoco chi l'intruso fosse e si fermò di nuovo, più sorpresa che mai.


Scorpius Malfoy non era un tipo che si potesse definire comune.
Tutte le sue compagne di corso erano, più o meno segretamente, invaghite di lui. E non erano le sole. Lui faceva strage di cuori in tutte le classi.
C'era qualcosa nella sua persona - una luce, un carisma - che portava inevitabilmente le persone ad esserne attratte. Sembrava che chiunque si soffermasse troppo a guardarlo negli occhi venisse in qualche modo stregato. Il ragazzo era consapevole di quel suo strano potere e lo sfruttava al massimo. Sapeva di essere bello e desiderato, non faceva niente per simulare la sua soddisfazione a riguardo.
Ma Rose aveva avuto negli anni diverse prove anche della sua freddezza e del suo cinismo, oltre che delle sue doti di seduttore. Scorpius era uno di quei tipi che si divertono a giocare con gli altri come il gatto con il topo, sfruttando il proprio fascino per ottenere qualsiasi cosa, e poi gettando via il malcapitato di turno come niente fosse. A tratti poteva diventare persino crudele. Aveva fatto piangere quasi tutte le ragazzine che avevano avuto l'ardire di avvicinarsi troppo a lui.
Per questo, Rose non riusciva proprio a sopportarlo.
Era troppo snob, troppo tronfio, troppo convinto di sé stesso. E poi era un Malfoy...
Di per sé questo non avrebbe significato niente, ma il padre le aveva raccontato troppe storie sui suoi anni di scuola, sulle rivalità tra grifoni e serpi (e nello specifico tra mamma, papà e zio Harry e un certo Serpeverde di nome Draco) per non essere almeno in parte influenzata.
Rose aveva cercato di non partire prevenuta nei confronti di Scorpius, ma l'atteggiamento di lui non aveva fatto che convincerla dei suoi timori.
Quello era un essere spregevole tanto quanto il genitore!


Trovarlo lì, a quell'ora del mattino, mise alla ragazzina una strana ansia addosso. Non avrebbe saputo dire perché, ma la presenza di lui la inquietava. Si strinse addosso il maglione, per cercare di scacciare i brividi.
Mentre gli lanciava l'ennesimo sguardo furtivo si ritrovò a pensare che, innegabilmente, era molto carino. Con quella pelle così chiara da sembrare trasparente, i capelli biondi spettinati. Senza bisogno di guardarli, sapeva anche che gli occhi erano di una magnifica sfumatura di grigio.
Se solo non avesse avuto sempre quell'atteggiamento così strafottente...
Le parole di Albus le tornarono alla mente a tradimento.
"Anche se nessun ragazzo vuole avvicinarsi a te..."
Scorpius Malfoy era decisamente l'ultimo ragazzo sulla faccia della terra che si sarebbe interessato a lei, ammesso che la cosa le importasse.
Erano troppo diversi, opposti quasi. Lui così aperto, sempre circondato da amici, brillante. Anche lei era brillante, ma allo stesso tempo era timida e preferiva la solitudine della biblioteca al chiasso della sala comune.


"Buon giorno, Weasley." Il suono della voce di lui la strappò dai suoi pensieri.
Non poté impedirsi di fare un piccolo salto.
Non si era accorto che lui aveva posato il libro e la fissava ora con occhi attenti. Anche da quella distanza, il colore era proprio quel grigio magnetico che ricordava...
Cercò di concentrarsi sul motivo per cui si trovava lì, senza dare peso al ragazzo che la fissava.
Il gufo. Doveva solo trovare il gufo.
Sua madre usava sempre lo stesso volatile, per quella speciale consegna alla sua primogenita.
Un animale grande, dal folto piumaggio scuro.
La ragazzina iniziò a guardarsi intorno, sebbene gli occhi di Scorpius appuntati sulla sua schiena non la lasciassero del tutto tranquilla.
Respira, Rose, respira.
Perché poi doveva sentirsi così sotto pressione? Quello non era nessuno di importante. Era solo una ragazzo, 15 anni, come lei. Provò a calmare il battito del suo cuore con la razionalità, ma non ottenne grandi risultati. Percorse con gli occhi gli alti trespoli sopra la sua testa, ma di Fenix nemmeno l'ombra. Forse non era ancora arrivato...
Quando ormai stava per arrendersi all'evidenza, e tornare sui suoi passi per riprovare più tardi, la voce di lui la fece sobbalzare di nuovo.
Datti una calmata, Rose!


"Perso qualcosa, Weasley?" Il suo tono era stranamente ironico, allusivo.
Rose si voltò lentamente, con uno strano presentimento.
Quando i suoi occhi blu si posarono di nuovo sul ragazzo, ora in piedi addossato alla parete, vide che quello che teneva tra le mani adesso non era più il libro di prima.
Il suo pacco. Quello aveva preso il suo pacco.
Non c'erano dubbi sulla provenienza della scatola che Scorpius teneva tra le mani. Hermione avvolgeva sempre il dono in una bella carta rosso acceso, con un fiocco d'oro.
Era il loro linguaggio segreto.


* * * * * * * * * * * * * * * *

La piccola Rose aveva sempre amato il colore dei suoi capelli. Così accesi, così rossi...
La facevano sentire speciale, e poi tutta la famiglia paterna condivideva quella caratteristica, quindi la bambina non si era mai posta problemi di sorta.
Ma dopo il primo giorno di asilo era tornata in lacrime dalla madre dicendo che non voleva più essere così. “Voglio essere bionda”, aveva detto, inconsolabile.
Hermione l'aveva presa in braccio, cercando di capire il motivo di quella crisi.
Dopo lunghi singhiozzi, Rose aveva spiegato...
Una compagna, a scuola, l'aveva derisa per il colore dei suoi capelli e le aveva detto anche che lei non sarebbe mai potuta essere una principessa, perché quelle erano solo bionde.

Io non sono una principessa, mamma?” Aveva chiesto lei, finito il racconto.
La giovane donna l'aveva abbracciata stretta stretta. Dopo, le aveva raccontato la storia della ragazza dai capelli rossi. Un bel principe l'aveva notata proprio per quel colore così acceso e l'aveva scelta tra decine di pretendenti, tutte bionde e indistinguibili.
Rose era tornata a sorridere e aveva di nuovo amato quel colore.
Ma da quel giorno, a ogni Natale, a ogni compleanno, i regali della madre erano sempre stati avvolti da carta scarlatta, come se Hermione volesse ricordare alla figlia la bellezza di essere diversi dalla massa.

* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *


Quello era il suo pacco.
Le parole le morirono sulle labbra. Di solito era brava nel rispondere a tono e stendere subito il malcapitato interlocutore. Ma in quel caso... non riusciva a pensare a qualcosa di sensato da dire.
Scorpius studiò la sua espressione, poi il suo viso si illuminò con uno dei suoi tipici sorrisini arroganti.
"Bene, bene, bene, cosa abbiamo qui?"
Il ragazzo passò ad osservare il pacco che teneva tra le mani.
"Alla mia piccola principessa dai capelli scarlatti – direi che si parla di te, vero Weasley?"
Rosso... Quello doveva essere anche il colore del suo viso, pensò Rose.
Perché a sentire le parole del ragazzo, a vedere la sua espressione divertita mentre si prendeva gioco di lei, aveva sentito la rabbia montarle dentro.
"Dammelo immediatamente, Malfoy!" Un basso ringhio le uscì dalle labbra.
Lui scosse la testa, contrariato.
"Non ti hanno insegnato ad usare le buone maniere? È questo il modo di chiedere qualcosa?"
Il sorriso sulle sue labbra si fece ancora più largo, come la sensazione di calore che pervadeva completamente la ragazza.
"Ti diverti proprio tanto a tormentare le persone? Ma perché non vai da una delle tue solite, compiacenti, vittime?"
L'attenzione di lui, sebbene così sgradevole, l'aveva in un certo modo stupita. Non si sarebbe mai aspettata che il giovane potesse rivolgerle la parola.
Lui si alzò dalla sua postazione. Fece qualche passo verso di lei.
La ragazza istintivamente si mosse indietro.
Una risata fragorosa riempì la stanza.
"Hai paura di me, Rose?"
Scorpius Malfoy conosceva addirittura il suo nome. Incredibile.
Ma nel sentire quella domanda, la ragazza si fermò di botto. Lei non arretrava davanti a nessuno.
"No."
Il giovane vide quella luce particolare diffondersi negli occhi di lei, quella strana fierezza che la contraddistingueva possederla tutta.
Assentì, soddisfatto.
"Così mi piaci, Weasley. Non provo più alcuna soddisfazione a tormentare ragazzine arrese. Con loro non c'è confronto, non c'è lotta..."
Fece un altro passo verso di lei. Stavolta Rose non si mosse.
Un altro, un altro ancora, ora erano talmente vicini che potevano quasi toccarsi.
Le sembrava di vivere uno strano e improbabile sogno.
Cosa voleva dire, Malfoy, con il discorso di poco prima? Aveva parlato di ragazze troppo accondiscendenti, e poco combattive... Ma cosa cavolo c'entrava questo con lei?
Domande su domande si accavallavano nella mente della ragazza.
Ma Scorpius parlò di nuovo, lasciando pochi dubbi sul senso dietro le sue parole.
"Adesso voglio qualcuno alla mia altezza, qualcuno che sappia tenermi testa."
Il giovane sollevò una mano.
Come al rallentatore, Rose lo vide avvicinarla al suo viso, fino a posarsi dolcemente sulla sua guancia. Quel contatto inaspettato le dette come un brivido.
Si guardarono negli occhi per quello che le sembrò un secolo intero. Dietro le iridi grige di lui le sembrò di vedere tutto un altro mondo, così diverso da quello che conosceva. Per un secondo pensò che forse si era sempre sbagliata, sul conto del ragazzo, che forse in lui c'era qualcosa di bello e nascosto. Le sembrò anche di vederlo sorridere...
Ma fu solo un attimo.


Rose sbatté le palpebre, dopo avere chiuso gli occhi solo per un istante, e lui era scomparso.
La Guferia era di nuovo deserta, tolti lei e i gufi.
Il punto dove Scorpius le aveva sfiorato la guancia bruciava come se vi avesse passato sopra un tizzone ardente. Una strana sensazione, strana ma piacevole, che sembrava riscaldarla tutta.
Si accarezzò il viso, come trasognata. Il contatto con le sue dita gelide la fece trasalire.
Si riscosse da quella specie di strana trance e si guardò intorno, come se vedesse tutto per la prima volta, come se fosse stata via per un secolo.
Il pacco spedito da sua madre spiccava scarlatto sulla pietra grigia del davanzale, segno che quell'incontro inaspettato era avvenuto davvero.
Non è stato un sogno – si disse mentre si muoveva incerta verso la sua scatola.
Arrivata al balcone, preso l'oggetto tra le mani, come poco prima aveva fatto lui.
Chissà se il cioccolato fondente si sarebbe rivelato provvidenziale anche per calmare i battiti del suo cuore, pensò Rose mentre strappava la carta rossa, per rivelare il prezioso contenuto.
Nella scatola quadrata erano sistemate in bell'ordine diverse tavolette.
La ragazzina ne prese una, la scartò velocemente e dette un bel morso convinto.
Be', tanto vale provare!

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Seconda classificata:

Sunny_Blue
“Passioni golose”


Grammatica e Punteggiatura: 10/10
Stile e Forma: 9/10
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Originalità: 10/10
Uso del prompt obbligatorio: 3/3
Uso dei prompt facoltativi: 1,5/2
Gradimento personale: 15/15
Totale: 58,5/60

Non ho trovato errori, grammaticalmente parlando, e neanche virgole in più o in meno, nonostante si tratti di una storia piuttosto lunga, quindi complimenti!
Per quanto riguarda lo stile, ho un appunto da farti nelle prime righe. Non so se sia voluto, se sia una cosa che è saltata all’occhio soltanto a me... comunque, secondo me ci sono troppi non. Nelle descrizioni, perché dovremmo scrivere ciò che uno non è, piuttosto che ciò che una persona è? Probabilmente sto sparando una cavolata, ma questa ripetizione pesa un po’ troppo sul testo.
Il tuo stile è molto buono, mi è piaciuto moltissimo, è molto pulito e scorrevole, soprattutto nella parte d’azione. Infatti, siccome mi sembra che non ti risulti difficile scrivere pagine e pagine, la prima parte di descrizione è un po’ troppo prolissa, sinceramente cominciare una storia con un mattone di raccontato tende ad annoiare. Magari amalgamando la parte descrittiva con quella narrativa avrebbe reso tutto più leggibile.
Un ultimo appunto, in queste frasi (Rose aveva cercato di non partire prevenuta nei confronti di Scorpius, ma l'atteggiamento di lui non aveva fatto che convincerla dei suoi timori. [...] Non avrebbe saputo dire perché, ma la presenza di lui la inquietava. Si strinse addosso il maglione, per cercare di scacciare i brividi.) non capisco perché hai scritto di lui, invece di suo, è una sfumatura, ma secondo me sta meglio.
A parte questo - che poi alla fine è soggettivo, secondo me sta male, per te magari no - il tuo stile mi è piaciuto veramente tanto. Riesci a cogliere molti particolari e - nelle sequenze narrative - non li rendi noiosi o banali, non ci sono errori oggettivamente correggibili, quindi complimenti!
Rose l’hai presentata molto bene nelle prime righe, Scorpius alla fine, e hai fatto capire alla perfezione che tipo di carattere hai voluto attribuire ai personaggi. Per questo ti meriti il punteggio pieno.
Ho un piccolo suggerimento che non andrà ovviamente ad intaccare il punteggio, ma è soltanto un appunto che ti segnalo, sta a te decidere se seguirlo o meno. Personalmente non amo le storie che cominciano con la descrizione dettagliata della protagonista. Ok, è una one-shot, non c’era molto spazio per delinearla più avanti, ma penso che far capire un po’ alla volta, frase dopo frase, con i fatti e non con il raccontato, il carattere del personaggio, arrivi molto più diretto al lettore, dà più l’idea di essere immedesimati nella storia, di star realmente vivendo la storia.
Ovviamente qui Rose e Scorpius sono caratterizzati a tutto tondo, quindi complimenti.
Nonostante la prepotenza di Scorius e l’intelligenza spiccata di Rose siano un cliché... ho trovato questa storia particolarmente originale, il tema del cioccolato, del pacchetto, del rosso, della Gufiera - che mi ha ricordato un po’ Cho ed Harry al quinto anno, sbaglio? - sono molto diversi dal solito, e hanno impreziosito la storia.
Il cioccolato fondente ha un ruolo a dir poco fondamentale nella storia, dall’inizio alla fine, ha reso la tua fanfiction molto simpatica anche se a tratti seria e con parti su cui riflettere, non mi è sembrato forzato, quindi niente da dire.
Hai usato tre dei quattro promt facoltativi.
Parlando della trama, questa storia mi è piaciuta veramente tanto, anche se uno Scorpius-Sciupafemmine è un po’ un cliché nel fandom, hai amalgamato molto bene il prompt assegnatoti con la trama, Rose e Scorpius insieme mi piacciono un sacco e Rose l’hai caratterizzata proprio come la immagino io. Scorpius l’ho trovato forse un po’ troppo duro, in fondo ha soltanto quindici anni dato che è al quinto anno, quindi non ce lo vedrei così spietato, ma se ha preso dal padre, non ho proprio nulla da dire.

   
 
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