Ciao… niente aggiornamento di Under
the Table oggi… o mettiamola così, non credo che riuscirò ad aggiornare anche
quella entro stasera.
Ho dato la precedenza a questa one-shot perché sostava nel mio computer aspettando
ch’io la finissi da decisamente più tempo in attesa del permesso dell’autrice.
Adesso ho bisogno di un paio d’ore
di sonno perché mi aspetta una settimana allucinante, ma vi prometto che quando
mi sveglio darò un’occhiata anche alla prima parte del
6° capitolo di Under the Table, d’accordo?
Buona lettura.
Nonna Minerva.
Lily’s headache
“Stai andando fuori di testa” ‘Ok, l’ho solo detto a voce alta. È un segno. Di cosa poi? Beh, apparentemente, Lily, soffri di una i più delle seguenti opzioni: un mal di testa che hai testardamente rifiutato di curare durante la giornata dicendo di essere troppo occupata per bere una pozione; qualche forma di pazzia, e troppi giri mentali,’ continuò in silenzio.
La
studentessa del settimo anno dai capelli rosso fuoco si mise a sedere sul letto
e sospirò.
Avrebbe
tanto voluto dare la colpa alla pioggia per il fatto
di non riuscire a dormire, ma era risaputo che lei sarebbe riuscita a dormire
anche con il più rumoroso dei temporali.
La
fredda pioggia che sferzava le mura del castello non
poteva minimamente turbare il suo sonno.
Capendo
che non si sarebbe addormentata tanto presto, afferrò la sua calda vestaglia,
il suo libro preferito e infilò i piedi nelle sue
morbide pantofole.
Se
non riusciva a dormire, avrebbe letto un po’ davanti
al fuoco.
“Spero
solo di avere la Sala Comune tutta per me.”
Per quanto Lily sperasse di poter escludere questa possibilità, il fatto che un certo
Caposcuola dai capelli scuri, che era la rovina della sua esistenza,
ultimamente fosse spesso presente nei suoi pensieri, era in parte il motivo per
cui lei, all’una del mattino, ancora non dormiva.
Il
mal di testa e l’insonnia che ne derivava erano una seccatura sufficiente per
quella notte.
Aggiungerci
anche James Potter sarebbe stato davvero troppo.
Scese
in punta dei piedi la scala che portava dalla sua camera di Caposcuola alla
Sala Comune e si accomodò in una poltrona davanti al fuoco. Se c’era qualcosa
che poteva farla sentire meglio, quello era leggere le pene e le difficoltà di Elizabeth Bennet e Fitzwilliam Darcy. C’era sempre qualcuno
la cui vita era più incasinata della tua. Solo a volte era difficile riuscire a
capire chi era questo qualcuno.
Dopo
circa mezzora non solo Lily era ancora completamente sveglia, ma la cosa stava
pure peggiorando. Il suo mal di testa continuava ad essere un dolore sordo ed
aveva spalle e collo indolenziti. Posò il libro, chiuse gli occhi ed iniziò a
massaggiarsi il collo.
Senza
rendersene conto si lasciò sfuggire un sospiro
esasperato.
Quel
rumore bastò a coprire quello dei passi leggeri del Caposcuola, che pure
soffriva d’insonnia.
Scese
le scale con cautela, timoroso di spaventarla o di
farla arrabbiare. Si era accorto che quest’anno gli urlava contro molto meno
rispetto al passato, ma non voleva darle un motivo per farlo.
Prima
che fosse riuscito ad avvicinarsi ulteriormente, Lily si voltò come se avesse
avvertito la presenza di qualcun altro nella stanza. I suoi profondi occhi
verdi erano leggermente offuscati dal mal di testa e dal dolore pulsante che
l’accompagnava da tutto il giorno.
Riconobbe a malapena la sua presenza, si limitò solo a guardarlo prima di
chiudere gli occhi di nuovo ed iniziare a massaggiarsi le tempie.
James
odiava quell’espressione, ma non era sicuro se gli avrebbe
permesso di aiutarla.
Senza
una parola, fece il giro della poltrona. Raccolse alcuni cuscini dalle altre
poltrone e
sedie lì intorno. Tornò nella sua stanza e prese una vecchia trapunta.
Prendendo Lily per mano, la aiutò a scivolare giù, sul nido di cuscini
che aveva preparato e la avvolse con la trapunta. I capelli erano raccolti
in una coda di cavallo allentata per evitare che le ciocche le cadessero sul
viso. Le tolse l’elastico lasciando che i capelli scendessero morbidi sulle
spalle.
James
era sempre più stupito. Lily gli stava permettendo di guidarla e toccarla.
Nonostante
sembravano aver raggiunto una specie di distensione nel loro rapporto da quando erano diventati Capiscuola, una vera e propria
amicizia sembrava fuori portata.
Ed
ora quella sorta di intimità, che più di una volta
aveva creduto impossibile. Eppure era lì, alle due del
mattino, con Lily appollaiata sui cuscini e lui seduto dietro di lei sulla
poltrona.
In
silenzio iniziò a massaggiarle le spalle.
Se
le girava la testa prima quando tentava di dormire,
ora ogni pensiero coerente aveva abbandonato la sua mente mentre le sue mani
vigorose da giocatore di Quidditch scioglievano i muscoli indolenziti delle
spalle e del collo con inattesa dolcezza.
Inclinò
la testa in avanti e lui continuò a sciogliere la tensione che portava. Dopo
qualche minuto, fece per girarsi con l’intenzione di ringraziarlo.
“No,
aspetta,” rispose lui al suo pensiero inespresso. Continuò a massaggiarle le spalle ed il collo, questa volta spostò
la testa all’indietro. Dal momento che lui sedeva con
le gambe incrociate sulla poltrona, la testa di lei si appoggiò sul suo grembo.
Iniziò
a lavorare sulle sue tempie.
“Dove hai imparato a farlo così bene?”
“Mia
madre aveva spesso l’emicrania. Anche se le pozioni
dei guaritori facevano meraviglie, ci mettevano un po’ a fare effetto. Odiavo vederla soffrire così ho iniziato ad offrirle dei
massaggi alle tempie e cose del genere. Di solito lo faceva mio padre, ma era
un Auror e per questo era spesso fuori, così quando
non c’era lo sostituivo.” Gli mancarono le parole per continuare. James non aveva parlato molto dei suoi genitori ultimamente, erano
morti poco prima del suo ritorno a scuola. Il signor Potter era un auror in
gamba e i Mangiamorte li avevano attaccati una sera mentre
erano fuori.
Lily
alzò le mani verso quelle di James che avevano smesso di lavorare sulle sue
tempie.
Le
prese fra le sue e le portò sul suo petto.
Per
alcuni minuti nessuno dei due parlò. Entrambi capirono
che in quel momento le parole non erano né necessarie né opportune.
“Ti
conosco da sei anni e cosa, due mesi? Tu continui a stupirmi, James. Per sei
anni la sorpresa si basava principalmente sulla nuova birichinata che tu e i
Malandrini sareste riusciti a combinare. E non potrò mai scordare tutti i tuoi creativi sforzi per
invitarmi ad uscire. Ma siamo Capiscuola da due mesi
ormai e vedo che sei cambiato. So che questo cambiamento è inevitabilmente dovuto un po’ anche
alla morte dei tuoi genitori, ma penso che sia da attribuirsi in parte anche alla
crescita. Continuo a vedere in te quello spirito birichino dello studente del
primo anno, se non sbaglio, tu hai riempito il calderone di Piton di linfa
puzzolente ieri, giusto? Ma stai anche lasciando
trasparire una nuova parte di te. Ti ho visto dare lezioni a quel quarto anno
in biblioteca, ed era un ragazzino del primo anno con nostalgia di casa quello
che stavi tirando su di morale l’altro giorno?” A questo punto Lily esitò,
sembrando riflettere sulle parole seguenti, “E so
anche che hai aiutato Remus per tutti questi anni.”
James
deglutì e cercò delle parole appropriate.
“Non
ti preoccupare; lui sa che io conosco il suo segreto. Però non credo sappia che
sono a conoscenza del vero significato di Felpato, Ramoso, Codaliscia e
Lunastorta.” Lily fece un sorriso malizioso. Strano come negli ultimi due minuti James fosse quello serio e lei
quella con un leggero sorriso furbo e orgoglioso stampato sul viso. di solito le due espressioni erano invertite.
Alla
fine James ritrovò la voce.
“Non
so come comportarmi riguardo all’ultima cosa che hai detto, per
cui mi riservo di parlarne in un secondo momento. Per il resto hai
ragione; la scorsa estate è stata una rivelazione per me, anche prima di... beh..” James si bloccò, Lily strinse
le sue mani di nuovo.
Rincuorato
da questo incoraggiamento, continuò.
“Con
tutto quello che sta succedendo nel mondo e con questo, il nostro ultimo anno,
ho iniziato a pensare a quello che era importante per me. Anche se le risate ed
il progettare nuovi scherzi sono un sollievo in mezzo a tutta questa tensione,
non sono più lo scopo della mia vita. Sì, per un po’ io e Sirius abbiamo pensato che sarebbe diventato il nostro lavoro.
Speriamo che qualcuno decida di seguire le nostre orme. Magari si affiderà alla
nostra esperienza e farà uso delle nostre risorse... ma
poi ho pensato a quello che sarebbe successo dopo la scuola e chi era
importante per me e cosa volevo diventare. Voglio fare del bene nel mondo e
aiutare gli altri, per quanto possa suonare un clichè.
Ho capito che i miei veri amici e famiglia erano il mondo e volevo che lo sapessero.
Remus mi ha aiutato a vedere il valore della vita e il dono di
ogni giorno di salute e felicità. Sirius mi ha insegnato la felicità e
le risate. Dai miei genitori ho imparato l’amore e la sua importanza. Sono così
felice di averlo capito prima della loro morte. Ed ho capito che la mia cotta
per te ed il modo in cui ti torturavo era
semplicemente ingiusto.”
Questa
volta toccò a Lily deglutire sorpresa. Non era esattamente quello che si
aspettava né quello che sperava di sentire, se il cuore era onesto con la
mente. Fortunatamente, a quell’ora della notte, il cuore, e non la mente,
domina ogni conversazione.
“Ho
capito di non aver mai considerato come ti sentissi o
che impatto avevano le mie azioni su di te. Agivo con leggerezza e per la gioia
della conquista. Ho capito perché tu abbia continuato a dirmi di no e sono
felice tu l’abbia fatto. Non ero pronto per te. Non
ero degno di te.”
Le
mani di James erano ancora in quelle di Lily, ma la sua presa si stava
allentando. Fissava il fuoco ed i suoi occhi iniziarono a brillare per le
lacrime. Una riuscì a scappare e non riuscì a
nasconderla. James la vide.
“Oh,
Lily. Non volevo farti piangere. Sembra ch’io sia
passato dal farti diventar matta al farti piangere. Non volevo turbarti, ma se
non te l’avessi detto avrei infranto una promessa che
avevo fatto a me stesso. Vedi, mentre realizzavo che
la mia cotta era ingiusta e infondata, ho capito che c’era lo stesso qualcosa.
Mentre pensavo a te, decisamente spesso come Sirius
può testimoniare, ho capito che la mia era più che una cotta. Non so se è amore
o cosa. Voglio dire, ho solo diciassette anni e tu sei l’unica ragazza che mi sia mai interessata. Ma so anche
che sei l’unica ragazza di cui voglio innamorarmi. Quindi,
mentre potrebbe non essere amore, potrebbe diventarlo e, oh Lily, ti prego non
piangere!”
A quel punto, quell’unica lacrima aveva una cospicua compagnia, in
quanto altre lacrime rigavano il volto di Lily, riflettendo il bagliore del
fuoco.
James si ritrasse dalla sua presa ed iniziò ad asciugarle con la mano.
“Dì
qualcosa, Lily, ti prego,” le disse.
“Oh,
James, io..” Lily cercò le parole, mentre si girava e si inginocchiava sui cuscini. Quando alzò gli occhi per
incontrare i suoi non riuscì più a distogliere lo
sguardo. Qualche altra lacrima indugiò sugli occhi di Lily e
James prontamente le scostò col pollice. La sua mano restava sulla guancia di lei. Lentamente si avvicinarono.
Fu
un bacio dolce e delicato. Qui gli amanti delle storie d’amore struggenti e
passionali potrebbero rimanere delusi, ma per James e Lily fu
un momento perfetto. Le emozioni che la loro conversazione avevano evocato, la
premurosa attenzione e promesse per il futuro vennero in qualche modo trasmesse
attraverso quel bacio. Quando si staccarono, James
appoggiò la fronte a quella di Lily. Aprirono lentamente gli occhi e si
sorrisero timidamente.
Con
un rapido movimento James tirò su Lily e la fece sedere sul suo grembo e si
distesero sul divano. Rimasero seduti in silenzio per alcuni minuti, contemplando
l’improvviso, ma non del tutto inaspettato, cambiamento nella loro relazione.
“James,
non hai parlato con nessun altro dei tuoi genitori da quando
è iniziata la scuola?”
“Non
proprio. Voglio dire, Sirius sapeva cosa era successo, ha passato l’estate da
me quindi era lì quando sono venuti per dirmelo. E abbiamo parlato un po’. L’ho detto anche agli altri
Malandrini, ma era più un metterli al corrente della situazione,” spiegò James.
Sfoderò
il suo famoso mezzo sorriso che Lily ora poteva ammettere di amare
e continuò. “Dopo tutto, siamo ragazzi. Noi non
parliamo dei nostri sentimenti e cose del genere.”
“Beh,
per essere uno che non parla dei propri sentimenti, te la stai cavando bene. Ed ancora meglio nel dimostrarli.” Lily rispose a sua volta
con un sorriso malizioso.
“Che
il mio cuore smetta di battere, Lily Evans sta
flirtando! E con James Potter, la rovina della sua
esistenza! Da qualche parte deve esserci un posto molto caldo che sta gelando.” James stava ritrovando la sua natura giocosa ed
esuberante.
“Fai attenzione, ricomincia col solito atteggiamento e potrei
andare a chiudermi a chiave nella mia stanza.” Lo minacciò Lily.
“Allora
questo cavaliere sarà costretto ad arrampicarsi su per la torre e venire a
salvarvi.” Rispose James.
“Credi
che io abbia bisogno di essere salvata?” lo interrogò Lily, inarcando un
sopracciglio in segno di sfida.
“Sì
e no. Sai prenderti cura di te stessa molto bene per la maggior parte del
tempo. Ma nessuno dovrebbe mai prendersi sempre cura
di se stesso. Tutti abbiamo bisogno di essere un po’
salvati. Tu, mia cara Lily, sei il peggiore tipo di principessa perché sei
convinta di non dover essere salvata. Tuttavia, il particolare soccorso che tu necessiti, è un po’ di allegro svago, di essere
occasionalmente viziata e generalmente qualcuno desideroso di ascoltarti e
lasciarti sfogare quando sei frustrata.”
Un’altra
volta, Lily rimase senza parole, le mancava il respiro ed ogni pensiero
coerente l’aveva abbandonata. Quindi seguì l’istinto.
Si avvicinò a lui e lo baciò. James rimase leggermente sorpreso dal suo gesto.
“E
tu hai bisogno di essere salvato dal tuo ego spropositato, che rovina la tua
reputazione e dall’accumulo di emozioni che raramente
lasci uscire.” Lily sottolineò le sue parole con un
terzo bacio. Ora era James ad essere senza parole.
Alla
fine ritrovò il suo senso dell’umorismo.
“Ma questo non significa che sono una principessa anch’io,
vero?”
Lily
ridacchiò.
“No,
credo che possiamo affermare con sicurezza che ti calza meglio l’immagine di
principe azzurro.” A questo punto James mise decisamente in dubbio la sua sanità mentale, Lily stava
flirtando con lui, gli faceva complimenti e lo baciava. Stava forse per finire
il mondo? Era uno dei segni dell’Apocalisse?
Per
alcuni istanti rimasero in silenzio.
“Lo
sai, James, non posso dire che ti amo, ma non posso
nemmeno dire che non ti amo.”
In
risposta, James si voltò per baciarla.
“Beh,
penso che abbiamo un po’ di tempo per capirlo.”
Rispose, “Come va il tuo mal di testa?”
“Andato.
Mi chiedo se il massaggio o i baci abbiano aiutato di più.”
Mentre parlava, Lily si era voltata verso James, e i
suoi occhi brillavano, e non era per via del fuoco.
Quando l’orologio batté le tre, si potevano vedere due persone abbracciate
che dormivano profondamente su un divano rosso cremisi, entrambi con un dolce
sorriso sulle labbra. Cosa stessero sognando, non
possiamo saperlo, ma quella notte portò loro pace e riposo in tempi inquieti.
Quella notte portò loro un dono che avrebbe riempito d’amore le
loro vite e il mondo di speranza. Ma questa è
un’altra storia.
“Lunastorta,
svegliati!”
Un
diciassettenne alquanto agitato scuoteva uno dei suoi migliori amici. Data
l’ora, questo non era sufficiente per svegliarlo. Gli scossoni diventarono un
martellare costante sulla testa. Il giovane dagli occhi offuscati che poco
prima dormiva profondamente lanciò un’occhiata assassina al suo amico. Non gli
piaceva essere colpito sulla testa a qualsiasi ora del giorno, né tanto meno
nel mezzo della notte.
“Cosa
mai può essere talmente importante da farti desiderare di svegliarmi alle...” sbirciò la sveglia sul comodino,
“...Alle due del mattino e farmi venire il mal di testa?”
“Lunastorta,
ti prego vieni nella Sala Comune, ti devo mostrare una cosa.”
Remus
sapeva che quando Sirius era sconvolto o eccitato per qualcosa, non ci sarebbe
stato verso di tornare a letto finché non avesse condiviso la novità. Il
ragazzo allampanato gettò le gambe oltre il bordo del letto, cercò le pantofole
e si trascinò pesantemente giù per le scale.
La
sala comune di Grifondoro era vuota, fatta eccezione per un
sconsiderato Sirius che era talmente eccitato che stava praticamente
saltellando sulla poltrona su cui avrebbe dovuto esser seduto.
“Dai un’occhiata a questa, Lunastorta! Giuro solennemente di
non avere buone intenzioni!” mormorò Sirius mentre
piazzava un pezzo di pergamena davanti al volto dell’amico.
“Cosa? Cosa c’è di tanto importante per tirarmi giù dal let...” Remus si bloccò
all’improvviso notando qualcosa sulla mappa.
“E’
giusta? Ci deve essere qualcosa di sbagliato. Non c’è alcuna possibilità che sia vero. Voglio dire, non gli ha dato il ben servito
ieri a pozioni?” mormorò Lunastorta più fra sé che
rivolto all’amico.
“Lo
so, è quello che ho pensato anch’io. Ma ho controllato due
volte tutti gli incantesimi e penso che abbia davvero ragione.”
“Quindi
James e Lily sarebbero seduti praticamente una in
braccio all’altro nella sala comune dei Capiscuola?”
“Esatto,
Lunastorta. Credo che l’inferno si sia ufficialmente ghiacciato. Andiamo a
spiarli? Ramoso ci ha dato la parola d’ordine, ricordi?”
Sirius diede un colpetto al molto più responsabile amico con il solito
bagliore malandrino negli occhi.
“Credo
dovremmo aspettare un po’ e vedere. Giochiamo a
scacchi per un po’ e se fra un’ora sono ancora lì andremo a
investigare.” Concesse Remus.
Dopo
aver perso ripetutamente contro Remus, Sirius si lamentò.
“Possiamo
andare a vedere, adesso?”
Remus
controllò il grande orologio di suo nonno. Poiché segnava
qualche minuto dopo le tre, immaginò che potessero andare.
“Hai
la mappa?”
“Sì!”
Esultò Sirius.
I
due sgusciarono fuori dal buco del ritratto e
camminarono in punta dei piedi lungo i corridoi deserti di Hogwarts. Stettero
attenti ad evitare i vari fantasmi e il custode, sempre desiderosi di mettere
in punizione i Malandrini per essere fuori dai
dormitori oltre l’ora stabilita.
Alla
fine riuscirono ad arrivare al buco del ritratto dei Capiscuola. Sirius
pronunciò la parola d’ordine. Il ritratto si spostò e i due sgattaiolarono
dentro. Per fortuna c’era un breve corridoio, così nessuno
seduto nella sala comune avrebbe potuto vederli arrivare.
Secondo
le loro migliori mosse malandrine, i due misero la
testa oltre l’angolo. Entrambi rimasero senza fiato
nel testimoniare l’impossibile. Là, in una poltrona, c’erano Lily e James.
James era appoggiato allo schienale e teneva Lily fra le braccia, addormentata
a fianco a lui. La trapunta che sua nonna aveva fatto, che i Malandrini
sapevano avere un enorme valore affettivo per lui, tanto che non la toglieva
mai dal suo letto, li avvolgeva. Dopo tutto, era la
coperta che stava sul letto dei suoi genitori. Sirius, che si era accucciato
sul pavimento, guardò Remus in piedi sopra di lui, con un leggero sorriso sul
volto. Felpato inarcò le sopracciglia sorpreso, più
alla mancanza di sorpresa nell’amico.
“Te
lo aspettavi, Lunastorta?”
“Naturalmente,
era solo una questione di tempo, Felpato.”
Felpato
ghignò ed estrasse qualcosa dalle pieghe del mantello. Ci fu un lampo
improvviso nella stanza, ed i due scapparono, nel caso il flash avesse svegliato la coppia addormentata.
“Perché l’hai fatto?” chiese Remus.
“Beh,
per come la vedo io, o è stato un terribile incidente e questo sarà una fonte
di ricatto per la costantemente perfetta Lily Evans, oppure questo è l’inizio
di una nuova fase per i Malandrini e doveva essere documentata,” spiegò Sirius, come se si stesse rivolgendo ad un
bambino. Remus alzò gli occhi al cielo.
“Sento
che questo sarà un cambiamento permanente nei Malandrini, mio caro Felpato.
Sarà meglio che ci abituiamo ad avere una ragazza fra noi. Qualcosa mi dice che quei due faranno coppia fissa da ora.”
“Bene,
se Lily sarà una Malandrina, ha bisogno di un soprannome... hmm… mi divertirò
un mondo a trovarlo..” Sirius scomparve per un attimo
nel suo mondo mentre i due facevano ritorno alla torre
di Grifondoro.
“Maleficium,” disse Remus al ritratto della Signora Grassa.
“Pensi
che abbiano fatto quella parola d’ordine per noi?” chiese Sirius.
“Non
sottovaluterei Silente,” rispose Remus.
“Non
avrei pensato che la McGranitt avesse tanto senso dell’umorismo, però. Sembrano
presi male col latino,” rifletté Sirius, “Quindi,
pensi davvero che James e Lily siano insieme adesso?”
“Nonostante
la tua convinzione che potrebbe essere stato un
incidente, sembravano abbastanza sereni dov’erano, e francamente, quei due sono
fatti l’uno per l’altra.” Affermò esplicitamente Remus.
“Pensi
che lily diventerà una Malandrina?” Sirius stava avendo serie difficoltà
nell’immaginarsi la perfetta Lily Evans, Caposcuola straordinario fare qualcosa
remotamente vicino al giocare uno scherzo a qualcuno.
“Oh,
credo sia possibile affermare che presto avremo la
prima e unica ragazza Malandrina fra le nostre fila.”
“Hmm…
con le sue abilità in incantesimi, sarà un’aggiunta preziosa.”
Remus riusciva quasi a vedere le rotelle nella testa di Sirius al lavoro mentre pensava ai modi per meglio sfruttare le
capacità di lily.
Remus
rifletté per un istante.
“ti
rendi conto che se James parlava di lei senza sosta quando
lo ignorava, ora sarà probabilmente ancora peggio?”
“Grazie
Lunastorta, mi hai appena fatto venire il mal di testa.”
Gemette Felpato mentre i due rientravano nel loro
dormitorio.