Anime & Manga > BeyBlade
Segui la storia  |       
Autore: Driger    08/10/2006    1 recensioni
Kai, una persona fredda. Yuka, una persona ancora più fredda. Le loro strade si incrociano, per poi separarsi... o continuare insieme?
Questa è la mia vecchia "Ice People".. Ne ho cambiato il titolo, alzato il rating e apportato delle migliorie all'intera storia.
Genere: Romantico, Triste, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 14 Erano passati 3 anni da quando Yuka se ne andò in Europa. Aveva viaggiato molto, e tanto aveva imparato. E aveva anche accantonato gli screzi con la famiglia, e dimenticato Kai. Anzi, era arrivata al punto di chiedersi cosa mai aveva trovato in lui di così attraente. Forse era lo stare tanto lontana da lui che la spingeva a pensare così, ma in fondo non le importava più nulla. Così decise di tornare a casa; prese il cellulare e avvertì sua madre.
"Pi pi pi!"
La donna rispose al telefono. - Pronto. -
- Ciao, mamma. -
La voce della figlia la sollevò.- Oh, Yuka! Era da un paio di settimane che non ti facevi più sentire.. come stai? -
- Bene. Ho deciso di tornare. -
- Ah, mi fa piacere. Quando? -
- Parto domattina. -
- D'accordo. Quando sei nei pressi di Tokyo chiamami, ti farò venire a prendere. -
- Va bene. Ciao. -
- Ciao, a presto. -
Chiuse la comunicazione, facendo un sospiro. Non le dispiaceva tornare a casa, dopotutto.
Dppo 12 ore di viaggio in aereo arrivò all'eroporto di Narita. Per un attimo si sentì spaesata, non era più abituata a stare in mezzo ai suoi connazionali..
Una voce la chiamò da lontano. - Signorina Yuka! -
La ragazza si voltò. Un uomo si stava avvicinando a lei.. era della scorta della famiglia Hiwatari.
- Bentornata, signorina. - fece lui.
- Grazie. -
L'uomo allungò una mano. - Prego, mi dia i bagagli. -
La ragazza glieli porse, poi si avviarono verso l'auto. Durante il viaggio Yuka guardava fuori dal finestrino, per vedere se qualcosa fosse cambiato. Nulla. Be', dopotutto era stata via solo per tre anni.. non erano troppi.
Quando finalmente arrivò a villa Hiwatari la madre le andò incontro sorridente. La abbracciò e le diede pure un bacio sulla guancia.
- Bentornata. -
Non è detto che la lontananza peggiori i rapporti.. anzi, in quel caso sembrava che li avesse migliorati. Almeno per quanto riguardava sua madre.
- Ciao.. grazie. -
- Sarai stanca. Dai, andiamo in camera tua. -
Le due andarono, seguite da una cameriera che portava i bagagli nella stanza. Quando vi entrarono Yuka poggiò la giacca sul letto, poi prese subito a disfare le valigie.
- Ti vedo più bella. - osservò la madre. - Mi sembra che tu abbia acquistato più classe... si inizia a vedere che sei mia figlia. -
Commento inaspettato.
- Davvero? - fece Yuka, sorpresa.
La donna annuì.
Yuka però non aveva visto nessun'altro della famiglia a parte la madre.. e Kai?
- Ci sei solo tu in casa? - chiese la ragazza.
- Al momento sì. Susumu è in riunione aziendale. E c'è anche Kai. -
- Kai? - chiese stupita.
- Sì. Alla fine Susumu è riuscito a convincerlo ad entrare in azienda. E non sai l'ultima.. Kai è fidanzato! -
Yuka sbiancò all'istante.. Kai.. era fidanzato? Improvvisamente nella mente della ragazza si fece il vuoto, non ascoltava più una parola che le diceva la madre...
- ... e così faremo una festa... ehi, Yuka? Mi stai ascoltando? Yuka! - esclamò.
La ragazza tornò in sè.
- Eh, cosa? -
La donna si mise le mani sui fianchi. - Non hai sentito una parola di quello che ti ho detto, vero? -
- No. - disse stranita.
- Ma dove hai la testa? - disse, sospirando. - Ti stavo dicendo che stasera ci sarà una piccola festa per il tuo ritorno, capito? -
- Una festa? Ma non ce n'è bisogno. -
La madre fece un gesto vago. - Non è niente di particolare. Ci sarà tutta la famiglia e qualche amico intimo, compresa la fidanzata di Kai. -
No, la fidanzata no. Yuka non sapeva perché, ma l'idea di incontrare la fidanzata di Kai le faceva venire il voltastomaco. Da quando aveva ricevuto la notizia del fidanzamento del fratellastro non aveva capito più nulla.. perché?
Scosse la testa. - Non mi va di festeggiare. Sono stanca e... -
- Sei appena tornata e già fai i capricci? Non ci provare. - disse la madre, con un tono minaccioso. Forse quella donna non era affatto cambiata, autoritaria come sempre.
- Ma.. - cercò di protestare la figlia.
- Niente ma. - disse sollevando un indice. - Stasera ci sarai, sei la festeggiata! Nell'armadio c'è un abito che ti ho comprato apposta per l'occasione. Sono sicura che ti starà divinamente. A dopo. -
Ma Yuka non aveva ancora finito. Era appena arrivata ad una decisione definitiva. - Aspetta. -
La madre si voltò verso di lei. - Cosa c'è? -
- Dopo cena voglio tornare al mio appartamento. Quello dove abitavo prima di venire a stare qui. -
- Che storia è questa?! - fece la donna, incredula.
- Ora sono maggiorenne, e non sono più sotto la tua custodia. - rispose Yuka, risoluta.
La madre sospirò, rassegnata. Sapeva che sua figlia era tremendamente testarda, e purtroppo dato che era maggiorenne, non poteva fermarla.
- E va bene, fai come vuoi. Allora mando qualcuno a pulire l'appartamento. Ma stasera devi essere presente alla cena. -
La giovane si sedette sospirando sul letto; poi si sdraiò.
- Sì, ci sarò. -
La madre chiuse la porta, e Yuka fu finalmente libera di concedersi ai suoi pensieri. O meglio, al suo pensiero: Kai. Non sapeva spiegarselo, ma la notizia l'aveva scossa profondamente... forse perché credeva che in fondo lui sarebbe stato sempre e solo suo? Che sciocchezze! Tra loro c'era stato solo sesso e nient'altro. Eppure a lei continuava a non andare giù il suo fidanzamento. E dire che credeva di non provare più nulla per lui! Cos'era quella gelosia improvvisa? Almeno se fosse andata a vivere da sola, non avrebbe avuto più a che fare con Kai e la sua fidanzata.
Ma il bussare alla porta della sua camera la destò dai suoi pensieri.
- Avanti. -
la porta si aprì, ed entrò Kai.
Yuka balzò a sedere non appena lo vide.. proprio lui doveva trovarsi di fronte?!
- Kai..! - disse con non poco stupore.
Era sorpresa di vederlo così cambiato: più alto e con un fisico più sviluppato. E il completo che indossava gli faceva assumere un'aria diversa... estremamente affascinante e intrigante. Era diventato davvero un bellissimo giovane uomo.
- Alla fine sei tornata. Credevo di non vederti più. - disse lui, con nessuna emozione.
Lei fece per abbassare lo sguardo. - Come vedi invece sono qui. -
Lui non si scompose minimamente. - Buon per te. Be', torno ai miei impegni. A stasera. - disse freddamente, poi chiuse la porta.
La sorellastra rimase di sasso.. si aspettava un saluto un po' più caloroso, e invece.. Be', dopotutto era comprensibile.. lo aveva piantato in asso senza dir nulla, sicuramente c'era rimasto molto male. Prima di allora non aveva mai pensato ai sentimenti di Kai, non aveva immaginato che avrebbe potuto ferirlo col suo comportamento. Ed invece a quanto pare lo aveva fatto, e lui si stava comportando di conseguenza.
Forse però era meglio così. Per loro non poteva esserci futuro.

Lui, dopo che fu uscito dalla camera, si mise a camminare, ma quasi subito si fermò. Pensò a Yuka... cavolo, com'era diventata bella.. In tutto quel tempo aveva cercato in tutti i modi di dimenticarla, ma non gi era stato possibile. Lei aveva un qualcosa... un qualcosa di particolare che lo faceva sentire bene quando era con lei. Ma se n'era andata, e quasi sicuramente per colpa sua, l'aveva capito. Tanto valeva dimenticarla. Per cui aveva deciso di accettare la proposta del padre e di fidanzarsi con Marin. Certo, lei era una ragazza carina, ma non era nulla in confronto a Yuka.
Scosse la testa. Basta pensarci, era acqua passata ormai.

Venne l'ora della cena, e Yuka per l'occasione indossò l'abito che le aveva preso la madre: uno splendido vestito blu notte arricchito di cristalli Swarovski e chiffon, abbellito con uno scialle di velluto, sempre colore blu notte. Il vestito ideale per una figlia di miliardari..
Scese nel grande salone, dove vi erano riuniti tutti; non appena la videro le andarono incontro, salutandola calorosamente. Chissà perché, ma lei aveva l'impressione che fossero tutti falsi...
"Razza di ruffiani." pensò Kai che osservava la scena con le braccia conserte; una vocina lo chiamò.
- Ehi, Kai.. -
Lui si voltò verso la sua fidanzata, Marin. - Che c'è? - chiese infastidito.
- Non dovresti presentarmi a tua sorella? -
Lui non la guardò nemmeno.
- Non sei capace di andare da lei e presentarti da sola? - disse seccato. Proprio non aveva foglia di farlo.
- Sì, ma.. Uffa, come vuoi. - fece sconsolata.
La ragazza bionda si avvicinò elegantemente alla "sorella" del suo fidanzato. L'altra, vedendola, capì subito chi era.
La biondina fece un inchino in segno di saluto. - Molto piacere Yuka, sono Marin Tomoeda. La fidanzata di Kai. - sottolineò.
Yuka ebbe un impeto di enorme fastidio. Se Yuka fosse stata ancora una teppista, non avrebbe esitato a levarle dal viso quel sorriso dalla faccia con un bel pugno. Purtroppo però la situazione era diversa, e lei doveva pertanto adeguarsi. Quindi raccolse tutta la sua pazienza (che era ben poca, per la verità) e cercò di fare un sorriso il più naturale possibile, ma il risultato invece fu un sorriso molto tirato.
- Il piacere è tutto mio, Marin. -
Ma non ricambiò l'inchino. Era già tanto se le aveva sorriso.
Poco dopo la cena iniziò, durante la quale Yuka non mangiò molto. La colpa la attribuì unicamente a Marin: Yuka sentiva di odiarla dal profondo del cuore. E sicuramente senza nemmeno rendersene conto le aveva anche tirato qualche occhiataccia.
Dopo che la cena fu finita e gli ospiti se ne furono andati pensò che tutto fosse finito e che potesse tornarsene finalmente a casa, ma..
La ragazza era in procinto di andarsene al più presto, ma non la cosa non fu così immediata.
- Yuka. - fece sua madre, avvicinandosi.
- Che c'è? -
- Non vorrai già andartene, vero? Io, Susumu, Kai e Marin ci riuniamo in salotto a rilassarci con un goccetto e a fare due chiacchiere. Non puoi mancare. - disse con un tono che non ammetteva repliche.
Il solo udire il nome "Marin" le fece andare il sangue alla testa: non avrebbe sopportato un secondo di più la sua presenza.
- Cerca di capire, sono molto stanca. - disse annoiata.
Ma la madre si irritò. - L'unica cosa che capisco è che non si può mai andare d'accordo con te, fai sempre di testa tua. - poi sospirò, rassegnata. - E va bene, vattene pure. Susumu, chiama qualcuno che l'accompagni. - disse al marito.
Il padre stava per alzarsi e chiamare un uomo della sua scorta, ma Kai lo fermò.
- Non ce n'è bisogno. La accompagno io. -
- Ma... oh, insomma, fate come volete. Mi sta venendo pure mal di testa.. - fece esasperata Reiko.
Yuka si sentì pervadere da una strana sensazione di inquietudine. Non voleva rimanere da sola con Kai, proprio non se la sentiva. Voleva soltanto andarsene da lì, anche a piedi, ma il prima possibile e soprattutto senza Kai e Marin.
- Non stare a disturbarti, resta qui. - disse agitando una mano.
- Già. Ci penserà la servitù. - disse Marin altezzosamente, cosa che le guadagnò una occhiata fulminea di Kai.
- Vuoi stare un po' zitta, per una buona volta? - disse bruscamente. - E' mia sorella, e sono tre anni che non la vedo! Quindi fammi il favore di non impicciarti! -
La fidanzata, spaventata, si ritirò subito.
- O.. ok.. - fece intimorita. Se fosse stata un cane, avrebbe abbassato immediatamente le orecchie e la coda.
Il ragazzo guardò la "sorella".
- Andiamo. - fece autoritario.
Yuka, non potendo fare altrimenti, Non disse nulla e lo seguì, non dopo aver salutato le persone presenti. E, ancora una volta, si dovette trattere dall'essere violenta con Marin.
I due uscirono dalla villa e andarono nel parco, dove era posteggiata una bella Ferrari Testarossa.
- Che bella macchina.. - notò Yuka.
- Me l'ha presa mio padre; l'ha fatta arrivare direttamente dall'Italia. E' un fissato con le cose italiane. - spiegò Kai.
I due salirono in auto, poi Kai mise in moto e partirono velocemente. Yuka iniziava a sentirsi terribilmente agitata.. proprio come tre anni prima quando era sola con lui. Scosse la testa. No, non doveva più provare quelle cose!
In poco tempo arrivarono a casa di lei.
- Grazie per avermi accompagnata. - disse lei aprendo la portiera dell'auto, e cercando di tenere la testa bassa.
Si sentiva sollevata perché credeva che sarebbe finita così. Ma, suo malgrado, Kai le mostrò il contrario.
- No, aspetta. -
Il ragazzo scese dalla macchina.
- Non è necessario accompagnarmi fino in casa. - disse la ragazza, mentre tra sè lo supplicava di fermarsi.
Ma lui ignorò quanto detto da lei, stette in silenzio e avanzò verso la porta dell'appartamento.
Yuka iniziava ad essere nel panico. "Ecco, adesso cosa faccio? Come faccio a levarmelo di torno? Non che mi dispiaccia, anzi. Però non posso stare con lui.. da sola! Rischio di commettere qualche grave errore!"
Inutile, il viaggio che aveva fatto non le era servito a nulla. Erano passati tre anni anzichè uno, ma ancora provava le stesse indentiche sensazioni di prima, se non più forti. Che fare, allora?
Kai restava in attesa che lei si muovesse. - Che c'è? Speravo che almeno mi avresti offerto un caffè, per ringraziarmi del passaggio. -
La ragazza si sentì un poco sollevata. Se le cose stavano così, allora poteva andare bene: un veloce caffè e se ne sarebbe andato.
- Ah, certo. Scusa. -
Infilò le chiavi nella serratura, poi aprì la porta. Accese la luce, poi andò in cucina a preparare il caffè; fortuna che l'appartamento era stato sistemato al meglio ed erano già presenti molte provviste.
- Quanti ne vuoi? - chiese con un cucchiaino di zucchero in mano.
- Uno. -
Lei versò lo zucchero, poi gli porse la tazzina.
- Grazie. - disse lui, prendendo la tazzina dalle sue mani. Nel farlo, si sfiorarono le mani, provocando un violento rossore sulle guance della ragazza.
Lei sedette di fronte a Kai. Entrambi stavano in silenzio.. e a Yuka quel silenzio non piaceva, era troppo tranquillo.
Quando Kai finì di bere poggiò la tazzina sul piattino.
- Come è andato il tuo viaggio? -
- Bene. Ho imparato molte cose e ho visto dei bei posti. Mi ha giovato. -
- E perché te ne sei andata? -
Ed ecco la domanda che Yuka aveva temuto. Ma non gli avrebbe mai detto la verità. - Così, perché avevo voglia di viaggiare. - disse in tono falsamente indifferente.
Il viso di Kai si fece molto serio.
- Forse non hai capito. Io voglio il vero motivo. -
Perché lui capiva sempre quando lei mentiva? Nonostante tutto lei avrebbe continuato a mentire. Doveva.
- E' quello che ti ho detto. - insistette.
Ma lui negò col capo. - Non me la dai a bere. -
Yuka scattò in piedi, nervosa.
- Insomma! Perché sei convinto che non ti dica il vero?! -
- Perché è così. Avanti, dimmi la vera ragione. E soprattutto perché non me l'hai detto. C'entro io, vero? -
- Certo che no! - replicò.
Lui incrociò le braccia. - Ma cosa sto a farti domande, tanto tu menti sempre. Sei la solita testarda bugiarda. -
A quel punto la ragazza si stava arrabbiando. - Non ho intenzione di stare ad ascoltare una parola di più. Vattene. -
Kai la conosceva bene ormai.. quando lei lo mandava via era perché si trovava ad un passo dall'essere scoperta.
- No, cara. Prima mi devi dire la verità. - disse alzandosi.
- E' quello che ti ho appena detto! E se non vuoi crederci non è affar che mi riguardi. - disse voltandosi da un lato.
Lui le si avvicinò, minaccioso. - Ragazza, a me non piace essere preso in giro. O mi dici la verità o mi vedo costretto a passare alle maniere forti. -
Lei lo guardò. - Perché vuoi a tutti i costi saperlo? -
- Sei così stupida da non capirlo? Ti credevo più sveglia. -
- Allora dimmi perché, dato che io sono così deficiente da non arrivarci. - disse, mettendosi le mani sui fianchi.
Ma lui scrollò le spalle. - E' inutile che te lo dica. Sarebbe inutile. - disse facendo un gesto vago.
Quella frase aveva suscitato la curiosità in Yuka.. cosa era che Kai voleva farle intendere?
- Eh no, adesso sono io che voglio sapere! -
Le si avvicinò, poi la prese per le spalle. La fissò negli occhi.
- Sono ancora attratto da te. Ora come non mai. -
- Non scherzare. - disse, scuotendo leggermente la testa.
Lo sguardo di Kai si fece ancora più serio. - Io non scherzo mai. E dovresti saperlo. -
- Non puoi.. e poi sei già fidanzato..! -
- Per me lei non ha mai contato nulla. Ho sempre voluto te. -
Silenzio.
- Quando te ne sei andata sono stato male, mi sono posto mille domande.. Ho poi deciso di scacciarti dai miei pensieri, dedicandomi al lavoro e ad una nuova compagna. Ma quando ti ho rivista ho capito che è stato tutto inutile. Provo per te gli stessi sentimenti di una volta. -
Sentimenti? Quali sentimenti? Semplice attrazione fisica.. o forse c'era dell'altro? A pensarci bene, la sua sembrava quasi una dichiarazione d'amore. Anzi, aveva tutta l'aria di esserlo.
- Quali sentimenti? - chiese, in attesa di una conferma.
- So che ti sembrerà strano, ma... penso di amarti. - disse lui, distogliendo lo sguardo dagli occhi smeraldo di lei.
La dichiarazione aveva fatto in verità molto piacere a Yuka, ma allo stesso tempo continuava ad avere quella inspiegabile paura. Forse perché provava la stessa cosa? Forse perché aveva paura di ammettere a se stessa che nel suo cuore alla fine Ryo era stato lentamente sostituito da Kai?
- Kai.. questo non è possibile.. - disse mettendogli le mani sulle sue, per levargliele.
Ma lui invece strinse le spalle ancora di più. - Invece sì. -
La prese per un braccio.
- Che vuoi? Lasciami! - esclamò lei, atterrita.
- Te ne sei andata per me, vero? Ora devi dirmelo. -
Lei si voltò da un lato. Il momento della verità era ormai arrivato.
- Sì. Non riuscivo più a sopportare quella situzione.. andavamo a letto insieme sempre più spesso, ed eravamo fratellastri.. e lo siamo ancora! Mi sa di incesto.. -
- Cazzo! - urlò - Non lo è, dannazione! Vuoi mettertelo in testa sì o no?! -
La prese con forza e l'attirò a sè, baciandola con foga. E lei, ancora una volta, non seppe resistere alla passione di quel bacio. I suoi freni inibitori la abbandonarono definitivamente, e lei abbracciò il ragazzo, partecipando al bacio. Qualche minuto dopo la coppia si era ritrovata nel letto, a dar sfogo alla passione che li attanagliava, e che ogni attimo cresceva sempre di più. Quanto erano mancate a Yuka quelle carezze, quei baci, quel corpo che la possedeva muovendosi freneticamente dentro di lei..
Kai, Kai, Kai. Non faceva altro che ripetere, ansimando, quel nome. Il nome del ragazzo che desiderava ardentemente, ma non solo. In quegli attimi di piacere sentiva di provare qualcosa che andava ben oltre la semplice attrazione fisica per il ragazzo dai profondi occhi violacei.. E di una cosa era sicura, Ryo ormai era solo un ricordo per lei.

Il giorno dopo Kai si svegliò tra le braccia di Yuka... lei dormiva tranquillamente, e sul viso aveva un'espressione tranquilla e rilassata. Forse perché finalmente era felice.
Kai stette a fissarla un po', pensieroso. Poi si alzò dal letto, si rivestì ed uscì dall'appartamento, per salire in macchina e dirigersi verso la sede principale della Hiwatari Enterprise.

Poco dopo, il telefono squillò nell'ufficio di Susumu Hiwatari.
- Sì? - disse, dopo aver sollevato il ricevitore.
Dall'altro capo del telefono l'uomo udì la voce della sua segretaria.
- Signor Hiwatari, c'è suo figlio che desidera parlarle. -
- D'accordo, lo faccia entrare nel mio ufficio. -
- Bene. -
La donna posò la cornetta, poi si rivolse a Kai che stava in piedi di fronte alla scrivania dove lei era seduta.
- Prego, può entrare. -
Il ragazzo non disse nulla ed entrò nell'ufficio.
- Buongiorno, Kai. - disse il padre. - Come mai sei qui? E' raro che tu venga a cercarmi. -
Kai era molto serio. - Devo parlarti. -
- Ti ascolto. -
- Ho deciso di rompere il mio fidanzamento. -
Il padre si alzò di scatto dalla poltrona. Sperava di aver capito male.
- Che cosa?! -
- Hai sentito. -
- Ma sei forse impazzito?! Sai cosa vuol dire questo?! - disse adirato il padre.
Il figlio non battè ciglio.
- Se rompi il fidanzamento il signor Tomoeda non ci finanzierà più! E lui è uno dei nostri più grandi finanziatori!! -
Kai scosse la testa. - Non mi interessa. -
- Disgraziato... - sibilò. - Ma tanto avrei dovuto aspettarmelo, a te non ha mai interessato nulla di questa azienda... -
- Appunto. - annuì Kai.
Detto ciò il ragazzo uscì, e il padre si risedette sulla poltrona, mettendosi le mani sul viso.
- Disgraziato di un figlio.. -

Passò qualche giorno. Yuka si era definitivamente stabilita nel suo vecchio appartamento, e ogni tanto Kai la andava a trovare. Quella mattina però lei non era nelle condizioni migliori.
- Che hai? - chiese Kai leggermente in pensiero.
Yuka si mise una mano sullo stomaco. - Non sto molto bene. Ti spiacerebbe passare un'altra volta? -
- No, ma.. -
Non fece in tempo a finire la frase che lei si alzò di scatto e si precipitò in bagno, dove vomitò l'anima. Kai la raggiunse, preoccupato.
- Posso fare... uhm..? -
La sua attenzione fu catturata da una scatoletta aperta. Pensava che fossero medicinali, ma prendendola in mano notò che era tutt'altra cosa.
Guardò la ragazza con gli occhi sbarrati.
- Cosa vuol dire questo?! - disse, mostrandole la scatola.
Lei si girò, nonostante avesse la testa china nel lavandino; e notò che lui teneva in mano un test di gravidanza. Positivo.
Era palesemente impossibile mentire a quel punto; si sollevò e spiegò.
- Lo puoi vedere da te. Aspetto un figlio, Kai. - disse schiettamente.
Il ragazzo era a dir poco sorpreso. - ..da me? -
- E da chi altro? -
Kai rimase immobile e silenzioso.. cosa poteva pensare?
Lei si sedette su uno sgabello.
- Vedi? Era anche per quello che cercavo di evitarti.. avevo paura che un giorno sarebbe successo. E infatti è stato così. Ma non preoccuparti, nessuno lo verrà a sapere. Abortirò. - disse senza mezzi termini.
- Ma sei pazza?! - saltò su il compagno.
Lei scosse la testa, amareggiata. - La pazzia è stata venire a letto con te. Guarda il risultato! Aspetto un figlio. -
- E allora? -
- Come allora? Ti immagini il putiferio che si scatenerebbe nella nostra famiglia? I due fratellastri aspettano un figlio! E non dimenticare che sei sempre fidanzato. -
- Ti sbagli. Ho mollato Marin pochi giorni fa. -
Quelle parole fecero a Yuka enorme piacere.
- Ti starò vicino e cresceremo nostro figlio. E chi se ne frega della nostra famiglia. Magari è la volta buona che mi ripudiano sul serio. -
- Non sarà affatto facile, Kai. -
- So a cosa vado incontro, lo so bene. Ma ce la faremo. Ed imparerai ad amarmi. -
Yuka sorrise teneramente. - Non ho bisogno di imparare. - disse, appoggiando una mano sulla guancia del ragazzo.
Lo baciò dolcemente, ricambiata da un caldo abbraccio.
Sapevano che sarebbe stato difficile d'ora in avanti, ma il loro amore li avrebbe aiutati a proseguire.
E finalmente Yuka aveva riacquistato la voglia di vivere.

Fine
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: Driger