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Autore: VooJDee    07/03/2012    4 recensioni
In una corsa contro il tempo, Gibbs si trova costretto ad affrontare il suo passato.
[...]La voce di Gibbs alle sue spalle non la sorprese: “Ho una regola, a riguardo.”
Daisy si voltò, il viso ancora bagnato dalle lacrime: “Una regola che dice ai padri di non lasciare i figli?”
Lui sorrise appena: “No. Regola 51: a volte si sbaglia.”
Lei passò la mano sui suoi occhi, cercando di cancellare il pianto: “A volte si sbaglia?”[...]
Genere: Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Leroy Jethro Gibbs, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parcheggiato fuori dal cimitero stava un vecchio Pick-up arancione, dai sedili marroni corrosi dal tempo e impregnati di un insopportabile odore di fumo.
Jackson aveva sempre amato quel Pick-up, fin da quand’era bambino. Amava starci seduto dentro per ore ed ore, anche se stava solo parcheggiato davanti a casa dei nonni.
Suo nonno sapeva quanto amasse quella macchina, e il giorno del suo sedicesimo compleanno, l’aveva preso da parte e accendendosi la sigaretta gli aveva sussurrato: “Io non ho più l’età per domare quel carro vecchio, Jackson. Prendilo tu.”
Dopo sei anni, quel vecchio Pick-up arancione senza radio, ne aria condizionata, e con i finestrini manuali, non solo si reggeva in piedi, ma profumava ancora del fumo delle sigarette di suo nonno. E lui amava quell’odore, lo faceva stare bene.. lo faceva sentire a casa.
Jackson girò il collo verso il cancello nero in ferro battuto, poi lanciò un’occhiata all’orologio. La sua ragazza era entrata lì dentro quasi un’ora e mezzo prima, e lui iniziava a stancarsi di aspettarla.

Scese dall’auto e si avviò verso l’entrata del piccolo camposanto, con passo veloce. Non dovette camminare molto prima di vederla; avrebbe riconosciuto ovunque la sua lunga chioma biondo miele, e la sua sagoma esile.
Se ne stava seduta per terra, con le ginocchia tirate al petto, strette tra le braccia. Con una mano sfiorava lentamente il marmo bianco, lo accarezzava, come se lui potesse sentire il suo tocco delicato.
Si avvicinò, e si sedette accanto a lei, rimanendo in silenzio.
“Jack, perché sei entrato?” chiese lei, dopo due minuti di silenzio, senza muoversi.
Lui fece correre lo sguardo sull’erba: “Ci stavi mettendo molto, e volevo assicurarmi che stessi bene.”
Lei si girò lentamente, e sorrise: “Hai ragione, scusa.”
Jackson le passò una mano sul viso: “Dimmi Daisy, che c’è che non va?”
“Tra due settimane andrai in Iraq.”
“E’ il compito di noi del corpo dei Marines, giusto?”
“Lo so. Ciò non toglie che mi mancherai.”
Lui le diede un bacio a fior di labbra: “Anche tu mi mancherai, piccola.”
Daisy sorrise, facendo passare la mano tra i lunghi capelli biondi. Amava stare con Jackson, amava stare in sua compagnia. Lui la capiva sempre, sapeva ascoltare ed era un bravo ragazzo. Inoltre era una delle poche persone al mondo che, dopo aver sentito la sua storia, non aveva iniziato a trattarla come una cerebrolesa.
Jackson ad un certo punto si lasciò scappare un sorriso: “Mi sono appena ricordato che mia madre mi ha chiesto di invitarti a casa, perché vorrebbe conoscerti. Sarà una grigliata, dopodomani. Ci saranno anche le mie due sorelle con i mariti e i figli.”
Daisy arrossì: “Oh.. sembra, una buona idea.”
“Dai, non fare la timida. Ti adoreranno.”
Lei annuì, poi tornò a guardarlo: “Beh, tu la mia famiglia la conoscerai oggi. Preparati, Jack, perché è una famiglia molto.. fuori dal comune.”
“Già, la festa di compleanno di..”
“Sarah. Sarah DiNozzo. Compie cinque anni, oggi. E’ la bambina più dolce che abbia mai conosciuto..”
Jackson osservò lo sguardo di Daisy farsi assente, e perdersi tra i fili d’erba: “Sarah DiNozzo” Ripeté.
Daisy sorrise: “Sì, Sarah. Figlia di Ziva e Tony. Fissati questi due nomi.. beh, loro sono la coppia più strana che vedrai mai in vita tua. Amano farsi i dispetti, eppure sono così complici l’uno con l’altra, che sembra comunichino con il pensiero. A volte non mi sembrano nemmeno sposati.”
Jackson aggrottò le sopracciglia: “Hai una brutta concezione del matrimonio, uh?”
La ragazza rise: “Sì.. più o meno. Diciamo che mi è stata inculcata. Comunque, ci sono Abby e Timothy, che ti faranno morire dal ridere. Non stanno insieme, o almeno non ufficialmente. Però staranno insieme, ne sono certa. Leggi l’amore nei loro sguardi. Sono due geni del computer, quindi se mai volessi entrare nel computer dell’FBI e spiare, puoi chiedere a loro.”
Il ragazzo scoppiò a ridere: “Sì, hai ragione, la tua famiglia è proprio strana.”
“Ma non è finita qui!” disse lei, con voce teatrale: “C’è anche zio Duck, al quale verranno in mente storie sulla sua giovinezza a ogni tua mossa. Potrebbe parlare per ore, ore e ore della sua vita, e ti lascerebbe a bocca aperta se solo papà non lo interrompesse appena apre bocca..”
Jackson trattenne il respiro per due secondi: “Papà? Devo conoscere papà? Oh cavolo, Day. Mi spezzerà il collo? Devo preoccuparmi?”
La ragazza rise per due minuti, ancora seduta sulla terra, prima di riprendere a parlare normalmente: “No, Jack, no! Non ti spezzerà il collo. Cioè, l’avrebbe fatto con un ragazzo normale, ma con te ha due buoni motivi per non farlo. Primo, ti amo con tutto il cuore, e spezzandoti il collo non mi renderebbe felice. Secondo, sei un marine. Lui ama i marines.”
“Era nel corpo dei marines?”
Lei annuì: “Tanti anni fa. Gli piacerai, fidati. Beh, ti sembrerà scontroso.. è che lui parla poco, e beh, a volte la sua espressione può sembrarti arrabbiata, ma in realtà lui si arrabbia difficilmente. E’ molto buono. E beve molto caffè. E’ a capo della squadra dove ci sono Tony, Ziva e Tim. E in pratica, anche se in teoria no, anche Abby e Ducky. E siamo una famiglia. Devo molto a mio padre. Si chiama Jethro, sai?”
Lui era rimasto in silenzio, ad osservare il suo sguardo pieno di gratitudine, e di felicità. Ogni volta che parlava della sua famiglia, era così. Ogni volta il suo sguardo si illuminava di una luce speciale.
Sorrise, poi guardò l’orologio: “Si è fatto tardi. Dovremmo iniziare ad avviarci alla festa di Sarah, o non arriveremo in tempo per la torta.”
Lei annuì: “Inizia ad uscire, ti raggiungo in meno di un minuto.”

Osservò Jackson finché non fu sparito dalla sua visuale, poi spostò lo sguardo verso la lapide che stava accarezzando fino a poco prima che il ragazzo arrivasse.
Osservò le incisioni nere nel marmo, e sfiorò la terra con le dita.
“Dodici anni.”
La sua voce era poco più che un sussurro.
Il sole stava iniziando a tramontare, diffondendo quel bagliore arancione che le ricordava una scena che non avrebbe mai potuto dimenticare.
Sospirò, e sorrise, mentre una lacrima leggera, intrisa di nostalgia, scivolava giù per la guancia.
Sfiorò ancora la lapide di marmo, e il suo cuore perse un battito.
“Non passa giorno in cui non ti pensi, in cui non mi chieda come saresti, come sarebbe ora se tu fossi con me. Mi manchi, mi manchi tanto..”
La voce di Jackson che chiamava il suo nome echeggiò nell’aria, e lei rimase ad ascoltarla per qualche secondo, prima di rivolgersi ancora a quel piccolo monumento: “Ora devo andare. Però prima volevo darti questo..”
Tirò fuori dalla borsetta un piccolo pacchetto blu, con un fiocco rosso. Scavò un piccolo fosso nella terra, e lo depositò lì, per poi ricoprirlo.
“Adesso devo andare, ma ti prometto che tornerò al più presto. Ti voglio bene e.. buon compleanno Rachel.”

Dopo aver sussurrato quell’ultima frase si girò, e con il cuore che batteva forte in petto, si avviò fuori dal cimitero.
Sentì un leggero venticello sfiorarle il viso, e le sembro di sentire la voce ancora familiare di sua sorella che le sussurrava accanto all’orecchio: “Buon compleanno, Daisy.”


The End


Note autrice:

Ok. E’ stato peggio di un parto, ma ce l’ho fatta. Ho finito la mia prima long.
Oddio.
Forse il finale è un po’ scontato, ma a me piacciono i finali scontati.
Lo sanno tutti.
Grazie mille a Marghe per aver sempre recensito, seguito, commentato. Mi sei stata vicina per tutti i capitoli, grazie. <3
Grazie mille ad Amalia per aver seguito la storia, e per avermi sostenuta. Grazie <3
Grazie mille anche a tutti gli altri, a chi l’ha seguita, a chi l’ha recensita a volte o a chi l’ha letta e non l’ha recensita affatto.
Sappiate che mi rivedrete presto. [Minaccia]
Besos. <3
   
 
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