Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: Cloe87    09/03/2012    2 recensioni
Se alcuni mesi prima dell'inizio delle Galaxian Wars, una giovane donna, a prima vista normale, finisse nella vasca sacra del Tredicesimo Tempio senza motivo apparente?
Beh... forse il corso della storia potrebbe prendere tutta un’altra piega e un gruppetto di accanite pacifiste riuscire perfino a sfatare il mito... in nome del Cosmo!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Che il Cosmo sia con noi'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

IKKI: LA MINACCIA INESISTENTE!

Non invidio la donna delle pulizie!

 

Era il quinto giorno del torneo quando percepimmo un potente cosmo espandersi attorno alle sacre vestigia, mentre da un lampo di luce proveniente da dietro la scatola, apparve un ragazzo rivestito da un’armatura sfavillante, con una donna dai capelli rossi e una biondina al seguito!

«Quello è PHOENIX!» esclamò il commentatore, mentre tra gli spalti si alzava un grido di giubilo.

Meno festosi erano i saint presenti e Saori che avevano intuito che c’era qualcosa che non andava: per prima cosa la rossa e la bionda, che non si capiva bene perché erano con Ikki e poi il contenitore del gold cloth che, urtato dalla rossa in evidente stato confusionale, si aprì e mostrò il desolante vuoto che regnava al suo interno. La donna in preda ad un capogiro perse poi l’equilibrio e finì dentro alla scatola del cloth, che finì a sua volta giù dal piedistallo insieme a lei.

«Che botta, spero non si sia fatta troppo male!» disse Katy.

«Che figura di merda!» esclamammo io e Alexis.

«A quanto pare è arrivata anche l’Alchimista e deduco patisca il teletrasporto... qualcuno dovrà ripulire il contenitore del Gold Cloth» commentò Morgana, mentre quella povera donna dava di stomaco in mondo visione su quello che restava delle sacre vestigia del Sagittario.

Intanto Ikki e la bionda si erano precipitati a soccorrerla, mentre Saori strillava «Al ladro!» e i saint si catapultavano a bloccare Ikki.

«La Fenice ha scelto un brutto momento per entrare in scena. Sarà meglio andare da Saori a scagionare quel povero diavolo.» commentò alzandosi Morgana e noi la seguimmo.

Infatti il cosmo che avevamo avvertito avvolgere le sacre vestigia non era quello di Ikki, ma uno molto più potente e simile al nostro.

 

Raggiungemmo quindi il gruppetto di saint in assetto da guerra che avevano portato Ikki, la bionda e la rossa, pallida come un morto, negli spogliatoi per essere messi sotto torchio da Saori e dal suo gorilla Tatsumi.

«Dove hai fatto sparire il Gold Cloth? E questa donna chi è? Una tua complice?» intimò Tatsumi a Ikki che lo guardava strafottente.

«Non riesco a credere che tu abbia potuto fare una cosa del genere! E per cosa? Volevi dominare il mondo?» squittì Saori

Ikki alzò incredulo un sopracciglio: «Non sono stato io a rubare quel cloth e non voglio dominare il mondo, perché altrimenti avrei cercato di entrare in politica e non di recuperare il cloth della Fenice, dato che ormai le sorti del mondo sono decise da uomini in giacca e cravatta e non più da cavalieri in armatura o false divinità in gonnella! Se sono venuto qui e solo per impedire a voi di proseguire questa pagliacciata di torneo e avvisarvi del pericolo che incombe sulle vostre teste! Complimenti Saori, sei riuscita ad attirare le attenzioni del Grande Tempio e i Silver e i Gold Saint si stanno già muovendo!»

«...» fu la risposta di Atena, mentre Tatsumi dava in escandescenza.

«Allora se non sei stato tu è stata lei!» e il gorilla nipponico indicò la rossa, che in risposta si alzò fulmina per andare a vomitare in bagno.

Ikki scoccò uno sguardo di fuoco verso il pelato: «No, lei è una mia carissima amica che mi ha aperto gli occhi e mi ha aiutato a capire che l’odio non è l’unico modo per sviluppare il cosmo e diventare forti! Quindi vedete di non accusarla senza motivo!»

«Allora è colpa sua!» berciò Tatsumi in direzione della biondina, che si accostò tremante a Ikki, che la strinse a se:

«Esmeralda è la mia ragazza e non ha nulla a che fare con saint e via dicendo. L’ho solo portata via da quell’isola infernale. Ti avviso che se provi anche solo a sfiorarla potrei non rispondere più delle mie azioni!» lo sguardo truce e minaccioso della Fenice fece indietreggiare e sbiancare Tatsumi.

«Quindi i Silver e i Gold si stanno già muovendo! Maledizione!» esclamai io, facendomi largo tra la ressa insieme a Katy, Alexis e Morgana.

«Ancora voi!» disse la Kido.

«Buongiorno Saori! Come può constatare quello che vi avevamo detto non erano frottole. Se non credete a noi, almeno fatelo con i vostri saint! Inoltre è inutile accusare questo poveraccio di qualcosa che non ha commesso.» disse Morgana.

«È opera vostra?» tuonò Atena.

«Non esattamente nostra, ma del Manipolatore.» rispose tranquilla Morgana.

«Di chi?» chiese Saori.

«Il Manipolatore è uno che come loro ha sviluppato il cosmo positivo, ma anche quello negativo. È quindi in grado di realizzare squarci interdimensionali. Il suo cosmo l’abbiamo percepito chiaramente anche noi saint»

Saori si voltò incredula verso Hyoga che aveva parlato: «Perché me lo spieghi tu?»

«Noi siamo dalla loro parte» rispose il Cigno, mentre Seiya, Shiryu, Ikki e anche Shun, si facevano avanti annuendo.

Saori li guardò attonita.

«Non è il caso di stupirsi. Noi conosciamo queste donne e ne condividiamo gli intenti» rispose Shiryu.

«Comunque per il Gold Cloth, non c’è da allarmarsi. É finito in mani sicure. Il Manipolatore ha come noi il solo obbiettivo di evitare inutili spargimenti di sangue. In più ora ci sono problemi più impellenti da affrontare»

Saori si sedette stravolta: «Ma vi rendete conto del potere di quell’armatura?»

«Sì, ed è per questo che il Manipolatore avrà deciso di toglierla dalla circolazione, per tenerla al sicuro in un’altra dimensione. In questo modo voi non potrete continuare il torneo e il Santuario non riuscirà a metterci le mani sopra. Il Grande Sacerdote non è un pirla e si sarà sicuramente accorto della vostra identità e della provenienza del cloth! Voi inoltre lo avete ampiamente agevolato!» la sgridò Morgana.

Saori si passò una mano tra i capelli, per poi chiederci di seguirla alla villa per avere un quadro più preciso della situazione.

 

Ci ritrovammo quindi insieme ai saint di Pegaso, Dragon, Phoenix (e dolce metà), Cigno e Andromeda (che si era intrufolato nella comitiva dopo aver abbracciato il fratello) nel salone della villa gigantesca di Atena, che fu la prima a prendere parola:

«Quindi sapete tutti chi sono in realtà?»

Annuimmo.

«In un certo senso questo mi facilita. Sapete anche chi è vostro padre?»

«Mitsumasa Kido» risposero Ikki e Hyoga senza fare una piega.

Shun per poco non svenne, mentre Seiya e Shiryu assunsero un’espressione basita e truce, dalla quale dedussi non ne fossero al corrente e che non erano minimamente felici di saperlo (e come dar loro torto?).

«Bene, chi non lo sapeva ora lo sa, ma vorrei precisare di non pensare male di lui» disse la Kido.

«Come diamine facciamo dopo che ci ha usato come giocattoli?» ribatté Seiya incavolato.

«È stata una prova a cui lo ha sottoposto il destino quando mi ha salvato. È stata dura anche per lui, ma l’ha fatto per un bene più grande, perché voi siete i guerrieri prescelti ed io l’inviata a sconfiggere il male nel mondo!» disse infervorata dal discorso Saori, che partì poi a parlarci di Aioros, il Gold Saint del Sagittario che l’aveva salvata da morte certa quando ancora era in fasce e che l’aveva affidata insieme all’armatura al vecchio magnate.

Il silenzio calò nella sala quando la ragazza spiegò che il gold cloth avrebbe dovuto essere assegnato al più meritevole per sancire il successore dell’uomo che aveva dato la vita per salvarla, così come suo ultimo volere. Il saint del Sagittario era infatti fin da tempo immemorabile uno dei più fedeli e forti guerrieri della dea.

«Purtroppo, per l’intromissione di queste perfette nessuno, ora tutto è andato perduto!»

«Lo sarà se continua ad intestardirsi e a non darci ascolto!» disse Morgana.

«Anche perché presto Arles verrà a cercarla per ucciderla. Penso infatti che l’uomo di cui aveva parlato il Sagittario fosse l’attuale Grande Sacerdote» dissi invece io, che ero sbiancata nel sentire il racconto di Atena, in quanto il quadro su quello che era successo nel passato di Arles si faceva più chiaro. Non avevo dubbi, l’uomo di cui aveva parlato il Sagittario al vecchio Kido, non poteva essere altri che Arles.

Atena si voltò nella mia direzione.

«Allora sono pronta ad affrontare il Grande Tempio ed Arles in persona se sarà necessario e i saint combatteranno al mio fianco.».

Il silenzio piombò però nuovamente sulla sala. Soltanto il verso di una cornacchia, tra gli alberi del giardino, risuonò nell’aria, mentre le espressioni dei cinque bronz saint presenti facevano trasparire il medesimo pensiero: “Col c@@@o!”

«Bene... non ho bisogno di codardi! Combatterò anche da sola per proteggere la giustizia!*»

Alexis scoppiò a ridere: «Giustizia? Tu parli di giustizia? Come puoi pretendere che qualcuno ti segua se tratti la gente come pezza da piedi! Sono ragazzi, non tuoi soldatini!»

«Alexis, ha ragione. Preferisco giurare fedeltà ad Arianna, che mi ha dimostrato cosa significa avere il coraggio di sacrificarsi per gli altri, che seguire te che ti sei solo servita di noi ricattandoci!» sbottò Seiya.

«Concordo con lui. Sono stato obbligato a seguire massacranti allenamenti contro la mia volontà. Se ho imparato il valore e il rispetto verso la vita lo devo solo al vecchio maestro, mentre per quanto riguarda la giustizia, è stata Alexis a farmi credere in essa tramite il suo cosmo e la sua ferrea determinazione nel perseguirla, al costo di rinunciare a tutto!» disse Shiryu, mentre Hyoga confermò a sua volta che, ad avergli fatto capire che il vero valore di una persona non stava nella potenza del suo cosmo, ma nella grandezza del suo cuore, era stata Katy durante il suo soggiorno in Siberia.

Infine prese parola Ikki: «Io invece devo molto ad Eva; senza di lei sarei finito vittima dell’odio.»

«Al dire il vero io ho fatto proprio poco. È stata Esmeralda a tenerti lontano in questi anni dal baratro della disperazione e dell’ira. Io sono arrivata a lavoro già avviato» la rossa si era ripresa e, nonostante il pallore abbozzò un sorriso in direzione dei due piccioncini, mentre la biondina arrossì alle parole dell’Alchimista.

Ikki quindi narrò del suo trascorso nell’isola di Death Queen, del suo maestro che gli insegnava ad odiare per essere più forte, e di Esmeralda che invece gli aveva insegnato ad amare. Ci raccontò che lui ed Esmeralda avevano ritrovato Eva all’imboccatura del vulcano dell’isola, dopo l’incontro della donna con il Custode della Sesta Colonna, e di come lei avesse salvato Esmeralda, proteggendola dal colpo lanciato per errore dal maestro di Ikki, grazie all’ausilio del suolo roccioso dell’isola, rivelando il suo cloth vermiglio e il suo cosmo fiammeggiante e ardente, facendo così vacillare la mano del maestro di Ikki, mostrandogli che l’odio non portava ad essere forti e a piegare a se le leggi naturali, ma soltanto a finire consumati dalle proprie stesse fiamme, riducendosi ad una maschera vuota. La Fenice ci raccontò inoltre del confronto tra Eva e un cavaliere d’oro. L’uomo, dalla lunga capigliatura bionda, era arrivato per uccidere i black cloth, proprio mente Ikki, accompagnato da Eva, stava cercando di recuperare l’armatura della Fenice in modo pacifico, cercando di convincerli a tornare sulla retta via. Eva quindi si era rivolta al biondo, che dopo aver deriso la promessa della rossa di poter risolvere in modo pacifico la questione, era passato all’attacco, dovendo però battere in ritirata. Il vulcano stesso si era infatti ridestato per proteggere Eva e Ikki, alzandosi a baluardo contro il saint, che, di fronte al chiaro segno di non essere gradito dalla stessa isola, era tornato al Grande Tempio notevolmente turbato. I black cloth davanti a quell’episodio erano rimasti turbati e alla domanda del loro capo sul perché di quel gesto, Eva aveva risposto che strappare la vita anzitempo ad altri esseri viventi era peccato mortale, perché toglieva la possibilità di redenzione data da Dio ad ogni uomo. La vita era un dono che nessuno aveva il diritto di togliere in nessun caso e lei l’avrebbe difesa a costo della sua.

«Come immaginavo tu sei l’Alchimista» commentò Morgana.

«Alchimista? Spiacente, ma il mio cosmo non tramuta il piombo in oro e non è neanche l’elisir di lunga vita!» ribatté ironica Eva.

«Lo so; infatti l’Alchimista indica tra gli Emissari colui che possiede il dono di accedere al sapere per aiutare l’evoluzione spirituale degli uomini. Così come l’alchimista trasmuta il piombo in oro e con esso la sua anima, così anche tu sei in grado di portare le anime degli uomini ad una coscienza superiore» disse la Medium, per poi rivolgersi a Ikki:

«Con lui stai infatti facendo un ottimo lavoro e noto con piacere come abbia compreso seriamente per cosa lottiamo e la gravità della situazione.»

Il cosmo di Ikki presentava infatti sfumature simili al nostro.

«Quindi avete intenzione di voltarmi le spalle per seguire queste donne?»

«Sì» risposero i saint: «Abbiamo fiducia in loro»

«Addio allora» disse asciutta Atena, mentre la comitiva lasciava la stanza. Tutti, tranne io.

«Cosa vuoi Arianna? Dovresti essere contenta; siete riuscite ad allontanare i saint dalla loro dea e farli vostri discepoli. Non era quello che volevate?» mi disse secca Saori senza nemmeno guardarmi.

«No. Non era questo che volevamo.»

«Allora cosa?»

«Saori, non volevamo allontanarvi dai vostri saint, ma solo evitare altro dolore a questi ragazzi. Mettetevi nei loro panni; non hanno scelto di seguirvi, glielo avete imposto! É normale che ora ne siano risentiti. La fede, indipendentemente che sia riposta in una persona, in un ideale o in un credo, è una scelta, non un’imposizione. Non è in questo modo che si conquista il cuore degli uomini. Ognuno ha il diritto di scegliere il proprio destino!» gli spiegai.

«Tutti tranne io! Tu non puoi capire il peso della responsabilità che ho sulle mie spalle! Credi che mi diverta? Che sia felice di essere e di fare ciò che faccio? Ma qualcuno deve pur farlo, no? E ora grazie a voi sono rimasta solo io a sorreggere il destino del mondo!» Saori mi guardò piena di astio. Aveva lo stesso sguardo dei suoi saint e percepii lo stesso dolore di una vita vissuta a metà per via di responsabilità troppo grandi, per dei ragazzini.

Mi fece pena quello sguardo da donna in quel volto da adolescente e dovetti ammettere che anche noi avevamo sbagliato con lei partendo prevenute, anche se questo non toglieva che fosse un’autoritaria cocciuta.

«Credo che siamo partiti tutti con il piede sbagliato. Non stiamo facendo altro che fare affidamento su noi stessi, dimenticandoci che una croce è meno pesante se condivisa.» sorrisi amaramente, capendo di non aver compreso prima che forse anche Atena era vittima del suo steso ruolo.

«Spiegati meglio.» disse Saori.

«Infondo stiamo percorrendo la stessa strada, no? Anche se con idee un po’ diverse sulle modalità di percorso, vogliamo tutti liberare il Santuario dal male. Quindi perché non percorrere insieme questa strada aiutandoci a vicenda?»

«Voi non siete saint. Non potete, non ne avete i mezzi!» mi disse Saori.

«Li abbiamo, ancora un po’ incerti per quanto riguarda me, ma li abbiamo. E una speranza c’è di non spargere altro sangue. Io l’ho vista Saori, l’ho vista nell’anima dell’Grande Sacerdote, ma dovete fidarvi di me!»

«Come? Percepisco a mala pena il tuo cosmo!»

«Questo perché preferite negare l’evidenza anziché accettare la realtà. Sapete cosa significa avere fiducia?»

«Sono gli uomini ad avere fiducia negli dei»

«Vorrà dire che per questa volta dovremo invertire la regola. Abbandonate ogni vostra difesa e lasciate ogni paura di mettere a nudo la vostra anima. Per vedere davvero bisogna mettersi in gioco.»

«Cosa vuoi fare?»

Sorrisi a Saori che mi guardava scettica: «La cosa più naturale del mondo per sostenere un animo afflitto» e l’abbracciai espandendo il mio cosmo. Nonostante ne avessi previsto l’eventualità, Atena, o meglio Saori, non si sottrasse al contatto.

«Vi chiedo di aver fiducia negli uomini. I vostri saint non vi abbandoneranno nel momento del bisogno e nemmeno noi. In loro alberga un animo puro, per questo hanno compreso, chi più e chi meno, cosa ci spinge ad agire. Quindi dormite serena e aspettate che si calmino un po’.»

«Lo credi veramente?»

«Cosa avete visto nel loro cuore?»

«La luce del cosmo»

«Allora non temete» sciolsi il mio abbraccio e mi congedai, portandomi nel cuore la ragazzina che, nonostante il suo comportamento altezzoso, aveva un disperato bisogno di non essere lasciata sola.

 

NOTE

 

*(Cit Saint Seiya Percet Edition Vol 3 p. 75)

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Cloe87