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Autore: Nimue_    09/03/2012    21 recensioni
Haymitch cerca di distrarsi, di seguire la scia di lacrime colorate sul volto di Effie, ma dentro gli sembra di vederci l'immagine riflessa di Katniss con le bacche appoggiate alle labbra e la verità lo assale, lo distrugge. Ha fallito, non ne ha salvato nemmeno uno. I suoi ragazzi.
[Haymitch/Effie ]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'In fondo al prato'
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Bacio della vittoria



O anche solo lascia un bacio nella coppa, e non chiederò vino.


- Al tre? -
Le telecamere inquadrano il viso scarno di Katniss e il suo primo piano viene trasmesso sugli schermi di tutta Panem. Si soffermano sugli occhi chiari, privi di paura: c'è solo rabbia nel suo sguardo, una folle decisione, una scintilla di rivolta che si accende, prende fuoco.
- Avanti bellezza, fallo fuori! - Haymitch ha già bevuto l'ultimo sorso di vino rimasto, in preda al panico, ma continua a stringere il bicchiere vuoto nella mano destra.
Le basterebbe un unico colpo per uccidere Peeta, vincere gli Hunger Games e tornare a casa sana e salva, eppure Katniss se ne sta con una manciata di bacche velenose in mano, pronta a morire. Quella stupida, stupida ragazza testarda!
- Al tre. - la voce di Peeta risuona nei microfoni di Capitol City, riportando l'attenzione su di lui; sembra perso, quasi incosciente quando si china a baciare la ragazza di fuoco. Pende dalle sue labbra e non riesce a rendersi conto di quello che sta per accadere, come se le parole di Katniss gli avessero incendiato il cervello.
Moriranno, tutti e due.
Haymitch, che si è mantenuto sobrio per la finale, sperando di riportare indietro almeno uno dei suoi tributi, desidererebbe essere troppo ubriaco per guardare.
- Che diavolo credi di fare, Katniss? Uccido, uccidilo sciocca! - scaraventa il calice contro il muro del salotto privato, stanza del quartier generale nella quale ha chiesto di monitorare la fine dei giochi.
Quello va in pezzi poco sopra la testa di Effie Trinket che lancia un gridolino disperato.
Piange da quando i ragazzi sono rimasti soli con Cato semi-divorato dagli Ibridi, da quando ha capito che i tributi innamorati avrebbero dovuto combattere fino alla morte.
Prima regola: ai giochi della fame c'è un solo vincitore.
Quest'anno non ce ne sarà nemmeno uno, si dice.
Haymitch, atterrito, guarda lo schermo riprendere Katniss e Peeta schiena contro schiena, le mani strette attorno al pugno di bacche, decisi a suicidarsi. Lui ha capito immediatamente qual è il loro - il suo - piano, ma sa anche che non può funzionare. Gli strateghi, Seneca in particolare, non si sono mai fatti fregare in quel modo, tantomeno il presidente Snow.
I singhiozzi di Effie gli fanno sanguinare le orecchie.
- Fa qualcosa, Haymitch! Si uccideranno, ti dico, preferirebbero morire che dividersi! -
- Che dovrei fare, me lo spieghi? Come posso salvarla da un branco di pazzi schifosi come voi? - salvare lei, sì, fin dall'inizio aveva scelto lei.
La donna quasi cade in ginocchio quando la mano della ragazza di fuoco si alza verso il cielo, un affronto contro tutto e tutti.
- Mostrale - dice, - voglio che tutti vedano. -
Oh, Katniss, maledetta! Katniss così simile a lui, eppure così diversa, così desiderosa di morire per una rivolta che non sa nemmeno di star alimentando.
- Uno. -
Haymitch trattiene il respiro, sente la paura invadergli il corpo e la mente, e per un attimo torna alla sua arena, quella che lo rese un vincitore e un vinto, un ricchissimo ubriacone, ma dalla quale uscì vivo. Perché Katniss non segue il suo esempio, il desiderio di tornare a casa non è abbastanza forte in lei?
- Due. - se si sbagliasse, se il presidente Snow preferisse non avere vincitori che averne due? Spera davvero che il rimorso la stia divorando.
Il conto alla rovescia è quasi finito ed Effie Trinket urla, si copre il viso rigato di lacrime; il suo trucco, di solito impeccabile, ha iniziato a colarle lungo le guance.
- I miei ragazzi, Haymitch! -
Stacca gli occhi dallo schermo, pieno d'improvviso disprezzo: i suoi ragazzi? Se Katniss e Peeta stanno per morire la colpa è di persone orribili come gli abitanti di Capitol City, lei compresa. Sono loro a desiderare gli Hunger Games, a bramare quello spettacolo di morte, a voler guardare bambini che si uccidono come animali. La colpa è tutta loro.
- Tre! -
Haymitch non ha il coraggio di guardare, gli fa troppo male. Non mi interessa, non sono nulla, non contano nulla per me, come tutti gli altri prima di loro, si ripete.
- Non guardare. - sussurra alla donna senza nemmeno sapere perché, forse solo per sconfiggere il nodo alla gola.
Cerca di distrarsi, di seguire la scia di lacrime colorate sul volto di Effie, ma dentro gli sembra di vederci l'immagine riflessa di Katniss con le bacche appoggiate alle labbra, e la verità lo assale, lo distrugge. Ha fallito, non ne ha salvato nemmeno uno. I suoi ragazzi.


- Fermi! Fermi! -  
La voce di Claudius Templesmith risuona forte, chiara, incredula, e tutta Capitol sembra colta alla sprovvista. Il vociare degli spettatori si spegne, regna il silenzio dentro e fuori l'arena.
Gli occhi gonfi di Effie si alzano sullo schermo, insieme a quelli sconvolti di Haymitch. Entrambi hanno la bocca spalancata e il cuore che esplode nel petto.
- Signore e signori, sono lieto di presentarvi i vincitori dei Settantaquattresimi Hunger Games, Katniss Everdeen e Peeta Mellark! Ecco a voi.. i tributi del distretto 12! -
E poi ci sono solo caos, urla, risate nel pianto, un pianto di gioia. Haymitch ci mette un po' a capire che è il suo, che si tratta di lui, e si sente tremendamente stupido. Per la prima volta, però, crede di avere una buona ragione per esserlo.
Poi la vede, la sua collaboratrice egocentrica, insopportabile e petulante, che salta e piroetta come una bambina, e i loro sguardi s'incrociano.
Effie corre verso di lui, buttandogli le braccia al collo, e grida e ride, ride, ride. Haymitch non lo farebbe mai, sa che non è da lui, ma in quel momento si sente talmente felice da poter fare qualsiasi cosa, e la stringe, la prende in braccio e la fa volteggiare per tutta la stanza, continuando a strepitare.
- Abbiamo vinto Haymitch, abbiamo vinto, abbiamo vinto, sono vivi tutti e due! -
Girano così forte che a entrambi fa male la testa ed Haymitch rovina a terra portandosela dietro. Ma nemmeno il pavimento sembra avere troppa importanza, c'è solo una verità, l'unica necessaria: i suoi, i loro ragazzi stanno bene.
Sul megaschermo si intravede un hovercraft in volo, Katniss e Peeta sono già stati portati a bordo.
- Oh, Effie, Effie, Effie! - Haymitch le rifà la voce, tracciando con un dito il contorno delle sue labbra, poi le asciuga le lacrime sporche di trucco azzurrino. Se ne pentirà tra qualche giorno, ma riuscirà a inventarsi una scusa per giustificare la sua premura.
- Ce l'hai fatta Haymitch, li hai riportati indietro. - la donna torna a commuoversi, singhiozzando in modo un po' troppo plateale.
- Io non ho fatto niente, è tutto merito di quella maledetta ragazza di fuoco. - borbotta, fingendosi infastidito.
- Gli hai dato il consiglio migliore di tutti. - Effie sorride, sistemandosi la parrucca.
- Mh? -
- Restate vivi, ricordi? -
- Ah, - Haymitch non pensava che se lo sarebbe ricordato, - quello. -
- Quello. -
Effie si tende appena verso di lui, facendo leva sulle mani delicate. Si avvicina alla sua bocca, fino a quando la barba poco curata non le punge la pelle.
Haymitch sente le sue labbra morbide fare una leggera pressione sulle sue, un tocco quasi impercettibile eppure dalla natura innegabile: un bacio.  
Sta baciando Effie Trinket e non è ubriaco. A dire il vero è lei a baciare lui, ma rimane il fatto che sia completamente sobrio e non abbia nessuna intenzione di respingerla.
Di colpo qualcuno bussa alla porta, i giornalisti chiedono di loro ed entrambi devono rendersi presentabili.
Effie si stacca appena, il rossore delle guance nascosto dai residui di cipria.
- E questo? - Haymitch non riesce a dire altro.
- Solo un bacio della vittoria, Abernathy. -
I colpi alla porta diventano più insistenti e decisi, tempo scaduto.
- Arrivo, arrivo, arrivo! - Effie torna in piedi, saltellando e sbattendo le mani, e si dà una sistemata allo specchio. La sua voce è tornata squillante come sempre.
Haymitch rimane a terra per un po', toccandosi le labbra: hanno un sapore dolce, piacevole, come di liquore alla fragola: ci passa la lingua senza nemmeno accorgersene, ma con uno schiocco di dita la sua collaboratrice lo riporta alla realtà. Ci sono tante, tante, tante cose da fare e tante, tante, tante interviste da rilasciare.
Sbuffa e alza gli occhi al cielo, maledicendola.
Getta un'ultima occhiata sullo schermo e il simbolo di una spilla, quella con la ghiandaia imitatrice proiettata in onore della ragazza di fuoco, cattura la sua attenzione.
La scintilla. Quelle bacche erano la scintilla e l'incendio è appena scoppiato, la rivolta contro Capitol City comincia adesso.
- Su, sbrigati Haymitch! - gli dice, trotterellando spumeggiante verso l'uscita, come se la tensione per la fine degli Hunger Games fosse solo un ricordo lontano.
- Per una volta hai ragione Effie, meglio darsi da fare. Prima un brindisi però, perché i giochi non sono finiti, sono appena iniziati. -



Note: adoro questa coppia, credo sia la mia preferita (anche se crack). La storia è chiaramente ambientata alla fine del primo libro che ho deciso di raccontare dal punto di vista di Haymitch ed Effie. Ho immaginato che si trovassero nel quartier generale, in una stanza privata, ha seguire la scena.
Sono due personaggi difficilissimi da gestire a parer mio, ho dovuto riscrivere la storia parecchie volte. All'inizio Haymitch era troppo disperato, Effie troppo seria, la scena era troppo romantica. Ho cercato di creare un giusto equilibrio:
- Effie plateale nella sua disperazione, che si commuove quasi stesse recitando, spumeggiante nel finale, che ripete tutto tre volte e trotterella come una bambina. - Haymitch "amareggiato", scontroso, testardo quanto Katniss, con un po' di dolcezza nascosta e sempre amante dell'alcol.
Forse il cambiamento di emozioni è un brusco ma ripeto: gestire questi due è assurdo, sono personaggi davvero particolari! Mi scuso in caso risultino OOC.
Peccato che il fandom di THG sia vuoto, poco frequentato; è la mia prima storia sulla saga, ma mi piacerebbe contribuire con altre shot.
Spero che vi sia piaciuta, and may the odds be ever in your favor!



   
 
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