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Autore: FairySweet    10/03/2012    3 recensioni
Forse era quella la sua punizione, lui, guerriero fiero e terribilmente forte costretto solo a poter guardare l'unica persona di gli sarebbe dovuto importare, in fondo era giusto no? Aveva sacrificato lei ancora una volta, che altro poteva pretendere?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chichi, Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dragonball 11
                È giusto ...



“Ehi” un sorriso enorme a colorarle il volto mentre il fiatone le spezzava il respiro “Scusami, Ghoan ha elegantemente picchiato un suo compagno di scuola” “Come ha … sta bene?” “Oh non preoccuparti, se la caverà bene, gli ho già fatto la ramanzina a dovere sai?” “No” ribatté confuso “Non nostro figlio ma il …”  “Starà bene, non è successo praticamente niente, solo qualche pugno” “Qualche pugno di Gohan è diverso da qualche pugno di qualsiasi altro bambino” “Non preoccuparti” ribatté allegra sedendosi sulla roccia “Non è successo niente” “E perché non è successo il niente di cui parli?” domandò guardingo studiandone il volto “Hanno litigato tesoro, capita tra ragazzini sai?” “Avanti credi davvero di riuscire a cavartela così?” sbuffò alzando gli occhi al cielo “Allora, hai scelto il nome?” lo vide tremare leggermente per quel cambio improvviso di discorso “Il nome?” “Mancano due mesi sai?” “Lo so, non preoccuparti non me lo sono dimenticato” una punta di malinconia a colorargli la voce “Non è così grave sai? Insomma, puoi vederlo anche da lassù giusto? Andrà bene lo stesso” gli sfiorò il viso, un gesto leggero, naturale ma la reazione non fu altrettanto naturale, la mano passò attraverso il suo viso senza darle tempo di riflettere “Allora” finta allegria a mascherare il disagio “Hai scelto un nome?” scosse dolcemente la testa concentrandosi sul proprio respiro “Sai, forse è meglio che lo scelga tu” “Perché?” domandò confusa posando la fronte sulle mani “Perché si, perché è normale e giusto così, sei sua madre”  “E tu sei il padre e allora? Come la mettiamo?” “Voglio solo che sia tu a scegliere il nome tutto qui. Lo porti dentro da sei mesi, è parte di te e credo sia giusto così” poi un leggerissimo suono, una parola dolce come non mai “Mamma!” si voltarono entrambi verso il gruppo di alberi alle loro spalle “Gohan?” “Che ci fai qua fuori?” domandò preoccupato avvicinandosi a lei “Non dovresti essere qui” “Stavo …” sollevò lo sguardo incrociando gli occhi dell’uomo “ … avevo bisogno di riflettere tutto qui” “Puoi farlo in casa mamma” la strinse per la vita aiutandola ad alzarsi “Gohan non credi che sia …” “Hai bisogno di riposare! Ricordi cos’ha detto il dottore?” si mordicchiò leggermente le labbra pregando che lui non si fosse accorto di niente ma lui era già lì, in piedi dietro al figlio, le braccia conserte e gli occhi piantati nei suoi “Ti sei scordata di dirmi qualcosa?” non rispose, si limitò a sorridere lasciando che Gohan la tirasse dolcemente verso la stradina “Andiamo mamma, ti preparo qualcosa di caldo e poi parliamo un po’” il viso del bambino si illuminò di colpo, non era quello che aveva immaginato per lui, era ancora così piccolo, avrebbe dovuto giocare assieme agli amici, correre allegro e pensare solo a scegliere il colore dei suoi giochi e non sostituire suo padre.

Già, forse era quella la sua punizione, vedere gli unici gioielli della sua vita perdere il loro splendore giorno dopo giorno, Dio cosa avrebbe dato per vederli sorridere!
Pregava ogni maledetto giorno che il suo bambino ritrovasse la voglia di saltare, di correre felice tra i campi assieme ai suoi amici fantasticando sul mondo, immaginando cose che solo un bambino può creare, pregava di vedere sua moglie serena, in pace con sé stessa, lontana da tutto quel fottutissimo dolore che lo attanagliava, pregava per i loro sorrisi, per quelle dannate lacrime che non li lasciavano in pace nemmeno per un secondo, pregava e basta, perfino ora, mentre con il cuore a pezzi la guardava camminare lontano, la mano stretta in quella del figlio cercando di mascherare con un sorriso le lacrime.

  
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