Seconda storia
I. La
locandiera
-
Esci con me Carmen!
-
No Carmen, esci con me!
-
Su, via! Forza, andatevene se non comprate niente! – disse il
proprietario
della locanda agitando uno scopettone. Era un uomo grosso e muscoloso,
sulla
sessantina, con una brutta cicatrice che gli segnava la faccia: in mano
sua
anche uno scopettone sembrava la più letale delle armi.
Carmen
si lasciò stancamente cadere su una sedia e
abbandonò la testa tra le braccia.
– Grazie Joe. Non sapevo più come fare a mandarli
a casa.
Joe
rise piano dandole una scompigliata ai capelli. –
Sinceramente non riesco a
biasimarli, sei un angelo bambina. Ma niente birra, niente chiacchiere
con la
cameriera! Ehi, dovrei metterlo tra le regole ufficiali!
Carmen
sollevò la testa, si spostò la cascata di
riccioli castani dall’altra parte del
viso, e sorrise. – Grazie Joe – ripeté
– non so cosa avrei fatto senza il tuo
aiuto.
-
Ohh, bazzecole! – esclamò Joe agitando una mano
davanti a sé e sistemandosi il
berretto sulla testa. – Ormai sei come una figlia! Smettila o
mi farai
arrossire!
Dopo
qualche secondo Carmen si decise a rimettersi in piedi.
Afferrò lo straccio che
aveva appoggiato allo schienale della sedia e cominciò a
passarlo sul liscio
legno dei tavoli. – Finisco qui e poi chiudo il locale.
-
Non se ne parla signorina! – le disse Joe deciso. - Dopo oggi
puoi considerare
di aver fatto almeno due straordinari! Finisco io qui, dopotutto
è la mia
dannatissima locanda! Da quando ci sei tu mi sono impigrito e non
faccio quasi
più niente, a parte cacciare via a calci nel sedere i
clienti un po’ troppo
zelanti!
Carmen
allora gli sorrise. Si slacciò il grembiule, gli porse lo
straccio e si
allontanò in direzione del secondo distretto.
Come
ogni notte, si fermò di fronte al grande portone che
separava il Primo dal Secondo
distretto. Il cuore le batteva così forte che sembrava
volerle saltare in gola
da un momento all’altro. Fece due lenti respiri profondi, si
asciugò
distrattamente i palmi sudati delle mani sulla gonna e varcò
la porta.
“Non
avere paura” continuava a ripetersi come un mantra.
“Più hai paura e più e
probabile che compariranno” si passò di nuovo le
mani sul tessuto della gonna.
“Ieri non son comparsi…”
Ogni
giorno della sua vita, da quanto era arrivata nella Città di
Mezzo, si giurava
che entro sera avrebbe confessato a Joe che gli aveva mentito: che non
viveva
nell’ultima casa prima del Secondo Distretto ma assolutamente
DENTRO il secondo
distretto, pochi metri prima delle scale per scendere nella piazza. Ma
ogni
giorno si rimangiava tutto. Come poteva dirglielo? Se
l’avesse fatto lui
l’avrebbe presa a vivere in casa con sé, nella sua
casa composta da una camera
e da un bagno, o addirittura gli avrebbe ceduto la sua casa! Con il
Secondo e
il Terzo distretto pieno di Heartless ormai era impossibile trovare
posto per
tutti nel Primo Distretto, nonostante tutto quello che facevano Leon e
il suo
gruppo.
Carmen
si riteneva ancora fortunata. Era lì già da un
anno: aveva un lavoro, aveva
degli amici. A differenza della maggior parte delle persone che
venivano a vivere
nella Città di Mezzo inoltre non si era lasciata niente
indietro, nel suo mondo
ormai scomparso. Niente genitori, niente casa, niente lavoro. Era stata
a un
passo da…beh, comunque
sia…l’Oscurità era venuta per lei come
una benedizione.
Forse era anche per questo che le pareva un prezzo equo rischiare ogni
sera la
propria vita per tornare a casa dal lavoro.
Sentì
un rumore. Non un rumore qualsiasi: era quel
rumore. Il rumore dell’Oscurità. Il
rumore che annunciava la comparsa degli
Heartless.
Immediatamente,
una paura folle la invase. Il cuore le batteva così forte
che se lo sentiva
pulsare nelle orecchie. Si guardò in torno freneticamente
premendosi le mani
contro il petto, per evitare di farle tremare. Non vedeva nessun
Heartless.
Questo bastò per farla uscire dal panico in cui era
piombata, ma la paura
continuava a invaderla. Cosa poteva voler dire? Li aveva sentiti
distintamente.
In
quel momento si rese conto che c’era un altro rumore, fino a
quel momento era
stata troppo spaventata per sentire altro che il suo cuore che batteva.
Sembrava
un rumore metallico e proveniva esattamente da dietro
l’angolo della sua casa.
Si
fermò davanti alla sua porta, doveva solo aprirla. Era
davanti a sé: allungare
la mano, girare il pomello ed entrare. Poi si sarebbe richiusa la porta
alle
spalle e fino al giorno dopo sarebbe stata al sicuro…
Fece
un respiro profondo una volta, duo volte. Allungò una mano
verso la maniglia…
poi si immobilizzò per la durata di un battito e
girò l’angolo.
Ciao a tutti!
Non ho
molto da dire a dire il vero…mi sembra abbastanza banale ma
volevo provare a
scrivere un’altra storia…la prima storia credo sia
imbattibile (no non mi sto
facendo i complimenti da sola, solo dubito di riuscire a raggiungere di
nuovo l’immedesimazione
avuta per Michael nel magazzino! Poi quella era anche una situazione
limite…)
Ah! Carmen
l’avete vista…la
locanda è quella accanto al negozio di Qui, Quo e Qua!
Quello con le candele da
spegnere sui tavoli! E Carmen è quella donna davanti ai
tavolini, sotto un
lampione se ricordo bene! (ah, detto così però
non sembra che faccia la
cameriera! Ahah) Quella era un po’ bruttina, non aveva un bel
viso…Carmen me la
immagino un po’ più latina <3
°Ayame°