Anime & Manga > Card Captor Sakura
Segui la storia  |       
Autore: micia95    11/03/2012    3 recensioni
Hayami Li ha quattordici anni e vive con il padre perché la madre, Sakura Kinomoto, è sparita dopo un viaggio all’estero quando la figlia aveva solo due anni. Ma un compito di scuola cambierà la vita di Hayami e dei suoi amici che la seguiranno in questa pazzesca storia.
Questa fan fiction riprende un po’ l’altra che ho fatto (Card Captor Sakura), ma non ne è il continuo e può essere letta senza che aver letto quest’ultima. Spero che anche questa piaccia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Li Shaoran, Nuovo personaggio, Sakura Kinomoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Card Captor Sakura, la storia non è finita'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


LA STRANA DONNA SENZA NOME
Il giorno dopo andiamo in quella (dannatissima, se posso permettermi) clinica. Prima di entrare il professore ci fa uno dei soliti discorsi su come comportarci con le persone malate: non dare fastidio, non urlare… insomma le solite cose, inutili aggiungerei. Abbiamo quattordici anni, non siamo dei bambini, non dovremmo avere ancora bisogno di queste raccomandazioni.
Guardo la cartella della donna che mi è stata assegnata, è nella stanza 126. Quando leggo il numero mi viene un brivido lungo la schiena. Se si scompone il numero si ottengono delle date importanti per me: il 12-6 è il dodici giugno, il giorno del mio compleanno; l’1-4 (ottenuto sottraendo il due al sei) è la data del compleanno di mia madre. Questo è un gioco che mi ha insegnato mio padre quando ho iniziato ad andare a scuola, giocavamo spesso insieme quando ero piccola.
 Deglutisco, che strana e sinistra coincidenza. Non mi piace; perché quella donna sconosciuta e senza nome doveva essere ricoverata nella stanza 126, con tutte le stanze che ci sono?
“E’ solo una coincidenza, non vuol dire niente” mi dico; è così, mia madre è scomparsa undici anni fa, non significa niente. Mi dirigo verso un’infermiera per chiedere informazioni sull’ubicazione della “strana” stanza.
“Guarda, è proprio là in fondo” mi dice indicandomi un lungo corridoio. “Sei molto fortunata” continua l’infermiera.
“Perché?” mi viene immediatamente da chiedere.
“E’ una signora fantastica, sorride sempre e il suo sorriso è meraviglioso! Quando lo vedi ti viene voglia di sorridere a tua volta, sorride persino quello scontroso del signor. Hamamiya. E pensa, aiuta gli altri malati persino! Poverina però, non ricordarsi assolutamente niente! Dev’essere molto triste.” Mi dice l’infermiera tutta infervorata.
“Grazie” le dico e mi avvio lungo il corridoio. Sono stata fortunata ad incontrare un’infermiera che chiacchiera, almeno ora so cosa aspettarmi. Arrivo davanti a quella maledetta porta col numero 126, prendo un bel respiro prima di entrare.
“Buon giorno” dico entrando. Sono entrata in una stanza luminosa, la finestra da sul bel giardino fiorito della clinica. C’è un vaso di garofani selvatici sul davanzale, penso sia un regalo di qualche parente della donna che alloggia in quella stanza. Lei è seduta su una sedia di fronte alla finestra e guarda il giardino.
“Oh, sei arrivata! Accomodati” mi dice girandosi verso di me. E’ una bella donna nonostante non sia più una giovinetta e mi sta sorridendo, noto che davvero il suo sorriso è bellissimo. Poi noto gli occhi: sono verde giada. Per un attimo mi spavento, ma poi penso che è un colore abbastanza comune in Giappone1.
Faccio come mi è stato detto: cerco una sedia, la prendo e mi  siedo abbastanza vicino a quella strana signora. Rimango in silenzio, non so cosa dire, non sono mai stata brava a fare amicizia, proprio come mio padre. E’ lei a prendere la parola “Come ti chiami?” mi chiede sorridendo. Che sciocca, devo presentarmi! Accidenti il professore ce lo ha anche raccomandato (vedi Hayami a che servono i discorsi iniziali? N.d.A.)
“Mi chiamo Hayami Li, piacere di conoscerla!” dico tutto d’un fiato.
“Li?” ripete lei assottigliando gli occhi come se le sia venuta in mente qualche cosa. Mi guarda corrugando la fronte.
“Si sente bene signora…?” non so come chiamarla e poi odio quando mi fissano.
“Oh, scusa! Mi presenterei, ma come sai ho perso la memoria, non ricordo come mi chiamo. Ti va di trovarmi tu un nome?” mi chiede ridendo recuperando immediatamente l’allegria e spensieratezza di prima.
“Umm…posso chiamarla semplicemente signora?” non mi piace dare troppa confidenza agli estranei, inoltre questa donna è troppo strana.
“Così mi fai sentire vecchia! Ma se preferisci, per me va bene” mi dice ridendo.
Poi rimango in silenzio. Non ho niente da dire o chiedere, già per me è un supplizio stare lì, poi a fare conversazione non sono brava, quindi decido di stare in silenzio per tutta l’ora che ho dovuto trascorrere con lei.
La Signora (così la chiamerò d’ora in poi) non mi dice niente né cerca di farmi parlare; meno male, odio le persone invadenti, in più sarebbe stato solo fiato sprecato. Rimane semplicemente a fissare fuori dalla finestra le persone in giardino. Io invece rimango a fissare lei.
Ha i capelli che le arrivavano alle spalle, sono di un color miele-ramato, i suoi occhi sono verdi come i miei e il fisico è spettacolare: magra ma intuisco che deve avere fatto dello sport che ha preteso lo sforzi di tutti i muscoli, sia quelli delle braccia sia quelli delle gambe. Per un momento sono sul punto di chiederle se ha praticato sport a livello agonistico, magari la ginnastica artistica, ma poi mi ricordo che ha perso la memoria e quindi rimango in assoluto silenzio.
Quando scatta l’ora mi alzo ed educatamente la saluto dirigendomi verso la porta. Quando sto abbassando la maniglia mi ferma la sua voce “Hayami, scommetto che non ti piace questa “lezione”, ma ti do un consiglio, cerca di essere più rilassata anche quando stai in silenzio e rifletti” mi dice senza intenzione di sgridarmi o prendermi in giro anche se continua a sorridere. Le sorrido di riamando e me ne vado bofonchiando un “ci proverò, grazie” Non voglio essere scortese, ma io non sono brava a rapportami con le persone, specie con quelle che non conosco.
***
Quando torno a casa, nonostante l’insistenza di mio padre non gli racconto cosa è successo quel giorno in clinica, ho bisogno di rifletterci anch’io. Per farlo mi metto a scrivere la relazione che dobbiamo svolgere dopo ogni incontro con le persone che ci sono state “affidate”. Dobbiamo farne minimo una alla settimana, il che implica recarsi almeno una volta alla settimana da quella strana Signora. Decido di andarci la settimana dopo, non voglio avere molto a che fare con lei perché io sono di natura diffidente e lei è strana. Mi viene un brivido pensando al colore dei suoi occhi. Chiudo la finestra, devo aver freddo per colpa del vento.

 

 

1= non credo sia vero, ma Hayami se lo dice per tranquillizzarsi.

Mi scuso per il ritardo, ma queste settimane sono state un inferno. Avevo compiti e interrogazioni programmate un mese fa e non ho avuto tempo di fare un bel niente. Grazie a Dio è finita. Passiamo alle cose più interessanti...
Allora, che ve ne pare del primo incontro tra Hayami e “Signora”? Credo che tutti abbiate capito di chi si tratta quando si parla di “Signora”, ma Hayami no, questo perché altrimenti la storia non va avanti, giusto?
Ringrazio ScheggiaRossa e Sakurahime949 per aver recensito, FedericaWesley per preferire la storia (insieme a ScheggiaRossa) Caskett96, Ren92 e Sana Akito (insieme a ScheggiaRossa e Sakurahime949) per seguire la storia.
Spero di non "arrivare" più così in ritardo.
micia95
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Card Captor Sakura / Vai alla pagina dell'autore: micia95