Disclaimer: I personaggi di
Hetalia: Axis Powers non mi appartengono,
ma sono di proprietà di Hidekaz Himaruya ©
Se così non fosse, io che me starei qui a fare?
Non mi appartengono nemmeno le canzoni dei Beatles
Che vanno a chi detiene ancora oggi i loro
Copyright ©
Se fosse il contrario, me ne andrei nel cielo con Lucy e i diamanti
Su un sottomarino giallo.
.: All My Loving :.
Che Prussia gli mandasse delle
lettere dal fronte per informarlo sulla sua salute era del tutto inutile: ad
Austria non importava nulla delle
condizioni di Gilbert. Come se ne potesse sentire la mancanza, poi!
Pura idiozia.
Di cosa avrebbe dovuto sentire la
mancanza? Della sua risata irritante? Dei suoi modi paragonabili a quelli di
una scimmia urlatrice? -…Del lieve
sfiorarsi di labbra la notte prima della partenza, dei suoi baci, delle sue
carezze, dei suoi morsi e dei suoi sospiri?
Per quel che gli importava,
Prussia poteva anche morire, al fronte.
Quella guerra non stava portando
altro che morti e Roderich era stanco: stanco delle quattro mura da cui non gli
era permesso uscire, stanco di fare il bello e il cattivo tempo in casa di
Germania, perché l’Austria pareva non appartenergli più, stanco di tutte quelle
lettere idiote.
Sono
sempre Magnifico e sto bene
recitavano le missive e l’austriaco avrebbe tanto voluto farle a pezzi o gettarle
nel camino. Quel gesto gli avrebbe procurato un piacere impagabile.
Invece le teneva tra le mani, la
mascella contratta e gli occhi ridotti a due fessure, poi scuoteva il capo con
un sospiro e tornava a suonare –soffocando,
nota dopo nota, gli spari che sentiva oltre l’orizzonte, cancellando i tonfi
dei corpi senza vita con un intreccio inarrestabile di armonie.
E non aveva smesso di suonare un
solo istante, dacché la guerra era finita: il vecchio Hans si faceva sempre più
vecchio, sempre più torto e piegato dagli anni che avanzavano, e, accanto al
piano, le lettere di Gilbert si ammassavano, rade e sporche, accartocciate e
intrise di sangue secco, di cenere fumante. Non ne aveva letta nessuna.
La prima, no, solo la prima l’aveva
letta, sì, e da lì aveva deciso che sarebbe stata l’ultima. Perché aprirle, in
fondo? Non gli importava nulla di Prussia…di Gilbert, non gli importava nulla
di Gilbert. Si era disinteressato da
tempo delle questioni mondiali.
Mentre suonava, però, lo sguardo
cadeva ogni volta su quell’unica missiva aperta, che non riusciva mai a buttare
via per quanto sporca e lacera fosse.
Sono
sempre Magnifico
cominciava, come sempre, ma con grafia incerta, tremante, di chi a stento
riesce a tenere una penna fra le mani. L’inchiostro, inoltre, era sbavato in
più punti –In altri, le sbavature
sembravano addirittura fresche.
E, se solo fosse finita come le
centinaia, le migliaia che quel becero di un prussiano gli spediva durante la
guerra -e non voleva, no, non voleva
ricordare nulla, nulla, nulla, nulla, non voleva sapere, non voleva ricordare
il perché gli avesse mandato tutte
quelle lettere-, allora avrebbe continuato ad aprirle, una dopo l’altra,
inveendo contro di lui e contro la sua idiozia, contro la sua risata irritante
e contro i suoi modi paragonabili a quelli di una scimmia urlatrice -Contro il lieve sfiorarsi di labbra la notte
prima della partenza, contro i suoi baci, le sue carezze, i suoi morsi e i
suoi sospiri.
Se solo fosse finita come al
solito, ma..
Ma non sto più così bene.
{ I'll pretend that I'm kissing
The lips I am missing
And hope that my dreams will come true
And then while I'm away
I'll write home every day
And I'll send all my loving to you }
Note di Fine
Capitolo
Ma
è deprimente…D: E bhè la canzone è il
significato del perché Prussia continua a scrivere quelle lettere, anche se è
tutto detto in modo molto, molto implicito.
Non
sono in vena di parlare molto nelle note, oggi, scusate!
Ringrazio:
-Memento Mori per aver recensito.
-Carol_97 e _Lenalee_ per aver messo la storia tra le seguite.