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Autore: DebbyDarkness    14/03/2012    0 recensioni
Salve a tutti! Questa è la mia prima fanfiction. La sto scrivendo insieme ad una mia amica. Spero che possa piacervi.
Londra, Ottocento.
"Non aveva mai visto quell'uomo sorridere...quindi anche lui aveva un cuore. Non sapeva che cosa pensare di lui ora..."
Il filo del destino unirà due cuori...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: L'Ottocento
Capitoli:
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Ciao!! Scusatemi per il ritardo, ma non avevo il computer.
Ed ora eccovi qui un nuovo capitolo, spero che vi piaccia visto che vi ho fatto aspettare tanto.
Buona lettura!! :)


VI Capitolo

La Contessa madre di Raleigh aveva organizzato una serata musicale.
Quella sera la stanza si presentava affollata all’inverosimile.
Nicholas se ne stava in piedi, rigido e freddo, al fianco della madre e della sorella finendo di accogliere gli ultimi ospiti. Si stava chiedendo come tutte quelle persone potessero presentarsi lì più per spettegolare che non perché, effettivamente, erano interessati alla musica.
Il Conte di Cheverly era arrivato ormai da un’ora con al seguito tutta la famiglia e Miss Knight, che era splendida come sempre, aveva attratto l’attenzione di molti gentiluomini.
     “ Vado a salvare Danika, sembra avere un gran bisogno di aiuto” comunicò loro Emily.
     “ Siete diventato molto amiche?” le chiese la madre.
     “ Oh si! Ora che ci siamo conosciute, ci divertiremo molto insieme” e si allontanò mentre anche Nicholas si congedava dalla madre per raggiungere i suoi amici.
Cosa aveva combinato quella donna per ingraziarsi tanto sua sorella?

* * * * * * *

Nel frattempo Emily aveva raggiunto Danika.
     “ Vogliate scusarmi signori. Spero non vi dispiacerà se vi rubo un attimo l’attenzione di Miss Knight, ma una persona mi ha chiesto di presentargliela e io non posso proprio deluderla” così dicendo la trascinò via, mentre i gentiluomini cercavano un’altra preda.
     “ Non so come ringraziarti. Davvero. Non ne potevo più!”
     “ Sinceramente, anche io non ne posso più. Mi sono passati davanti talmente tante persone che già non le ricordo.”
Danika sorrise e seguendo l’amica, entrarono nella biblioteca.
     “ Non chiudere la porta. La serratura è un po’ difettosa e non vorrei rischiare di rimanere chiuse dentro.”
Insieme le due giovani donne giravano fra gli scaffali parlando fino a quando Emily non trovò un libro che le piacque particolarmente, poi Danika fu richiamata dalla madre.
     “ Andate pure. Io rimarrò ancora un po’ qui.”
Lei le sorrise e uscì lasciando la porta socchiusa.

* * * * * * *

Nicholas aveva iniziato una conversazione con Duncan e Michael.
 Come sempre erano finiti a parlare di donne.
Tutti e tre, essendo scapoli ambiti, avevano il loro bel da fare ad eludere le vecchie matrone.
Duncan aveva appena finito di raccontare il suo ultimo piano di fuga quando chiese
      “ A proposito di donne Nicholas, hai poi ritrovato quello stiletto che cercavi o l’ha veramente preso la Perla Nera?”
Lui lo fulminò con lo sguardo. Gli bruciava ancora molto il fatto di dover la vita ad una donna ed ancora di più il fatto che quella donna gli avesse sottratto il suo bottino. Lo aveva mandato su tutte le furie, costringendo i domestici a tenersi lontani dal loro padrone.
     “ Non l’ho ritrovato.”
     “ Beh, amico mio, ti ha proprio fregato. Il Fantasma che viene derubato del proprio bottino sotto il suo nome. Non ci fai una gran bella figura, non credi? Michael, ho ragione o meno?”
Michael era distratto, rispose soltanto dopo aver fatto un cenno a Miss Knight per raggiungerlo.
     “ Avresti dovuto stare più attento, Nicholas.”
Miss Knight arrivò nel momento in cui lui rispondeva.
     “ Ah si? Una donna ruba ad un ferito è il colmo e che poi la colpa ricada sul malcapitato perché non è stato attento, è ancora più assurdo! La Perla Nera si è dimostrata una vigliacca e questo è quanto!”
     “ E così, voi signore sostenete che sia una vigliacca quella donna. E’ da vigliacchi che un ladro rubi? Che faccia il proprio mestiere, per così dire, in qualsiasi occasione?” disse incollerita Miss Knight.
     “ Si, milady, lo penso! Il Fantasma Nobile non si sarebbe mai permesso di fare una cosa simile se le posizioni fossero state invertite.”
     “ Ah già. Dimenticavo che lui fosse nobile. Non è che forse vi da tanto fastidio perché il vostro orgoglio di uomo prepotente e maschilista è stato ferito  dal fatto che una semplice donna abbia umiliato un vostro simile?” si voltò verso Michael “ vieni, devo portarti da una persona!” e voltandosi nuovamente verso di lui, furente, concluse il suo discorso “ mi creda Lord Darcy, la Perla Nera potrebbe venire a rubare nella vostra stanza e voi non potreste farci nulla. Mettetevi l’anima in pace e accettate che anche le donne sono in grado di concludere qualcosa!”
     “ Lo vedremo” rispose lui a stento, ma lei era già lontana con l’amico.
Duncan rideva senza ritegno.

* * * * * * *

Michael non aveva mai visto i suoi amici così arrabbiati e doveva dire che avevano dato un bello spettacolo.
     “ Da chi mi porti?”
     “ Da nessuno. Volevo solo dirti che Miss Darcy è in biblioteca e ha bisogno di compagnia. Ci andrai, vero Michael?”
Dopo avergli detto ciò, Danika se ne andò lasciandolo solo in corridoio.
Ma che cosa aveva quella sera?
Scrollando le spalle, entrò in biblioteca e si chiuse la porta alle spalle.
Emily gli correva incontro. Quando lei gli si avvicinò, la guardò con aria interrogativa.
     “ La serratura è rotta. Adesso dovremo aspettare che qualcuno la apra dall’esterno” gli spiegò lei.
     “ Sono desolato, Miss Darcy.”
     “ Oh, non importa. Venite vicino al camino Lord Woods, si sta molto meglio.”
Lui la seguì.
La luce proveniente dal camino la illuminava rendendola un angelo.
     “ Stavate leggendo Miss Darcy?” le chiese notando il libro sul tavolino vicino al divanetto.
     “ Si, ma ho finito.”
Emily ripose il libro nello scaffale e raggiunse Michael accomodandosi anche lei sullo stesso divanetto. Lui sedeva rigido e fissava le fiamme, avere lei al suo fianco lo rendeva nervoso.
Voleva prenderla fra le proprie braccia, ma non poteva.
Cercò di sedersi comodamente ed entrambi continuavano a guardare le fiamme in un silenzio tranquillo.

* * * * * * *

La serata era ormai terminata.
Duncan era stato fra gli ultimi ospiti ad andarsene ed ora Nicholas stava cercando sua sorella e Michael. Aveva notato la loro assenza già da parecchio tempo, ma il fatto che fosse ancora furioso con Miss Knight aveva posto la faccenda di Emily in secondo piano.
Come osava quella donna rivolgersi a lui in quel modo?
In quel momento, però, doveva concentrarsi e non lasciarsi distrarre da quella furia in gonnella.
Aveva cercato in tutte le stanze sua sorella e l’amico, ma non li aveva trovati; così Nicholas finì per guardare nella biblioteca.
Quando entrò, fermandosi sulla soglia, non notò nulla di strano. Per sicurezza andò verso il camino e trovò Emily addormentata sulla spalla di Michael.
Sembrava tranquilla e rilassata, l’esatto contrario del suo amico che aveva un’aria sofferente e appena quest’ultimo lo scorse sembrò allarmato.
Nicholas si avvicinò e prendendo fra le braccia Emily, lanciò un’occhiata assassina all’amico. Egli si alzò di scatto cercando di nascondere la sua fastidiosa situazione fisica, ma a Nicholas non sfuggì e dopo avergli scoccato un’altra occhiataccia uscì dalla stanza con un sorrisetto malizioso sulle labbra.
Nel momento in cui ebbe affidato la sorella alla sua cameriera personale perché la preparasse per la notte, tornò in biblioteca da Michael. Era rimasto ad aspettarlo.
Nicholas lo fissò in silenzio finché l’amico non cercò di parlare.
     “ Senti, Nicholas, io…”
Ma non lo lasciò terminare, interrompendolo con un gesto imperioso.
     “ Corteggiala come si deve e non avrò nulla in contrario. Anzi!”
Così dicendo uscì, considerando il discorso chiuso e lasciando un Michael intontito in piedi in mezzo alla biblioteca.
Nicholas si diresse verso la sua stanza.
Se Michael stava con Emily, allora Miss Knight sarebbe stata libera, no? Bene! Meglio così!
 Ma cosa andava a pensare?
Si spogliò completamente e si infilò fa le lenzuola addormentandosi immediatamente.

* * * * * * *

Quando Danika era rientrata, era ancora nervosa per colpa del comportamento del Conte di Raleigh. Nel momento in cui si era rivolto a lei in quel modo così arrogante, aveva deciso di dimostrargli di cosa era capace la Perla Nera.
Era tornata a casa prima che la serata musicale fosse conclusa. Si era scusata con la Contessa Madre ed Emily, mentre a Lord Darcy non aveva rivolto nemmeno un’occhiata. Sapeva che era molto maleducato comportarsi così nell’alta società. Le persone presenti l’avevano notato, ma quell’uomo aveva la capacità di farle saltare i nervi appena apriva bocca.
Nonostante tutto, però, non voleva fare una scenata davanti a tutto il bel mondo.
Lady Serenity ed Emily pareva che avessero notato quel suo atteggiamento, la salutarono con calore inusuale al bon ton londinese.
Aveva come l’impressione che Lord Darcy avrebbe ricevuto una bella dose di rimproveri dalle donne della casa, a giudicare dall’occhiataccia che gli avevano indirizzato.
Christopher l’aveva accompagnata alla loro dimora, lui voleva tornare da Isabella. Quella sera aveva dichiarato di avere un leggero malessere, Danika sospettava che fosse nuovamente incinta, ma ne suo fratello ne la cognata avevano ancora detto nulla.
Danika salì nella propria stanza per cambiarsi. L’essere uscita prima della fine di quella serata, le dava tutto il tempo per prepararsi al meglio. Inoltre la sua breve presenza all’evento mondano le aveva dato la possibilità di studiare la casa approfittando della confusione per passare inosservata. Ora sapeva esattamente come muoversi una volta entrata nella villa.
Entrò nello spogliatoio, si tolse l’abito da sera e si infilò gli abiti caratteristici della Perla Nera. Si raccolse i capelli in una lunga treccia, indossò la maschera di pizzo ed il mantello.
Appena ebbe terminato la sua trasformazione, scese nelle scuderie dove Evernight l’aspettava già sellato e scalpitante. Lei gli accarezzò il muso ed esso fu ben contento di quelle attenzioni.
Al fianco del cavallo c’era Christopher ancora vestito col completo nero della serata appena trascorsa. Non si era cambiato, il che significava che non era ancora andato dalle sue donne? Improbabile, conoscendolo non aveva resistito, ma era strano che fosse tornato giù. A Danika sembrò strano che Isabella l’avesse lasciato andare se lui era già salito da lei.
     “ Sorellina.”
     “ Fratellone” ricambiò il saluto.
     “ Per caso hai intenzione di entrare nella dimora di un certo Lord Darcy?” chiese lui sorridendo.
Doveva essere una domanda, ma a lei sembrò più un’affermazione.
Danika montò su Evernight e Christopher si spostò di lato per lasciarla passare. Nonostante lei non avesse risposto, il suo sorriso divertito era più esplicito di essa.
Mentre lanciava il cavallo al galoppo nella notte, sentì il fratello gridarle
     “ Fai vedere a quell’arrogante di cosa sei capace sorellina!”
Lei ridacchiò.
Poco tempo dopo si ritrovò nei pressi della residenza Raleigh.
La cavalcata con il vento sul viso, le era piaciuta come al solito. Scesa da cavallo, legò Evernight ad un albero e si avvicinò alla porta sul retro della casa.
La Perla Nera imitò il verso della civetta. Dopo qualche secondo la porta si aprì e lei scivolò dentro. L’oscurità regnava nella stanza, appena diradata da una candela in mano ad un uomo che l’aspettava con un sorriso furbo sulle labbra.
     “ Buonasera, Miss Knight.”
     “ Buonasera a voi Fitzwilliam. E’ tutto a posto?” le chiese lei ricambiando il suo sorriso, le piaceva quel maggiordomo. Sembrava molto composto, ma era leale e soprattutto faceva ciò che riteneva giusto. Inoltre, la trattava come una figlia, facendola sentire a proprio agio in qualsiasi occasione.
     “ Si, milady. Ho controllato personalmente, la Perla Nera può entrare in azione quando vuole.”
     “ Vi ringrazio. Andate pure a dormire Fitzwilliam, è tardi ed ora posso cavarmela da sola.”
Il maggiordomo annuì e si dileguò in fretta senza mai smettere di sorridere. Al suo padrone aspettava una bella sorpresa.
Danika aspettò qualche minuto, poi salì al primo piano nell’ala padronale e , seguendo il corridoio a est, arrivò all’ultima porta in fondo. Rimase in ascolto e non sentendo alcun rumore, socchiuse la porta e s’infilò nella camera di Lord Darcy, nascondendosi fra le ombre e trattenendo il respiro.
Il Conte di Raleigh non si mosse, così lei si avvicinò al letto.
Egli dormiva con le lenzuola alla vita, il petto muscoloso e nudo, il respiro profondo. Era un bell’uomo. Forse se non avesse avuto quel caratteraccio, avrebbe avuto tutte le donne ai suoi piedi, ma era veramente intrattabile.
Almeno nel sonno quell’aria di arrogante superiorità spariva ed il suo fascino risaltava. Nemmeno lei era capace di rimanergli indifferente.
Lord Darcy non l’aveva sentita entrare.
Bene, la Perla Nera si avvicinò alla cassettiera guidata soltanto dalla luce lunare che filtrava dalla finestra. Iniziò a frugare fra la biancheria alla ricerca di qualcosa che potesse essere usato come una corda, finché non trovò due nastri da usare come cravatta, con quei nodi complicati e inutili che facevano impazzire i valletti dei gentiluomini.
erano abbastanza resistenti per il suo scopo, così tornò dal Conte e iniziò a legargli i polsi alla tastiera del letto.
Fortunatamente lui si era addormentato con molti cuscini dietro alla schiena, risultando quasi seduto e agevolando il suo compito.

* * * * * * *

Nicholas entrò in uno stato di dormiveglia venendo strappato dal suo sogno peccaminoso su Miss Knight. L’aveva immaginata nuda nel suo letto e…
Interruppe i suoi sogni indecenti per concentrarsi su qualcosa di più importante.
Se non era ancora giorno, cosa lo aveva disturbato nel suo sonno?
E lo sentì nuovamente, un profumo esotico come quello dei fiori notturni che aveva ammirato in Cina.
Regina della notte.
Gli piaceva molto la sua essenza. Era delicato, ma allo stesso tempo coinvolgente.
Però, come era possibile che lo sentisse?
Lui non l’aveva mai portata a casa o mandato a prendere, lo riteneva raro e poco adatto alle donne che vivevano a Londra. Nessuna di quelle che conosceva poteva portarlo con la grazia dovura. Forse solo Miss Knight fra tutte loro gli pareva adatta. In effetti gli sembrava di averlo percepito vagamente su di lei, ma poteva essersi sbagliato.
Ultimamente tutto ciò che riguardava quella donna lo confondeva.
Poi avvertì un peso sopra di sé ed uno strattone ai polsi.
Nicholas si svegliò completamente trovandosi davanti la Perla Nera che gli sorrideva.
Era lei a portare quel profumo?
     “ Voi!” esclamò lui.
     “ Io” rispose lei continuando a sorridergli, per poi sedersi meglio sopra di lui ed accendere una candela sul comodino.
Nicholas non sapeva se essere felice di avere una donna tanto bella e seducente, mezza svestita, sopra di lui mentre era legato o se essere furioso per essersi lascitao giocare per l’ennesima volta dalla Perla Nera.
Si sentiva a disagio.
     “ Cosa diavolo…”
     “ Siete nudo sotto questo lenzuolo milord?” lo interruppe lei muovendosi provocante.
Lui la guardò esterrefatto.
Non capiva se quella donna lo stesse facendo di proposito o se non si rendesse conto di quello che gli provocava. Era eccitante.
I pantaloni ottimati perchè le aderissero alle gambe come una seconda pelle, mentre la camicetta, resa ancora più trasparente dalla luce della candela, non lo aiutavano di certo.
Aveva voglia di toccarla e, se lei continuava a sfregarsi così su di lui, presto si sarebbe ritrovato in una situazione ancora più imbarazzante.
La Perla Nera sembrava una gattina in cerca di coccole. Mentre gli passava le unghie sul peto, lo guardava con due occhi verdi che brillavano carichi di passione, ma allo stesso tempo dolci.
Era ora che quella donna si spostasse, a meno che non lo volesse aiutare con la sua condizione.
Nicholas si accorse di essere rimasto in silenzio, quando lei gli domandò
     “ Il gatto vi ha mangiato la lingua Lord Darcy? O devo prenderlo come una risposta affermativa il vostro silenzio?”
Lui la fissò furioso cercando di slegarsi inutilmente mentre lei scendeva ed iniziava ad esplorare la stanza. Aveva le movenze di una gatta.
Nicholas ne rimase ammaliato, ma si ritrovò anche ad essere sempre più agitato.

* * * * * * *

Danika era irrequieta.
Non era stata una buona idea sedersi sopra Lord Darcy. Non sapeva che cosa le fosse preso per comportarsi così. Di una cosa era certa però, aveva avuto voglia di toccarlo e stargli vicino. Voglia che non le era passata e, infatti, si sentiva accaldata.
La pelle di lui era liscia e calda. Il suo sguardo l’aveva fatta sciogliere. I suoi occhi azzurri erano diventati più scuri e lei aveva avvertito il bisogno di allontanarsi prima che fosse troppo tardi.
Ma troppo tardi per cosa?
per distrarsi iniziò ad aprire tutti i cassetti e le ante che trovava commentando tutto ciò che vedeva.
Si stava divertendo nel constatare quanto desse fastidio al Conte. Quando poi entrò nello spogliatoio, cambiandogli gli abbinamenti ai suoi ordinatissimi abiti, Lord Darcy le ordinò di uscire.
     “ Ora! Immediatamente!”
     “ Non credo che siate in grado di darmi degli ordini in questo momento milord. Inoltre mi sto divertendo e voi avete poco senso dell’umorismo.”
L’attenzione della Perla Nera fu attirata da un porta lettere, lo prese con sé e sisedette sul letto vicino a lui, che la guardò ancora più furioso.
Danika lo aprì. Era vuoto. Era troppo pesante per esserlo, così armeggiò per aprire lo scomparto segreto che sicuramente era presente.

* * * * * * *

Nicholas stava osservando la Perla Nera.
Era quasi sicuro che lei si stesse comportando in quel modo di propria volontà, solo per farlo innervosire.
Si era seduta sul letto a gambe incrociate come se niente fosse, ed ora era anche riuscita ad aprire lo scompartimento segreto premendo la F incisa vicino al bordo inferiore di un cassettino.
Lei emise un gridolino tra il soddisfatto e l’eccitamento che procurò a lui una contrazione al basso ventre. Aveva una stupida voglia di coprire le sue labbra con le proprie.
Nonostante tutto quella donna era eccitante.
Però, quando lei tirò fuori la spilla per il nodo della cravatta che era appartenuto a suo padre, s’irrigidì cambiando subito espressione.
     “ Era di vostro padre?”
Lui strinse i denti annuendo.
Lei, dopo aver passato le dita sulla delicata superficie, la ripose con cura per poi passare ad esaminare dei fogli.
Nicholas era troppo sorpreso per notare l’espressione della donna leggendo quei fogli. Solo quando chiuse il porta lettere, tenendoli fuori per poi nasconderli nel corpetto ed alzarsi.
Lei se ne rese conto e cominciò a dibattersi per slegarsi.
Non doveva prendere quei fogli! Non ora che aveva una pista!

* * * * * * *

Danika era rimasta shoccata nel leggere quei fogli.
Contenevano inviti, simili a quello che aveva trovato nello stiletto, con a fianco il nome del destinatario.
Un foglio era il programma della serata. Prevedeva un duello con le pistole e le regole da seguire, evidentemente qualcuno non le aveva rispettate sapendo le cause della morte del precedente Conte di Raleigh.
Lord Darcy stava ancora indagando dopo cinque anni?
Danika incrociò il suo sguardo furioso, ma allo stesso tempo terrorizzato, del Conte.
     “ Questi…questi fogli.”
     “ Prendete qualcosa altro, ma non quelli.”
Cose era quello? Una specie di supplica?
No, impossibile! Non era da lui!
     “ Mi spiace, ma ho trovato una cosa simile e voglio controllare. Se i miei sospetti saranno infondati ve li farò riavere, in caso contrario, credo dovremmo avere una bella conservazione su questo argomento.”
     “ Che cosa state dicendo?”
     “ Che presto riavrete questi fogli, credo.”
Danika uscì dalla stanza, ma prima gli tolse il lenzuolo dal ventre lasciandoli solo un cuscino sulle parti intime.

* * * * * * *

Nicholas la guardò uscire.
Era fuori di sé dalla rabbia. Non riusciva a liberarsi, più ci provava più si faceva del male, inoltre lei se ne era andata portandosi via tutto ciò che aveva trovato sulla morte del padre. Ed ora era di nuovo al punto di partenza.
Imprecò per l’ennesima volta strattonando i nastri con cui l’aveva legato al letto.
Ah, le donne! Anzi no, quella donna!
E poi, che cosa significava che aveva degli indizi anche lei?
Nicholas passò la notte in bianco pensando e ripensando alla Perla Nera. Cercava di trovare una spiegazione alle sue parole senza trovarne una.

* * * * * * *

Duncan arrivò a casa di Nicholas di buon’ora in carrozza. Aveva bisogno di un consiglio da parte di un amico. Quella notte aveva avuto un sonno agitato, per quel poco che aveva dormito, e tutto per colpa di una donna.
Lui, Duncan Stephens Marchese di Harwood, era stato tenuto sveglio nel cuore della notte per una donna! Incredibile! Impossibile!
Un conto era rimanere in piedi tutta la notte per colpa di una donna che si divertiva nel suo letto, ma rimanere svegli perché ne desiderava una che non poteva avere come le altre e che la desiderava con sé tutta la vita, era un’altra questione.
Non aveva mai avuto questi problemi ed ora aveva bisogno di un consiglio.
Michael non era in casa quando era passato da lui a prenderlo, quindi era venuto da solo da Nicholas.
Appena salì lo scalone dell’ingresso, la porta si aprì ancora prima che lui avesse bussato. Fitzwilliam lo accolse nell’atrio e quando il valletto prese mantello e cappello, lo accompagnò automaticamente al piano superiore senza mai smettere di sorridere.
     “ Fitzwilliam state ridendo?” chiese Duncan al maggiordomo che di solito si mostrava impassibile ed efficiente.
     “ Chiedo scusa milord, ma non posso farne a meno. Non riesco a smettere.”
     “ Per quale motivo? Fate ridere anche me, credo di averne bisogno.”
     “ Oh, io lo trovo molto divertente, ma non so se ci sarà da ridere milord. Anzi, temo che il padrone sarà furioso.”
Fitzwilliam non disse altro, ma Duncan non poté chiedere spiegazioni perché erano arrivati davanti alla camera di Nicholas ed il maggiordomo bussò.
La risposta dell’amico arrivò come un grugnito.
Duncan lanciò uno sguardo perplesso a Fitzwilliam.
Nicholas era già di cattivo umore a quell’ora?
Di solito ci metteva più tempo.
Lui seguì il maggiordomo nella stanza per subito finirgli addosso quando quest’ultimo si fermò di colpo.
     “ Fitzwilliam, cosa diavolo vi prende?”
Non ricevendo alcuna risposta seguì il suo sguardo e notando le condizioni dell’uomo nella stanza, rimase ammutolito.
Poco dopo si sentirono due gridolini femminili, si voltò verso la porta vedendo che Lady Serenity ed Emily erano entrate.
     “ Oh mio Dio!” esclamò quest’ultima.
     “ Mio caro, cosa hai combinato? Non credevo ti piacesse questo genere di cose?” gli chiese la madre prima di scoppiare a ridere insieme a tutti i presenti.
Quando Duncan si riprese abbastanza, osò chiedere senza, però, riuscire a contenere l’ilarità nella voce.
     “ Seriamente, Nicholas, perché sei legato al letto con i capelli arruffati e solo un cuscino a coprirti? Hai passato una notte movimentata?”
Egli rispose con una sfilza di imprecazioni di fronte alla quale i presenti rimasero impassibili.
     “ Slegatemi, dannazione!”
Fitwilliam eseguì il compito, cercando di rimanere indifferente, con scarso successo; e appena Nicholas fu libero, corse nello spogliatoio.
     “ Ti aspettiamo nel salottino, caro. Vogliamo un resoconto accurato della tua avventura.”
Uscirono dalla camera ancora ridendo.

* * * * * * *

Nicholas si vestì più arrabbiato che mai. Lo era stato anche quando la Perla Nera l’aveva legato, ma non tanto quanto lo era adesso.
Quella donna l’aveva umiliato. Lui avrebbe cercato di fargliela pagare ad ogni costo!
Quando fu pronto, scese riluttante nel salottino. Nel momento in cui aprì la porta, le risate cessarono per poi riprendere subito appena si fu richiuso la porta alle spalle.
     “ Siete arrossito amico mio” gli fece notare Duncan, guadagnandosi uno sguardo furente.
     “ Allora, Nicholas, cosa è successo?” chiese Emily curiosa come tutti gli altri.
     “ Nulla! E’ stato un incidente!”
     “ Mio caro, non credo che essere legato ad un letto sia solo un incidente. E’ stata una donna?”
     “ Madre, per favore!”
     “ Milord, stanotte credo di aver visto la Perla Nera uscire dalla vostra camera. Per caso è stata lei?” chiese il maggiordomo.
Nicholas non rispose, diventando color porpora.
Tutti scoppiarono a ridere e lui batté in ritirata sbattendo la porta.
Mentre usciva non prestò attenzione a Duncan che gli ricordava del ballo alla sua dimora quella sera.

* * * * * * *

Michael arrivò nella dimora di Duncan sorridendo. Era venuto a conoscenza di tutto quello che era successo a Nicholas. Prima da Danika, poi da Duncan, che non riusciva a rimanere serio mentre raccontava l’accaduto. Lui aveva riso come un matto. Era ora che qualcuno desse una lezione a quel maschilista di Nicholas, ma, dall’altra parte, temeva le conseguenze. Lui era un uomo orgoglioso e non doveva essergli passata la rabbia verso ciò che era accaduto.
Michael raggiunse i due amici e scoprì che Duncan stava ancora prendendo in giro Nicholas senza ritegno. Lui si unì all’amico, mentre il diretto interessato rimaneva impassibile in uno stoico contegno, rassegnato, ormai, ad essere diventato lo zimbello della situazione.
     “ Nicholas, come hai fatto a farti fregare?” chiese Michael.
     “ Dormivo?”
     “ E non ti sei accorto che ti stavano legando? Ti ricordavo più vigile, amico mio.”
     “ Stavo sognando” si giustificò Nicholas.
Michael lo guardò incredulo, ma non potè aggiungere altro perche in quel momento li raggiunse Danika.
     “ Mia cara, tutto bene?”
     “ Si milord, va tutto in modo perfetto. Signori.”
     “ Milady” risposero Duncan e Nicholas.
     “ Hai spazio nel tuo carnet, carissima?”
     “ Si, vuoi ballare Michael? Non è da te chiedermi di ballare un valzer.”
     “ Oh. No, non per me. Ma vedete, Lord Darcy ha bisogno di distrarsi e mi sembrava un’opportunità.”
Michael ricevette due occhiatacce dai diretti interessati, ma quando strizzò l’occhio a Danika. Lei sorrise.
     “ Ballerete con me, milord? Lo gradirei molto se foste così gentile da accettare” così dicendo lei s’incamminò verso la pista senza aspettare il suo cavaliere.
Michael sorrise e scambiando uno sguardo con Duncan spinsero Nicholas che fu costretto a prenderla tra le braccia e ballare.

* * * * * * *

Danika ridacchiò. Michael era una cosa impossibile quando ci si metteva!
Lord Darcy l’aveva condotta sulla pista, le aveva posato una mano sulla vita e con l’altra aveva preso la sua, però lui manteneva una distanza enorme fra loro.
     “ Milord sapere ballare il valzer?”
     “ Si, certo” rispose indignato lui.
     “ Allora perché state così distante?”
Si avvicinò a lui, molto vicina, poi incominciarono a volteggiare per la sala.
Lord Darcy si ostinava a rimanere rigido e  distaccato, offrendo a Danika l’opportunità di stuzzicarlo.
     “ C’è qualcosa che non va milord?”
Egli non l’ascoltò nemmeno e lei insistette.
     “ Milord? Lord Darcy?”
     “ Oh, perdonatemi. Avete detto qualcosa?”
     “ Si, vi ho chiesto se avete qualcosa che non va!”
     “ No, no. Tutto bene. Chiedo scusa per essermi distratto.”
     “ Non è molto gentile da parte vostra danzare con me, ma non prestarmi minimamente attenzione.”
Egli assunse un’aria compita, ma lei non si lasciò ingannare.
     “ Se posso permettermi, milord. Come mai siete così distaccato ed avete quei segni sui polsi?”
Lord Darcy si avvicinò e le sussurrò all’orecchio
     “ Sono stato legato, milady”
     “ Dalla Perla Nera? Sapete, Michael mi ha detto che si è introdotta nella vostra dimora.”
Egli fremette dalla rabbia.
     “ Sarete contenta Miss Knight. Non era quello che mi avevate augurato?”
     “ Oh, ma non vi ho augurato di venire legato al letto e lasciato lì da solo senza i propri vestiti.”
     “ State dicendo che vi dispiace?”
     “ Ah, la Perla Nera non si sarebbe mai dovuta permettere!” disse in tono condiscendente e Lord Darcy si accorse che si stava prendendo gioco di lui.
Danika sorrise notando che si era chiuso in un silenzio, offeso, e lei continuò a chiacchierare. Finchè, irritata dal suo disinteresse, gli pestò un piede con il tacco della scarpetta.
Lord Darcy trasalì mormorando una mezza imprecazione e lei gli sorrise con aria innocente.
     “ Perdonatemi milord. Ero distratta” mise più enfasi sull’ultima parola.
Egli ricambiò con un sorriso forzato, cogliendo il rimprovero sottointeso. Finito il ballo, la accompagnò da Michael.
Danika sorrise all’amico che ricambiò il suo con uno divertito.
Dopo aver salutato i due gentiluomini, si diresse verso suo fratello Christopher, notando con piacere che Lord Darcy zoppicava leggermente.

* * * * * * *

Nel frattempo, Lord Harwood aveva notato che Lady Harrington continuava a tormentare la figlia, presentandola come un capo di bestiame in vendita.
Decise di andare a salvarla. Le si avvicinò di soppiatto alle sue spalle.
     “ Miss Harrington.”
Lei sobbalzò spaventata e si voltò con una mano posata sul cuore.
     “ Lord Harwood!”
     “ Perdonatemi milady. Non era mia intenzione spaventarvi, o forse si.”
Lei gli regalò un sorriso timido ma divertito e lui lo ricambiò.
     “ Posso avere l’onore di questo ballo?”
     “ No, milord. Mia figlia non può, ha già promesso che ballerà con il Duca di Haviland” intervenne Lady Harrington arrivando in quel momento.
Miss Harrington la guardò con aria afflitta.
     “ Ma madre…”
     “ Niente ma. E’ un ottimo partito, con un titolo antico e molte sterline l’anno.”
     “ Sono spiacente, Lady Harrington, ma arriverà tardi.”
Trascinò Miss Harrington sulla pista mentre ridevano, lasciando sua madre a cercare una scusa plausibile per il Duca di Haviland.
Duncan circondò fra le braccia la sua compagna e la condusse in una quadriglia. Ottenendo finalmente un sorriso felice ed un’aria divertita da una Miss Harrington di solito timida e compassata.


 
 

 
    
    

    
    


  
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