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Autore: Himeno    16/03/2012    12 recensioni
Due ragazzi che non conoscono ancora l'amore e che sono uno il contrario dell'altro, possono innamorarsi? Angelo e Diavolo. Il loro amore potrebbe nascere a causa di un gioco? la mia prima ff su questo cartone favoloso! Leggete e ditemi che ne pensate^^ kiss
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Raf/Sulfus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love Game'
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Capitolo 18

 

Sono passate tre settimane dal ballo e dal mio primo bacio. Settimane di silenzio e tensione. Il giorno dopo che avevo baciato Sulfus, io e lui ci siamo guardati e parlati a malapena. Io ero ancora imbarazzata e mi vergognavo di quello che avevo fatto ma lui sembrava sempre di cattivo umore. Come se gli avessi fatto un torto. Che cavolo! Sono io quella che dovrebbe essere arrabbiata per aver dato il primo bacio a uno screanzato come lui. Vuole continuare a ignorarmi per tutto il tempo che sarò a casa sua? Benissimo! Io continuerò a fare lo stesso con lui.

Non mi strapperò di certo i capelli dalla disperazione perché il signorino non mi degna di uno sguardo.

Anche oggi a scuola tutto normale. Le solite lezioni, i soliti cretini che fanno scherzi idioti e il solito intervallo passato con le mie amiche. Bhè non proprio “solito” intervallo. Stavolta mi sono sfogata con Uriè e Dolce proprio sul comportamento irritante di Sulfus. Non ce la facevo più a tenermi tutto dentro.

 

-Davvero ti evita come la peste?- mi chiese Dolce.

-Già. Le uniche parole che mi rivolge sono i saluti “Ciao” e “Buonanotte”- spiegai.

-La specie maschile è davvero un mistero per noi- disse Uriè mangiando il suo panino.

-Gli uomini dicono lo stesso di noi. Direi che siamo pari- risi. Siamo un mistero per l’un l’altro. Non male come situazione.

-Hai provato comunque a parlargli? Tanto per sapere la causa di tutto questo distacco tra voi- chiese Dolce.

-Quale distacco? Non ci siamo mai avvicinati davvero. Noi ci odiamo a vicenda- risposi un po’ risentita.

-Certo come no. Raf, a noi non la dai a bere- disse Uriè guardandomi con sguardo serio.  –Io e Dolce ti abbiamo ascoltata in queste settimane e da quando stai a casa Zolfanelli ci sei sembrata diversa. Sei cambiata e il motivo è uno solo. Sulfus-

-Ha ragione Uriè. Tu non ce la racconti giusta, amica mia- disse Dolce.

Dio mio… non sta succedendo davvero… non può essere!

-Di che state parlando? Io detesto Sulfus. Sapete quello che mi ha fatto-

Mi ha vinta e mi ha rintanata a casa sua come una prigioniera. E lui pensa che dovrei ringraziarlo per l’ospitalità ed essergli grata che non mi schiavizza. Ma andasse a quel paese!

-Sì, lo sappiamo. Tuttavia ti sei… come dire… addolcita rispetto a quando ti eri appena trasferita a casa Zolfanelli. Prima non facevi che innervosirti e sprizzavi odio per lui da tutti i pori. Adesso è diverso. Lo mandi raramente a quel paese e ci hai raccontato storie divertenti che accadono in quella casa infernale. Ammettilo che ti stai abituando a lui e alla vita in casa sua- disse Uriè.

-Non c’è niente da ammettere. Mi sono solo adattata alla mia attuale situazione. Non posso di certo ritornare a casa mia come se niente fosse, dopo che mio padre mi ha messa in gioco come un oggetto. E se andassi da altre parti, Sulfus mi seguirebbe e mi riporterebbe indietro. Sono solo un passatempo per lui da cui non può separarsi. Almeno fino al ballo è stato così. Dopo è lui ad essere cambiato-

Le mie due amiche si guardarono per poi sospirare. Chissà cosa gli frulla in testa? Non penseranno che mi sia innamorata di Sulfus? Fossi matta! IO provare amore per quel cafone? Impossibile!

Dolce si mise a leggere una rivista mentre io e Uriè continuammo a parlare ma stavolta del più e del meno. Di altre cose che non riguardasse l’argomento Sulfus Zolfanelli.

Suonò la campanella e io e le mie amiche andammo verso la nostra aula ma prima di aprire la porta, Dolce mi fermò per farmi vedere un articolo.

-Lo sapevi che tra una settimana è il compleanno di lui?- chiese con un sorriso, che stranamente non mi convinceva.

Guardai l’articolo e c’era il profilo di Sulfus con i suoi dati personali.  Era vero.  Mercoledì prossimo è il suo compleanno.

 

Ora capisco il trambusto in casa Zolfanelli che dura da ieri mattina. Tutta la servitù era così indaffarata che mi chiedevo che stava succedendo. Ed ecco svelato il mistero. Il loro signorino compie 17 anni.

Ciò mi fece ricordare il mio compleanno. Il 14 febbraio, il giorno di San Valentino. Non per niente, il mio secondo nome di battesimo è Valentina. Raffaela Valentina Angelie Serafini. Il terzo nome è quello di mia madre.

La maggior parte delle volte ho festeggiato il mio compleanno con Lorena e le Angels. Papà era poco presente perché era impegnato con il lavoro. Però mi faceva sempre dei bei regali e mi dava sempre un bacio di auguri.

Nel ricordare, mi ritrovai con le lacrime agli occhi. Mi sento tradita. Tutto questo è colpa del gioco d’azzardo. Sua e di mio padre che si è lasciato andare a simili divertimenti.  Non avrei mai creduto che uno come Arkan Serafini potesse cadere così in basso.

-Signorina Raf, si sente bene?-

La voce di Marcus mi fece sussultare. Ero talmente immersa nei ricordi da dimenticarmi del resto del mondo per un attimo.

-Sì… sì, sto benissimo, grazie- risposi schiarendomi la voce.

-Mi è sembrata così triste. Brutti pensieri? La soluzione migliore è farsi una scorpacciata di biscotti alla cannella. Quelli tirano su il morale. La cuoca ne ha appena sfornati, se vuole favorire- mi fece l’occhiolino l’anziano servitore.

-Sicuro che non disturbo nei preparativi? Vi vedo tutti indaffarati- sorrisi. La proposta però è allettante. Non avevo mai mangiato biscotti alla cannella.

-Nessun disturbo, anzi. Stavo per farmi una pausa. Non ne posso già più di tutti questi lavori, sono ormai troppo vecchio-

Sarà anche vecchio ma credo sia anche l’unico insieme alla signora Tilda, la cuoca, ad essere socievole qui dentro. Il resto della servitù è piuttosto freddo e distaccato.

-Ok, mi ha convinto- e andai con lui in cucina.

Sai che vi dico? Al diavolo Sulfus e le sue paranoie e al diavolo la linea!

 

****************************************

 

 Questa è la decima birra che mi faccio. O è la nona? Da quando sono arrivato al pub non ho fatto che bere e decisamente ho perso il conto di quanto alcool abbia ingerito.

-Capo, non è il caso di smettere adesso? E’ da settimane che passiamo le serate qui-

-Non scassare le palle e prendimi un'altra birra-

-E’ dalla sera del ballo che bevi come una spugna. Hai sempre bevuto ma non così tanto da ridurti sbronzo e il motivo è solo uno-

Sapevo chi intendeva. Raf. E’ per colpa sua se mi sono ridotto così.

Gas aveva ragione tuttavia mi sarei tagliato la lingua pur di non ammetterlo.

Da quando io e l’angioletto ci siamo baciati, qualcosa in me è cambiato. Per la prima volta in vita mia, sentii battere il mio cuore e un calore espandersi in me. Mi sono sentito vivo.

Devo proprio star male per pensare queste sdolcinatezze adesso. Ho la testa completamente annebbiata.

-Non scopi una donna da un sacco di tempo e se continuerai così ti sentirai male. Una lunga astinenza fa male ad un uomo- continuava il suo discorso, Gas.

Lo sentivo come se fosse lontano. Un eco nella mia mente.

Già, l’astinenza. Come se lo facessi apposta a rimanere casto. Cazzo, non è colpa mia se non mi si addrizza neppure davanti ad una bella pollastrella. Cosa mi succede? Nella mia mente passa sempre l’immagine di Raf.

Guardo Gas e ad un tratto, mi si offusca la vista per poi non vedere altro che il nulla.

 

Sono solo nel buio totale. Non vedo e non sento niente.

Sono completamente immerso nelle tenebre senza speranza di uscirne.

Ma… cos’è quella luce? All’improvviso mi si avvicina qualcuno. Sarà un angelo?

Oh andiamo! Non dire cazzate, Sulfus. Tu non credi negli angeli e nemmeno in Dio.

In effetti ho smesso di crederci molto tempo fa. Quando ero piccolo e mia madre mi rivolse quelle parole orribili.

 

-Sei un bastardo! Un figlio di nessuno. Sappi che non ti ho mai voluto. Se non fosse stato per quel vecchiaccio di tuo nonno, avrei abortito. Sei solo un oggetto per me, non ti ho mai voluto bene.-

 

Quelle parole mi ferirono. Lasciarono una cicatrice profonda dentro di me. Tuttavia non piansi. Non ho mai pianto fino ad ora.

E da allora, promisi che non avrei permesso a nessuno di ferirmi. Mai più.

Finalmente riesco a vedere il volto dell’angelo luminoso. Bellissimi capelli lunghi e del colore del sole. Occhi azzurri e limpidi come il mare. Tutto il suo aspetto esprime purezza.

Raf.

L’unica luce nell’oscurità è Raf.

 

Mi sveglio lentamente e apro gli occhi offuscati. Dove sono? Vicino a me c’è qualcuno che parla.

Cavolo, ho la testa che mi scoppia e una nausea tremenda. Le solite conseguenze del dopo sbronza, dannazione!

Richiudo gli occhi cercando di riaddormentarmi ma solo allora riesco a sentire la voce vicino a me.

-Come si può essere così stupidi da ridursi in questo stato. Sei proprio uno scemo- diceva Raf a bassa voce.

Stupido a me? Casomai lo è lei a parlarmi mentre, in teoria, sarei addormentato.

-Mi sono preoccupata… davvero-

… Come? Che sta dicendo?

-Non è vero che io ti odio, nonostante te lo ripeta sempre. All’inizio, forse, era così ma… adesso no. Non so cosa provo. E’ la prima volta che sento qualcosa del genere e non riesco a capire-

Perché il mio cuore batte così forte come mai prima? Non sei l’unica a non capire, Raf. Sento anch’io qualcosa di nuovo.

-Forse tutto è iniziato da quando Marcus mi ha raccontato un po’ del tuo passato. Della tua solitudine. Mi dispiace, io non posso capire come ti sei sentito. Non sono mai stata sola, però…-

Non la lascio finire. Apro di scatto gli occhi guardandola con astio e gli prendo il polso stringendoglielo. Quindi è compassione quella che prova per me. Odio quando la gente mi compatisce. Preferirei morire. Maledizione a Marcus e alla sua boccaccia!

-Allora ti faccio pena- sibilai tra i denti.

-Su-Sulfus, e-eri sveglio- mi guardò sofferente per via della mia stretta al polso.

-Già. Comunque non ho bisogno della compassione di nessuno! Vattene! Esci da qui!- dissi mollando in malo modo il suo braccio.

-Non è così, Sulfus. Io…-

-HO DETTO VATTENE! Non ci senti?-

Guardandomi un ultima volta, ubbidì lasciandomi solo. Stava piangendo. Ho visto le sue lacrime uscire prima di voltarsi.

Ma non mi importa. Che andasse al diavolo!

Ancora furioso, mi distendo sul letto e cerco di dormire. Anche se dubito di riuscirci. Ormai il mal di testa si è intensificato accompagnato all’amarezza.

 

Continua…


Chiedo umilmente venia ma come al solito l'ispirazione mi aveva abbandonato sul più bello. Esattamente quando stavo per fare il punto di vista di Sulfus ç__ç Ma ora finalmente ce l'ho fatta ^___^ Che ne pensate? Commentate e ditemi le vostre opinioni. Un bacio e alla prossima dalla vostra Tany!

   
 
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