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Autore: Hikary    17/03/2012    3 recensioni
{Jolanda, la figlia del Corsaro Nero} [Jolanda/Morgan ~ random!moment]
« Morgan, ssssh! »
« Che succede? » bisbigliò Morgan, scattando « Hai sentito qualcosa? »
Jolanda gli posò una mano sulla spalla, tirandolo di nuovo a sedere,
« No.
Sto pensando e il tuo farneticare mi disturba. »
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Uhm, direi fic scritta per il soffice pavimento della Camera Castiel, per i muffin pieni di cioccolato e le navi che vanno a fuoco ma nessuno sa perché v.v – traduzione, ad Alice <3

Jolanda la figlia del Corsaro Nero é stato tipo uno dei cartoni italiani più fighi che io ricordi e Jolanda & Morgan sono il mio OTP d'infanzia, nonché la coppia a cui potrei ricondurre tutte le ship della mia vita.
Heat of the moment appartiene a Stacee Jaxx, ma forse la venderà e comprerà un baby llama per il figlio di Drew e Sherrie sperando che quest'ultima lo perdoni, perciò non stupitevi se Google vi darà altri owners. Oh, la frase sul " hai sentito qualcosa?/sto pensando" é ovviamente ispirata a La Spada Magica - il mitico " voglio solo che tu stia zitta XD
Questa fic deriva da un auto-prompt che io mi sono appuntata secoli fa – letteralmente “ fa freddo, serve più legna X°°D” - di cui non ricordo assolutamente nulla. Ma insomma, andava sviluppato in qualche modo.


Heat of the moment
{my cap'tain is freezing!}


« Jolanda... »
« No! »
« Ma... »
« Morgan...! »
« Insomma! »

I due pirati si fronteggiarono per qualche secondo, naso contro naso, prima che Morgan si arrendesse, come al solito. Erano talmente abituati a quelle conversazioni monosillabiche, fatte di intuizioni, più che di frasi, da non rendersi nemmeno conto di quanto fosse speciale quel che c'era tra loro. Jolanda non sapeva davvero che sgranare i suoi immensi occhi blu e arricciare le labbra in un modo un po' infantile - da bambina capricciosa, avrebbe detto lui – era sufficiente per ottenere qualsiasi cosa; eppure lo faceva, puntualmente, quasi d'istinto.
Infatti Morgan non si stupì di se stesso quando, nel vederla raggomitolarsi in un angolo della stiva, le strinse la benda precedentemente improvvisata attorno al braccio e si lasciò cadere al suo fianco, abbastanza lantano da non innervosirla ma comunque accanto.

« Oh, d'accordo. Facciamo come vuoi tu. » brontolò. « Ma non so quanto a lungo rusciremo a restare nasconsti qui sotto. Se stanno passando in rassegna tutte le navi ormeggiate in questo posto, prima o poi... »
« Morgan, ssssh! »
« Che succede? » bisbigliò Morgan, scattando « Hai sentito qualcosa? »

Jolanda gli posò una mano sulla spalla, tirandolo di nuovo a sedere,

« No. Sto pensando e il tuo farneticare mi disturba. »
« Oh, chiedo scusa vostra altezza se le mie futili preoccupazioni sulla nostra sopravvivenza la stanno annoiando! »

La ragazza aprì la bocca per ribattere; ma anziché una delle sue solite risposte taglienti, a colpire Morgan fu un inaspettato starnuto, rapido e inevitabile come una stoccata della sua spada. Rimasero in silenzio qualche istante, entrambi con gli occhi sgranati. Poi Jolanda tirò su col naso, con un piccolo sbuffo e un colpetto di tosse, e Morgan, pur sapendo di firmare la propria condanna a morte, scoppiò a ridere.

« Qualcuno si sta pentendo di non avermi dato retta? » la stuzzicò.
« Affatto! » ribatté la ragazza, infervorandosi all'istante « Non c'era tempo per cambiarsi. Un po' di acqua non mi ucciderà. »

E in effetti non era rimasto molto tempo dopo aver sbirciato lui sfilarsi la camicia fradicia, per quanto in fretta, da quello stupido specchio che pareva esserle stato messo davanti da un fato molto spiritoso.

« Io il tempo l'ho trovato. »

Jolanda guardò da un'altra parte.

« Ho un braccio ferito, mi muovo lentamente. »

Forse era perfino arrossita.

« Avrei potuto darti una mano. »

Non era sicura che stesse scherzando; se avrebbe mai potuto scherzarci su e se stava capendo su cosa avrebbe potuto scherzare. Sempre più stordita – dal male al braccio, dal freddo e dalle loro conversazioni surreali – si rannicchiò su se stessa e represse un brivido.

« Oh, accidenti a te! Ora stai anche tremando! »

Il tono preoccupato era assoltamente adorabile e... Un momento, aveva pensato adorabile? No, fastidioso. Quello che intendeva sul serio era fastidioso. Sì, adorabile in senso ironico. Solo che nei pensieri l'ironia si sentiva poco.

Mi sta venendo la febbre, si lamentò, ma solo tra sé; perché lei era un pirata, dannazione, non una ragazzina piagnucolosa!

« Dobbiamo trovare il modo per scadarti e subito. Hai scelto un bel momento per avere un braccio ferito, capitano. »
« La prossima volta vedremo di accordarci in anticipo per non intralciare i tuoi programmi. »
« Devi essere così acida anche mentre cerco di salvarti la vita? »
« Voglio tenere la tua concentrazione allenata, dovresti ringraziarmi. Saper essere produttivi sotto stress é... Morgan, che stai facendo..? »
« Sei gelida, ti verrà la febbre. Devi toglierti questi vestiti bagnati, ora. » rispose pacatamente Morgan, armeggiando con la manica della giubba rossa per non causare ulteriore dolore al braccio.  « Senza contare che il calore si propaga molto più rapidamente attraverso il corpo umano che attraverso i vestiti. »

Il calore... COSA?

« Cosa vorrebbe dire..? »
« Che meno stoffa c'è tra il tuo corpo e il mio-... »

Ignorando palesemente il dolore, la ragazza si divincolò dalla presa di Morgan e strisciò all'indietro, andando a sbattere contro una cassa di legno.

« Mi pare una pessima idea! Forse dovremmo andare sul ponte e vedere se con un po' di sole mi asciugo... » farfugliò.
« Anche ignorando il fatto che venti soldati armati fino ai denti stanno setacciando il porto per trovarci... Jolanda, seriamente: asciugarti al sole? »

Morgan la guardava allibito.

« Oppure potremmo... » si guardò attorno, alla ricerca di una buona idea per uscire da quella situazione. Morgan, le braccia allargate in segno di attesa, non faceva che aumentare la sua confusione. « ...accendere un fuoco! »

Jolanda non ricordava di aver mai visto un'spressione simile sul volto dell'amico.
Le si avvicinò di nuovo, molto lentamente, come se fosse alle prese con qualche strana bestia feroce o con della dinamite sul punto di esplodere, e le posò una mano sulla spalla.

« Jolanda » sussurrò, e dalla voce pareva davvero preoccupato « siamo su una nave. »
« Oh. Ma... ma certo. » mormorò lei, realizzando lentamente l'idiozia assoluta di quelle sue ultime frasi « Sì, ovviamente. Intendevo dire che dovremmo scendere e accendere un fuoco. »
« Per me va benissimo. » rispose Morgan con tono accomodante, finendo di sfilarle la giubba « Solo non capisco perché tu non voglia il mio mantello. E' molto caldo e ti sentiresti sicuramente meglio. »

Quasi gli strappò di dosso il mantello, che si era messo sopra i nuovi vestiti dopo il famoso cambio, avvolgendoselo attorno alle spalle e concedendosi finalmente di battere i denti una o due volte.

« Certo che voglio il mantello! E tu avresti potuto semplicemente dire “ vuoi il mio mantello?” anziché titrare fuori tutte quelle storie sul calore e la stoffa. »

Esausto, Morgan si lasciò cadere per la seconda volta accanto a lei, annuendo nel modo più accondiscente possibile sperando di riuscire a farla stare un po' zitta. Ignorarla era sempre un azzardo, eppure l'improvvisa quiete al suo fianco confermò che aveva avuto fortuna.

« Uhm, sei caldo. »
« Non sperare che ti abbracci o qualcosa di simile, sia chiaro. »
« E tu non sperare che te lo chieda. »

Si lanciarono un'occhiata di sbieco.
Nonostante tutto, Jolanda non riuscì a non domandarsi perché mai dovesse fare una tragedia, ogni volta, pur sapendo che sarebbe comunque finita così: uno accanto all'altra, distrutti, con il braccio di Morgan che si stiracchiava casualmente fino a circondarla e la propria testa che si abbandonava su quella spalla troppo familiare.






 
 
  
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