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Autore: starcollision    17/03/2012    3 recensioni
Elena si trova in mezzo tra l'amore dei due fratelli Salvatore. Ma se prima la sua scelta sembrava convinta e irreprensibile, qualcosa cambierà. Le decisioni prese in precedenza traballeranno, ed Elena sarà costretta a rimettere tutto in discussione. Ma la strada è lunga, e alla fine, cosa troverà? Chi sceglierà? L'amore di sempre, Stefan, o quello nuovo, appena sbocciato, che sta imparando a scoprire piano piano, ovvero Damon?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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"Un bacio può essere una virgola, un punto interrogativo o un punto esclamativo. E' una fondamentale regola di lettura che ogni donna dovrebbe conoscere."
Mistinguett 


Ero seduta vicino alla finestra, e guardavo fuori. Il mio letto era ancora sfatto, ma non avevo voglia di rifarlo, in quel momento.
Fuori era tutto tranquillo: ogni tanto passava qualche macchina, oppure un bambino, accompagnato dietro dalla madre. Vidi un gatto che si guardava indietro, temendo un cane che lo fissava dietro un cancello.
Il clima primaverile era l’ideale. Amavo quel periodo dell’anno: tutto era fiorito, l’aria non eccessivamente calda, il sole che picchiava sul terreno, rendendo la natura ancora più luminosa. Un venticello fresco mosse le foglie dell’albero di fronte a casa mia.
Cercavo disperatamente di distrarmi, di non pensare. Perché sapevo che se avessi lasciato la mia mente a briglia sciolta, l’argomento sarebbe stato solo uno. Damon governava i miei recenti pensieri.
Ma purtroppo non era solo quello. Ciò che mi spaventava più di tutto erano le mie reazioni verso di lui. La mia improvvisa gelosia. Ma non era gelosia, non poteva esserlo. Eppure era ciò che mi aveva detto anche lui. Era successo qualcosa, e non potevo negarlo. Ciò che era fatto non poteva essere cambiato, e le mie reazioni pure.
E se non era gelosia cos’altro poteva essere? Perché avevo iniziato a stringere i pugni quando l’avevo visto al Grill con la bionda della festa poche sere fa? Perché mi ero aggrappata a Stefan come se da quella presa dipendesse la mia stessa vita? E perché l’avevo baciato con trasporto – forse un po’ eccessivo – proprio quando li eravamo andati a salutare? Non sapevo rispondere a quelle domande. O forse si, solo che non volevo ammetterlo neanche a me stessa.
Molte cose erano cambiate, forse troppe. I miei sentimenti erano cambiati. E mi spaventava. Perché dovevo andare a cercare qualcos’altro quando avevo tutto? Stefan mi amava, era sempre stato il mio porto sicuro, la spalla su cui piangere, colui che mi aveva sempre protetta e l’avrebbe continuato a fare. Sempre. Su questo ero sicura. E allora cos’è che mi mancava? Di cosa avevo bisogno ancora?
Eppure mi scioglievo davanti a quegli occhi blu. Il mio corpo palpitava di fronte a lui. Il mio cuore accelerava il suo battito. E non potevo negare che qualche volta mi ero trovata ad immaginare come sarebbe stato baciare quelle labbra, sentire il suo sapore a contatto con la mia pelle, sentire il suo respiro sul mio collo.
Mi amava? Si – o almeno così aveva detto. Ma dopo tutto quello che era successo i suoi sentimenti erano rimasti immutati? Qualcosa era cambiato, in me, in lui. Non ero poi del tutto sicura di quello che provava. La sua bionda sembrava soddisfarlo. L’avevo ferito talmente tanto da aver cancellato tutti i suoi sentimenti? Probabile.
Ma anche lui c’era sempre stato. Era sempre li per proteggermi. La mia spalla su cui piangere, e anche il mio porto sicuro. Quando avevo bisogno di lui mi bastava chiamarlo e sapevo che sarebbe venuto. Lo aveva sempre fatto, anche nei suoi periodi più bui.
Ma era allora che arrivava la domanda più difficile, quella a cui mai avrei voluto rispondere, quella che mai avrei voluto pormi. Lo amavo? No, non era amore – o almeno così pensavo. Io ero attratta da lui, fisicamente. Il mio corpo lo cercava febbrilmente. Lo desideravo. Desideravo provare la sensazione di farlo mio, di provare come sarebbe stato. Se lui mi avesse amato come aveva detto di fare. E forse mi avrebbe aiutato a capire quello che realmente provavo per lui, forse avrei potuto dare una definizione a quegli strani sintomi.
C’era anche un’altra domanda: perché me li ero sempre negata? Intendo questi sentimenti, queste sensazioni. Non avevo mai preso in considerazione una scelta, una seconda possibilità. E a dire la verità non la volevo considerare neanche in quel momento. Volevo vivere in quella bolla che io e Stefan ci creavamo. Ma Damon era il dito che scoppiava la bolla. Che la ribaltava, la sconvolgeva, la scombussolava. E alla fine chi di noi ne sarebbe uscito integro?
Nessuno. A quella domanda sapevo rispondere. Perché in qualsiasi modo sarebbe finita, qualcuno si sarebbe fatto male. Damon e Stefan erano fratelli, consanguinei: volenti o nolenti anche loro si amavano. E nessuno dei due avrebbe voluto ferire l’altro.
Sapevo che Damon soffriva, stava male per il suo amore verso di me. Era una sorta di ‘tradimento’ verso suo fratello. Ma non poteva negare quello che provava. E io avrei dovuto fare lo stesso.
No, no, no. Non potevo. Li amavo entrambi, in un modo diverso e che avrei dovuto capire. Ma le cose stavano così, e non avrebbero dovuto essere cambiate.
Damon aveva già sopportato una situazione del genere. Katherine li aveva feriti entrambi, ma era lui che aveva dovuto sopportare un peso maggiore, era a lui che non era stato mai amato fino in fondo. Lui era sempre stato la seconda scelta. Ma Stefan? Come avrebbe reagito? Non potevo sapere. Il suo passato mi faceva paura. Adesso non sapeva, ma cosa sarebbe successo se avesse scoperto? Se avesse anche solo sospettato?
Ma ora la prima cosa da fare era capire. Probabilmente mi stavo facendo un sacco si idee che poi si sarebbero rivelate solo fumo. Perché avrei dovuto mollare tutto per una semplice infatuazione? Dopotutto da essere umano poteva scappare a tutti una piccola deviazione. E che deviazione. Stiamo parlando di Damon Salvatore. Accidenti, dovevo darmi un contegno.
Avrei dovuto scoprire, riuscire a decifrare quei segni che il mio corpo e la mia mente mi mandavano. E conoscevo solo un modo. L’inizio della fine. Ma avrei dovuto fare almeno un tentativo.
Sospirai, mentre continuavo a guardare fuori. Quello che stavo per fare mi faceva male, perché sapevo che avrebbe ferito molte persone. Eppure da una parte volevo farlo. Con tutta me stessa.
Mi alzai lentamente, mentre sentivo il mio stomaco che continuava ad attorcigliarsi. L’unica cosa che non sapevo era se mettere subito le cose in chiaro. In modo da limitare i danni. Ma mi sarei sentita una sorta di sfruttatrice. No, meglio di no.
Non so perché mi cambiai. Presi un paio di jeans e una maglia un po’ lunga, con dei motivi non ben precisati disegnati sopra.
Cercavo di respirare lentamente, ma sembrava così dannatamente difficile.
Accidenti.
Scesi le scale, quasi correndo per non farmi vedere da Alaric. Mi infilai la giacca e mi precipitai fuori. Ingranai la prima e partii. Viaggiavo a una velocità che non era proprio quella consentita, ma non  mi interessava. La strada scorreva veloce sotto di me, mentre il mio cuore batteva in modo anormale.
Mi fermai sul vialetto di casa Salvatore. Tirai il freno a mano e scesi dalla macchina. Sapevo che Stefan era a caccia.
La porta, come sempre era aperta.
Non mi sentivo più il cuore. Era volato via.
Con il respiro affannato raggiunsi il grande salone, ma non lo vidi. Decisi di percorrere le grandi scalinate per andare a vedere in camera sua. Le feci praticamente di corsa. Due gradini per volta.
La porta era socchiusa, e scorgevo una figura al di la di essa. Respirai profondamente.
Entrai, piano. Ma sapevo che lui mi aveva sentito. Era davanti a me che mi guardava, con uno sguardo interrogativo. I suoi capelli corvini, gli occhi blu, le braccia tese, la bocca rilassata e le sopracciglia leggermente aggrottate.
“Damon.”, dissi.
“Elena.” Sussurrò lui di tutta risposta.
Non gli diedi il tempo di dire altro. Mi avvicinai a lui. Eravamo a pochi centimetri. Lui mi fissava, ma, anche quando mi fermai a guardarlo a mia volta, non disse niente. Era bellissimo, non potevo negarlo.
Lo stomaco continuava a viaggiare per conto suo, seguito dal cuore.
Gli presi il viso tra le mie mani. Che strano, per una volta i ruoli si erano ribaltati.
E poi lo baciai. Le nostre labbra entrarono in contatto come una collisione di stelle. Sentivo il suo sapore sulla mia pelle, finalmente.
Lui subito non capì, ma poi ricambiò il bacio. Le nostre lingue si cercavano e si ritrovavano, come in un eterno inseguimento. Mi cinse i fianchi, mentre io gli appoggiavo le mie braccia sul suo collo.
Il mio cuore volava, scalpitava, gridava. Il mio stomaco continuava ad essere sballottato. Sentivo le mie labbra che prendevano fuoco, come in una sorta di esplosione.
Non so per quanto tempo rimanemmo così, ma tutto sembrava perfetto. E non avevo il coraggio di interromperlo, perché avrei  dovuto affrontarne le conseguenze. Ma dovevo.
Mi staccai, piano, mentre continuavo a sentire il suo respiro sulle mie labbra. Un brivido mi percorse la schiena. Aveva gli occhi ancora chiusi, ma li riaprì poco dopo.
Tolsi le mie braccia dal suo collo, mentre lui continuava a tenere le mani sui miei fianchi.
Abbassai immediatamente lo sguardo. Eravamo ancora troppo vicini.
“Scusa.”, mormorai.
Alzai leggermente gli occhi e capii che aveva capito. I suoi occhi erano talmente profondi che pensai  per un attimo di poter perdermi .
“Ti aspetterò.” , mi disse, in un sussurro. La sua voce era calda, morbida.
Io annuii con la testa.
Lui mi lasciò andare. Quando le sue mani si staccarono da me provai una sorta di dolore quasi fisico, come se mi avessero portato via un pezzo di me stessa.
Mi voltai e uscii dalla porta.
Sapevo che se mi fossi voltata indietro non sarei stata in grado di andare avanti.
 

NOTE:
Ta-dan! Ecco la scena che forse molti di voi stava aspettando con impazienza! :) cosa ve ne pare? Ovviamente tendo a specificare che anche questa è la prima unica volta che Damon ed Elena si siano mai baciati. Dimenticate la 3x10 (mamma mia, che puntata!) e, ancora prima, la 2x22.
Ho voluto che fosse lei a prendere la decisione, e probabilmente sono andata un pò OOC, visto che l’Elena che tutti noi conosciamo prima di fare una scelta simile – o, aggiungo, qualsiasi tipo di scelta – avrebbe aspettato anni, secoli. Però almeno nella mia storia ho voluto che lo facesse.
Devo dire che il finale non lo avevo progettato così, ma in realtà mi piace. Il fatto che Damon le dica “Ti aspetterò” lo trovo molto dolce. Dimostra quanto il suo amore sia sconfinato e incondizionato. Come una volta ha detto Elena (non mi ricordo la puntata), tutto ciò che ha fatto l’ha compiuto per amore. Penso che nessuna frase possa essere più giusta nel descrivere Damon.
La canzone che da il titolo al capitolo è Holding on and letting go di Ross Copperman. È la stessa del bacio delena della 3x10. Mi piace troppo :)
Come al solito recensite! :)
Un bacio, alla prossima,
Chiara.
P.S. mi scuso per l’aggiornamento così in ritardo, ma sono appena tornata dalla gita di classe da Parigi! Ci vado tutti gli anni, ma ogni volta che la lascio sempre una parte di me. È la città più bella del mondo.
P.S.S. finalmente è terminata la pausa! La 3x16 non mi è piaciuta particolarmente, ma comunque ho amato Damon e Stefan. E finalmente Matt si è reso utile facendo dire a Elena ciò che realmente prova per Damon. Incrociamo le dita. 

   
 
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