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Autore: Biblioteca    17/03/2012    3 recensioni
Hitler, Mussolini, Stalin e Mao sono finiti all'Inferno dopo morti. Una notte, scoprono che c'è un modo per riuscire a scappare.
Accompagnati dall'ambiguo e misterioso demone Demon, riescono ad uscire. Dovranno fare i conti con il mondo moderno e con gli angeli e i demoni spediti da Dio e da Satana per riportarli all'Inferno.
Ne vedrete delle belle!
(In questa storia ci sono riferimenti religiosi fatti con rispetto nei confronti di qualunque credo religioso. E' solo una storia, non voglio offendere nessuno)
Genere: Satirico, Sovrannaturale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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"Salve, il mio nome è Demon e sono un demone."
Così il giovane demone si presentò ai tre compagni di cella di Mao Zedong.
“E garantisco io per lui!” disse Mao.
Il trio era sospettoso, ma la voglia di fuggire era troppa; il demone venne subito accettato e i cinque partirono alla volta di cerbero.
Fu un cammino difficile: grossi demoni alti (simili a grifoni) cavalcati da diavoli con grosse torce perlustravano ogni angolo nascosto delle varie zone infernali, terribili e vogliosi diavoli facevano avanti e indietro per i corridoi in cerca di un dannato da violentare e diversi demoni stavano appostati sui tetti pronti a dare l'allarme se avessero visto qualcosa di sospetto. Ma i quattro dittatori erano pronti a tutto e molto prudenti e Demon era particolarmente esperto E dava istruzioni ai suoi ‘compagni di sventura’ su come e dove muoversi, su cosa fare e cosa non fare.
“Dobbiamo passare di lì….. Adesso andare di qua…. Silenzio! Abbiamo una presenza vicina… Adesso! .. Piano molto piano..”

Ed eccolo! Il terribile Cerbero! Addormentato grazie a Dio.
Era la mezzanotte della vigilia di Natale, la minuscola porta di servizio nascosta dietro al grosso sedere di cerbero era evidentemente semiaperta. Dalla sua pancia uscivano le urla straziate dei dannati che stava digerendo.
I cinque avanzarono in punta di piedi.
Hitler pestò un ramoscello secco, facendo rumore.
Il cane aprì un occhio pigramente, ma non vide nessuno (tutti si erano nascosti dietro un masso vicino) così si rimise a dormire.
"Cercate di fare più attenzione. Cerbero è pigro, ma quando si sveglia è un vero mostro" sussurrò Demon al quartetto.
I cinque avanzarono.
Ora erano a cento metri dalla porta.
"Bene, fin ora è andato tutto bene.." disse Ben.
"Sì, troppo bene per essere vero." sussurrò Stan.
"Cosa ci fate voi quattro qui? E chi è quello?" gridò una voce in lontananza.
Cerbero si lamentò nel sonno ma non aprì gli occhi.
I cinque si voltarono lentamente.
Una figura alata e dai lunghi capelli si stagliò davanti a loro: il sadico e terribile Vlad III di Valacchia, conosciuto anche con il ben più famoso nome Conte Dracula.
Le sue colpe erano talmente terribili che sulla terra erano nate molte leggende sul suo conto. Era così anche all'Inferno: girava voce infatti che fosse uno dei pochi a poter avvicinare Cerbero, poichè non lo poteva mangiare, disgustato com'era dalla sua carne. Si diceva inoltre che la sua profonda cattiveria aveva colpito positivamente Satana e ciò gli garantiva un minimo di libertà all’interno dell’Inferno. Ecco perché era lì: lui poteva tranquillamente andare in giro. I diavoli lo lasciavano in pace. E spesso lui per ricambiare il favore faceva la spia suggerendo dove trovare dei dannati che non erano riusciti a trovare una cella… Tutti i dannati avevano paura di lui per questo.
"Vlady? Tu qui?" disse Stan sbiancando come gli altri.
Demon invece si mantenne inespressivo.
"Sì.. Che strana coincidenza...Stavo passeggiando... E voi?"
"Anche noi."
"No caro, io sto davvero passeggiando, voi che diavolo ci fate qui? che tramate?"
"Fatti i cazzi tuoi." disse Demon.
Tutti lo guardarono, Dracula furioso, i quattro dittatori terrorizzati: mai offendere Vlad III di Valacchia.
"Giovinetto, ti spiacerebbe ripetere ciò che hai appena detto?" disse Dracula.
"Fatti i cazzi tuoi."
"Dimmi giovinetto, tu sai chi sono io?"
"No, chi sei?"
"Sono Vlad III di Valacchia, conosciuto anche come conte Dracula."
"Ah, il succhia-sangue."
"No, non sono un vampiro, non lo sono mai stato, ma mi sarebbe piaciuto, il sangue mi ha sempre attratto..."
"Bhè comunque la bocca ce l'hai, potresti succhiare altro..."
Mao cercò di trattenere una risata.
Hitler sorrise sotto i baffetti.
Stalin diventò ancora più bianco.
Dracula più furioso.
Mentre Ben cercò di capire la battuta.
"Siete un giovinetto molto esuberante, posso chiederti a quale zona appartieni o mi risponderai di nuovo male?"
"Non appartengo a nessuna zona."
"Ah, sei uno nuovo."
"No, guarda i miei occhi e capirai."
Dracula si avvicinò e appena capì di avere davanti un demone sbiancò e si lasciò cadere sulle ginocchia.
Tutti i dittatori osservarono allibiti la scena (tranne Ben che ridacchiava perchè finalmente aveva capito la battuta).
"Dimmi, tu sai chi sono io?"
"S-sì, sei un demone..."
"Questo lo so anch'io, ma dimmi, conosci il mio nome?"
"Io..Io..No non lo conosco..."
"Peggio per te."
Demon mosse una mano e il principe si ritrovò in aria. Non poteva urlare perchè muovendo l'altra mano Demon gli bloccò la bocca.
Con uno scatto Demon spezzò la schiena al principe che poi adagiò per terra.
"Demon! Perchè l'hai fatto? Era uno stronzo ok, ma..."
"Voi perchè non volevate portarlo con voi?"
Nessuno rispose.
"Vando alle ciance, ci daremo spiegazioni appena saremo fuori di qui. Aprite la porta."
Stalin e Hitler, con molta fatica, aprirono la piccola porticina.
E ecco che davanti a loro apparve un tunnel.
"Bene, ora prendiamoci per mano e lanciamoci fuori.” disse Demon.
Ma nell'attimo in cui lasciò la bocca del principe, quello urlò...

Cerbero scattò in piedi e iniziò a guardarsi intorno spaurito.
"Oddio oddio! Che incubo! Ho sognato di diventare il poggia piedi di Dio!" disse la prima testa.
"Sarà colpa di quel dannato fanatico che abbiamo mangiato ieri sera..." disse la terza testa.
"Ragazzi! Tre dannati scappano!" disse la testa centrale 8quella femminile).
"Merda! Ci ha visto!" disse Ben. e invece di lanciarsi con gli altri si staccò da gruppo e incominciò a correre gridando "ritirata ritirata!!!"
Una delle teste lo afferrò, ma lui si aggrappò in tempo ad una radice sporgente.
"Ti prego! Sono troppo dannato per essere mangiato!"
La testa tirò.
Ben lasciò la presa.
Il contraccolpo fu così forte che Ben finì nella narice del mostro.
Il mostro starnutì e Ben fu lanciato come un proiettile contro il gruppo che sbalzò fuori dalla porta...libero!
La porticina si richiuse.

"Oh Merda..." dissero le tre teste in coro.
  
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