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Autore: Kitsune Blake    21/03/2012    5 recensioni
Momenti di vita quotidiana.
Questo è il filo conduttore della raccolta, che tratterà degli argomenti più vari della vita del principe dei saiyan sulla Terra. Spero che le storie siano di vostro gradimento! ^^
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Bulma, Trunks, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E con questa  shot torno nel mondo dei vivi, visto che ultimamente sono stata parecchio presa da un’altra storia. Perciò chi deve ancora ricevere una risposta alla sua recensione non si preoccupi, da stasera inizierò a rispondere a tutti. E chi deve ancora ricevere qualche recensione (non faccio nomi, tanto più di qualcuno si sentirà chiamato in causa e sì, lo so, sono pessimaXD) sappia che mi sto impegnando al massimo. Ho letto un sacco di storie bellissime che aspettano solo di essere commentate.
Bene, non vi tormento più, vi lascio alla storia! XD

 

 

 

 

Genere: Dark, Introspettivo, Slice of Life
Avvertimenti
: Missing Moments, One-shot
Rating: Giallo
Introduzione:
Ed eccomi qui, con una nuova e breve shot, ancora frutto di ispirazione improvvisa. Ho semplicemente voluto dare una diversa visuale di un evento particolare. Buona lettura! ^^
Kitsune

 

 

 

The Night Before

 

 

 

Una luminosa giornata di sole. Il profumo delicato dei fiori. Il vociare di persone felici.
La donna si guarda intorno, finché un sorriso radioso le illumina il volto.
Sono perfetti.
Perfetti quegli occhi che brillano delle stesse sfumature del cielo.
Perfetta quella lieve e dolce risata, che le insinua nel cuore un calore avvolgente.
Che brucia.
Che uccide.
E’ una risata lenta e graffiante che incute terrore.
Sono occhi imbevuti di piacere nel guardare la morte.
-No!
L’urlo agghiacciante echeggia chiaro in quella luminosa giornata di sole. Tutto piomba nel silenzio, tutto sfuma nel buio di una camera da letto.

Bulma si mise seduta, mentre il cuore ancora sembrava combattere per uscire dalla cassa toracica.
“E’ stato solo un incubo…” pensò, portandosi una mano sul petto e tirando un respiro di sollievo. Si guardò intorno, più sveglia che mai, cercando di mettere a fuoco la sua stanza, e il suo sguardo infine cadde sul saiyan che dormiva pacifico accanto a lei.
A quel punto la donna non poté fare a meno di sorridere, notando che persino nel sonno Vegeta riusciva a mantenere quell’aria imbronciata che lo aveva sempre caratterizzato. Ma il sorriso scomparve così com’era arrivato, nel momento in cui il sogno tornò prepotentemente a inondare la sua mente. Così la scienziata si alzò, decisa ad uscire dalla stanza.
-Dove vai? –le chiese all’improvviso la voce roca del principe. Doveva essersi svegliato non appena l’aveva sentita agitarsi, e una volta di più Bulma si stupì dei riflessi posseduti dal marito, capace di dormire più profondamente un bambino per poi svegliarsi istintivamente, già pronto ad affrontare un possibile pericolo.
-Vado a bere un bicchiere d’acqua. –rispose infine la donna, nel tono più tranquillizzante che potesse trovare. Dopotutto aveva detto la verità.
Un grugnito le fece capire che la sua risposta era stata abbastanza esauriente. La scienziata indossò quindi la morbida vestaglia e le ciabatte, per poi andare dritta nell’ampia cucina.
Doveva essere davvero molto tardi, perciò si stupì parecchio nel momento in cui vide suo figlio intento a fare ciò per cui anche lei era venuta. Il bambino se ne stava in piedi accanto al frigo, con un bicchierone d’acqua in mano.
-Trunks, tesoro, cosa fai in piedi a quest’ora? –chiese Bulma, avvicinandosi a lui vagamente preoccupata. –Non sai che è molto tardi?
Il piccolo non la guardò negli occhi e assunse un’espressione torva.
-Ho fatto un sogno e non riesco più a dormire. –disse, e nel pronunciare queste parole le sue guance si tinsero lievemente di rosso.
Bulma tirò un sospiro di sollievo. Per un attimo aveva pensato che non si sentisse bene.
-Un brutto sogno? –chiese, aprendosi in un tenero sorriso. –Me ne vuoi parlare?
-Non era brutto. –rispose pronto il bambino, come se volesse sfidarla a dire che lui aveva avuto paura di uno stupido sogno.
-D’accordo. –rispose Bulma in un sorriso, e in quel momento decise di non insistere. Ormai sapeva bene come comportarsi con i suoi due testoni. Perciò non aggiunse altro e si limitò a prendere una bottiglietta d’acqua dal frigo.
-Io torno a letto. –disse quindi, dirigendosi alla porta.
-Aspetta, mamma.
Bulma si fermò sulla soglia, e si voltò verso il figlio.
-Dimmi, tesoro.
-Io… -cominciò Trunks, che finalmente alzò gli occhi celesti per incontrare lo sguardo della madre, -ho sognato che papà mi abbracciava.
Bulma inizialmente lo guardò sbigottita, ma non poté fare a meno di aprirsi di nuovo in un sorriso. Vegeta era un ottimo padre, ma non sarebbe mai stato un genitore affettuoso.
-Ti piacerebbe se lo facesse, vero?
Trunks non rispose ma distolse ancora lo sguardo, e per la donna questa fu una conferma più che sufficiente.
-E non sei più riuscito a dormire? –aggiunse lei, non riuscendo a reprimere la sua curiosità.
Il bambino scosse la testa. –Era un sogno strano.
La donna capì di avere davvero insistito troppo, così gli si avvicinò per accarezzargli i capelli.
-Anche se era strano, si trattava solo di un sogno. –disse, guardando il figlio decisa. –Quindi stai tranquillo e torna a dormire. Pensa piuttosto a quanto ti divertirai con Goten al Torneo di arti marziali, domani!
All’improvviso gli occhi azzurri di Trunks brillarono di pura aspettativa. –D’accordo!
Detto ciò, il bambino corse subito verso la sua stanza, chiaramente rincuorato. Bulma lo seguì con lo sguardo finché non lo vide oltrepassare la soglia, poi decise di andare a letto. Aveva già dimenticato di avere sete.
Tornò quindi nella sua stanza e si mise sotto le coperte, in cerca dell’agognato riposo. Ma quel sogno non aveva ancora smesso di tormentarle la mente, e la strana sensazione allo stomaco che lo accompagnava certo non aiutava.
Per diversi minuti Bulma si rigirò fra le coperte, in cerca di una posizione conciliante. Poi, quando stava ormai per arrendersi all’idea di star sveglia tutta la notte, due braccia forti le cinsero i fianchi, per poi farla dolcemente impattare contro un caldo corpo d’acciaio.
-Vegeta…
-Dormi. –disse il compagno, con la voce arrochita dal sonno, velata da una vaga minaccia.
La scienziata sospirò, lasciandosi sfuggire un lieve sorriso. Vegeta doveva essere davvero stanco, visto che si era allenato ininterrottamente per l’arrivo di Goku.
Questo motivo e anche il fatto di sentirsi addosso un’enorme spossatezza la convinsero infine a smettere di pensare, e nel giro di pochi minuti anche lei riuscì a cadere nell’oblio del sonno, un oblio che avrebbe cancellato ogni ricordo del sogno che l’aveva tanto scossa.
E infatti la pace in quel momento era lì, in quelle piccole cose. Una coperta tiepida, una stanza buia, un compagno che portava calore. Non c’era davvero nulla da temere.
In fondo, era stato solo un sogno.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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