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Autore: Spencer Tita    23/03/2012    6 recensioni
-Harry Potter!- squittì una voce deliziata.
-D...Dobby?- chiese sconvolto il ragazzo, guardando a bocca spalancata l'elfo che, con una visiera trasparente in testa e un gilet rosso, aveva appena rimescolato il mazzo -Cosa... cosa fai?
-Padroncino Malfoy ha detto a Dobby di fare da croupier, Harry Potter!
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Ron Weasley, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Notte Prima dei G.U.F.O.

 

Erano giorni che quei fogliettini volanti giravano per la scuola senza sosta, inseguendo gli studenti del quinto anno e infilandosi nei posti più scomodi.

-Ho già il mio invito!- gridò Harry Potter in uno scatto d'ira, rivolto ai sedici bigliettini che lo inseguivano da dieci minuti buoni. I piccoli areoplanini di carta frenarono di botto e fecero dietro front, tornando da dove erano venuti con aria sconsolata.

-Ehi, amico, non vorrei farti sentire uno schifo ma credo che tu li abbia feriti profondamente- proclamò Ron, occhieggiando distrattamente uno dei foglietti che si infilava in un vaso di fiori e si lasciava sciogliere dolcemente dall'acqua fredda.

Harry sbuffò, si tolse un biglietto dal colletto della camicia e riprese a camminare con aria scocciata.

-Malfoy ha fatto le cose in grande, eh?- domandò Hermione con tono retorico, mentre si fermava di botto per far passare una Lavanda Brown inseguita da uno stormo di areoplanini.

-Se non fa le cose in grande non è contento!- borbottò Harry, entrando finalmente in Sala Grande e lasciandosi cadere sulla panca accanto a Dean, mentre Neville scacciava gli ultimi biglietti molesti.

-Allora- iniziò Seamus con un sorrisetto malandrino dipinto sulla faccia -Stasera è la grande sera, eh?

-Già- commentò Harry cupamente.

-Oh, andiamo Harry!- lo riprese Hermione, che aveva appena tirato fuori il libro di Trasfigurazione e lo aveva appoggiato in precario equilibrio contro la caffettiera -Sono mesi che Malfoy parla di questa festa! Ci saranno tutti i ragazzi del quinto anno! Non sei emozionato?

In quel mentre, come se si fosse sentito chiamato in causa, un Draco Malfoy particolarmente pieno di se' fece il suo ingresso strategico in Sala Grande, sorridendo ammaliatore in direzione di tutti i tavoli.

-Mi riesce esageratamente difficile emozionarmi per qualcosa che ha organizzato Malfoy- sbottò Harry -Piuttosto sono sospettoso.

Draco stava facendo il giro dei tavoli, comportandosi da perfetto ospite come se si trovasse a casa sua e accertandosi che tutti avessero ricevuto l'invito.

Harry pensò che sarebbe stato difficile non riceverlo.

-Sospettoso, addirittura!- esclamò Dean -Dai, Harry! Per una volta che possiamo divertirci senza professori a romperci le scatole!

-Dean ha perfettamente ragione!- disse Seamus, annuendo vigorosamente mentre i capelli color sabbia ondeggiavano su e giù.

Alcuni bigliettini che stavano ancora svolazzando in giro scomparvero in una nuvoletta di vapore nell'istante in cui i professori entrarono nella stanza.

Malfoy lanciò uno sguardo complice al tavolo dei Grifondoro e si diresse velocemente al suo, sedendosi con un certa grazia tra Pansy e Goyle.

-Quel ragazzo riesce ad essere davvero inquietante- sentenziò Neville.

-Sono pienamente d'accordo- annuì Seamus, che sembrava molto accomodante quella mattina -è sorprendente come la stessa persona che normalmente passa ore ad organizzare omicidi di massa ai nostri danni sia capace di sorriderci languidamente quando si tratta della sua festa!

Ron ridacchiò sputacchiando briciole di toast sul volume di Hermione, che lo fulminò con lo sguardo.

-Oh, beh- disse Dean, con tono pratico -Chi vivrà, vedrà.

 

 

-Hermione! Sei pronta?- gridò Ron, in piedi nella Sala Comune.

-Arrivo!- la voce della ragazza giunse forte dalle scale, subito seguita da uno scalpiccio leggero.

Hermione sbucò dall'angolo e rimase paralizzata.

-Ma voi venite così?- gemette, lanciando uno sguardo ai jeans e alle magliette semplicissime che i due indossavano.

-Dovremmo chiederlo noi a te, Hermione!- sbottò Ron, spalancando la mascella -Sei vestita come la Parkinson!

Harry pensò che Ron avesse esagerato. Il vestitino di Hermione era arancione e piuttosto accollato, la gonna era ampia e svolazzante ma piuttosto lunga e indossava addirittura un copri spalle bianco.

Era carina ma pudica.

La Parkinson, invece, non sapeva nemmeno cosa volesse dire "pudore".

-Non è vero!- gridò Hermione -Il mio vestito è lungo fino al ginocchio! Quelli della Parkinson superano raramente l'inguine! Mi hai forse paragonata a lei, Ronald Weasley?

Ron diventò violetto: quando Hermione tirava fuori i nomi completi erano guai.

-Non ho... non detto che sei...

-Oh, Ron! Ti prego sta' zitto e vatti a mettere qualcosa di leggermente più figo, per piacere! Harry, anche tu!

I due non se lo fecero ripetere due volte: Hermione era improvvisamente diventata autoritaria come la McGranitt. O forse erano confusi dalle gambe sottili della ragazza che uscivano dal vestito di chiffon.

Sulle scale incontrarono Dean e Seamus. Dean indossava dei pantaloni neri, delle scarpe di vernice che Harry non aveva mai visto e una camicia immacolata. Seamus era leggermente più trasgressivo: jeans sdruciti, giacca in pelle e gel sui capelli.

-Voi venite così?- gemettero entrambi, allo stesso modo di Hermione.

-Stiamo andando a cambiarci- grugnì Ron, con un tono di voce pericolosamente simile a quello di Vincent Tiger.

Harry ridacchiò e lo seguì nel dormitorio.

 

Un quarto d'ora dopo i due ragazzi scesero le scale per la seconda volta. Hermione li aspettava battendo nervosamente un piede a terra.

-Alla buon'ora!- esclamò, vedendoli arrivare.

-Sei stata tu a mandarci a cambiare!- la accusò Ron.

-Ma vi eravate specchiati, almeno?- sbuffò la ragazza -Non potevate andare nemmeno a fare la spesa con quei jeans vecchi e consunti!

-Ma...ma- balbettò Ron, mentre Hermione si alzava sulle punte per sistemargli il colletto della camicia -Hai visto i jeans di Seamus? Erano tutti rovinati!

Hermione alzò gli occhi al cielo.

-I jeans di Seamus sono di moda! Sono fatti così! I vostri erano semplicemente da buttare! Su, fatti vedere Harry!

Il Bambino che è Sopravvissuto decise che non sarebbe mai uscito vivo da quella festa. Perfino Hermione sembrava più isterica del solito! E non capiva assolutamente perché diavolo dovessero mettersi tutti in ghingheri per quella stupida festicciola organizzata da Malfoy. Malfoy, Cristo santo! Solo quel nome avrebbe dovuto farli correre a gambe levate nella direzione opposta! Invece tutti erano ben lieti di mettere il vestito migliore e andare incontro al nemico.

-Vediamo... camicia, pantaloni... perché la cravatta? Non lo sai che è passata di moda?- lo sgridò Hermione tirando fuori la bacchetta e trasfigurando l'accessorio in un papillon. Lo slacciò e lo lasciò ondeggiante sul collo del ragazzo.

-Molto più sexy- annuì felice Hermione.

-Oooh, Harry!- squittì una voce fastidiosa.

I ragazzi si voltarono, proprio mentre Calì Patil e Lavanda Brown arrivavano in Sala Comune.

Ecco, loro potevano essere paragonate con la Parkinson.

-Non ti avevo mai visto così... elegante!- trillò Calì.

-Anche tu, Ron- disse Lavanda con voce roca -Molto sexy.

Mentre il suo migliore amico arrossiva furiosamente e Hermione lanciava fulmini dagli occhi in direzione delle compagne di stanza, Harry fu folgorato da un'illuminazione: erano impazziti tutti, non c'era altra spiegazione.

 

 

-Qual era la parola d'ordine?- chiese Ron alzando un sopracciglio.

-Dovrei avere uno degli inviti qui- lo tranquillizzò Hermione esplorando le tasche del mantello che aveva messo a coprire il vestito.

-Miseriaccia, fai in fretta!- gemette Ron -Gazza potrebbe essere ovunque!

Hermione rovistò ancora per qualche secondo nelle tasche prima di trovare l'oggetto che cercava.

-Oh, eccolo qui! La parola d'ordine è... oh, ci potevamo arrivare... Draco Malfoy è figo da morire!

-Ma che dici?- la riprese Harry.

-La parola d'ordine- disse lei tranquillissima.

-Non ho parole- sussurrò mentre la porta della Stanza delle Necessità si disegnava nel muro davanti ai loro occhi, assumendo lentamente fattezze e contorni.

-Entriamo!- ordinò entusiasta la Grifondoro, trascinandosi dietro i suoi amici.

La porta si spalancò, lasciando intravedere una gigantesca stanza già piena di gente.

Harry rimase a bocca aperta.

Draco Malfoy aveva fatto le cose in grande. Oh, se le aveva fatte in grande!

C'erano arazzi delle case ovunque. Harry finse di non notare che quelli di Serpeverde pendevano elegantemente dal soffitto mentre quelli di Grifondoro erano usati come tovaglie.

In un angolo della Stanza c'era una favolosa zona buffet, dove tre elfi domestici versavano da bere e servivano tartine che facevano venire l'acquolina in bocca.

C'erano enormi divani in pelle, caminetti accesi, tavolini e una gigantesca pista da ballo con tanto di cubi colorati e fosforescenti.

Harry, però, aveva occhi solo per quei piccoli tavolini verdi in un angolo della stanza.

Tavoli da poker, da biliardo, Roulette, dadi, Black Jack... c'era assolutamente tutto.

Malfoy aveva messo in piedi una piccola Las Vegas.

-Meraviglioso!- trillò Hermione, che si era già liberata del copri spalle e si dirigeva a passo spedito verso Hannah Abbott e Susan Bones.

-Incredibile, eh?- domandò invece Ron, rimanendo al fianco di Harry.

-Già- il ragazzo si guardò intorno -Ma i Serpeverde dove sono?

-Arriveranno con il loro solito ritardo da Rockstar.

-Oh, ciao Neville- sussurrò Harry, basito, mentre fissava il suo amico che aveva ben poco del vecchio Neville. Erano pantaloni di pelle di drago, quelli? Ed erano anche aderenti?

-Ciao Harry, Ron- sorrise lui -Siete molto carini stasera.

-Aehm, grazie- rispose Ron, imbarazzato.

-Andiamo a bere qualcosa?- propose Neville.

Annuirono tutti, e si recarono al tavolo delle bibite.

-Winky!- salutò allegramente Harry, riconoscendo la piccola elfa alcolizzata che ciondolava spesso nelle cucine.

-Signor Potter- salutò educatamente lei -Gradisce qualcosa da bere, signore? Winky consiglia un bel Gin Lemon, signor Potter! Winky se ne intende, signore!

-Non lo metto in dubbio- ridacchiò -Ma il Gin non mi piace molto, grazie!

-Oh, Winky ha consigliato male al signor Potter, Winky si deve punire.

-NOO!- gridò Harry, bloccando l'elfa un attimo prima che si frantumasse un bicchiere in testa -Non è colpa tua, non lo sapevi!

-Oh. Cominciamo con una Burrobirra, magari?- propose speranzosa.

Harry ottenne la sua Burrobirra, mentre Ron si dedicava a roba leggermente più pesante.

In quel momento, proprio mentre la stanza era piena di persone sorridenti e rilassate, la porta si spalancò e i Serpeverde fecero il loro ingresso trionfale.

Harry sospettava fortemente che Malfoy fosse rimasto attaccato a un paio di Orecchie Oblunghe per minuti interi, prima di scegliere il momento adatto per entrare.

I Serpeverde si schierarono in fila, come una squadra di Quidditch.

Draco Malfoy, Blaise Zabini, Theodore Nott, Gregory Goyle, Vincent Tiger, Pansy Parkinson, Daphne Greengrass e Millicent Bulstrode.

Draco ghignò maliziosamente mentre faceva un cenno impercettibile agli altri.

Si strapparono di dosso i mantelli contemporaneamente.

Tutti, Harry compreso, rimasero a bocca aperta.

La Parkinson e la Greengrass indossavano tacchi vertiginosi e scollature profondissime. Il seno della Parkinson doveva essere stretto in un reggiseno ultra imbottito per essere così... così pressato.

I vestiti erano verdi, entrambi. Quello della Parkinson era cortissimo, scollato e con delle spalline sottili dalle quali sbucava allegramente il reggiseno di pizzo nero. Quello della Greengrass sembrava più spartano, almeno finche la ragazza non decise di girarsi, in maniera apparentemente casuale, e regalare agli ospiti una visuale della sua schiene nuda, pallida e perfettamente liscia. Il vestito ricominciava appena in tempo per non far intravedere le mutandine rosa.

Harry vide Hermione lanciare un'occhiata di disapprovazione a Ron, mentre guardava con astio il vestito della Parkinson. Non lo avrebbe perdonato in fretta per averla paragonata a quell'esemplare.

Millicent Bulstrode indossava un abito nero, largo, e delle calze scure. Era ben truccata e aveva nascosto bene i brufoli.

Era... gradevole, tutto sommato.

I ragazzi erano vestiti elegantemente, tranne Blaise Zabini, che indossava dei jeans bianchi attillatissimi e una camicia altrettanto immacolata. Il contrasto che quei vestiti producevano con la sua pelle scura era quasi abbagliante.

Ovviamente gli occhi di Harry caddero su Draco Malfoy, curiosi di vedere cosa il principino si fosse messo addosso.

E gli occhi di Harry quasi volarono fuori dalle orbite.

Draco Malfoy NON era elegante, NON era impeccabile, NON era affatto come tutti se lo erano aspettato.

Indossava dei pantaloni di pelle di drago, simili a quelli di Neville ma tre volte più attillati, che fasciavano il suo fondoschiena con precisione assurda.

Harry desiderò essere quei pantaloni.

Poi si rese conto di quello che aveva pensato e si insultò mentalmente per essersi lasciato tentare da Draco Malfoy, che indossava semplicemente dei pantaloni aderenti.

Gli occhi verdi del Prescelto non furono in grado di fermarsi. Scivolarono su, lungo tutto il bel corpicino del Serpeverde. Braccia pallide, viso etereo, occhi chiarissimi, capelli ancor più chiari. Sul petto indossava una semplicissima t-shirt grigia con stampata la parola "GORGEOUS" a caratteri cubitali.

Oh, si. Draco Malfoy era decisamente un figo.

-Buonasera a tutti!- trillò, con la sua voce fredda -Immagino che se siete qui è perché ne avete abbastanza di quegli stupidi libri di testo, delle esercitazioni e degli esercizi! Quindi, per questa notte, divertiamoci! Penserete domani a recuperare il sonno e lunedì- e qui fece una pausa a effetto -Sarete tutti pronti per i G.U.F.O.!

Malfoy lanciò uno sguardo complice a Blaise Zabini e gridò:

-Che la festa cominci!

Subito tutti saltarono in piedi e si diressero al centro della pista: una canzone che Harry non conosceva aveva iniziato a diffondersi nell'aria e molte streghe cantavano alzando le mani.

Hermione lanciò uno sguardo interrogativo a Harry, che le rispose con un'alzata di spalle.

-Oh, insomma!- li riprese Ron -Davvero non conoscete le Sorelle Stravagarie?

-Ron, io e Harry veniamo da famiglie babbane!

-Sì, ma questa canzone è famosa! Se provi a scapparmi, ti trasfiguro, ti schianto e ti avveleno, te lo giuro!- canticchiò allegro il ragazzo.

-Molto romantico- disse piatta Hermione.

Harry osservava Malfoy che, arrampicatosi in cima a un cubo, ballava perfettamente gridando "Dammi un filtro d'amoreeeee!" e battendo le mani a ritmo.

-Qualcuno vuole giocare a Poker?- domandò, distogliendo lo sguardo dal biondino.

-Oh, si dai!- annuì Ron, trascinando l'amico verso il tavolo verde dove un piccolo elfo domestico stava distribuendo le carte a Ernie Macmillan e Terry Steeval.

-Possiamo unirci?- domandò Harry, prendendo una sedia.

-Harry Potter!- squittì una voce deliziata.

-D...Dobby?- chiese sconvolto il ragazzo, guardando a bocca spalancata l'elfo che, con una visiera trasparente in testa e un gilet rosso, aveva appena rimescolato il mazzo -Cosa... cosa fai?

-Padroncino Malfoy ha detto a Dobby di fare da croupier, Harry Potter- rispose tranquillo Dobby -A Dobby piace padron Draco, Dobby sa che è stato tanto gentile con lui, da bambino, e Dobby non dimentica! Se un amico chiede, Dobby aiuta!

-Un gesto molto carino da parte tua- sorrise Harry, lanciando un'altra occhiata a Malfoy, che sembrava impegnato a scolarsi una bottiglia di Burrobirra sul suo cubo verde.

-Harry Potter e il Rosso vogliono giocare?- domandò speranzoso Dobby.

-Certo- ridacchiò il "Rosso", tirando a se' un gruppo di fishes.

Dobby diede diligentemente le carte, che erano orribili. Harry stava giusto cercando di capire come potesse vincere con una coppia di dieci quando Draco Malfoy arrivò al tavolo.

-Oh, guarda, c'è giusto una sedia libera!- trillò entusiasta -Non avete ancora iniziato, no? Dobby, dammi le carte! Non perderò certo l’occasione di far diventare Weasley un pezzente... ops! Dimenticavo che non gli serve il mio aiuto!

Harry e Ron gli lanciarono occhiate omicide ma gli occhi azzurri dell'elfo domestico si accesero di gioia nel vedere Malfoy sedersi elegantemente al tavolo.

-Padron Draco è sempre così bello!- squittì, osservando deliziato le gambe accavallate del Serpeverde.

-Grazie Dobby, lo so- ghignò.

-Harry Potter dovrebbe vedere le foto di padron Draco da bambino, signore. Dobby ha cresciuto il piccolo Draco!- annunciò tutto orgoglioso -La Signorina Black aveva sempre da fare e il signorino Draco giocava ore con Dobby!

Harry sorrise, vedendo Draco trasalire.

-Dobby, non...

-Il signorino Draco era uguale a come è adesso, signor Potter, solo che era più paffutello. Harry Potter dovrebbe proprio vedere la foto del signorino Draco che fa il bagnetto, signore!

Ron quasi si strozzò con il Firewhisky, cercando di soffocare le risate, mentre Harry non si premurò nemmeno di nascondere il sorriso a trentadue denti che andava allargandosi sulla sua faccia.

-Dobby, zitto!- gemette Draco, rosso per l'imbarazzo.

-Oh, Dobby doveva stare zitto? Cattivo Dobby, cattivo!

-No Dobby, fermati!- urlò Harry, afferrando il fermacarte che Dobby si stava per dare in testa -Ricordati che sei un elfo libero!

-Grazie Harry Potter!- piagnucolò l'elfo -Dobby dimentica sempre che ora è libero!

-Vogliamo cominciare?- sbuffò Ernie, alzando gli occhi al cielo con aria annoiata.

Draco si vendicò degli affronti subiti stracciandoli tutti a Poker. Harry credeva che avesse qualche potere speciale, o che fosse un legilimens particolarmente dotato, perché era inspiegabile il modo in cui giocava e vinceva. Sempre.

-Malfoy! Ma non è possibile!- gridò Ron, gettando il suo Full sul tavolo con aria avvilita -Non puoi vincere sempre! Stai barando!

-Ho i miei assi nella manica- ridacchiò la Serpe, calando tranquillamente la sua scala reale.

-Spero che sia un modo di dire metaforico- sibilò Harry.

Malfoy ghignò.

-Mi sono stancato di giocare a Poker! Blaise!- il ragazzo si alzò dal divano dove stava sprofondato, girando la testa scocciato per individuare Draco.

-Che vuoi, eh?- domandò arcigno dopo che l'ebbe intravisto.

-Iniziamo- ordinò semplicemente Draco, sovrastando il rumore della musica.

Blaise Zabini sorrise, abbagliando Harry con i suoi denti smaglianti, e si alzò, dirigendosi al centro della pista da ballo.

Un microfono, comparso nel nulla, gli cadde direttamente in mano.

-Signori e signorine!- scandì, cercando di attirare l'attenzione di tutti.

Tutti si girarono verso di lui, smettendo immediatamente di fare ciò che stavano facendo.

-Signori e signorine- ripeté Blaise -Il geniale Draco Malfoy ha organizzato un meraviglioso gioco per coloro che lo desiderano! È una versione rivisitata di “Obbligo o Verità”... ma lo scoprirete solo giocando! Quindi, se avete voglia di rischiare e ritenete di aver bevuto abbastanza, potete accomodarvi nella stanza adiacente a questa!

Blaise fece evanescere il microfono con un colpo di bacchetta e, nello stesso istante, le canzoni delle Sorelle Stravagarie riempirono di nuovo l’aria.

Alcune persone rimasero impalate per alcuni interminabili secondi, prima di rigettarsi in pista. Evidentemente avevano deciso di non essere abbastanza ubriache per sostenere un gioco inventato e progettato da Malfoy.

Il ragazzo in questione, dal canto suo, si stava platealmente alzando in piedi, muovendosi sinuosamente verso la stanza e canticchiando “Sembri una puffola pigmeeea!”.

Pansy e Daphne scolarono i loro drink in un solo sorso e seguirono entusiasticamente il loro prefetto, scodinzolando con i didietro.

Hermione lanciò a Harry e Ron uno sguardo colpevole, prima di seguirle insieme a Neville, Seamus e Dean.

Harry era stupito che Lavanda e Calì non volessero partecipare al gioco ma poi le vide pomiciare allegramente e con una certa intensità con Terry Steeval e Justin Finch-Fletchey.

-Che facciamo?- chiese a Ron con aria distratta.

Il Grifondoro si agitò a disagio sulla sedia:

-Non lo so... Hermione è andata...

Harry si abbandonò a un violento sospiro, prima di alzarsi. Si diressero entrambi verso la strana stanza che Blaise aveva semplicemente definito “adiacente”.

Desiderarono essersi informati di più nell’istante in cui realizzarono dove erano andati a cacciarsi.

Draco Malfoy se ne stava tranquillamente seduto per terra, affondato in una montagna di cuscini di seta, e faceva profonde boccate di una strana sigaretta bianca e tozza.

-San Potter e Weasel!- trillò tutto felice quando li vide entrare -Ma quale onore! Accomodatevi!

Harry si lasciò cadere accanto a Seamus, che a sua volta era accanto a Malfoy. Harry credeva che fosse un po’ troppo vicino a Malfoy, in effetti.

-Tieni, Potter!- gridò di nuovo il Serpeverde, con un gran sorriso sulla faccia, mentre gli porgeva lo spinello.

Harry era un po’ scettico, ma portò comunque la sigaretta alla bocca in un solo tiro, prima di passarla a Ron.

-Bene, vi spiego brevemente il gioco- iniziò Malfoy -In quella ciotola in mezzo al cerchio ci sono un sacco di bigliettini con scritte varie penitenze che dovete fare per forza. Potete andarvene da questa stanza quando volete a meno che non abbiate appena pescato un bigliettino. Ad ogni giro si beve un bicchiere di Tequila.

-Perché la Tequila?- si lamentò Pansy Parkinson -Io preferirei la Vodka!

-Ho detto Tequila- abbaiò Malfoy, assottigliando gli occhi e fissandola con astio.

Pansy sbuffò, mentre Hermione guardava sospettosa la ciotola.

-Questo gioco non era una rivisitazione di “Obbligo o Verità”?- domandò confusa.

-Diciamo che ho eliminato la parte “O Verità”, ecco- ridacchiò Draco.

Hermione scosse la testa ma non disse nulla.

-Chi inizia?- chiese Blaise, annoiato.

-Io- rispose una voce alla sinistra di Harry.

Il Bambino che è Sopravvissuto si girò di scatto in quella direzione e spalancò gli occhi:

-Neville?

Il ragazzo sorrise imbarazzo, sporgendosi per afferrare un bigliettino. Zabini lanciò una lunga occhiata di apprezzamento al suo fondoschiena stretto in quei pantaloni di pelle di drago incredibilmente aderenti.

-Dai un bacio a chi vuoi tu- lesse Neville, divertito.

-Cos’è? Un gioco dell’asilo?- domandò Harry con rabbia. Quel gioco era stupido.

-Un gioco di cosa?- indagò Ron.

-Lascia perdere- mormorò Harry, afflitto, mentre Hermione gli lanciava un’occhiata di compatimento.

-Allora, Paciock?- lo spronò Zabini -Vuoi dare questo bacio a chi vuoi tu?

Sorprendendo tutti, Neville gli sorrise ammaliatore e si lanciò contro di lui. Le loro labbra si scontrarono con un intenso schiocco e Blaise rimase scioccato per qualche secondo, prima di lasciarsi prendere dal momento e coinvolgere Neville in un bacio non molto casto.

Harry era semplicemente a bocca aperta e, quando l’amico tornò al suo posto con una faccia affatto triste, domandò sconvolto:

-Neville, ma quanto hai bevuto?

-A dire il vero nemmeno tanto.

Una risata argentina si diffuse allegramente nella stanza. Harry non immaginava nemmeno che Draco avesse una risata del genere. In fondo, di solito, si limitavano a urlarsi contro a vicenda.

Invece Draco stava ridendo di gusto. Sicuramente la sigaretta che ancora stringeva in mano e il bicchiere mezzo vuoto davanti a lui aiutavano ma... stava ridendo.

Harry era ancora a bocca spalancata quando Pansy pescò un biglietto. La ragazza sbuffò quando lesse ad alta voce “Togli un vestito” e si alzò in piedi per lasciarsi scivolare addosso il tubino, rimanendo in biancheria. Biancheria sexy.

-Che spettacolo, Pan- si congratulò Theodore Nott, sepolto da qualche parte nei cuscini.

Harry non l’aveva nemmeno visto. Si guardò intorno e si rese conto che c’erano solo Grifondoro e Serpeverde in quella stanza. I Corvonero erano troppo intelligenti per giochi del genere e i Tassorosso troppo timorosi.

Quello era un gioco per Serpi. E Grifoni.

-“Bacia Draco Malfoy”- lesse ad alta voce Zabini, ridacchiando -Non è difficile immaginare chi abbia scritto questi biglietti.

Draco si strinse nelle spalle e si sporse verso Zabini, allacciando le sue mani dietro il collo.

Harry era a bocca aperta. Non aveva mai visto un bacio del genere. Le loro pelli così diverse si fondevano tanto quanto le loro lingue, creando un gioco di colori incredibile. I capelli quasi bianchi di Draco appiccicati alla fronte di Zabini erano meravigliosi. Così come le mani nere di Blaise che scivolavano sulle braccia eteree dell’altro, ustionandole con il loro calore.

Si staccarono con uno schiocco sonoro, ridendo, e Harry se ne stava ancora con la bocca così aperta che ci sarebbe potuta tranquillamente entrare una mosca.

-Stasera è la mia nottata fortunata- esclamò Zabini -Ho baciato i due ragazzi più belli in circolazione.

Draco sghignazzò mentre Neville diventava del colore dei capelli di Ron. La sigaretta era arrivata a Seamus, che disperdeva il fumo in grossi cerchi grigi.

-Tocca a me- annunciò Draco, pescando un bigliettino -“Fallo venire duro a Harry Potter

Harry rischiò seriamente di strozzarsi con la sua saliva, quando trattenne rumorosamente il fiato. Aveva sentito bene? Draco Malfoy doveva farglielo... cosa?

-Finalmente il gioco si fa interessante- commentò Blaise, senza perdersi una scena.

Draco lanciò a Harry un’occhiata di fuoco e il ragazzo non poté impedire a un brivido di farsi strada lungo la sua schiena. Quel biondo aveva uno strano potere su di lui. Era sempre capace di mandarlo fuori di testa. In tutti i sensi.

La Serpe si avvicinò piano a Harry, strisciando sul pavimento con le ginocchia e tenendo il sedere bene in vista. Afferrò una mano di Harry con poca grazia e se la portò al fianco, scatenando immediatamente la reazione del moro.

Sentire la pelle fresca di Malfoy, nascosta solo da una maglietta sottilissima, così vicine come non era stata mai, lo fece eccitare irrimediabilmente.

Iniziò ad ansimare, mentre il biondo appoggiava la fronte alla sua, respirandogli con leggerezza sul naso.

-Oh- mormorò Draco, con una sorta di delusione nella voce -Ci è voluto meno di quel che credessi.

Blaise scoppiò a ridere, indicando l’inguine rigonfio di Harry e la faccia stranita di Draco.

Hermione storse il naso, innervosita, e si alzò in piedi:

-Non avevo mai partecipato a un gioco più stupido. Me ne vado.

La ragazza uscì in una nuvola di gonna, indignata. Ron la guardò stupido per un decimo di secondo prima di affrettarsi a seguirla.

Theodore si stiracchiò, gettando la sigaretta in un posacenere gentilmente fornito dalla Stanza delle Necessità, e si alzò in piedi.

-Pan, Daphne? Vi va di appartarci in qualche camera da letto?- domandò indicando una porta alle sue spalle.

Daphne rise:

-Vuoi fare una cosa a tre, Theo? Non ti facevo così... all’avanguardia.

Pansy ridacchiò svenevole e si alzò, senza curarsi di rimettere il vestito addosso. Anche Daphne tolse il suo (per solidarietà all’amica, ovviamente) e insieme seguirono Theo nella stanza accanto.

Erano rimasti davvero in pochi.

 Harry, che ancora cercava di non venire dentro i pantaloni.

Draco, che lo guardava come un felino in calore e si accarezzava i capelli biondi con gesti lenti e sensuali.

Blaise, che rideva come un pazzo.

Neville, che guardava Blaise come se fosse qualcosa da mangiare.

Seamus, che lasciava cadere gli occhi sul fondoschiena di Malfoy.

Dean invece, che in realtà dormiva profondamente appoggiato a un cuscino, faceva più che altro da sfondo.

-Tocca a me- esordì improvvisamente Seamus, sbilanciandosi in avanti e cadendo casualmente addosso a Malfoy.

-Oh, scusa Draco- mormorò lascivamente. Harry ringhiò. Non aveva idea del perché, ma sentiva che nessuno poteva toccare Draco, quella sera. Nessuno eccetto lui, si capisce.

-“Spoglia lentamente qualcuno”- lesse il ragazzo ad alta voce -Malfoy, magari posso farmi perdonare concedendoti di essere toccato da me.

-Vediamo che sai fare, Finnigan- lo provocò Draco, calcando sul cognome.

Harry buttò giù l’ennesimo bicchiere di Tequila, e il mondo si capovolse per un momento. Intanto Seamus Finnigan accarezzava con le dita l’orlo della maglietta di Malfoy.

Blaise Zabini era sparito, e anche Neville. Harry sapeva che tra i due era successo qualcosa, ma non riusciva proprio a capire cosa. La Tequila gli stava dando davvero alla testa. Oltretutto, non riusciva a scollare gli occhi dalle mani di Seamus che percorrevano la pelle bianca di Malfoy. La pelle eterea, pura e divina di Malfoy.

-Smettila, Seam!- disse improvvisamente, con un tono autoritario che non era tipico di lui.

Seamus si girò lentamente, spostando le labbra dal collo di Draco:

-Non posso smettere, ricordi? Oramai ho pescato il bigliettino...

-Oh, smetterai eccome! Stupeficium!

Il corpo di Seamus cadde sul tappeto con un tonfo sordo mentre Draco lo seguiva con lo sguardo, attonito.

-Potter. Non ti facevo così... impulsivo- sussurrò, lievemente a disagio.

-Quante sono le stanze da letto, in questo posto?- chiese repentinamente “Il Bambino che è Sopravvissuto”. Quel rigonfiamento tra le gambe iniziava ad essere particolarmente fastidioso.

-Ce ne sono sette... penso che ce ne siano alcune libere...

Harry non perse tempo: si alzò, afferrò la mano di Malfoy e iniziò ad aprire tutte le porte che si trovava davanti, ignorando i vari “Screanzato!” e “Villano!” che lo accoglievano ogni volta.

Finalmente trovarono una stanza vuota. Harry sbatté Malfoy sul letto e lo spogliò con violenza, mentre l’altro se la rideva come un neonato a cui viene cambiato il pannolino.

Fecero sesso in fretta, quasi brutalmente, consumando con foga la passione e la tensione che li aveva resi magneticamente attraenti l’uno per l’altro.

Per qualche ora, in quella stanza regnò la lussuria. Se qualcuno fosse entrato in quell’istante, avrebbe visto solo un groviglio di corpi, di pelli, di capelli. Avrebbe sentito ansiti selvaggi e sospiri liberatori.

Harry Potter stava scopando Draco Malfoy.

Se anche qualcuno fosse entrato in quel momento, avrebbe creduto di essere pazzo.

 

Il giorno seguente, Harry Potter lo avrebbe passato a disegnare cuoricini sui suoi libri, iscrivendoci dentro una D e una H. Tutti i suoi amici gli avrebbero chiesto se se la fosse spassata con Daphne e lui avrebbe risposto di sì, perché non ricordava niente di quello che era successo ma sapeva che era stato bellissimo.

Il giorno seguente, Draco Malfoy lo avrebbe passato in compagnia di un paio di belle ragazze dai grossi seni, continuando però a pensare allo spazio vuoto e caldo che aveva trovato accanto a lui, nel letto, quella stessa mattina.

Il giorno seguente, quando Harry e Draco si sarebbero incontrati, avrebbero ricominciato a comportarsi da perfetti idioti, perché non ricordavano di come erano stati completi e meravigliosi, insieme.

 

  
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