Notte
Prima dei G.U.F.O.
Erano
giorni che quei fogliettini volanti
giravano per la scuola senza sosta, inseguendo gli studenti del quinto
anno e
infilandosi nei posti più scomodi.
-Ho
già il mio invito!- gridò Harry Potter
in uno scatto d'ira, rivolto ai sedici bigliettini che lo inseguivano
da dieci
minuti buoni. I piccoli areoplanini di carta frenarono di botto e
fecero dietro
front, tornando da dove erano venuti con aria sconsolata.
-Ehi,
amico, non vorrei farti sentire uno
schifo ma credo che tu li abbia feriti profondamente-
proclamò Ron,
occhieggiando distrattamente uno dei foglietti che si infilava in un
vaso di
fiori e si lasciava sciogliere dolcemente dall'acqua fredda.
Harry
sbuffò, si tolse un biglietto dal
colletto della camicia e riprese a camminare con aria scocciata.
-Malfoy
ha fatto le cose in grande, eh?-
domandò Hermione con tono retorico, mentre si fermava di
botto per far passare
una Lavanda Brown inseguita da uno stormo di areoplanini.
-Se
non fa le cose in grande non è
contento!- borbottò Harry, entrando finalmente in Sala
Grande e lasciandosi
cadere sulla panca accanto a Dean, mentre Neville scacciava gli ultimi
biglietti molesti.
-Allora-
iniziò Seamus con un sorrisetto
malandrino dipinto sulla faccia -Stasera è la grande sera,
eh?
-Già-
commentò Harry cupamente.
-Oh,
andiamo Harry!- lo riprese Hermione,
che aveva appena tirato fuori il libro di Trasfigurazione e lo aveva
appoggiato
in precario equilibrio contro la caffettiera -Sono mesi che Malfoy
parla di
questa festa! Ci saranno tutti i ragazzi del quinto anno! Non sei
emozionato?
In
quel mentre, come se si fosse sentito
chiamato in causa, un Draco Malfoy particolarmente pieno di se' fece il
suo
ingresso strategico in Sala Grande, sorridendo ammaliatore in direzione
di
tutti i tavoli.
-Mi
riesce esageratamente difficile
emozionarmi per qualcosa che ha organizzato Malfoy- sbottò
Harry -Piuttosto
sono sospettoso.
Draco
stava facendo il giro dei tavoli,
comportandosi da perfetto ospite come se si trovasse a casa sua e
accertandosi
che tutti avessero ricevuto l'invito.
Harry
pensò che sarebbe stato difficile non
riceverlo.
-Sospettoso,
addirittura!- esclamò Dean
-Dai, Harry! Per una volta che possiamo divertirci senza professori a
romperci
le scatole!
-Dean
ha perfettamente ragione!- disse
Seamus, annuendo vigorosamente mentre i capelli color sabbia
ondeggiavano su e
giù.
Alcuni
bigliettini che stavano ancora
svolazzando in giro scomparvero in una nuvoletta di vapore nell'istante
in cui
i professori entrarono nella stanza.
Malfoy
lanciò uno sguardo complice al
tavolo dei Grifondoro e si diresse velocemente al suo, sedendosi con un
certa
grazia tra Pansy e Goyle.
-Quel
ragazzo riesce ad essere davvero
inquietante- sentenziò Neville.
-Sono
pienamente d'accordo- annuì Seamus,
che sembrava molto accomodante quella mattina -è
sorprendente come la stessa
persona che normalmente passa ore ad organizzare omicidi di massa ai
nostri
danni sia capace di sorriderci languidamente quando si tratta della sua
festa!
Ron
ridacchiò sputacchiando briciole di
toast sul volume di Hermione, che lo fulminò con lo sguardo.
-Oh,
beh- disse Dean, con tono pratico -Chi
vivrà, vedrà.
-Hermione!
Sei pronta?- gridò Ron, in piedi
nella Sala Comune.
-Arrivo!-
la voce della ragazza giunse
forte dalle scale, subito seguita da uno scalpiccio leggero.
Hermione
sbucò dall'angolo e rimase
paralizzata.
-Ma
voi venite così?- gemette, lanciando
uno sguardo ai jeans e alle magliette semplicissime che i due
indossavano.
-Dovremmo
chiederlo noi a te, Hermione!-
sbottò Ron, spalancando la mascella -Sei vestita come la
Parkinson!
Harry
pensò che Ron avesse esagerato. Il vestitino
di Hermione era arancione e piuttosto accollato, la gonna era ampia e
svolazzante ma piuttosto lunga e indossava addirittura un copri spalle
bianco.
Era
carina ma pudica.
La
Parkinson, invece, non sapeva nemmeno
cosa volesse dire "pudore".
-Non
è vero!- gridò Hermione -Il mio
vestito è lungo fino al ginocchio! Quelli della Parkinson
superano raramente
l'inguine! Mi hai forse paragonata a lei, Ronald Weasley?
Ron
diventò violetto: quando Hermione
tirava fuori i nomi completi erano guai.
-Non
ho... non detto che sei...
-Oh,
Ron! Ti prego sta' zitto e vatti a
mettere qualcosa di leggermente più figo, per piacere!
Harry, anche tu!
I
due non se lo fecero ripetere due volte:
Hermione era improvvisamente diventata autoritaria come la McGranitt. O
forse
erano confusi dalle gambe sottili della ragazza che uscivano dal
vestito di
chiffon.
Sulle
scale incontrarono Dean e Seamus.
Dean indossava dei pantaloni neri, delle scarpe di vernice che Harry
non aveva
mai visto e una camicia immacolata. Seamus era leggermente
più trasgressivo:
jeans sdruciti, giacca in pelle e gel sui capelli.
-Voi
venite così?- gemettero entrambi, allo
stesso modo di Hermione.
-Stiamo
andando a cambiarci- grugnì Ron,
con un tono di voce pericolosamente simile a quello di Vincent Tiger.
Harry
ridacchiò e lo seguì nel dormitorio.
Un
quarto d'ora dopo i due ragazzi scesero
le scale per la seconda volta. Hermione li aspettava battendo
nervosamente un
piede a terra.
-Alla
buon'ora!- esclamò, vedendoli
arrivare.
-Sei
stata tu a mandarci a cambiare!- la
accusò Ron.
-Ma
vi eravate specchiati, almeno?- sbuffò
la ragazza -Non potevate andare nemmeno a fare la spesa con quei jeans
vecchi e
consunti!
-Ma...ma-
balbettò Ron, mentre Hermione si
alzava sulle punte per sistemargli il colletto della camicia -Hai visto
i jeans
di Seamus? Erano tutti rovinati!
Hermione
alzò gli occhi al cielo.
-I
jeans di Seamus sono di moda! Sono fatti
così! I vostri erano semplicemente da buttare! Su, fatti
vedere Harry!
Il
Bambino che è Sopravvissuto decise che
non sarebbe mai uscito vivo da quella festa. Perfino Hermione sembrava
più
isterica del solito! E non capiva assolutamente perché
diavolo dovessero
mettersi tutti in ghingheri per quella stupida festicciola organizzata
da
Malfoy. Malfoy, Cristo santo! Solo quel nome avrebbe dovuto farli
correre a
gambe levate nella direzione opposta! Invece tutti erano ben lieti di
mettere
il vestito migliore e andare incontro al nemico.
-Vediamo...
camicia, pantaloni... perché la
cravatta? Non lo sai che è passata di moda?- lo
sgridò Hermione tirando fuori
la bacchetta e trasfigurando l'accessorio in un papillon. Lo
slacciò e lo
lasciò ondeggiante sul collo del ragazzo.
-Molto
più sexy- annuì felice Hermione.
-Oooh,
Harry!- squittì una voce fastidiosa.
I
ragazzi si voltarono, proprio mentre Calì
Patil e Lavanda Brown arrivavano in Sala Comune.
Ecco,
loro potevano essere paragonate con
la Parkinson.
-Non
ti avevo mai visto così... elegante!-
trillò Calì.
-Anche
tu, Ron- disse Lavanda con voce roca
-Molto sexy.
Mentre
il suo migliore amico arrossiva
furiosamente e Hermione lanciava fulmini dagli occhi in direzione delle
compagne di stanza, Harry fu folgorato da un'illuminazione: erano
impazziti
tutti, non c'era altra spiegazione.
-Qual
era la parola d'ordine?- chiese Ron
alzando un sopracciglio.
-Dovrei
avere uno degli inviti qui- lo
tranquillizzò Hermione esplorando le tasche del mantello che
aveva messo a
coprire il vestito.
-Miseriaccia,
fai in fretta!- gemette Ron
-Gazza potrebbe essere ovunque!
Hermione
rovistò ancora per qualche secondo
nelle tasche prima di trovare l'oggetto che cercava.
-Oh,
eccolo qui! La parola d'ordine è...
oh, ci potevamo arrivare... Draco Malfoy è figo da morire!
-Ma
che dici?- la riprese Harry.
-La
parola d'ordine- disse lei
tranquillissima.
-Non
ho parole- sussurrò mentre la porta
della Stanza delle Necessità si disegnava nel muro davanti
ai loro occhi,
assumendo lentamente fattezze e contorni.
-Entriamo!-
ordinò entusiasta la
Grifondoro, trascinandosi dietro i suoi amici.
La
porta si spalancò, lasciando intravedere
una gigantesca stanza già piena di gente.
Harry
rimase a bocca aperta.
Draco
Malfoy aveva fatto le cose in grande.
Oh, se le aveva fatte in grande!
C'erano
arazzi delle case ovunque. Harry
finse di non notare che quelli di Serpeverde pendevano elegantemente
dal
soffitto mentre quelli di Grifondoro erano usati come tovaglie.
In
un angolo della Stanza c'era una
favolosa zona buffet, dove tre elfi domestici versavano da bere e
servivano
tartine che facevano venire l'acquolina in bocca.
C'erano
enormi divani in pelle, caminetti
accesi, tavolini e una gigantesca pista da ballo con tanto di cubi
colorati e
fosforescenti.
Harry,
però, aveva occhi solo per quei
piccoli tavolini verdi in un angolo della stanza.
Tavoli
da poker, da biliardo, Roulette,
dadi, Black Jack... c'era assolutamente tutto.
Malfoy
aveva messo in piedi una piccola Las
Vegas.
-Meraviglioso!-
trillò Hermione, che si era
già liberata del copri spalle e si dirigeva a passo spedito
verso Hannah Abbott
e Susan Bones.
-Incredibile,
eh?- domandò invece Ron,
rimanendo al fianco di Harry.
-Già-
il ragazzo si guardò intorno -Ma i
Serpeverde dove sono?
-Arriveranno
con il loro solito ritardo da
Rockstar.
-Oh,
ciao Neville- sussurrò Harry, basito,
mentre fissava il suo amico che aveva ben poco del vecchio Neville.
Erano
pantaloni di pelle di drago, quelli? Ed erano anche aderenti?
-Ciao
Harry, Ron- sorrise lui -Siete molto
carini stasera.
-Aehm,
grazie- rispose Ron, imbarazzato.
-Andiamo
a bere qualcosa?- propose Neville.
Annuirono
tutti, e si recarono al tavolo
delle bibite.
-Winky!-
salutò allegramente Harry,
riconoscendo la piccola elfa alcolizzata che ciondolava spesso nelle
cucine.
-Signor
Potter- salutò educatamente lei
-Gradisce qualcosa da bere, signore? Winky consiglia un bel Gin Lemon,
signor
Potter! Winky se ne intende, signore!
-Non
lo metto in dubbio- ridacchiò -Ma il
Gin non mi piace molto, grazie!
-Oh,
Winky ha consigliato male al signor
Potter, Winky si deve punire.
-NOO!-
gridò Harry, bloccando l'elfa un
attimo prima che si frantumasse un bicchiere in testa -Non è
colpa tua, non lo
sapevi!
-Oh.
Cominciamo con una Burrobirra,
magari?- propose speranzosa.
Harry
ottenne la sua Burrobirra, mentre Ron
si dedicava a roba leggermente più pesante.
In
quel momento, proprio mentre la stanza
era piena di persone sorridenti e rilassate, la porta si
spalancò e i
Serpeverde fecero il loro ingresso trionfale.
Harry
sospettava fortemente che Malfoy
fosse rimasto attaccato a un paio di Orecchie Oblunghe per minuti
interi, prima
di scegliere il momento adatto per entrare.
I
Serpeverde si schierarono in fila, come
una squadra di Quidditch.
Draco
Malfoy, Blaise Zabini, Theodore Nott, Gregory Goyle, Vincent Tiger,
Pansy
Parkinson, Daphne Greengrass e Millicent Bulstrode.
Draco
ghignò maliziosamente mentre faceva
un cenno impercettibile agli altri.
Si
strapparono di dosso i mantelli
contemporaneamente.
Tutti,
Harry compreso, rimasero a bocca
aperta.
La
Parkinson e la Greengrass indossavano
tacchi vertiginosi e scollature profondissime. Il seno della Parkinson
doveva
essere stretto in un reggiseno ultra imbottito per essere
così... così
pressato.
I
vestiti erano verdi, entrambi. Quello
della Parkinson era cortissimo, scollato e con delle spalline sottili
dalle
quali sbucava allegramente il reggiseno di pizzo nero. Quello della
Greengrass
sembrava più spartano, almeno finche la ragazza non decise
di girarsi, in
maniera apparentemente casuale, e regalare agli ospiti una visuale
della sua
schiene nuda, pallida e perfettamente liscia. Il vestito ricominciava
appena in
tempo per non far intravedere le mutandine rosa.
Harry
vide Hermione lanciare un'occhiata di
disapprovazione a Ron, mentre guardava con astio il vestito della
Parkinson.
Non lo avrebbe perdonato in fretta per averla paragonata a
quell'esemplare.
Millicent
Bulstrode indossava un abito
nero, largo, e delle calze scure. Era ben truccata e aveva nascosto
bene i
brufoli.
Era...
gradevole, tutto sommato.
I
ragazzi erano vestiti elegantemente,
tranne Blaise Zabini, che indossava dei jeans bianchi attillatissimi e
una
camicia altrettanto immacolata. Il contrasto che quei vestiti
producevano con
la sua pelle scura era quasi abbagliante.
Ovviamente
gli occhi di Harry caddero su
Draco Malfoy, curiosi di vedere cosa il principino si fosse messo
addosso.
E
gli occhi di Harry quasi volarono fuori
dalle orbite.
Draco
Malfoy NON era elegante, NON era
impeccabile, NON era affatto come tutti se lo erano aspettato.
Indossava
dei pantaloni di pelle di drago,
simili a quelli di Neville ma tre volte più attillati, che
fasciavano il suo
fondoschiena con precisione assurda.
Harry
desiderò essere quei pantaloni.
Poi
si rese conto di quello che aveva
pensato e si insultò mentalmente per essersi lasciato
tentare da Draco Malfoy,
che indossava semplicemente dei pantaloni aderenti.
Gli
occhi verdi del Prescelto non furono in
grado di fermarsi. Scivolarono su, lungo tutto il bel corpicino del
Serpeverde.
Braccia pallide, viso etereo, occhi chiarissimi, capelli ancor
più chiari. Sul
petto indossava una semplicissima t-shirt grigia con stampata la parola
"GORGEOUS" a caratteri cubitali.
Oh,
si. Draco Malfoy era decisamente un
figo.
-Buonasera
a tutti!- trillò, con la sua
voce fredda -Immagino che se siete qui è perché
ne avete abbastanza di quegli
stupidi libri di testo, delle esercitazioni e degli esercizi! Quindi,
per
questa notte, divertiamoci! Penserete domani a recuperare il sonno e
lunedì- e
qui fece una pausa a effetto -Sarete tutti pronti per i G.U.F.O.!
Malfoy
lanciò uno sguardo complice a Blaise
Zabini e gridò:
-Che
la festa cominci!
Subito
tutti saltarono in piedi e si
diressero al centro della pista: una canzone che Harry non conosceva
aveva
iniziato a diffondersi nell'aria e molte streghe cantavano alzando le
mani.
Hermione
lanciò uno sguardo interrogativo a
Harry, che le rispose con un'alzata di spalle.
-Oh,
insomma!- li riprese Ron -Davvero non
conoscete le Sorelle Stravagarie?
-Ron,
io e Harry veniamo da famiglie babbane!
-Sì,
ma questa canzone è famosa! Se
provi a scapparmi, ti trasfiguro, ti
schianto e ti avveleno, te lo giuro!- canticchiò
allegro il ragazzo.
-Molto
romantico- disse piatta Hermione.
Harry
osservava Malfoy che, arrampicatosi
in cima a un cubo, ballava perfettamente gridando "Dammi
un filtro d'amoreeeee!" e battendo le mani a ritmo.
-Qualcuno
vuole giocare a Poker?- domandò,
distogliendo lo sguardo dal biondino.
-Oh,
si dai!- annuì Ron, trascinando
l'amico verso il tavolo verde dove un piccolo elfo domestico stava
distribuendo
le carte a Ernie Macmillan e Terry Steeval.
-Possiamo
unirci?- domandò Harry, prendendo
una sedia.
-Harry
Potter!- squittì una voce deliziata.
-D...Dobby?-
chiese sconvolto il ragazzo,
guardando a bocca spalancata l'elfo che, con una visiera trasparente in
testa e
un gilet rosso, aveva appena rimescolato il mazzo -Cosa... cosa fai?
-Padroncino
Malfoy ha detto a Dobby di fare
da croupier, Harry Potter- rispose tranquillo Dobby -A Dobby piace
padron
Draco, Dobby sa che è stato tanto gentile con lui, da
bambino, e Dobby non
dimentica! Se un amico chiede, Dobby aiuta!
-Un
gesto molto carino da parte tua-
sorrise Harry, lanciando un'altra occhiata a Malfoy, che sembrava
impegnato a
scolarsi una bottiglia di Burrobirra sul suo cubo verde.
-Harry
Potter e il Rosso vogliono giocare?-
domandò speranzoso Dobby.
-Certo-
ridacchiò il "Rosso",
tirando a se' un gruppo di fishes.
Dobby
diede diligentemente le carte, che
erano orribili. Harry stava giusto cercando di capire come potesse
vincere con
una coppia di dieci quando Draco Malfoy arrivò al tavolo.
-Oh,
guarda, c'è giusto una sedia libera!-
trillò entusiasta -Non avete ancora iniziato, no? Dobby,
dammi le carte! Non
perderò certo l’occasione di far diventare Weasley
un pezzente... ops! Dimenticavo
che non gli serve il mio aiuto!
Harry
e Ron gli lanciarono occhiate omicide
ma gli occhi azzurri dell'elfo domestico si accesero di gioia nel
vedere Malfoy
sedersi elegantemente al tavolo.
-Padron
Draco è sempre così bello!-
squittì, osservando deliziato le gambe accavallate del
Serpeverde.
-Grazie
Dobby, lo so- ghignò.
-Harry
Potter dovrebbe vedere le foto di
padron Draco da bambino, signore. Dobby ha cresciuto il piccolo Draco!-
annunciò tutto orgoglioso -La Signorina Black aveva sempre
da fare e il
signorino Draco giocava ore con Dobby!
Harry
sorrise, vedendo Draco trasalire.
-Dobby,
non...
-Il
signorino Draco era uguale a come è
adesso, signor Potter, solo che era più paffutello. Harry
Potter dovrebbe
proprio vedere la foto del signorino Draco che fa il bagnetto, signore!
Ron
quasi si strozzò con il Firewhisky,
cercando di soffocare le risate, mentre Harry non si premurò
nemmeno di
nascondere il sorriso a trentadue denti che andava allargandosi sulla
sua
faccia.
-Dobby,
zitto!- gemette Draco, rosso per
l'imbarazzo.
-Oh,
Dobby doveva stare zitto? Cattivo
Dobby, cattivo!
-No
Dobby, fermati!- urlò Harry, afferrando
il fermacarte che Dobby si stava per dare in testa -Ricordati che sei
un elfo
libero!
-Grazie
Harry Potter!- piagnucolò l'elfo
-Dobby dimentica sempre che ora è libero!
-Vogliamo
cominciare?- sbuffò Ernie,
alzando gli occhi al cielo con aria annoiata.
Draco
si vendicò degli affronti subiti
stracciandoli tutti a Poker. Harry credeva che avesse qualche potere
speciale,
o che fosse un legilimens particolarmente dotato, perché era
inspiegabile il
modo in cui giocava e vinceva. Sempre.
-Malfoy!
Ma non è possibile!- gridò Ron,
gettando il suo Full sul tavolo con aria avvilita -Non puoi vincere
sempre!
Stai barando!
-Ho
i miei assi nella manica- ridacchiò la
Serpe, calando tranquillamente la sua scala reale.
-Spero
che sia un modo di dire metaforico-
sibilò Harry.
Malfoy
ghignò.
-Mi
sono stancato di giocare a Poker!
Blaise!- il ragazzo si alzò dal divano dove stava
sprofondato, girando la testa
scocciato per individuare Draco.
-Che
vuoi, eh?- domandò arcigno dopo che
l'ebbe intravisto.
-Iniziamo-
ordinò semplicemente Draco,
sovrastando il rumore della musica.
Blaise
Zabini sorrise, abbagliando Harry
con i suoi denti smaglianti, e si alzò, dirigendosi al
centro della pista da
ballo.
Un
microfono, comparso nel nulla, gli cadde
direttamente in mano.
-Signori
e signorine!- scandì, cercando di
attirare l'attenzione di tutti.
Tutti
si girarono verso di lui, smettendo
immediatamente di fare ciò che stavano facendo.
-Signori
e signorine- ripeté Blaise -Il
geniale Draco Malfoy ha organizzato un meraviglioso gioco per coloro
che lo
desiderano! È una versione rivisitata di “Obbligo
o Verità”... ma lo scoprirete
solo giocando! Quindi, se avete voglia di rischiare e ritenete di aver
bevuto
abbastanza, potete accomodarvi nella stanza adiacente a questa!
Blaise
fece evanescere il microfono con un
colpo di bacchetta e, nello stesso istante, le canzoni delle Sorelle
Stravagarie riempirono di nuovo l’aria.
Alcune
persone rimasero impalate per alcuni
interminabili secondi, prima di rigettarsi in pista. Evidentemente
avevano
deciso di non essere abbastanza ubriache per sostenere un gioco
inventato e
progettato da Malfoy.
Il
ragazzo in questione, dal canto suo, si stava
platealmente alzando in piedi, muovendosi sinuosamente verso la stanza
e
canticchiando “Sembri una puffola
pigmeeea!”.
Pansy
e Daphne scolarono i loro drink in un
solo sorso e seguirono entusiasticamente il loro prefetto,
scodinzolando con i
didietro.
Hermione
lanciò a Harry e Ron uno sguardo
colpevole, prima di seguirle insieme a Neville, Seamus e Dean.
Harry
era stupito che Lavanda e Calì non
volessero partecipare al gioco ma poi le vide pomiciare allegramente e
con una
certa intensità con Terry Steeval e Justin Finch-Fletchey.
-Che
facciamo?- chiese a Ron con aria
distratta.
Il
Grifondoro si agitò a disagio sulla
sedia:
-Non
lo so... Hermione è andata...
Harry
si abbandonò a un violento sospiro,
prima di alzarsi. Si diressero entrambi verso la strana stanza che
Blaise aveva
semplicemente definito “adiacente”.
Desiderarono
essersi informati di più
nell’istante in cui realizzarono dove erano andati a
cacciarsi.
Draco
Malfoy se ne stava tranquillamente
seduto per terra, affondato in una montagna di cuscini di seta, e
faceva
profonde boccate di una strana sigaretta bianca e tozza.
-San
Potter e Weasel!- trillò tutto felice
quando li vide entrare -Ma quale onore! Accomodatevi!
Harry
si lasciò cadere accanto a Seamus,
che a sua volta era accanto a Malfoy. Harry credeva che fosse un
po’ troppo vicino a
Malfoy, in effetti.
-Tieni,
Potter!- gridò di nuovo il
Serpeverde, con un gran sorriso sulla faccia, mentre gli porgeva lo
spinello.
Harry
era un po’ scettico, ma portò
comunque la sigaretta alla bocca in un solo tiro, prima di passarla a
Ron.
-Bene,
vi spiego brevemente il gioco-
iniziò Malfoy -In quella ciotola in mezzo al cerchio ci sono
un sacco di
bigliettini con scritte varie penitenze che dovete fare per forza.
Potete
andarvene da questa stanza quando volete a meno che non abbiate appena
pescato
un bigliettino. Ad ogni giro si beve un bicchiere di Tequila.
-Perché
la Tequila?- si lamentò Pansy
Parkinson -Io preferirei la Vodka!
-Ho
detto Tequila- abbaiò Malfoy,
assottigliando gli occhi e fissandola con astio.
Pansy
sbuffò, mentre Hermione guardava
sospettosa la ciotola.
-Questo
gioco non era una rivisitazione di
“Obbligo o Verità”?- domandò
confusa.
-Diciamo
che ho eliminato la parte “O
Verità”, ecco- ridacchiò Draco.
Hermione
scosse la testa ma non disse
nulla.
-Chi
inizia?- chiese Blaise, annoiato.
-Io-
rispose una voce alla sinistra di
Harry.
Il
Bambino che è Sopravvissuto si girò di
scatto in quella direzione e spalancò gli occhi:
-Neville?
Il
ragazzo sorrise imbarazzo, sporgendosi
per afferrare un bigliettino. Zabini lanciò una lunga
occhiata di apprezzamento
al suo fondoschiena stretto in quei pantaloni di pelle di drago
incredibilmente
aderenti.
-Dai
un bacio a chi vuoi tu- lesse Neville, divertito.
-Cos’è?
Un gioco dell’asilo?- domandò Harry
con rabbia. Quel gioco era stupido.
-Un
gioco di cosa?- indagò Ron.
-Lascia
perdere- mormorò Harry, afflitto,
mentre Hermione gli lanciava un’occhiata di compatimento.
-Allora,
Paciock?- lo spronò Zabini -Vuoi
dare questo bacio a chi vuoi tu?
Sorprendendo
tutti, Neville gli sorrise
ammaliatore e si lanciò contro di lui. Le loro labbra si
scontrarono con un
intenso schiocco e Blaise rimase scioccato per qualche secondo, prima
di
lasciarsi prendere dal momento e coinvolgere Neville in un bacio non
molto
casto.
Harry
era semplicemente a bocca aperta e,
quando l’amico tornò al suo posto con una faccia
affatto triste, domandò
sconvolto:
-Neville,
ma quanto hai bevuto?
-A
dire il vero nemmeno tanto.
Una
risata argentina si diffuse
allegramente nella stanza. Harry non immaginava nemmeno che Draco
avesse una
risata del genere. In fondo, di solito, si limitavano a urlarsi contro
a
vicenda.
Invece
Draco stava ridendo di gusto.
Sicuramente la sigaretta che ancora stringeva in mano e il bicchiere
mezzo
vuoto davanti a lui aiutavano ma... stava ridendo.
Harry
era ancora a bocca spalancata quando
Pansy pescò un biglietto. La ragazza sbuffò
quando lesse ad alta voce “Togli un
vestito” e si alzò in piedi per
lasciarsi scivolare addosso il tubino, rimanendo in biancheria.
Biancheria
sexy.
-Che
spettacolo, Pan- si congratulò
Theodore Nott, sepolto da qualche parte nei cuscini.
Harry
non l’aveva nemmeno visto. Si guardò
intorno e si rese conto che c’erano solo Grifondoro e
Serpeverde in quella
stanza. I Corvonero erano troppo intelligenti per giochi del genere e i
Tassorosso troppo timorosi.
Quello
era un gioco per Serpi. E Grifoni.
-“Bacia
Draco Malfoy”- lesse ad alta voce Zabini,
ridacchiando -Non è difficile
immaginare chi abbia scritto questi
biglietti.
Draco
si strinse nelle spalle e si sporse
verso Zabini, allacciando le sue mani dietro il collo.
Harry
era a bocca aperta. Non aveva mai
visto un bacio del genere. Le loro pelli così diverse si
fondevano tanto quanto
le loro lingue, creando un gioco di colori incredibile. I capelli quasi
bianchi
di Draco appiccicati alla fronte di Zabini erano meravigliosi.
Così come le
mani nere di Blaise che scivolavano sulle braccia eteree
dell’altro,
ustionandole con il loro calore.
Si
staccarono con uno schiocco sonoro,
ridendo, e Harry se ne stava ancora con la bocca così aperta
che ci sarebbe
potuta tranquillamente entrare una mosca.
-Stasera
è la mia nottata fortunata-
esclamò Zabini -Ho baciato i due ragazzi più
belli in circolazione.
Draco
sghignazzò mentre Neville diventava
del colore dei capelli di Ron. La sigaretta era arrivata a Seamus, che
disperdeva il fumo in grossi cerchi grigi.
-Tocca
a me- annunciò Draco, pescando un
bigliettino -“Fallo venire duro a
Harry
Potter”
Harry
rischiò seriamente di strozzarsi con
la sua saliva, quando trattenne rumorosamente il fiato. Aveva sentito
bene?
Draco Malfoy doveva farglielo... cosa?
-Finalmente
il gioco si fa interessante-
commentò Blaise, senza perdersi una scena.
Draco
lanciò a Harry un’occhiata di fuoco e
il ragazzo non poté impedire a un brivido di farsi strada
lungo la sua schiena.
Quel biondo aveva uno strano potere
su di lui. Era sempre capace di mandarlo fuori di testa. In tutti i
sensi.
La
Serpe si avvicinò piano a Harry,
strisciando sul pavimento con le ginocchia e tenendo il sedere bene in
vista.
Afferrò una mano di Harry con poca grazia e se la
portò al fianco, scatenando
immediatamente la reazione del moro.
Sentire
la pelle fresca di Malfoy, nascosta
solo da una maglietta sottilissima, così vicine come non era
stata mai, lo fece
eccitare irrimediabilmente.
Iniziò
ad ansimare, mentre il biondo
appoggiava la fronte alla sua, respirandogli con leggerezza sul naso.
-Oh-
mormorò Draco, con una sorta di
delusione nella voce -Ci è voluto meno di quel che credessi.
Blaise
scoppiò a ridere, indicando
l’inguine rigonfio di Harry e la faccia stranita di Draco.
Hermione
storse il naso, innervosita, e si
alzò in piedi:
-Non
avevo mai partecipato a un gioco più
stupido. Me ne vado.
La
ragazza uscì in una nuvola di gonna,
indignata. Ron la guardò stupido per un decimo di secondo
prima di affrettarsi
a seguirla.
Theodore
si stiracchiò, gettando la
sigaretta in un posacenere gentilmente fornito dalla Stanza delle
Necessità, e
si alzò in piedi.
-Pan,
Daphne? Vi va di appartarci in
qualche camera da letto?- domandò indicando una porta alle
sue spalle.
Daphne
rise:
-Vuoi
fare una cosa a tre, Theo? Non ti
facevo così... all’avanguardia.
Pansy
ridacchiò svenevole e si alzò, senza
curarsi di rimettere il vestito addosso. Anche Daphne tolse il suo (per
solidarietà
all’amica, ovviamente) e insieme seguirono Theo nella stanza
accanto.
Erano
rimasti davvero in pochi.
Harry, che ancora cercava di
non venire dentro
i pantaloni.
Draco,
che lo guardava come un felino in
calore e si accarezzava i capelli biondi con gesti lenti e sensuali.
Blaise,
che rideva come un pazzo.
Neville,
che guardava Blaise come se fosse
qualcosa da mangiare.
Seamus,
che lasciava cadere gli occhi sul
fondoschiena di Malfoy.
Dean
invece, che in realtà dormiva profondamente
appoggiato a un cuscino, faceva più che altro da sfondo.
-Tocca
a me- esordì improvvisamente Seamus,
sbilanciandosi in avanti e cadendo casualmente
addosso a Malfoy.
-Oh,
scusa Draco- mormorò
lascivamente. Harry ringhiò. Non aveva idea del
perché, ma sentiva che nessuno poteva toccare Draco, quella
sera. Nessuno
eccetto lui, si capisce.
-“Spoglia
lentamente qualcuno”- lesse il ragazzo ad alta
voce -Malfoy, magari posso
farmi perdonare concedendoti di essere toccato da me.
-Vediamo
che sai fare, Finnigan- lo
provocò Draco, calcando sul cognome.
Harry
buttò giù l’ennesimo bicchiere di
Tequila, e il mondo si capovolse per un momento. Intanto Seamus
Finnigan
accarezzava con le dita l’orlo della maglietta di Malfoy.
Blaise
Zabini era sparito, e anche Neville.
Harry sapeva che tra i due era successo qualcosa, ma non riusciva
proprio a
capire cosa. La Tequila gli stava dando davvero alla testa. Oltretutto,
non
riusciva a scollare gli occhi dalle mani di Seamus che percorrevano la
pelle
bianca di Malfoy. La pelle eterea, pura e divina di Malfoy.
-Smettila,
Seam!- disse improvvisamente,
con un tono autoritario che non era tipico di lui.
Seamus
si girò lentamente, spostando le
labbra dal collo di Draco:
-Non
posso smettere, ricordi? Oramai ho
pescato il bigliettino...
-Oh,
smetterai eccome! Stupeficium!
Il
corpo di Seamus cadde sul tappeto con un
tonfo sordo mentre Draco lo seguiva con lo sguardo, attonito.
-Potter.
Non ti facevo così... impulsivo-
sussurrò, lievemente a disagio.
-Quante
sono le stanze da letto, in questo
posto?- chiese repentinamente “Il Bambino che è
Sopravvissuto”. Quel
rigonfiamento tra le gambe iniziava ad essere particolarmente
fastidioso.
-Ce
ne sono sette... penso che ce ne siano
alcune libere...
Harry
non perse tempo: si alzò, afferrò la
mano di Malfoy e iniziò ad aprire tutte le porte che si
trovava davanti,
ignorando i vari “Screanzato!” e
“Villano!” che lo accoglievano ogni volta.
Finalmente
trovarono una stanza vuota.
Harry sbatté Malfoy sul letto e lo spogliò con
violenza, mentre l’altro se la
rideva come un neonato a cui viene cambiato il pannolino.
Fecero
sesso in fretta, quasi brutalmente,
consumando con foga la passione e la tensione che li aveva resi
magneticamente
attraenti l’uno per l’altro.
Per
qualche ora, in quella stanza regnò la
lussuria. Se qualcuno fosse entrato in quell’istante, avrebbe
visto solo un
groviglio di corpi, di pelli, di capelli. Avrebbe sentito ansiti
selvaggi e
sospiri liberatori.
Harry
Potter stava scopando Draco Malfoy.
Se
anche qualcuno fosse entrato in quel
momento, avrebbe creduto di essere pazzo.
Il
giorno seguente, Harry Potter lo avrebbe
passato a disegnare cuoricini sui suoi libri, iscrivendoci dentro una D
e una
H. Tutti i suoi amici gli avrebbero chiesto se se la fosse spassata con
Daphne
e lui avrebbe risposto di sì, perché non
ricordava niente di quello che era
successo ma sapeva che era stato
bellissimo.
Il
giorno seguente, Draco Malfoy lo avrebbe
passato in compagnia di un paio di belle ragazze dai grossi seni,
continuando
però a pensare allo spazio vuoto e caldo che aveva trovato
accanto a lui, nel
letto, quella stessa mattina.
Il
giorno seguente, quando Harry e Draco si
sarebbero incontrati, avrebbero ricominciato a comportarsi da perfetti
idioti,
perché non ricordavano di come erano stati completi e
meravigliosi, insieme.