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Autore: Cristy_    23/03/2012    0 recensioni
[ Quando lei si voltò lentamente, lo sorprese mozzandogli il fiato.
Era bellissima: gli occhi verdi che brillavano, il ciuffo quasi biondo che si portò dietro all' orecchio, mentre compiva il movimento che lui aveva atteso. Le labbra carnose piegate in un sorriso di sorpresa, e le guancie e il naso arrossate per il vento gelido.
La pelle candida e liscia, dandole l' aspetto di una scultura scolpita da un Dio. E a completare il tutto i suoi capelli lunghi fino al fondoschiena, aperti dal vento.
E lui la guardava ghignando soddisfatto del suo stupore!
I capelli biondi e lisci, gli occhi azzurri che emanavano felicità e la frangetta troppo lunga, che quasi li copriva disordinata, tagliata a ciuffi più corti e più lunghi.
Il suo solito taglio a caschetto, però non aveva niente a che fare con l' aria innocente che gli donava da bambino. I capelli erano scompigliati dal vento, mentre la sua espressione era ferma.
Quello che scioccò Cristy fu la ciccatrice che si estendeva dal suo occhio sinistro fino alla guancia, facendo a botte con i suoi lineamenti angelici e dandogli un' aria da dannato. ]
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Beyond Birthday, Mello, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My beautiful...1 e 2. <3'
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Il rancore è un mostro che ti mangia dentro.” Questo pensava Cristy, mentre la professoressa scorbutica di matematica faceva lezione.

Si limitava a guardare fuori dalla finestra con la mano a reggere la testa, troppo piena di pensieri per farci entrare quelle cavolo di equazioni.

Matt era seduto davanti a lei e scarabocchiava i personaggi di un videogioco su un foglio, ma lei sapeva che riusciva comunque a seguire la non spiegazione della professoressa.

Chi aveva bisogno che lei spiegasse loro il meccanismo di quei problemi infernali?

Gli bastava guardarle per capirle!!!

..Quanto li invidiava!

C era seduta all' ultimo banco accanto alla finestra e sentiva il venticello primaverile scompigliarle i capelli più corti, scappati alla frettolosa acconciatura che si era fatta quella mattina, troppo assonnata.

La lezione sembrava non voler andare avanti, annoiandola.

Si portò una mano alla bocca mentre uno sbadiglio prendeva il sopravvento sulla sua compostezza, e proprio mentre era nel pieno del movimento, accadde.

Il tempo di sbattere le palpebre degli occhi e si ritrovò davanti al naso una visione completamente diversa dall' aula di matematica.

Muri sporchi, pavimenti bagnati per le perdite dei tubi che scorrevano sul soffitto..

Uno strano edificio.

Si guardò intorno spaventata: che cavolo era successo? Dov' era l' equazione?!?!

Quando guardò dietro di sé vide l' uscita di quell' edificio in fondo ad un corridoio lungo alcuni metri.

Stava per muovere il primo passo verso la salvezza quando tutto intorno a lei diventò buio.

Le lampadine sul soffitto lampeggiarono per poi spegnersi definitivamente.

Occhei: niente panico. Vedeva ancora la porta aperta sulla strada, e fuori era giorno. Sarebbe bastato dirigersici incontro e poi sarebbe stata fuori pericolo, e qualcuno le avrebbe spiegato dove si trovava.

Cominciò a camminare ansiosa di uscire di lì, ma quando sentì il rumore dei suoi piedi che schiacciavano l'acqua sul pavimento, prese a correre, spaventata.

Tutto quello che le stava succedendo era assurdo! E come se non bastasse poco dopo l'inizio della sua folle corsa la porta si era chiusa, sbattendo, e facendo un gran baccano.

Cristy si fermò di colpo: ..e adesso?

Sentiva provenire delle voci da in fondo al corridoio. Non era sola.

E quello non era di certo un posto per farsi una scampagnata!

Sarebbe morta. Avrebbe avuto un infarto. Avrebbe sentito l' ossigeno mancarle fino ad accasciarsi sul pavimento.

Sentiva il cuore battere forte nel suo petto, temendo che uscisse da un momento all'altro.

Il suo tump tump tump l' assordava, costringendola a portarsi le mani alle orecchie.

Ma quel rumore era dentro di lei; si portò una mano sul petto, ma non sentì niente di tutto ciò. Se lo stava immaginando?

Era calma.

E non aveva il fiatone come aveva pensato.

Era un sogno.

Si era addormentata durante la lezione di matematica e la sua fantasia le aveva giocato un altro scherzo.

O semplicemente stava impazzendo.

Era troppo surreale..

Uno sparo sordo provenì dallo stesso punto da cui arrivavano le voci.

..

Mello tastava il pavimento alla rinfusa, sapendo bene cosa stava cercando.

Quando lo trovò premette il grilletto puntando il vuoto, sperando di colpire qualcuno.

Funzionò, perché sentì l' accasciarsi sul pavimento della probabile vittima e iniziare a lamentarsi.

..Doveva uscire da lì, non avrebbe avuto più così tanta fortuna!

Non aveva neanche il tempo/modo per richiamare i suoi uomini, altrimenti lo avrebbero sentito e colpito, capendo la sua posizione all' interno del corridoio.

Era ansioso, e non respirava regolarmente.

Sentiva il sapore ferroso del sangue bagnargli le labbra -a causa del pugno ricevuto pochi minuti prima che la luce andasse via- contrastandosi con quello dell' ultima barretta di cioccolata ingurgitata frettolosamente.

Si alzò dal pavimento reggendosi a mala pena sulle gambe tremanti e cominciò a camminare lentamente, facendo attenzione al minimo contatto che avrebbe potuto avere con il nemico.

I suoi occhi stavano iniziando ad abituarsi al buio, ma questo non bastò a indicargli la giusta strada per la porta d'uscita.

E non era nemmeno sicuro di trovarla aperta!

I rinforzi degli avversari potevano essere già arrivati!

Nessuno si muoveva o fiatava, troppo impegnato nel tentativo di mettersi in salvo, e in quel silenzio assordante risuonava il battito accellerato del suo cuore.

Lo sguardo rivolto davanti a sé, senza vedere realmente qualcosa.

Poi la luce.

Quasi come la luce che vedono le persone quando muoiono, in fondo al tunnel buio che avevano descritto quelli usciti miracolosamente dal coma.

Che fosse morto?

Si decise a seguirla prima che anch' essa sparisse, e prese a correre.

Non era una luce accecante, anzi guardarla era addirittura piacevole.

Era ferma, dandogli modo di poterla raggiungere più facilmente.

..
Cristy sentì le pareti di quel corridoio farsi più strette, rubandogli tutto l' ossigeno.

Sentiva di voler gridare, di voler piangere, sentiva qualcosa racchiuso fortemente dentro di sé che tentava di uscire.

Cadde in ginocchio sul pavimento provocando un tonfo per lo schiantarsi sulle pozzanghere, portò le mani ai lati delle sue spalle abbracciandosi e cercando di tenere ben chiuso dentro di sé qualunque cosa fosse ciò che tentava di uscire.

Chiuse gli occhi e si sentì invasa dalla calma.

Sentiva un calore riscaldarla dentro, piacevolmente.

Poi sentì dei passi, avvicinarsi sempre più in fretta.

Instintivamente si alzò e aprì gli occhi, scorgendo accartocciata sul pavimento la confezione di una barretta di cioccolato fondente.

Il tempo di guardarsi indietro senza vedere niente che riprese a correre nella direzione opposta, speranzosa di arrivare all' uscita.

Correva con le mani per aria, fino a quando non andò a sbattere a qualcosa di solido.

Lo esplorò facendole scorrere sulla superficie liscia fino a quando non sentì la chiara forma di una maniglia al tatto.

Senza aspettare oltre la piegò e sentì la porta scattare, spinse con le mani su di essa e venne invasa dalla luce del sole. Si portò una mano sugli occhi come a cercare di vedere meglio e superò la porta, continuando a correre senza nemmeno guardarsi attorno.

Corse per almeno cinque minuti prima di accasciarsi sul pavimento in cerca di ossigeno.

I polmoni fremevano e gli occhi le bruciavano.

La bocca spalancata in cerca d' aria, le mani stringevano l' erba scosse da fremiti di paura.

Ce l' aveva fatta, era fuori.

E lontana da quell' edificio.

Si fece forza premendo le mani sul terreno e si piegò, per poi restare in ginocchio a respirare a pieni polmoni e ad esaminare il parco malandato in cui si trovava.

..

Mello correva, desideroso di uscire da quell' inferno.

All' improvviso vide quella luce spostarsi, e allontanarsi rapidamente.

<< ..No! ..Ferma! >> si lasciò scappare, e si fermò a prendere aria piegato, con le mani poggiate sulle ginocchia.

La luce si fermò nuovamente ma lui non riprese a correre.

Come poteva una “luce” spostarsi a suo piacimento?

Cosa gli importava? Bastava uscire di lì!!!

Sentì il rumore dell' acciaio e di un qualcosa di pesante venire trascinato, o magari aperto, e la luce aumentò, scoprendo l' esterno dell' edificio lontano si e no dieci metri da lui.

C' era quasi!

Riprese a correre e quando si ritrovò fuori dall' edificio fu accecato dal sole.

Controllò che nessuno gli stesse puntando contro una mitragliatrice e vistosi fuori pericolo si allontanò più in fretta possibile da lì.

Nella sua mente il corridoio invaso dalla luce e l'immagine di qualcuno davanti la porta, irriconoscibile. Poco importava chi fosse, gli aveva salvato la vita..

...

Il tempo di identificare la panchina che cadeva a pezzi davanti a lei, che Cristy si ritrovò nell' aula di matematica.

Stava terminando il suo sbadiglio, e quando portò la mano sul banco si fermò a guardare la classe, sorpresa.

<< PROFESSORESSA! >> gridò, alzandosi di scatto dalla sedia e facendo voltare tutti a guardarla.

La professoressa, intenta a scrivere alla lavagna la traccia dell' equazione lunga circa dieci righe, si voltò verso di lei e si abbassò gli occhiali da vista, per esaminarla.

<< Sì, Cristy? >>

La ragazzina restò a guardarla, rendendosi conto di quello che aveva appena fatto.

Matt si girò verso di lei e la guardò trattenendo una risata, e quando l' amica lo guardò allarmata capì cosa intendeva e le rispose sussurrando.

<< 17!! >>

<< E'.. è, 17. Il.. risultato. >> fece Cristy, guardando timida la professoressa e tirandosi le dita delle mani da sola.

Quest' ultima annuì e smise di scrivere la traccia, con il coro demoralizzato degli studenti a cui era stato rivelato il finale di un film che stavano gustando.

C si risedette e sospirò, doveva dirlo a qualcuno.

Quando la campanella suonò e raccontò tutto a Matt mentre lui la trascinava fuori dall' aula impaziente di andare a pranzare, si rese conto di quanto suonava stupido.

<< Dai! Davvero, sarà stato un altro dei tuoi viaggi mentali. Mi sono voltato a guardarti un momento e ti ho vista con lo sguardo perso nel vuoto. E un attimo dopo hai gridato “Professoressa!”. >>

<< Io da..davvero? >> Cristy partì in quarta per poi bloccarsi a fissare il vuoto, pensierosa.

Già, solo un altro dei suoi sogni ad occhi aperti, che di un sogno non aveva proprio niente.

Più che altro era un incubo.

.........................

<< Mello, tu stai bene? >>

<< Si. >> una voce sicura, che aveva già dimenticato l' attimo di panico superato.

<< Accidenti, per poco non ci facevano fritti. >>

<< Jim, dov'è Mike? >>

<< Lui non è tornato.. >>

Jim si buttò sul divano e vi ci sprofondò, creando un solco marcato.

Mello si accomodò piano accanto a lui, sospirando.

Avevano perso un altro uomo.

<< Non importa, siamo ancora sette. >>

Veramente ne avevano persi altri cinque nell' ultimo mese.

Notevole fu il cambiamento che Mello portò nella vita di quei mafiosi.

In soli tre mesi erano in vetta a tutti gli altri, avendo eliminato tutti quelli che li contrastavano. L' ultima tappa era l' edificio di quella mattina, peccato che non ce l' avessero fatta. Mello non aveva calcolato lo sfogo di energia elettrica e c' era stato un black-out. Avevano messo in atto una ritirata improvvisata, ma lui lo ammiravano lo stesso. Per questo motivo di lì a poco li avrebbe manovrati tutti a suo piacimento.

  
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