“Sai qual è il tuo problema? Hai letto troppi libri e poi c’hai creduto.”  

Mi piace osservare i dettagli, comprendere le piccolezze, leggere tra le righe.

Mi piace sorridere, pensare.

Mi piace la musica.

Mi piacciono le parole, così importanti, armi a doppio taglio, così pesanti di valore, così violente che ti si attaccano all'anima, una per una e ti plasmano, ti modellano, ti cambiano. E spesso lentamente ti spezzano.

Ma sono così belle le parole, così affascinanti, sempre le stesse ma così nuove.

Mi piacciono fin troppo le parole; mi piace talmente tanto quello che possono farti provare che la notte, quando non riesco a prendere sonno, le immagino sussurrate dalla voce del ragazzo che amo.

Amo, amare.

Che parola.

Il verbo "amare" mi fa paura, ad esempio.

Così tanta che faccio fatica anche a pronunciarlo ad alta voce. Come ti cambia un "ti amo" pronunciato dalle labbra di colui che pensi al mattino, quando apri gli occhi?

Quanto ti scuote, con quale impatto arriva, con quanta forza ti sconvolge dentro?

Che cosa fantastica le parole.

Così piene di potere, le parole.

E le emozioni? Vi piacciono?

Mi spaventano anche quelle.

Quando le provo sono troppo forti, così disarmanti, incontrollabili, inarrestabili, tormentose. Mandano a quel paese tutta la mia razionalità, sbriciolano il mio autocontrollo, fanno vacillare la mia determinazione.

Eppure sono così belle, così terribilmente affascinanti le emozioni. Ti fanno sentire viva, ti ricordando ogni istante che c'è sempre un motivo per continuare a lottare, per raggiungere un obiettivo.

“I still repeat the things you said to me, in my head.”