Membro dal: 21/09/13 Nuovo recensore (0 recensioni)
“Che
te ne pare?” “Non
male. Ma penso che tu dia troppa importanza alle parole.” “Ma
le parole sono importanti quando si scrive, no?” “Sì
e no. Il senso delle parole è più importante
delle parole in sé.” “Cosa
vuoi dire?” “Be’,
una parola è una parola, e le parole appartengono a tutti.
Ti basta aprire un vocabolario e sceglierne una. È
lì che la faccenda comincia a farsi interessante: saresti
capace di dare a quella parola un senso particolare?” “In
che modo?” “Scegli
una parola e ripetila spesso nel tuo libro. Prendiamone una a caso:
gabbiano. Parlando
di te, la gente dirà: ‘Hai
presente Goldman, quello che parla dei gabbiani?’
E poi arriverà il momento in cui, vedendo dei gabbiani,
quelle stesse persone si metteranno improvvisamente a pensare a te.
Guarderanno quei piccoli uccelli urlatori e diranno:
‘Chissà cosa ci trova di speciale Goldman.’
Poi comincieranno ad assimilare gabbiani e Goldman. E ogni volta che
vedranno dei gabbiani, penseranno al tuo libro e a tutta la tua opera.
La loro percezione di quegli uccelli non sarà più
la stessa. Solo allora saprai di aver scritto davvero qualcosa. Le
parole appartengono a tutti finchè non riesci a dimostrare
di essere in grado di appropiartene. Ecco cosa definisce uno scrittore.
E vedrai, Marcus: qualcuno vorrà farti credere che i libri
hanno a che fare con le parola, ma è falso: in
realtà, hanno a che fare con le persone.”