La vita. I problemi. La rabbia.
Le feste. Le sbronze. Le fughe.
2011. Una nuova generazione di punk fiorisce al Gilman, piena di voglia di urlare, di pogare, di scandalizzare la società perbenista che li circonda e sembra volerli soffocare.
Loro sono Sallie, Joe e Larry. E poi Joey. E poi Ramona ed Estelle-Desirée, Max, Travis e Cole. I Green Day e gli Emily’s Army.
Questa è la storia raccontata in prima persona da lei, Sallie Sander, quindicenne punk che sfugge alle grinfie di una vita che teme e rincorre invece le sue chimere e la sua libertà. E poi, incappa nell’amore.
E poi fugge, inciampa, si rialza, va sempre avanti. Perché, come le hanno insegnato tre persone particolari,
non è finita finché non sei sottoterra.

è semplicemente un lettera scritta da me per Jimmy.

Ed ho ragione, tu lo sai che ho ragione, anche tu da lassù piangi, anche tu ad ogni nostro concerto urli per farti sentire, io ti sento, chiudo gli occhi e ti percepisco mentre corri, salti sulla tua batteria per distruggerla perché era tua, mentre cerchi ti buttare Matt per terra appropiandoti del microfono per urlare, sempre più forte, sempre di più.
Cazzo Rev, io ti sento ma non posso più vederti.

Parte prima:
« Guarda, Brì, guarda! » urla, strepita e continua a pizzicare la sua natica destra.
« Si, Vee, ho guardato. » risponde sconsolato fissando quel ben di Dio.
« Sicuro di aver guardato bene? Non hai notato quei buchetti sulla pelle? Quella buccia d'arancia? Sto ingrassando, ho la cellulite e morirò! »
Brian rifila un'ultima occhiata alla natica del ragazzo, ora di un rosso violaceo. Sbuffa, pregando qualsiasi divinità da lui conosciuta di dire la cosa giusta.
« Io credo che il tuo sedere sia perfetto. » sussurra avvicinandosi al ragazzo con fare sensuale « Io credo che sia rotondo al punto giusto, piacevole da toccare e da invadere. Cosa dovrei farci di un sedere pelle ed ossa, quando ho questo bel pezzo di carne rotonda? »

« E tu pensi che io non abbia le palle per cospargerti di marmellata? » aveva chiesto immergendo due dita nel barattolo e spalmandole poi sulle labbra del ragazzo.
Quello aveva annuito, passandosi la lingua sulle labbra e catturando tutta la confettura che poteva.
« Eh, no! Quella marmellata era la mia! » aveva cinguettato, spalmandola nuovamente sulle sue labbra.
Gli aveva baciato le labbra, le aveva succhiate, mordicchiando leggermente.
« Perché le cose hanno un altro sapore al contatto con la tua pelle? »
« Perché io le rendo migliori, ovvio. » aveva esclamato con aria spavalda nonostante fosse diventato rosso, rosso quasi quanto le ciliegie.
« Direi che potresti anche smetterla di tirartela così... »
Brian aveva scosso la testa.
« Non è nel mio stile, Vee. » aveva esclamato con sufficienza « Ma non dovevi cospargermi di marmellata, o sbaglio? »

« Hai una brutta cera. » aveva esclamato voltandosi di scatto, forse si sentiva osservato « Sicuro di star bene? Hai una faccia... »
"Non avrei questa faccia se tu ti coprissi, dannato"
Il ragazzo si era avvicinato a lui, toccandogli leggermente la fronte e scuotendo il capo.
« Eppure non hai la febbre, magari non hai dormito? »
Lui aveva scosso la testa, brontolando qualcosa fra sé e sé.
« Allora se hai dormito qual'è il problema? Hai mangiato pesante? Hai bevuto troppo? Posso fare qualcosa per te? »
Aveva sbuffato, accorgendosi solo allora che il biscotto che stava inzuppando era caduto sul fondo della tazza. Dopo aver imprecato e recuperato il biscotto, aveva sbuffato nuovamente portandosi le mani sul volto.
« Ho bisogno di scopare, okay? » si era lasciato sfuggire, arrossendo poco dopo e catalizzando la sua attenzione su quel liquido amaranto ancora fumante.
[Riferimenti EsplicitiLinguaggio non proprio da "donzella"sclerivari]

Frank temeva i discorsi con Gerard. Erano sempre un po’ strani, e ora era troppo assonnato per difendersi brillantemente da ogni possibile attacco che Gerard avrebbe potuto sferrare alla sua autostima.
Quindi decise di chiudere gli occhi, rannicchiarsi di più in modo che il suo piede non sfiorasse minimamente Gerard e impedirgli di ricordargli di essere al suo fianco.
Ma si sentiva tremendamente osservato, quindi aprì di nuovo gli occhi e incrociò inevitabilmente quelli di Gerard.
Bene, si era dato una pedata sui coglioni da solo. Ora erano cazzi suoi.
- Che c’è? – sospirò, guardando Gerard con gli occhi gonfi di sonno e non del tutto aperti.
- Sono sotto stress. – confessò Gerard, esageratamente cupo. Problemi da diva. - Ho bisogno di un modo per scaricare la tensione. – mormorò. A Frank passarono davanti agli occhi l’ultima decina di concerti, spesi a flirtare con Gerard sul palco come se fossero decisamente poco etero. Non se l’era mai domandato, ma forse a Gerard non bastavano gli strusciamenti.

Caro Brian,
La invitiamo alla nostra festa in maschera che si terrà al numero 221b di Baker Street, il 31 ottobre alle ore 23:00.
La preghiamo di mascherarsi in modo da non venire riconosciuto.
Christ
P.s: è obbligatorio l'uso del mantello.
~
Brian andrà a questa misteriosa festa? E Matt da dove spunterà? E tutta la storia come diavolo si svilupperà in soli due capitoli? LOL leggete qui per scoprirlo! :’D
[ BRATT – raiting ARANCIONE che si alzerà in ROSSO nel secondo capitolo! ]

- Syn, esci. Devo lavarmi.- gli aveva detto, cercando di spingerlo fuori dalla porta.
Brian era sempre stato più forte di lui e non si era mosso di un centimetro.
- Tu vorresti dare un dispiacere a Papà? Dopo che lui ti ha parato il culo così tante volte con la tua ragazza? Dopo che lui ti ha portato sano e salvo a casa quando eri così ubriaco da dimenticare persino il suo nome? Dopo che ti ha accordato la chitarra perfettamente prima di ogni concerto e ...-
La lista sarebbe continuata a lungo se Zack non avesse messo una mano sulla bocca dell'altro - che per di più l'aveva morsa-.
- Okay, la indosso, sei contento? Però smettila con questi piagnistei! Cavolo...- aveva commentato sfilando la parrucca dalle mani di Brian ed indossandola.
- Sei perfetto.- aveva commentato Brian mordendosi il labbro inferiore con aria estasiata.
Zack era rimasto impassibile, anche se dentro di lui stava accadendo qualcosa di strano e di imprevisto.
- Certo, se qui ci fossero più tette saresti la mia donna preferita, Vee.- aveva commentato palpandogli il petto e sorridendo malizioso.
- Giù le mani dal mio petto! Sono un maschio, cazzo!-
- Hey, dolcezza! Salva questa grinta per l'after show!-

Era il primo giorno di scuola dopo le vacanze natalizie e io già non avevo un attimo di pace: stavo dando velocemente l’ultima boccata alla mia Marlboro rossa, dovendomi sbrigare per la prima ora di lezione della giornata. La prima fottuta lezione di arte con il fottuto professore Brian Haner.
Mini long di due capitoli. Il primo a raiting verde il secondo ROSSO!
[SYNACKY!]