“senti carino è meglio se la smetti di urlarmi contro” gli dissi incrociando le braccia sotto il mio seno e facendolo gonfiare leggermente di più. Ero in piedi di spalle al muro e lui difronte a me che mi guardava “sei tu che urli e poi carino? Io? No bimba ti stai sbagliando di grosso, io sono perfetto” disse sollevando le sopracciglia e guardandomi con un ghigno
“non sei poi così tanto perfetto!” esclamai io “dici? Allora perché mi mangi con gli occhi?” li sbarrai e lo guardai stupita, okay si può dire di tutto, ma che io lo stessi mangiando con gli occhi.. beh era fuori strada. Fece un passo in avanti mettendo una mano sul mio fianco sinistro ed io gliela tolsi bruscamente “io non ti mangio con gli occhi! Tu non m’interessi minimamente, c’è di meglio” dissi io guardandolo negli occhi
“dici?” si avvicinò di più facendo un altro passo ed io istintivamente ne feci un indietro portandomi le mani lungo i fianchi. Ero a mezzo metro di distanza dal muro.
L’aria si stava facendo più pesante, io ero agitata ed il motivo mi era ancora sconosciuto “dico” dissi acidamente
“sei agitata bimba” un altro passo.

il suo nome è April Shave, una ragazza veramente perfetta, la più popolare a scuola e con una brillante carriera da modella alle porte. Insomma,la ragazza che tutte vorrebbero essere. Lui, Luke Hemmings, il classico ragazzo strafottente e superficiale,conosciuto grazie al comportamento che assume con le donne,delle quali è sempre circondato. Sono accomunati da un unico difetto. Loro sono soli,tremendamente soli. Una solitudine da far schifo, che serve,certe volte, a colmare il vuoto che lei stessa ti causa. Ogni giorno entrambi indossano la maschera da ragazzi popolari e fingono, dato che non hanno nessuno con cui essere loro stessi.
Luke è l’incubo di April. Lei è entrata nel suo mirino di conquiste e si sa che quando Hemmings vuole qualcosa,la ottiene.

Tratto dal 1° capitolo:
Era notte fonda, quando sentii dei passi dietro di me, così mi girai verso il piccolo lampione che avevo passato poco prima.
''C-c'è nessuno?''
chiesi più a me stessa
Si sentì solo il fruscio del vento freddo di gennaio, e poi il rumore delle foglie secche strusciare sull’asfalto del marciapiede sotto i miei piedi
***
''Chi sei? Cosa vuoi da me?''
‘’Questo non ti deve interessare.’’
‘’Invece sì. Sei tu che mi hai minacciato, facendomi venire qui!’’
alzai la voce, e mi arrivò uno schiaffo in piena faccia
‘’Ti ho detto che devi stare zitta! Faccio io le regole qui! Ci siamo capiti!?’’
mi urlò con cattiveria, così in preda ad un pianto isterico, annuii e ormai senza più forze, mi rannicchiai sul sedile, dando libero sfogo a quelle calde goccioline salate, chiamate lacrime.
***

Harry afferrò la telecamera e venne verso di me, facendo un primo piano al mio corpo sporco e stanco a terra.
-Buon compleanno, amore.-
*STORIA INVENTATA.*