Le sue dita andarono ad accartocciare un nuovo pezzetto di carta strappata da qualche libro di scuola.
Lo manovrò tra le sue mani e dopo, presa la mira, posizionata la pallina sul banco, calcolato l’angolo e la forza, tirò con un colpo di medio.

“Muori lurida bastarda! Per Morgana se ti acchiappo ti uccido! Anzi prima ti catturo, poi ti infliggerò tante di quelle maledizioni che neppure Voldemort ha lanciato in tutta la sua vita, dopo ti squarterò ed infine ti getterò nello sciacquone!

“Morirò presto, ragazzi! Eppure avrei voluto fare tante altre cose!”
“James, non dire così! Non è successo ancora niente!”
“Ma succederà! Non può non succedere niente! E se provassi in Infermeria? Forse Poppy avrà qualche rimedio...”
“Già… Non può essere la prima volta!”
“Ma… Chi è tanto stupido da avvicinarsi di sua spontanea volontà?”

“James, mi dispiace!” Remus mi pose una mano sulla spalle cercando di confortarmi, ma niente e nessuno poteva aiutarmi. Il mondo mi stava crollando sulle spalle. Eppure non avevo fatto nulla di male, perché Dio mi voleva così male! Perché io? Perché non qualcun’ altro? “Potter!” Quando la professoressa- barra- boia pronunciò il mio nome mi avvicinai lentamente verso quello che doveva essere il mio patibolo.

“Mi stai ascoltando, vero?” “Si!” “Non trovi che Millicent sia diventata una grande gnocca?” “Si!” “E..Draco è vero che sei un furetto platinato rompi palle snob? “Si!” “Ehi Draco!” Blaise dovette passare la sua mano davanti agli occhi dell’amico per più di una volta distogliendolo da ciò che stava guardando ininterrottamente da quando si erano seduti in sala grande. Seguendo la linea d’aria il suo sguardo era concentrato su un Succo di Zucca ma non poteva essere quello il punto di interesse; non se dopo di quello c’era la bella Hermione Granger

La ninna nanna l’aveva inventata su due piedi. Doveva ammettere che si era divertito ed aveva anche funzionato. Prima di uscire dalla stanza si avvicinò ai letti delle sue tre pesti, depositando baci. Una volta al lettino di Lil però, mentre rimboccava le coperte, vide che aveva ancora gli occhi aperti. “Lil, non riesci a dormire?” “No! Ho paura!”

Era come essere in un mondo biscottoso dove degli umpalumpa vestiti di rosa ti riempiono la tua tazza di the allegramente mentre fai quattro chiacchiere con la tua preside preferita. La testa cominciò a fargli male. No, non c’entrava nulla Voldemort. Era tutto l’ambiente. Non poteva sopravvivere in un habitat del genere. Se si girava a destra vedeva rosa, a sinistra rosa ed anche la porta dietro di lui era laccata di quel colore.

“Vieni da me..!” “Chi è? Chi parla?” “Ho voglia di uccideree! Sangueeee!” “Chi sei? Cosa vuoi da me?” Dudley si ritrovò seduto sul letto con le coperte fino alle orecchie e con gli occhi acquosi a vigere sul chi va la. Leggete! Comica? Dovrebbe... :D

“Come.Hai.Potuto?” “Per le mutande di Merlino, per uno stupido colore! Dai Rem, non ti arrabbiare! Non pensavo che te la saresti presa così tanto! Per così poco…!” “Per così poco!PER COSI’ POCO?” “Non urlare, ci stanno guardando tutti!” Dissi a denti stretti.

I ragazzi corrono mezzi ubriachi intorno al fuoco del grande falò. Io me ne sto in disparte; l’unica mia compagnia un grande palloncino bianco in cielo. Non perché sono un tipo asociale; ormai sono abituato ad essere solo e non mi pesa più di tanto.

Raccolta di brevi Flashfic su alcuni scatti della fotocamera di Lily il suo ultimo anno ad Hogwarts. Spero piaccia..Recensite! :D

Un morso, poi un altro e un altro ancora. La situazione non migliorava; forse era meglio smetterla di ingozzarsi. Il cioccolato non guarisce tutto.

Avevo addirittura comprato con i soldi che avevo guadagnato falciando il prato: cucchiaini, piatti e bicchieri coordinati per festeggiare il mio compleanno; ma a chi volevo darla a bere? Ero io l’unico che se ne ricordava.

“Signor Weasley, può entrare!” Mi disse l’infermiera con un sorriso materno sulle labbra. Avevo marciato avanti e dietro per lo stretto corridoio del San Mungo aspettando questa chiamata, ma adesso le gambe erano diventate molli.

“Albus mangia!” “Albus! L’hai sentita la mamma, no? Mangia!” “Ma…ma papà, non mi piacciono gli spinaci!” Si lagnò lui, “Si che ti piacciono su..! Dai, vuoi che ti imbocchi io?” Chiese al figlio, Ginny prendendo subito la forchetta e arrotolando la verdura. La faccia schifata del figlio non prometteva nulla di buono.