«Ragazza dal rossetto trasparente.» mormorò lui, sorridendo leggermente quando la solita smorfia di disapprovazione comparve sul volto della ragazza, tanto da farle incurvare quelle labbra che - lui stesso - scrutava ogni giorno con attenzione e poi riproduceva sotto forma di disegno, su migliaia di fogli bianchi.
«Perché ti ostini a chiamarmi in questo modo?» domandò rassegnata all'idea di quel ridicolo soprannome, riosservandolo ancora una volta dall'alto verso il basso, come se in precedenza non lo avesse già fatto abbastanza: t-shirt bianca, felpa marrone, jeans scuri e vans ai piedi. «Perché è tutto ciò che hai sulle labbra, ovvero un rossetto trasparente .. e poi, perché così, sei semplicemente tu.» «È un burrocacao.» «E io che ho detto? Rossetto trasparente.» Teng, la ragazza con il rossetto trasparente.
|