LaChitarraLunatica
Membro dal: 30/03/16
Nuovo recensore (3 recensioni)
 
Si hortum in bibliotheca habes, deerit nihil.
Siamo al momento delle presentazioni, e io, al solito, non so cosa scrivere.
Potrei iniziare dal mio nome, ereditato dalla mia nonnina, che sarebbe Paola e che, per chi non se ne intendesse, vuol dire piccola. Sarebbe qui doveroso aprire una parentesi sulle magie dell’onomastica, o sulla mia fastidiosa tendenza al non voler raggiungere il metro e sessanta d’altezza, nonostante i ventun' anni suonati, ma non temete, curiosi lettori: la parentesi sull’onomastica verrà aperta solo dopo, se la mia logorrea non riempirà la pagina prima che io abbia deciso che la presentazione è finita.
Tornando a noi, quindi, si può dire che sono, letteralmente, un ragazza piccola in un mondo grande. Mentre cerco, in questo mondo grande, un posticino che faccia per me, vivo saltando ancora tra le pozzanghere, mangiando la neve, arrampicandomi sugli alberi, rotolandomi tra le foglie e cercando di fare meno disastri possibili. Non è che ci riesca un granché bene, ma sono ancora viva e vegeta, e lo considero un traguardo più che dignitoso.
Scrivo molto e parlo troppo, soprattutto se vi conosco molto bene o molto poco; e non sto scherzando: parlo così tanto che potrei stordirvi di parole in italiano, inglese, tedesco, spagnolo, francese e, se mi date un po’ di tempo, anche in russo; ma non ci metto nulla a tornare timida e piccolina, perché, un po’ il mondo mi spaventa, e un po’ il mondo mi disgusta.
La mia fantasia lavora un decisamente più di quanto non sia conveniente, e mi scarica addosso la sensazione che vivere una vita sola non sia nemmeno vagamente sufficiente, quindi di solito si prodiga per riempirmi la testa di storie, racconti, mondi e avventure tutte nuove, sempre più interessanti di quanto non sia la realtà. Mi piace pensare che, a furia di cercare il nuovo, il bello e l’interessante in mondi nuovi e lontani, i miei occhi si sono allenati a trovare tutte queste cose anche nel mondo vero.
Forse non ci riescono sempre, ma almeno ci provano. 
Amo i libri, un po’ meno le persone, mi perdo nelle parole e mi incanto davanti ai temporali, ascolto musica un po’ troppo arrabbiata, che non si addice ad una ragazzina come me, ma in fondo non mi importa più di tanto. Ho una passione particolare per l’arte, in qualunque forma si presenti, e sono quasi sicuramente afflitta da un inguaribile sindrome di Stendhal, oltre che un evidente complesso napoleonico.
Non rinuncio mai a niente, e dimentico ancora di meno: anche quelle porte che ormai si sono chiuse o quei treni che sono passati e non sembrano voler tornare indietro, li porto sempre con me. Il risultato è una valigia un po' pesante, ma tanto colorata. Di solito mi piace viaggiare con uno zaino in spalla e scarpe comode, quindi mi fermo poco e passo leggera, così lascio la libertà di conoscermi solo alle persone che sono veramente interessate. Alle altre, generalmente, penso di dare l'impressione di essere strana. Non a torto, beninteso: le mie ninna-nanne erano Ligabue e gli Ac/Dc, le mie favole della buona notte Tolkien e Faletti; non potete pretendere che sia normale, sarebbe fisicamente impossibile.
Da grande ho voluto essere tante cose: un’archeologa, la direttrice di un hotel, una spia, Indiana Jones, una psicologa, una giornalista, un T-rex (questo è più recente di quanto pensiate: un paio di mesi fa i miei denti del giudizio hanno fatto capolino e io ho deciso che non stavo soffrendo tanto solo per vedermi strappata e via da un dentista le mie nuove arma odontoiatriche) un pirata e un fantasma. Per il momento continuerò a vivere la mia vita e a non scartare nessuna possibilità, mentre faccio la cameriera part-time e la studentessa a tempo quasi pieno.
Direi che mi sembra di aver scritto abbastanza e, se non vi ho annoiati a sufficienza, già che siete passati di qui, potreste provare a conoscermi meglio e leggere una delle storie che trovate qui sotto. In alternativa potreste anche chiudere la pagina, come se non mi aveste mai conosciuta, e io già sarei contenta perché ora qualcun altro sa che ho qualcosa da dire, e per ora tanto basta.
Nullum magum  ingenium sine mixtura dementiae fuit
 
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