"Sono curiosa, Mr. Gray. Ditemi, se doveste dettare ora in testamento il vostro epitaffio, quali parole affidereste alle pergamene del notaio ed alla mano esperta dello scultore?"
Breve riflessione su di un'acuta domanda e sull'impossibilità del protagonista di rispondere in modo soddisfacente.

Dorian sa bene, che cos'e' la sua anima. Lui lo sa. La vede tutti i giorni, su quella maledetta tela.
Ed e' lei a guidarlo, in una delle sue serate, nei quartieri piu' malfamati di Londra, in cerca di lenire quella solitudine che la sua vita, invidiata e all'apparenza perfetta, gli trasmette.
E poi, ci sono i ricordi...ricordi di chi non c'e' piu', per sua stessa colpa....

Sembri addirittura insicuro, quasi temessi un mio rifiuto.
Come se io potessi anche solo pensare di rifiutarti.
Rifiutare te.
Te che sei semplicemente perfetto.
Te che sei ciò che bramo di più al mondo.
Te che sei l'ultimo, folle, desiderio che esprimerei, se condannato morte.
Piccola one-shot ispirata al film Dorian Gray (del 2009).
Un flusso di coscienza che racconta (o almeno prova a raccontare) i pensieri di Basil durante la festa in maschera da Dorian. La sua ultima festa.
Un'intrusione sconsiderata nella mente di un artista, di un gentleman... di un uomo innamorato.