Cap. 104 EFP
Buongiorno
fanciulle!
Innanzitutto vorremmo dare il benvenuto a delle nuove ragazze che si
sono unite a noi! Grazie!
Ora passiamo al chappy! Questo e il prossimo saranno i conclusivi di
questo weekend così romantico. Saranno interamente dedicati
ai nostri piccioncini. Quindi torverete di nuovo SC più
pimpante che mai!
Poi si ritornerà a scuola e le acque si smuoveranno un po'.
Provocheranno un tsunami o solo una piccola tempesta? Rimanete con noi
e lo saprete!
Vorremmo ringraziare come sempre tutte le lettrici silenziose e non!
AVVISO IMPORTANTE!
LEGGERE!
Per le prossime due settimane posteremo solo di giovedì!
Quindi giovedì 23/6 il capitolo 105, giovedì 30/6
il capitolo 106.
La settimana, invece, che va dal 4/7 al 10/7 ci prenderemo una piccola
vacanza. Poi da lunedì 11/7 dovremmo riuscire a postare di
nuovo normalmente due volte la settimana. Comunque non preoccupatevi
perchè di volta in volta vi ricorderemo gli appuntamenti.
Scusateci ma non possiamo fare altrimenti. Sara starà via
quasi una ventina di giorni per un viaggetto sola soletta con il
maritino. Per quanto riguarda me invece, ora che è finita la
scuola, i miei figli giustamente vorrebbero stare il più
possibile a spiaggia e come ogni anno metteremo piede nello
stabilimento balneare verso le nove del mattino e ne usciremo verso
l'ora di cena. Ma vi prometto che ne approfitterò per
cercare di portarmi più avanti possibile con i capitoli. Ad
agosto invece dobbiamo ancora vedere i reciproci impegni e poi vi
faremo sapere.
Dopo avervi spiegato tutte queste cose di cui probabilmente vi
interesserà poco o niente non ci resta che lasciarvi al
chappy!
BUONA LETTURA DA MANU E SARA!
CAPITOLO 104
Piscina,
dispetti e… giochetti
Pov
Edward
Io e Bella eravamo ancora in cucina e stavamo finendo di consumare la
nostra colazione. Solo che da quando l’avevo rassicurata sul
futuro che entrambi speravamo si potesse avverare, si era fatta
silenziosa e mi sembrava assorta nei suoi pensieri.
-Ehi, amore… c’è qualcosa che non va?-
provai a
chiederle. Lei si riscosse e mi sembrò di nuovo imbarazzata,
quasi fosse indecisa se rivelarmi o meno ciò che le passava
per
quella sua stramba ed adorabile testolina.
-Senti, Edward… so che è ancora presto per fare
progetti
a lungo termine e che non sappiamo nemmeno se ci prenderanno entrambi
ad Harvard…- esordì; la interruppi aggrottando un
sopracciglio, in una chiarissima espressione di puro scetticismo. Lei
rise, alzando le mani come ad arrendersi all’evidenza.
-Ok, ok! Lo so come la pensi, ne abbiamo già
parlato… con
i nostri voti e i nostri curricula ci accetteranno quasi
sicuramente…- espose quello di cui parlavamo spesso. La
assecondai con un gesto del capo.
-Ci accoglieranno a braccia aperte, vorrai dire! Vai avanti,
tesoro…- la incitai, curioso di conoscere quali motivi la
potessero intristire o preoccupare.
-Ecco, vedi… io pensavo alle nostre…
sistemazioni,
sì insomma… ehm… al nostro alloggio.
Ho sempre
pensato che avrei vissuto al dormitorio del college, come penso anche
tu… questo però prima di innamorarmi di
te…- mi
spiegò con un sorriso, abbassando il volto. Quella nostra
conversazione iniziava a prendere una piega decisamente interessante e
sperai vivamente che il discorso di Bella volesse arrivare alla mia
stessa identica conclusione…
-Non fraintendermi… io non voglio importi niente e la mia
è solo un’idea…- iniziò a
balbettare
insicura, mentre il suo viso si imporporò con toni ancora
più accesi di prima, che mi colmarono di tenerezza.
-E’ solo che mi piacerebbe magari affittare un appartamentino
tutto nostro. Se facessimo presto domanda forse ne troveremmo anche uno
all’interno del campus, o comunque lì vicino-
continuò.
Il sorriso che allargò le mie labbra era talmente grande e
sincero che quando Bella lo vide, si emozionò e i suoi occhi
divennero lucidi per la commozione. Le afferrai la mano e la feci
alzare per farla accomodare sulle mie ginocchia, stringendola forte a
me.
-La tua idea è semplicemente fantastica!- mi entusiasmai;
-Non
potrei più stare lontano da te tutte le notti e non avrebbe
senso, visto che ne abbiamo la possibilità, non condividere
un
alloggio. Probabilmente gli studi ci impegneranno molto durante il
giorno e le possibilità di passare un po’ di tempo
insieme
si faranno sempre più ridotte… ma se abitassimo
insieme… bè, almeno le notti sarebbero nostre e
senza il
baffuto e pericoloso sceriffo Swan a fare la guardia!- la rassicurai,
contagiando anche lei con il mio fervore ed eccitazione al solo
pensiero di quella situazione. Era anche lei felice ed io gongolavo
dalla gioia.
Restammo a coccolarci ancora un po’, parlando
dell’università e delle nostre rispettive
aspettative.
Mancavano ancora parecchi mesi in realtà, ma solo il fatto
di
poter discutere di questi argomenti con serenità, trovandoci
d’accordo su ogni cosa, ci rendeva estremamente felici.
Rassettammo rapidamente la cucina e andammo a goderci il calore del
camino abbracciati stretti sul divano, con il temporale e il rumore del
mare rabbioso a tenerci compagnia…
-Ehi, cucciola… tra pochi giorni è il tuo
compleanno-
affermai baciandole la fronte. Non ne avevamo ancora fatto cenno in
nessuna occasione, e non avevo idea di come fosse abituata a
festeggiarlo; per quanto la conoscevo io, potevo affermare che non
amasse in particolar modo solenni celebrazioni… ma il
raggiungimento della maggiore età era un evento che andava
sicuramente festeggiato!
-Eh già… diciott’anni…-
mormorò
pensierosa e con una punta di tristezza che mi colpì.
Probabilmente stava pensando all’assenza di sua
madre… la
capivo più di quanto potesse supporre: il giorno del mio
compleanno non ero riuscito a godermelo appieno per lo stesso
motivo… mio padre mi era mancato in modo incredibile in
quell’occasione. Cercai subito di distrarla: non volevo che
si
rattristasse.
-Cosa fate tu e Jazz, di solito?- le chiesi, curioso.
-Veramente, da quando non c’è più la
mamma…
bè, non amiamo i grandi festeggiamenti… ma
quest’anno, essendoci anche tua sorella, ho davvero paura che
voglia organizzare una festa grandiosa come quella di Rose- si
preoccupò aggrottando la fronte. Eh no! Non se ne parlava
proprio!
La mia ragazza avrebbe fatto solo quello che più
l’avrebbe
messa a suo agio e su questo sarei stato irremovibile con quella
folletta esagitata di Alice!
-Bella, amore… non ti devi preoccupare assolutamente di
questo,
credimi: ci penserò io a parlare con quella pazza di mia
sorella… e se proprio non vorrà sentire ragioni,
lei
organizzerà la sua festa di compleanno e tu la tua. Non sta
scritto da nessuna parte che dobbiate farla insieme- la rassicurai con
fermezza; -Jazz deciderà poi cosa fare. Ma sinceramente ho i
miei dubbi che si farà influenzare da mia
sorella… anzi a
dirtela tutta penso proprio che sarà Alice a piegarsi alla
decisione di tuo fratello… ancora non riesco a credere
all’enorme ascendente che ha su di lei…- spiegai,
sincero
con una punta di ammirazione per mio cognato, l’unico in
grado di
domare quella puledra selvaggia di Alice: diventava burro in compagnia
di Jazz e lui riusciva a plasmarla a suo piacimento…
Bella si voltò verso di me e mi baciò
delicatamente.
-Grazie, stella… sai, ci tengo a festeggiare, ma senza
esagerare. Rose è abituata a dare grandi feste
perché
come presidentessa del comitato scolastico ha anche degli obblighi
sociali. Io preferisco invece trascorrere quella giornata speciale con
le persone che so che mi vogliono bene e mi apprezzano di tutto cuore.
Di solito per il nostro compleanno andavamo tutti a La Push e
festeggiavamo nel grande capannone; ma quest’anno potremmo
anche
fare una piccola festa qui… ma niente di esagerato! Magari
potremmo organizzare una cena a casa con papà, Esme e Billy;
e
poi potremmo passare il weekend qui al mare invitando anche Ben e
Angela e i ragazzi della riserva. Che te ne pare?- mi propose con un
sorriso luminoso che mi riscaldò il cuore.
-Dico che è un’idea magnifica, cucciola!
Così
potrò di nuovo trascorrere due intere notti a fare
l’amore
con te…- mi entusiasmai soddisfatto. Bella
scoppiò a
ridere.
-Certo che la tua è proprio un’idea fissa!- mi
schernì, dandomi una piccola gomitata nelle costole. Le
mordicchiai il collo in risposta, facendola gemere.
-Non mi vorrà dire, signorina Swan, che non apprezza le mie
attenzioni costanti e… peccaminose…- la provocai
con un
tono di voce roco e profondo. La vidi mordicchiarsi il labbro, mentre
sorrideva sorniona. Scosse il capo con energia.
-No, le apprezzo decisamente molto!- confermò, mentre si
appoggiava di nuovo al mio petto, godendosi il mio abbraccio.
Ridacchiai, appagato dalla sua resa.
Buttai poi l’occhio sull’orologio e mi accorsi che
tra una
chiacchiera e l’altra e parecchi baci e coccole si era
già
fatta l’ora di pranzo: sbuffai infastidito. Ancora poche ore
e
quel nostro idillio sarebbe terminato… che palle! Bella si
staccò immediatamente dal mio abbraccio e si
voltò per
guardarmi negli occhi.
-Che c’è, Edward? Hai un broncio degno di un
bambino di
due anni! Per non parlare poi del tuo modo di sbuffare- mi
schernì.
-Niente… è solo che… dio, non hai idea
di quanto
mi scocci tornare a casa! Oh stellina, vorrei rimanere per sempre qui
con te. E poi fino al prossimo weekend non potremo dormire assieme- le
confessai, in leggero impaccio per quella mia ammissione di debolezza.
Mi rendevo perfettamente conto che stavo facendo i capricci da
bamboccio viziato; ma staccarmi da lei e non tenerla costantemente tra
le mie braccia non solo costituiva un’impresa sempre
più
ardua, ma anche una colossale crudeltà!
La risata di Bella riecheggiò nel salone.
-Tu rimugini troppo, Cullen! Non vorrai per caso rovinarti la fine di
questo meraviglioso weekend quando abbiamo ancora tutto il pomeriggio
da goderci soli soletti- mi rimproverò, stuzzicandomi in
modo
vizioso e consapevole nel pronunciare il mio cognome.
-Hai ragione da vendere, Swan! Allora che ne dici di una bella nuotata
in piscina?- le proposi. Con l’abbondante colazione che
avevamo
ancora in corpo, non avevo per niente fame ed ero certo che anche Bella
la pensasse come me, visto il numero di cornetti farciti di Nutella che
era stata in grado di ingurgitare accompagnati da ben due tazze di
cioccolata calda! Dato che la conoscevo già piuttosto bene,
ero
matematicamente sicuro che non avrebbe più toccato cibo fino
a
pomeriggio inoltrato.
-Ottima idea, bravo! Così magari con qualche bracciata
smaltisco
tutta la cioccolata di stamattina!- accettò con entusiasmo.
-Non ti preoccupare, sirenetta… quella te la faccio smaltire
io
con un altro tipo di ginnastica! Decisamente più
interessante di
una faticosa e noiosa nuotata!- le promisi, scostandole i capelli da
una parte per poterle baciare il mio punto preferito.
Quando le mie labbra si posarono sulla morbida e profumata
rotondità della sua gola per poi risalire fino a raggiungere
il
punto sensibile sotto l’orecchio, Bella ansimò
sonoramente, appoggiando le mani sul mio petto, mentre le mie andarono
a posarsi invece sulle sue natiche sode e perfette, stringendogliele in
un gesto di assoluto possesso.
-Mmm, Edward… se continuiamo così… non
ci
arriveremo nemmeno alla piscina- mi ammonì con la voce
velata
dall’eccitazione: aveva perfettamente ragione!
Anch’io ero
al limite: il mio fedele Super Cullen era già più
duro
del marmo…
-Ok, andiamo…- affermai ansando pesantemente, staccandomi
dal
suo corpo che mi richiamava come il melodioso canto di una sirena. La
presi per mano e ci spostammo nella dependance.
Accendemmo le luci della piscina, il dispositivo per riscaldare
l’acqua e infine feci partire il cd della nostra serata
perfetta,
rimasto ancora nello stereo.
-Mentre aspettiamo che l’acqua si scaldi, vado nello
spogliatoio
a infilarmi il costume. L’ho lasciato
nell’armadietto la
scorsa volta- mi spiegò Bella, avviandosi
dall’altra parte
della piscina.
Scoppiai in una sonora risata, che rimbombò e
attraversò
l’intera grande stanza. Davvero pensava che l’avrei
permesso? Per nulla al mondo avrei tollerato in quel momento che un
insolente pezzo di stoffa celasse il corpo mozzafiato della mia dea!
-Scusa, amore… ma pensi veramente che ti lasci addosso il
costume in acqua?- le domandai con un sopracciglio alzato, incredulo
per la sua decisione insensata.
Bella si bloccò e si voltò verso di me,
fissandomi
attonita. Ghignai, compiaciuto dalla sua reazione impacciata: forse
l’avevo sconvolta… che tenera la mia timida
cucciolotta!
-Bè… ma… io pensavo…
cioè…-
balbettò, gesticolando agitata. Non riuscii proprio a
trattenermi di fronte alla sua espressione scioccata e la mia risata
aumentò ancora. La mia micetta era unica! A volte si
trasformava
in una donna sexy e audace, senza alcun tipo di timidezza…
altre, come in questo momento, ritornava la ragazza insicura e
impacciata di un mese prima; dio, quanto l’adoravo!
Con due falcate la raggiunsi e la presi tra le mie braccia, baciandole
la punta del naso.
-Tesoro mio… se preferisci infilarti il costume
perché ti
senti più tranquilla, fai pure… però
pensavo,
visto che siamo soli soletti, che potessimo farci un bel bagno in
costume adamitico… sai, non ho mai nuotato completamente
nudo… e la faccenda mi stuzzica parecchio…- la
tentai,
con la voce più suadente che riuscii a tirare fuori.
-Devo ammettere che è un’esperienza che manca
anche a me…- si lasciò trascinare.
-E allora cosa ne dici di provarla per la prima volta insieme? Non
sappiamo quando ci ricapiterà di avere la casa tutta per
noi… potremmo non avere molte altre
possibilità…-
cercai di convincerla definitivamente a sfruttare quella ghiotta
occasione.
Lei mi sorrise e, senza indugiare ulteriormente, iniziò a
sfilarmi la maglietta. I nostri occhi erano incatenati in
un’ammaliante magia mentre ci spogliavamo a vicenda; e il suo
sguardo, come il mio, si era incupito dal desiderio. Ecco di nuovo la
mia pantera!
Una volta nudi, senza darle il tempo di muoversi, la presi in braccio e
mi avvicinai pericolosamente al bordo della piscina. Bella
capì
subito le mie sleali intenzioni.
-Non ci provare nemmeno, furfante che non sei altro! Sarà
ancora
gelata!- mi ammonì. Un ghigno strafottente mi si dipinse sul
viso.
-Chi è quella piccola micina impertinente che solo poche ore
fa
mi ha svegliato solleticandomi il viso, più e più
volte,
con una ciocca di capelli?- le ricordai. Lei spalancò gli
occhioni, incredula.
-Non puoi essere così vendicativo! E non puoi paragonare uno
scherzo innocente a un tuffo nell’acqua gelida! Io stavo solo
giocando!- si difese, mettendo il broncio. Scossi la testa in segno di
diniego. Stavolta il trucco del cucciolo non mi avrebbe fatto desistere
dai miei spassosi propositi. Capita l’antifona, allora quella
fedifraga iniziò ad accarezzarmi il torace, con tocchi
languidi
e dannatamente seducenti. Fui costretto a serrare gli occhi per un
attimo, lasciandomi trasportare da quelle meravigliose dita leggere e
delicate che sfioravano appena la mia pelle, eccitandomi e facendomi
ricoprire il corpo di brividi… dio che
meraviglia… No!
Non potevo farmi circuire così! Ne andava del mio orgoglio
di
maschio, stavolta! D’accordo che ero il suo
schiavo… ma
non potevo sempre cedere… non senza lottare almeno!
Aprii gli occhi improvvisamente e Bella capì troppo tardi
che
aveva perso. Mentre lei urlava un fortissimo ‘no’,
io la
lanciavo con poca delicatezza in acqua. Riemerse senza fiato e
iniziò a insultarmi in tutte le lingue, mentre io continuavo
a
sghignazzare a crepapelle.
-Allora, com’è l’acqua? Ancora tanto
fredda, vero?-
le domandai certo della temperatura poco gradevole della piscina;
c’era un unico dettaglio strano: non mi sembrava che tremasse.
-Ti dirò, amore… pensavo peggio! Devo ammettere
che il
nuovo timer che papà ha fatto installare è un
portento… si sta già bene- mi
rassicurò con un
sorriso allegro, avvicinandosi al bordo e appoggiandovisi con le
braccia. Rapidamente mi avvicinai a lei.
-Però cucciolo, sono ancora un po’
arrabbiata… per
farti perdonare devi darmi subito un bacio mozzafiato!-
dichiarò
con un broncetto dolcissimo. Non me lo feci ripetere due volte e mi
chinai verso di lei, come un novellino alle prime armi. Che
sprovveduto: come se non avessi vissuto diciott’anni con quel
dispettoso casinista di Emmett…
Prima ancora che potessi raggiungere le sue labbra, Bella, svelta e
precisa, mi agguantò la mano e tirando con tutte le sue
forze,
mi fece finire in acqua.
Cazzo! Altro che temperatura ideale… era ancora
maledettamente
ghiacciata! E il mio amichetto, rabbrividendo, in un istante perse
tutti i suoi superpoteri…
Quella brutta streghetta mi aveva fregato alla grande! Appena riemersi,
pronto subito a vendicarmi di quello scherzetto, mi accorsi che Bella
non era più nello stesso punto di prima.
-Allora, Cullen? Com’è l’acqua?!
Deliziosa vero?- mi
provocò spudoratamente, mantenendosi ben lontana dal
sottoscritto.
-Lo sai, Swan, che questa me la pagherai cara, vero?- la avvertii. Lei
fece spallucce, completamente indifferente alle mie minacce.
-Chi la fa la aspetti, mio caro! E poi, prima di riuscire ad attuare la
tua tremenda vendetta, devi tentare di prendermi! Credimi…
essere cresciuta con due maschiacci come Jazz e Jake mi ha temprata e
in acqua sono un asso! Rischiavo veramente di affogare ogni volta che
facevamo il bagno, a causa dei loro scherzi idioti… quindi
mi
sono fatta furba!- mi avvertì.
-Questo non dovevi dirlo, cucciola… mai sfidare Edward
Cullen!-
la minacciai. Presi un bel respiro e mi immersi per iniziare la caccia.
Giocammo e scherzammo per un bel po’ di tempo: sembravamo due
bambini, e in effetti, proprio come loro, ci stavamo divertendo un
sacco. Dovevo ammettere che Bella in acqua era veramente una scheggia e
ogni volta riusciva ad anticipare ogni mia mossa.
A un certo punto, però, la mia sirenetta iniziò
ad
accusare i primi cenni di stanchezza e finalmente riuscii a
prenderla… bene, bene…
-Ora non mi scappi più!- mormorai al suo orecchio,
schiacciando
la sua schiena contro il mio torace e spingendola fino al bordo della
vasca, imprigionandola con il mio corpo. Si appoggiò e poi
si
voltò verso di me con uno strano luccichio nello sguardo.
-E chi ti dice che io voglia scappare?- mi rispose, in tono malizioso,
facendomi chiaramente capire che se l’avevo presa non era
certo
merito mio. Oh cazzo, com’era sexy! Ed era mia…
Mi avventai sulle sue labbra… non potevo più
aspettare.
Le nostre lingue si intrecciarono immediatamente e iniziarono una lotta
senza esclusione di colpi. Avevo infilato la mia lingua nella sua bocca
in modo forse troppo irruento e selvaggio… ma non potevo
farne a
meno… quando ci staccammo per riprendere fiato, eravamo
entrambi
ansanti e con il cuore che pompava a mille. Le mordicchiai le labbra,
facendola gemere e scesi sul suo collo. Brividi intensi la
attraversavano, increspando la sua pelle bagnata che riluceva di mille
goccioline. Sapevo che la pelle d’oca non era affatto
provocata
dal freddo, perché ormai l’acqua era bella calda.
Le mie
mani vagavano sulla sua schiena e poi come attratte da una potente
calamita scesero a stringere con forza quelle natiche sode e perfette:
mi faceva veramente impazzire quella parte del suo corpo… in
realtà tutto di lei mi faceva impazzire, sempre, dovunque,
comunque…
-Ho una voglia pazzesca di fare l’amore con te… ti
voglio… adesso- le sussurrai, soffiando su una rosea gemma
che
svettò fuori dall’acqua, come a salutarmi. Presi
delicatamente tra i denti quella saporita fragolina, iniziando a
giocarci.
-Oh, sì… Edward…- gemette la mia
bambolina.
Infervorato dal suono eccitato del mio nome sulle sue morbide labbra,
intensificai ancor più le mie attenzioni e i suoi gemiti
divennero ben presto degli ansiti di pura lussuria. Cazzo, volevo molto
di più! Con una mano mi ressi al bordo e con
l’altra scesi
tra le sue gambe. Dio, là sotto era ancora più
calda
dell’acqua che ci cullava!
Intanto il mio membro aveva iniziato a pulsare, desideroso di
attenzioni, così afferrai la mano di Bella e la portai al
mio
inguine. La mia pantera non deluse le mie aspettative avvolgendolo in
maniera sensuale e facendomi morire di goduria.
-Oh, sì, piccola mia… non ti fermare…-
la pregai,
perso in quelle sensazioni così piacevoli. La mia mano come
attirata da una calamita, cominciò a torturare la sua
intimità bollente… ad ogni mia carezza a ogni mio
tocco
ne corrispondeva uno suo, col risultato di farmi impazzire di brama e
desiderio…
-Non ce la faccio più Bella… voglio entrare
dentro di
te… farti urlare dal piacere…- mormorai con una
voce
così roca che faticavo a riconoscerla. Bella
allacciò le
gambe al mio bacino e finalmente i nostri corpi si unirono fino a
formare un’entità unica, inscindibile e
indissolubile.
Fare l’amore con lei ogni volta era un’esperienza
mistica,
celestiale e mi faceva sentire completo come mai mi ero sentito in vita
mia. Eravamo due perfette metà che in quel momento
così
intimo e piacevole si incastravano alla perfezione, trovando il loro
posto nel mondo. La danza di cui ormai conoscevano alla perfezione ogni
singolo passo, ogni più piccola mossa ci trascinava
inesorabilmente verso sensazioni di benessere assoluto… i
nostri
ansiti, i nostri odori e i gemiti si mischiavano facendoci vibrare
all’unisono… le mie mani la stringevano in modo
veemente e
possessivo, cercando di trasmetterle tutta la passione e la bramosia
che ogni volta mi scatenava. E quando il piacere esplose
contemporaneamente in entrambi ci lasciò completamente
sconvolti, ansanti e tremanti.
Esausto, crollai sul suo petto e Bella, continuando a reggersi con un
braccio, mi avvolse, abbracciandomi con l’altro.
-Oddio, Edward! E’ bellissimo fare l’amore con
te…
meraviglioso, fantastico, stupendo, sublime…-
mormorò al
mio orecchio, stanca ma appagata. Alle sue entusiastiche parole il mio
orgoglio virile crebbe a dismisura.
-Anche per me è lo stesso, amore… ti adoro
così
tanto!- le risposi. Restammo a cullarci ancora in
quell’abbraccio
e poi decidemmo di uscire. Era senz’altro trascorsa
un’ora
e avevamo tutta la pelle delle dita raggrinzita. Ci issammo sul bordo.
-Che ne dici se facciamo la doccia qui negli spogliatoi? Gli accappatoi
ci sono e così non sgoccioliamo per casa- mi propose. Annuii
e
andammo a lavarci. Ci insaponammo e vezzeggiammo a vicenda, ridendo e
scherzando ancora.
Era stato un weekend meraviglioso e non lo avrei mai più
dimenticato in vita mia: sarebbe rimasto impresso a fuoco nella mia
memoria, per sempre. Ero felice, compiaciuto e appagato… e
la
tristezza di dover tornare a casa era passata in secondo piano,
permettendomi di gustarmi al meglio tutte quelle stupende e molteplici
sensazioni, facendomi vivere in pieno i miei intensi sentimenti.
-Amore io ho un po’ fame, e tu?- mi domandò. In
effetti
ora che me l’aveva ricordato anche il mio stomaco brontolava
sonoramente.
-Una fame da lupi!- risposi.
-Suppongo che la pizza vada bene, vero?- mi propose, ben sapendo che
non avrei mai rifiutato quell’alimento.
-Supponi benissimo! Alla mia parte aggiungici, se ce
n’è…- le stavo spiegando, ma mi
anticipò.
-Salame, wurstel e peperoni… una cosina proprio leggera
leggera
vero?- mi schernì. Ormai mi conosceva troppo bene. Le
sorrisi,
cingendole un fianco mentre ce ne tornavamo in cucina, spegnendo tutto
all’entrata della dependance. Davanti alle scale, Bella si
fermò.
-Tu vai a cambiarti. Io preparo una pizza gigante, la inforno e
così poi salgo anch’io a vestirmi e ad asciugarmi
i
capelli. Devo in qualche modo ricambiare e ringraziarti per la
colazione di stamattina- mi spiegò.
-Ok, vado… ma non c’è bisogno che
contraccambi
proprio niente… io lo faccio solo per renderti felice- la
rassicurai.
-E ti sembra una cosa da niente? Credimi… non tutti i
fidanzati
sono fantastici come te! Tu sei unico amore mio!- mi elogiò.
Le
diedi un bacio, ringraziandola ancora, e poi mi andai a cambiare,
pregustandomi già quella favolosa merenda.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 105
-Oddio
santo, mamma! Basta, ti prego! Avrò gli incubi stanotte se
non la
finisci subito!- la implorò il figlio, crollando con la
testa sulla mia
spalla, mentre le mie risate aumentavano a dismisura.
-Bella, è ancora vivo e vegeto mio figlio?-
incalzò Esme, continuando a prenderlo in giro.
-Sì,
non preoccuparti! E’ solo svenuto un attimo, ma ho qualche
idea su come
farlo riprendere alla svelta!- le ressi il gioco, mentre la mia mano
prese ad accarezzargli sensualmente il petto. Lui sollevò
immediatamente la testa e il suo sorriso sghembo comparve a confermare
quanto gradisse il mio tocco.
-E quale metodo avresti intenzione di
usare, per risollevare il morale di quel bigotto di fidanzato che ti
ritrovi?- replicò una voce mascolina. Oddio, no!
Mi irrigidii
all’istante desiderosa di non aver mai pronunciato le
provocanti parole
di poco prima di fronte a lui... anche Edward sgranò gli
occhi: la voce
di mio padre ci aveva raggiunti forte e chiaro attraverso
l’apparecchio
telefonico.
Vi
ricordiamo l'altra nostra fiction Segreti e Inganni
Ecco alcuni blog di bravissime autrici che meritano una visita!
Il sorriso
in una pagina
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you
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Nel mondo di Elisa e Yara
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Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!
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Lele
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Juliet, with love di cloe
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cullen
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L'odore dei ricordi
di
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planets di
Stefys79
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(Fiction un po' forte!
Non per tutti!)
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cadenti di eclinu
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