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Autore: IsaMarie    16/06/2011    9 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Cap. 104 EFP
Buongiorno fanciulle!
Innanzitutto vorremmo dare il benvenuto a delle nuove ragazze che si sono unite a noi! Grazie!
Ora passiamo al chappy! Questo e il prossimo saranno i conclusivi di questo weekend così romantico. Saranno interamente dedicati ai nostri piccioncini. Quindi torverete di nuovo SC più pimpante che mai!
Poi si ritornerà a scuola e le acque si smuoveranno un po'. Provocheranno un tsunami o solo una piccola tempesta? Rimanete con noi e lo saprete!
Vorremmo ringraziare come sempre tutte le lettrici silenziose e non!

AVVISO IMPORTANTE! LEGGERE!
Per le prossime due settimane posteremo solo di giovedì! Quindi giovedì 23/6 il capitolo 105, giovedì 30/6 il capitolo 106.
La settimana, invece, che va dal 4/7 al 10/7 ci prenderemo una piccola vacanza. Poi da lunedì 11/7 dovremmo riuscire a postare di nuovo normalmente due volte la settimana. Comunque non preoccupatevi perchè di volta in volta vi ricorderemo gli appuntamenti.
Scusateci ma non possiamo fare altrimenti. Sara starà via quasi una ventina di giorni per un viaggetto sola soletta con il maritino. Per quanto riguarda me invece, ora che è finita la scuola, i miei figli giustamente vorrebbero stare il più possibile a spiaggia e come ogni anno metteremo piede nello stabilimento balneare verso le nove del mattino e ne usciremo verso l'ora di cena. Ma vi prometto che ne approfitterò per cercare di portarmi più avanti possibile con i capitoli. Ad agosto invece dobbiamo ancora vedere i reciproci impegni e poi vi faremo sapere.
Dopo avervi spiegato tutte queste cose di cui probabilmente vi interesserà poco o niente non ci resta che lasciarvi al chappy!

BUONA LETTURA DA MANU E SARA!

CAPITOLO 104 


Piscina, dispetti e… giochetti



Pov Edward

Io e Bella eravamo ancora in cucina e stavamo finendo di consumare la nostra colazione. Solo che da quando l’avevo rassicurata sul futuro che entrambi speravamo si potesse avverare, si era fatta silenziosa e mi sembrava assorta nei suoi pensieri.
-Ehi, amore… c’è qualcosa che non va?- provai a chiederle. Lei si riscosse e mi sembrò di nuovo imbarazzata, quasi fosse indecisa se rivelarmi o meno ciò che le passava per quella sua stramba ed adorabile testolina.
-Senti, Edward… so che è ancora presto per fare progetti a lungo termine e che non sappiamo nemmeno se ci prenderanno entrambi ad Harvard…- esordì; la interruppi aggrottando un sopracciglio, in una chiarissima espressione di puro scetticismo. Lei rise, alzando le mani come ad arrendersi all’evidenza.
-Ok, ok! Lo so come la pensi, ne abbiamo già parlato… con i nostri voti e i nostri curricula ci accetteranno quasi sicuramente…- espose quello di cui parlavamo spesso. La assecondai con un gesto del capo.
-Ci accoglieranno a braccia aperte, vorrai dire! Vai avanti, tesoro…- la incitai, curioso di conoscere quali motivi la potessero intristire o preoccupare.
-Ecco, vedi… io pensavo alle nostre… sistemazioni, sì insomma… ehm… al nostro alloggio. Ho sempre pensato che avrei vissuto al dormitorio del college, come penso anche tu… questo però prima di innamorarmi di te…- mi spiegò con un sorriso, abbassando il volto. Quella nostra conversazione iniziava a prendere una piega decisamente interessante e sperai vivamente che il discorso di Bella volesse arrivare alla mia stessa identica conclusione…
-Non fraintendermi… io non voglio importi niente e la mia è solo un’idea…- iniziò a balbettare insicura, mentre il suo viso si imporporò con toni ancora più accesi di prima, che mi colmarono di tenerezza.
-E’ solo che mi piacerebbe magari affittare un appartamentino tutto nostro. Se facessimo presto domanda forse ne troveremmo anche uno all’interno del campus, o comunque lì vicino- continuò.
Il sorriso che allargò le mie labbra era talmente grande e sincero che quando Bella lo vide, si emozionò e i suoi occhi divennero lucidi per la commozione. Le afferrai la mano e la feci alzare per farla accomodare sulle mie ginocchia, stringendola forte a me.
-La tua idea è semplicemente fantastica!- mi entusiasmai; -Non potrei più stare lontano da te tutte le notti e non avrebbe senso, visto che ne abbiamo la possibilità, non condividere un alloggio. Probabilmente gli studi ci impegneranno molto durante il giorno e le possibilità di passare un po’ di tempo insieme si faranno sempre più ridotte… ma se abitassimo insieme… bè, almeno le notti sarebbero nostre e senza il baffuto e pericoloso sceriffo Swan a fare la guardia!- la rassicurai, contagiando anche lei con il mio fervore ed eccitazione al solo pensiero di quella situazione. Era anche lei felice ed io gongolavo dalla gioia.
Restammo a coccolarci ancora un po’, parlando dell’università e delle nostre rispettive aspettative. Mancavano ancora parecchi mesi in realtà, ma solo il fatto di poter discutere di questi argomenti con serenità, trovandoci d’accordo su ogni cosa, ci rendeva estremamente felici.
Rassettammo rapidamente la cucina e andammo a goderci il calore del camino abbracciati stretti sul divano, con il temporale e il rumore del mare rabbioso a tenerci compagnia…
-Ehi, cucciola… tra pochi giorni è il tuo compleanno- affermai baciandole la fronte. Non ne avevamo ancora fatto cenno in nessuna occasione, e non avevo idea di come fosse abituata a festeggiarlo; per quanto la conoscevo io, potevo affermare che non amasse in particolar modo solenni celebrazioni… ma il raggiungimento della maggiore età era un evento che andava sicuramente festeggiato!
-Eh già… diciott’anni…- mormorò pensierosa e con una punta di tristezza che mi colpì. Probabilmente stava pensando all’assenza di sua madre… la capivo più di quanto potesse supporre: il giorno del mio compleanno non ero riuscito a godermelo appieno per lo stesso motivo… mio padre mi era mancato in modo incredibile in quell’occasione. Cercai subito di distrarla: non volevo che si rattristasse.
-Cosa fate tu e Jazz, di solito?- le chiesi, curioso.
-Veramente, da quando non c’è più la mamma… bè, non amiamo i grandi festeggiamenti… ma quest’anno, essendoci anche tua sorella, ho davvero paura che voglia organizzare una festa grandiosa come quella di Rose- si preoccupò aggrottando la fronte. Eh no! Non se ne parlava proprio!
La mia ragazza avrebbe fatto solo quello che più l’avrebbe messa a suo agio e su questo sarei stato irremovibile con quella folletta esagitata di Alice!
-Bella, amore… non ti devi preoccupare assolutamente di questo, credimi: ci penserò io a parlare con quella pazza di mia sorella… e se proprio non vorrà sentire ragioni, lei organizzerà la sua festa di compleanno e tu la tua. Non sta scritto da nessuna parte che dobbiate farla insieme- la rassicurai con fermezza; -Jazz deciderà poi cosa fare. Ma sinceramente ho i miei dubbi che si farà influenzare da mia sorella… anzi a dirtela tutta penso proprio che sarà Alice a piegarsi alla decisione di tuo fratello… ancora non riesco a credere all’enorme ascendente che ha su di lei…- spiegai, sincero con una punta di ammirazione per mio cognato, l’unico in grado di domare quella puledra selvaggia di Alice: diventava burro in compagnia di Jazz e lui riusciva a plasmarla a suo piacimento…
Bella si voltò verso di me e mi baciò delicatamente.
-Grazie, stella… sai, ci tengo a festeggiare, ma senza esagerare. Rose è abituata a dare grandi feste perché come presidentessa del comitato scolastico ha anche degli obblighi sociali. Io preferisco invece trascorrere quella giornata speciale con le persone che so che mi vogliono bene e mi apprezzano di tutto cuore. Di solito per il nostro compleanno andavamo tutti a La Push e festeggiavamo nel grande capannone; ma quest’anno potremmo anche fare una piccola festa qui… ma niente di esagerato! Magari potremmo organizzare una cena a casa con papà, Esme e Billy; e poi potremmo passare il weekend qui al mare invitando anche Ben e Angela e i ragazzi della riserva. Che te ne pare?- mi propose con un sorriso luminoso che mi riscaldò il cuore.
-Dico che è un’idea magnifica, cucciola! Così potrò di nuovo trascorrere due intere notti a fare l’amore con te…- mi entusiasmai soddisfatto. Bella scoppiò a ridere.
-Certo che la tua è proprio un’idea fissa!- mi schernì, dandomi una piccola gomitata nelle costole. Le mordicchiai il collo in risposta, facendola gemere.
-Non mi vorrà dire, signorina Swan, che non apprezza le mie attenzioni costanti e… peccaminose…- la provocai con un tono di voce roco e profondo. La vidi mordicchiarsi il labbro, mentre sorrideva sorniona. Scosse il capo con energia.
-No, le apprezzo decisamente molto!- confermò, mentre si appoggiava di nuovo al mio petto, godendosi il mio abbraccio. Ridacchiai, appagato dalla sua resa.
Buttai poi l’occhio sull’orologio e mi accorsi che tra una chiacchiera e l’altra e parecchi baci e coccole si era già fatta l’ora di pranzo: sbuffai infastidito. Ancora poche ore e quel nostro idillio sarebbe terminato… che palle! Bella si staccò immediatamente dal mio abbraccio e si voltò per guardarmi negli occhi.
-Che c’è, Edward? Hai un broncio degno di un bambino di due anni! Per non parlare poi del tuo modo di sbuffare- mi schernì.
-Niente… è solo che… dio, non hai idea di quanto mi scocci tornare a casa! Oh stellina, vorrei rimanere per sempre qui con te. E poi fino al prossimo weekend non potremo dormire assieme- le confessai, in leggero impaccio per quella mia ammissione di debolezza. Mi rendevo perfettamente conto che stavo facendo i capricci da bamboccio viziato; ma staccarmi da lei e non tenerla costantemente tra le mie braccia non solo costituiva un’impresa sempre più ardua, ma anche una colossale crudeltà!
La risata di Bella riecheggiò nel salone.
-Tu rimugini troppo, Cullen! Non vorrai per caso rovinarti la fine di questo meraviglioso weekend quando abbiamo ancora tutto il pomeriggio da goderci soli soletti- mi rimproverò, stuzzicandomi in modo vizioso e consapevole nel pronunciare il mio cognome.
-Hai ragione da vendere, Swan! Allora che ne dici di una bella nuotata in piscina?- le proposi. Con l’abbondante colazione che avevamo ancora in corpo, non avevo per niente fame ed ero certo che anche Bella la pensasse come me, visto il numero di cornetti farciti di Nutella che era stata in grado di ingurgitare accompagnati da ben due tazze di cioccolata calda! Dato che la conoscevo già piuttosto bene, ero matematicamente sicuro che non avrebbe più toccato cibo fino a pomeriggio inoltrato.
-Ottima idea, bravo! Così magari con qualche bracciata smaltisco tutta la cioccolata di stamattina!- accettò con entusiasmo.
-Non ti preoccupare, sirenetta… quella te la faccio smaltire io con un altro tipo di ginnastica! Decisamente più interessante di una faticosa e noiosa nuotata!- le promisi, scostandole i capelli da una parte per poterle baciare il mio punto preferito.
Quando le mie labbra si posarono sulla morbida e profumata rotondità della sua gola per poi risalire fino a raggiungere il punto sensibile sotto l’orecchio, Bella ansimò sonoramente, appoggiando le mani sul mio petto, mentre le mie andarono a posarsi invece sulle sue natiche sode e perfette, stringendogliele in un gesto di assoluto possesso.
-Mmm, Edward… se continuiamo così… non ci arriveremo nemmeno alla piscina- mi ammonì con la voce velata dall’eccitazione: aveva perfettamente ragione! Anch’io ero al limite: il mio fedele Super Cullen era già più duro del marmo…
-Ok, andiamo…- affermai ansando pesantemente, staccandomi dal suo corpo che mi richiamava come il melodioso canto di una sirena. La presi per mano e ci spostammo nella dependance.
Accendemmo le luci della piscina, il dispositivo per riscaldare l’acqua e infine feci partire il cd della nostra serata perfetta, rimasto ancora nello stereo.
-Mentre aspettiamo che l’acqua si scaldi, vado nello spogliatoio a infilarmi il costume. L’ho lasciato nell’armadietto la scorsa volta- mi spiegò Bella, avviandosi dall’altra parte della piscina.
Scoppiai in una sonora risata, che rimbombò e attraversò l’intera grande stanza. Davvero pensava che l’avrei permesso? Per nulla al mondo avrei tollerato in quel momento che un insolente pezzo di stoffa celasse il corpo mozzafiato della mia dea!
-Scusa, amore… ma pensi veramente che ti lasci addosso il costume in acqua?- le domandai con un sopracciglio alzato, incredulo per la sua decisione insensata.
Bella si bloccò e si voltò verso di me, fissandomi attonita. Ghignai, compiaciuto dalla sua reazione impacciata: forse l’avevo sconvolta… che tenera la mia timida cucciolotta!
-Bè… ma… io pensavo… cioè…- balbettò, gesticolando agitata. Non riuscii proprio a trattenermi di fronte alla sua espressione scioccata e la mia risata aumentò ancora. La mia micetta era unica! A volte si trasformava in una donna sexy e audace, senza alcun tipo di timidezza… altre, come in questo momento, ritornava la ragazza insicura e impacciata di un mese prima; dio, quanto l’adoravo!
Con due falcate la raggiunsi e la presi tra le mie braccia, baciandole la punta del naso.
-Tesoro mio… se preferisci infilarti il costume perché ti senti più tranquilla, fai pure… però pensavo, visto che siamo soli soletti, che potessimo farci un bel bagno in costume adamitico… sai, non ho mai nuotato completamente nudo… e la faccenda mi stuzzica parecchio…- la tentai, con la voce più suadente che riuscii a tirare fuori.
-Devo ammettere che è un’esperienza che manca anche a me…- si lasciò trascinare.
-E allora cosa ne dici di provarla per la prima volta insieme? Non sappiamo quando ci ricapiterà di avere la casa tutta per noi… potremmo non avere molte altre possibilità…- cercai di convincerla definitivamente a sfruttare quella ghiotta occasione.
Lei mi sorrise e, senza indugiare ulteriormente, iniziò a sfilarmi la maglietta. I nostri occhi erano incatenati in un’ammaliante magia mentre ci spogliavamo a vicenda; e il suo sguardo, come il mio, si era incupito dal desiderio. Ecco di nuovo la mia pantera!
Una volta nudi, senza darle il tempo di muoversi, la presi in braccio e mi avvicinai pericolosamente al bordo della piscina. Bella capì subito le mie sleali intenzioni.
-Non ci provare nemmeno, furfante che non sei altro! Sarà ancora gelata!- mi ammonì. Un ghigno strafottente mi si dipinse sul viso.
-Chi è quella piccola micina impertinente che solo poche ore fa mi ha svegliato solleticandomi il viso, più e più volte, con una ciocca di capelli?- le ricordai. Lei spalancò gli occhioni, incredula.
-Non puoi essere così vendicativo! E non puoi paragonare uno scherzo innocente a un tuffo nell’acqua gelida! Io stavo solo giocando!- si difese, mettendo il broncio. Scossi la testa in segno di diniego. Stavolta il trucco del cucciolo non mi avrebbe fatto desistere dai miei spassosi propositi. Capita l’antifona, allora quella fedifraga iniziò ad accarezzarmi il torace, con tocchi languidi e dannatamente seducenti. Fui costretto a serrare gli occhi per un attimo, lasciandomi trasportare da quelle meravigliose dita leggere e delicate che sfioravano appena la mia pelle, eccitandomi e facendomi ricoprire il corpo di brividi… dio che meraviglia… No! Non potevo farmi circuire così! Ne andava del mio orgoglio di maschio, stavolta! D’accordo che ero il suo schiavo… ma non potevo sempre cedere… non senza lottare almeno!
Aprii gli occhi improvvisamente e Bella capì troppo tardi che aveva perso. Mentre lei urlava un fortissimo ‘no’, io la lanciavo con poca delicatezza in acqua. Riemerse senza fiato e iniziò a insultarmi in tutte le lingue, mentre io continuavo a sghignazzare a crepapelle.
-Allora, com’è l’acqua? Ancora tanto fredda, vero?- le domandai certo della temperatura poco gradevole della piscina; c’era un unico dettaglio strano: non mi sembrava che tremasse.
-Ti dirò, amore… pensavo peggio! Devo ammettere che il nuovo timer che papà ha fatto installare è un portento… si sta già bene- mi rassicurò con un sorriso allegro, avvicinandosi al bordo e appoggiandovisi con le braccia. Rapidamente mi avvicinai a lei.
-Però cucciolo, sono ancora un po’ arrabbiata… per farti perdonare devi darmi subito un bacio mozzafiato!- dichiarò con un broncetto dolcissimo. Non me lo feci ripetere due volte e mi chinai verso di lei, come un novellino alle prime armi. Che sprovveduto: come se non avessi vissuto diciott’anni con quel dispettoso casinista di Emmett…
Prima ancora che potessi raggiungere le sue labbra, Bella, svelta e precisa, mi agguantò la mano e tirando con tutte le sue forze, mi fece finire in acqua.
Cazzo! Altro che temperatura ideale… era ancora maledettamente ghiacciata! E il mio amichetto, rabbrividendo, in un istante perse tutti i suoi superpoteri…
Quella brutta streghetta mi aveva fregato alla grande! Appena riemersi, pronto subito a vendicarmi di quello scherzetto, mi accorsi che Bella non era più nello stesso punto di prima.
-Allora, Cullen? Com’è l’acqua?! Deliziosa vero?- mi provocò spudoratamente, mantenendosi ben lontana dal sottoscritto.
-Lo sai, Swan, che questa me la pagherai cara, vero?- la avvertii. Lei fece spallucce, completamente indifferente alle mie minacce.
-Chi la fa la aspetti, mio caro! E poi, prima di riuscire ad attuare la tua tremenda vendetta, devi tentare di prendermi! Credimi… essere cresciuta con due maschiacci come Jazz e Jake mi ha temprata e in acqua sono un asso! Rischiavo veramente di affogare ogni volta che facevamo il bagno, a causa dei loro scherzi idioti… quindi mi sono fatta furba!- mi avvertì.
-Questo non dovevi dirlo, cucciola… mai sfidare Edward Cullen!- la minacciai. Presi un bel respiro e mi immersi per iniziare la caccia. Giocammo e scherzammo per un bel po’ di tempo: sembravamo due bambini, e in effetti, proprio come loro, ci stavamo divertendo un sacco. Dovevo ammettere che Bella in acqua era veramente una scheggia e ogni volta riusciva ad anticipare ogni mia mossa.
A un certo punto, però, la mia sirenetta iniziò ad accusare i primi cenni di stanchezza e finalmente riuscii a prenderla… bene, bene…
-Ora non mi scappi più!- mormorai al suo orecchio, schiacciando la sua schiena contro il mio torace e spingendola fino al bordo della vasca, imprigionandola con il mio corpo. Si appoggiò e poi si voltò verso di me con uno strano luccichio nello sguardo.
-E chi ti dice che io voglia scappare?- mi rispose, in tono malizioso, facendomi chiaramente capire che se l’avevo presa non era certo merito mio. Oh cazzo, com’era sexy! Ed era mia…
Mi avventai sulle sue labbra… non potevo più aspettare. Le nostre lingue si intrecciarono immediatamente e iniziarono una lotta senza esclusione di colpi. Avevo infilato la mia lingua nella sua bocca in modo forse troppo irruento e selvaggio… ma non potevo farne a meno… quando ci staccammo per riprendere fiato, eravamo entrambi ansanti e con il cuore che pompava a mille. Le mordicchiai le labbra, facendola gemere e scesi sul suo collo. Brividi intensi la attraversavano, increspando la sua pelle bagnata che riluceva di mille goccioline. Sapevo che la pelle d’oca non era affatto provocata dal freddo, perché ormai l’acqua era bella calda. Le mie mani vagavano sulla sua schiena e poi come attratte da una potente calamita scesero a stringere con forza quelle natiche sode e perfette: mi faceva veramente impazzire quella parte del suo corpo… in realtà tutto di lei mi faceva impazzire, sempre, dovunque, comunque…
-Ho una voglia pazzesca di fare l’amore con te… ti voglio… adesso- le sussurrai, soffiando su una rosea gemma che svettò fuori dall’acqua, come a salutarmi. Presi delicatamente tra i denti quella saporita fragolina, iniziando a giocarci.
-Oh, sì… Edward…- gemette la mia bambolina. Infervorato dal suono eccitato del mio nome sulle sue morbide labbra, intensificai ancor più le mie attenzioni e i suoi gemiti divennero ben presto degli ansiti di pura lussuria. Cazzo, volevo molto di più! Con una mano mi ressi al bordo e con l’altra scesi tra le sue gambe. Dio, là sotto era ancora più calda dell’acqua che ci cullava!
Intanto il mio membro aveva iniziato a pulsare, desideroso di attenzioni, così afferrai la mano di Bella e la portai al mio inguine. La mia pantera non deluse le mie aspettative avvolgendolo in maniera sensuale e facendomi morire di goduria.
-Oh, sì, piccola mia… non ti fermare…- la pregai, perso in quelle sensazioni così piacevoli. La mia mano come attirata da una calamita, cominciò a torturare la sua intimità bollente… ad ogni mia carezza a ogni mio tocco ne corrispondeva uno suo, col risultato di farmi impazzire di brama e desiderio…
-Non ce la faccio più Bella… voglio entrare dentro di te… farti urlare dal piacere…- mormorai con una voce così roca che faticavo a riconoscerla. Bella allacciò le gambe al mio bacino e finalmente i nostri corpi si unirono fino a formare un’entità unica, inscindibile e indissolubile. Fare l’amore con lei ogni volta era un’esperienza mistica, celestiale e mi faceva sentire completo come mai mi ero sentito in vita mia. Eravamo due perfette metà che in quel momento così intimo e piacevole si incastravano alla perfezione, trovando il loro posto nel mondo. La danza di cui ormai conoscevano alla perfezione ogni singolo passo, ogni più piccola mossa ci trascinava inesorabilmente verso sensazioni di benessere assoluto… i nostri ansiti, i nostri odori e i gemiti si mischiavano facendoci vibrare all’unisono… le mie mani la stringevano in modo veemente e possessivo, cercando di trasmetterle tutta la passione e la bramosia che ogni volta mi scatenava. E quando il piacere esplose contemporaneamente in entrambi ci lasciò completamente sconvolti, ansanti e tremanti.
Esausto, crollai sul suo petto e Bella, continuando a reggersi con un braccio, mi avvolse, abbracciandomi con l’altro.
-Oddio, Edward! E’ bellissimo fare l’amore con te… meraviglioso, fantastico, stupendo, sublime…- mormorò al mio orecchio, stanca ma appagata. Alle sue entusiastiche parole il mio orgoglio virile crebbe a dismisura.
-Anche per me è lo stesso, amore… ti adoro così tanto!- le risposi. Restammo a cullarci ancora in quell’abbraccio e poi decidemmo di uscire. Era senz’altro trascorsa un’ora e avevamo tutta la pelle delle dita raggrinzita. Ci issammo sul bordo.
-Che ne dici se facciamo la doccia qui negli spogliatoi? Gli accappatoi ci sono e così non sgoccioliamo per casa- mi propose. Annuii e andammo a lavarci. Ci insaponammo e vezzeggiammo a vicenda, ridendo e scherzando ancora.
Era stato un weekend meraviglioso e non lo avrei mai più dimenticato in vita mia: sarebbe rimasto impresso a fuoco nella mia memoria, per sempre. Ero felice, compiaciuto e appagato… e la tristezza di dover tornare a casa era passata in secondo piano, permettendomi di gustarmi al meglio tutte quelle stupende e molteplici sensazioni, facendomi vivere in pieno i miei intensi sentimenti.
-Amore io ho un po’ fame, e tu?- mi domandò. In effetti ora che me l’aveva ricordato anche il mio stomaco brontolava sonoramente.
-Una fame da lupi!- risposi.
-Suppongo che la pizza vada bene, vero?- mi propose, ben sapendo che non avrei mai rifiutato quell’alimento.
-Supponi benissimo! Alla mia parte aggiungici, se ce n’è…- le stavo spiegando, ma mi anticipò.
-Salame, wurstel e peperoni… una cosina proprio leggera leggera vero?- mi schernì. Ormai mi conosceva troppo bene. Le sorrisi, cingendole un fianco mentre ce ne tornavamo in cucina, spegnendo tutto all’entrata della dependance. Davanti alle scale, Bella si fermò.
-Tu vai a cambiarti. Io preparo una pizza gigante, la inforno e così poi salgo anch’io a vestirmi e ad asciugarmi i capelli. Devo in qualche modo ricambiare e ringraziarti per la colazione di stamattina- mi spiegò.
-Ok, vado… ma non c’è bisogno che contraccambi proprio niente… io lo faccio solo per renderti felice- la rassicurai.
-E ti sembra una cosa da niente? Credimi… non tutti i fidanzati sono fantastici come te! Tu sei unico amore mio!- mi elogiò. Le diedi un bacio, ringraziandola ancora, e poi mi andai a cambiare, pregustandomi già quella favolosa merenda.




ANTEPRIMA CAPITOLO 105


-Oddio santo, mamma! Basta, ti prego! Avrò gli incubi stanotte se non la finisci subito!- la implorò il figlio, crollando con la testa sulla mia spalla, mentre le mie risate aumentavano a dismisura.
-Bella, è ancora vivo e vegeto mio figlio?- incalzò Esme, continuando a prenderlo in giro.
-Sì, non preoccuparti! E’ solo svenuto un attimo, ma ho qualche idea su come farlo riprendere alla svelta!- le ressi il gioco, mentre la mia mano prese ad accarezzargli sensualmente il petto. Lui sollevò immediatamente la testa e il suo sorriso sghembo comparve a confermare quanto gradisse il mio tocco.
-E quale metodo avresti intenzione di usare, per risollevare il morale di quel bigotto di fidanzato che ti ritrovi?- replicò una voce mascolina. Oddio, no!
Mi irrigidii all’istante desiderosa di non aver mai pronunciato le provocanti parole di poco prima di fronte a lui... anche Edward sgranò gli occhi: la voce di mio padre ci aveva raggiunti forte e chiaro attraverso l’apparecchio telefonico.


V
i ricordiamo l'altra nostra fiction Segreti e Inganni



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