Cap. 105 EFP
Buongiorno
ragazze!
Eccoci con un giorno di anticipo per festeggiare
il COMPLEANNO
di questa fiction! Esattamente un anno fa postavamo il prologo.
Non
ci sembra vero che sia passato così tanto tempo! Volevamo
ringraziare
tutte le lettrici che ci seguono dall'inizio e quelle che si sono
aggiunte. Alcune le abbiamo perse per strada ma la maggior parte di voi
ci segue ancora con affetto e dedizione. GRAZIE!!!
Ora vi lasciamo all'ultimo capitolo del weekend
romantico e perfetto delle nostre coppiette e vi diamo appuntamento a GIOVEDI' 30/6 con il
prossimo!
BUONA
LETTURA DA MANU E SARA!
CAPITOLO 105
rating rosso!
CAPITOLO
105
Ritorno alla realtà
Pov
Bella
Io ed
Edward ci stavamo
gustando una pizza veramente ottima, e mi ero scoperta più
affamata che mai! Ormai erano quasi le tre del pomeriggio e i dispetti,
i giochi e il fantastico sesso in piscina mi avevano affaticato
parecchio, provocandomi una vera e propria voragine nello stomaco.
La mia
pizza alle verdure
era deliziosa, ma mi intrigava parecchio assaggiare quella di Edward:
era così invitante e colorata… con uno scatto
felino
gliene presi un pezzo dal suo piatto, causandogli un sentito mugolio di
disappunto.
-Ehi!
Brutta ladra che non
sei altro!- si lagnò imbastendo un adorabile broncetto.
Mmm… dovevo ammettere che con le sue aggiunte di ingredienti
era
decisamente più saporita della mia…
-Ma non
eri tu quella che
prima si lamentava che ero esagerato e che la mia parte di pizza era
troppo indigesta e pesante?- mi domandò Edward, inarcando
vistosamente un sopracciglio, all’ennesimo pezzo di salame
che
gli fregavo. Gli sorrisi sorniona, continuando a masticare velocemente
per riuscire a deglutire l’enorme boccone prima di
rispondergli:
non volevo certo farlo scappare a gambe levate dandogli una panoramica
completa di ciò che stavo ingurgitando!
Finalmente
riuscii nell’impresa, mentre lui mi fissava con divertita
malizia.
-Se
continui così ti strozzerai presto- mi ammonì.
-E’
che ho una fame
allucinante… mi succede sempre così dopo una
nuotata!
Comunque avevi ragione: con tutti quegli sfizi è buonissima!
E
poi non ti preoccupare per me perché ho uno stomaco che
digerisce anche le pietre- gli spiegai, rassicurandolo.
Scoppiò
in una fragorosa risata, gettando la testa all’indietro e
facendomi rimanere imbambolata per un attimo di fronte a quella superba
visione: dio! Ma quanto era figo il mio ragazzo?!
-Solo
dopo ‘una
nuotata’, amore? E la restante attività fisica
dove la
metti, scusa? Ma a parte la battuta questo già lo sapevo di
te!
Devo ammettere che poche volte ho visto una ragazza mangiare come
te… non pensare male, mi fa piacere il tuo sano appetito! E
se
potevo avere qualche dubbio sui tuoi eventuali problemi di digestione,
tranquilla che dopo averti visto spazzolare tutta la colazione di
questa mattina, sono scomparsi del tutto!- mi schernì,
sghignazzando.
-E
allora di cosa ti lamenti?- feci spallucce manifestando indifferenza e
continuai a mangiare.
-Come di
cosa? Sono preoccupato per la mia pizza! Se me la mangi tutta
tu… io con cosa mi nutro?- sogghignò.
-Esagerato!
Ne ho assaggiato un micron!- precisai.
-Io
avverto…
prevenire è meglio che curare…-
replicò con tono
serio. In un malato film mentale mi vidi proiettata nel futuro: Edward
coperto unicamente da un camice bianco, nei panni di un professionale e
sexy dottorino… oddio che voglia di farmi visitare da lui!
-E’
un consiglio
medico, dottor Cullen?- sospirai rapita da quell’immagine
erotica
che non voleva lasciare la mia mente impazzita…
-Decisamente,
signorina
Swan… ma prima di pronunciare la mia diagnosi dovrei
visitarla
accuratamente…- ribatté con voce roca, nemmeno
avesse
compreso le visioni della mia fantasia perversa… o forse
sì?
-D’accordo,
stellina… ci sto! Aizza anche me l’idea del
dottore… magari potremmo giocarci presto… molto
presto…- mi tolse ogni dubbio. In realtà me ne
venne un
altro: mica sapeva leggere il pensiero?!
-Ah ah,
sei uno spasso
amore! Tranquilla non ti ho letto la mente; è solo
che…
bè essendo io un maniaco… ehm… ci
avevo già
pensato da un po’!- mi spiegò allungandosi verso
di me per
darmi un bacio, che ricambiai con tutta me stessa. Le nostre lingue
giocarono, si sfidarono, si intrecciarono… in una battaglia
sensuale che ci riempiva ogni volta di brama e piacere.
-Wow!
Baciarti è
sempre un sogno, tesoro! Ma prima che mi passi di mente… che
ne
dici di chiamare casa? Oggi non abbiamo ancora sentito nessuno. Con
questo tempo sarei più tranquillo se sapessi che Alice e
Jazz
sono già a casa… la strada da Seattle
è
lunga…- propose Edward, palesandomi la sua preoccupazione.
Che
dolce!
-Amore,
sta
tranquillo… lo sai che Jazz alla guida è
decisamente
più responsabile di noi!- lo rassicurai. Il mio fratellone
non
aveva mai fatto sciocchezze al volante e non era comunque un amante
della velocità come me ed Edward: ‘prudente
posapiano’ lo avevamo soprannominato tempo fa io e Jake per
prenderlo per i fondelli.
-Sì,
lo so…
non è che non mi fidi di lui, ci mancherebbe! E’
solo che
non posso evitare di preoccuparmi. E poi per voi questo tempaccio da
lupi è quasi all’ordine del giorno, noi newyorkesi
invece
dobbiamo ancora farci l’abitudine- mi spiegò,
mentre
afferrava il cellulare e digitava il numero di casa Swan.
-Inserisci
il viva voce,
così saluto anch’io- gli suggerii. Dopo un paio di
squilli
la voce trillante di Esme risuonò per la cucina.
-Ciao,
tesoro mio!- rispose immediatamente, avendo riconosciuto il numero di
Edward.
-Ciao,
mamma. Sei in viva voce- la informò.
-Ciao,
Esme!- la salutai subito.
-Oh,
Bella! Che meraviglia sentirti! Tutto bene? Come stai, cucciola?!- mi
chiese, salutandomi con tono entusiasta.
-Ehi! Il
tuo cucciolo sono
io! A me non hai di certo dimostrato lo stesso entusiasmo, madre
degenere- si lamentò Edward, facendoci scoppiare a ridere.
-Edward
stai peggiorando!
Sei sempre più geloso… povera te, Bella! Guarda
che sei
ancora in tempo- lo schernì sua madre.
-Grazie
del consiglio, Esme!- ridacchiai.
-Ma
senti ‘ste due!
Sono un povero incompreso in balia di donne ingrate!- si
imbronciò ancora di più. Scossi la testa,
divertita.
-Povero
il mio miciotto! Mi
spiace Esme, ma ormai non potrei più fare a meno del mio
amore!-
affermai convinta, andandomi a sedere in braccio a lui, che prontamente
mi accolse e mi strinse a sé.
-Così
mi piaci…- approvò il mio ragazzo rafforzando il
suo abbraccio.
-Allora
come state? Tutto ok?-si informò lei.
-A
meraviglia, mamma!
Anzi… quasi quasi non torniamo più!-
scherzò,
facendomi l’occhiolino. La sua mano dispettosa si
infilò
sotto la mia maglietta, iniziando ad accarezzarmi la schiena. Ok! Mi
stavo letteralmente sciogliendo!
-Non lo
dire nemmeno per
scherzo, antipatico! Mi mancate tanto… e poi la casa
è
così vuota oggi!- si lamentò Esme.
-Come
vuota?! E gli altri?-
domandai immediatamente. Mi sembrava strano che non ci fosse proprio
nessuno, era un evento più unico che raro!
-Jasper
ed Alice hanno
avvertito che torneranno verso le cinque perché pranzavano a
Seattle e poi si facevano ancora un giretto in un museo. Rosalie ed
Emmett invece sono via da questa mattina. Jacob e Leah li hanno
invitati alla riserva e hanno pranzato là con loro.
Così
io e tuo padre siamo rimasti soli soletti!-ci spiegò.
Chissà perché avevo l’impressione che
non si
fossero annoiati più di tanto, visto il tono malizioso
dell’ultima parte della frase… Sogghignai tra me.
Era il
momento di stuzzicare un po’ la gelosia materna di quel
bambinone
di Edward.
-Bè…
qualcosa
da fare per non annoiarvi l’avrete senz’altro
trovata, no?-
le domandai, indifferente. Le mani di Edward si bloccarono di colpo e
lo sentii irrigidirsi. Quel ragazzo era veramente incredibile! Come
faceva a dargli fastidio una cosa del genere? Neanche fosse uno fissato
con l’astinenza! Non poteva sperare veramente che Esme e mio
padre si guardassero solo negli occhi!
-Ci puoi
giurare, tesoro!-
mi rispose subito, facendomi scoppiare a ridere di gusto. Esme era
veramente impagabile! La adoravo sempre di più ed era
proprio
ciò di cui aveva bisogno mio padre; e sperai con tutto il
cuore
che Charlie fosse la persona in grado di aiutarla a superare le sue
ferite profonde…
-Mamma!-
si
infervorò Edward, arrabbiato. Gli tirai uno schiaffetto sul
braccio in segno di ammonimento e lui rispose con un pizzicotto sul
fianco che mi fece sobbalzare e per poco non mi rovesciai per terra, se
non mi avesse tenuta saldamente. Lo fulminai.
-Che
c’è,
amore di mamma?! Penso proprio che non abbiamo combinato niente di
diverso da ciò che probabilmente avete fatto anche voi! Che
so,
come guardarsi teneramente negli occhi… tenersi
romanticamente
per mano… abbracciarsi stretti a guardare un film sul
divano… devo continuare?- lo provocò con
maestria. Ogni
volta che la sentivo fare certi discorsi senza il minimo imbarazzo e
con estrema naturalezza, comprendevo ancora di più da chi
avesse
preso Emmett la sua sfacciataggine.
-Oddio
santo, mamma! Basta,
ti prego! Avrò gli incubi stanotte se non la finisci
subito!- la
implorò il figlio, crollando con la testa sulla mia spalla,
mentre le mie risate aumentavano a dismisura.
-Bella,
è ancora vivo e vegeto mio figlio?- incalzò Esme,
continuando a prenderlo in giro.
-Sì,
non
preoccuparti! E’ solo svenuto un attimo, ma ho qualche idea
su
come farlo riprendere alla svelta!- le ressi il gioco, mentre la mia
mano prese ad accarezzargli sensualmente il petto. Lui
sollevò
immediatamente la testa e il suo sorriso sghembo comparve a confermare
quanto gradisse il mio tocco.
-E quale
metodo avresti
intenzione di usare, per risollevare il morale di quel bigotto di
fidanzato che ti ritrovi?- replicò una voce mascolina.
Oddio,
no!
Mi
irrigidii
all’istante desiderosa di non aver mai pronunciato le
provocanti
parole di poco prima di fronte a lui... anche Edward sgranò
gli
occhi: la voce di mio padre ci aveva raggiunti forte e chiaro
attraverso l’apparecchio telefonico.
La
risata di Esme
echeggiò ancora più squillante. Un conto era
scherzare
con lei su certi argomenti, ma con mio padre non ce la facevo proprio a
fare allusioni più o meno velate sulla mia vita sessuale!
Grazie
ad Esme si era notevolmente ammorbidito, riuscendo persino a scherzare
sulle questioni più piccanti e pronunciando anche battutine
maliziose. Avevo potuto così conoscere un nuovo lato di lui,
più allegro e smaliziato e capire ancora di più
che uomo
aperto e comprensivo fosse. Ma mi sentivo comunque in imbarazzo e non
ce l’avrei mai fatta a continuare su quel tono, come facevo
con
Esme. Feci finta di niente e glissai la domanda; tattica da struzzo,
ok… ma cos’altro avrei potuto fare?
-Ciao,
papino! Ci sei anche tu?- lo salutai, leggermente titubante.
-Certo!
Dove dovrei essere
se non accanto alla mia mogliettina, godendo appieno della sua
amorevole compagnia?- incalzò ancora, mentre una risatina
proruppe da Esme. Non potevo crederci! Si stavano stuzzicando mentre
erano al telefono con noi?! Ma che avevano quei due? Sembravano loro
gli adolescenti in preda agli ormoni impazziti, altro che noi!
-Ehm…
ciao, Charlie-
lo salutò Edward, che nel frattempo si era ripreso dallo
shock
della conversazione precedente.
-Ciao,
Edward. Tutto bene
lì a casa? Camino, legna, riscaldamento? Avete avuto
problemi?-
si preoccupò immediatamente, tornando il serio padre di
famiglia
che era sempre stato.
-Funziona
tutto a
meraviglia, grazie. Questa casa è fantastica e ha ogni
genere di
comfort immaginabile. Complimenti Charlie- lo elogiò,
schiacciandomi l’occhiolino. Gli battei il cinque per il
rapido
quanto necessario cambio di argomento!
-Bene…
com’è lì il tempo? Pessimo come qui?-
ci chiese.
Sapevo che con quel violento temporale papà non sarebbe
stato
tranquillo fino a che tutti noi non fossimo stati a casa al
sicuro…
-Purtroppo
sì,
Charlie. Però non preoccuparti, guiderò piano e
con molta
prudenza. Ci tengo troppo a tua figlia!- lo rassicurò.
-Bravo
ragazzo! Così
si parla!- rispose, con tono soddisfatto. Io non potei fare a meno di
allacciargli le braccia al collo e stringerlo forte, dandogli un sonoro
bacio sulla guancia.
-Ehi!
Fermi tutti!
Cos’era quel rumore? Non è che mentre sei al
telefono con
noi, Edward si sta comportando male, eh Bells?- esclamò
subito
mio padre. Ops, forse il bacio era stato troppo rumoroso… ma
che
palle: era solo sulla guancia, comunque!
Esme
intanto se la stava ridendo come una matta.
-Ragazzi
dovete fare più piano! Lo sceriffo Swan ha ancora
l’udito perfettamente funzionante!- ci schernì.
-Ma che
dite?! Papà
non ti preoccupare… Edward è un perfetto
gentiluomo
d’altri tempi!- lo rassicurai subito, mentre Edward dava
inizio
ad una lenta tortura con le mani sui miei seni, facendomi gettare la
testa all’indietro, completamente in balia del suo tocco
fatato...
-Ah
sì? Al tuo
gentiluomo aizza un casino toccarti le tette con tuo padre al
telefono…- sussurrò al mio orecchio quel
depravato
nonché malato mentale del mio ragazzo. Cavoli! Ma era
impazzito?! Dio… le sue parole poi… ero
sconvolta!
-Sì,
come no!
Vabbè ragazzi, ci vediamo più tardi. Ricordatevi
di
chiudere tutte le imposte, le porte e di staccare il gas, ok?-si
raccomandò ancora lo sceriffo.
-Sì,
Charlie!
Chiuderemo tutto e inseriremo l’allarme. Ci vediamo tra un
paio
d’ore. Il tempo di sistemare e partiamo. Volete che vi
mandiamo
un messaggio quando ci mettiamo in viaggio, così siete
più tranquilli?- propose quel maniaco di Edward con tono
serafico e tranquillo, mentre le sue mani continuavano a vagare su ogni
centimetro del mio corpo, mandandomi in estasi. Oddio!
-Sì
Edward, grazie.
Basta anche solo uno squillo sul telefono di casa e sapremo che siete
partiti- gli rispose papà. Si salutarono (io ero in grado di
emettere solo gemiti) e finalmente potei abbandonarmi al piacere,
mugolando alle mani sapienti di Edward che mi stava stuzzicando
attraverso la stoffa del reggiseno.
-Allora
gattina? Apprezzi il tuo gentleman?- soffiò sulle mie
labbra.
-Mmm…
moltissimo! Ti
ho già detto che adoro le tue dita?- gemetti. Le sue labbra
si
appoggiarono sul mio collo, e lo sentii chiaramente sorridere.
-Solo
quelle?- mi chiese,
malizioso. Scrollai la testa in segno di diniego. Non c’era
centimetro del suo corpo che non adorassi!
-Oddio,
Edward! Se non la
smetti subito non credo che sarò più in grado di
fermarmi…- sussurrai flebile, mentre la sua mano continuava
la
sua sapiente opera di seduzione e la sua lingua lambiva un mio lobo,
facendomi impazzire.
-E
sarebbe un male?- mi
provocò quel diavolo tentatore. Ok, era meglio mettere una
sana
distanza altrimenti gli sarei saltata addosso e addio ritorno a casa
per cena! Mi alzai di scatto, allontanandomi un po’ da lui e
cercando di riprendere il controllo del mio corpo, che urlava a gran
voce di dargli soddisfazione. Edward spalancò gli occhi
incredulo, e rimase con le mani a mezz’aria.
-Ora tu
ed io ce ne stiamo
a distanza di sicurezza, altrimenti a casa non ci torniamo
più
veramente!- lo ammonii. Lui scosse la testa, ghignando.
-Non ci
penso proprio,
gattina! Tu torni immediatamente qui da me e mi lasci continuare
ciò che avevo iniziato… voglio sentire di nuovo i
tuoi
mugolii eccitati- mi ordinò con tono perentorio. Scoppiai a
ridere.
-Scordatelo!
Se
ricominciassimo da capo non usciremmo più da questa casa!-
lo
avvertii, ben sapendo che ci saremmo fatti prendere la mano e sarebbe
come minimo passata un’altra ora prima di iniziare a
riordinare
tutto e a prepararci.
-Esagerata!
Non sempre ci
vuole così tanto tempo, sai?- mi stuzzicò Edward,
avvicinandosi. Completamente ammaliata e ipnotizzata dai suoi movimenti
quasi felini, mi feci trovare impreparata e dopo un secondo mi ritrovai
tra le sue braccia, che cingevano la mia vita, stringendomi al suo
petto.
-Esistono
anche le cosine
veloci veloci… si chiamano sveltine!- mormorò
roco, al
mio orecchio. Mi staccai di colpo e gli diedi uno schiaffetto sul petto.
-Edward!
O dovrei chiamarti
Emmett?- lo rimproverai bonariamente, scoppiando in una risata. Lui
continuò imperterrito a sorridermi e fece spallucce.
-Non
c’è
niente di male in una sveltina… ed il pensiero che per tutta
la
settimana non avremo più la libertà di fare
l’amore… cristo, mi fa impazzire! Bella, tu non ti
rendi
conto dell’effetto che hai su di me!- mi spiegò,
spingendo
il suo bacino contro il mio e facendomi chiaramente intuire la portata
della sua eccitazione. Chiusi gli occhi per un attimo, pregustandomi
già come sarebbe stato fantastico fare di nuovo
l’amore
con lui… mi sentivo tanto un’assatanata, mai sazia
delle
vertigini e del piacere che mi faceva provare ogni volta!
Però,
almeno uno dei due doveva rimanere con i piedi per terra, anche se ogni
singolo muscolo del mio corpo si tendeva verso di lui per essere
circuito irrimediabilmente.
-Amore…
ti capisco,
perché la stessa cosa vale per me… e ti giuro che
sei una
tentazione continua! E spesso fatico a concentrarmi su qualsiasi altra
cosa. Però… faremmo veramente troppo tardi:
dobbiamo
ancora sistemare qui in cucina, preparare le borse,
cambiar…- le
mie mille scuse furono interrotte dalle labbra di Edward che
improvvisamente si avventarono sulle mie!
La sua
lingua pretese
subito l’accesso alla mia bocca, approfondendo quel contatto,
mentre Edward in un colpo solo fece scendere il pantalone della mia
tuta insieme agli slip, causandomi un mugolio febbrile. Le sue mani
strinsero spasmodicamente le mie natiche, facendomi fremere di
desiderio… le sue labbra impietose continuavano imperterrite
a
leccarmi, il collo, la spalla, la clavicola, per poi scendere ancora
nell’incavo tra i seni, accompagnando giù la zip
della mia
maglia. Oddio santo! E chi ragionava più?!
Il mio
bassoventre era un
incendio indomabile e la mia capacità di raziocinio
completamente annullata. In quel momento non me ne sarebbe fregato
niente nemmeno se fossimo tornati il giorno successivo!
Immediatamente
risposi con
passione a quell’assalto così coinvolgente e le
mie mani
si infilarono sotto la sua maglia per accarezzare la schiena ampia e
muscolosa. La sua pelle era così morbida e calda che mi
causò una dirompente fitta all’inguine…
Mi
sentii improvvisamente
alzare ed Edward, facendomi sussultare, mi appoggiò sulla
penisola della cucina, dove poco prima stavamo mangiando beati e
tranquilli e si posizionò in mezzo alle mie gambe; il mio
cuore
iniziò a tamburellare impazzito….
-Oh,
Bella… ti
voglio subito… non posso più aspettare
amore…-
mormorò sulle mie labbra, mentre sentii distintamente il
suono
della cintura che Edward si stava slacciando. Il tintinnio della fibbia
e successivamente della zip ebbe il potere di eccitarmi
all’inverosimile e un brivido di attesa si propagò
in ogni
punto del corpo. Eravamo completamente persi in quel turbine di
bramosia, continuando a baciare e leccare ogni centimetro di pelle a
cui riuscivamo ad arrivare. Con la mano scesi al cavallo dei pantaloni,
trovando la sua erezione, calda e palpitante, fuori dai jeans e dai
boxer che Edward aveva già fatto scendere alle ginocchia.
Mi
surriscaldai ancora di
più… mi sembrava di non riuscire più a
gestire la
voglia immensa che avevo del suo corpo. Gettai la testa indietro, in
preda al piacere sempre più intenso, quando Edward mi
accarezzò intimamente con le sue lunghe dita affusolate.
Ormai
eravamo totalmente presi uno dall’altro… i nostri
corpi
come calamitati si intrecciarono, allacciandosi a formarne uno
solo…
Cercai
di trattenermi
il più possibile, sperando che quelle sensazioni potessero
durare in eterno; ma ero troppo sovraeccitata e quando non riuscii
più a farne a meno, mi lasciai andare e fui investita con
violenza da un’ondata di piacere così intenso che
mi fece
urlare come poche volte avevo fatto. Edward mi seguì qualche
secondo dopo, con un ringhio roco e profondo. Ci abbandonammo esausti,
uno nelle braccia dell’altro, felici e appagati da
quell’amplesso animalesco.
Restammo
ancora allacciati,
incapaci di muovere un muscolo, sconvolti per quel nostro breve ma
molto intenso rapporto. Il suo viso era sprofondato
nell’incavo
del mio collo, mentre le mie mani continuavano ad accarezzargli
indolentemente la schiena, procurandogli la pelle d’oca. Lo
sentii ridacchiare.
-Che
c’è?- gli
chiesi curiosa. Lui alzò il viso e mi scrutò con
uno
sguardo divertito, continuando a sorridere.
-Vedi
che anche le sveltine non sono così male?!- mi
schernì. Gli tirai un pugnetto sulla spalla.
-Cretino!-
lo insultai, non
riuscendo però a trattenermi dal ridere; -Quando fai
così
sei proprio un bambino!- lo rimproverai, mentre ci risistemavamo gli
abiti.
-Tanto
lo so che ti è piaciuto! E anche molto!- continuò
a stuzzicarmi, compiaciuto all’inverosimile.
-La
pianti?! Sei uno
sbruffone!- lo ammonii, ben sapendo quanto già fosse pieno
di
sé in quel momento il suo ego. La passione che era stato in
grado di scatenarmi l’aveva ben percepita visto che mi aveva
letteralmente fatta urlare.
-Sì,
ma il tuo
sbruffone super dotato… nonché adorato!-
sottolineò. Sì, era mio! E quella consapevolezza
mi
riempiva di gioia.
-Certamente!
E comunque
mettiti in testa una volta per tutte che non esiste la minima
possibilità che non gradisca fare l’amore con te
in
qualsiasi luogo o momento- lo rassicurai. Mi prese felice tra le sue
braccia e mi strinse a sé.
-Ti amo,
Bella. Ricordalo
sempre!- dichiarò, accarezzandomi il viso dolcemente, e
posando
un tenero bacio sulla punta del mio naso. Gli sorrisi, felice e serena.
-Anch’io,
Edward. E non mi stancherò mai di dirtelo e soprattutto di
dimostrartelo!- gli risposi, sincera.
-Amore,
tu non hai bisogno di dimostrarmi proprio niente. Sei fantastica
così come sei!- mi rassicurò.
-Ora
sarà meglio
però che ci diamo una mossa, altrimenti non partiamo
più-
lo incitai. Sospirò a fondo e poi con un sorriso rassegnato
si
staccò da me.
-Ok,
ricevuto, capo!
Idillio finito, caro il mio super Cullen… si torna alla
realtà, purtroppo! A cuccia per un po’!-
mormorò
rivolto al suo inguine finendo di allacciarsi i pantaloni…
che
pazzo!
-Io
inizio ad andare a chiudere tutto nella dependance- mi
informò.
-Bravo,
io invece metto a
posto qui e poi vado a preparare le borse. Ah, ricordati di prendere il
mio regalo dal lettore in sala. Alice e Rose l’hanno
già
visto?- mi informai curiosa. Ero così orgogliosa di
ciò
che aveva creato Edward per me, che non vedevo l’ora di far
vedere il video a tutti, ma soprattutto di far sentire la sua
meravigliosa canzone.
-L’ho
già
infilato nella tua borsa. L’hanno visto solo i ragazzi
perché mi hanno aiutato… mia sorella e Rose non
hanno
ancora avuto il piacere e non ti dico le paranoie che mi hanno fatto
perché volevo aspettare che lo vedessi prima tu.
Specialmente
mia sorella che mi ha accusato di usarla per ciò che mi fa
comodo e poi di non ringraziarla a dovere. Ma ti rendi conto, quella
piccola iena?!- si lamentò, facendomi ridere.
-Già…
tipico
di Alice!- affermai, immaginando i vari tentativi di persuasione andati
a vuoto e che con ogni probabilità l’avevano fatta
imbufalire.
In una
mezz’oretta
riuscimmo a riordinare ogni cosa e a chiudere tutto. Ci preparammo ad
affrontare il maltempo che non accennava a mitigarsi nemmeno un
po’ e poi partimmo tranquilli per tornare a casa.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 106
-La gelosia è una brutta bestia!- dichiarò
Rosalie.
-Eh
già! Per fortuna che tu non ne soffri, altrimenti non
riusciresti mai a
dividere con le altre il tuo uomo, no?- affermò una voce
sgradita
quanto conosciuta: Tanya. Prese com’eravamo dalle nostre
chiacchiere
non ci eravamo accorte che negli spogliatoi stavano iniziando a entrare
quelle oche delle cheerleader.
-E con questo cosa vorresti dire?!-
la aggredii io, avvicinandomi pericolosamente a quella gallina
spelacchiata. Le mani già mi prudevano e avevo una voglia
matta di
riprendere il discorso iniziato alla festa di Rose… stavolta
gliela
avrei strappata completamente quella paglia che aveva in testa al posto
dei capelli!
-Calmati, Bella! Niente di nuovo! Tanya, rimasta a
bocca asciutta con Jazz ed Edward, ora ha messo gli occhi sul mio
Emmett… e appena può lo importuna, nella ridicola
e vana speranza che
lui prima o poi ceda- mi spiegò Rosalie, tranquilla e per
nulla
irritata da quell’oca. Non potevo crederci! Quella brutta
sgualdrina ci
aveva provato anche con Emmett! Ma di cosa mi meravigliavo? Aveva
sempre odiato a morte Rose, e aveva sempre cercato in ogni modo di
importunarla. Ma con Emmett cascava proprio male!
Vi ricordiamo l'altra nostra
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cullen
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regalo speciale di elizzie
(Fiction un po' forte!
Non per tutti!)
Stelle
cadenti di eclinu
Il mio
Amore Fragile di OpunziaEspinosa
L'amore
ai tempi della guerra di annalisa69
.In
Trappola. di Betrayed_89
Scuola&Amore
di maryc
Diamante
di keska
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