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Autore: IsaMarie    22/06/2011    11 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Cap. 105 EFP
Buongiorno ragazze!
Eccoci con un giorno di anticipo per festeggiare il COMPLEANNO di questa fiction! Esattamente un anno fa postavamo il prologo.
Non ci sembra vero che sia passato così tanto tempo! Volevamo ringraziare tutte le lettrici che ci seguono dall'inizio e quelle che si sono aggiunte. Alcune le abbiamo perse per strada ma la maggior parte di voi ci segue ancora con affetto e dedizione. GRAZIE!!!
Ora vi lasciamo all'ultimo capitolo del weekend romantico e perfetto delle nostre coppiette e vi diamo appuntamento a GIOVEDI' 30/6 con il prossimo!
BUONA LETTURA DA MANU E SARA!


CAPITOLO 105 rating rosso!
CAPITOLO 105  

Ritorno alla realtà



Pov Bella

Io ed Edward ci stavamo gustando una pizza veramente ottima, e mi ero scoperta più affamata che mai! Ormai erano quasi le tre del pomeriggio e i dispetti, i giochi e il fantastico sesso in piscina mi avevano affaticato parecchio, provocandomi una vera e propria voragine nello stomaco.
La mia pizza alle verdure era deliziosa, ma mi intrigava parecchio assaggiare quella di Edward: era così invitante e colorata… con uno scatto felino gliene presi un pezzo dal suo piatto, causandogli un sentito mugolio di disappunto.
-Ehi! Brutta ladra che non sei altro!- si lagnò imbastendo un adorabile broncetto. Mmm… dovevo ammettere che con le sue aggiunte di ingredienti era decisamente più saporita della mia…
-Ma non eri tu quella che prima si lamentava che ero esagerato e che la mia parte di pizza era troppo indigesta e pesante?- mi domandò Edward, inarcando vistosamente un sopracciglio, all’ennesimo pezzo di salame che gli fregavo. Gli sorrisi sorniona, continuando a masticare velocemente per riuscire a deglutire l’enorme boccone prima di rispondergli: non volevo certo farlo scappare a gambe levate dandogli una panoramica completa di ciò che stavo ingurgitando!
Finalmente riuscii nell’impresa, mentre lui mi fissava con divertita malizia.
-Se continui così ti strozzerai presto- mi ammonì.
-E’ che ho una fame allucinante… mi succede sempre così dopo una nuotata! Comunque avevi ragione: con tutti quegli sfizi è buonissima! E poi non ti preoccupare per me perché ho uno stomaco che digerisce anche le pietre- gli spiegai, rassicurandolo. Scoppiò in una fragorosa risata, gettando la testa all’indietro e facendomi rimanere imbambolata per un attimo di fronte a quella superba visione: dio! Ma quanto era figo il mio ragazzo?!
-Solo dopo ‘una nuotata’, amore? E la restante attività fisica dove la metti, scusa? Ma a parte la battuta questo già lo sapevo di te! Devo ammettere che poche volte ho visto una ragazza mangiare come te… non pensare male, mi fa piacere il tuo sano appetito! E se potevo avere qualche dubbio sui tuoi eventuali problemi di digestione, tranquilla che dopo averti visto spazzolare tutta la colazione di questa mattina, sono scomparsi del tutto!- mi schernì, sghignazzando.
-E allora di cosa ti lamenti?- feci spallucce manifestando indifferenza e continuai a mangiare.
-Come di cosa? Sono preoccupato per la mia pizza! Se me la mangi tutta tu… io con cosa mi nutro?- sogghignò.
-Esagerato! Ne ho assaggiato un micron!- precisai.
-Io avverto… prevenire è meglio che curare…- replicò con tono serio. In un malato film mentale mi vidi proiettata nel futuro: Edward coperto unicamente da un camice bianco, nei panni di un professionale e sexy dottorino… oddio che voglia di farmi visitare da lui!
-E’ un consiglio medico, dottor Cullen?- sospirai rapita da quell’immagine erotica che non voleva lasciare la mia mente impazzita…
-Decisamente, signorina Swan… ma prima di pronunciare la mia diagnosi dovrei visitarla accuratamente…- ribatté con voce roca, nemmeno avesse compreso le visioni della mia fantasia perversa… o forse sì?
-D’accordo, stellina… ci sto! Aizza anche me l’idea del dottore… magari potremmo giocarci presto… molto presto…- mi tolse ogni dubbio. In realtà me ne venne un altro: mica sapeva leggere il pensiero?!
-Ah ah, sei uno spasso amore! Tranquilla non ti ho letto la mente; è solo che… bè essendo io un maniaco… ehm… ci avevo già pensato da un po’!- mi spiegò allungandosi verso di me per darmi un bacio, che ricambiai con tutta me stessa. Le nostre lingue giocarono, si sfidarono, si intrecciarono… in una battaglia sensuale che ci riempiva ogni volta di brama e piacere.
-Wow! Baciarti è sempre un sogno, tesoro! Ma prima che mi passi di mente… che ne dici di chiamare casa? Oggi non abbiamo ancora sentito nessuno. Con questo tempo sarei più tranquillo se sapessi che Alice e Jazz sono già a casa… la strada da Seattle è lunga…- propose Edward, palesandomi la sua preoccupazione. Che dolce!
-Amore, sta tranquillo… lo sai che Jazz alla guida è decisamente più responsabile di noi!- lo rassicurai. Il mio fratellone non aveva mai fatto sciocchezze al volante e non era comunque un amante della velocità come me ed Edward: ‘prudente posapiano’ lo avevamo soprannominato tempo fa io e Jake per prenderlo per i fondelli.
-Sì, lo so… non è che non mi fidi di lui, ci mancherebbe! E’ solo che non posso evitare di preoccuparmi. E poi per voi questo tempaccio da lupi è quasi all’ordine del giorno, noi newyorkesi invece dobbiamo ancora farci l’abitudine- mi spiegò, mentre afferrava il cellulare e digitava il numero di casa Swan.
-Inserisci il viva voce, così saluto anch’io- gli suggerii. Dopo un paio di squilli la voce trillante di Esme risuonò per la cucina.
-Ciao, tesoro mio!- rispose immediatamente, avendo riconosciuto il numero di Edward.
-Ciao, mamma. Sei in viva voce- la informò.
-Ciao, Esme!- la salutai subito.
-Oh, Bella! Che meraviglia sentirti! Tutto bene? Come stai, cucciola?!- mi chiese, salutandomi con tono entusiasta.
-Ehi! Il tuo cucciolo sono io! A me non hai di certo dimostrato lo stesso entusiasmo, madre degenere- si lamentò Edward, facendoci scoppiare a ridere.
-Edward stai peggiorando! Sei sempre più geloso… povera te, Bella! Guarda che sei ancora in tempo- lo schernì sua madre.
-Grazie del consiglio, Esme!- ridacchiai.
-Ma senti ‘ste due! Sono un povero incompreso in balia di donne ingrate!- si imbronciò ancora di più. Scossi la testa, divertita.
-Povero il mio miciotto! Mi spiace Esme, ma ormai non potrei più fare a meno del mio amore!- affermai convinta, andandomi a sedere in braccio a lui, che prontamente mi accolse e mi strinse a sé.
-Così mi piaci…- approvò il mio ragazzo rafforzando il suo abbraccio.
-Allora come state? Tutto ok?-si informò lei.
-A meraviglia, mamma! Anzi… quasi quasi non torniamo più!- scherzò, facendomi l’occhiolino. La sua mano dispettosa si infilò sotto la mia maglietta, iniziando ad accarezzarmi la schiena. Ok! Mi stavo letteralmente sciogliendo!
-Non lo dire nemmeno per scherzo, antipatico! Mi mancate tanto… e poi la casa è così vuota oggi!- si lamentò Esme.
-Come vuota?! E gli altri?- domandai immediatamente. Mi sembrava strano che non ci fosse proprio nessuno, era un evento più unico che raro!
-Jasper ed Alice hanno avvertito che torneranno verso le cinque perché pranzavano a Seattle e poi si facevano ancora un giretto in un museo. Rosalie ed Emmett invece sono via da questa mattina. Jacob e Leah li hanno invitati alla riserva e hanno pranzato là con loro. Così io e tuo padre siamo rimasti soli soletti!-ci spiegò. Chissà perché avevo l’impressione che non si fossero annoiati più di tanto, visto il tono malizioso dell’ultima parte della frase… Sogghignai tra me. Era il momento di stuzzicare un po’ la gelosia materna di quel bambinone di Edward.
-Bè… qualcosa da fare per non annoiarvi l’avrete senz’altro trovata, no?- le domandai, indifferente. Le mani di Edward si bloccarono di colpo e lo sentii irrigidirsi. Quel ragazzo era veramente incredibile! Come faceva a dargli fastidio una cosa del genere? Neanche fosse uno fissato con l’astinenza! Non poteva sperare veramente che Esme e mio padre si guardassero solo negli occhi!
-Ci puoi giurare, tesoro!- mi rispose subito, facendomi scoppiare a ridere di gusto. Esme era veramente impagabile! La adoravo sempre di più ed era proprio ciò di cui aveva bisogno mio padre; e sperai con tutto il cuore che Charlie fosse la persona in grado di aiutarla a superare le sue ferite profonde…
-Mamma!- si infervorò Edward, arrabbiato. Gli tirai uno schiaffetto sul braccio in segno di ammonimento e lui rispose con un pizzicotto sul fianco che mi fece sobbalzare e per poco non mi rovesciai per terra, se non mi avesse tenuta saldamente. Lo fulminai.
-Che c’è, amore di mamma?! Penso proprio che non abbiamo combinato niente di diverso da ciò che probabilmente avete fatto anche voi! Che so, come guardarsi teneramente negli occhi… tenersi romanticamente per mano… abbracciarsi stretti a guardare un film sul divano… devo continuare?- lo provocò con maestria. Ogni volta che la sentivo fare certi discorsi senza il minimo imbarazzo e con estrema naturalezza, comprendevo ancora di più da chi avesse preso Emmett la sua sfacciataggine.
-Oddio santo, mamma! Basta, ti prego! Avrò gli incubi stanotte se non la finisci subito!- la implorò il figlio, crollando con la testa sulla mia spalla, mentre le mie risate aumentavano a dismisura.
-Bella, è ancora vivo e vegeto mio figlio?- incalzò Esme, continuando a prenderlo in giro.
-Sì, non preoccuparti! E’ solo svenuto un attimo, ma ho qualche idea su come farlo riprendere alla svelta!- le ressi il gioco, mentre la mia mano prese ad accarezzargli sensualmente il petto. Lui sollevò immediatamente la testa e il suo sorriso sghembo comparve a confermare quanto gradisse il mio tocco.
-E quale metodo avresti intenzione di usare, per risollevare il morale di quel bigotto di fidanzato che ti ritrovi?- replicò una voce mascolina. Oddio, no!
Mi irrigidii all’istante desiderosa di non aver mai pronunciato le provocanti parole di poco prima di fronte a lui... anche Edward sgranò gli occhi: la voce di mio padre ci aveva raggiunti forte e chiaro attraverso l’apparecchio telefonico.
La risata di Esme echeggiò ancora più squillante. Un conto era scherzare con lei su certi argomenti, ma con mio padre non ce la facevo proprio a fare allusioni più o meno velate sulla mia vita sessuale! Grazie ad Esme si era notevolmente ammorbidito, riuscendo persino a scherzare sulle questioni più piccanti e pronunciando anche battutine maliziose. Avevo potuto così conoscere un nuovo lato di lui, più allegro e smaliziato e capire ancora di più che uomo aperto e comprensivo fosse. Ma mi sentivo comunque in imbarazzo e non ce l’avrei mai fatta a continuare su quel tono, come facevo con Esme. Feci finta di niente e glissai la domanda; tattica da struzzo, ok… ma cos’altro avrei potuto fare?
-Ciao, papino! Ci sei anche tu?- lo salutai, leggermente titubante.
-Certo! Dove dovrei essere se non accanto alla mia mogliettina, godendo appieno della sua amorevole compagnia?- incalzò ancora, mentre una risatina proruppe da Esme. Non potevo crederci! Si stavano stuzzicando mentre erano al telefono con noi?! Ma che avevano quei due? Sembravano loro gli adolescenti in preda agli ormoni impazziti, altro che noi!
-Ehm… ciao, Charlie- lo salutò Edward, che nel frattempo si era ripreso dallo shock della conversazione precedente.
-Ciao, Edward. Tutto bene lì a casa? Camino, legna, riscaldamento? Avete avuto problemi?- si preoccupò immediatamente, tornando il serio padre di famiglia che era sempre stato.
-Funziona tutto a meraviglia, grazie. Questa casa è fantastica e ha ogni genere di comfort immaginabile. Complimenti Charlie- lo elogiò, schiacciandomi l’occhiolino. Gli battei il cinque per il rapido quanto necessario cambio di argomento!
-Bene… com’è lì il tempo? Pessimo come qui?- ci chiese. Sapevo che con quel violento temporale papà non sarebbe stato tranquillo fino a che tutti noi non fossimo stati a casa al sicuro…
-Purtroppo sì, Charlie. Però non preoccuparti, guiderò piano e con molta prudenza. Ci tengo troppo a tua figlia!- lo rassicurò.
-Bravo ragazzo! Così si parla!- rispose, con tono soddisfatto. Io non potei fare a meno di allacciargli le braccia al collo e stringerlo forte, dandogli un sonoro bacio sulla guancia.
-Ehi! Fermi tutti! Cos’era quel rumore? Non è che mentre sei al telefono con noi, Edward si sta comportando male, eh Bells?- esclamò subito mio padre. Ops, forse il bacio era stato troppo rumoroso… ma che palle: era solo sulla guancia, comunque!
Esme intanto se la stava ridendo come una matta.
-Ragazzi dovete fare più piano! Lo sceriffo Swan ha ancora l’udito perfettamente funzionante!- ci schernì.
-Ma che dite?! Papà non ti preoccupare… Edward è un perfetto gentiluomo d’altri tempi!- lo rassicurai subito, mentre Edward dava inizio ad una lenta tortura con le mani sui miei seni, facendomi gettare la testa all’indietro, completamente in balia del suo tocco fatato...
-Ah sì? Al tuo gentiluomo aizza un casino toccarti le tette con tuo padre al telefono…- sussurrò al mio orecchio quel depravato nonché malato mentale del mio ragazzo. Cavoli! Ma era impazzito?! Dio… le sue parole poi… ero sconvolta!
-Sì, come no! Vabbè ragazzi, ci vediamo più tardi. Ricordatevi di chiudere tutte le imposte, le porte e di staccare il gas, ok?-si raccomandò ancora lo sceriffo.
-Sì, Charlie! Chiuderemo tutto e inseriremo l’allarme. Ci vediamo tra un paio d’ore. Il tempo di sistemare e partiamo. Volete che vi mandiamo un messaggio quando ci mettiamo in viaggio, così siete più tranquilli?- propose quel maniaco di Edward con tono serafico e tranquillo, mentre le sue mani continuavano a vagare su ogni centimetro del mio corpo, mandandomi in estasi. Oddio!
-Sì Edward, grazie. Basta anche solo uno squillo sul telefono di casa e sapremo che siete partiti- gli rispose papà. Si salutarono (io ero in grado di emettere solo gemiti) e finalmente potei abbandonarmi al piacere, mugolando alle mani sapienti di Edward che mi stava stuzzicando attraverso la stoffa del reggiseno.
-Allora gattina? Apprezzi il tuo gentleman?- soffiò sulle mie labbra.
-Mmm… moltissimo! Ti ho già detto che adoro le tue dita?- gemetti. Le sue labbra si appoggiarono sul mio collo, e lo sentii chiaramente sorridere.
-Solo quelle?- mi chiese, malizioso. Scrollai la testa in segno di diniego. Non c’era centimetro del suo corpo che non adorassi!
-Oddio, Edward! Se non la smetti subito non credo che sarò più in grado di fermarmi…- sussurrai flebile, mentre la sua mano continuava la sua sapiente opera di seduzione e la sua lingua lambiva un mio lobo, facendomi impazzire.
-E sarebbe un male?- mi provocò quel diavolo tentatore. Ok, era meglio mettere una sana distanza altrimenti gli sarei saltata addosso e addio ritorno a casa per cena! Mi alzai di scatto, allontanandomi un po’ da lui e cercando di riprendere il controllo del mio corpo, che urlava a gran voce di dargli soddisfazione. Edward spalancò gli occhi incredulo, e rimase con le mani a mezz’aria.
-Ora tu ed io ce ne stiamo a distanza di sicurezza, altrimenti a casa non ci torniamo più veramente!- lo ammonii. Lui scosse la testa, ghignando.
-Non ci penso proprio, gattina! Tu torni immediatamente qui da me e mi lasci continuare ciò che avevo iniziato… voglio sentire di nuovo i tuoi mugolii eccitati- mi ordinò con tono perentorio. Scoppiai a ridere.
-Scordatelo! Se ricominciassimo da capo non usciremmo più da questa casa!- lo avvertii, ben sapendo che ci saremmo fatti prendere la mano e sarebbe come minimo passata un’altra ora prima di iniziare a riordinare tutto e a prepararci.
-Esagerata! Non sempre ci vuole così tanto tempo, sai?- mi stuzzicò Edward, avvicinandosi. Completamente ammaliata e ipnotizzata dai suoi movimenti quasi felini, mi feci trovare impreparata e dopo un secondo mi ritrovai tra le sue braccia, che cingevano la mia vita, stringendomi al suo petto.
-Esistono anche le cosine veloci veloci… si chiamano sveltine!- mormorò roco, al mio orecchio. Mi staccai di colpo e gli diedi uno schiaffetto sul petto.
-Edward! O dovrei chiamarti Emmett?- lo rimproverai bonariamente, scoppiando in una risata. Lui continuò imperterrito a sorridermi e fece spallucce.
-Non c’è niente di male in una sveltina… ed il pensiero che per tutta la settimana non avremo più la libertà di fare l’amore… cristo, mi fa impazzire! Bella, tu non ti rendi conto dell’effetto che hai su di me!- mi spiegò, spingendo il suo bacino contro il mio e facendomi chiaramente intuire la portata della sua eccitazione. Chiusi gli occhi per un attimo, pregustandomi già come sarebbe stato fantastico fare di nuovo l’amore con lui… mi sentivo tanto un’assatanata, mai sazia delle vertigini e del piacere che mi faceva provare ogni volta! Però, almeno uno dei due doveva rimanere con i piedi per terra, anche se ogni singolo muscolo del mio corpo si tendeva verso di lui per essere circuito irrimediabilmente.
-Amore… ti capisco, perché la stessa cosa vale per me… e ti giuro che sei una tentazione continua! E spesso fatico a concentrarmi su qualsiasi altra cosa. Però… faremmo veramente troppo tardi: dobbiamo ancora sistemare qui in cucina, preparare le borse, cambiar…- le mie mille scuse furono interrotte dalle labbra di Edward che improvvisamente si avventarono sulle mie!
La sua lingua pretese subito l’accesso alla mia bocca, approfondendo quel contatto, mentre Edward in un colpo solo fece scendere il pantalone della mia tuta insieme agli slip, causandomi un mugolio febbrile. Le sue mani strinsero spasmodicamente le mie natiche, facendomi fremere di desiderio… le sue labbra impietose continuavano imperterrite a leccarmi, il collo, la spalla, la clavicola, per poi scendere ancora nell’incavo tra i seni, accompagnando giù la zip della mia maglia. Oddio santo! E chi ragionava più?!
Il mio bassoventre era un incendio indomabile e la mia capacità di raziocinio completamente annullata. In quel momento non me ne sarebbe fregato niente nemmeno se fossimo tornati il giorno successivo!
Immediatamente risposi con passione a quell’assalto così coinvolgente e le mie mani si infilarono sotto la sua maglia per accarezzare la schiena ampia e muscolosa. La sua pelle era così morbida e calda che mi causò una dirompente fitta all’inguine…
Mi sentii improvvisamente alzare ed Edward, facendomi sussultare, mi appoggiò sulla penisola della cucina, dove poco prima stavamo mangiando beati e tranquilli e si posizionò in mezzo alle mie gambe; il mio cuore iniziò a tamburellare impazzito….
-Oh, Bella… ti voglio subito… non posso più aspettare amore…- mormorò sulle mie labbra, mentre sentii distintamente il suono della cintura che Edward si stava slacciando. Il tintinnio della fibbia e successivamente della zip ebbe il potere di eccitarmi all’inverosimile e un brivido di attesa si propagò in ogni punto del corpo. Eravamo completamente persi in quel turbine di bramosia, continuando a baciare e leccare ogni centimetro di pelle a cui riuscivamo ad arrivare. Con la mano scesi al cavallo dei pantaloni, trovando la sua erezione, calda e palpitante, fuori dai jeans e dai boxer che Edward aveva già fatto scendere alle ginocchia.
Mi surriscaldai ancora di più… mi sembrava di non riuscire più a gestire la voglia immensa che avevo del suo corpo. Gettai la testa indietro, in preda al piacere sempre più intenso, quando Edward mi accarezzò intimamente con le sue lunghe dita affusolate. Ormai eravamo totalmente presi uno dall’altro… i nostri corpi come calamitati si intrecciarono, allacciandosi a formarne uno solo…
Cercai di trattenermi  il più possibile, sperando che quelle sensazioni potessero durare in eterno; ma ero troppo sovraeccitata e quando non riuscii più a farne a meno, mi lasciai andare e fui investita con violenza da un’ondata di piacere così intenso che mi fece urlare come poche volte avevo fatto. Edward mi seguì qualche secondo dopo, con un ringhio roco e profondo. Ci abbandonammo esausti, uno nelle braccia dell’altro, felici e appagati da quell’amplesso animalesco.
Restammo ancora allacciati, incapaci di muovere un muscolo, sconvolti per quel nostro breve ma molto intenso rapporto. Il suo viso era sprofondato nell’incavo del mio collo, mentre le mie mani continuavano ad accarezzargli indolentemente la schiena, procurandogli la pelle d’oca. Lo sentii ridacchiare.
-Che c’è?- gli chiesi curiosa. Lui alzò il viso e mi scrutò con uno sguardo divertito, continuando a sorridere.
-Vedi che anche le sveltine non sono così male?!- mi schernì. Gli tirai un pugnetto sulla spalla.
-Cretino!- lo insultai, non riuscendo però a trattenermi dal ridere; -Quando fai così sei proprio un bambino!- lo rimproverai, mentre ci risistemavamo gli abiti.
-Tanto lo so che ti è piaciuto! E anche molto!- continuò a stuzzicarmi, compiaciuto all’inverosimile.
-La pianti?! Sei uno sbruffone!- lo ammonii, ben sapendo quanto già fosse pieno di sé in quel momento il suo ego. La passione che era stato in grado di scatenarmi l’aveva ben percepita visto che mi aveva letteralmente fatta urlare.
-Sì, ma il tuo sbruffone super dotato… nonché adorato!- sottolineò. Sì, era mio! E quella consapevolezza mi riempiva di gioia.
-Certamente! E comunque mettiti in testa una volta per tutte che non esiste la minima possibilità che non gradisca fare l’amore con te in qualsiasi luogo o momento- lo rassicurai. Mi prese felice tra le sue braccia e mi strinse a sé.
-Ti amo, Bella. Ricordalo sempre!- dichiarò, accarezzandomi il viso dolcemente, e posando un tenero bacio sulla punta del mio naso. Gli sorrisi, felice e serena.
-Anch’io, Edward. E non mi stancherò mai di dirtelo e soprattutto di dimostrartelo!- gli risposi, sincera.
-Amore, tu non hai bisogno di dimostrarmi proprio niente. Sei fantastica così come sei!- mi rassicurò.
-Ora sarà meglio però che ci diamo una mossa, altrimenti non partiamo più- lo incitai. Sospirò a fondo e poi con un sorriso rassegnato si staccò da me.
-Ok, ricevuto, capo! Idillio finito, caro il mio super Cullen… si torna alla realtà, purtroppo! A cuccia per un po’!- mormorò rivolto al suo inguine finendo di allacciarsi i pantaloni… che pazzo!
-Io inizio ad andare a chiudere tutto nella dependance- mi informò.
-Bravo, io invece metto a posto qui e poi vado a preparare le borse. Ah, ricordati di prendere il mio regalo dal lettore in sala. Alice e Rose l’hanno già visto?- mi informai curiosa. Ero così orgogliosa di ciò che aveva creato Edward per me, che non vedevo l’ora di far vedere il video a tutti, ma soprattutto di far sentire la sua meravigliosa canzone.
-L’ho già infilato nella tua borsa. L’hanno visto solo i ragazzi perché mi hanno aiutato… mia sorella e Rose non hanno ancora avuto il piacere e non ti dico le paranoie che mi hanno fatto perché volevo aspettare che lo vedessi prima tu. Specialmente mia sorella che mi ha accusato di usarla per ciò che mi fa comodo e poi di non ringraziarla a dovere. Ma ti rendi conto, quella piccola iena?!- si lamentò, facendomi ridere.
-Già… tipico di Alice!- affermai, immaginando i vari tentativi di persuasione andati a vuoto e che con ogni probabilità l’avevano fatta imbufalire.
In una mezz’oretta riuscimmo a riordinare ogni cosa e a chiudere tutto. Ci preparammo ad affrontare il maltempo che non accennava a mitigarsi nemmeno un po’ e poi partimmo tranquilli per tornare a casa.




ANTEPRIMA CAPITOLO 106


-La gelosia è una brutta bestia!- dichiarò Rosalie.
-Eh già! Per fortuna che tu non ne soffri, altrimenti non riusciresti mai a dividere con le altre il tuo uomo, no?- affermò una voce sgradita quanto conosciuta: Tanya. Prese com’eravamo dalle nostre chiacchiere non ci eravamo accorte che negli spogliatoi stavano iniziando a entrare quelle oche delle cheerleader.
-E con questo cosa vorresti dire?!- la aggredii io, avvicinandomi pericolosamente a quella gallina spelacchiata. Le mani già mi prudevano e avevo una voglia matta di riprendere il discorso iniziato alla festa di Rose… stavolta gliela avrei strappata completamente quella paglia che aveva in testa al posto dei capelli!
-Calmati, Bella! Niente di nuovo! Tanya, rimasta a bocca asciutta con Jazz ed Edward, ora ha messo gli occhi sul mio Emmett… e appena può lo importuna, nella ridicola e vana speranza che lui prima o poi ceda- mi spiegò Rosalie, tranquilla e per nulla irritata da quell’oca. Non potevo crederci! Quella brutta sgualdrina ci aveva provato anche con Emmett! Ma di cosa mi meravigliavo? Aveva sempre odiato a morte Rose, e aveva sempre cercato in ogni modo di importunarla. Ma con Emmett cascava proprio male!



Vi ricordiamo l'altra nostra fiction Segreti e Inganni


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