If Not Now, When?

di ImOnlyHuman_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Oh, Sorry! ***
Capitolo 3: *** A Present For You! ***
Capitolo 4: *** Allison Cooper ***
Capitolo 5: *** Hyde Park ***
Capitolo 6: *** Something’s Wrong ***
Capitolo 7: *** Fever ***
Capitolo 8: *** The Truth ***
Capitolo 9: *** I can't leave him ***
Capitolo 10: *** Let me kiss you ***
Capitolo 11: *** It's too much ***
Capitolo 12: *** A New Message ***
Capitolo 13: *** Dark Angels ***
Capitolo 14: *** Take your time ***
Capitolo 15: *** Go Away ***
Capitolo 16: *** I don't need a boyfriend, now ***
Capitolo 17: *** We'll be friends ***
Capitolo 18: *** Happy Birthday, Safaa! ***
Capitolo 19: *** Bed Night ***
Capitolo 20: *** Like a song ***
Capitolo 21: *** Disappointment ***
Capitolo 22: *** What will you do for Christmas? ***
Capitolo 23: *** Christmas ***
Capitolo 24: *** Christmas (2) ***
Capitolo 25: *** Happy New Year ***
Capitolo 26: *** Let you go ***
Capitolo 27: *** Mistake ***
Capitolo 28: *** Leave ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



 

Buongiorno Londra, qui è la vostra Jessie che vi augura una buona giornata. Forza alzatevi da quei letti e sorridete al mondo” sentivo urlare la mia radiosveglia. Erano già le sette? No, vi prego, ancora cinque minuti! Che poi sinceramente avrei dovuto cambiare stazione, odiavo quella Jessie, il suo buongiorno e i suoi inutili consigli sul fatto di sorridere al mondo; insomma dai, appena sveglia era già tanto se riuscivo a stare in piedi figuriamoci sorridere. Raccolsi le forze e mi alzai dal mio caldo e confortevole lettuccio, andai in bagno e poi tornai in camera per vestirmi. Mentre passavo in corridoio, per andare in cucina a fare colazione, sentivo il mio coinquilino/migliore amico Louis russare, beato lui che poteva dormire. Sicuramente sarà tornato tardi da una delle sue solite feste. Io e Louis siamo migliori amici praticamente da quando siamo nati, abbiamo passato ogni singolo momento insieme e poi quando abbiamo iniziato l’università, l’anno scorso, abbiamo deciso di andare a vivere insieme. Lui è iscritto alla facoltà di economia perché vuole seguire le orme del padre che è un importante industriale anche se credo che sia più suo padre che vuole che Louis faccia il suo stesso lavoro, io, invece, ho scelto di iscrivermi alla facoltà di medicina perché sogno di fare il medico fin da quando avevo dieci anni.

 

Entrai da Starbucks pronta per una giornata piena di lavoro.
Ciao bellezza” mi salutò Harry da dietro il bancone mentre serviva un signore che gli rivolse uno sguardo preoccupato.
Ciao Hazza” lo salutai mentre mi mettevo il grembiulino verde scuro e raccoglievo i miei lunghi capelli castani in una coda per stare più comoda.
Madison , che dici di andare a servire ai tavolini invece di perdere tempo in chiacchiere?” mi richiamò il mio capo, era davvero un uomo noioso.
Presi la mia penna e il block notes e mi diressi verso i tavolini. Iniziai dall’ultimo tavolino in fondo sulla destra, si notava perché era l’unico ad essere occupato da un solo ragazzo. Era un bel ragazzo, con i capelli molto scuri raccolti in una cresta, la pelle ambrata e lo sguardo rivolto verso il basso. Mi avvicinai al tavolo in tutta la mia gentilezza.
Ciao, cosa posso portarti?”. Il ragazzo alzò lo sguardo facendo incontrare i suoi occhi castani con i miei verde scuro.
Un moccaccino e un muffin al cioccolato, grazie” il ragazzo mi sorrise e non potei fare a meno di notare i suoi denti bianchi e perfetti. Sorrisi di rimando, misi la penna e il block notes nella tasca del grembiule e andai a riferire l’ordine.

Sono tornataaaa” urlai per farmi sentire da Louis, mentre col piede sbattevo la porta d’ingresso alle mie spalle.
Ehi Meddie, come è andata oggi?” mi venne incontro il ragazzo prendendo le due buste della spesa che avevo fra le mani.
Mmm, poteva andare meglio ma poteva anche andare peggio. A te?” sorrisi mentre mi levavo il cappotto e la sciarpa.
Poteva andare decisamente meglio, ho studiato marketing tutto il giorno per l’esame della settimana prossima e non ci ho capito un cazzo”. Adoravo la schiettezza del mio migliore amico.
Dai ora ci sono io con te, aiutami a preparare la cena e dopo prometto che ti darò una mano. Anche se non capisco molto di economia”
Mi basta avere qualcuno che mi ascolti” disse mentre posava le uova in frigo.
Sorrisi.
Maddie – guardai il mio migliore amico in attesa di sentirlo parlare – lo sai che ti adoro, vero?”
Lasciai sul tavolo le patate che stavo sbucciando e andai in contro a Louis e lo baciai sulla guancia.
Lo so, Tomlinson. Lo so!” dissi ridendo.

Flashback

Sei troppo geloso, Luke!” sbottai infastidita. La sua gelosia mi dava davvero sui nervi, non era quella gelosia tenera che dimostra interesse, quella che ti fa anche piacere, era una gelosia quasi opprimente.
Sei tu che sei troppo bella” disse lui spostando lo sguardo dalla strada ai miei occhi.
Smettila di dire cazzate, non sto scherzando. Te l’ho già detto un sacco di volte, se continui così tra noi due è finita. Ti sembra normale andare via da una festa perché un mio amico mi abbraccia?”
Ok, forse ho esagerato ma lo sai che lo faccio perché ti amo” rispose poggiando la mano sulla mia coscia.
Esageri quasi ogni giorno Luke..!” dissi alzando il tono di voce e togliendo la sua mano dalla mia coscia.
Cosa vorresti dire?” chiese fissandomi.
Voglio dire che forse è meglio se stiamo distanti per un pò”
Come? – urlò togliendo entrambe la mani dal volante e guardandomi negli occhi – Cosa vorresti dire Maddie?”
Quello che ho detto Luke. Riportami a casa, ti prego”
Non puoi farmi questo, io ti amo!” urlò.
All’improvviso sentii un forte rumore e poi vidi solo il buio intorno a me. Quando mi risvegliai mi ritrovai circondata da pareti bianche e sentii il mio corpo avvolto da tanti piccoli tubicini. Non capivo quasi niente. Sentivo solo l’esigenza di vedere Luke e di dirgli che lo amavo. Esigenza che, purtroppo, non avrei mai potuto soddisfare.


Mi svegliai tutta sudata, con un senso di colpa incredibile. Era da un anno che facevo quasi ogni notte lo stesso incubo e mi risvegliavo in preda ai sensi di colpa che, probabilmente, mi sarei portata dietro per tutta la vita.
Luke da quella stupida notte non c’era più ed era solo colpa mia.


 


 



Buonasera! E’ da un pò che questa storia intasa il mio computer quindi, essendo obbligata da un’amica, ho deciso di pubblicarla.
Madison Kyle, la protagonista avrà il volto della bellissima Mila Kunis. Ovviamente se non vi piace immaginarla così potete trovare una valida alternativa.
Comunque, questo è solo il prologo e spero che vi abbia incuriosito. Fatemelo sapere tramite una piccola recensione, anche piena di critiche.
Grazie a tutte, a presto! 
 






 

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Capitolo 2
*** Oh, Sorry! ***




Meddie? Ehi Meddie svegliati!”
Mh?” mugugnai aprendo un occhio, che richiusi subito.
Dai svegliati, sono le 7.30. Alle 9.00 devi essere all’università” riconobbi la voce di Louis. Che ci faceva già sveglio?
Si. Sono sveglia.” Dissi con gli occhi ancora chiusi.
Si, e io sono il principe azzurro. Dai apri gli occhi” disse accarezzandomi la fronte.
Aprii gli occhi e mi trovai davanti il viso sorridente del mio migliore amico con i suoi azzurri occhietti vispi.
Finalmente! Ti ho portato la colazione a letto, e poi non dire che non sono dolce” disse Louis.
Ma sei dolcissimo” sorrisi dandogli un bacio sulla guancia.
Come mai sei già sveglio?” gli chiesi mangiando velocemente quello che si trovava sul vassoio.
Ho una lezione all’università. E poi Liam ha un esame e mi ha chiesto se vado ad assistere” disse prendendo il vassoio che mi aveva portato, ormai vuoto, e uscendo dalla mia stanza. Io andai in bagno con l’intenzione di farmi la doccia, era il modo migliore per svegliarmi dopo una notte del genere. Odiavo quegli incubi che mi rubavano il sonno così come odiavo quei sensi di colpa che mi torcevano lo stomaco.

Ehi Niall!” lo salutai con la mano.
Maddie, ciao” mi sorrise il ragazzo.
Oggi abbiamo lezione insieme?”
Si. Ci mettiamo vicini?” mi chiese aprendomi la porta dell’aula e facendomi passare per prima. Era davvero un ragazzo gentile.
Annuì con la testa e lo ringraziai per il gesto.
Sentii il cellulare vibrare nella tasca dei pantaloni, lo presi e vidi il messaggio di Harry.
Il tuo turno inizia alle 16.00. Ci vediamo dopo. Baci!
Digitai velocemente la risposta, posai il telefono in tasca e tornai ai miei appunti.

Ok, ero in ritardo! In mostruoso ritardo. Ma in fondo non era colpa mia. Avevo avuto un piccolo contrattempo all’università, poi avevo perso l’autobus e infine la metro si era rotta, diciamo che non era la mia giornata ideale. Tutto qui. Stavo correndo sul marciapiede, diretta da Starbucks, scontrando tutti i passanti e beccandomi i loro rimproveri. Continuavo a correre frettolosamente quando all’improvviso sentii il mio corpo sbattere contro qualcosa di maledettamente profumato e dopo qualche istante mi trovai con il sedere per terra e con del caffè alla cannella sul cappotto. Alzai lo sguardo e mi trovai davanti un ragazzo con la pelle ambrata e i cappelli corvini alzati in un ciuffo. Non l’avevo già visto da qualche parte?
Ehi ti sei fatta male?” chiese il ragazzo sorridendo e porgendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi. Quando mi sorrise mi ricordai di lui, era il ragazzo che il giorno prima se ne stava seduto in quel tavolino all’angolo.
No, tranquillo” risposi sorridendo.
Mi dispiace ma ero distratto e non ti ho vista”
No, dispiace a me. Stavo correndo e ti sono venuta addosso”
Oh, guarda il tuo cappotto è tutto sporco” disse indicandolo.
E il tuo caffè è sul mio cappotto” dissi ridendo, facendo ridere anche lui. Era davvero bellissimo quando rideva.
Credo che dovrò comprarti un cappotto nuovo” disse grattandosi la nuca.
Ed io credo che lavandolo andrà a posto. Piuttosto sono io che dovrei offrirti un caffè, dai vieni da Starbacks” dissi indicando l’entrata del locale.
Ecco dove ti avevo già visto. Tu sei la cameriera di ieri”. Io sorrisi ed annuì prendendo il ragazzo dal braccio e portandolo da Starbacks.

Non mi hai ancora detto come ti chiami” mi disse il ragazzo mentre gli porgevo la tazza fumante di caffè alla cannella.
Madison – sorrisi – e tu?”
Io sono Zayn, piacere. Che rimanga tra noi – iniziò a parlare sotto voce –ma i tuoi caffè sono più buoni di quelli del ragazzo riccio” disse indicando Harry.
Oh, grazie”
Ehi Maddie, meno male che sei arrivata” mi disse Harry dandomi un bacio sulla guancia.
Ciao Harry, eh lo so che avevi bisogno di me” gli sorrisi strizzando l’occhio e iniziando a pulire il bancone.
Bé io devo andare. Scusa ancora per la giacca e grazie per il caffè Maddie”. Mi sorrise.
Ma figurati Zayn” sorrisi anch’io. Lo seguii con lo sguardo finché non uscii dal porta.
Zayn eh? Allora, devi dirmi qualcosa?” mi disse Harry spingendomi con il gomito.
Ci siamo scontrati qua fuori e ho fatto rovesciare il suo caffè così ho pensato di offrirgliene uno”
Tutto qui? Sicura?”
Tutto qui”


Ero distrutta. Dopo una giornata del genere non vedevo l’ora di buttarmi sul letto e chiudere gli occhi fino a domani mattina, sperando che i miei incubi non turbassero ancora il mio sonno. Salii le tre scalette che precedevano il portone d’ingresso e, quando lo raggiunsi, infilai la chiave serratura.
In casa c’era silenzio, fin troppo per i miei gusti.
Sentii l’abbaiare di un cane provenire dal salone. La stanchezza fa brutti scherzi.
Sorpresaaaaaa” urlò Louis facendomi saltare. Adoravo il mio migliore amico ma, per i miei gusti, urlava un po’ troppo.
Louis che caz…” Mi interruppi quando vidi una palla di pelo in braccio al mio migliore amico.
Ti piace?” mi chiese esaltato.
Un cane? Louis ma cosa ti è saltato in mente?” dissi urlando.
Ti piacevano i cani. Ti sono sempre piaciuti. Pensavo di farti una bella sorpresa!” disse frenando il suo entusiasmo.
Appunto, mi piacevano. Lo sai che da quando.. Oh insomma Louis lo sai che dovevo prenderlo con lui.. E… senti lasciamo perdere” dissi sentendo gli occhi inumidirsi ed iniziando a vedere appannato per via delle lacrime che sarebbero scese da un momento all’altro.
Corsi verso la mia camera con il cappotto sporco di caffè ancora addosso. Sentivo i passi di Louis dietro di me, segno che mi stava seguendo.
Entrai in camera e sbattei forte la porta alle mie spalle, che subito dopo chiusi a chiave. Mi dispiaceva per Louis, lui l’aveva fatto sicuramente in buona fede ma io non ero ancora pronta. Non ero ancora pronta a buttarmi il passato alle spalle, Luke, la nostra storia di quasi tre anni, l’incidente e tutto il resto. Mi tolsi il cappotto, buttandolo per terra, e poi mi sdrai sul letto iniziando a piangere.
Maddie, Maddie dai fammi entrare. Parliamone” sentii Louis urlare attraverso la porta. Non gli risposi. Non ne avevo voglia. Ero sicura che avrebbe capito, come sempre del resto.
Continuai a piangere e in quel momento capii che pure quella notte non sarebbe stata affatto facile per me.





 

 Eccomi ancora qui a pubblicare il primo vero e proprio capitolo della storia, anche se a quanto pare il prologo non ha riscosso molto successo. La mia amica ha insistito perché pubblicassi anche il primo capitolo quindi, almeno per lei, lasciate una recensione (anche per criticarmi, per dirmi: fai schifo, smetti di pubblicare questa storia e di invadere EFP). Per favore.
Anyway, passando al capitolo, vediamo che si inizia a capire qualcosa sulla vita di Madison, la protagonista. Si inserisce anche il nostro irlandese e un cucciolo.. Chissà se alla fine Maddie lo accetterà o sbatterà fuori di casa sia lui che Louis, fatemi sapere la vostra opinione! Ci tengo!
Bene, vi ho già preso fin troppo tempo, quindi saluto e ringrazio tutte per aver letto e per essere arrivate fino alla fine di questo spazio autrice (anche fin troppo lungo).
Ciaoooo!
 

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Capitolo 3
*** A Present For You! ***



 



Mi svegliai strofinandomi le mani sugli occhi e poco dopo tutto il trucco colato quella notte, per via delle lacrime, si trovava sulle mie mani. Mi ritrovai con addosso ancora gli stessi vestiti della sera prima, che tolsi subito, mi infilai nella doccia e poco dopo ne uscì mettendomi dei vestiti puliti. Andai verso la porta, girai la chiave e una dolcezza infinità si impossessò di me. Il mio migliore amico era ancora lì, dormiva sdraiato sul pavimento, accanto alla porta della mia camera coperto solo da un plaid. Mi abbassai al suo livello e lo svegliai dolcemente.
“Buongiorno miglior amico del mondo” dissi dandogli un bacio sulla fronte.
“Buongiorno, – disse sbadigliando – scusa! Mi dispiace davvero, avrei dovuto immaginarlo e invece sono sempre il solito stupido che fa le cose senza pensare!”
“Smettila di insultarti e ascoltami. – dissi con fermezza – La stupida sono io, ho sbagliato ad aggredirti così. Tu sei stato così dolce e gentile, hai pensato che potessi farmi felice regalandomi un cane e io invece ti ho subito dato contro senza nemmeno capire il perché del tuo gesto. Ti prego perdonami Lou” dissi stringendolo forte a me. Lo adoravo, davvero, era il miglior amico che si potesse mai immaginare. Avrei fatto di tutto per lui. In tutti questi anni mi era stato sempre vicino e aveva sempre saputo farmi sorridere in ogni momento. Da quando era morto Luke non mi aveva lasciato sola un attimo. Gli dovevo tutto.
“Certo che ti perdono” rispose stringendomi a sua volta.
“Dove è quel cucciolino?” chiesi guardandomi in giro.
“Credo che sia nel salone, se non lo vuoi possiamo darlo alla nostra vicina. Sai ieri pomeriggio ci siamo incontrati e se n’è innamorata e quindi pensavo che..”
“Smettila di parlare Tomlinson! – lo interruppi – Voglio tenerlo”
“Davvero?” chiese emozionato. Tenere il cane per me voleva dire riuscire a lasciarmi alle spalle un pezzo del mio passato e non c’era cosa che Louis volesse di più per me.
“Davvero” risposi con convinzione.
“Dobbiamo dargli un nome” disse Louis prendendo in braccio il cane.
Guardai il cane, lo accarezzai e poi lo presi in braccio. Era un bellissimo cucciolo di labrador color beige con due occhioni marroni che mi fissavano incuriositi.
“Aron” dissi continuando a guardare il cucciolo. Poi guardai Louis che annuì per approvare.



Aprii la porta di Starbucks facendo suonare il campanellino che vi si trovava sopra. Entrai e vidi subito gli occhi verdi di Harry puntati su di me, segno che aveva sentito il campanello suonare, mi sorrise ed io mi avvicinai al bancone.
“Ehilà” mi disse il riccio.
“Ciao Hazza”
“C’è qualcosa per te” disse porgendomi un scatola di un rosso accesso con un enorme fiocco dorato sopra. Guardai prima il pacco e poi Harry. Chi poteva avermi fatto un regalo? E soprattutto chi avrebbe potuto mandarlo nel posto in cui lavoravo?
“Per me?” chiesi ancora incredula per via di quell’enorme pacco che si trovava sotto i miei occhi.
“Esattamente. E’ passato stamattina qualcuno e ha detto che era per te” disse porgendo una tazza di caffè e un muffin al cliente lì davanti a noi.
“E non puoi dirmi chi è?” chiesi.
“No, dovresti saperlo già! O potresti sempre leggere il bigliettino, è molto più divertente così. Se te lo dico io ti tolgo tutta la sorpresa” disse sorridendo.
Presi il bigliettino che si trovava sopra la scatola, lo aprii e lessi il contenuto “ Mi dispiace, io sono fatto così. Tu mi hai offerto il caffè e io dovevo ricambiare, spero che ti piaccia. P.s: pure questo si può lavare! Zayn” Sorrisi lievemente leggendo il biglietto di Zayn.
“Glielo manda una persona speciale?”. Alzai gli occhi e trovai il viso del cliente di poco fa, era un signore sulla sessantina vestito in modo elegante.
“Un amico” risposi semplicemente sorridendo. Lui sorrise di rimando e continuò a bere il suo caffè. Io mi concentrai sulla scatola, la aprì e dentro vidi un cappotto. Un cappotto rosso accesso, proprio come il colore della scatola. Era da un anno che non indossavo un colore così vistoso, e pensare che prima li adoravo. Rimasi lì a fissare il cappotto finché Harry non mi chiamò riportandomi alla realtà.
“Meddie, devi andare a prendere le ordinazioni. Non devi adagiarti solo perché hai un corteggiatore” disse sorridendo.
“ Non mi sto adagiando e non ho affatto un corteggiatore, Zayn è solo un ragazzo gentile. Tutto qui” dissi riponendo il cappotto nella scatola.


“Dobbiamo prendere i croccantini per il nostro piccolo Aron” disse Louis mentre giravamo per i reparti del supermercato.
“Si Lou, lo so. - dissi guardando la lista della spesa che avevo in mano – Vieni andiamo da quella parte, dobbiamo prendere la pasta”
Mi seguì e andammo verso gli scaffali della pasta, andavamo matti entrambi per il cibo italiano.
“Ora cosa serve?” chiese Louis.
“Dobbiamo prendere le carote, – a quelle parole lo sguardo di Louis si illuminò – le mele, i pomodori e le banane”
“Io vengo solo per le carote, del resto ti occupi tu e io poi vado a prendere il cibo per il nostro Aron”. Sorrisi e ci dirigemmo verso il reparto di frutta e verdura.
“Bene, carote prese. Ci vediamo dopo” disse Louis andando verso il reparto degli animali con Aron in braccio.
Io ero concentrata a scegliere le mele, non dovevo prenderle né troppo molle e né troppo dure. Lo stesso valeva per le banane. Presi quattro mele e le misi dentro alla busta di plastica trasparente e poi andai verso le banane.
“Meddie” mi sentii chiamare. Mi girai e riconobbi subito gli occhi e il sorriso di Zayn.
“Ciao Zayn! Grazie per il cappotto, non avresti dovuto”
“Ma figurati, dopo aver sporcato il tuo era il minimo. Avrei preferito dartelo di persona ma il riccio mi ha detto che facevi il turno di pomeriggio e allora l’ho lasciato a lui”
“Grazie ancora, ma non c’era bisogno che mi regalassi un cappotto nuovo”
“E invece io credo di si” rispose sorridendo.
“Meddie, vanno bene questi?” chiese Louis arrivando correndo con Aron al guinzaglio che lo seguiva e in croccantini in mano. Sorrisi per quella scena, l’entusiasmo di Louis ricordava molto quello di un bambino.
“Credo di si Lou”
“Chi è il tuo amico?” chiese Louis squadrando Zayn.
“Oh lui è Zayn”
“Quello del cappotto?” chiese Louis rivolgendosi a Zayn.
“Si sono proprio io. E tu saresti?” rispose Zayn sorridendo.
“Louis, piacere. Amico sei un genio, davvero! Finalmente ha di nuovo qualcosa di colorato” disse Louis stringendogli la mano.
“Oh bé mi fa piacere. Ma perché di nuovo?” chiese Zayn confuso.
“Diciamo che ultimamente non mi piacevano molto i vestiti colorati” dissi abbassando lo sguardo.
“Oh se non ti piace il rosso lo posso cambiare” disse Zayn gentilmente.
“No ti prego non farlo” si affrettò a rispondere Louis.
“No, davvero mi piace, non è il caso” dissi in leggero imbarazzo.
“Come vuoi, ora è meglio che lasci te e il tuo ragazzo agli acquisti” disse Zayn serio.
“Oh lui non…” provai a dire, ma venni interrotta da Louis.
“E’ stato un piacere Zayn, spero di rivederti presto” disse il mio migliore amico.
“Ehm, si! Ci vediamo, ciao Zayn” dissi salutandolo.
“Perché cavolo non mi hai fatto dire che non stiamo insieme?” sbottai.
“Perché se vuoi conquistarlo devi farlo ingelosire” rispose con certezza.
“Io non voglio conquistare nessuno, non me la sento ancora. E ora per favore torniamo alla spesa e chiudiamo questo capitolo, grazie” dissi riprendendo a camminare.
“Ma, Maddie…”
“Louis smettila! E muoviti che dobbiamo comprare ancora un sacco di cose”

 









Oggi è domenica *ma va non me lo dire!* e come vi avevo promesso ho pubblicato il secondo capitolo della storia!
Prima di tutto volevo ringraziarvi per aver letto e recensito, soprattutto per tutti i complimenti che mi avete fatto (questa sono io quando visto le vostre recensioni), siete state davvero molto carine . Poi volevo ringraziare tutte quelle che hanno messo la storia tra le ricordate, preferite e seguite, non sapete quanto questo mi abbia fatto piacere :’)

Passando al capitolo, inizio col dire che non mi piace molto perché in realtà l’avevo pensato in un modo un po’ diverso però questo è quello che è venuto fuori D: Madison ha accettato il cucciolo e gli ha dato anche un nome : ) Zayn, da vero gentiluomo, regala un cappotto nuovo alla nostra Maddie!
Da questo capitolo si inizia a notare come gli incontri di Zayn e Maddie siano fortemente voluti dal destino e, in uno dei prossimi capitoli Zayn lo farà notare a Maddie (ooops, sto facendo spoiler). Prima che continui a rivelarvi altro sulla storia me ne vado ahahah.
Ringrazio ancora tutte e aspetto di leggere tante recensioni per sapere cosa pensate di questo nuovo capitolo.
Un bacio, dolcezze : )



 

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Capitolo 4
*** Allison Cooper ***


 





“Lou! Lou! – nessuna risposta - Louis, cazzo muoviti che è tardi!” urlai sbattendo sulla porta del bagno con il palmo della mano talmente forte da farlo diventare rosso.
Un attimo! Tu sei già pronta?” disse urlando anche lui.
Stai scherzando? Sono pronta da mezz’ora. Dai muoviti che facciamo tardi, non voglio farla aspettare” dissi continuando a sbattere la mano sulla porta marrone in legno.
Dovevamo andare all’aeroporto a prendere Allison, la mia migliore amica. Oggi tornava dagli Stati Uniti, era andata lì sei mesi fa per fare l’erasmus. Voleva fare l’avvocato. Erano sei mesi che non la vedevo. Mi era mancata davvero tanto, ci siamo conosciute il primo anno di liceo e da lì non ci siamo più lasciate.
Sono pronto” disse allegro uscendo dal bagno. Era davvero una cosa impossibile arrabbiarsi con lui, aveva quell’aria da bambino ricca di entusiasmo e di allegria che era in grado di trasmettere senza nemmeno doversi sforzare.
Finalmente! Dai andiamo” dissi mettendomi il cappotto che mi aveva regalato Zayn e prendendo la borsa.

Ma perché deve esserci sempre traffico?- sbuffai voltandomi verso Louis, che sorrise – Cosa ci trovi da ridere?” dissi seccata.
Sei così buffa quando perdi la pazienza” disse continuando a ridere.
Vuoi vedere se sono buffa pure quando ti prendo a calci nel culo, Lou?”
No, che lo rovini! E calmati che mancano dieci minuti” disse schiacciando sull’acceleratore.
Finalmente arrivammo davanti all’aeroporto, ora il problema era trovare un parcheggio per la macchina. Impresa quasi impossibile.
Guarda! C’è un posto libero accanto a quella macchina nera” dissi indicando a Louis un posteggio poco distante da noi. Louis curvò il volante verso sinistra e proprio quando stava per parcheggiare una macchina blu scuro si infilò nello spazio vuoto prima di noi. Ecco, ci mancava solo questa.
Il ragazzo scese dalla macchina blu e la chiuse. Louis non ci pensò due volte e seguì il comportamento del ragazzo. Ora doveva pure litigare? Allison mi avrebbe aspettato in eterno, povera ragazza.
Scesi pure io, non potevo di certo lasciare da solo il migliore amico mentre cercava di mettersi in ridicolo.
Ehi, scusa – disse Louis battendo leggermente il suo indice sulla spalla dello sconosciuto – il posto era mio. L’avevo visto prima io”. Quando il ragazzo si girò riconobbi subito gli occhi di Zayn. Ma era dappertutto?
Zayn?!” chiesi. Forse più a me stessa che a lui.
Maddie – disse guardandomi – E… Louis, giusto?” chiese poi indicando il mio migliore amico.
Esattamente. Ora potresti lasciarci il posto?” chiese Louis.
Mi dispiace ragazzi ma l’avevo visto prima io. Ora scusate ma devo andare che si sta facendo tardi e ho un impegno importante” disse andando verso l’entrata del London Heathrow Airport.
Anche noi abbiamo un impegno” urlò Louis alle spalle di Zayn.
Dai Lou, non importa. Saliamo in macchina e cerchiamone un altro”


Dopo aver girato per quasi mezz’ora alla ricerca di un posto, finalmente, ci trovavamo nell’atrio dell’aeroporto. Era davvero pieno di gente. Chi aveva con sé fino a 5 valige e chi ne aveva solo una, chi era lì in compagnia o chi era solo, chi andava di fretta e chi aveva tutto il tempo di rilassarsi leggendo un giornale sulle sedie della sala d’attesa. Insomma, avevo visto davvero tutti quella mattina all’aeroporto, l’unica persona che non ero riuscita a vedere era Allison.
Maddie! Madisoooon” mi sentii chiamare. Riconobbi subito la voce squillante e spensierata di Allison.
Allie” dissi stringendola il più forte possibile.
Mi sei mancata da morire” disse lei.
Anche tu” risposi sciogliendo l’abbraccio e guardandola nei suoi occhi azzurri. Era davvero bella. Occhi azzurri leggermente contornati da una matita nera, i suoi capelli biondi leggermente ondulati, più lunghi rispetto a sei mesi prima, e il suo fisico sempre magro e con le solite forme al posto giusto.
Ehi Allie” la salutò Louis che fino a quel momento era stato a guardarci in silenzio. L’abbracciò e le diede un bacio sulla guancia, e lei ricambiò.
Starai da noi, vero?” chiesi prendendole la valigia meno pesante delle tre. Alle altre due avrebbe pensato Louis, se no per quale motivo me lo ero portato dietro?
Si, finché non trovo una casa qui a Londra. Però domani vado a Doncaster così sto qualche giorno con i miei”. A sentire il nome di quella città un magone iniziò ad impossessarsi di me. Era da un anno, dall’incidente, che non andavo più nella mia città d’origine. Se dovevo vedere i miei genitori venivano loro a Londra a trovarmi. Cercai di reprimere quel senso di tristezza e abbozzai un sorriso di consenso ad Allison che, forse, aveva capito quanto fosse poco sincero.


Aspetta, prendo anch’io l’ascensore” sentii dire da una voce maschile.
Zayn, ciao” dissi stupita di vederlo per la seconda volta nell’arco di una giornata.
Maddie, a quanto pare il destino vuole farci incontrare!” disse chiudendo le porte dell’ascensore. Sorrisi leggermente. Il destino, che merda. Il destino, se esisteva, era quello che mi aveva portato via Luke. Era quello che un anno fa mi aveva rovinato la vita e aveva mandato a puttane tutti progetti che avevo fatto insieme a Luke. Il destino era quello che non mi aveva nemmeno dato la possibilità di salutare per l’ultima volta il ragazzo che amavo, me l’aveva fatto lasciare per sempre nel peggiore dei modi. Se davvero questo destino esisteva doveva solo lasciarmi in pace e farmi vivere la mia vita senza mettere sulla mia strada eventi scelti da lui.
A che piano vai?” chiesi.
Al quarto”
Davvero? Pure io” dissi schiacciando il tastino rotondo con il numero quattro.
Che coincidenza! Allora saremo vicini di casa” disse sorridendo.
Vicini di casa?” chiesi.
Si, vengo ad abitare qua. Tu in che appartamento stai?”
Al D4”
Io al D6, quello di fronte”
E quando verrai a stare qua?”
Dalla settimana prossima” Sentimmo un rumore simile ad un cigolio e subito dopo l’ascensore si fermò di colpo.
Si è bloccato l’ascensore?” chiesi.
Credo di si” rispose Zayn con tranquillità.
Come fai ad essere così calmo? Non ti senti mancare il respiro? Non ti viene l’ansia? Non ti..” iniziai a parlare a vanvera e schiacciavo continuamente il tasto dell’allarme ma Zayn interruppe il mio blaterare.
Ehi,ehi, ehi Maddie calmati. - disse mettendo entrambe la braccia sulle mie spalle - Ma questo è il mio cappotto?”
Eh? Cosa? – mi guardai – Oh si!” dissi riprendendo a respirare in modo regolare.
Ti sta davvero bene. Si vede che ho occhio” disse in tono compiaciuto.
Io sorrisi.
Volevo chiedere scusa a te e Louis per stamattina, ma ero davvero di fretta e avevo un appuntamento molto importante” disse appoggiandosi alla parete dell’ascensore.
Oh tranquillo” dissi camminando avanti e indietro in quello spazio davvero ristretto.
Stai ferma, se no ti agiti ancora di più. Dai, continuiamo a parlare”
E di cosa? Di come rimarremo chiusi per sempre qua dentro?”
No, perché qualcuno verrà a tirarci fuori di qua. Dai raccontami qualcosa”
Cosa dovrei raccontarti?”
Boh quello che..”
Ehi ragazzi, state bene?” una voce maschile interruppe Zayn.
Si stiamo bene” rispose Zayn.
Perfetto, tra qualche minuto vi tireremo fuori. State tranquilli”
Finalmente ero tornata alla libertà.
Oh Maddie! Stai bene?” disse Louis che mi stava aspettando sul pianerottolo.
Si Lou sto bene” dissi guardando Zayn e sorridendo.
Bene, allora io vado così do un’ultima occhiata alla casa. Ciao ragazzi”
Ehi Zayn aspetta, – lo fermai – grazie”
Figurati” disse per poi entrare nell’appartamento D6. Era riuscito a calmarmi. Mi aveva fatto distrarre facendomi parlare e io me ne ero resa conto solo adesso.


Il destino. Mentre mi rigiravo nel letto ripensavo alle parole di Zayn: destino. Davvero c’era un qualcosa che decideva cosa far accadere nelle nostre vite? Ed ora aveva scelto di farmi incontrare Zayn e di farmi rimanere chiusa nell’ascensore con lui? Davvero poteva esistere una forza simile? Se fosse così non dovevo fidarmi di questo destino, mi aveva già ferito una volta e continuava a farlo ogni giorno presentandomi il conto di quella fottuta notte.







Ehilà, eccomi qua con il terzo capitolo!
Inizio ringraziando tutte quante per aver letto e recensito anche il 2° capitolo, siete sempre molto gentili : )
Parlando del capitolo, ho inserito un nuovo personaggio: Allison, la migliore amica di Madison.
Per il volto di Allison ho scelto Ashley Benson, però voi potete immaginarla come volete nel caso non dovesse piacervi. Come avevo detto l’altra volta, Zayn fa a intendere a Maddie che i loro incontri sembrano voluti dal destino e lei non sembra molto contenta di questo, ma magari potrebbe anche cambiare idea!
Bene, vi saluto! Spero abbiate voglia di farmi sapere la vostra opinione riguardo a questo nuovo capitolo, ci tengo davvero tanto. 
Ciao a tutte, un bacio : )



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Capitolo 5
*** Hyde Park ***



 
 
ZaynPov

Mi svegliai sentendo le urla di mia madre. Ormai era una routine, non ci facevo nemmeno più caso. Mi alzai e mi fiondai subito sotto la doccia, l’unico metodo sicuro per smettere di sentire quelle urla. Quando uscii dal bagno sentivo altre urla, questa volta la voce era di mio padre.
I miei genitori non hanno sempre litigato, c’era un periodo in cui si amavano, si amavano davvero. Credo di non aver mai visto due persone innamorate come loro. Purtroppo il tempo passa e le cose cambiano. Prima, per esempio, vivevamo in un attico grandissimo nel centro di Londra e ora è già tanto se abbiamo i soldi per mangiare.
Andai in cucina cercando di non sentire più i miei genitori gridarsi contro. Uno dei tanti motivi per cui mi trasferivo era proprio quello, loro erano stati abbastanza contenti. Avevano detto che era giusto che mi facessi una vita e mi avevano fatto capire che era molto meglio così, anche perché avrebbero avuto una bocca da sfamare in meno.
Quell’appartamento era stato come un dono dal cielo, era di un mio ex compagno di liceo. Mi aveva chiesto se volevo andarci a stare io dato che lui per un anno sarebbe stato fuori per studiare, non voleva nessun affitto, gli bastava che mi occupassi della casa e delle sue piante, dalle quali era praticamente ossessionato.

Uscii di casa e salii in macchina. L’appuntamento era ad Hyde Park alle 12.30. Dovevo essere puntuale se no al mio arrivo non avrei trovato più nessuno, non mi avrebbero dato quello che mi spettava per aver lavorato e non mi avrebbero affidato nessun altro nuovo compito. Quindi non avrei incassato altri soldi. Avevamo scelto Hyde Park perché era un posto affollato, a quell’ora molti londinesi andavano lì per la loro pausa pranzo.


MaddisonPov

Adoravo passeggiare per Hyde Park. Mi mettevo la mia tuta da ginnastica con l’intenzione di correre, riuscivo a fare qualche metro e poi mi limitavo a camminare, non ero mai stata una grande sportiva. Però passeggiare per quell’enorme parco mi faceva davvero rilassare e poi avrei dovuto essere rilassata al massimo per affrontare un pomeriggio di lavoro da Starbucks, era venerdì e questo voleva dire che avrei avuto il doppio di lavoro rispetto a quello che avevo di solito, che era già tanto.
Ero immersa nel verde quando poco davanti a me vidi la cresta di Zayn, ormai inconfondibile. Lo vedevo troppo spesso quel ragazzo. Subito mi venne in mente il discorso di Zayn in ascensore “A quanto pare il destino vuole farci incontrare”. Cercai di cancellare quelle parole dalla mia mente e mi avvicinai al ragazzo.
Zayn, ehi” dissi sorridendo.
Ciao Meddie! Che ci fai da queste parti?”
Una passeggiata, tu?”
Oh, io.. io.. io avevo un appuntamento” rispose incerto.
E’ andato bene?”
Diciamo di si. Senti, ti va se mangiamo qualcosa insieme?”
Cosa avrei dovuto rispondergli? Si? No? In fondo era solo un pranzo insieme, mica un appuntamento. Forse avevo paura, paura di non riuscire a frequentare un altro ragazzo che non fosse Luke ma, alla fine, non stavo frequentando Zayn. E’ anche vero che non ero uscita con nessun ragazzo da un anno a parte Louis. Però non stavo uscendo con Zayn. Ok, forse stavo pensando troppo. Era ora di rispondere.
Si, certo! Dove vuoi andare?”
C’è un ristorante carino qua di fronte, che ne dici?”
Posso andare in tuta a ristorante?” chiesi.
Si, perché stai benissimo pure così” rispose sorridendomi. Io feci un sorriso forzato.
Entrammo nel locale. Era davvero carino, non molto grande e con una quindicina di tavoli, quasi tutti occupati. Zayn si avvicinò ad un cameriere e gli chiese un tavolo per due. Poco dopo ci trovammo seduti in un tavolino accanto alla finestra.

ZaynPov

Vuoi un po’ di vino?” chiesi alzando leggermente la bottiglia. Lei annuii appena e tornò a guardare fuori dalla finestra. Doveva essere lontana, presente altrove, in qualcosa che le stava a cuore e che non era con lei. Lo si capiva dalle poche parole cha aveva pronunciato da quando ci eravamo seduti a tavola, dai pochi sorrisi appena accennati e soprattutto dai suoi occhi. Erano bellissimi, davvero belli, ma gli mancava qualcosa. La luce, quella che sa dargli vita. L’avevo già capito quel giorno da Starbucks quando aveva alzato il suo sguardo per farlo incontrare con il mio, avevo visto due occhi bellissimi ma spenti, che nascondevano qualcosa. Qualcosa che doveva averle fatto male.

MaddisonPov

Sono a casaaaaaa” urlai sbattendo la porta.
Maddie, sei tornata” dissero in coro Allison e Louis che erano seduti sul divano.
Perché non sei tornata per pranzo?” chiese Allison alzandosi.
Ho pranzato fuori”
Con chi?” chiese Louis.
Oh, i loro soliti interrogatori.
Con Zayn” dissi andando in cucina.
Con Zayn?” chiese Louis che mi aveva seguito. Notai con piacere che sul fuoco c’era una padella che emanava un profumo gradevole. Sicuramente il merito era di Allison. Louis e i fornelli non avevano un bel rapporto e lui si premurava di stargli molto lontano.
Chi è Zayn?” intervenì Allison entrando in cucina.
Un ragazzo che ho conosciuto per caso. Ma non farti strane idee!”
Ok ma almeno raccontami chi è e come vi siete conosciuti”
“Te lo racconterò dopo. Ora mangiamo che ho fame” risposi iniziando ad apparecchiare.




 



Ehiiii, sono tornata : ) Come al solito, ringrazio tutte per aver letto e recensito, ringrazio chi ha aggiunto la storia tra le seguite preferite e ricordate e ringrazio anche chi legge questa storia in silenzio. Mi fa davvero piacere che l’apprezziate!
Mi scuso per essere riuscita solo oggi a pubblicare il capitolo ma, purtroppo, ho avuto dei problemi familiari.
Ho letto tutte le recensioni e prometto che risponderò a quelle a cui non sono ancora riuscita a rispondere. Ho visto che mi avete mandato alcune vostre storie da leggere, cercherò di passare, ve lo giuro, ma avendo due account su EFP pieni di storie da leggere è davvero difficile! Ma farò il possibile per farcela : )
Dopo questo lungo discorso possiamo al capitolo: si lo so, fa schifo, è corto e non dice un granché ma questo è quello che è venuto fuori dalla mia testolina D: (il prossimo sarà più lungo e più ricco di argomenti).
In questo capitolo è presente anche il punto di vista di Zayn, vi avverto che si farà sentire anche nei prossimi capitoli e poi saranno presenti pure quelli degli altri personaggi. I nostri due protagonisti pranzano insieme ma come avete visto non se ne parla molto, il pezzo è particolarmente incentrato sui pensieri di Zayn (spero di aver reso bene l’idea)
Chissà quale sarà il lavoro di Zayn..
Bene, direi che mi sono dilungata fin troppo quindi vi saluto e vi mando un grosso bacio! Spero in una recensione, ci tengo davvero tanto alla vostra opinione!
Ciao splendori, grazie per tutto : )

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Capitolo 6
*** Something’s Wrong ***






 

 

Pioveva. Stranamente pioveva. A Londra. Dai su, dovremmo sfatare il mito che vuole Londra come una città piovosa, ma non si può. A Londra davvero piove spesso. Diciamo quasi sempre. Guardavo quelle goccioline appoggiarsi sul vetro della finestra della mia camera e poi scivolare lentamente. Decisi che era ora di alzarmi dal mio letto così caldo e comodo, anche se contro la mia volontà. Scostai il piumone e subito rabbrividì per la differenza di temperatura, mi misi le ciabatte e andai in bagno cercando di fare il minor numero di rumori possibile per non svegliare Allison e Louis.

Avevo un sesto senso per le cose negative. Riuscivo a percepirne il loro arrivo. Per esempio, al liceo ero in grado di capire quando poteva capitarmi qualche compito in classe a sorpresa. Si, si può definire fortuna.
Il primo segnale della giornata arrivò quando il mio nuovo ombrellino nero a pois bianchi fece una brutta fine, l’avevo pagato poche sterline quindi avrei dovuto aspettarmelo.
Correvo sotto la pioggia in direzione dell’università. Avevo lezione di anatomia e Niall mi stava aspettando alla caffetteria della facoltà. Era un ragazzo davvero fantastico, sempre gentile e disponibile.
I miei vestiti e i miei capelli erano in uno stato pietoso, bagnati e appiccicati al mio corpo.
Tirai un sospiro di sollievo quando vidi la scritta King’s College London poco davanti a me.
Entrai e mi feci travolgere da quel tepore che subito mi riscaldò, ma non molto perché continuavo a sentire freddo per via dei vestiti bagnati che mi ritrovavo addosso. Maledetto ombrello.
Andai verso la caffetteria e cercai Niall con lo sguardo; vidi un ragazzo biondo sorridente che sventolava una mano per farsi notare e subito corsi nella sua direzione.
Ehi biondo!” dissi sedendomi di fronte a lui.
Ciao Meddie. Che ti è successo?” chiese dolcemente.
Ho avuto un piccolo incidente con l’ombrello, niente di grave” risposi sorridendo.
Si ma ti prenderai un’influenza”
Non tirarmela! Non ho proprio il tempo per ammalarmi” risposi facendo ridere Niall.

LouisPov

Buongiorno” disse Allison entrando in cucina sbadigliando. Io alzai lo sguardo dal tavolo e la salutai con un cenno della mano. Aveva una canotta rosa e dei pantaloncini molto corti che lasciavano poco spazio all’immaginazione, i suoi lunghi capelli biondi erano raccolti in una coda disordinata da cui cadevano alcune ciocche più corte. La guardai dalla testa ai piedi senza riuscire a smettere. Era davvero bella, non la ricordavo così, così.. bella. Rimasi a fissarla per un po’ finché lei non richiamò la mia attenzione facendo muovere la sua mano davanti al mio viso.
Louis? Louis mi ascolti?”
Eh si, scusa! Dimmi!”
Ma che ti prende? Comunque ti ho chiesto se volevi un po’ di latte visto che lo sto facendo per me” disse dolcemente. Mi guardava con i suoi occhi azzurri intensi in attesa di ricevere una risposta da parte mia, ma dalla mia bocca non usciva niente. Assolutamente niente. Mi ero perso nei suoi occhi, in quegli occhi che avevano il colore del mare, ed era come se io stessi navigando in quel mare. E da quel mare nessuno avrebbe potuto farmi uscire, per nessuna ragione al mondo.
Riuscii a tornare in me e riacquistai la capacità di parlare, così mi schiarii la voce e le risposi.
Si, grazie”
Che hai stamattina Lou? Sei pensieroso” mi chiese mentre metteva a bollire il latte.
Niente di cui preoccuparsi” dissi alzandomi per aiutarla con le tazze bollenti.
Lei mi sorrise dolcemente e mi passò la mia tazza. La sua mano sfiorò la mia e sentii una strana sensazione proprio alla bocca dello stomaco.
Ma che mi stava succedendo?

MadisonPov

Il secondo segnale?
Finita la lezione all’università e dopo aver pranzato velocemente al McDonald insieme, Niall si era offerto di accompagnarmi in macchina da Starbucks. Aveva detto che ci avremmo messo poco e poi non avrei rischiato di prendere altra pioggia e freddo. Così accettai il passaggio senza troppi complimenti, anche perché sapevo quanto fosse testardo il biondo. Solo in quel momento mi accorsi che era molto meglio prendere la metro e l’autobus, come facevo di solito. Perché? Perché avevamo avuto la fortuna di bucare una gomma. Ci fermammo e, dopo aver impiegato più di un’ora per cambiarla, ci rimettemmo in viaggio.
Era tardi, senza alcun dubbio. Possibile che non riuscissi ad arrivare mai puntuale al lavoro?
Appena arrivati salutai velocemente Niall e lo ringrazai.
Entrai dai Starbucks e salutai Harry, per fortuna di Mark– il mio capo – non c’era nessuna traccia. Andai velocemente e mettermi il grembiule credendo di averla passata liscia.
Medison Kyle” sentii la voce di Mark. Come non detto! Ovviamente in una giornata così non potevo non beccarmi pure la ramanzina. Mi girai a guardalo e rimasi in attesa che continuasse.
Cosa devo fare con te? Perché arrivi quasi sempre in ritardo?” mi chiese osservandomi arrabbiato.
Mi dispiace, davvero. Abito lontano da qui e l’università è altrettanto lontana. Mi creda, faccio il possibile per essere puntuale. Oggi mi sono pure fatta accompagnare in macchina da un mio amico ma abbiamo bucato la gomma e..”
Va bene, basta così. – disse interrompendomi – Non perdere altro tempo e inizia a lavorare”. Andai dietro al bancone, affianco ad Harry, che mi sorrise mostrandomi le sue fossette, e mi posizionai alla cassa.

Scesi alla fermata dell’autobus e mi incamminai verso casa. Ero assorta nei miei pensieri, sentivo che quella brutta giornata non era ancora finita, che c’era ancora qualcosa che mi aspettava. Ero così immersa nei miei pensieri che non mi resi nemmeno conto di quello che stava succedendo quando la mia scarpa mi fece scivolare sulla strada ancora bagnata di pioggia. Ero già pronta a cadere rovinosamente a terra, quando, nel bel mezzo del mio volo, sentii due grandi mani afferrarmi con decisione. Alzai lo sguardo e incontrai gli occhi scuri di Zayn. Notai per la prima volta le sue ciglia incredibilmente lunghe; fosse stato una donna non avrebbe avuto nemmeno bisogno di usare il mascara. Pensai che avesse fatto un balzo felino per non farmi cadere, in quel momento mi sentii sicura e dimenticai tutti i problemi, l’orrenda giornata e la sensazione che mi perseguitava da tutto il giorno.
Stai attenta – disse lui - non vorrai farti male”. Lo ringraziai imbarazzata raddrizzandomi, ma sentendo ancora le sue grandi mani attaccate ai miei fianchi. Le staccai, ancora imbarazzata.
Sei rossa, sai?” disse lui in tono canzonatorio.
Io? – dissi aumentando il mio imbarazzo – Ah, sarà per il freddo. Ho la pelle delicata” risposi sperando che ci credesse.
Già, il freddo”
Che ci fai da queste parti?” chiesi, cercando di cambiare discorso.
Sto portando le ultime cose per il trasloco” disse indicando gli scatoloni per terra accanto a lui.
Quando ti trasferisci?”
Spero di riuscire a venire da domani, vediamo se riesco a finire stasera. - rispose riprendendo in mano uno scatolone - Vai prima tu in ascensore, io ho da portare un po’ di cose. Ci vediamo in giro, Maddie” disse sorridendo. Sorrisi e lo salutai entrando nel portone.
Casa dolce casa. Finalmente. Mi tolsi il cappotto, salutai Allie e Louis e mi abbandonai sul divano. Nemmeno il tempo di rilassarmi che sentii il telefono squillare.
E’ per te” disse Louis porgendomelo. E ora chi era?
Pronto?” dissi.
Buonasera, lei è la signorina Madison Kyle?”
Si, sono io. Chi parla?”
Sono l’agente Adam Nilson, di Scotland Yard. Abbiamo alcune notizie riguardo l’incidente avvenuto l’anno scorso a lei e al suo ragazzo. Saremmo lieti se lei potesse venire alla nostra centrale in York Street, 22 il prima possibile. E’ importante.”







Eccomi qua, sono riuscita a pubblicare oggi : )
Grazieeeee a tutte per ogni singola parola che scrivete nelle recensioni, siete sempre così gentili e io non me lo merito ahahah.
Diciamo che questo capitolo mi piace un po’ di più rispetto a quello precedente, ma non troppo u.u Come alcune di voi avevano già capito, ecco un primo piccolo momento di Lallie (Louis/Allie), se avete altri nomignoli per loro ditemelo perché questo non mi convince molto! Ahahahahah.
Maddie riceve qualche segnale che le fa capire che c’è qualcosa che non va nella sua giornata, infatti alla fine le arriva questa chiamata “importante”. Mi dispiace di aver concluso così il capitolo, anzi sinceramente no, è divertente tenervi sulle spine muahahahah. Si lo so, sono cattiva Ma sono curiosa di vedere chi indovina a cosa si riferisce la chiamata importante! Quindi, chi ha voglia provi : )
Grazie ancora a tutte, aspetto con ansia una vostra opinione riguardo a questa cagatina di capitolo!
Ciao a tutte, un bacio : )


 

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Capitolo 7
*** Fever ***







Mi alzai dal letto con un enorme mal di testa. Forse perché non avevo dormito molto bene quella notte. Ero stata a pensare intensamente alle parole dell’agente Nilson, “è importante”, aveva detto. Ma cosa è importante? Qualunque cosa sia non potrà mai riportarmi indietro il mio Luke.
Mi trascinai fino alla cucina trovandomi davanti un Louis sorridente che faceva colazione. Allie non c’era. Era partita stamattina presto per tornare a Doncaster, doveva vedere sua cugina Ivy.
“Buongiorno pasticcino, stai bene? Sei un po’ pallida!”
“Buongiorno Lou! Si, credo. E’ solo che stanotte non ho dormito tanto bene” risposi sedendomi accanto a lui.
“Per via della telefonata di ieri sera?” mi chiese accarezzandomi la mano poco distante dalla sua. Annuii flebilmente e feci un respiro profondo.
“Se vuoi ti accompagno io alla centrale”
“No, tu oggi hai l’esame Lou. – risposi con fermezza - E poi non credo che andrò oggi”
“Perché?”
“Non me la sento” risposi semplicemente. La testa continuava a martellare intensamente e facevo fatica a tenere gli occhi aperti. Sentii la mano di Louis accarezzarmi il viso.
“Ma tu scotti, Maddie, cazzo!” disse Louis quasi urlando. Il povero Aron ,che era sotto al tavolo, scappò di corsa verso il salotto . Intanto Louis si alzò immediatamente e corse a prendere il termometro.
“38.5! - disse il migliore amico guardandomi mentre stavo seduta sul divano impassibile – Oggi rimango con te, non posso lasciarti da sola in queste condizioni”
“Non se ne parla minimante! Tu oggi andrai all’università a fare quel cazzo di esame, io starò meglio”. Louis continuava a tenere lo sguardo fisso su di me, probabilmente non sapeva cosa fare. Era sempre stato molto premuroso nei miei confronti, se avevo bisogno lui c’era. A dir la verità con le ragazze era un gran bastardo, ma non con me, con me era diverso. Mi trattava come se fossi sua sorella, – come se avere quattro sorelle minori non fosse già abbastanza– ed io andavo fiera di questo.
“Lou, davvero vai all’università. E’ solo un po’ di influenza, prendo qualcosa e starò meglio” continuai.
“Sicura?”
“Sicura! Dai vai e buona fortuna” risposi sorridendo. Il ragazzo si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia.

ZaynPov

Casa nuova, vita nuova. Questo era il mio nuovo motto, ora dovevo solo metterlo in pratica e non era di certo facile. Però a pensarci bene, una cosa nuova nella mia vita c’era. Maddie. Quella ragazza che avevo conosciuto così, per caso. Saperla a pochi passi da me mi faceva stare tremendamente bene, era come se avessi capito che quello schifo di vita avesse una ragione valida per essere vissuta.
Misi a posto le cose principali e poi decisi di andare a salutare Madison, ovviamente da bravo vicino.
Ero lì, davanti all’appartamento D4, suonai con convinzione il campanello e rimasi ad aspettare.
Dopo qualche minuto la porta si aprii e mi trovai davanti la figura di Maddie avvolta da una coperta.
“Ciao” le dissi con entusiasmo.
“Ciao Zayn” mi salutò confusa.
“Volevo salutarti e dirti che da oggi siamo ufficialmente vicini”
“Oh, fantastico” rispose facendo un sorriso forzato.
“Ma stai bene?” le chiesi notando il suo viso pallido e stanco.
“Ho un po’ di febbre, credo che sia colpa della pioggia di ieri. Oppure di Niall che me l’ha tirata”. Sorrisi appena e poi guardai in casa in cerca di Louis ma non lo trovai. Possibile che l’avesse lasciata sola in quelle condizioni? Il mio sguardo tornò su Maddie, e ci rimase per un po’. Mi faceva una tenerezza immensa, i capelli castani, lunghi ed ondulati le ricadevano sulle spalle, i suoi occhi – sempre belli – ma stanchi, il suo viso pallido e la sua bocca che si sforzava di sorridere. Entrai lentamente e mi avvicinai a lei, chiudendomi la porta alle mie spalle.
“Zayn – disse schiarendosi la voce – non vorrei che ti ammalassi pure tu”
“Tu hai bisogno di cure e Zayn Malik è qui per questo!” dissi facendola sedere sul divano. Notai un cucciolino beige che venne subito ad annusarmi e mi abbassai al suo livello per accarezzarlo.
“Non sapevo avessi un cane” le dissi continuando a coccolare quella palla di pelo.
“E’ un regalo di Louis” si limitò a rispondere.
“E.. Da.. da quanto state insieme tu e Louis?” chiesi insicuro.
“Ma io e Louis non stiamo insieme. - le rivolsi uno sguardo confuso – Siamo migliori amici praticamente da una vita, è un come un fratello per me” spiegò gentilmente.
“Oh, io avevo capito che fosse il tuo ragazzo”. Lei rise, mostrando i suoi denti bianchi e perfetti e arricciando leggermente il naso. Era dannatamente bella quella ragazza, ma c’era qualcosa che non mi convinceva nei suoi sorrisi.

LouisPov

“Lou, finalmente sei arrivato. - mi salutò Liam poggiandomi la mano sulla spalla - Io sono in ansia, tu? Sei agitato?”
“Beh, non più di tanto” risposi indifferente. Il mio corpo era lì, ma la mia mente. La mia mente, cavolo, era a Doncaster. O meglio con Allison, a Doncaster. Non capivo cosa mi stesse facendo quella ragazza, non l’avevo mai vista come mia possibile ragazza. Ma ora, da quando era tornata in Inghilterra, non riuscivo a smettere di pensare a quanto sarebbe stato bello averla tutta per me.
“Louis? Ehi? Ci hanno chiamato, dobbiamo entrare in aula” disse Liam svegliandomi dal mio stato di trans. Lo seguii senza proferire parola.

“MadisonPov”

Zayn aveva insistito tanto per stare con me che non ero riuscita a dirgli di no. A dir la verità stare sola in casa con lui mi incuteva un certo timore, non che non mi fidassi di lui, anzi, però non ero più abituata ad avere un ragazzo che non fosse Louis in giro per casa. Ora si era cimentato in cucina, aveva detto che dovevo assolutamente provare il brodo di sua nonna, con quello sicuramente sarei stata meglio. Speriamo.
“Eccomi qua” disse mettendo il piatto sul tavolo sotto i miei occhi. Io guardai il piatto colmo di brodo con una faccia leggermente schifata, – avevo sempre odiato il brodo - ma non potevo rifiutarlo. Zayn si era impegnato così tanto, a giudicare dalla imprecazioni che aveva fatto sottovoce da quando si era messo ai fornelli. L’aveva fatto per me. Così mi feci coraggio e portai il cucchiaio alla bocca sotto lo sguardo pieno di aspettativa del ragazzo di fronte a me.
“Allora? Ti piace?” Chiese speranzoso. Non era poi così male, aveva sicuramente un sapore diverso dagli altri brodi che aveva provato in tutta la mia vita. Annuii continuando a mangiare.

“Dovresti riposarti un po’, ora” mi disse sedendosi accanto a me sul divano e comprendoni meglio con il plaid.
“Non mi va” risposi, sembravo una bambina capricciosa.
“Ma devi, quindi chiudi gli occhietti. Se vuoi posso portarlo io il cane fuori. Come hai detto che si chiama?” chiese poi passandosi una mano dietro alla nuca e assumendo un’ espressione tra il confuso e il dispiaciuto. Era così tenero quando faceva quella faccia.
“Aron” risposi atona, non sopportavo chi mi dava ordini.
“Ora non fare così” disse accarezzandomi dolcemente. A quel contatto sentii un brivido percorrermi la schiena, era da tanto che non provavo questa sensazione. Si sedette accanto a me, continuando ad accarezzarmi. Era vicino, troppo per i miei gusti. Potevo sentire il suo respiro fresco sul mio viso, che mi dava un certo sollievo vista la temperatura alta. Anche se non ero sicura che fosse dovuta alla febbre. Il viso di Zayn si avvicinava sempre di più al mio. Guardai le sue labbra, rosee e carnose. Lui spostava lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra. Quando si avvicinò di più io balzai in aria e presi il guinzaglio.
“Non vorrei che la facesse in casa” dissi porgendogli il guinzaglio e lanciando un’occhiata al piccolo Aron che ci guardava confuso.

ZaynPov

“Scotti” le dissi toccandole la fronte e accompagnandola nella sua camera. Era semplice, con un grande letto a due piazze al centro. Le pareti erano di un rosa pallido e ricoperte di foto, sue, di Louis e di altri ragazzi che non conoscevo. La feci stendere sul letto e poi le passai il termometro. Dopo qualche minuto se lo tolse e me lo passò debolmente.
“E’ alta?” mi chiese, poi.
“Ce l’hai a 40” le dissi con tono preoccupato.
“Passerà” disse con indifferenza. Poco dopo si addormentò.
Ero seduto sulla sedia girevole del computer da circa un’ora, la guardavo dormire. Le coperte si alzavano leggermente al ritmo del suo respiro. Ogni tanto le mettevo una pezza bagnata sulla fronte, ma continuava ad essere bollente.
“No Luke!” urlò improvvisamente, tirandosi su di colpo e rimanendo seduta sul letto. Io mi avvicinai a lei e le accarezzai leggermente la schiena, cercando di calmarla. Stava sudando. Poi iniziò a piangere.
“E’ morto, – ripeteva tra i singhiozzi – non c’è piu! Capisci? Capisci?” urlava in preda al panico. Probabilmente stava delirando per via delle febbre alta. Continuai ad accarezzarla e, piano piano, si addormentò tra le mie braccia, con la testa sulla mia spalla. Sentii la porta di casa aprirsi, doveva essere Louis. Adagiai lentamente Maddie sul letto, facendo attenzione a non svegliarla.
“Ciao” salutai Louis facendolo sussultare.
“Zayn, che ci fai tu qui?”. Gli spiegai velocemente la situazione e lui mi ringraziò spiegandomi il motivo per cui non aveva potuto accudire lui Maddie.

“Louis – il ragazzo si voltò nella mia direzione aspettando che continuassi a parlare – chi è Luke?”. Rimase a guardarmi per un pò, probabilmente indeciso sul da farsi. Ci fu un silenzio quasi assordante, come se quella domanda fosse azzardata, inopportuna . Louis continuava a guardarmi e io guardavo lui, in attesa di una risposta.
“Era il ragazzo di Maddie” disse atono. 







 

Ciao splendori, i’m back! Scusate se ci ho messo un po’ per aggiornare, mi dispiace! Cosa devo fare con voi? Cioè, siete fantasticheee, 73 recensioni! Ce ne rendiamo conto? Io davvero non so come ringraziarvi, mi state appoggiando molto e non sapete quanto questo mi renda felice, quindi grazie, grazie, grazie!
Ma comunque, passiamo a questo capitolo: inizio col dire che l’avevo immaginato in modo un po’ diverso, soprattutto in alcuni passaggi, però il risultato non mi fa proprio schifo anche se non mi piace molto ahahah.
Mi piace particolarmente il modo in cui Zayn si prende cura di Madison, la trovo una cosa molto dolce Vediamo un Louis distratto dal pensiero di Allison e poi infine Zayn viene a sapere di Luke grazie a Louis e, indirettamente, anche grazie a Maddie. Chissà come reagirà il nostro Malik..
Spero di essere riuscita a far capire gli stati d’animo dei personaggi (per me sono molto importanti). Molte di voi erano in attesa di questo capitolo soprattutto per sapere qualcosa riguardo a quella famosa chiamata, mi dispiace ma dovrete aspettare ancora un po’(si lo so sono cattiva). Spero di non avervi deluse!
Aspetto, come al solito, le vostre recensioni per sapere cosa ne pensate, la vostra opinione è sempre fondamentale per me!
Grazie ancora per tutto!
Adios chicas, tanto love per voi! A presto, un grosso bacio a tutte :*

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Capitolo 8
*** The Truth ***






 

Ero pronta. Avevo deciso, sarei andata a parlare con l’agente Nilson. Andai in cucina dove ero certa di trovare il solito Louis allegro e con l’espressione assonnata.
“Buongiorno” dissi scompigliandoli i capelli castani.
“Buongiorno! – sorrise – Come stai oggi?”
“Molto meglio, grazie” risposi prendendo i biscotti dalla credenza.
“Si vede che le cure di qualcuno sono state molto utili” disse in tono provocatorio. Io gli risposi con una smorfia sedendomi accanto a lui.
“ Louis, – lo chiamai in tono serio e lui si voltò fissandomi con i suoi occhi azzurri - oggi voglio andare a parlare con l’agente Nilson” dissi tutto d’un fiato. Lui rimase a fissarmi per qualche secondo.
“Sei sicura? Avevi la febbre fino a ieri, magari è meglio che stai a casa ancora oggi”
“Sono sicurissima. Però voglio che tu mi accompagni”
“Dammi cinque minuti e sono pronto” rispose alzandosi e andando verso la sua camera.

ZaynPov

Avevo ripensato parecchio alle parole di Louis della sera precedente. Iniziavo a capire più cose riguardo a Maddie. Alla fine lei era sempre stata una sorta di mistero per me. Ci conoscevamo da poco più di un mese ma in realtà sapevo così poco di lei, quando c’era così tanto da sapere e così tanto che volevo sapere.
Avevo colto qualche indizio dai suoi comportamenti: i suoi occhi, meravigliosi, che sembravano voler nascondere un segreto, il suo sorriso, bellissimo, che appariva con uno sforzo su quel viso dolce e tondo, il suo voler cercare di scappare da ogni situazione che ci avvicinava.
Uscii di casa di corsa gettando velocemente lo sguardo sull’appartamento di fronte al mio. Improvvisamente la voglia di sapere di più sul passato di Maddie si impossessò di me, ma quella voglia doveva aspettare.

MadisonPov

“La signorina Madison Kyle?”. Una signora sulla quarantina, vestita elegantemente con i capelli rossi raccolti in una coda, se ne stava al centro della sala con una cartellina nera in mano.
“Sono io” risposi alzandomi seguita da Louis. Fece cenno con la mano di seguirla. Arrivammo in una stanza, ampia, riempita da una grande scrivania e da vari scaffali ricchi di documenti.
“L’agente Nilson sarà qui tra poco, accomodatevi” disse seriamente.
Quando la porta dell’ufficio si aprì afferrai d’impulso la mano di Louis, stringendola forte nella mia. Lui mi rivolse uno sguardo di conforto e io puntai gli occhi sul signore che si era seduto davanti a noi. Era giovane e di bell’aspetto. Vestito in modo semplice ma elegante, i suoi capelli castani erano leggermente spettinati e i suoi occhi azzurri si spostavano da me a Louis.
“Buongiorno, – ci porse la sua mano destra – come sicuramente saprete, sono l’agente Adam Nilson” . Io e Louis ci affrettammo a stringergli la mano e a presentarci. Poi tornai ad afferrare la mano di Louis con convinzione.
“L’ho chiamata, signorina Kyle, per parlarle di una cosa molto importante. – iniziò – Come lei ben sa, la centrale di Doncaster ha mandato a noi il fascicolo dell’incidente avvenuto quella notte a lei e a Luke Thompson, sapendo del suo trasferimento qui a Londra. Analizzando attentamente il caso abbiamo scoperto delle valide ragioni per pensare che l’incidente non sia stato proprio “ un incidente” nel vero senso della parola”. Per un attimo il mio respiro si fermò e strinsi ancora con più forza – se possibile – la mano di Louis. Presi poi un profondo respiro decisa a farmi spiegare meglio quello che voleva dire l’agente.
“Cosa.. Cosa vuole dire, mi scusi?”
“Signorina Kyle, – puntò i suoi occhi azzurri nei miei – l’incidente è stato provocato”. Rimasi immobile e incredula a quelle parole. Sentivo lo sguardo di Louis su di me, forse in attesa di una mia reazione.
“E da chi?” parlò Louis al mio posto, avendo capito che io non ero grado di dire altro.
“Questo speriamo che possiate dircelo voi. Magari conoscete qualcuno che potesse avercela con lui a tal punto da fare una cosa del genere”. La mia mente era annebbiata. Sconvolta dalle parole che uscivano senza sosta dall’uomo che avevo di fronte. “L’incidente è stato provocato”. “Qualcuno che potesse avercela con lui” . Queste due frasi si erano impossessate del mio cervello, rivestendo ogni singolo neurone.
“Non so, – continuò l’agente Nilson, dato che né io e né Louis avevamo aperto bocca – qualche debito dovuto alla droga”
“Droga?” chiesi io, continuando ad assorbire quelle parole.
“Si, loro si comportano così. Io ti do la roba, se tu non mi paghi quando te lo dico io ecco che arriva lo sgarro” si spiegò l’agente. Io continuavo a non capire, nel mio cervello si aggiungevano parole pronunciate da quella bocca che era davanti a me, usando quella voce tanto calma. Guardai Louis che aveva un’espressione indecifrabile, i suoi occhi azzurri mi fissavano come se volessero dirmi qualcosa.
“Scusa Maddie, mi dispiace” disse poi abbassando lo sguardo sulle nostre mani unite.
“T- ti dispiace per cosa, Louis?”
“Per non avertelo detto. – fece una pausa e prese un respiro profondo – Quando quella notte sono arrivato all’ospedale, dopo aver saputo dell’incidente, i medici hanno detto di aver trovato tracce di cocaina ed eroina nel sangue di Luke. Io non te l’ho detto subito perché eri già abbastanza sconvolta per averlo perso. La tua famiglia, Allie, ed io abbiamo pensato che avremmo potuto dirtelo, dopo, con più calma. Il tempo c’era, la cosa principale era che tu ti riprendessi piano piano.” Lasciai lentamente la mano di Louis, sconvolta.
Tutte quelle informazioni continuavano a rimbombare nella mia testa. Come avevano potuto non dirmi una cosa del genere? Io avevo il diritto di sapere.
“Avete pensato male!” urlai alzandomi.
“Signorina Kyle, – intervenne l’agente Nilson, che fino a quel momento era stato in silenzio a guardare la scena – la prego si sieda e non urli”. Le parole dell’agente Nilson non mi sfiorarono minimamente, continuai a tenere lo sguardo fisso su Louis che mi guardava dispiaciuto. Uscii di corsa dall’ufficio sotto gli occhi di tutti i presenti nell’atrio.
Continuai a camminare frettolosamente per il centro di Londra cercando di non scontrarmi con i passanti. Nel frattempo, il cervello si era riempito con tutte quelle parole pronunciate da Louis e dal signor Nilson. Continuavo a sentire le loro voci fare da eco nella mia testa, la voce squillante di Louis, che si era fatta più grave per l’occasione, e la voce calma e matura dell’agente Nilson. Mi trovai di fronte ad Hyde Park, e senza rendermene quasi conto, mi ritrovai seduta su una panchina del parco con le mani sul viso che stava iniziando a bagnarsi di lacrime salate.

“Ehi, perché piangi?”. Alzai lo sguardo e mi trovai di fronte una piccolina che avrà avuto si e no otto anni, i capelli lunghi neri e setosi, gli occhietti scuri ed intensi mi fissavano incuriositi e le sue labbra carnose sorridevano appena. Mi asciugai frettolosamente le lacrime e le sorrisi con dolcezza.
“Safaa, devi smetterla di correre!” sentii urlare da una voce familiare.
“Zayn, – sbuffò la bambina – volevo solo fare amicizia”
“E con chi? Sentiamo!” rispose serio.
“Con lei”. La bambina mi indicò e lo sguardo del ragazzo si posò su di me.
“Maddie?! – disse lui – Che ci fai tu qui? Credevo che avessi ancora l’influenza”. Mi passai ancora una mano sul viso per essere sicura che non ci fossero tracce delle lacrime.
“No, sto meglio”
“E allora perché piangevi?” si affrettò a chiedermi la bambina. Zayn mi rivolse uno sguardo interrogativo.
“Io.. No.. Io non stavo affatto piangendo”
“Safaa, che ne dici se vai a giocare? Credo di aver visto il bambino dell’altra volta, quello che ti piaceva” le disse Zayn con dolcezza. Gli occhi di Safaa si illuminarono e subito corse via alla ricerca di questo bambino. In quel momento mi sentii in forte imbarazzo, ma non riuscii a fermare le lacrime che avevano deciso di scendere dai miei occhi senza ascoltare la mia volontà di tenerle dentro.

ZaynPov

Era lì, davanti a me, impotente e fragile. Proprio come la sera prima a casa sua quando si era svegliata di colpo e aveva iniziato a piangere come una bambina dopo un brutto sogno. Senza pensarci due volte, così d’impulso, mi sedetti accanto a lei e l’abbracciai stringendola forte contro il mio petto. Lei si lasciò abbracciare, rassegnata.
Sentivo il suo corpo muoversi per via dei numerosi singhiozzi dovuti al pianto. Le sue lacrime calde mi bagnavano il collo. Il suo profumo entrò nelle mie narici. La strinsi a me ancora più forte, per farle capire che io ero lì, che non me ne sarei andato, che non l’avrei abbandonata.
Si staccò di colpo, prendendo la sua borsa e iniziando a cercare qualcosa al suo interno. Poco dopo estrasse un pacchetto di fazzoletti, ne prese uno e iniziò ad asciugarsi le lacrime.
“Scusa, non..non so cosa mi.. mi sia preso” disse tra i singhiozzi.
“Non devi affatto scusarti, Maddie” le dissi con tono rassicurante e accarezzandole delicatamente i capelli. Lei annuii poco convinta e ripose il pacchetto di fazzoletti nella borsa.
“Ti va di dirmi cosa è successo?”
“E’ una cosa troppo lunga e troppo complicata che non potresti capire” mi rispose guardandomi con dispiacere.
“Tu prova”.
Prese un grande respiro e mi guardò negli occhi.
“Sono.. sono venuta a sapere delle cose che non mi aspettavo” disse facendo un sorriso amaro. La guardai mentre lei abbassava la sguardo, forse per evitare di incrociare il mio.
Avevo un pensiero che mi frullava in testa, non sapevo se lasciarlo uscire o tenerlo per me. Impulsivamente, decisi di dargli voce.
“Riguardo a Luke?” dissi cercando il suo sguardo. 






Ciao tesori, ce l’ho fatta, ho pubblicato! Si lo so che ci ho messo tanto (quasi un mese) e mi dispiace davvero tanto perché a me personalmente da fastidio quando qualcuno aggiorna poco frequentemente, ma siamo a maggio (ultimo mese di scuola) e ho molto da studiare e quindi mi è mancato proprio il tempo materiale per poter pubblicare.
Anyway, ora sono qui con un nuovo capitolo :D Finalmente si scopre il motivo di quella famosa chiamata, e la relativa reazione di Maddie. Zayn, come al solito, è nel posto giusto al momento giusto ;) Smetterà di essere così fottutamente perfetto? …
Volevo ringraziare tutte quelle che hanno recensito il capitolo precedente e chi ha aggiunto la storia tra le seguite/preferite/ricordate!
Aspetto una vostra opinione, è molto importante per me sapere quello che pensate di questa storia ;)
Ciao belle :* <3




 

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Capitolo 9
*** I can't leave him ***


“Maddie! Finalmente! – disse Louis venendomi in contro – Non sapevo più dove cercarti”. L’arrivo di Louis interruppe l’afflusso di pensieri al mio cervello, che questa volta comprendevano pure la voce di Zayn che mi domandava di Luke.
“Oh ciao Zayn” disse poi notando il moro accanto a me che rispose con un cenno della mano. 
“Potevi risparmiarti la fatica!” risposi sicura.
“Andiamo dai, non fare così! Sai benissimo perché non te l’abbiamo detto prima” disse  cercando di giustificarsi. Lo sapevo, lo sapevo benissimo il perché. Dopo l’incidente, lui e gli altri avevano sempre cercato di proteggermi per evitarmi ogni altro minimo dolore. Ovviamente lo facevano con tutte le migliori intenzioni, ma non era quello di cui avevo bisogno.
“Lo so Luo! – dissi alzandomi dalla panchina – Peccato che non vi sia passato per la mente che forse dovevo sapere quelle cose! Dovevo sapere tutto, ogni minimo particolare. Ma no, proteggiamo tutti la povera Maddie, compatiamola, trattiamola come una povera scema”
“Ti posso assicurare che nessuno di noi ha mai voluto trattarti in quel modo o farti sentire così. Cercavamo solo di farti stare meglio”
“Farmi stare meglio? Farmi stare meglio non dicendomi cose che avrei dovuto sapere fin da subito? Bel modo che avete per farmi stare meglio, complimenti”. Afferrai la borsa appoggiata alla panchina ed iniziai ad incamminarmi verso l’uscita sentendo Louis che mi chiamava. Mi dispiaceva comportarmi così, soprattutto con lui.
 
 
 
LouisPov
 
Mi sedetti accanto a Zayn sulla panchina, scoraggiato. Avevamo sbagliato, io avevo sbagliato con quella stupida convinzione di proteggerla. Proteggerla da cosa poi? Dalla verità? Da una verità che le avrebbe fatto solo del male ma, a quanto pare, l’omettere è peggio della verità.
“Che è successo?” mi chiese Zayn fissandomi.
“Dovrei spiegarti molte cose e, credimi, non è il caso” risposi con convinzione. Lui sembrò capire ed annuì. Ci fu un silenzio ricco di pensieri, da parte mia e sicuramente anche da parte di Zayn. Sentivo addosso i suoi occhi come se volesse leggermi nel pensiero.
“Prima è scoppiata a piangere” disse Zayn interrompendo quel silenzio diventato soffocante per entrambi. Io alzai lo sguardo da terra e lo portai sulla figura del ragazzo che continuava a guardarmi imperterrito.
“Ora penserai che io sia uno stronzo, vero?” gli chiesi.
“Non penso niente! – rispose facendo spalluce – Io non so niente di voi, non so la vostra storia, quello che è successo. L’unica cosa che so è che ho conosciuto una ragazza, fa la cameriera da Starbucks e studia per realizzare il suo sogno, è bella, bellissima. Quel giorno ero lì per caso, non sono un frequentatore di Starbucks, – sorrise appena – ho alzato lo sguardo e ho trovato davanti a me due occhi grandi e brillanti che mi fissavano e un sorriso dolce. E ora, quegli occhi e quel sorriso, li vedo ovunque” disse infine, abbassando lo sguardo. Rimasi stupito da quelle parole, non mi aspettavo di certo che si confidasse così con me. In fondo non ci conoscevamo per niente.
“Zayn, Zayn -  vidi una bambina correre verso di noi – mi ha dato un bacino sulla guancia” disse poi tutta contenta. Il ragazzo la strinse a sé e le bacio i capelli.
“E’ ora di andare! – disse alzandosi rivolgendosi alla piccola – Ti prego non dirle niente” aggiunse poi puntando lo sguardo su di me. Io strizzai un occhio in segno d’intesa e, dopo averlo salutato, lo guardai andare via per mano con quella bambina.
 
MaddisonPov
 
Tornai a casa e mi fiondai sotto la doccia: il modo migliore per pensare e schiarirmi le idee. Una volta uscita mangiai qualcosa velocemente e poi mi preparai per andare da Starbucks.
Sentii il telefono suonare e cercai di prenderlo nonostante fossi sulla metro in una posizione non proprio comoda. Lessi il nome di Allison sul display e subito portai il telefono all’orecchio.
“Maddie ti prego non fare cazzate e non ti arrabbiare con noi, soprattutto con Louis!” . La sua voce squillante mi fece sobbalzare e il suo modo veloce di parlare mi fece sorridere. Era incredibile quanto si spargessero velocemente le notizie, Louis doveva averla sicuramente chiamata.
“Vi rendete conto di quanto siete stati scemi?” le chiesi scendendo da quella pressa umana.
“Si! Ma lo abbiamo fatto per te”
“Tu e Louis usate le stesse parole! – dissi scuotendo la testa – Comunque tranquilla. Piuttosto, tu quando torni?”
“Oh fantastico! Quindi non ce l’hai nemmeno con me, vero? – potevo percepire il solito entusiasmo nella sua voce – Torno domani mattina” concluse.
“No, non ce l’ho con te! – la tranquillizzai – Perfetto, ci vediamo domani”. Chiusi la chiamata dopo aver sentito il suo saluto carico di affetto. Era tremendamente affettuosa quella ragazza.
 
“Io voglio un frappuccino alla vaniglia e poi tanti cheesecake brownie”. Mi voltai verso quella vocina limpida che arrivava dalla porta d’entrata e riconobbi subito Safaa, seguita da Zayn.
“Ma allora hai proprio tanta fame!” disse lui pizzicandole delicatamente la guancia. Mi godevo quella scena da dietro il bancone, quel ragazzo trasmetteva una dolcezza infinita. Ma dovevo ancora capire come mai fosse a conoscenza di Luke.
Li vidi accomodarsi al tavolino accanto alla finestra e in poco tempo mi trovavo davanti a loro, con penna e blocchetto in mano.
“Chi si rivede” dissi per farli accorgere della mia presenza.
“Ciao, tu sei quella del parco!” mi salutò Safaa con entusiasmo. Zayn mi sorrise e io feci lo stesso.
“Allora per lei porta..” iniziò Zayn.
“Mmmm, fammi indovinare – dissi interrompendo Zayn e guardando la piccola Safaa – tu vuoi un frappuccino alla vaniglia e i cheesecake brownie”. I suoi occhi si riempirono di stupore e annuì con convinzione.
“E tu? Cosa vuoi?” dissi poi guardando Zayn.
“Tu non sai quello che vuole?” mi chiese Safaa.
“No, mi dispiace ma io leggo solo nella mente dei bambini” risposi sorridendo.
“Io non prendo niente, grazie” mi disse puntando i suoi occhi nei miei.
 
“Allora, il tuo ammiratore è ancora qui eh” mi disse Harry all’orecchio. Io mi voltai a guardarlo e sorrisi scuotendo la testa.
Vidi Zayn alzarsi e venire verso di me, probabilmente per pagare il conto.
“Quanto ti devo?” mi chiese, come avevo previsto.
“Assolutamente niente, offro io. Tua sorella è così dolce, se lo merita”
“Come sai che è mia sorella?”
“Siete praticamente uguali, Zayn” dissi ridendo e facendo ridere anche lui.
“Però non posso accettare che offri tu pure stavolta, quindi fammi pagare” disse con convinzione mentre prendeva il portafoglio dalla tasca.
“No Zayn, davvero! – gli bloccai la mano trattenendola con la mia e lui mi guardò intensamente – Piuttosto, dimmi come fai a sapere di Luke”. Lui si bloccò di colpo mentre continuava a fissarmi pietrificato.
Io continuavo a sostenere il suo sguardo in attesa di una risposta.
“Zayn, andiamo? – disse Safaa arrivando accanto a Zayn, ma non ottenne risposta – Zayn?” riprovò la piccola.
“Eh? Oh si certo! Prima, però,  ringrazia Maddie che ti ha offerto la merenda”. Safaa mi ringraziò e mi salutò, Zayn fece lo stesso e poi li seguii con lo sguardo fino a che non furono fuori dal locale.
 
Appena aprii la porta di casa trovai lo sguardo di Louis puntato su di me. Io lo guardai appena e poi mi fiondai in camera mia per cambiarmi per poi andare in cucina a preparare la cena.
In casa regnava il silenzio, e vivendo con Louis era una cosa davvero strana. Forse non sapeva come comportarsi con me quindi preferiva rimanere in silenzio. Io avrei tanto voluto parlargli, dirgli che non ero arrabbiata con lui, che lo capivo. Ma non so per quale motivo le parole rimasero bloccate in gola. Decisi così di porre fine a quel silenzio fastidioso, andai in camera e mi chiusi delicatamente la porta alle spalle. Volevo solo mettermi a letto.
 
 
Guardai la sveglia sul mio comodino. Segnava le 3.30. Tutte le parole di quella faticosa giornata riecheggiavano ancora nella mi testa impedendomi di dormire, di nuovo. Stare a letto era inutile e fastidioso. Mi alzai e percorsi il corridoio fino alla camera di Louis.
Aprii lentamente la porta della sua camera e in poco tempo mi trovai davanti al suo letto.
“Dormi?”chiesi scuotendolo leggermente. Aprì gli occhi e scosse la testa. Pensai che stesse dormendo ma che per non farmi pesare il fatto di averlo svegliato avesse mentito. Si tirò su e si mise a sedere.
“Cosa c’è?” chiese accendendo la luce.
“Non riesco a lasciarlo andare” dissi sedendomi accanto a lui. Rimase a guardarmi per un po’ e poi mi abbracciò.
“Ce la farai, altrimenti continueremo a ricordarlo insieme” sussurrò al mio orecchio.

Eccomi qua! Come promesso sono riuscita ad aggiornare prima :)  Grazie, grazie, grazie e ancora grazie a tutte voi per le bellissime recensioni! Siete davvero fantastiche :) Premetto che per pubblicare sono diventata matta: la prima volta ho dimenticato il banner, poi l'ho messo ma nel posto sbagliato, poi ha scritto tutto attaccato nonostante i miei ripetuti spazi. Insomma, l'editor mi ha dato vari problemi, credo di aver provato a pubblicare 5 o 6 volte e finalmente ci sono riuscita! :D  
Il capitolo non mi piace particolarmente, avevo un’idea un po’ diversa però nel complesso spero di essere riuscita a far capire le emozioni dei personaggi e le loro sensazioni. L’unica cosa che mi piace davvero è la dolcezza di Zayn nei confronti della sorellina.
Non so più cosa dire, perciò lascio la parola a voi! Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando : )
Ciao a tutte, alla prossima :* 

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Capitolo 10
*** Let me kiss you ***


Il mio sonno fu interrotto da uno strano rumore che somigliava ad un pugno che sbatteva sulla porta. Mi alzai di soprassalto dal letto chiedendomi chi potesse essere. Louis era escluso dato che russava beatamente accanto a me nel letto. Uscii dalla camera e capii che il rumore veniva da fuori, mi avvicinai lentamente alla porta d’ ingresso stropicciandomi gli occhi.
“Maddieeee, buongiorno!”  urlò Allison appena aprii la porta. Io la guardai confusa chiedendomi che ore fossero.
“Allie, buongiorno! Ma che ore sono?” chiesi facendola entrare e chiudendo la porta.
“ Sono le 8! – rispose allegra – Te l’avevo detto che sarei arrivata stamattina”
“Si! Ma non pensavo così presto” risposi sedendomi sul divano e sbadigliando.
Allie andò in cucina, probabilmente cercava qualcosa da mettere sotto i denti.
“Allora come sono stati questi giorni senza di me?” chiese addentando un biscotto al cioccolato.
“Oh son..” stavo per rispondere ma venni interrotta dallo stesso rumore di poco fa. Allison mi guardò con un’espressione interrogativa. Mi alzai svogliatamente dal divano ed andai ad aprire sbuffando. Appena aperta la porta rimasi sconvolta da quello che si presentava sotto i miei occhi.
“Ti prego fammi entrare!”. Rimasi bloccata a fissare la figura davanti a me.
“Dai Maddie, non restare lì impalata”
“Z-Zayn!” riuscii a dire.
“Si mi chiamano così!” disse spingendomi leggermente ed entrando in casa chiudendo la porta.
“Che ci fai qua e perché porti solo le mutande?” dissi sentendomi le guance andare a fuoco. Guardavo il suo fisico scolpito, le sue braccia muscolose, notai i suoi numerosi tatuaggi che fino ad allora erano rimasti coperti sotto ai vestiti. Giurai di aver visto un leggero sorriso di soddisfazione apparire sulle sue labbra.
“E lui chi è?” chiese Allison.
“Lui – disse Zayn – è il vicino di Maddie, Zayn Malik” disse porgendole la mano, Allie ricambiò il gesto.
“Ed qua per…” chiesi io aspettando che finisse la frase.
“E’ qua perché nel suo letto c’è una ragazza nuda che non ha assolutamente voglia di rivedere. E’ stato bello, ma è finita lì” rispose sedendosi sul divano. Io lo guardai aprendo leggermente la bocca per lo shock e alzando le sopracciglia per la schiettezza con cui aveva spiegato la situazione.
“E fino a quando dovrai rimanere qui?” chiese Allison.
“Fino a che la ragazza non lascia il mio appartamento, semplice! – rispose facendo l’occhiolino ad Allison - Carino il tuo pigiama” aggiunse poi indicandomi e sorridendo leggermente. In quel momento diventai ancora più rossa di prima.
“Cosa è tutto questo casino? – chiese Louis entrando in salone grattandosi la nuca – Allisooon” disse poi guardando la mia amica.
“Ciao Louis!” disse lei agitando la mano destra.
 
 
LouisPov
 
“Avanti, sputa il rospo!” disse Maddie entrando in camera mia e chiudendo la porta a chiave. Bene, non avevo via di scampo.
“A cosa ti riferisci?” . Lei mi rivolse uno sguardo seccato. Aveva capito che le stavo mentendo.
“Andiamo Lou! Non fare il finto tonto con me! – si sedette sul letto – Dai, dimmi da quanto ti piace Allison”. Rimasi spiazzato dall’affermazione della mia amica. Sapevo che mi conosceva, ma non immaginavo che riuscisse a capire le cose ancora prima che le capissi io.
“Mi sono ritrovato a pensare spesso a lei, ma questo non vuol dire che..”
“Lou! Si che vuol dire, cavolo!” mi interruppe lei alzandosi di colpo.
“Sarà uno dei miei soliti interessamenti per una ragazza” dissi con indifferenza.
“Hai pensato spesso ad ogni ragazza con cui sei stato?” chiese lei in tono provocatorio. Ovviamente non sapevo cosa rispondere, era ovvio che non era così, era ovvio che non avevo mai pensato a nessuna ragazza così come ora pensavo ad Allison ed era ovvio che Maddie aveva ragione, nettamente.
“Devo andare, ti lascio con questa domanda. Rifletti!” disse lei dandomi un bacio sulla guancia e uscendo dalla stanza.
 
 
 
MadisonPov
 
Avere il turno pomeridiano da Starbucks era come un tentato suicidio. Perché? Perché oltre a sorbirsi clienti per tutto il pomeriggio, portare le ordinazioni, preparare ogni tipo di bevanda calda o fredda, sorridere falsamente e fare i conti per i vari resti da dare, mi toccava pure la pulizia del locale sotto gli occhi vigili di Mark, il mio capo.
“Prendi la scopa” ordinò Mark, prima di sparire attraverso la porta dell’ufficio. Dopo essere uscita dallo sgabuzzino, con la scopa in mano, iniziai a spazzare a terra a ritmo della canzone che passavano in quel momento alla radio. Fui distratta dal suono del campanellino sopra lo porta d’ingresso, segno che qualcuno era appena entrato.
“Siamo chiusi, mi dispiace” dissi semplicemente senza nemmeno alzare la testa, continuando imperterrita nel mio lavoro.
“Infatti a me interessa la cameriera”.
Riconobbi quella voce e appena alzai lo sguardo mi trovai davanti i suoi occhi penetranti e subito le mie guance si colorarono di un leggero rosa.
“Zayn, vedo che ti sei vestito”
“Non potevo chiederti di uscire con me in mutande, non credi? O forse avrei avuto più possibilità?”.
Rimasi a fissarlo lasciando che la scopa cadesse rovinosamente a terra.
“Tutto bene, Maddie? - mi richiamò Mark in tono preoccupato uscendo dall’ufficio – E tu chi sei?” chiese rivolgendosi a Zayn.
“Zayn Malik”
Io annuii a Mark continuando a tenere gli occhi puntati su Zayn, cercando di capire se le parole che erano appena uscite dalla sua bocca fossero reali o solamente frutto della mia immaginazione. Scrutavo ogni piccolo movimento del suo corpo e del suo viso. Io guardavo lui e lui guardava me.
“Quindi tu mi stai chiedendo di..”
“Si, ti sto chiedendo di uscire con me. Un vero e proprio appuntamento”
“Vai Maddie! Qui finisco io” disse Mark prendendo la scopa da terra. Spostai più volte lo sguardo da Zayn a Mark. Colpita sia dalla richiesta di Zayn sia dalla gentilezza del mio principale.
“Allora io.. io vado a cambiarmi” dissi andando verso il retro.
 Zayn era arrivato per caso nella mia vita, mi aveva regalato un cappotto, mi aveva tranquillizzato in un ascensore bloccato, si era preso cura di me quando avevo la febbre, mi aveva accolto tra le sue braccia quando ero scoppiata a piangere, si era presentato a casa mia in mutande e, infine, era piombato nel luogo in cui lavoravo strappandomi un appuntamento.
 
 
 
“Allora dove vuoi andare?” mi chiese Zayn una volta entrati in macchina.
“Mi piace il cibo italiano” risposi semplicemente.
“Perfetto. Andremo in un ristorante italiano” disse lui mettendo in moto.
Dopo aver deciso dove andare piombò il silenzio in macchina. Io non sapevo cosa dire, ero già abbastanza in imbarazzo. Mi sentivo gli occhi di Zayn addosso.
“E’ stato Louis” disse poi lui interrompendo il silenzio e continuando a guardare la strada.
“A fare cosa?” chiesi io non capendo a cosa si stesse riferendo.
“A dirmi di Luke. – abbassò lo sguardo – Però, ti prego, non te la prendere con lui”
“Non potrei mai arrabbiarmi con lui” lo tranquillizzai sorridendo appena.
 
Una volta entrati nel ristorante lasciai che le narici si riempissero del profumo che regnava nel locale. Zayn mi prese per mano e mi portò al tavolo.
Non dovevo nemmeno consultare il menù, sapevo già cosa prendere: tagliatelle ai funghi.
Non so come ma un sospiro sofferto uscii dalla mia bocca. Era così strano passare del tempo con un ragazzo che non fosse Luke. Zayn se ne accorse e mi rivolse uno sguardo attento. Poi spostò gli occhi sulla ragazza che era appena arrivata al nostro tavolo. Prese le ordinazioni e se ne andò sorridendo gentilmente. Lo sguardo attento e osservatore di Zayn tornò su di me. Non dovrebbe fissare la gente in questa maniera, trapassandola da parte a parte, non credo sia educato.
Poco dopo la ragazza di prima ci portò le nostre ordinazioni e si allontanò come poco fa.
Iniziai a mangiare, puntando la forchetta nel piatto.
“Non mi piace essere osservata! - gli dissi schietta, sentendo ancora il suo sguardo su di me – E tu non stai facendo altro”. Lui sorrise alla mia frase, come divertito.
“Scusa” rispose ridendo. Riuscii a far ridere anche me e, finalmente per la prima volta quella sera, mi fece sentire a mio agio.
 
 
 
 
ZaynPov
 
Dopo aver spezzato l’imbarazzo iniziale la cena era andata bene, a parte il piccolo battibecco per pagare il conto che, alla fine, avevo vinto.  Forse era arrivato il momento per sapere qualcosa di più sul suo passato.
“Ti va se ci facciamo una passeggiata?” le chiesi. Lei annuii sorridendo e iniziò a camminare accanto a me. Pensai che stesse facendo un enorme sforzo per stare con me, quella sera. Però, se davvero era così, doveva essere una cosa positiva. Lei si stava sforzando per me.
“Come è successo?” lei chiesi così, d’impulso.
“Un incidente” disse lei tenendo lo sguardo verso la strada sotto i suoi piedi.
“Eravamo in macchina. – continuò, questa volta alzò lo sguardo ma non su di me. Fissava un punto davanti a lei. – Stavamo litigando e poi ho sentito un forte rumore e ho perso i sensi. Quando ho riaperto gli occhi mi sono trovata in ospedale e lui non c’era più” spostò i suoi occhi si di me. Erano velati di lacrime ma la sua bocca cercava di accennare un sorriso.
“Mi dispiace” fu l’unica cosa che riuscii a dire.
 Continuammo a camminare per un po’, uno accanto all’altra. Ridevamo e parlavamo come si conoscessimo da sempre e questo non faceva che aumentare il mio interesse per lei.
“Dovremmo tornare a casa” le dissi notando i due ragazzi poco distanti da noi. Non volevo che lei sapesse. Avrei smesso di fare quella vita e ne avrei iniziata una nuova con lei.
“Si certo” mi rispose sorridendo. Io cercai nervosamente il pacchetto di sigarette nella tasca della giacca. Lo presi, estrassi una sigaretta e la portai velocemente alla bocca.
“Non sapevo che fumassi”
“Ogni tanto” risposi prendendo le chiavi della macchina.
 
 
“E’ una fortuna che abitiamo nello stesso pianerottolo” le dissi accompagnandola alla porta.
“Eh già” rispose infilando le chiavi nella serratura.
In quel momento pensai che se non l’avessi baciata avrei perso l’occasione. Presi coraggio e mi avvicinai lentamente a lei. Madison mi guardò confusa, poi spostò lo sguardo sulle mie labbra. Io guardavo i suoi occhi, verdi con alcune sfumature marroni. Poi guardai le sue labbra rosee che aspettavano solo di combaciare con lei.
Mi avvicinai ancora di più, fino a che i nostri nasi non si sfiorarono. Lei socchiuse leggermente gli occhi e si avvicinò a me di poco, come intimorita. Colmai la distanza, ormai minima. Sentii le sue labbra morbide premere sulle mie.
Lei schiuse leggermente le labbra, io feci lo stesso fino a che le nostre lingue non si incontrarono.
Dopo un periodo che mi sembrò troppo breve, ci staccammo. Restammo a fissarci negli occhi per un pò, poi Maddie spezzò quel contatto.
“Buonanotte Zayn” disse per poi entrare in casa. 

Ecco un nuovo capitolo! Finalmente la scuola è finita. Arriva l’estateeee, e spero che passi il più lentamente possibile perché non ho intenzione di fare la quinta e poi la maturità, maaaa non pensiamoci D:
Ora che sono libera spero di riuscire a dedicare più tempo alla fan fiction.
Devo dire che questo capitolo mi piace abbastanza, solo perché sono riuscita ad inserire un bacio tra Maddie e Zayn. Non illudetevi: le cose non saranno affatto facili per loro, anzi!
Pensavo di inserire uno spoiler alla fine di ogni capitolo, d’ora in poi, che pensate? Fatemelo sapere!
Ho visto che le recensioni allo scorso capitolo sono un po’ calate, ditemi pure se c’è qualcosa che non vi piace o non capite nella storia. Preferisco le critiche al silenzio ;)
Detto questo, vi lascio e spero in una vostra opinione (bella o brutta).
Ciao belleee, buone vacanze :* 

Spoiler:
“Zayn, che è successo?” chiesi avvicinandomi preoccupata. Alzò lo sguardo verso di me e potei notare meglio la macchia viola che faceva contrasto con il suo occhio scuro.

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Capitolo 11
*** It's too much ***






It's too much

 

Entrai in camera mia facendo attenzione a non svegliare Allie. Inutile. Completamente inutile. Mi stava aspettando sveglia.
“Come è andata con Zayn?” mi chiese eccitata. Sapevo che non avrei dovuto avvisare lei e Louis, avrei dovuto inventare una scusa invece che mandargli un messaggio e dirgli la verità. Lo sapevo.
“Una cena normale” dissi togliendomi la maglia.
“Normale?”
“Normale, si! Normale”
“Maddie!” disse inarcando un sopracciglio.
“Ci siamo baciati” dissi mentre mettevo lo spazzolino in bocca. La mia amica si alzò dal letto e mi corse in contro abbracciandomi.
“Sono così felice per te” disse mentre mi stringeva, così tanto che i suoi capelli biondi si sporcarono di dentifricio alla menta.
Andai in bagno, mi sciacquai la bocca e poi tornai in camera.
“Tu non sei felice?” chiese delusa.
“Non avrei dovuto farlo”
“Perché, scusa?” chiese sedendosi sul letto.
“Perché è sbagliato, Allie! Io non merito di essere felice. Luke non c’è più ed è solo colpa mia”
“Devi smetterla di colpevolizzarti, Maddie! Non è affatto colpa tua, mettitelo in testa. Lo sai che non ha perso il controllo dell’auto per colpa tua, l’ha detto anche l’agente Nilson. E poi lui sarebbe contento di sapere che ti stai rifacendo una vita”
“E che vita potrei mai rifarmi? Non ci riesco, non riesco ad immaginarmi con nessun altro che non sia lui. E magari se non ci fossimo messi a litigare lui si sarebbe accorto che c’era qualcosa che non andava e..”
“E se, e forse, e magari.. Basta Maddie! Per favore, non puoi passare tutta la tua vita così. Sei una bella ragazza, sei giovane, hai una vita davanti, ora c’è Zayn e tu potrai ricominciare a vivere. Ti prego non sprecare la tua vita per qualcosa che è successo. Posso capire che ci stai male, che amavi Luke, che ti senti in colpa, ma non ti lascerò mandare a puttane la tua vita. Luke non vorrebbe questo per te, so quanto ti amava. Se non lo fai per te almeno fallo per lui” disse Allie mentre si asciugava una lacrima che stava scendendo lentamente lungo la sua guancia.
“Ci proverò, un giorno. Ma domani non è quel giorno. Domani dirò a Zayn che per ora potremmo essere solo amici” dissi mettendomi sotto le coperte.
 
 
La notte porta consiglio, dicono. Non potevano dire una cazzata peggiore di questa. La notte non porta affatto consiglio, porta solo due grandi occhiaie e ancora più confusione in testa.
“Buongiorno” dissi trascinandomi fino alla cucina dove trovai Allie e Louis.
“Buongiorno! Come è andata ieri sera?” chiese Louis euforico.
“Lascia perdere!” risposi atona. Il mio amico rivolse uno sguardo confuso ad Allie, come per chiederle spiegazioni a riguardo.
“Si sono baciati ma lei gli vuole dire che per ora potranno essere solo amici” sbuffò Allison.
“Cosa? Perché?” chiese Louis, acutizzando la voce.
“Possiamo parlare d’altro, per favore?” dissi seccata. I miei due amici si guardarono scoraggiati e tornarono alla loro colazione in silenzio. Io mi sentii sollevata. In quel momento non avevo bisogno di altre domande, ne avevo già troppe che affollavano la mia testa.
 
 

ZaynPov
 
Ero felice. Anzi felice è dir poco, ero entusiasta, euforico, esaltato. Avevo un gran voglia di rivedere Maddie, speravo davvero di essere riuscito a farle dimenticare, anche se per una sera, Luke.
Sorridevo mentre facevo colazione, sorridevo mentre indossavo i vestiti, sorridevo mentre guidavo la macchina e sorridevo mentre camminavo per lei vie trafficate di Londra. Sorridevo. Pensavo a Maddie, alle sue labbra, al suo profumo e sorridevo e mi sentivo dannatamente bene, come mai prima.
 
“Zayn” disse il ragazzo venendomi in contro.
“Fred” risposi duramente.
“Prendi! – disse porgendomi il piccolo sacchetto trasparente – Occhio a non farti beccare. E ricorda, stasera alle sei, puntuale!” disse per poi allontanarsi mentre si stringeva nel suo giubbotto di pelle. Rimasi a guardarlo fino a che non svoltò l’angolo, scomparendo dal mio campo visivo.  Tornai in macchina e guidai fino a casa.
Il telefono, che vibrava sul tavolo, mi fece alzare dal divano. Era un messaggio. Di Maddie.
“Dobbiamo parlare. Vieni alle quattro da Starbucks” diceva.
 
 
MadisonPov
 
L’orologio sulla parete bianca segnava le quattro in punto. Lo stomaco iniziava a torcersi e il mio cuore aumentava il suo battere. Quando sentii il suono della campanella sopra la porta alzai lo sguardo titubante incontrando la figura di Zayn che si guardava in giro, cercandomi. Posò i suoi occhi scuri su di me e per un attimo il cuore smise di fare il suo lavoro. Veniva verso di me a passo lento, fino a che non fu davanti al bancone e vi si appoggiò sopra con i gomiti.
“Ciao” disse lui avvicinandosi per darmi un bacio sulle labbra, ma io mi girai in tempo e le sue labbra finirono sulla mia guancia.
“Ciao” risposi abbozzando un sorriso.
“Allora, cosa dovevi dirmi?”
“Volevo parlarti di ieri sera. Sono stata bene, davvero. Ma.. Ma il bacio.. Il bacio è stato troppo!”
“Che vuoi dire?” chiese confuso. Mi dispiaceva da morire dirgli quelle cose, ma dovevo farlo.
“Voglio dire che non doveva succedere. E’ stato bello, ma io non sono ancora pronta per questo”.
“Non sei ancora pronta?”
“No, mi dispiace Zayn”. Lui mi guardò in silenzio per un po’, poi si girò e  senza salutarmi uscii dalla porta facendo suonare di nuovo quel maledetto campanello.
Legai i capelli frettolosamente e tornai al lavoro sotto gli occhi indagatori di Harry.
“Tutto bene?” chiese poggiandomi una mano sulla spalla. Io annuii  senza nemmeno guardarlo.
“E allora perché non mi guardi?”. Mi girai verso di lui incontrando i suoi occhi verdi e il suo sorriso con le immancabili fossette ai lati della bocca.
“Ora che ti guardo sei convinto?” chiesi sorridendo.
“No, ma almeno ti ho fatto sorridere”
 
 
 
 
Uscii dall’ascensore e, mentre camminavo in direzione del mio appartamento, incontrai Zayn  che stava uscendo dalla porta. L’occhio destro era contornato da un livido viola e dal labbro usciva del sangue.
“Zayn, che è successo?” chiesi avvicinandomi preoccupata. Alzò lo sguardo verso di me e potei notare meglio la macchia viola che faceva contrasto con il suo occhio scuro.
“Niente, ho sbattuto contro l’anta dell’armadio. Sono così distratto che l’ho lasciata aperta”
“Sei sicuro? Non credo che l’anta di un armadio possa provocare certi danni!”
“Sono sicuro! E comunque non sono affari tuoi. E ora scusa ma devo andare” disse spingendomi leggermente per passare.
 



Eccomi qui con un nuovo capitolo :) Sono riuscita ad aggiornare abbastanza velocemente! Non ho molto da dire a parte che sono contenta di essere stata promossa ahahah, a voi come è andata? :D
Commentiamo un pò questo capitolo: allora, mi piace nettamente meno dell'altro! Madison si sente in colpa per quello che è successo a Luke e non riesce ad andare avanti, infatti dice a Zayn che il loro bacio è stato troppo e vuole un pò rallentare il loro rapporto. Allison e Louis, da buoni amici, spingono Madison verso Zayn, inutilmente visto che lei è molto testarda! Zayn si procura un occhio nero, come mai? Avete qualche idea? Fatemelo sapere :) Aspetto le vostre recensioni, opinioni o critiche. Scrivetemi quello che volete, basta che scriviate qualcosa ahahahah :)
P.S: Ho scritto una one-shot che ha come protagonista il nostro pakistano. A me personalmente fa schifo, ed è anche corta però se a voi farebbe piacere leggerla la pubblicherò volentieri nei prossimi giorni nonostante il mio dissenso. Quindi ditemi se avreste voglia di leggerla e di dirmi cosa ne pensate, vi dico che è la mia prima shot!
Direi che mi sto dilungando un pò troppo quindi mi dileguo, vi saluto bellezze!



SPOILER:
“Che onore averti qui, Zayn! - Riconobbi la voce di mio padre e un sorriso amaro comparve sul mio viso -  Vedo che ti hanno picchiato. Così impari a fare lo sbruffone”.


 

Pubblicità: Dovete assolutamente passare da questa storia che io adoro! E' di BellaCullen29, ed è bellissima :) 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1505440&i=1






 

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Capitolo 12
*** A New Message ***







A New Message
 

 Correvo nel lungo ed ampio corridoio del King’s College London. Ero in netto ritardo per la lezione di biologia, Niall mi aveva appena scritto un messaggio per avvisarmi che la lezione era già iniziata.
Appena aprii l’enorme porta dell’aula tutti gli occhi si puntarono su di me, compresi quelli del professore. Il signor Layton, medico ed insegnante di biologia, cinquant’anni e un metro e ottanta di antipatia e severità. Mi scusai e andai ad occupare il posto libero accanto a Niall, prendendo il mio quaderno degli appunti. 
“Signorina Kyle!”. Mi voltai ed incontrai la figura imponente del professor Layton.
“Mi dica” risposi sorridendo gentilmente.
“Volevo informarla che tra due settimane inizierà il tirocinio in ospedale. Essendo al secondo anno deve fare un minimo di venticinque e un massimo di quaranta ore. Se domani riesce a passare all’università le farò avere maggiori informazioni a riguardo, passi quando vuole io sarò qui per tutto il giorno!”
“La ringrazio! Farò il possibile per venire domani. Arrivederci Signor Layton”. Dopo averlo salutato mi incamminai frettolosamente verso l’uscita dell’università. Possibile che dovessi essere sempre di corsa?
 

 
Ero seduta sull’autobus aspettando di raggiungere la fermata per poi andare da Starbucks. Mi rigiravo il telefono tra le mani, avrei tanto voluto mandare un messaggio di scuse a Zayn. Volevo dirgli che mi dispiaceva, che desideravo essere pronta per provare a guardare avanti con lui, ma non ci riuscivo. Non riuscivo a lasciarmi il passato alle spalle.
La fronte era poggiata al finestrino, freddo. Lo sguardo era impegnato ad osservare tutto ciò che scorreva velocemente al di fuori dell’autobus, luci, persone. Una cosa ferma, solo una, c’era. Era nella mia mente, era lì, statica: Luke. Dovunque andassi, ovunque fossi, quei ricordi non mi abbandonavano mai. Per quanto potessi provarci lui rimaneva sempre incastrato nei mie pensieri.
Scesi dall’autobus ed iniziò a piovere. Sfiga? Si, esattamente!
Entrai nel locale e mi feci avvolgere dal calore che vi regnava.
Vidi Harry da dietro il bancone che mi salutò sorridendo e, come al solito, comparvero anche le sue adorabili fossette.


 
ZaynPov
Mi svegliai e guardai subito l’ora sullo schermo del telefono, era talmente luminoso che mi fece socchiudere gli occhi. Erano le tre di pomeriggio. La mia testa martellava ed ero in uno stato confusionario. Tutte le birre di ieri sera avevano fatto effetto sul mio cervello.
Mi guardai allo specchio, e mi ricordai del mio occhio contornato dal livido violaceo e del mio labbro, che aveva smesso di sanguinare ed ora era leggermente gonfio.
Mi infilai sotto la doccia per togliermi definitivamente la sbronza di dosso.
Uscii dalla porta dando un’occhiata veloce all’appartamento di fronte al mio. Al solo pensiero che davanti a quella porta avevo assaporato le labbra di Madison il mio stomaco iniziò a torcersi. Scossi la testa come a voler scacciar via quel pensiero e mi affrettai a prendere l’ascensore.
“Ciao mà!” dissi entrando in casa e salutando mia madre. Nonostante non si curasse più come prima era sempre bella. I suoi lunghi capelli neri incorniciavano il suo viso tondo e ambrato, i suoi occhi penetranti e luminosi si impegnavano per dare luce a quel viso ormai stanco e rassegnato.
“Ciao Zayn!  Che hai fatto all’occhio e al labbro?”
“Niente di cui devi preoccuparti!” risposi sorridendo, per tranquillizzarla.
Andai nel salone dove trovai mia sorella Safaa seduta sul divano intenta a guardare un cartone in tv, vicino a lei c’era Waliyha concentrata sul cellulare che teneva in mano. Le salutai, distraendole dalle loro faccende. Waliyha si limitò a sorridermi gentilmente, mentre Safaa si alzò e si buttò tra le mie braccia.
“Allora andiamo piccola?” le chiesi accarezzandole i lunghi capelli ondulati. Lei annuì con convinzione e andò a prendere la giacca. Per fortuna non aveva fatto domande riguardanti i miei segni sul volto.
“Che onore averti qui, Zayn! - Riconobbi la voce di mio padre e un sorriso amaro comparve sul mio viso -  Vedo che ti hanno picchiato. Così impari a fare lo sbruffone”. Volevo rispondergli ma i passi lenti di mia madre, seguiti da quelli eccitati di Safaa, mi bloccarono.
“Eccoci qua” disse mia madre sorridendo.

 
LouisPov
“Maddie mi ha mandato un messaggio, ha detto che sarà a casa per le sette” dissi ad Allison. Lei alzò gli occhi dai suoi libri e mi sorrise cordialmente. Viverci insieme non era affatto facile, starle così vicino ogni giorno e non poterla abbracciare, baciare, mi faceva stare male. Avrei voluto parlarle di quello che sentivo, non avevo mai avuto problemi nel far capire ad una ragazza il mio interesse. Ma con lei era diverso, totalmente diverso.
“Che ne pensi di Maddie e Zayn?” mi chiese, distraendomi dai miei pensieri sul suo conto. Io rimasi un po’ a guardarla, i suoi capelli biondi le ricadevano sulle spalle e i suoi occhi azzurri fissavano i miei, dello stesso colore, in attesa di una risposta.
“Penso che lui sia davvero interessato, almeno da quello che mi ha detto. A Maddie piace, ma si vede chiaramente che non è ancora pronta per buttarsi in un’altra storia. Spero che lui abbia la pazienza di aspettarla” dissi sedendomi accanto a lei, dopo aver preso del succo di frutta dal frigo. Allison non rispose, tornò a guardare i suoi libri.
“Credi che dovremmo aiutarla?” disse dopo un po’, con lo sguardo rivolto ancora sui libri.
“Dovremmo solo lasciarle il suo tempo” dissi toccandole la mano, che era appoggiata sul tavolo. Lei alzò lo sguardo facendo incontrare i nostri occhi, poi lo spostò sulle nostre mani che si sfioravano.
 
MadisonPov
 
Feci girare lentamente la chiave nella serratura fino a che non sentii il classico scatto che mi fece intuire che la porta si era aperta. Mi tolsi la giacca, la sciarpa e posai la borsa. Salutai i miei amici e andai in camera a cambiarmi.
Nella mia testa scorreva ininterrottamente il momento in cui le labbra di Zayn si sono posate sulle mie. Al solo pensiero sentivo dei brividi piacevoli scorrermi per tutto il corpo, ma quella sensazione fu sostituita subito da un senso di colpa. Non meritavo di essere felice.
Il suono del cellulare mi fece sussultare. Mi allungai leggermente per prenderlo e vidi l’icona di un nuovo messaggio. Zayn.
 
 

Ecco un nuovo capitolo! Scusatemi, pensavo di riuscire ad aggiornare prima visto che ora sono libera da ogni tipo di impegno ma non mi ero accorta che fosse passato così tanto tempo dall'ultima volta che avevo aggiornato e quindi, nonostante il capitolo fosse già pronto da un pezzo, non ho aggiornato presto come avevo promesso. Perdonatemi! 
Ringrazio tutte per bellissime recensioni allo scorso capitolo e alla mia shot
The Moment I Knew.
Questo capitolo non mi soddisfa molto e devo dire che è di passaggio, per poi arrivare a quello successivo. Quindi mi scuso doppiamente (?) per avervi fatto aspettare tanto per poi leggere una cosa del genere. Perdonatemi di nuovo! 
Non molto altro di dire. Vi saluto, fatemi sapere cosa ne pensate di questa schifezza di capitolo.
Alla prossima belle :* 



 


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Capitolo 13
*** Dark Angels ***






Dark Angels

 

“Scusa”.Credo che quella fosse la millesima volta che rileggevo quella parola scritta sul cellulare, una parola che è bastata per tenermi sveglia tutta la notte. Ormai l’insonnia mi perseguitava, dormire per me era quasi impossibile. La testa era piena zeppa di pensieri, ma tra quelli il letto non c’era.
Pensavo a Zayn, a come ci eravamo conosciuti, al suo regalo, al giorno in cui siamo rimasti chiusi in ascensore o a quello in cui è rimasto tutto il giorno con me perché avevo la febbre. Pensavo al suo invito a cena, al nostro bacio. Però poi quei pensieri venivano oscurati, oscurati da Luke. Da tutto il tempo passato con lui e, di certo non poteva competere con Zayn. Luke era Luke, in ogni caso, sempre! Ero incastrata tra un passato che non poteva più tornare e un presente che fremeva dalla voglia di essere vissuto.
“Buongiorno Londra, qui è la vostr..” Si si, la vostra Jessie, pensai spegnendo la radiosveglia. Questo voleva dire che erano le sette. Questo voleva dire che avevo appena trascorso un’altra notte in bianco.
Posai lo sguardo su Allison, accanto a me, che si girò dall’altra parte.
 
Mi sedetti svogliatamente sulla sedia, in cucina. Guardavo la tazza di latte sotto i miei occhi, e con l’indice ne ricalcavo il bordo superiore mentre i cerali al suo interno si scioglievano lentamente.
“Buongiorno” disse Louis entrando in cucina, sbadigliando. Gli sorrisi e tornai a concentrarmi sulla mia tazza di latte.
“Tra un’ora Liam passerà a prendermi. – disse sedendosi accanto a me – Hai bisogno di un passaggio?”
“Si, grazie. Devo andare all’università per parlare con il Professor Layton del mio tirocinio” dissi alzandomi per posare la tazza nel lavandino.
 
“Ma sei sempre più bella, Maddie” disse Liam salutandomi mentre uscivo dal portone seguita da Louis. Si avvicinò e mi diede un leggero bacio sulla guancia.
“Ciao Liam” risposi sorridendo. Ormai avevo imparato a conoscere il suo modo spudorato di provarci con me. Sapevo che non era un vero e proprio interesse, si divertiva e io mi divertivo a sentire ogni volta i suoi complimenti sempre diversi.
“Ehi Liam, grazie per avermi considerato” intervenne Louis fingendosi offeso.
“Ciao Louis, scusa ma lo sai che quando vedo Maddie non capisco più niente!” disse facendoci ridere.
 
 
LouisPov
 
“A che ora finisci?” chiesi a Maddie una volta entrati nel grande atrio dell’università.
“Spero presto! Voi che dovete fare?”
“Prendere dei documenti per un corso” rispose Liam.
“Va bene, allora ci sentiamo quando abbiamo finito!” disse Maddie salutandoci.
 
“Lou, ti va di uscire stasera?” mi chiese Liam prendendo il succo di frutta dal distributore automatico.
“Uscire? Si, dove vuoi andare?”
“Hanno aperto un nuovo pub in centro, pensavo che potremmo farci un salto. Se vuoi, dillo anche a Maddie e Allison” disse mentre si portava alla bocca la piccola bottiglietta di plastica.
“Ehm, si. Credo che le farebbe piacere uscire” risposi avviandomi verso la segreteria dell’università.
 
 
MadisonPov
 
“Hai scelto cosa metterti?” mi chiese Allison frugando nei cassetti.
“Metterò un paio di jeans e un maglione, fa freddo” risposi facendo spallucce. Allison annuì e continuò a cercare qualcosa nei cassetti, fino a che non tirò fuori un maglione bianco ed iniziò ad esultare compiaciuta. Io sorrisi e scossi la testa andando verso il bagno.
 
“Siete pronte?” chiese Louis vedendoci arrivare in salotto. Io ad Allie annuimmo e andammo a prendere i cappotti.
“Dai andiamo” disse Allie aprendo la porta.
 
“Eccoci qui” disse Liam scendendo dalla macchina. Iniziammo a camminare al fianco di Liam verso l’entrata del locale.
Una volta entrati nel pub Dark Angels, come citava la scritta sopra la porta d’ingresso, una musica abbastanza forte si impossessò delle mie orecchie. Era un locale grande, a due piani. Le pareti erano bianche, ci pensavano le luci a riempirle di colori diversi. Un grosso bancone ad angolo padroneggiava metà del primo piano, il resto era occupato dai tavolini e il secondo piano – raggiungibile tramite una scaletta di ferro – era completamente abitato da tavoli. Tutti i tavoli erano marrone scuro e le sedie erano di pelle, rosse. Andammo ad occupare un tavolino da quattro posti, attaccato alla parete illuminata dalle mille luci che vagavano per il locale.
“Ciao ragazzi, cosa posso portarvi?” disse una ragazza rossa, che inquadrai come cameriera.
“Per noi due birre. – disse Louis indicando sé stesso e Liam – Per voi ragazze?”. Gli occhi di Louis e della cameriera si spostarono su di noi, in attesa di una risposta.
“Due malibù” rispose Allison sorridendo cordialmente alla cameriera.
“Uno, io non prendo niente” la corressi. La cameriera segnò gli ordini sul block notes e se ne andò sculettando.
“Perché non ti va? E’ il tuo cocktail preferito, Maddie!” lagnò Allison.
“Non mi va di bere stasera” risposi giocherellando con il portatovaglioli, disposto al centro del tavolo.
 
Liam e Louis non si erano fermati ad una sola birra. I dodici boccali vuoti, sei a testa, che giacevano sul nostro tavolo ne erano la prova. Era da mezz’ora che continuavano a ridere e fare battute stupide e, come se non bastasse, ci avevano provato pure con la cameriera.
“Sei davvero bella stasera, Maddie!” disse Liam accarezzandomi dolcemente la guancia. Tolsi delicatamente la sua mano e mi limitai a sorridere, lui fece schioccare la lingua come segno di rassegnazione.
Alzai lo sguardo dal tavolo e, appoggiato al bancone, notai una figura ormai troppo familiare.
Mi alzai dal tavolo scusandomi e mi diressi verso il bancone.
“Zayn” dissi toccandogli la spalla.
“Maddieeee” disse con un tono un po’ troppo allegro, il che mi fece intuire che non fosse proprio tanto sobrio. Spostai poi lo sguardo sul bancone e vidi i numerosi bicchieri ormai vuoti.
 “Non hai risposto al messaggio! Vuoi davvero tenerti così distante da me?” disse ridendo.
“Zayn, sei ubriaco! E’ meglio che ne parliamo un altro giorno”
“Hai ragione. – si alzò e mise dei soldi sul bancone – Mi conviene andare a casa” disse cercando le chiavi nelle tasche dei jeans.
“No! Non ti lascio andare a casa da solo in queste condizioni - dissi tenendolo per un braccio – Dove sono le chiavi?”
“Non lo so. – rise – Cercale!”. Iniziai a tastare tutte le tasche dei pantaloni, poi presi la giacca di pelle appoggiata allo sgabello e, finalmente, trovai le chiavi. Lo presi per mano, tornai al mio tavolo a prendere la giacca sotto gli occhi indagatori dei miei amici e uscii di corsa dal locale con Zayn.
Lo feci sedere in macchina, gli misi la cintura e poi salii dalla parte del conducente. Presi il telefono e spiegai velocemente la situazione ad Allison, tramite messaggio.
 
 
“Ti aiuto a scendere dalla macchina” dissi facendo appoggiare il braccio di Zayn alla mia spalla.
Zayn camminò sbandano leggermente mentre si teneva alla mia spalla, fino a che non arrivammo al portone.
“Quale è la chiave della porta?” gli chiesi sventolando il mazzo di chiavi, una volta davanti alla porta dell’appartamento D6.
“Questa!” disse indicandone una. La porta si aprii e appena entrai in casa potei constatare quanto quell’appartamento fosse spoglio. Aveva una poltrona al centro del salotto e una piccola televisione. Lo feci sedere sulla poltrona e andai in cucina per prendergli un bicchiere d’acqua. Il frigo era praticamente vuoto, così presi l’acqua dal rubinetto.
 
“Grazie” disse Zayn, dopo averlo messo sotto le coperte.  Io sorrisi dolcemente e spensi la lampada sul comodino.
“Non te ne andare” sussurrò nel buio, sfiorandomi delicatamente la mano.
“Devo, Zayn”
“Non farlo, rimani con me” mi pregò il ragazzo.
Sospirai.
 





Eccomi qua, dopo una settimana esatta! Da ora in poi spero di riuscire ad aggiornare settimanalmente, o almeno ci provo ;) Ringrazio tutte voi per le bellissime recensioni, mi fate felice ogni volta! 
Volevo dirvi che ho cercato di fare una sorta di scaletta della storia e credo che dovrebbe arrivare fino ai 25 capitoli (non so se ci sarà un epilogo perchè ho in mente un continuo della storia). 
Questo capitolo l'avevo immaginato sin dall'inzio della storia, ovviamente mi aspettavo qualcosa di più come sempre. Spero solo che sia secondo le vostre aspettative, ormai le mie non le considero neanche più! 
Sapete quanto tenga alla vostra opinione, quindi sbizzaritevi! Ditemi tutto quello che vi passa per la testa, fatemi sapere cosa ne pensate: è davvero importante per me :) 
Vi saluto bellezze, al prossimo capitolo! 



                                     



 
PUBBLICITA'
 
Non vi obbligo, vi do un consiglio: passate da queste due storie!
Black di IreInfinty, è fantastica la storia ed è fantastica lei. 
The Holiday That Change Our Lifes
  di BellaCullen29, ha bisogno di voi, non delutela e non deludetemi! Please ;) 

Ora me ne vado davvero, ciao splendori! 

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Capitolo 14
*** Take your time ***






Take Your Time
 


Aprii lentamente gli occhi, mi guardai in giro e mi accorsi subito di non essere nella mia camera. Sentivo un braccio avvolgermi la vita, posai la mano su di esso e mi ricordai tutto quello che era successo la sera prima. Mi girai delicatamente e incontrai il viso rilassato di Zayn, spostai il suo braccio dalla mia vita e mi alzai facendo attenzione a non svegliarlo.
Una volta in piedi posai ancora per un attimo lo sguardo su di lui e poi uscii dalla stanza. Presi le chiavi di casa sulla mensola vicino alla porta ed uscii.
 
 
“Si, prendo questo! E’ in pronta consegna, giusto?” dissi alla signorina di fronte a me.
“Si si, lo portiamo subito a casa” rispose sorridendo.
“Avete anche dei quadri?”
“Certo, mi segua” rispose iniziando a camminare davanti a me.
 
Aprii lentamente la porta e feci entrare i due ragazzi che portavano il divano. Gli chiesi di fare silenzio e dopo iniziarono a sistemarlo.
Presi un chiodo dalla scatoletta di plastica e lo portai alla parete, iniziai a batterlo sul muro con il martello cercando di fare piano. Appesi il quadro e poi, quando fui soddisfatta della sua posizione, mi concentrai sul resto.
Salutai gentilmente i ragazzi e chiusi la porta appoggiandola delicatamente.
 
“Maddie?”
“Zayn,  buongiorno!” dissi sorridendo.
“Ma che è successo alla mia casa?” disse guardandosi in giro confuso.
“Le ho dato una sistemata” dissi indicando il salone con le varie modifiche.
“Ehm, grazie. – disse perplesso – Lo sai che questa è una cosa da fidanzata?” disse poi rivolgendomi uno sguardo malizioso e poggiando una mano sul mio fianco.
“Da amica, Zayn! E’ una cosa da amica” dissi allontanandomi da lui.
“Da amica, ok. Ma dove li hai presi i soldi per fare tutto questo?”
“I soldi non sono un problema adesso. Tu pensa a farti una doccia e a fare colazione, ti ho preso qualcosa al bar” risposi sorridendo.
Aspettai di sentire la porta del bagno chiudersi, presi le mie cose e mi affrettai ad uscire di casa.
 

AllisonPov
 
“Lou, vai all’univ..” provai a dire a Louis, una volta aperta la porta della sua camera, ma mi bloccai trovandolo nudo. Diventai subito rossa e mi portai un mano sugli occhi per non guardare. Sentii Louis ridere di gusto e provai ancora più imbarazzo.
“Scusa, scusa, scusa! Mi dispiace davvero, avrei dovuto bussare” iniziai a blaterare in preda al più completo imbarazzo.
“Ehi, – disse Louis prendendomi le mani per toglierle dagli occhi – sono vestito. Puoi guardarmi adesso”
Mi lasciai prendere le mani e rimanemmo a fissarci per un po’ senza proferire parola.
“Cosa volevi dirmi?” chiese Louis, interrompendo il silenzio che si era creato.
“Volevo dirti se andavi all’università. Avrei bisogno di un passaggio”
“Certo! – sorrise -  Hai notizie di Maddie?”
“No, non l’ho ancora sentita. Credi che abbia passato la notte con Zayn?”
“Spero di si!” rispose Louis per poi sparire in bagno.
 
Tornai nel salone con l’intenzione di mandare un messaggio a Maddie ma la porta alle mie spalle si aprì facendomi posare immediatamente il telefono.
“Maddieeeee! - urlai euforica – Allora? Dai su, racconta! Cosa è successo? Come è andata?”
“Ehi, calmati Allie!”
“Non posso stare calma, devo sapere cosa è successo stanotte tra te e lui!”
“Non è successo assolutamente niente!”
“Come niente? Niente di niente? – Maddie fece cenno di no con la testa – Ma come? Tu hai passato la notte da lui!”
“Appunto, da lui. Non con lui. A dir la verità io me ne stavo andando ma poi lui mi ha chiesto di restare e quindi sono rimasta con lui ma non è successo niente” rispose tranquillamente.
“Ma lui potrebbe aiutarti, potrebbe farti stare meglio! E’ quello giusto per ricominciare, Maddie”
“Non ho bisogno di essere aiutata, non ho bisogno di stare meglio e so ricominciare benissimo anche da sola. E’ da un anno che ho ricominciato da sola, non mi serve Zayn per questo”.
“Maddie! – salutò Louis un volta entrato in salone – Devi dirmi qualcosa?”.
Maddie lo guardò scocciata e sbuffò per poi andare in direzione della sua camera.
 

 MadisonPov
 
Come al solito, entrai  frettolosamente da Starbucks. Salutai Harry facendo un cenno con la mano e mi misi il classico grembiulino verde in vita.
“Splendore, – mi chiamò Harry -  c’è qualcuno per te!” disse indicando un tavolino.  Seguii la direzione del suo dito ed incontrai la figura di Zayn. Se ne stava seduto sulla sedia, il gomito appoggiato al tavolino grigio metallizzato, la mano chiusa a pugno che reggeva la testa e lo sguardo rivolto verso il basso.  Sospirai e mi incamminai verso di lui.
“Zayn”
“Io vorrei capirti, sai” sussurrò lui, tenendo ancora lo sguardo verso il tavolino.  Rimasi in silenzio per un po’, cercando di capire cosa volesse dire con quelle parole appena sussurrate.
“Vorresti capirmi?”
“Si cazzo! - disse alzando il tono di voce - Passiamo una serata bellissima, ci baciamo e poi il giorno dopo mi dici che non sei pronta. Dormiamo insieme dopo che tu mi hai riaccompagnato a casa perché ero troppo ubriaco, passiamo tutta la notte abbracciati, la mattina dopo mi arredi praticamente tutta la casa, mi porti la colazione e poi sparisci senza nemmeno salutarmi. Perché ti comporti così?”. Tutti gli occhi dei clienti erano puntati su di noi, compresi quelli di Harry che ci guardava da dietro il bancone insieme agli altri dipendenti.
“Non è il momento adatto per parlarne” risposi cercando di tenere un tono basso per impedire alle persone presenti nel locale di farsi i fatti nostri.
“E quando sarebbe il momento adatto per te?” urlò Zayn, mandando beatamente i farsi i fottere tutti i miei propositi.
Zayn rimase per un po’ in attesa della mia risposta, che non arrivò. Si alzò di scatto scuotendo la testa, camminò a grandi falcate in direzione della porta e se la chiuse alle spalle con forza dopo essere uscito.
Rimasi lì, immobile sotto gli occhi scrutatori di tutti i presenti. Mi sentivo osservata, sentivo qualche bisbiglio curioso in sottofondo. Ricacciai velocemente le lacrime indietro e uscii dal locale con la stessa fretta con cui vi ero entrata.
 
“Vuoi una sigaretta?” chiese Harry poggiandomi la sua grande mano sulla spalla sinistra, e porgendomi il pacchetto con l’altra mano.  Esitai un attimo, non essendo una fumatrice, e poi ne presi una dal pacchetto.
Sentii subito il fumo in bocca e poco dopo nei polmoni. Quando lo ributtavo fuori era come se con il fumo anche tutti i miei pensieri lasciassero il mio corpo.
Io ed Harry ce ne stavamo in silenzio, ognuno con la sua sigaretta.
“Il mio ragazzo è morto in un incidente d’auto, per colpa mia” dissi senza pensarci. Harry mi rivolse uno sguardo ricco di compassione e di stupore, aprì leggermente la bocca e poi aspirò l’ultima boccata della sua sigaretta.
“In realtà non è stata proprio colpa mia, – continuai – dicono che l’incidente sia stato provocato. Lui si drogava e quella volta non aveva pagato la droga. Io non mi ero mai accorta di niente, lui si drogava e io non lo sapevo. Lo amavo, capisci? E credo di amarlo ancora, sai?. Tutti dicono che dovrei rifarmi una vita, che è passato un anno ormai. Pensano che Zayn sia quello giusto, quello che possa farmi ricominciare a vivere. Ma è tutto inutile perché quando mi sono svegliata in quel letto d’ospedale e lui non c’era ho capito che la mia vita era finita. Anche se non ero morta, senza di lui non aveva senso vivere. Sono andata via da Doncaster e sono venuta a vivere qui, a Londra. Ho incontrato Zayn, è fantastico. E’ sempre nel posto giusto al momento giusto, gli voglio bene. Mi sono affezionata a lui,  ma non è Luke. Io davvero c’ho provato, l’ho baciato e per un attimo ho creduto di farcela ma l’attimo dopo mi sentivo già in colpa”.
Harry mi abbracciò d’impulso e mi strinse forte a sé.
“Non devi sentirti in colpa, per niente. -  sussurrò al mio orecchio. Sciolse l’abbraccio e continuò a parlare – La vita è fatta così, le persone muoiono, ci lasciano, se ne vanno. Noi non possiamo trattenere nessuno, pensa che non possiamo trattenere nemmeno noi stessi. Però una cosa la possiamo fare, possiamo far si che la nostra vita sia fantastica. Non ti dico di dimenticare il tuo ragazzo e di innamorarti di Zayn, no questo no. Ti dico solo di non lasciare che la tua vita ti scappi di mano, perché ora puoi trattenerla, puoi modellarla a tuo piacimento, ma ci sarà un momento in cui non potrai più farlo. Perciò prendi questo momento e fai ciò che vuoi, vivilo. Fai capire a Zayn quanto tieni a lui, ma prenditi il tuo tempo per capire se davvero vuoi vivere una vita inchiodata al passato o se puoi convivere con il passato ma vivendo un presente e poi un futuro” . Sorrisi ad Harry e lo abbracciai con foga per ringraziarlo, mi prese per mano e tornammo dentro al locale.
 
 
Mentre tornavo a casa ripensavo alle parole di Harry, sapevo perfettamente che aveva ragione.
Quando fui davanti al portone tirai fuori le chiavi dalla borsa e lo aprì. Arrivai fino al quarto piano, uscii dall’ascensore e mi diressi verso la porta d’ingresso. Buttai lo sguardo per un attimo alla porta alle mie spalle, mi incamminai verso di essa e poggiai lentamente il dito sul campanello producendo un flebile suono.
“Che ci fai tu qui?” chiese Zayn duramente.
“Volevo parlarti”. Zayn mi guardò senza dire niente e poi si spostò leggermente per farmi entrare.
Mi tolsi la giacca e la sciarpa e posai la borsa sul divano e poi mi sedetti.
“Allora? Che devi dirmi?”
“Mi dispiace Zayn! – mi alzai in piedi e puntai i miei occhi nei suoi – E’ ovvio che provo qualcosa per te, ma questo non è il momento adatto. Io ti guardo, ti bacio, ti parlo, ti sorrido e vorrei che al tuo posto ci fosse Luke e questo fa tremendamente male perché prendo in giro te e me stessa cercando di convincermi che non è così. Io ci ho provato ma non ci riesco! Scusa”. Presi frettolosamente le mie cose e afferrai la maniglia della porta ma la mano calda e decisa di Zayn mi bloccò. Io lo guardai confusa, con gli occhi umidi.
“E’ meglio stare lontani per un po’, Zayn” dissi con sicurezza. Sentii la pressione della sua mano sulla mia diminuire, fino a scomparire del tutto. Zayn si allontanò dalla porta ed io uscii chiudendola delicatamente. Sentii una sensazione di sollievo che si contrapponeva ad una voglia assurda di tornare dentro e rimangiarmi tutte le mie parole e baciarlo, baciarlo e ancora baciarlo. Ero confusa, tanto. In quel momento capii cosa dovevo fare.
Entrai in casa, salutai velocemente Allison e Louis e mi fiondai in camera mia, presi la valigia da sotto il letto ed iniziai a riempirla con alcuni vestiti. Avevo deciso, ero pronta, potevo farcela. 



 
Salveee! Sono riuscita ad aggiornare prima :) Questo perché tra qualche settimana parto e voglio portarmi un po’ avanti con la storia visto che quando sarò in vacanza aggiornerò con meno frequenza, ma aggiornerò comunque, quindi state tranquille ;) Poooi volevo dirvi che mi farebbe piacere sentire anche il parere della lettrici più silenziose. Vedo che il numero di lettrici sta aumentando praticamente ogni giorno, (e questo mi fa davvero felice) mentre le recensioni calano piano piano, di capitolo in capitolo quindi, vorrei ascoltare anche chi, di solito, si limita solo a leggere perchè se da una parte sono molto felice che la mia storia sia fra le seguite, preferite e ricordate di molte dall'altra non capisco perché non abbia molte recensioni mentre prima erano di un numero più elevato :)
Il capitolo di oggi è incentrato principalmente sull'indeciosione paranoica cronica di Madison. Mi piace particolarmente la parte in cui Harry e Maddie parlano fuori da Starbucks, spero di essere riuscita a far capire bene i sentimenti e le ragioni di Maddie e anche l'intensità e l'importanza delle parole di Harry. Questo capitolo l'ho scritto in un periodo in cui ho perso una persona importante e quindi, in un certo senso, le parole di Harry sono anche per me. Comunque non voglio annoiarvi con le mie paranoie, bastano già quelle di Maddie ahahah. A proposito di Maddie, secondo voi dove andrà? Ditemi le vostre ipotesi, fatemi sapere cose ne pensate del capitolo (sapete quanto ci tengo, quindi non deludetemi).
Detto questo, vi saluto! Spero di leggere anche chi non leggo mai (?). A presto, spero. Ciao splendori <3 



 









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Capitolo 15
*** Go Away ***






Go Away

 

“Sei sicura che vuoi andare da sola?” chiese Allison per l’ennesima volta.
“Sicurissima” risposi sorridendo e aggiustando le ultime cose in valigia.
“Guarda che ci mettiamo due minuti a preparare le valige e venire con te” disse Louis parlando per se e per Allison.
“Davvero, ce la posso fare, tranquilli!”. Sorrisi ai miei amici e chiusi la valigia soddisfatta.
“Possiamo almeno accompagnarti alla stazione?” disse Allie posandomi un braccio intorno alle spalle.
“Dovete” risposi ricambiando il gesto.
 
Forse l’unico modo per lasciare andare davvero Luke ed essere pronta ad accogliere qualcun altro nel mio cuore era quello di far finire tutto da dove era cominciato: Doncaster.
Il treno sfrecciava sui binari e i miei occhi osservavano il paesaggio scorrere velocemente.
Arrivata alla stazione, presi la mia valigia e scesi dal treno timorosa. Vidi in lontananza  miei genitori salutarmi scuotendo una mano. Mia mamma era sempre bella, i capelli castani lunghi fino alle spalle, i suoi occhi simili ai miei e la sua bocca, ricoperta da un leggero strato di rossetto, curvata in un sorriso. Mio papà, accanto a lei, sorrideva serenamente, i suoi occhi scuri erano pieni di attesa e i suoi capelli erano decisamente diminuiti dall’ultima volta  in cui l’avevo visto.
“Ciao tesoro!” disse mia madre avvolgendomi in un abbraccio.
“Lasciala un po’ anche a me” s’intromise mio padre, abbracciandomi.
 
 
LouisPov
 
“Maddie mi ha mandato ora un messaggio, ha detto che è arrivata” dissi ad Allison sedendomi accanto a lei sul divano.
“Credi che abbia fatto la cosa giusta?” chiese lei preoccupata.
Alzai le spalle non sapendo cosa rispondere e accesi la tv sul canale dello sport. Allie sbuffò sonoramente e incrociò le gambe, io sorrisi divertito. Era bella pure quando si arrabbiava. Aveva quei piccoli ciuffetti biondi più corti che le ricadevano sulla fronte e, quando sbuffava, le si spostavano leggermente. Adoravo quei ciuffetti.
“Dammi il telecomando!” disse Allison mentre si tuffava sopra di me, per prendere il telecomando che avevo posato sul bracciolo del divano. Il suo profumo mi travolse completamente.
“Assolutamente no” obiettai divertito. Lei girò il viso e mi guardo negli occhi mostrandomi un sorriso che sapeva di sfida.
Prese il telecomando, alzandolo in aria come un trofeo, e tornò al suo posto soddisfatta.
Non contento, iniziai a solleticarle i fianchi. Lei si sdraiò completamente sul divano cercando di liberarsi di me, ma in poco tempo mi ritrovai a cavalcioni su di lei continuando a torturarle i fianchi.
“Basta Luo! Louis, ti prego smettila” urlava tra una risata e l’altra. Stavo lì, sopra di lei, a godermi la sua bellissima risata. Smisi di farle il solletico ma rimasi fermo in quella posizione. Allie placò la sua risata e mi guardò fisso negli occhi, io facevo lo stesso pregando di poter rimanere per sempre così. Non so cosa mi spinse a cercare una maggiore vicinanza tra di noi ma, in poco tempo mi ritrovai a pochi centimetri dalle sue labbra.
Lei si schiarì la voce e si mosse leggermente, facendomi spostare per poter tornare a riprendere la mia posizione iniziale sul divano. Allison si alzò e mi lasciò il telecomando. Andando verso la sua camera.
 
MadisonPov
 
Dopo cena decisi di farmi forza e andai nella mia camera. Seconda porta a destra, in fondo al corridoio. Sulla porta c’era inciso il mio nome con la grafia perfetta del falegname, amico di papà.
Era così strano tornare nella mia camera, ritrovare la mia infanzia e la mia adolescenza, tutti i ricordi che mi appartenevano prima di trasferirmi a Londra per cercare di dimenticarli. Tutto quello che era in quella camera, così come in quella città, mi riconduceva a Luke. Sentii subito gli occhi bagnarsi, e  poco dopo delle lacrime calde scivolarono sul mio viso fino ad arrivare alle labbra per permettermi di sentirne il sapore salato.
La porta della mia camera si aprì e io cercai di asciugarmi le lacrime frettolosamente. Mio padre stava lì, appoggiato allo stipite, a guardarmi. Si avvicinò lentamente accarezzandomi la testa. Sorrisi, ma quel sorriso si bagnò subito con altre lacrime che sembrava non avessero la minima intenzione di cessare.
“Bè, che fai, piangi?” mi chiese dolcemente, accennando un sorriso.
Mi diressi verso lo specchio fingendo di togliermi il trucco dall’occhio col dito.
Mio padre mi guardò preoccupato per poi sorridere.
“Sai, Maddie, tutto passa”
“Ma papà è il mascara” mi affrettai a rispondere.
“Si ho capito! Però voglio dirti che ora, pure se ti brucia, passa. Dopo un po’ quel bruciore se ne va. Ora vai in bagno e ti sciacqui, domani mattina ti risciacqui e poi vedrai che passa. Tutto passa”.
“E l’amore passa? I ricordi? Il ricordo di un amore?” dissi improvvisamente, come se quelle parole fossero uscite dalla mia bocca senza avere il mio consenso.
Lui si fece serio e poi tirò un sospiro.
“Pensa a toglierti il trucco adesso”.
Il tempo tira brutti scherzi, corre avanti e poi sembra voler tornare indietro per mostrarti tutto quello che ti sei lasciata alle spalle. E io sono di nuovo quella bambina con i capelli castani e ondulati che si teneva stretto il suo ginocchio sbucciato tra le lacrime e il suo papà le diceva “Ora passa.. Ora passa”.
Passerà.
Ma non è vero che passerà, le ginocchia sbucciate passano, quelle ferite guariscono, quelle si. Ma il dolore di una perdita non andrà a scemare, non è vero che un’assenza l’avverti solo per un po’. Non è vero che la vita va avanti, che tornerà tutto come prima, che è come averlo qui. Quando una persona non c’è più, non c’è più. Nulla sarà più come prima. Nulla.
 
AllisonPov
 
Non ero nemmeno andata in cucina per cenare, avevo liquidato Louis con un “non ho fame” quando era venuto a bussare alla mia porta.
Ma che diavolo mi stava prendendo? Io non ero di certo la ragazza che si faceva intimorire dal sesso opposto, eppure Louis aveva qualcosa che mi intimoriva e mi attraeva al tempo stesso.
Tirai giù il lenzuolo e mi infilai sotto le coperte, decisa più che mai a porre fine a quei pensieri che mi frullavano in testa.
La porta della camera si aprì di colpo, lasciando entrare la figura di Louis.
“Allie, che ti succede?” chiese, dopo aver chiuso la porta.
“Ehm.. Niente Lou, perché?”
“Perché è impossibile che tu non abbia fame!”. Si avvicinò al letto e si sedette sul bordo.
“Ah ah ah ah, simpatico!”
“Dai seriamente, che hai? Perché sei andata via così?” disse avvicinandosi ancora di più a me.
E ora cosa avrei dovuto rispondere? Che sono scappata perché avevo paura di quello che sarebbe potuto succedere? O che sono scappata perché  avevo una voglia matta di baciarlo?
“Non c’è un motivo, Lou”. Louis inarcò un sopracciglio e io sbuffai come a voler ammettere che in realtà un motivo c’era.
“E’ normale avere paura quando si prova qualcosa, Allie”.
Beccata!
“Paura?” chiesi fingendo di non capire.
“Pure io ne ho, sai?” disse sfiorandomi la mano.
“Io non affatto paura perché non provo niente” dissi girando la testa dell’altra parte.
“Ok! Quindi se io faccio così – mi prese il mento con il pollice e l’indice e mi girò il viso, portandolo poi vicino al suo – non provi niente?”. Deglutii e poi feci segno di no con la testa.
Si avvicinò ulteriormente fino a far sfiorare i nostri nasi.
“Ora?”.
Io rimasi in silenzio. Sentivo il suo profumo entrare nelle mie narici. Appoggiai la mia fronte alla sua e poco dopo mi ritrovai con le sue labbra attaccate alle mie. La sua lingua premeva contro le mie labbra, che schiusi per permetterle di entrare. Le nostre lingue giocavano a rincorrersi, io assaporavo le sue labbra sottili e morbide.
Quando ci staccammo sorrisi lievemente, e lui fece lo stesso.
Lo afferrai per la maglia così da far premere ulteriormente il suo corpo sul mio e poter assaporare di nuovo le sue labbra.
Mi sdraiai sul letto e lui seguii i miei movimenti. Si teneva sulle braccia per non pesarmi e ogni tanto si staccava per sorridermi e posare le sue labbra delicate sul mio collo.
Portò le sue mani sotto la mia maglietta, alzandola leggermente fino a togliermela del tutto. Io imitai il suo gesto e poco dopo la sua maglia finì accanto alla mia, sul pavimento.
“Meno male che non provavi niente!” disse Louis facendomi ridere.
“Stai zitto!” mi affrettai a rispondere con convinzione.
Con un sorriso malizioso sulle labbra portai le mani verso l’elastico dei suoi pantaloni della tuta. Lui sospirò e poi mi sorrise come per acconsentire.
Continuò a baciarmi il collo mentre le sue mani vagavano sulla mia schiena per poi arrivare davanti e piano piano in basso, verso l’elastico dei pantaloncini. Entrambi ci liberammo di quell’indumento che, in quel momento, ci era solo d’intralcio.
 
Credo di non essere mai stata più felice in vita mia. Quella notte mi addormentai nuda, stanca e felice tra le braccia di Louis, con il suo corpo caldo attaccato al mio e il suo dolce respiro che mi solleticava il collo.  



 Saaaalve, sono tornata con un nuovo capitolo :) Avrei voluto aggiornare prima ma non ho avuto tempo! Grazie a chi recensisce e a chi ha aggiunto la storia tra seguite, preferite e ricordate. 
Come alcune di voi avevano già intuito, Maddie è andata a Doncaster per fare i conti con il suo passato. Ci riuscirà?
E, per la vostra gioia, finalemente succede qualcosa tra Louis ed Allison. Dopo un pò di titubanza iniziale, Louis ha suputo come far capire ad Allie i suoi sentimenti. Mi è sembrata una cosa molto carina e dolce, farlo in quel modo e poi anche un pò diversa dal solito. Pooooi volevo dirvi che tra una settimana, più o meno, parto e starò via per un mese *esultacomeunapazza* e quindi aggiornerò con meno frequenza, proprio per questo motivo cercherò di pubblicare almeno un altro capitolo (se non due) in questa settimana! 
Ora direi che posso anche salutarvi, ciao splendori! Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, se vi va ;)
Alla prossima 
 
 



 











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Capitolo 16
*** I don't need a boyfriend, now ***






I Don't Need A Boyfriend, Now

 

Era già passata una settimana da quando ero a Doncaster. Stare a contatto con il mio passato avrebbe dovuto aiutarmi, invece sembrava solo avermi confuso ancora di più. Avevo rivisto vecchi amici, compagni di liceo, conoscenti e ognuno di loro aveva saputo solo compatirmi, ancora. L’unica cosa che volevo era andare avanti, smettere di guardare al passato. Tenevo a Zayn, gli volevo davvero bene ma Luke era ancora così tanto presente dentro di me.
 
Scesi dalla macchina seguita dai miei genitori, in direzione della stazione.
Li salutai calorosamente e presi la mia valigia dalle mani di mio padre che mi guardò con gli occhi lucidi, io sorrisi amaramente e poi mi voltai per salire sul treno alle mie spalle. Continuai a guardarli dal finestrino fino a che non sentii il fischio del capotreno annunciare la partenza. Mi misi comoda sul sedile blu scuro del treno e, quando iniziò a muoversi, sospirai.
 
LouisPov
 
“Buongiorno” sussurrò Allie al mio orecchio.
 Aprii gli occhi e trovai i suoi, sorridenti, che mi guardavano. Sorrisi e premetti le mie labbra sulle sue. Pensai che non ci fosse modo migliore per iniziare la giornata.
Mi alzai svogliatamente dal letto seguito da Allison e andammo verso la cucina per preparare la colazione.
“Uova?” mi chiese Allie mentre si dava da fare ai fornelli. Mi avvicinai a lei, portai le mie mani sui suoi fianchi morbidi e appoggiai il mento sulla sua spalla respirando appieno il profumo dei suoi capelli. Le lasciai un bacio umido sul collo e le sussurrai un flebile sì all’orecchio.
“La cuoca è inclusa?” chiesi poi facendola voltare.
Lei sorrise e fece incontrare le nostre labbra e poi tornò ad occuparsi delle uova nella pentola.
“Non hai risposto alla mia domanda!” la provocai.
“Il bacio mi sembrava già sufficiente come risposta”
 
 
ZaynPov
 
Era una settimana che non vedevo e non sentivo Maddie, forse era meglio così. Era stata chiara: non era il momento adatto. Avrei solo voluto sapere quando sarebbe stato il momento adatto o se, addirittura, fosse mai arrivato questo momento.
Suonai al campanello e poco dopo incontrai il viso allegro di Safaa.
“Sei arrivato finalmente!” disse saltandomi in braccio. Io sorrisi e le baciai la testa.
“Zayn” esordì mia madre vedendomi arrivare in cucina con Safaa in braccio.
“Ciao”.
“Tesoro, lascia in pace Zayn” disse mia madre rivolgendosi a Safaa.
“Va bene. Vado a finire i compiti” borbottò uscendo dalla cucina.
“Allora? Come stai?” chiese mia madre, spostando la sedia per sedersi. Io imitai i suoi movimenti e sorrisi amaramente.
“Normale. Tu?”
“Come sempre. Tuo padre non riesce a trovare lavoro ed io cerco di fare le pulizie in qualche casa quando capita” disse trattenendo a stento le lacrime. Io  sospirai e con la mano destra iniziai a tastare le tasche dei pantaloni alla ricerca del portafoglio. Una volta trovato, estrassi alcune sterline e le porsi a mia madre che mi guardò confusa.
“Cosa sono questi Zayn? Sai che non posso accettarli, non di nuovo!” disse prendendomi la mano per tenerla ferma.
“Mamma, ti prego smettila. Avete bisogno di soldi, quindi prendili e non fare troppi complimenti!”. Glieli misi in mano e mi alzai dalla sedia.
“Zayn, -mi richiamò – grazie! Ti restituiremo tutti i soldi che ci hai dato fino ad ora”.
 
 
MadisonPov
 
“Mi sei mancata così tanto” disse Allie abbracciandomi. Io ricambiai quel gesto e poi porsi la valigia a Louis che la posò in macchina.
“Allora che avete fatto in questa settimana senza di me?” chiesi salendo in macchina, sui sedili posteriori.
“Ecco, a proposito, noi..” iniziò a parlare Louis, ma venne bruscamente interrotto da Allie.
“Le solite cose” rispose Allie sorridendo. Louis sorrise confuso e continuò a tener lo sguardo puntato sulla strada.
“Tu, piuttosto, come è andata a Doncaster?” chiese Allie voltandosi.
“Pensavo che tornare a Doncaster mi fosse più d’aiuto ma non è stato così. Mi sento ancora più confusa, l’unica cosa sicura è che Zayn mi è mancato”.
Allie sorrise alla mia affermazione. Io anche, era la prima volta che mi mancava qualcuno che non fosse Luke.
 
“Zayn, ehi” sentii dire da Louis. Mi girai e trovai Zayn che ci guardava confuso, ci salutò con un cenno della mano e poi si avvicinò al portone per entrare.
“No aspetta, – lo fermai – ti va di venire da noi?”.
“Non è il momento” rispose Zayn, usando le mie stesse parole.
“Ehm, Maddie – ci interruppe Allie – noi andiamo. Ci vediamo su”. Io annuii alla mia migliore amica e tornai a guardare Zayn.
“Zayn, ti prego, non fare così!” lo supplicai.
“Così come? L’hai detto tu che non è il momento. Sei sparita per una settimana e ora ritorni e mi chiedi di venire a casa tua come se niente fosse?”
“Sono stata via. - risposi posando lo sguardo a terra – Non è il momento per qualcosa di più, io ora non ho bisogno di un ragazzo. Ho bisogno di un amico, ho bisogno di te. Solo tu puoi aiutarmi ad andare avanti, ti prego non lasciarmi da sola”.
Rimase a fissarmi per un po’ e poi entrò nel portone lasciandomi lì, sul marciapiede con lo sguardo puntato sul portone. 




Weeee bellezze! Sono tornata con un nuovo capitolo, abbastanza presto. Ormai non dico più niente per le recensioni, va bene così! ;) Mi limito a dire che sono contenta di vedere che ci sono tante persone che leggono questa storia, indipendentemente dal fatto che rencesiscano o meno! 
Passando al capitolo vi dico che sono perfettamente consapevole che fa davvero davvero schifo ed è davvero davvero corto, è di passaggio e serve principalmente a far capire il risultato della visita di Maddie a Doncaster, la situazione in cui si trova la famiglia di Zayn e anche il rapporto tra i due protagonisti in questa parte del racconto. Quindi diciamo che anche se fa schifo è fondamentale perchè lega il capitolo precendente a quello successivo, dal prossimo capitolo si avrà una svolta e giuro che sarà più lungo! 
Spero di riuscire ad aggiornare sabato visto che domenica parto. 
Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va! 
Ciao belleeee 


P.S: Avete visto il video di Best Song Ever? Io lo trovo fantastico e originale, credo che loro si siano messi
in gioco per realizzare un video del genere ahahahah. 



                





 
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Capitolo 17
*** We'll be friends ***






We'll Be Friends

 

“La malattia ossea di Paget, o morbo di Paget, è una malattia metabolica dell’osso. Questa malattia..” Il professore quella mattina stava spiegando la lezione preso da un forte entusiasmo e tutti i ragazzi in aula, tranne me, sembravano mostrare lo stesso facendo scorrere velocemente la penna sul foglio per cogliere ogni parola che usciva dalla sua bocca. 
Niall, accanto a me, mi lanciava sguardi carichi di confusione come se volesse chiedermi dove erano finiti il mio entusiasmo e la mia voglia di imparare tutto quello che c’era da sapere sulla medicina. 
Io mi stavo chiedendo esattamente la stessa cosa. L’unica risposta, ovviamente, era Zayn. Da quando abbiamo avuto quella piccola discussione nessuno dei due ha più cercato l’altro, o per orgoglio o per mancanza di interesse.
Alla fine della lezione sgattaiolai velocemente fuori dall’aula seguita da Niall. 
“Maddie, ti va se ci prendiamo qualcosa in caffetteria?” mi chiese sorridendo ed indicando la parte del corridoio alle sue spalle, quella che conduceva alla caffetteria dell’università. 
“Certo!” dissi prendendolo a braccetto e andando verso la caffetteria. 
 
“Che ti prende?” mi chiese portando la tazza fumante di cappuccino alla bocca. Io posai la tazza di cioccolata calda che avevo in mano.
“Che vuoi dire?”
“Non è da te essere distratta e non prendere appunti durante una lezione!” rispose come per giustificare la sua domanda.
“E’ solo un periodo un po’…”
“Strano?” chiese il biondo prima che potessi terminare la frase. 
Annuii e continuai a bere la mia cioccolata. 
“Ti va di parlarmene?” chiese puntando i suoi occhi azzurri nei miei. 
“Ti ringrazio Niall, davvero! Ma credo che non sia il caso, se parlo con qualcuno rischio di confondermi ancora di più. Ora devo andare, ci vediamo”. Mi alzai e lasciai sul tavolo i soldi necessari per pagare la cioccolata. Presi il capotto e camminai a passo svelto verso l’uscita della caffetteria, diretta in biblioteca. 
L’università ne aveva una, non era molto grande ma era ben fornita. 
“Buongiorno signora May” dissi salutando la signora dietro al bancone della biblioteca. 
“Buongiorno cara” 
“Posso dare un’occhiata? Mi serve un libro per il prossimo esame”. 
“Certamente”. 
Iniziai a camminare per il lungo corridoio dove erano custoditi vari volumi di medicina, certa che avrei passato il resto della mia mattinata lì dentro. Guardai l’ora: erano solo le dieci. 
 
 
LouisPov
 
Mi svegliai grazie alla luce che trapelava dalle fessure della tapparella. Posai lo sguardo sulla sveglia digitale che tenevo sul comodino, la scritta rossa e grande segnava le dieci. Era da molto che non dormivo così tanto. Spostai lo sguardo alla mia destra e mi beai della vista di Allie, ancora addormentata. Dormiva a pancia in giù, il viso era rivolto verso di me. Aveva alcuni ciuffi di capelli che le ricadevano sul viso, coprendone alcuni tratti. La schiena era lasciata scoperta per metà dal lenzuolo. Sorrisi e mi avvicinai per baciarle delicatamente la spalla. 
Allie emise alcuni versetti e poi aprì lentamente gli occhi. Si girò su un fianco coprendosi con il lenzuolo celeste. 
Era piombata in camera mia nel cuore della notte, si era sdraiata sul mio letto e poi si era avventata su di me. Ovviamente io ero stato ben contento di accoglierla nel mio letto e fra le mia braccia. 
“Buongiorno” sussurrai avvicinandomi lentamente al suo viso. Lei sorrise e lasciò che le mie labbra incontrassero le sue.
Mi liberai velocemente del lenzuolo e iniziai a cercare le mutande, sicuramente erano finite in qualche angolo ignoto della stanza. Allie si sedette sul letto e con una mano teneva su il lenzuolo per coprirsi. La vidi sorridere e le chiesi spiegazioni. 
“Sei davvero comico mentre cerchi le mutande” disse in tono malizioso. 
“Dove le hai messe?” chiesi io, avendo capito il suo gioco. 
“Io non ne so niente!” rispose alzandosi. Prese il reggiseno, finito sul comodino, e lo allacciò. Si mise le mutande e poi si alzò, venendo verso di me. Io sorrisi maliziosamente e lasciai che le sue braccia mi circondassero. Quando ci staccammo vidi la sua mano che sventolava davanti al mio viso le mie mutande. 
Dopo averle messe, iniziai a solleticarle i fianchi, sapevo quanto soffrisse il solletico in quel punto. 
“Smettila Lou! – mi implorò – E’ cosi divertente e facile prenderti in giro”. Allie continuò a ridere mentre scompariva dietro la porta del bagno.  
Io cercai una maglietta pulita e dei jeans. 
Sentii la porta del bagno aprirsi ed alzai lo sguardo verso Allie, ancora in intimo. 
“Perché non vuoi dire a Maddie di noi?” le chiesi mentre infilavo i jeans scuri. Lei non rispose. Si abbassò per prendere i pantaloncini del suo pigiama, che giacevano per terra, e se li infilò velocemente. 
“Perché dovremmo dirglielo?” chiese poi, mentre si infilava la canottiera nera.
“Ehm, vediamo, perché è la nostra migliore amica?”
“E perché dovremmo sbattergli in faccia la nostra felicità mentre lei sta passando un periodo di merda?”. 
Non risposi, rimasi a guardarla per un po’ e poi mi misi la maglietta grigia che tenevo in mano.
“Sei felice?” 
“Quando si tratta di te sono sempre felice”
“Anche io” risposi. Mi avvicinai a lei e la baciai con passione, cercando di trasmetterle tutto l’amore che sentivo in quel momento. Si, amore. 
 
 
ZaynPov
 
Dopo una notte passata in bianco avevo deciso: era meglio averla a modo suo piuttosto che non averla per niente. 
Con fermezza, mi misi la giacca e presi le chiavi della macchina. 
Misi in moto e iniziai a guidare con molta fretta, suonando a chiunque andasse lento, secondo il mio metro di giudizio. Speravo con tutto me stesso che facesse il turno pomeridiano da Starbucks. 
Una volta raggiunto il locale posteggiai malamente l’auto davanti all’entrata, scesi sbattendo molto forte lo sportello, chiusi la macchina e poi iniziai a correre verso la porta.
Una volta aperta mi guardai in giro e incontrai la figura di Maddie impegnata nel prendere ordinazioni ad un tavolo sul fondo del locale, accanto al muro. Sorrideva cordialmente e scriveva velocemente tutto quello che le veniva richiesto dai clienti. 
Camminò frettolosamente fino a che non raggiunse il bancone, passò le ordinazioni a Harry, che si mise subito al lavoro. 
Mi avvicinai lentamente al bancone e la guardai concentrarsi sulla pulizia di quest’ultimo. Alzò lo sguardo e rimase a fissarmi per un tempo che mi parve infinito, io feci lo stesso facendo rimbalzare lo sguardo dalla sua bocca ai suoi occhi grandi. 
“Maddie, credo che dovresti prenderti una pausa” le suggerì Harry posando poi i suoi occhi su di me. Il ragazzo prese i caffè che aveva appena preparato e li portò al tavolo dove poco prima Maddie aveva preso le ordinazioni. 
Maddie ascoltò il consiglio del suo collega e, in poco tempo, ci trovammo fuori da Starbucks. 
“Che ci fai qui?” chiese stringendosi su sé stessa, a causa dell’aria gelida di dicembre.
“Ho capito che voglio starti accanto, Maddie - dissi avvicinandomi a lei – in qualsiasi modo tu voglia” 
“Quindi ti va bene essermi solo amico?” chiese titubante. 
“Mi va bene tutto pur di poter stare con te!” affermai con convinzione. 
Maddie mi abbracciò con forza e io feci lo stesso, lasciandomi avvolgere dal suo profumo. 
“Hai impegni per sabato?” le chiesi sciogliendo l’abbraccio. Lei mi guardò confusa e poi scosse la testa. 
“Safaa fa il compleanno e mi ha chiesto di invitarti”
“Vengo volentieri!” 
“Allora passo a prenderti sabato pomeriggio, alle tre”. Lei annuii e sorrise. Ci salutammo e la guardai rientrare. Rimasi a guardarla per un po’ attraverso il vetro, sembravo uno stalker in piena regola. 
Solo quando rientrai in macchina mi accorsi di aver avuto la bocca incurvata in un sorriso per tutto il tempo.  

 






Weee, bellezze! Come promesso, sono riuscita ad aggiornarne oggi :) Spero che questo capitolo chiarisca i vostri dubbi e le vostre domande! Ho visto che siete rimaste tutte quante colpite dalle parole che Maddie ha rivolto a Zayn e, ovviamente, fate il tifo per Zayn e credete che lui abbia fatto bene a mollarla lì.
Spero anche che questo capitolo vi abbia fatto capire il motivo per cui Allie non vuole dire niente a Maddie della sua relazione con Louis, insomma loro sono così tanto felici e innamorati?!? e invece Maddie è in un periodo di confusione e Allie non vuole semplicemente sbattere in faccia alla sua migliore amica questa sua felicità (spero che abbiate capito questo mio discorso contorto). Per quanto riguarda la reazione di Zayn in questo capitolo, ve l'aspettavate? Cosa ne pensate? Ha fatto bene? 
Come vi avevo già detto io domani parto, per un mese, non sarò presente come ora  ma ci sarò comunque e cercherò di aggiornare! Comunque state tranquille, nel caso io non potessi aggiornare o altro, ci penserà la mia migliore amica ahahah. Non vi accorgerete nemmeno della mia assenza! ;)
Fatemi sapere le vostre opinioni riguardo a questo capitolo, ci tengo molto! 
Ok, ho scritto troppo, sarà meglio che vada! Devo continuare a fare la valigia D: 
Ciao meraviglie, a presto, spero! ♥

                        
 

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Capitolo 18
*** Happy Birthday, Safaa! ***




 

Happy Birthday, Safaa! 

 
“Arrivoooo” urlai correndo verso la porta. Una volta aperta, mi si presentò davanti la figura di Zayn.
“Vedo che non sei ancora pronta” disse, dopo avermi dato un’occhiata veloce. Entrò e si accomodò sul divano.
“Si lo so, scusami. Ci metto due secondi, giuro!” dissi scusandomi e camminando a passo svelto verso la mia camera.
Da quando Allie si era trasferita nella sua stanza, quella accanto a Louis, nella mia c’era indubbiamente più ordine.
Aprii le ante dell’armadio color faggio. Presi un vestitino color panna  lungo fino alle ginocchia, con in vita una cintura nera con un fiocco sul lato. Lo abbinai ad un cardigan in tinta con la cintura, vista la fredda temperatura  di dicembre.
Andai davanti allo specchio, spazzolai i capelli e poi li portai dal lato destro. Iniziai ad intrecciarli velocemente e li fermai con un elastico. Mi truccai in modo semplice, presi la borsetta dall’armadio e il regalo che avevo comprato la mattina stessa per la piccola Safaa.
“Eccomi” dissi a Zayn, entrando in salotto.
“Sei bellissima” rispose lui. Le mie guance andarono a fuoco.
“Sei rossa” mi fece notare Zayn.
Perché doveva essere sempre così sfacciato?
Salutai velocemente Allie e Louis ed uscii di fretta seguita da Zayn.
 
“Sei pronta a conoscere la mia famiglia?” chiese una volta in macchina, fermi ad un semaforo. Io deglutii e cercai di mantenere la calma giusta per rispondere.
“Ehm, si certo” risposi sorridendo, cercando di sembrare tranquilla.
Non so per quale motivo ma conoscere la famiglia di Zayn mi sembrava tanto una cosa da fidanzati, e noi di certo non lo eravamo. O almeno, il mio intento era quello di non esserlo.
“Manca poco” disse Zayn girando lo sterzo a destra. Io annuii e sorrisi.
Arrivammo in un quartiere non proprio ben frequentato. Zayn svoltò a sinistra e si fermò davanti ad un palazzo a tre piani. Si slacciò la cintura ed estrasse la chiave con un gesto automatico.
Una volta scesi dalla macchina, mi prese per mano e citofonò all’interno cinque. Rispose una voce metallica e poco dopo il portone si aprì.
L’ascensore non c’era, quindi fummo costretti ad andare a piedi. Per fortuna l’appartamento si trovava al secondo piano.
Zayn suonò il campanello in modo frettoloso e in poco tempo la porta marrone scuro davanti a noi si aprì lasciando vedere una donna molto bella sulla quarantina.
“Ciao Zayn! – disse la donna abbracciandolo – Oh tu devi essere Maddie, Safaa mi ha parlato così tanto di te” disse poi indicandomi.
“Si, sono io. Piacere di conoscerla signora!” risposi entrando in casa.
“Chiamami Trisha” disse sorridendo e abbracciandomi.
Era molto gentile e cordiale.
“Zayyyyn” disse Safaa urlando e correndo verso Zayn. Quei due dovevano avere un rapporto davvero speciale.
Quando Safaa si staccò da Zayn mi salutò e io le diedi il suo regalo, mi ringraziò e poi corse a metterlo insieme agli altri saltellando felice.
Il salone era decorato con palloncini e festoni. Appesa al muro penzolava la scritta colorata “Happy Birthday”. Bambini e bambine occupavano il salone e correvano attorno al divano giocando a chissà quale gioco.
Zayn mi prese per mano e mi portò in cucina dove c’era un clima abbastanza teso. La madre di Zayn dava ordini ad una ragazza su come mettere i salatini nel vassoio rosso appoggiato sul tavolo. La ragazza sbuffava e posizionava i salatini alla meglio.
“Ehi Walihya, ti presento Madison!” disse Zayn, interrompendo il lavoro della ragazza.
“Piacere, sono la sorella di Zayn” rispose porgendomi la mano. Io gliela strinsi e poi la lasciai tornare ai salatini.
“Hai un’altra sorella?” gli chiesi sbalordita.
“Si, - si posizionò dietro di me facendo aderire i nostri corpi -e ne ho ancora un’altra!” rispose prendendomi il dito per indicare una ragazza nel salone, intenta a portare le bevande sul tavolo allestito a festa.
“Come si chiama?”
“Doniya”
Annuii sorridendo e poi  staccai velocemente il mio corpo da quello caldo e profumato di Zayn.
“Serve aiuto, Trisha?” chiesi alla mamma di Zayn, che stava prendendo alcuni piatti di plastica.
“Bé, se non ti dispiace, potresti portare questi di là” rispose porgendomi due piatti colmi di cupcakes. Io annuii e presi i due piatti.
 
La festa procedeva per il meglio. I bambini mangiavano e scorrazzavano per la casa. Lo stereo, sulla mensola, diffondeva una musica che accompagnava l’ambiente festoso. Io e Zayn eravamo seduti sul divano a mangiare, bere e scherzare. Stavo davvero bene, mi sentivo felice come non lo ero da tempo.
“Ehi figliolo, non mi presenti la tua ragazza?” disse una voce maschile alle nostre spalle. Io e Zayn ci voltammo nella direzione della voce e la sua faccia cambiò subito espressione.
“Papà, lei è Madison e non è la mia ragazza!”
“Oh, piacere di conoscerti. Io sono Jeff, il papà di Zayn” io sorrisi cordialmente e porsi la mano all’uomo in piedi dietro al divano.
“E’ arrivata la torta!” disse Doniya posando l’enorme torta sul tavolo con sopra la candelina con il numero otto. Tutti i bambini si posizionarono intorno al tavolo.
 
“E’ davvero buona la torta!” dissi a Zayn portandomi la forchetta di plastica alla bocca.
“L’ha fatta mia madre”
“Devo assolutamente farle i complimenti allora” risposi continuando a mangiare.
Zayn annuì e mise l’indice nello strato superiore della torta, di panna. Mi sorrise e fece scorrere il suo indice sopra il mio labbro.
“Ora hai i baffi di panna” disse ridendo.
“Oh davvero? – copiai i suoi movimenti di prima, con un sorriso beffardo – Ora siamo pari!”
Entrambi scoppiammo a ridere.
Prese un tovagliolo, rigorosamente rosa, e me lo passò delicatamente sopra il labbro, per eliminare ogni traccia panna. Sentivo il suo tocco delicato attraverso il tovagliolo, il suo viso così vicino al mio, le sue ciglia lunghe che si muovevano ad ogni battito di palpebra, il suo respiro fresco sul mio viso. Improvvisamente mi prese l’impulso di baciarlo, ma cercai di fermarlo subito alzandomi di scatto dal divano sotto gli occhi confusi di Zayn. Posai il piatto di plastica sul tavolino davanti a noi, e Zayn si pulì la bocca continuando a guardarmi.
 
 
Tutti i bambini se ne erano andati e in casa regnava il disordine totale e quindi mi offrii per dare una mano a mettere a posto.
Presi il vassoio delle patatine e me ne misi una in bocca.
“Per te pulire significa mangiare gli avanzi?” mi punzecchiò Zayn. Io feci una smorfia e poi sorrisi. Mi rubò una patatina dal vassoio e tornò in cucina con la pila di bicchieri di plastica usati fra le mani.
“Questo dove lo metto?” chiesi entrando in cucina con il piatto, ormai vuoto.
“Mettilo pure là sopra cara” mi rispose Trisha lanciandomi una breve occhiata.
“Bene, abbiamo finito. Andiamo a casa” disse Zayn avvicinandosi alla madre per salutarla.
“Come a casa? – chiese Safaa mettendo il broncio – E la cena del mio compleanno?”
“Zayn se vuoi restare a cena resta, io prendo una taxi e torno a casa!” mi apprestai a rispondere. Non volevo che la piccola Safaa ci rimanesse male, era il suo compleanno.
“Non se ne parla! – intervenì Trisha – Se resta lui resti anche tu”
“Oh no, grazie. Non vorrei essere di disturbo”
“Ma quale disturbo, un piatto in più a tavola non ha mai disturbato nessuno” rispose la donna.
“Ormai non puoi tirarti indietro” mi disse Zayn sorridendo. Io annuii e Safaa mi abbracciò calorosamente.
 
“Sono davvero buone queste patate” disse Zayn, rivolgendosi a Trisha.
“Si, se non vi dispiace ne prendo ancora” dissi prendendo il piatto di patate al forno, davanti a me.
“Ma certo Maddie, non preoccuparti!” rispose Trisha mostrando il suo sorriso.
“Ma voi due state insieme?” chiese Safaa, con la tipica innocenza dei bambini.
Io sbiancai. Zayn iniziò a tossire assiduamente, segno che una patata gli era andata di traverso. La mamma di Zayn sorrise e suo papà ci guardava in modo interrogativo.
Iniziai a dare dei colpi sulla schiena di Zayn, guardandolo preoccupata.
Gli porsi un bicchiere d’acqua e poco dopo la tosse si placò.
“Tutto bene?” chiesi. Zayn annuì e continuò a bere.
“Allora?” insistette Wahilya.
Zayn mi guardò, io feci lo stesso. Tutti gli occhi dei presenti erano puntati su di noi, ma in quel momento sembrava che non ci fosse nessuno nella stanza tranne noi. Occhi negli occhi.
Doniya si schiarì la voce, attirando la nostra attenzione.
“No, noi non..”
“Siamo solo amici” disse Zayn duramente, interrompendomi.
 
“Ti do una mano a lavare i piatti” dissi a Trisha, avvicinandomi al lavello. Lei annuii e mi passò la spugna gialla e verde.
“Fra te e Zayn è tutto ok?” mi chiese.
“Si, certo” risposi dopo un attimo di esitazione.
Continuammo a lavare i piatti in silenzio, l’unico rumore era l’acqua che scorreva.
“Credo di non aver mai visto Zayn guardare una ragazza come guarda te” disse Trisha, così, dal nulla.
Quelle parole mi spiazzarono, cosa stava cercando di dire? Ho cercato di convincermi che quell’attrazione che Zayn provava nei miei confronti fosse solo, appunto, una semplice attrazione e nulla di più. Speravo che quelle sue attenzioni nei miei confronti, quel bacio, fossero state dettate da un’attrazione momentanea. Ma ripensandoci bene, forse, quello era solo ciò di cui stavo cercando di convincere me stessa, per non sentirmi in colpa.
“Sai, – continuò lei, non avendo una risposta da me – siamo sempre stati una famiglia unita e benestante. Poi, da quando hanno licenziato mio marito, è cambiato tutto. Lui è diventato un altro, ha iniziato a bere, non ha voluto può cercare lavoro e infine ci siamo trasferiti qui quando Zayn aveva appena iniziato le superiori.
E’ Zayn che ci porta i soldi per andare avanti, quasi ogni mese. Io faccio quel che posso, qualche lavoro saltuario ogni tanto.
Zayn è arrabbiato con Jeff perché non vuole più cercare un lavoro, prima avevano un rapporto bellissimo ed ora è già tanto se si salutano.”
Io rimasi ad ascoltarla con stupore. Dimenticandomi dell’affermazione che aveva fatto poco prima.
Non capivo il perché di questa sua confessione, tutta quella fiducia nei miei confronti. Vidi una lacrima scendere dal suo occhio e mi prese l’impulso di abbracciarla.
Non so per quanto siamo rimaste abbracciate, lì in quella cucina con l’acqua che scorreva attraverso il rubinetto di metallo e si scontrava sui piatti di vetro che giacevano dentro al lavello.
 
ZaynPov
 
Guardavo Madison rapito dalla sua risata e dal suo rapportarsi così bene con la mia famiglia. Era lì, seduta sul divano, circondata da mia madre e da Safaa. Parlava e scherzava con loro come se facesse parte della famiglia da sempre, sapevo che lei era quella giusta, che aveva quel qualcosa di speciale.
I miei pensieri furono interrotti dal suono del mio cellulare, proveniente dalla tasca. Lo presi in mano e lessi il nome sul display, mi alzai di scatto e andai in cucina.
“Dimmi” dissi duramente.
“Devi venire qui, domani”
“Devo portare la roba per Tom?”
“Si! Stai attento a non farti beccare, non vogliamo altri incidenti, Malik”
“Starò attento!” risposi con convinzione e chiusi la chiamata. Alzai lo sguardo verso la porta della cucina e, solo in quel momento, mi accorsi che mia madre mi fissava appoggiata allo stipite della porta. 



Eccomi quaaaa! Lo so, è passato tantissimo tempo dall'ultima volta che ho aggiornato però vi avevo avvertito che ci avrei messo un pò di tempo quindi mi perdonte? *simetteinginocchio*.
Parlando del capitolo devo dire che mi sembra più lungo rispetto agli altri ed è principalmente incentrato sulla festa di Safaa, ci sono un pò di momenti Zaddie e spero che vi piacciano :) 
Ho visto che alcune di voi hanno aggiornato e mi hanno chiesto di passare dal capitolo e io vi giuro che vorrei tanto ma in questo periodo non sono quasi mai a casa, ma sicuramente appena avrò qualche minuto libero passo di sicuro e lascio anche una recensione! Quindi scusate e capitemi se in questo periodo non sono tanto presente. 
Mi farebbe piacere sapere cosa pensate di questo capitolo visto che a me piace di più rispetto ad altri che ho scritto! 
Pooooi volevo lasciarvi i miei recapiti(?) ahahahah.
Allora: 

Twitter  (non ho ancora twittato niente perchè l'ho fatto da poco però pensavo di avvisarvi lì quando aggiorno senza mandarvi messaggi) 
Instagram
Tumblr 
S
e volete vi lascio pure l'indirizzo Tumblr della mia migliore amica, la mia assistente qui su EFP e quella che mi ha appoggiato e spinto a pubblicare questo schifo di FF. 
Tumblrmiglioreamica
H
O anche Facebook ma darlo così non mi piace molto, quindi per chi lo volesse mi contatti privatamente nei messagi di posta su EFP
Ho finitoooo! 
Vi saluto, spero che il capitolo vi piaccia e che abbiate voglia di lasciarmi la vostra opionione!
Ciao bellissiiiiime 



                    

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Capitolo 19
*** Bed Night ***




 
Bed Night

 
TrishaPov
 

Avevo passato tutta la notte a ripensare a quello che avevo sentito ieri sera. Zayn che parlava al telefono con chissà chi, e quel “portare la roba per Tom”. E’ noto che per “roba” s’intende la droga e questo spiegava come Zayn riuscisse a guadagnare tutti quei soldi in così poco tempo. Avevo già da tempo i miei dubbi, tutto quel mistero sul suo presunto lavoro, i soldi guadagnati in fretta, il suo occhio nero e il labbro sanguinante.
I miei pensieri furono interrotti dalla porta della cucina che veniva aperta con forza.
“Buongiorno” disse mio marito, sedendosi sulla sedia, in attesa della sua colazione. Gli misi davanti il piatto con le uova strapazzate affiancate da due grosse strisce di bacon e la sua tazza fumante di caffè.
Mi sedetti di fronte a lui e lo guardai mangiare, pensierosa. Lui alzò la testa e incontrò il mio sguardo.
“Che hai da guardare?”
“Niente, stavo solo pensando!”  dissi scuotendo la testa nervosamente.
“A cosa?” chiese posando la forchetta e prendendo la tazza di caffè davanti a lui.
“A Zayn”. Lui mi guardò confuso e io iniziai a spiegargli la situazione e i miei dubbi che ne dipendevano. Lui mi ascoltò con interesse, continuando a mangiare di tanto in tanto e io cercavo di trattenere a stento le lacrime per la disperazione.
“Tu ne sapevi qualcosa?” chiesi, infine.
Jeff abbassò lo sguardo e scosse la testa. Io conoscevo fin troppo bene mio marito, ormai.
“Jeff!” lo ammonii con fermezza.
Lui mi guardò e tirò un sospiro, in segno di resa.
“Gliel’ho suggerito io di farlo. – guardai mio marito stupita – Non fare quella faccia, Trish! Lo sai anche tu che ci servono i soldi nella nostra situazione”.
“E per guadagnare i soldi mio figlio deve diventare un delinquente, Jeff?” urlai con disperazione.
“Sai perfettamente che stiamo andando avanti quasi ogni mese con i soldi che ci porta Zayn”
“Lo so, ma se è questo il prezzo da pagare allora preferisco vivere sotto un ponte! E tu pensa a trovarti un lavoro, disgraziato!”.
Mio marito sbarrò gli occhi e scosse la testa deciso.
“Nessun lavoro è adatto a me!”
“Non vuol dire  che se stato licenziato una volta allora non sai lavorare!”
“Smettila Trisha! Zayn lavora, ci porta i soldi e va tutto bene”
“No che non va bene, Jeff! Non capisci che spacciare droga è un reato? Non me ne frega un cazzo dei soldi, io devo proteggere mio figlio da te e da quei delinquenti per cui lavora! Chiamo la polizia”
La mano grande e possente di Jeff colpì in pieno la mia guancia, e parte del mio labbro che iniziò a sanguinare.
Mi alzai di scatto e andai verso il telefono, sulla mensola del salone. Sapevo già cosa dire alla polizia, mi ero preparata il discorso durante la notte. Avrei fatto passare Zayn come vittima di quei pusher.
 
 
 
MadisonPov
 
“Buongiorno Maddie! Dai su, svegliati” disse Allie con la sua voce squillante, cercando di svegliarmi. Io aprii prima un occhio e poi l’altro, incontrando il viso allegro della mia migliore amica.
“Buongiorno” sbiascicai, alzandomi dal letto. Mi portai una mano alla testa, mi tolsi i capelli spettinati dal viso e andai in bagno.
“Ti ho preparato la colazione!” sentii urlare Allison, prima di chiudermi la porta del bagno alle spalle.
 
“Eccomi” dissi entrando in cucina, decisamente più sveglia di qualche minuto fa. Mi sedetti e in poco tempo Allie mi fece trovare i pancake ricoperti di sciroppo d’acero con le fragole che ornavano il piatto. Era decisamente la mia colazione preferita e, Allie, senza alcun dubbio, doveva dirmi qualcosa.
Io iniziai a mangiare un pezzo di pancake, seguito poi dalla fragola di un rosso acceso.
“Buongiorno bellissime!” esordì Louis, entrando in cucina.
Lo salutai con un cenno della mano, e tornai a concentrarmi sulla mia colazione.
“Ti ho preparato anche la spremuta!” disse Allie sorridendo, porgendomi il bicchiere colmo del liquido arancione.
“Grazie! Dai avanti, che devi dirmi?” chiesi ad Allie, avendo ormai capito il suo gioco.
Louis ci guardò, in attesa che il discorso continuasse e intanto iniziò a giocherellare con Aron.
“Assolutamente niente, volevo prepararti una ricca colazione!” rispose sorridendo esageratamente.
Alzai un sopracciglio e arricciai le labbra in una smorfia.
Louis prese Aron in braccio e si sedette accanto a me, continuando a guardare me ed Allison.
“Maddie, ecco vedi.. noi” iniziò a parlare Louis, ma venne interrotto dalla voce acuta di Allison.
“Louis!” urlò al ragazzo accanto a me.
“Si può sapere cosa succede?” sbottai, infastidita da quella situazione.
“Stiamo insieme” annunciarono all’unisono i miei amici.
Io rimasi stupita da quelle parole, sbarrai gli occhi e la bocca e loro mi guardarono confusi e dispiaciuti.
“Ma è fantastico! – mi alzai dalla sedia e corsi ad abbracciarli – Finalmente ce l’avete fatta!”
Loro mi abbracciarono e mi sorrisero felici. Poi mi avvicinai a Louis e lo presi per un polso, stringendolo forte.
“Sia chiaro, se la fai soffrire io ti spacco la faccia!”.
Louis annuii serio ed io sorrisi e lo abbracciai di nuovo.
Finalmente quei due ci erano riusciti, stavano insieme e la cosa mi rendeva davvero felice.
 
ZaynPov
 
Parcheggiai la macchina nella periferia di Londra, a Brixton. Dovevo incontrare Tom, dargli la busta che aveva chiesto e andare via cercando di passare inosservato. Era da un po’ di tempo la polizia di Londra aveva iniziato a controllare anche le zone non molto popolate, specialmente nelle ore notturne. Svoltai l’angolo e cercai Tom con lo sguardo. Non c’era. Feci aderire la mia schiena al muro grigio e freddo e tirai su la gamba destra, appoggiando il piede al muro.
“Ehi Malik!” mi sentii chiamare. Alzai la testa nella direzione di quella voce e vidi le figure di Fred e Josh, illuminate da quei pochi lampioni che giacevano su quella via,  avvicinarsi a me.
“Non avevamo detto che non volevamo altri incidenti?” disse Josh mettendosi le mani in tasca.
“Tom è stato arrestato poco fa!” spiegò Fred, prima di sputare per terra.
“E cosa c’entro io?” dissi con sicurezza.
“Chiedilo alla tua mamma!” rispose Josh, dopo avermi dato un pugno all’altezza dello stomaco che mi fece accovacciare per qualche secondo.
Alzai lo sguardo, pieno di confusione.
“Mia mamma?”
“Si, Malik! La polizia ha detto che gli era arrivata una soffiata da una madre disperata per suo figlio, e così hanno trovato Tom”.
Un altro pugno andò a colpirmi il viso, questa volta fu Fred. Sentivo il sangue che gocciolava dallo zigomo, non provavo nemmeno a reagire a tutti quei colpi che arrivavano al mio corpo.
Dopo l’ennesimo colpo alla stomaco, sferrato nuovamente da Josh, finii a terra. Sentivo i calci che andavano a colpire ogni parte del mio corpo. Quando furono soddisfatti, ed io ero ancora per terra, mi tastarono in cerca della busta e non appena sentirono le sirene corsero via.
Chiusi gli occhi e, l’ultima cosa che vidi prima di perdere i sensi, fu il viso sorridente di Madison. La mia Madison. 




Salve Pelle Pampineee! :) Ci ho messo tanto per aggiornare, lo so, mi dispiace. Mi perdonate? *facciadacucciolo*
Lunedì ricomincia la scuola ed io non psicologicamente pronta! Qualcuna di voi ha già cominciato? 
Vabbè ma non parliamo di queste brutte cose, parliamo del capitolo :) 
Allora finalmente la verità sul lavoro e sulla famiglia di Zayn viene a galla! Abbiamo un pov di Trisha che, nonostante la mia contrarietà, ho dovuto mettere per rendere più chiaro lo scorrere della storia.
 Voi avevate altre idee in mente? Avevo già letto qualcosa e qualcuna di voi pensava che Zayn centrasse con l'incidente di Luke, ma mi dispiace deludervi, anche se non vi nascondo che inzialmente avevo avuto quest'idea ahahah. 
Finalmente Louis ed Allie hanno reso pubblica la loro relazione e Maddie non può essere altro che felice, tralasciando le minacce al nostro povero Louis! 
Vabbè io mi dileguo che devo uscire, spero che abbiate voglia di fami sapere la vostra opinione riguardo a questo capitolo. Il prossimo sarà maggiormente incentrato su Madison e Zayn, ricco di tanti momenti Maddie! 
P.S: avete visto This Is Us? 


 
                                                                                                                                                                                                                                                                                                              
 

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Capitolo 20
*** Like a song ***


  


Like a song
 

                 
Ero emozionata all’idea di iniziare il tirocinio in ospedale. L’anno scorso, quando avevo iniziato l’università, alle matricole era stata concessa una sola settimana di tirocinio in cui non avevo fatto praticamente niente. Quest’anno invece ci è stato permesso di visitare i pazienti assieme ai dottori, di medicarli nel caso in cui non fossero gravi e di assistere a qualche intervento.
Varcai la soglia dell’ospedale accompagnata da alcuni dei miei compagni di corso, purtroppo Niall era stato mandato in un altro ospedale.
Appena entrai l’odore tipico degli ospedali s’impadronì delle mie narici. Mi avvicinai alla reception,  mi presentai e poi un’infermiera sulla quarantina, alta, con i capelli scuri raccolti in una coda e con gli occhi azzurri molto espressivi, mi accompagnò nelle spogliatoio, mi mostrò il mio armadietto, il mio camice bianco, mi spiegò gentilmente le cose principali e mi disse che per oggi sarei stata seguita dal dottor Jack Doson.
Mi cambiai frettolosamente e indossai il camice bianco a cui attaccai il tipico cartellino con la mia foto stampata sopra affiancata dal mio nome. Mi legai velocemente i capelli facendo una coda alta ed uscii dagli spogliatoi.
“Lei è la signorina Madison Kyle?” mi chiese un uomo alto, con i capelli brizzolati e con gli occhi castani.
“Si sono io, piacere! E’ lei il dottor Jack Doson?”. L’uomo davanti a me mi strinse la mano e annuì, poi mi fece segno di seguirlo e io cominciai a camminare cercando di tenere il suo passo molto veloce e sicuro.
Ci fermammo davanti alla stanza 204, il dottore bussò alla porta ma non ricevette nessuna risposta. La aprì  e mi fece entrare per prima, e poi si chiuse la porta alle spalle.
Sul letto vidi un ragazzo sdraiato, in realtà l’unica cosa che vedevo era la sua schiena visto che stava dormendo su un fianco.
“Questo ragazzo – iniziò il dottor Doson, attirando la mia attenzione – è stato portato qui questa notte, al nostro pronto soccorso, privo di sensi. A quanto pare è stato picchiato, gli sono state diagnosticate due costole rotte, la terza e la quarta della parte destra, la spalla sinistra lussata e delle lesioni sul volto. Ora lo sveglio, lo visito e tu dovrai assistermi e poi ti lascerò con lui per cambiargli le medicazioni. Chiaro?”
Io annuii e iniziai a seguire ogni movimento del dottore. Si avvicinò al ragazzo e lo svegliò. Lui emise qualche grugnito, si girò ed aprì gli occhi. In quel momento sentii il mio cuore battere all’impazzata.
“Signorina Kyle, va tutto bene?” chiese il dottore.
Io annuii con veemenza, puntando i miei occhi in quelli del dottore.
Il ragazzo, o meglio Zayn, nel frattempo si era seduto sul letto, aspettando di essere visitato. Il dottore si avvicinò, si mise lo stetoscopio alle orecchie ed iniziò ad auscultare Zayn. Io rimasi lì, ferma accanto alla porta intenzionata a prestare attenzione a tutto ciò che faceva il dottore, ma distratta del pensiero che quel paziente non era uno qualunque, ma era Zayn.
Poi, il dottor Doson, tolse le medicazioni a Zayn e mi chiese di avvicinarmi. Notai i suoi numerosi lividi sul torace gonfio, l’osso della scapola in fuori perfettamente visibile, i punti di sutura sul labbro spaccato, il cerotto sullo zigomo destro e l’occhio contornato da un grosso livido di un viola intenso. Cercai di evitare il suo sguardo, che sentivo addosso a me. Il dottore mi spiegò velocemente i vari danni riportati e iniziò a visitargli le parti lese facendo molta attenzione. Vidi il viso di Zayn contorcersi in una smorfia di dolore quando il dottor Doson iniziò a tastare il torace, toccando le costole rotte.
“Zayn, giusto? – chiese il dottore a Zayn, che annuì- Posso darti del tu?”. Zayn annuì nuovamente al dottore, e poi lo guardò in attesa che lui continuasse a parlare.
“Come ti è stato detto stanotte al pronto soccorso, hai due costole rotte, la spalla sinistra lussata e varie lesioni sul volto. Ti lascio nelle mani della signorina Kyle, la nostra tirocinante, così che ti possa medicare”.
“Mi raccomando, stringa bene la fascia intorno alle costole. Quando ha finito mi venga a cercare nel mio ufficio.” disse poi rivolgendosi a me.
Salutò me e Zayn e poi uscì dalla porta, chiudendola e lasciandoci da soli nel più completo silenzio.
Mi avvicinai a lui e mi misi i guanti. Non sapevo da che parte cominciare, così decisi di iniziare dallo zigomo visto che era il lavoro più semplice. Gli tolsi delicatamente il cerotto e guardai la ferita, era lunga e si intravedeva ancora il sangue rosso. Presi il disinfettante, bagnai il cotone e iniziai a tamponare la ferita con delicatezza.
“Ti faccio male?” chiesi.
“No, tranquilla” rispose accennando un sorriso dolorante per via del labbro spaccato.
Gettai il cotone sporco e presi il cerotto bianco, glielo posizionai sopra alla ferita e mi assicurai che fosse ben attaccato.
“Che ti è successo?” chiesi mentre gli guardavo il labbro, rosso, gonfio e con i punti sul lato destro inferiore.
“Il dottore non ti ha spiegato niente?”
“Si, ma voglio che sia tu a dirmelo!” risposi, puntando i miei occhi nei suoi.
“Credimi, non vuoi saperlo!” si limitò a rispondere.
Mi concentrai sulla sua spalla sinistra, quella lussata. Mi avvicinai ulteriormente a lui, tanto da poter sentire il suo respiro sul lato sinistro del mio collo. Gli tastai la spalla con delicatezza, cercando di fargli il minor male possibile e ripetendo nella mia mente il significato medico di una lussazione.
Presi la fasciatura da mettere sulla spalla, sotto lo sguardo attento di Zayn, la strinsi non molto forte, sapevo che poi sarebbe dovuto venire l’ortopedico per mettergliela a posto.
Ora toccava al punto più doloroso, le due costole rotte. Guardai il suo torace che si presentava nudo sotto i miei occhi, sentii che il mio cuore prese a battere più velocemente del dovuto.
“Ora cosa fai?” mi chiese Zayn, con l’aria preoccupata.
“Ti devo fasciare il torace, per tenere ferme le costole fino a che l’osso non si riattacca. Sentirai un po’ male, mi dispiace”.
Iniziai ad avvolgere la fasciatura bianca attorno alla vita di Zayn, guardando il suo volto assumere varie espressioni di dolore.
“Certo che ti hanno picchiato proprio bene per ridurti in questo modo!” dissi fermandomi per un attimo, giusto per farlo riprendere dal dolore.
“Ti prego lasciamo stare questo discorso, ok?” disse in tono di supplica. Io annuii e tornai ad occuparmi delle sue costole.
“Ho finito. – dissi poco dopo – Più tardi verrà l’infermiera per farti la flebo, credo che ti daranno dei sedativi per sentire meno il dolore e potresti avere un po’ di sonnolenza. Riposati ora, tornerò tra un po’ per vedere come stai!”. Mi incamminai verso la porta, sentii la mano di Zayn bloccarmi e poi mi voltai nella sua direzione.
“Grazie, per tutto!” sussurrò. Mi avvicinai per sistemargli meglio il cuscino, e gli feci poggiare la testa su di esso. Lui mi cinse il fianco e mi fece avvicinare a lui, fino a toccare la mia guancia con le sue labbra. Alzai lo sguardo e incontrai il suo, così profondo e intenso. Per la terza volta in quella mattina sentii il mio cuore aumentare la sua frequenza. Gli sorrisi e mi allontanai respingendo la voglia che avevo di toccare di nuovo quelle labbra.
 
 
Dopo aver girato per tutto l’ospedale, finalmente, trovai l’ufficio del dottore. Bussai alla porta e dopo aver sentito “avanti” entrai.
“Ha finito con quel ragazzo?”
“Si, gli ho cambiato tutte le medicazioni”
“Ha avuto qualche problema”
“ No, non direi!”.
Il dottore annuii e poi tornò a guardare i documenti che aveva sulla scrivania.
“Scusi? – spostai la sedia e mi sedetti – Posso farle una domanda?”.
Lui mi guardò e annuii, in attesa di sentirmi parlare.
“Sa dirmi cosa gli è successo?”
“Perché vuole saperlo?”
“Curiosità”
“Mi dispiace, non posso darle quest’informazione. A meno che lei non mi dica cosa c’è fra lei e quel ragazzo”.
Spalancai la bocca e sentii le guance arrossarsi velocemente.
“Cosa, scusi?” cercai di contenermi.
“Signorina, ho visto i vostri sguardi, sa? Comunque, non mi interessa sapere i fatti suoi. Il ragazzo è stato portato qui dalla polizia durante la notte, pare che sia coinvolto in un traffico illecito di droga. E ora mi scusi ma c’è la pausa pranzo, ci vediamo tra un’ora.”
Uscii dal suo ufficio e mi lasciò lì, con la bocca spalancata e gli occhi sbarrati. Zayn è uno spacciatore?
 
 
Camminavo a passo svelto in direzione della sua camera, la 204. Una volta arrivata, la spalancai con foga e mi trovai il suo sguardo confuso addosso.
“Droga? Tu spacci droga, Zayn?” gli urlai contro.
“Non urlare! – disse urlando a sua volta – Chiudi la porta che ti spiego”.
Feci come mi aveva chiesto e poi mi sedetti sul letto in attesa delle sue spiegazioni.
“Sono stato costretto a farlo, Maddie. Mio padre mi ha consigliato di farlo. Era necessario per portare i soldi a casa, dovevo mantenere la mia famiglia, avevo quel dovere capisci? Lui ormai ci aveva rinunciato, mia madre faceva e fa già tanto in casa, Safaa e Walyhia sono piccole e Doniya studia fuori Londra. Rimanevo solo io, e ho dovuto farlo. Ma ti giuro che non ho mai preso niente di quella roba, mi ha sempre fatto schifo anche solo toccarla”. Zayn scoppiò in lacrime ed io rimasi lì immobile e inerme davanti a quello che mi si presentava sotto gli occhi. Mi fiondai su di lui e lo strinsi forte. Gli presi il viso fra le mani e gli asciugai le lacrime che ricadevano velocemente sulle sue guance.
“Ci sono io con te, ora!” gli sussurrai all’orecchio.
Ci guardammo, in silenzio, e in quel momento sentii che dovevo fare una cosa, avevo un bisogno immediato delle sue labbra a contatto con le mie. Senza pensarci, senza ascoltare la voce nella mia testa che mi diceva che non avrei dovuto farlo, mi avventai sulle sue labbra morbide.
Lui, dopo un primo momento di stupore, schiuse le labbra e fece incontrare le nostre lingue. In quel momento mi sentii viva, come non succedeva più da tempo ormai.
Il rumore della porta che si apriva ci fece staccare di scatto, ed io balzai in piedi.
“Zayn, tesoro, come stai?” disse Trisha entrando frettolosamente, seguita dal resto della famiglia di Zayn. Mancava solo Doniya.
“Abbiamo interrotto qualcosa?” chiese Walyhia, maliziosamente.
Zayn tossicchiò, e poi rispose a sua madre cercando rassicurarla.
 
Ero appena uscita dalla camera di Zayn, volevo lasciarlo un po’ da solo con la sua famiglia. Lasciai la porta della camera aperta e mi appoggiai al muro di fronte, di un azzurro chiaro.
“Ehi Maddie” riconobbi la voce di Liam.
Rimasi stupita di trovarlo lì, sorrisi in modo confuso e lo guardai venirmi in contro con il suo solito sorriso amichevole. Mi diede un leggero bacio sulla guancia e poi mi squadrò dalla testa ai piedi.
“Stai benissimo con il camice!” disse sorridendo.
“Grazie! Che ci fa qui?”
“Niente, sono solo passato a vedere come stava andando il primo giorno di tirocinio della mia Maddie!”.
 
 
ZaynPov
 
Mia madre e mio padre non si parlavano, non si guardavano nemmeno in faccia. Lui se ne stava sulla sedia, all’angolo, e mia mamma era seduta sul mio letto che mi guardava con compassione.
Walyhia e Safaa erano sul letto accanto al mio che giocavano con il telefono di Walyhia. E io, in tutta quella situazione, ero concentrato sulla voce di Maddie che rimbombava nel corridoio. Non era la sola voce che sentivo. Mi sporsi un po’ dal letto, fino ad intravedere la figura di Madison appoggiata al muro, accanto a lei un ragazzo, che individuai come il proprietario della seconda voce.
Lui la guardava e sorrideva e lei faceva lo stesso, ma ogni tanto spostava l’attenzione sul pavimento lucido del reparto.
“In realtà, -  disse lui prendendole la mano – non so qui solo per vedere come sta andando il tuo primo giorno di tirocinio. Volevo invitarti a cena, una di queste sere, se ti va. Pensavo di andare al nuovo locale in St Patrick Street, è un ristorante italiano. L’unico in quella via”.
Dopo un attimo di titubanza Maddie annuii, e il mio cuore smise di battere per un attimo.
“Va bene, però dopo le vacanze di Natale. Sai, volevo passare il natale con i miei. Va bene il tre di gennaio?” disse Madison. Il ragazzo accanto a lei sorrise ed annuii poi le posò un bacio sulla guancia.
“Ora scusa, ma devo andare! Ci sentiamo, ciao Liam”.
Quando vidi Maddie allontanarsi, portai nuovamente la mia testa sul cuscino sotto lo sguardo confuso di mia madre.
“Tutto bene, Zayn?”
“Si!”
“Signori? Scusate il disturbo, ma dovreste uscire perché devo fare la flebo al ragazzo!” disse l’infermiera entrando in camera con il carrello con tutto l’occorrente per la flebo.
“Certo! Andiamo via, ci vediamo domani tesoro!” disse mia madre, lasciandomi un bacio sulla fronte. Safaa e Walyhia fecero lo stesso, mentre mio padre non mi degnò nemmeno di uno sguardo.
 
 
“Kim? Pronto?”
“Zayn? Ciao! Dimmi tutto” sentii la sua voce squillante attraverso il telefono.
“Hai impegni per il tre gennaio?” le chiesi, grattandomi la nuca.
“Il tre gennaio?”
“Rispondi!” la incitai.
“Sono libera come l’aria, per ora”
“Perfetto! Ti va di farmi un favore enorme?”
“Spara”
“Vuoi venire a cena con me in un ristorante italiano? Giuro che poi ti spiegherò con più calma, ma ora dimmi solo si o no!”
“Va bene, verrò a cena con te!”
“Grazie Kim, ti devo un favore!”
Sorrisi e chiusi la chiamata, sapevo che lei sarebbe stata disponibile.
 
 
MadisonPov
 
Entrai in camera di Zayn per controllare come stava, sentivo ancora il suo sapore sulle mie labbra e ogni volta che ripensavo a quel momento il mio stomaco faceva la capriole.
Controllai il liquido nella flebo e poi spostai lo sguardo su Zayn, stava dormendo.
“Maddie?” chiese confuso.
“Si, sono io. Come stai?”
“Benissimo, con questa cosa che mi avete attaccato non sento niente!”. Sorrisi per il suo modo di esprimersi e continuai a guardarlo.
“Sei bellissima quando sorridi! Uuuuh sai una cosa? Tu mi piaci davvero tanto, ma tanto tanto!”
Cercai di tenere a freno il mio cuore, sapevo che il motivo per cui parlava così erano i sedativi presenti nella flebo. Così, mi limitai a sorridere ed annuire.
“No Maddie, dico davvero! Hai presente quando pensi ad una canzone che ti piace? – io annuii divertita da quella situazione -  Vuoi riascoltarla a tutti i costi in quell'istante, la vuoi sentire talmente tanto che lasci perdere qualsiasi cosa tu stia facendo, prendi le cuffie e ti metti ad ascoltarla?  Ecco, tu per me sei come quella canzone."





Ehi Bellezze! Sono riuscita ad aggiornare dopo una settimana, mi sento soddisfatta ahahahah. 
Vi devo assolutamente ringrazie per le bellissime recensioni che avete lasciato allo scorso capitolo, siete responsabili della mia felicità e per questo vi devo ringraziare! :)
Detto questo, passiamo al capitolo: l'ho immaginato nella mia testolina fin dagli inizi di questa fanfiction, e alcune di voi  avevano già capito quello che sarebbe successo quindi spero di non avervi deluse! E' un pò più lungo rispetto agli altri capitoli e spero che vi faccia piacere. Poi vabbè che dire di questo bacio voluto da Maddie? Ve l'aspettavate?. Però accetta un invito a cena da parte di Liam, ma non vi preoccupate ;) (ooops, spoiler). 
Il capitolo si conclude con una "dichiarazione" da parte di Zayn, che ritengo molto dolce e forse è una delle poche cose che mi piace del capitolo, nonostante ci abbia lavorato davvero tanto! 
Vabbè, che altro dire? Niente, spero che abbiate voglia di farmi sapere cosa pensate di questo capitolo, se vi è piaciuto o se vi aspettavate qualcosa di più o di diverso! Sono curiosa di sapere le vostre opinioni, so, let me know ahahhahah. 
Nel prossimo capitolo ci sarà un pò di Lallie! 
OK, ora me ne vado davvero! 
Ciao splendori, vi adoro! ♥




                    
 

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Capitolo 21
*** Disappointment ***





Disappointment
 

Ovviamente, come sempre, dopo tutto quello che era successo - Zayn che spacciava droga, il nostro bacio, la dichiarazione di Zayn spinto dai sedativi - non ero riuscita a chiudere occhio per tutta la notte. Guardai la sveglia sul mio comodino, che segnava le 6.15, sbuffai e scostai le coperte rabbrividendo per la differenza di temperatura.
Andai verso il bagno, mi guardai allo specchio e notai sul mio viso i segni, ben visibili, della notte passata in bianco. Aprii il rubinetto nella speranza che l’acqua fredda cancellasse le tracce di quella notte.
Strisciai i piedi fino alla cucina e rimasi sorpresa di trovare lì Allison, intenta a preparare l’impasto dei pancake.
“Buongiorno” dissi avvicinandomi a lei e cercando di sembrare il più sveglia possibile. Allison si girò e mi rivolse uno sguardo allegro e sicuramente molto più sveglio del mio.
“Tesoro, scusa se te lo dico, ma non hai una bella faccia! Sei un po’ pallida, che ti è successo? Ti senti bene?”.
In quel momento tutti i miei propositi di sembrare sveglia e riposata andarono in frantumi.
“Non ho chiuso occhio” ammisi, sedendomi sulla sedia e lasciando che la mia fronte si appoggiasse al tavolo.
“Come mai?” chiese lei preoccupata, poggiando la mano sulla mia schiena.
“Zayn ieri era nell’ospedale in cui faccio tirocinio, ho scoperto che spaccia droga ed è stato picchiato, poi l’ho baciato e, sotto sedativi, mi ha fatto una dichiarazione!”
“Oh, wow. Che giornata impegnativa! E tu cosa hai risposto alla sua dichiarazione?”
“Sono scappata! – Allie emise un versetto di stupore – Ho approfittato del fatto che non era pienamente cosciente e me ne sono andata”
“Maddie!” mi rimproverò.
Io alzai la testa e incontrai i suoi occhi fissi sui miei e il suo viso contorto in un’espressione di comprensione e preoccupazione.
“No aspetta, aspetta, aspetta! Hai detto che Zayn spaccia droga?”
“Per guadagnare soldi per la sua famiglia!”
“E tu gli credi?”.
Annuii con sicurezza e mi alzai dalla sedia, sotto lo sguardo attento e preoccupato della mia migliore amica.
“Allie? Hai abbandonato l’impasto dei pancake!”
“Oh cazzo! – disse alzandosi di scatto dalla sedia – Devo muovermi, voglio preparare la colazione per Louis”
Sorrisi davanti alla sbadataggine e dolcezza di Allie e scossi la testa sorridendo, mentre andavo verso il frigo per prendere il latte.
 
 
LouisPov
 
“La tua colazione era squisita” dissi ad Allie, seduta al mio fianco, mentre parcheggiavo la macchina nell’ampio parcheggio dell’università. Lei mi regalò uno dei suo splendidi sorrisi e si avvicinò a me per stamparmi un bacio sulle lebbra. Quando lei si staccò io mi riavvicinai, sentendo ancora il bisogno delle sue labbra a contatto con lei mie, e le rubai un altro bacio, questa volta più passionale.
Scendemmo entrambi dalla macchina e varcammo l’immenso portone dell’università, mano nella mano.
Lei salutò alcune delle sue compagne di corso ed io vidi Liam parlare con una ragazza, vicino ai distributori automatici.
Allie mi salutò, avvicinandosi alle sue compagne. Io feci lo stesso e andai in contro a Liam che mi salutò con un sorriso e un cenno della mano.
“Finalmente sei arrivato” disse Liam posandomi la mano sulla spalla. La ragazza accanto a lui arrossì e io sorrisi al mio amico.
“Mi stavi aspettando?”
“In realtà, ti stavo aspettando io!” disse la ragazza accanto a Liam. La guardai. Era molto bella, aveva i capelli lunghi e molto scuri. Gli occhi di un castano intenso e un sorriso luminoso. Rimasi stupito da quelle parole e la guardai confuso.
“Ci conosciamo?”
“No, – rispose lei mettendosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio – ma spero di poterlo fare! Io sono Maya, piacere” mi porse la mano e io gliela strinsi, dicendo il mio nome.
“Da oggi seguirà con noi il corso di marketing” disse Liam, posando il suo braccio attorno alla vita della ragazza. Io annuii e sorrisi. Poi guardai l’orologio al mio polso, un regalo di mio padre, e sbarrai gli occhi. Era tardissimo. Salutai con fretta Liam e Maya e mi avviai verso l’aula di marketing.
“Ehi, Louis! – mi voltai, sentendomi chiamare – Facciamo marketing insieme, te ne sei già dimenticato?” disse Maya correndomi dietro e mostrandomi un sorriso malizioso. Mi fermai in mezzo all’ampio corridoio in attesa che la ragazza mi raggiungesse, seguita da Liam.
 
AllisonPov
 
Il rumore delle voci degli studenti dell’università si riversava negl’immensi corridoi del King’s College. Camminavo velocemente nel corridoio di marmo lucido, producendo il classico ticchettio provocato dai tacchi. Tenevo stretto a me il quaderno con gli appunti di diritto penale, e il mio sguardo scorreva velocemente i volti di tutti alla ricerca di quello di Louis. Sentii il mio telefono squillare e, poco dopo, la borsa iniziò a vibrare assiduamente. Mi fermai in mezzo al corridoio, aprii la borsa e mi misi alla ricerca del mio blackberry, intenta a porre fine a quel suono. Finalmente lo trovai, feci appena in tempo a leggere il nome di Maddie sul display e poi portai il telefono all’orecchio.
“Ehi, dimmi tutto!” dissi, riprendendo a camminare velocemente e continuando a cercare il viso di Louis.
“Ho visto Zayn” sentii rispondere Maddie.
“E..?” la incitai a continuare. Nel frattempo io sorrisi felice, avendo finalmente trovato Louis.
“E non si ricorda niente di ieri sera” rispose lei sbuffando appena, quasi in modo impercettibile.
“Oh, Maddie, mi disp..” Lasciai la frase in sospeso, non potendo credere a quello che si presentava a pochi metri da me. Mi fermai nuovamente in mezzo al corridoio. Sentivo in sottofondo la voce di Maddie che ripeteva il mio nome, ma io ero completamente lontana da quel luogo. Sbattei gli occhi più e più volte, un po’ perché volevo essere sicura di quello che stavo vedendo e un po’ perché volevo impedire alle lacrime di uscire.
Ogni volta che riaprivo gli occhi, dopo averli sbattuti, l’immagine era sempre la stessa: una ragazza con i capelli scuri e lunghi stava baciando Louis. Le sue labbra, proprio come le mie qualche ora fa, erano attaccate a quelle di Louis, che sembrava bearsi di quel contatto.
Ripresi il controllo di me stessa e mi occupai della mia amica, dall’altro capo del telefono.
“Maddie, scusa, devo andare! Ci sentiamo dopo” chiusi la chiamata, senza aspettare una sua risposta, e riposi il telefono in borsa. Mi asciugai una lacrima con il dorso della mano e ripresi a camminare più velocemente di prima. Una volta raggiunta l’uscita scrissi velocemente un messaggio e Louis.
“Non torniamo a casa insieme, ho un altro impegno. A dopo!”
 
 
MadisonPov
 
“Si può sapere che diavolo è successo?”  chiesi ad Allie appena entrai in casa, posando le chiavi sulla piccola mensola di legno accanto alla porta d’ingresso.
Lei, seduta sul divano, fece incontrare i nostri visi e io notai i suoi occhi colmi di lacrime e gonfi. Sulle guance scivolavano velocemente le lacrime e Allie, con in mano il fazzoletto, cercava di fermare la loro corsa.
Lasciai cadere la borsa ai miei piedi e, ancora con la giacca, camminai a passo svelto verso il divano. Mi sedetti al suo fianco e portai la sua testa sul mio petto, lasciando che le lacrime mi bagnassero la maglia.
Aspettai che si fosse sfogata abbastanza, anche se probabilmente lo stava facendo da ore a giudicare dalle condizioni del suo viso.
“Che è successo?” chiesi preoccupata.
Allie tirò su col naso e si asciugò l’ennesima lacrima.
“Louis – singhiozzò – Louis ha baciato un’altra!”
A quella rivelazione boccheggiai, senza sapere cosa rispondere. Pensavo che questa volta fosse diversa per Louis, che Allison fosse diversa, ma mi sbagliavo.
“Tesoro, io, non so davvero cosa dire!”
“Non devi dire niente, infatti”
Mi spiegò brevemente come erano andate le cose e io, man mano che lei andava avanti con il discorso, mi sentivo sempre più stupita e delusa da Louis e dal suo comportamento.
Mi alzai dal divano e mi tolsi la giacca, appendendola all’attaccapanni.
“Stasera avremmo dovuto uscire con Liam e Louis, ma a questo punto credo che sia meglio stare a casa. Scrivo a Louis che stiamo a casa, loro escono e noi passeremo la serata sul divano a strafogarci di gelato al cioccolato” dissi accennando un sorriso.
“No! Voglio uscire, devo vederlo!”
“Ma Allie, ti conviene stare tranquilla e poi domani, con calma, ti farai spiegare come sono andate le cose.”
“No Maddie! Usciamo.”
Allie si alzò dal divano sicura di se e si diresse verso il bagno. Io guardai la porta bianca del bagno con dispiacere, la sua voglia di fingere che andasse tutto bene e che potesse affrontare subito la realtà mi preoccupava. Sapevo quanto Allison fosse impulsiva e non volevo che commettesse altri errori a causa di questo suo difetto.
Scrissi velocemente un messaggio a Louis dicendogli che ci saremmo visti direttamente al pub. Bloccai il telefono e andai in camera a prepararmi.
 
 
AllisonPov
 
“Tutto ok?” mi chiese Maddie davanti alla porta del pub. Io annuii e posai la mano sulla maniglia, che spinsi con forza verso il basso fino a che la porta non si aprì mostrandoci il locale affollato.
Notai le mani di Louis e Liam che sventolavano in aria per farsi vedere. Sentii lo sguardo preoccupato di Maddie su di me, io mi voltai e le sorrisi prendendola per mano e portandola al tavolo.
Volevo vedere se Louis avesse avuto il coraggio di dirmi la verità o se avrei dovuto tiragliela fuori io.
“Allora che ti è successo oggi?” chiese Louis posando il suo braccio attorno alle mie spalle. Io gli sorrisi falsamente e cercai una scusa plausibile.
“Ha pranzato con me, avevo un’ora libera e l’ho chiamata” mi precedette Maddie, che ringraziai con un’occhiata.
“Tu alla fine che hai fatto oggi?” chiesi a Louis, con disinvoltura.
“Ho pranzato con Liam”
“Eravate solo voi due?”
“Certo, chi altro avrebbe dovuto esserci?” chiese lui, ironico.
“Boh!” sorrisi.
La cameriera raggiunse il nostro tavolo e dopo aver preso le ordinazioni se ne andò velocemente.
“Non mi hai dato nemmeno un bacio quando sei arrivata” lagnò Louis, mettendo un finto broncio e avvicinandosi al mio viso. Io mi voltai dall’altra parte e cacciai indietro le lacrime senza farmi vedere da lui.
“Sicuro di volere un mio bacio?”
Lui annuii divertito, probabilmente pensando che stessi cercando di provocarlo facendogli attendere il  momento del bacio per farglielo desiderare di più, come facevo di solito.
“Magari preferisci quello di una mora, invece che di una bionda come me”.
Improvvisamente allentò la presa attorno alle mie spalle e mi guardò confuso.
“Ti ho visto oggi!” risposi per togliergli ogni dubbio dalla testa. Presi frettolosamente la giacca e la borsa e mi diressi a grandi falcate verso l’uscita del locale.
Sentivo i passi di Louis dietro di me e, appena uscii dal pub, sentii la sua presa salda attorno al mio polso.
Mi voltai e guardai, prima la sua figura per intero e notai che era uscito senza giacca per la fretta, poi i suoi occhi. In quel momento mi sembravano colmi di dispiacere e il mio cuore mi pregava di abbracciarlo e di dirgli che lo perdonavo, che non m‘importava niente se qualche ora prima le sue labbra sottili che tanto amavo avevano baciato altre labbra, ma decisi di dare ascolto alla mia ragione che mi suggeriva di divincolarmi dalla sua presa e di lasciarlo lì su quella strada al freddo.
“Non l’ho baciata io, lei ha baciato me. – iniziò, facendomi voltare – Infatti io mi sono staccato subito, hai visto, vero?”
“Louis, per favore! Non usare la solita scusa del cazzo che usano tutti! Sii sincero, dimmi che vi siete baciati e facciamola finita”
“Perché dovrei mentirti?”
“Lou, smettila ti prego!”
Quando era riuscita ad allontanarmi di qualche metro, senza voltarmi a guardare indietro,  percepii ancora i suoi passi veloci alle mie spalle.
“Lo so cosa provi!” disse lui correndomi dietro.
“Lo sai? Davvero credi di saperlo? Scusami, ma non ti credo, se tu lo sapessi non fiateresti nemmeno, ti volteresti e torneresti subito dentro perché avresti capito che ho una gran voglia di salire in macchina, investirti e passarti sopra almeno un migliaio di volte”.
Diedi il via libera a tutte le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento e mi allontanai il più possibile da Louis. 






Ciao Bellissime! ♥ Scusate il ritardo ma in questi giorni non ho neanche avuto il tempo per respirare, ma finalmente ho aggiornato :) Il numero delle lettrici della storia aumenta sempre di più e questo mi rende davvero felice, vi rendete conto che siete quasi 100? Io vi amo, davvero! Vi ringrazio anche per le recensioni allo scorso capitolo, siete fantastice! 
Partiamo dal presupposto che riuscire a scrivere questo capitolo è stato davvero difficile, avevo in mente tutti gli eventi ma non riuscivo a metterli su word, quindi so che non è il massimo e che alcune cose non sono spiegate al meglio, ma vi chiedo di essere clementi con me ahahahah.
Questo capitolo è principalmente incentrato su Allison e Louis, come avevo accennato, però sono sicura che nessuna di voi si immaginava una cosa del genere muahahahahahah. 
Zayn, invece, non c'è, ma sappiamo grazie alla telefonata che non si ricorda niente di quello che ha detto a Maddie e, anche se non lo ammette, lei ci rimane parecchio male! 
Ho ricontrollato la scaletta sui vari capitoli e dovrebbero mancare ancora 5 capitoli, siamo quasi alla fine! D: 
Poi, poi, poi.. Aaaah si! Tra una settimana parto per l'Inghilterra, quindi per una settimana sarò assente da EFP, spero di riuscire ad aggiornare prima di partire maaaa non ne sono sicura, e in questo caso dovrete aspettare due settimane (se non di più) per leggere il prossimo capitolo *chiedeumilmenteperdono*.
Bene, ora vado a studiare storia! D: 
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo - cacchetta, ciao dolcezze e grazie per il vostro supporto ♥




                      
 

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Capitolo 22
*** What will you do for Christmas? ***


                 
 
What will you do for Christmas?

 
ZaynPov
 
Misi le ultime cose portate da mia madre in valigia, mi guardai in giro per assicurarmi che non mi fossi dimenticato niente e poi chiusi la cerniera con sicurezza. La porta alla mie spalle si aprì e io voltai leggermente la testa per vedere chi fosse. Vidi la figura del dottor Doson entrare, seguita da quella di Maddie più bella che mai con addosso il camice bianco. Appena la vidi, nella mia mente cominciò a farsi spazio il ricordo del nostro bacio, le sue labbra a contatto con le mie e il suo profumo che s’introduceva nelle mie narici. Rimasi a guardarla per un po’, fino a che il dottore non mi richiamò alla realtà.
“Dobbiamo farti l’ultimo controllo, Zayn, e poi potrai finalmente uscire!” affermò con un sorriso il dottore.
Mentre il dottore mi faceva tutti i controlli io tenevo lo sguardo fisso su Maddie, occupata a non perdere nemmeno un minimo movimento del dottor Doson. Mi piaceva guardarla quando era impegnata a fare altro, soprattutto qualcosa che le piaceva, mi sembrava di conoscere sempre qualcosa di nuovo anche solo guardandola.
“Sei libero. Non voglio più vederti da questi parti!” scherzò il dottore dandomi una pacca sulla spalla.
Io sorrisi e strinsi la mano al dottore prima di vederlo andare via per poi chiudersi la porta alla spalle.
“Hai sentito? – esordì Maddie – Non vuole più vederti da queste parti! E nemmeno io, Zayn. Non voglio più vederti ridotto in quello stato, che sia chiaro!”
“Allora ti importa di me!” dissi avvicinandomi a lei e prendendole le mani.
“Non ho mai detto il contrario” soffiò a pochi centimetri da me, troppo pochi.
Portai lentamente avanti il viso, fino a far sfiorare i nostri nasi e far fondere i nostri respiri.
“Devo andare!” disse lei all’improvviso, allontanandosi da me.
La vidi girarsi di scatto verso la porta facendo oscillare i suoi capelli raccolti in una coda. Io non feci niente, non cercai di fermarla, la guardai solo andare via, come sempre.
 
MadisonPov
 
Tornai verso casa con molta fretta, sapendo già che avrei passato un intenso pomeriggio da Starbucks. Infilai la chiave nella serratura e, quando sentii lo scatto, la porta si aprì mostrandomi il piccolo salotto padroneggiato dal divano in pelle.
Sentii uno strano silenzio, quel silenzio sospettoso, che solitamente precede qualche catastrofe.
Mi avviai per il corridoio che portava alle camere. Notai Allie seduta sul mio letto che fissava la porta chiusa di fronte a lei, quella della camera di Louis.
“Ehi!” la salutai, scompigliandole i capelli.
Lei alzò lo sguardo e mi sorrise in modo forzato.
“Che succede?” le chiesi sedendomi sul letto.
“Louis… Louis sta facendo la valigia” spiegò atona.
“Cosa?” gridai sconvolta.
“Gli ho chiesto di andarsene, per un po’. Non mi va di trovarmelo in giro per casa!”
“Ma Allie..” provai a dire, ma venni bloccata dalla mia amica.
“No tranquilla, quando troverò un’altra sistemazione Louis potrà tornare a vivere con te”
“Non è questo che mi preoccupa! Siete voi due e questa situazione ridicola. E’ possibile che non riusciate a chiarirvi? Avete parlato?”
Allie non fece in tempo a rispondermi che la porta davanti a noi si aprì, mostrandoci la figura di Louis che trascinava svogliatamente il suo trolley blu scuro.
Il mio amico mi rivolse uno sguardo dispiaciuto e deluso. I suoi occhi azzurri, solitamente vivaci, erano spenti. Notai le sue occhiaie, segno della notte passata probabilmente in bianco. Non ero di certo abituata a vederlo così, lui era il ragazzo che portava l’allegria in quella casa.
Mi avvicinai a Louis e gli posai una mano sulla spalla.
“Lou” dissi semplicemente.
“Andrò a stare da Liam per un po’!” sospirò amaramente.
Io annuii, arresa a quella situazione.
Allie rivolse a Louis uno sguardo pieno di delusione e di rabbia, lui abbassò la testa non riuscendo a reggerlo e si avviò verso il salotto. Mi voltai verso Allie, trovandola con gli occhi lucidi e con una piccola lacrima che scorreva lenta lungo il suo viso stanco.
“Io vado a salutarlo” le dissi posandole una mano sulla spalla. La mia amica annuì appena e poi si lasciò cadere sul letto.
“Lou! – lo chiamai – Allora hai deciso? Te ne vai davvero?”
“L’ultima cosa che voglio è far stare male Allie, io la amo!”
“E allora perché hai baciato un’altra ragazza?” chiesi alzando leggermente il tono della voce.
“Non l’ho baciata, lei ha baciato me. L’ho spiegato a Allison ma non mi crede”
Decisi di credere alle parole di Louis, lo conoscevo abbastanza da capire che era sincero. Sapevo che non aveva mai amato nessuna ragazza come Allison, ed ero certa che non voleva farla soffrire.
“Dalle un po’ di tempo. Ha bisogno di stare tranquilla, le passerà” spiegai a Louis tenendogli le mani.
“Dici?”
“Spero di si”.
Lo speravo davvero, speravo che le cose fra quei due si sarebbero risolte il più presto possibile perché era davvero difficile vederli così. Sapevo che Allie aveva bisogno di tempo per capire e per mettere insieme i pezzi.
“Io vado, Liam mi starà aspettando!”
Annuii e lo abbracciai, stringendolo forte. Lui fece lo stesso, lo sentii piangere ma non dissi niente. Mi limitai a stringerlo.
Appena ci staccammo si asciugò subito gli occhi e sospirò arreso all’evidenza.
“Ora vado, davvero!”
Mi baciò la fronte e si avvicinò alla porta con il trolley, lo salutai ancora agitando la mano fino a che la porta di legno scuro non si chiuse.
 
 
Come al solito Starbucks era pieno di gente. Da quando avevo iniziato il turno non mi ero fermata un attimo. Avevo fatto frappuccini di tutti i tipi, corso da un lato all’altro del locale per prendere e portare ordinazioni, scontrandomi ogni tanto con Harry e ridendo come due scemi. Appena il locale si svuotò un po’ mi rintanai dietro al bancone con l’intento di rilassarmi per almeno qualche secondo. Ma la mia idea fu subito bocciata quando Harry mi si avvicinò con il suo sorriso malizioso.
“C’è qualcuno per te!” fece un cenno con la testa verso la porta. Mi spostai appena per vedere a chi si riferisse. Riconobbi il ciuffo scuro di Zayn e il suo viso con ancora qualche segno.
Si appoggiò al bancone e io lo salutai avvicinandomi.
“Allora, come stai?”
“Bene! Il tuo dottore ha fatto un buon lavoro” scherzò.
“Avete addobbato bene per Natale” continuò indicando le varie decorazioni appese e l’albero di Natale in fondo al locale.
“Si, io e gli altri ci siamo dati molto da fare! – ammisi – Tu cosa farai per Natale? Starai con i tuoi?”.
Il volto di Zayn cambiò espressione e il suo sguardo s’incupì.
“Non credo di averne molta voglia, dopo tutto quello che è successo! Mi dispiace per mia mamma, ma non mi va stare seduto allo stesso tavolo con mio padre… Ma vabbé, lasciamo stare! Tu invece che farai?”
“Andrò a Doncaster, credo che verrà anche Allie dopo il casino che è successo con Louis” sospirai.
“Che casino?”
“Lascia stare. – dissi amaramente – Mi dispiace per te Zayn, per Natale intendo. E’ triste non volerlo passare con la propria famiglia”
“Famiglia? Un tempo lo eravamo, ora non so nemmeno io come definirci. Siamo solo un grosso casino!”
“Non è vero Zayn, avete avuto solo qualche problema”
“Qualche problema che ci ha distrutto!”
Lo guardai con dispiacere, avrei voluto abbracciarlo ma il bancone tra noi impediva qualsiasi tipo di contatto fisico.
“Vabbè, io vado, ero passato solo per un saluto veloce”.
“No Zayn, aspetta!”
“Che c’è?”
“Ecco, bé, ti andrebbe di passare il Natale a Doncaster? Con me e la mia famiglia? Non sarà un granché ma è sicuramente meglio che stare da soli e poi credo che ai miei genitori farebbe piacere conoscerti e sono convinta che gli starai simpatico e poi..”
“Ehi ehi ehi, calmati – mi interruppe Zayn ridendo – Prendi fiato! Mi stai invitando?”
Io annuii, non avendo più niente da dire ormai.
“Credo che accetterò il tuo invito” sorrise convinto.
“Perfetto!” sorrisi di rimando. 




Scusate, scusate, scusate! E' da un bel pò che non aggiorno, lo so, mi dispiace. Ma da quando sono tornata dall'Inghilterra non ho avuto un attimo libero, ho dovuto recuparare tantissima roba a scuola e ho dovuto studiare tantissimo. Per scrivere questo capitolo ci ho messo tanto, un pò per i vari impegni, un pò perché non sapevo come andare avanti. Maaaa ora sono qui e ho aggiornato, ce l'ho fatta, mi sembra un sogno ahahah! Sono consapevole che il capitolo faccia schifo, davvero, ed è anche corto, ma ho cercato di fare il possibile per aggiornare in questi giorni e quindi anche se non mi convince ho deciso di pubblicarlo per non farvi aspettare ancora, quindi siate gentili con me :) 
Anyway, passiamo al capitolo, Louis se ne va per un pò dopo quello che è successso e invece Maddie invita Zayn a passare il Natale con la sua famiglia.. Fatemi sapere cosa ne pensate, ci tengo davvero tanto! 
Al prossimo capitolo belle! ♥



                       



             

 
 
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Capitolo 23
*** Christmas ***





Christmas 

 
Dopo aver passato i giorni precedenti a battibeccare sulla macchina da usare e per chi avrebbe dovuto guidare fino a Doncaster, mi ero arresa e avevo lasciato campo libero a Zayn. Lui era stato soddisfatto della sua vittoria ed ora, il giorno della Vigilia di Natale, mi ritrovavo a sistemare la mia valigia nella macchina di Zayn. Avevo insistito con Allie affinché venisse con noi in macchina visto che dovevamo raggiungere la stessa meta, ma aveva preferito prendere il treno il giorno prima perché non voleva essere di disturbo. Quindi avrei affrontato il viaggio in macchina sola con Zayn e Aron. Sistemai il cucciolo nei sedili posteriori, dopo averli ricoperti con una coperta, e premurai Zayn di fare parecchie soste durante il viaggio per far scendere Aron e fargli fare qualche giretto.
La pioggia aveva iniziato da un po’ a scendere copiosa su Londra, facendoci bagnare e danneggiando i miei capelli molto sensibili all’umidità, il ciuffo di Zayn invece era rimasto impassibile. Una volta salita in macchina mi rilassai e chiesi a Zayn di accendere l’aria calda: stavo congelando.
Zayn accese lo stereo, facendo partire uno dei suoi tanti cd di Chris Brown. Ricordavo vagamente di averlo già sentito quando ero andata al compleanno di Safaa. Afferrai la mia borsa e ne estrassi il mio astuccio dei trucchi per darmi una sistemata. Vidi un ghigno divertito formarsi sul viso ambrato di Zayn, dopodiché scosse la testa. 
“Che c’è?” chiesi voltandomi per guardarlo. Lui, dopo aver imboccato l’autostrada, mi guardò sempre con lo stesso ghigno divertito stampato in volto. 
“Stiamo andando da tuoi genitori, mica a una serata di gala! Non gli importa del tuo aspetto!” rispose ridendo. 
Io sbuffai divertita e continuai a truccarmi facendo attenzione a non infilarmi la matita nera nell’occhio o a farmi segni indesiderati sul viso. 
Dopo circa quindici minuti giudicai il mio viso molto più presentabile rispetto a prima e riposi l’astuccio dei trucchi nella mia borsa. Spazzolai i capelli, che ormai erano quasi asciutti, e poi mi stravaccai sul sedile.
Zayn guidava bene e con attenzione, ma aveva un difetto: non rispettava affatto i limiti di velocità e suonava il clacson a chiunque gli si piazzasse davanti impedendogli di proseguire alla velocità da lui scelta. Questo, però, era anche un vantaggio perché ci avremmo messo meno tempo per raggiungere Doncaster. 
Ero un po’ preoccupata all’idea di presentare Zayn ai miei genitori, a loro avevo semplicemente accennato che avrei portato un amico, ma conoscendoli si erano sicuramente fatti le loro idee e nella loro testa Zayn non appariva di certo come un amico. E nella mia, di testa, cosa era? Di certo non mi era indifferente, non dopo gli ultimi avvenimenti, ma ero pur sempre combattuta tra il mio cuore  - al quale Zayn non era per niente indifferente – e il mio cervello che cercava di mettere le redini al cuore e farlo proseguire per la via giusta. Questo è il classico dilemma: ragione o sentimento? 
“Maddie? Ehi? Vuoi scendere? Mi sa che Aron ha bisogno di fare una passeggiata” disse Zayn fermando la macchina, così come il flusso dei miei pensieri. Io risposi un flebile “si” e mi slacciai la cintura. Dopo aver messo il cappotto, aprii la portiera posteriore, feci scendere Aron e gli misi il guinzaglio. 
“Io vado in bagno” annunciò Zayn avvicinandosi a me.
“Va bene, tanto io faccio fare un giro a Aron!” risposi sfoggiando un sorriso. Dopo che Zayn si era allontanato in direzione dei bagni, riportai lo sguardo su Aron che stava annusando il terreno lasciato umido dalla pioggia che, per fortuna, aveva smesso di scendere. 


“Ora devi girare a destra e poi siamo arrivati” suggerii a Zayn, ricordando alla perfezione il tragitto che portava a casa mia. Passammo una serie di villette a schiera, tutte rigorosamente bianche con il tetto fatto di tegole color rossiccio e le persiane marroni o nere. Finalmente riconobbi la mia casa, in fondo a New Dover Street e Zayn si fermò davanti al vialetto. 
Una volta scesi dalla macchina, scaricammo le nostre due valigie. Tenevo il guinzaglio di Aron con la mando destra e il manico del mio trolley con la sinistra, una volta aver aperto il cancelletto ed essere entrata nel piccolo cortile che precedeva la porta d’ingresso, sentii i tacchi dei miei stivaletti sprofondare ad ogni passo nel terreno umido e, alle mie spalle, sentivo Zayn ridacchiare per il mio modo goffo di camminare sulla terra bagnata. Arrivati davanti alla porta, suonai con foga il campanello facendo sussultare Aron. In poco tempo la porta si aprì mostrandoci la figura di mio papà. Sul suo viso cominciò a prendere vita il suo classico sorriso sornione e mi abbracciò con entusiasmo. Salutò Zayn con una possente stretta di mano e entrambi si presentarono. Ci fece entrare e subito si fiondò sulle nostre valigie. 
“Karen! - urlò mio padre, riferendosi a mia madre – Sono arrivati, vieni!” 
Riconobbi i passi frettolosi di mia madre e poco dopo la vidi arrivare dalla cucina, in fondo al corridoio. 
“Madison, finalmente! -  disse abbracciandomi – E tu devi essere Zayn, piacere” sorrise poi, rivolgendosi a Zayn. 
“Porto le valigie in camera tua, Maddie” esordì mio padre. 
Non ebbi nemmeno il tempo di contraddirlo, di dirgli che non avremmo dormito insieme, che era già su per le scale, con entrambe la valigie sottobraccio. 
“Aspetti John, le do una mano” disse Zayn raggiungendolo velocemente su per le scale. 



“Allora – iniziò mia madre dopo esserci seduti a tavola per la cena della Vigilia – come.. quando.. bé si, insomma, parlateci un po’ di voi” 
Io, che stavo bevendo l’acqua, iniziai a tossire cercando di non strozzarmi. Zayn, seduto accanto a me, si guardò in giro e poi mi mise una mano sulle spalle e mi diede dei piccoli colpetti, grazie ai quali la tosse si placò ed io ripresi a respirare normalmente. 
“Tutto bene?” chiese mio padre preoccupato. 
“ Si si, è tutto apposto!” 
“Quindi, dicevamo di voi..” disse mio padre lasciando la frase in sospeso. 
Da quel momento calò il silenzio. Zayn era assolutamente in imbarazzo, io non sapevo cosa dire e gli occhi dei miei genitori saltavano continuamente dal mio volto a quello di Zayn. 
“Zayn, – mia madre ruppe quel silenzio – non sai quanto ti siamo grati per essere entrato a far parte della vita di Madison. Grazie a te Maddie è tornata a stare bene, è più serena ed è cambiata moltissimo dall’ultima volta in cui ci siamo visti”
“Oh, grazie, ma noi..” 
“Bé, si, noi stiamo insieme!” Annunciai guardando Zayn dritto negli occhi, sperando che capisse le mie intenzioni.  Vedere i miei genitori così convinti del mio “stare finalmente meglio”, in quel momento mi impedii di raccontargli la verità. Non volevo fargli vedere che ogni tanto i ricordi di Luke tornavano a farsi vivi, non volevo fargli vedere che non ero stata in grado di ricominciare e, soprattutto, non volevo fargli vedere che non ero affatto più serena e che non ero cambiata per niente. 
Dopo un attimo di esitazione, Zayn annuì con veemenza alla mia affermazione e le bocche dei miei genitori, seduti di fronte a noi, si aprirono in un largo sorriso.

ZaynPov

“Mi dispiace che tu sia costretto a dormire con me” esordì Maddie entrando in camera e chiudendosi la porta alle spalle. 
“Poteva andarmi peggio” risposi scostando le coperte.
Maddie venne verso di me sorridendo, e in un secondo le sue braccia mi avvolsero facendomi trovare con la testa nei suoi capelli. Portai le mie mani attorno a suoi fianchi, beandomi di quell’abbraccio. 
“Grazie” sussurrò al mio orecchio poco prima di staccarsi. 
Mi cadde l’occhio sulla sveglia rosa che se ne stava lì, sopra al comodino. Segnava mezzanotte in punto, questo voleva dire che era Natale. 
“Buon Natale, Maddie!”. Lei guardò la sveglia e sorrise. 
“Buon Natale anche a te, Zayn” 
“Prendo il tuo regalo” dissi alzandomi dal letto e andando verso la mia valigia, appoggiata al muro color rosa pallido. 
“E io prendo il tuo” disse Maddie, imitando i miei movimenti. 
Tornai a sedermi sul letto e aspettai che Maddie finisse di rovistare nella valigia e si sedesse accanto a me.
“Premetto che mi ha aiutato Louis!” mi affrettai a dire, quando Maddie si sedette sul letto. 
“A me invece Safaa” annunciò sorridendo.
Ci scambiammo frettolosamente i pacchetti e poi ci guardammo negli occhi in attesa di scartare i nostri regali. 
“Prima tu” dissi a Maddie, che si rigirava tra le mani il pacchetto color oro. 
Dopo aver sospirato puntò i suoi occhi nei miei e poi li riportò sul pacchetto nelle sue mani e iniziò a scartarlo lentamente. 
“Zayn” sussurrò appena. 
“Se non ti piace devi prendertela con Louis, è lui che mi ha detto che ti sarebbe piaciuto. Ha detto che lo adori e che..”
“Sta zitto!” mi ammonì sorridendo.
“E’ proprio quello che mi mancava!” disse guardando con passione il libro di Nicholas Sparks che teneva fra le mani: Un segreto nel cuore. 
“Ho pensato che fosse perfetto per noi, cioè per te! Se leggi la trama ha delle similitudini con la tua storia e credo che ti possa essere utile” 
“Grazie! Magari sarà davvero utile per noi” rispose sorridendo e calcando maggiormente la parola noi. 
A quelle parole uno strano calore mi avvolse, e per la prima volta sentii che tra noi poteva esserci qualcosa. 
“Ora tocca a te!” disse Maddie con entusiasmo. 
Scartai il pacchetto come un bambino curioso di sapere cosa ci avrebbe trovato dentro. 
“Wow! Pure a me mancava questo” sorrisi, guardando il cd di Chris Brown fra le mi mani.
“Lo so! – rise – Safaa mi ha detto che li hai praticamente tutti, tranne questo e quindi mi ha suggerito di regalartelo. Solo che ora mi sento in colpa perché non ha un significato profondo come il tuo” 
“Ma smettila! – l’ammoni – A me piace, è questo quello che conta” risposi alzandomi. 
Lei imitò i miei movimenti e in poco tempo mi trovai le sue braccia attorno al mio collo, io la presi per i fianchi e l’alzai da terra stringendola forte a me. 
“Grazie Zayn, per tutto! Credo che mia mamma abbia ragione, tu mi fai stare meglio!”
“Per te questo ed altro” risposi lasciandole un bacio sulla fronte. 




Ehi bellezze eccomi qua! Ho aggiornato relativamente presto, so che all’inizio di questa fan fiction aggiornavo abbastanza frequentemente ma andando avanti diventa sempre più difficile e scrivere e soprattutto trovare il tempo per farlo. Quindi vi chiedo scusa perché sono io la prima a non sopportare chi impiega decenni per aggiornare, però perdonatemi ahah : )
Prima di parlare del capitolo volevo fare una piccola premessa: il capitolo era molto più lungo di questo, ma ho pensato di dividerlo perché sarebbe stato davvero troppo lungo e vi avrebbe annoiato. La cosa positiva è che, avendo diviso il capitolo in due parti, potrò aggiornare prima perché è già pronto! : )
Passando al capitolo: i sentimenti di Madison sono sempre più confusi e Zayn continua ad essere sempre più comprensivo nei suoi confronti, soprattutto quando asseconda Maddie quando decide di mentire ai suoi genitori. L’ultima parte del capitolo, quella dei regali, è stata molto difficile da scrivere perché non sapevo che regali fare e soprattutto come descrivere i vari momenti Zaddie. Spero di averlo fatto al meglio perché ci tengo molto a farvi capire le varie sensazioni dei personaggi, anche perché sono davvero fondamentali (in particolare quelle di Madison).
Ok, mi sto dilungando troppo! Ahahahah.. Quindi fatemi sapere cosa ne pensate e si vi eravate immaginate questo Natale in modo diverso, però non dimenticatevi che c’è ancora l’altro pezzo che pubblicherò entro fine settimana ;)
Ora me ne vado splendori, grazie per continuare a seguirmi e per aumentare di giorno in giorno! ♥ 



                   
 


 
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Passate, please! :)

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Capitolo 24
*** Christmas (2) ***





Christmas (2)

 
Aprii gli occhi grazie alla luce che filtrava attraverso le finestre. Mi sentivo tutta intorpidita, così mi girai su un fianco per cambiare posizione. Mi ritrovai il viso di Zayn a pochi centimetri dal mio. Sentii le mie guance andare a fuoco e poi un calore piacevole pervase tutto il mio corpo. Diedi la colpa al pigiama, sicuramente troppo pesante. Poi, però, osservai attentamente Zayn: le labbra socchiuse, le narici che lentamente si stringevano e si allargavano, i suoi occhi chiusi con le ciglia lunghe che gli sfioravano appena le guance e i suoi capelli spettinati che ricadevano sulla fronte. Capii che, forse, tutto quel calore non era dovuto al pigiama.
Sentii la sua mano posarsi delicatamente sul mio fianco e quel piacevole calore ricominciò a farsi spazio dentro di me. Quando sentii la sua presa sul mio fianco farsi più forte capii che si stava per svegliare. Il mio cervello mi ordinava di alzarmi alla svelta, ma decisi di dare ascolto al mio cuore che mi suggeriva di stare lì a godermi il risveglio con Zayn.
In poco tempo, infatti, i suoi occhi si aprirono permettendomi di rivedere le sue iridi scure e intense.
“Buongiorno” sussurrò, aumentando la pressione della mano sul mio fianco e avvicinandomi maggiormente a lui.
“Buongiorno! – risposi – Dormito bene?”
“Assolutamente si! Tu?”
“Oh bè, si, a parte il fatto che russi!” dissi sorridendo.
Lui si limitò a contraddirmi e prese il cuscino sotto la sua testa, iniziando a colpirmi e facendomi ridere.
Era da parecchio tempo che non mi svegliavo così felice e che non dormivo così bene.
Sentii bussare alla porta e riconobbi il tocco delicato ma deciso di mia madre.
“Ragazzi? Siete svegli? La colazione è pronta!”
“Si mamma, arriviamo” mi affrettai a rispondere mentre mi alzavo dal letto.
 
 
“Mi dispiace, non sapevo che sarebbero venuti anche i miei parenti” sussurrai all’orecchio di Zayn, vedendo il salone riempirsi di zii, cugini e nonni. Non sarei riuscita a sopportare le loro domande su come stavo, vederli contenti perché mi ero ripresa o la loro convinzione sulla mia storia con Zayn.
“Tutti a tavola!” annunciò mia madre con entusiasmo.
Sentii la mano di Zayn prendere la mia, come se avesse capito tutte le mie preoccupazioni. Io gli sorrisi per ringraziarlo e la sua mano si strinse ancora di più attorno alla mia.
“Buon Natale!” esordì mio padre, una che volta che fummo tutti seduti attorno al grande tavolo rettangolare.
Mia madre aveva apparecchiato divinamente per l’occasione. Una grande tovaglia bianca faceva da sfondo alle strisce di tessuto rosso che attraversavano orizzontalmente la tavola. Candele bianche e rosse si alternavano sul lungo tavolo, a dividerle c’erano dei piccoli rametti di vischio.
I piatti piani era di un bianco candido e quelli fondi, poggiati sopra ai piani, erano rossi e creavano un effetto alternato con la tovaglia e le strisce. I tovaglioli, invece, erano bianchi a strisce rosse.
Quando mia madre e mia zia cominciarono a portare le varie pietanze a tavola rimasi colpita, era la prima volta che tornavo a Doncaster per passare il Natale e avevo dimenticato quanto fosse ballo passarlo in famiglia. Guardai Zayn accanto a me, contento di essere lì in mezzo a noi. Aveva praticamente socializzato con tutti, e si era accaparrato un posto d’onore per giocare, dopo pranzo, con mio cugino Jeremy di dieci anni.
 
Alla fine, le tanto temute domande e preoccupazioni dei miei famigliari non arrivarono e per la prima volta dopo tanto tempo mi sentii finalmente serena. Non mi sentivo più in colpa se ero felice e se mi stavo divertendo con Zayn o con qualcun altro che non fosse Luke.
Il dolce tipico natalizio di mia madre mi si parò davanti, interrompendo il flusso di pensieri che invadeva il mio cervello. Sorrisi, finalmente felice dopo tanto tempo.
Guardavo l’enorme casa di pan zenzero posizionata al centro del tavolo, il tetto era ricoperto di una mousse bianca per dare l’idea della neve, le finestrelle e la porta erano circondate di palline colorate che sembravano delle luci e tutt’intorno c’erano dei capcake al cioccolato con in cima i più comuni simboli natalizi; da Babbo Natale al tipico alberello verde.
 
Afferrai i piatti impilati sul bordo del tavolo e li portai in cucina, dove mia madre aveva già cominciato a pulire.
“Lascia stare tesoro, vai in salone a divertirti”
“No mamma, mi fa piacere darti una mano” dissi afferrando la spugna posizionata sopra il lavandino e cominciando a pulire i piatti.
Lei, accanto a me, puliva la pentola dell’arrosto con movimenti circolari abitudinari.
“Sono rimasta piacevolmente sorpresa che tu abbia portato qui Zayn per trascorrere il Natale”
“Mi ha confidato che non voleva passarlo con la sua famiglia, mi sembrava giusto invitarlo”
Mia madre annuì e tornò al suo lavoro, facendo calare il silenzio in cucina.
“Maddie, – mi richiamò mia madre – so che Zayn non è davvero il tuo fidanzato. Una madre capisce quando sua figlia mente, però so che l’hai fatto per farci stare tranquilli. E ti dirò la verità: io sono davvero più tranquilla, perché ti vedo davvero più felice da quando c’è Zayn con te, indipendentemente dal fatto che sia un tuo amico o altro. Però, ho visto come ti guarda e come tu guardi lui e i vostri occhi dicono che non siete solo amici” concluse, facendo esplodere un sorriso sul suo viso.
“Mamma..”
“Non dire niente Madison, io capisco tutto anche senza le tue spiegazioni. Quando ti sentirai pronta sono sicura che Zayn ci sarà”
Posai il piatto nel lavandino e mi fiondai tra le braccia di mia madre, beandomi di quel contatto. Lei mi avvolse le braccia intorno alle spalle, stringendomi forte. Sentii le lacrime calde percorrere le mie guance: per la prima volta dopo più di un anno non erano lacrime di tristezza, ma di felicità.
 
 
Era arrivato il momento di tornare a Londra. Prima, però, saremmo passati a prendere Allison che abitava a pochi isolati da me; visto che ero riuscita  convincerla.
Dopo aver caricato le valige in macchina, tornammo in casa per la colazione. I miei zii e i miei cugini sarebbero rimasti a casa dei miei genitori fino a capodanno, quindi a colazione ritrovai anche loro, e Jeremy fu bene felice di rivedere Zayn e così si sedette accanto a lui.
“Vi ho preparato i pancake, così sarete in forze per il viaggio” esordì mia madre porgendoci un piatto a testa con quattro pancake uno sopra l’altro.
“Grazie” disse Zayn contento, avventandosi sul piatto sotto i suoi occhi.
“Siete proprio sicuri di voler andare via oggi? Potremmo passare il capodanno tutti insieme” disse mia zia Kelly, la sorella di mia madre.
“Si zia, grazie, ma abbiamo già altri impegni per capodanno” risposi prima di assaggiare i pancake ricoperti di sciroppo d’acero.
Una volta finita la colazione estrassi il mio telefono dalla tasca, che nel frattempo aveva cominciato a suonare. Lessi il nome di Allison e portai subito il cellulare all’orecchio.
“Buongiorno!” sentii la voce squillante di Allison.
“Buongiorno anche te” risposi sorridendo.
“Allora quando passate? Io sono già pronta, e al notiziario hanno detto che oggi le strade saranno intasate”
“Davvero? Oh, cavolo! – imprecai – Comunque abbiamo finito ora di fare colazione, il tempo di vestirci e arriviamo”
Dopo aver acconsentito, Allie riattaccò salutandomi.
Riferii velocemente a Zayn le parole di Allie e ci affrettammo a prendere le giacche.
Una volta tornati al piano di sotto ci avvicinammo alla porta, io posai la mano sulla maniglia intenzionata ad aprirla, ma il tossicchiare sommesso di mio zio Phil mi bloccò.
“Che c’è?” chiesi.
Jeremy puntò il dito sopra di noi e io e Zayn volgemmo lo sguardo appena sopra lo porta, notando un fiocco rosso a cui era attaccato il vischio.
“Merda…” sussurrai.
Zayn iniziò a ridacchiare abbassando la testa.
Mi voltai verso il salotto, notando tutta la mia famiglia riunita con gli occhi puntati verso di noi.
“Sai quello che dice la tradizione, Madison” affermò zio Phil, seguito dal fratello di mio padre e da sua moglie.  
“Ci tocca” esordì Zayn sorridendo e facendo sorridere anche me e la mia famiglia.
Sentii le grandi mani di Zayn posizionarsi sui miei fianchi, avvicinandomi a lui, poi fece combaciare delicatamente le nostre labbra. Mi aspettavo un bacio a stampo, che sarebbe durato qualche secondo, ma quando Zayn dischiuse le sue labbra rimasi stupita. Lo imitai posando le mie braccia attorno al suo collo, avvicinandomi a lui. Il mio cuore cominciò a battere senza controllo e per la prima volta non sentii il bisogno di ritrarmi quando i nostri corpi entrarono in contatto.
Continuammo a baciarci per un tempo che mi parve infinito, facendo giocare le nostre lingue.
Quando ci staccammo, mi sentivo felice e confusa al tempo stesso. Nonostante non fosse la prima volta che le labbra mie e di Zayn s’incontravano, questa volta fu decisamente diverso.
“Sbrigati o beccheremo traffico!” esordii voltandomi verso Zayn, dopo aver aperto la porta.
Passammo a prendere Allison che si lamentò scherzosamente per il ritardo. Appena Zayn mise in moto, sentii la sua mano posarsi delicatamente sulla mia, che non ritrassi. Giurai di aver visto, dallo specchietto retrovisore, un sorriso comparire sul volto di Allison. 




Ecco qui la seconda parte di questo Natale!
Amatemi, sto aggiornando prima del previsto ahahah. In teoria avrei dovuto aggiornare tra qualche giorno, ma oggi c’è sciopero degli autobus e visto che sono rimasta a casa ne ho approfittato! Grazie a tutte per le recensioni, le ho lette e vi giurò che risponderò a tutte : )
Questa volta non ho nessuna premessa da fare, quindi passiamo subito al capitolo: la mamma di Madison si è accorta che lei e Zayn non stanno davvero insieme, ma ha capito anche le intenzioni della figlia e le ha fatto capire quello che ormai sappiamo: Zayn aspetterà che Maddie sia pronta!
L’ultima parte, quella del bacio, è stato un impulso bello e buono della mia testolina! Ma ci tengo a precisare che, per il momento, non cambieranno le cose tra Madison e Zayn.
Vi do una buona notizia: ho già iniziato a scrivere il prossimo capitolo e sono a buon punto. Per la vostra gioia, torneranno Allison e Louis. Spero di aggiornare la settimana prossima, ma non c’è niente di sicuro!
Poooi volevo chiedervi una cosa: nella mia scaletta sarebbe previsto un continuo della storia, ma ho parecchi dubbi a riguardo. Quindi fatemi sapere se vi farebbe piacere leggere un continuo di If Not Now, When?. In caso contrario, però, aumenterebbe il numero di capitoli da qui alla fine che ora come ora dovrebbero essere 5 o 6.
Con questo ho finito! Sono curiosa di sapere le vostre opinioni riguardo a questo capitolo, quindi non siate timide e ditemi tutto quelle che vi passa per la testa :D E fatemi sapere anche per il continuo ;)
A presto Belle, grazie per tutto! ♥

 

                                                       


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Capitolo 25
*** Happy New Year ***





Happy New Year
 


Quella mattina mi svegliai sul tardi, trovando un messaggio di Louis sul telefono che mi fece preoccupare. Mi affrettai a chiamarlo appena mi alzai, ma quando Louis rispose non volle dirmi niente e mi disse che ci saremmo visti nel ristorante vicino a casa di Liam.
Inventai una scusa veloce con Allison. Mi dispiaceva mentirle, ma mi dispiaceva anche farle sapere del mio appuntamento con Louis.
Entrai nel ristorante e cercai Louis con lo sguardo, senza prestare attenzione al cameriere che cercava di chiedermi se avessi una prenotazione. Appena vidi Louis seduto ad un tavolo sul lato destro del locale, mi incamminai a passo svelto seguita dal cameriere.
“Ehi, che succede?” chiesi correndo ad abbracciarlo, facendolo prima alzare. Il cameriere guardò  me e Louis e poi se ne andò a testa bassa.
Poco dopo una cameriera giovane con i cappelli scuri si avvicinò al tavolo per prendere le ordinazioni. Io risposi velocemente, ordinando anche per Louis.
“Dai, dimmi tutto” lo incitai toccandogli la mano.
Louis sospirò, sorseggiando il bicchiere di vino rosso che aveva ordinato prima che arrivassi.
“Mi manca. – fece una pausa e si riportò alla bocca il bicchiere di vino, finendolo – Non riesco a stare senza di lei. Prima la vedevo ogni giorno, ci svegliavamo insieme, facevamo ogni cosa insieme. Mi manca il suo profumo, le sue labbra e i suoi occhi. Maddie, aiutami, per favore!”
Non avevo mai visto Louis in quello stato. Lui appariva come uno che se ne frega di tutto, sarcastico e sempre con la battuta pronta, ma in realtà era molto sensibile.
“Lou, – strinsi la sua mano ancora più forte – non stare qui a piangerti addosso! Ormai quello che è successo, è successo. Ora, puoi solo fare di tutto per riprendertela perché anche a lei manchi e anche lei ha bisogno di te!”
“Ma lei non vuole nemmeno vedermi, come faccio?”
“Vieni alla festa di capodanno di stasera. Anno nuovo, vita nuova!    E’buona sera per ricominciare”
“Sarà anche per te una buona sera per ricominciare?”
“Lou!” lo rimproverai ironicamente lasciandogli la mano e facendomi  servire dalla cameriera.
 
 
“Guarda, - dissi indicando un punto davanti a me – quello è stupendo!”
Allie si voltò nella direzione da me indicata e fece una smorfia, continuando a camminare. Dopo il pranzo con Louis avevo praticamente trascinato Allie in centro, in giro per negozi. Non mi andava di vederla passare i suoi pomeriggi sul divano a ingozzarsi di schifezze e guardare la tv, così ora eravamo alla ricerca del vestito per la festa di capodanno. Saremmo andati in un locale nel centro di Londra molto chic, e dovevamo trovare l’abito adatto.
“Senti Maddie, non ho molta voglia di fare shopping. Possiamo tornare a…”
“Stai zitta! – la interruppi – Entriamo in questo negozio, sembra carino”.
Afferrai il suo polso trascinandola dentro a malavoglia.
“Maddie..” protestò.
Io non ci feci nemmeno caso e continuai a tenerla per il polso portandola in giro per il negozio, senza una meta precisa.
“Che ne pensi di questo? Ti starebbe benissimo!” dissi mostrandole un vestito blu elettrico.
Allison non rispose, così continuai  a insistere “Dai, provalo!”
Allie prese il vestito dalla mie mani e andò verso i camerini. Io la seguii soddisfatta e mi sedetti sulla poltroncina accanto al suo camerino.
“Sei bellissima!” esclamai vedendola uscire dal camerino.
Quel vestito le stava benissimo. Era strettissimo, con lo scollo a cuore. Segnava le sue forme armoniche, valorizzandola. Si diresse verso lo specchio e rimase a guardarsi per un po’, incerta.
“Prendilo” la incitai.
“Dici?” chiese guardandosi ancora allo specchio.
“Assolutamente”
“Va bene. Ora dobbiamo troviamo qualcosa per te! - annunciò tornando in camerino - Visto che ci sarà anche Zayn devi essere perfetta”.
Uscì dal camerino con il vestito in mano e un sorriso soddisfatto in volto.
Io scossi la testa seguendola per il negozio come una pazza. Almeno ero riuscita a distrarla.
 
 
 
 
Erano appena le dieci e Louis era seduto accanto a me, già ubriaco. Si teneva la testa fra le mani, probabilmente cercando di evitare la sensazione di vertigini dovuta alla quantità eccessiva di alcool nel suo corpo.
“Louis, credo che dovresti smetterla!” gli dissi notando che si stava portando alla bocca l’ennesimo vodka - lemon.
“No, non credo tesorino” annunciò con enfasi.
“Io credo di si, invece” dissi, strappandogli il bicchiere dalla mani.
Lui, stranamente, non si lamentò. Lasciò cadere la sua testa sul tavolo con fare disperato.
Io mi guardai in giro alla ricerca di Zayn. Aveva detto che sarebbe venuto, non poteva accompagnarmi lui perché aveva un impegno, ma mi aveva promesso che mi avrebbe raggiunto appena si fosse liberato. Ma, purtroppo, non avevo ancora individuato la sua figura.
“Ehi, che gli succede?” chiese Liam riferendosi a Louis, venendomi in contro.
“Ha bevuto troppo, è già ubriaco” risposi sospirando.
“Io non sono affatto ubriaco” esordì tirando su la testa, finalmente.
Io e Liam scoppiammo a ridere, beccandoci uno sguardo confuso da parte di Louis.
“Ehi, principessa, – sussurrò Louis, indicandomi con l’indice di avvicinarmi a lui -  Dov’è Allison?”
Io cercai di non badare al forte odore di alcool che emanava il mio amico e al ridacchiare sommesso di Liam di fronte a me.
“In bagno, – risposi allontanandomi – ma non credo sia il caso di farti vedere così!”.
“Ci penso io! – annunciò Liam – Vieni Lou, andiamo a darci una rinfrescata” disse alzandosi e prendendo Louis per un braccio. Li guardai allontanarsi verso il bagno degli uomini. Louis, con la testa che pendeva, era completamente appoggiato al corpo di Liam, che s’impegnava a tenerlo in piedi. Risi scuotendo la testa rassegnata.
Notai finalmente Zayn tra la folla, mi alzai aggiustandomi il vestitino bordeaux, e gli andai in contro.
“Sei bellissima!” disse posandomi le mani sui fianchi.
“Grazie, anche tu stai bene” risposi sorridendo.
“Vuoi qualcosa da bere?” chiese avvicinandosi al mio orecchio e urlando, per sovrastare il volume della musica. Io annuii e lui si avviò verso il bancone del bar.
“Allie! - dissi vedendo finalmente la mia amica e afferrandola per un polso-  dove eri finita?”
“Sono andata in bagno e poi non riuscivo più a trovarti, ma in compenso ho intravisto Liam che sorreggeva Louis ubriaco”
“Non era ubriaco, ha solo bevuto qualcosa di più” provai a difendere il mio amico.
“No aspetta, tu sapevi che c’era anche Louis?”
“Ehm, no, cioè…”
“Ecco qui signorina!” esordì Zayn, spuntando alle mie spalle con un vodka pesca – lemon. Lo ringraziai mentalmente per aver interrotto quella conversazione con la mia amica e avvicinai la cannuccia rossa del drink alle mie labbra dello stesso colore.
“Eccovi!” disse Liam arrivando assieme a un Louis che sembrava stare leggermente meglio.
Louis puntò i suoi occhi azzurri nei miei, come a chiedermi cosa dovesse fare in quel momento e che comportamento dovesse assumere per fare pace con Allison.
“Andiamo a ballare?” chiesi a Zayn e Liam, prendendoli per mano. Louis capii al volo le mie intenzioni e si parò davanti ad Allison, impedendogli di unirsi a noi. Vidi la mia amica sbuffare prima di dispermi tra la folla in compagnia di Zayn e Liam.
 
LouisPov
 
“Ti va di parlare un po’?” chiesi ad Allison, che se ne stava davanti a me con le braccia incrociate.
“Avrei preferito andare a ballare! E non credere che non abbia capito le intenzioni tue e di Madison, ma tanto sarà tutto inutile” sbottò Allison portando le braccia lungo i fianchi.
Era davvero bellissima nel suo vestito che le fasciava il corpo, evidenziandone ogni punto. Quel colore risaltava la sua carnagione chiara e i suoi capelli biondi e valorizzava maggiormente il blu intenso dei suoi occhi.
“Dammi solo qualche minuto” la pregai, prendendole una mano.
Allison annuì, arresa alla mia richiesta, e si lasciò condurre fuori dal locale dove avremmo potuto parlare tranquillamente.
“Prego, – iniziò Allie una volta fuori dal locale  - non vedo l’ora di sentirti parlare”
“Premetto che sono consapevole di avere una buona quantità di alcool in corpo e non so cosa potrebbe uscire della mia bocca, ma ti prego di ascoltarmi comunque. Potrei iniziare col dirti che non sono stato io a baciarla, che lei ha baciato me, ma tanto non ci credi quindi è inutile. E sappi che sei libera di pensarla come vuoi, ma credo che dovresti fidarti di me. Sai perché? Perché non ho mai visto nessuno come noi, Allie, nessuno che in così poco tempo abbia costruito così tanto. E sarei solo uno stupido a baciare un’altra ragazza avendo te accanto a me, perché tu sei insostituibile Allie. Io non sono mai stato il tipo da amore e cose sdolcinate, ma mi è bastato vedere te quel giorno in aeroporto per cambiare tutte le mie stupide convinzioni. Allora è cambiato tutto: mi sono innamorato di te come non credevo che mi potesse mai accadere”
Allison non rispose, si strinse nelle spalle per la temperatura fredda di fine dicembre e puntò il suo sguardo nel mio. Mi scrutava come se volesse capire se poteva davvero fidarsi di me, di nuovo. Il silenzio di quella strada di Londra veniva riempito dalle voci che provenivano dal locale, avevano iniziato il conto alla rovescia e io speravo con tutto me stesso che quell’anno potesse cominciare nel migliore dei modi. Aspettavo pazientemente una reazione di Allison, mentre i numeri urlati alla rovescia scandivano quei dieci secondi che non mi erano mai sembrati così lunghi in tutta la mia vita.
Quando sentii urlare il numero tre vidi le gambe magre e bianche di Allison muoversi in avanti. Al due un altro piccolo passo. Al numero uno sentii il suo respiro sul mio viso. E quando tutti urlarono “buon anno” le nostre labbra si sfiorarono. Era da tempo, troppo tempo, che sentivo il bisogno delle sue labbra a contatto con le mie; e in quel momento non mi importava se faceva freddo, se tutti stavano brindando al caldo, se sopra di noi il cielo veniva illuminato dai fuochi d’artificio e se la gente era scesa in strada a festeggiare urlando. In quel momento c’erano solo le labbra di Allison sulle mie e non potevo immaginare modo migliore per iniziare quel nuovo anno. 

 
 

Ciao bellissime! Mi scuso per il ritardo, ancora.
Io non so davvero cosa dire per ringraziarvi, abbiamo superato le due 200 recensioni e non sapete quanto questo mi renda felice, siete davvero uniche!
Ringrazio anche le nuove lettrici che hanno recensito e aggiunto la storia fra le seguite/preferite/ricordate. Siete tutte fantastiche, dalla prima all’ultima.
Volevo dirvi anche che, visto che siete aumentate, avvisare tutte quando aggiorno sta diventando davvero difficile e mi prende parecchio tempo! Per questi motivi volevo chiedervi se, per favore, potreste vedere da sole quando aggiorno (ovviamente chi proprio vuole essere avvisata me li dice e sarà avvisata, ma vi chiedo un po’ di collaborazione, please)
Finito il mio prologo posso parlare del capitolo: mi dispiace di non aver inserito momenti particolarmente Zaddie però, come vi avevo accennato, questo capitolo è incentrato principalmente su Allison e Louis. Scrivere il loro “momento” è stato abbastanza complicato perché non sapevo bene come far evolvere la cosa però alla fine ho pensato al classico bacio allo scoccare della mezzanotte, con tanto di fuochi d’artificio (si, lo so, sono troppo romantica). Comunque sia spero che vi piaccia!
Nel prossimo capitolo dovrebbe esserci la famosa cena di Madison e Liam, tranquille non me ne sono dimenticata ;) Vi dico però che il prossimo capitolo dovrebbe essere abbastanza impegnativo e lungo e quindi vi chiedo di avere un po’ di pazienza belle bambine :)
Bene, direi che posso anche salutarvi! Fatemi sapere cosa ne pensate, ci tengo ;)
 
P.S:passerò dalla vostre storie, come mi avete chiesto, e recensirò quelle che seguo già! Lo farò con molta calma, ma lo faro ;)
Alla prossima dolcezze  ♥



                
 

 

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Capitolo 26
*** Let you go ***






Let You Go

 
Mi diedi un’ultima occhiata allo specchio e guardai attentamente la mia immagine riflessa. Il vestito rosa pallido a tubino che mi copriva fino alle ginocchia, le decolté nere, la collanina che incorniciava il mio collo e i capelli che avevo appena finito di lisciare.
“Sei bellissima” esordì Allison, facendo capolino dalla porta.
“Grazie”
“Però esci con la persona sbagliata”
“Oh smettila,  Allie”
“Lo sai che faccio il tifo per Zayn”
“E lo sai che per me Liam è solo un amico”
“E Zayn?” chiese speranzosa, entrando nella mia stanza.
“E’ tardi! – dissi posando lo sguardo sull’orologio appeso alla parete – Devo andare, Liam mi starà aspettando”.
 
Una volta entrata nel locale, affiancata da Liam nel suo cappotto nero elegante, non potei fare a meno di notare quanto quel locale fosse principalmente pieno di coppiette che si scambiavano sguardi e gesti innamorati. Mi sentii subito in preda all’imbarazzo e al panico, non era quella l’impressione che volevo dare di me e Liam.
Il cameriere ci accompagnò al nostro tavolo e si premurò di prenderci i cappotti, promettendo di tornare poco dopo per prendere le ordinazioni.
“E’… carino qui” dissi una volta seduta di fronte a Liam, guardandomi in giro.
“Si, mi piace molto”
Sorrisi a Liam e presi in mano il menù al bordo del tavolo e inizia a sfogliarlo cercando di sembrare il più disinvolta possibile. Non potevo negare che mi sentivo molto a disagio, ma cercai di distrarmi scegliendo la mia cena.
“Prego, accomodatevi a questo tavolo”. La voce del cameriere mi fece alzare gli occhi e guardare alla mia destra. Quando vidi chi mi si presentava davanti lasciai cadere il menù dalle mie mani e schiusi la bocca in un’espressione di stupore.
“Zayn?”
“Oh, Maddie! Anche tu qui?” disse con un ghigno divertito.
Spostò la sedia e fece accomodare la ragazza che lo accompagnava. Alta, capelli biondi e lunghi, occhi azzurri, sorriso bellissimo. Insomma, era perfetta.
Sentii subito una stretta al mio stomaco che mi fece passare quella poca fame che avevo. Abbassai lo sguardo e tornai a concentrarmi sul menù, cercando di mostrarmi indifferente alla situazione che si presentava al tavolo accanto al mio.
Liam prese la mia mano sorridendomi lievemente. Il cameriere si avvicinò al nostro tavolo per prendere le ordinazioni e dopodiché si allontanò velocemente in direzione della cucina.
“Allora come va il tirocinio?” chiese Liam portandosi alla bocca il bicchiere colmo di vino rosso.
“Oh bene, mi piace davvero molto lavorare in ospedale”. Sorrisi e poi portai il mio sguardo su Zayn e la sua amica bionda. Mi domandavo chi fosse e se davvero quello che Zayn diceva di provare per me era già sparito lasciando posto a qualche interesse per la ragazza di fronte a lui che ascoltava interessata tutto quello che usciva dalla sua bocca. Improvvisamente avrei voluto essere io al suo posto, sedere di fronte a Zayn e ascoltare i suoi discorsi. Poi vidi gli occhi scuri di Zayn posarsi su di me e io tornai a guardare Liam e mi concentrai sul suo discorso, iniziato probabilmente quando io avevo posato lo sguardo sul tavolo poco distante dal nostro. Annuii interessata al fiume di parole che usciva dalla bocca di Liam e sorrisi a quella che doveva essere una battuta perché di punto in bianco la sua bocca si aprì in un sorriso.
Stava davvero bene Liam quella sera: i suoi capelli acconciati con il gel, la sua barba appena accennata e la camicia grigia infilata dentro i jeans chiari. Ma io ero concentrata su qualcun altro e ignorarlo era davvero difficile. Mentre per Zayn, ignorare me, sembrava la cosa più semplice del mondo.
Quando il cameriere portò i nostri piatti io assaggiai svogliatamente qualcosa e quando Liam mi offrì di assaggiare il suo io feci “no”  con la testa e tornai a guardare Zayn che imboccava la ragazza davanti a lui e sorrideva divertito. Poi puntò i suoi occhi nei miei, continuando ad imboccare la sua amica. Io, allora, portai la forchetta sul piatto di Liam e presi un pezzo del suo arrosto.
“Ora voglio assaggiarlo” dissi sorridendo maliziosamente e portando la forchetta alla mia bocca. Zayn smise di guardarmi e iniziò ad accarezzare il viso della bionda.
Non so perché ma in quel momento ebbi la sensazione che Zayn voleva farmi ingelosire e iniziai a sentirmi molto meglio. Pensai di fare lo stesso con Liam, ma mi dispiaceva usarlo in quel modo perché gli volevo davvero bene e quindi sperai che fosse lui a fare qualcosa che potesse dare fastidio a Zayn. Come se glielo avessi chiesto, Liam mi prese la mano e intrecciò le sue dita con le mie e io sorrisi imbarazzata. Posai lo sguardo su Zayn soddisfatta, ma lo vidi alzarsi avvicinarsi alla ragazza di fronte a lui posare le sue labbra su quelle di lei.
“Tutto bene Maddie?” mi chiese Liam lasciando la mia mano e guardandomi preoccupato.
“Ehm si, ho solo bisogno di una boccata d’aria, scusa”. Mi alzai, presi la giacca e la borsa e mi diressi verso l’uscita del locale. Aprii la grande porta in vetro e subito l’aria fredda di gennaio m’investi in pieno. Mi strinsi nella giacca e presi il telefono nella borsa. Feci scorrere le dita velocemente sulla tastiera per aggiornare Allison sulla serata.
“Vuoi?” ormai conoscevo a memoria quella voce. Ogni tono e ogni variazione. Mi voltai e trovai Zayn con in mano il suo pacchetto di sigarette rivolto verso di me. Feci cenno di no con la testa e lui ne prese una dal piccolo pacchetto bianco e la portò alla sua bocca, accendendola poco dopo.
“Come mai sei qui?” chiese lui, buttando fuori il fumo.
“Avevo bisogno d’aria” risposi senza guardarlo. Guardavo un punto a caso della strada, scorgendo una macchina passare di tanto in tanto.
Sorrise facendo uscire altro fumo dalla sua bocca “Liam ti soffoca?”
“No, lui no. Tu mi soffochi”
“Io?”
Mi voltai verso di lui “Bè, con tutti i locali che ci sono a Londra devi venire proprio qui a sfoggiare la tua amica bionda?”
“Gelosa?”. Buttò per terra quello che rimaneva della sigaretta e poi la spense con il piede.
“Per niente!”
“Sicura?”
“Quello che mi preoccupa è la tua incoerenza, Zayn”
“Incoerenza?” chiese avvicinandosi a me, inarcando un sopracciglio.
“Avevi detto che mi avresti aspettata e ora ti vedo qui con…”
Zayn iniziò a ridere e io mi bloccai, sempre più arrabbiata e innervosita dal suo comportamento.
“Cosa ci trovi da ridere?”
“La mia amica bionda, come dici tu, è mia cugina. Mi ha solo fatto un favore” rispose avvicinandosi ancora e toccandomi una guancia.
Tolsi la sua mano dalla mia guancia. “Un favore?”
“Ho sentito che saresti venuta qui a cena con Liam e allora ho pensato di farti ingelosire un po’ ”
“Tu sei.. sei..”
Mi interruppe posando le sue labbra sulle mie per darmi un casto bacio a stampo.
“Ha funzionato, ti sei ingelosita”
“Io non.. non è vero!”
“Oh ammettilo, dai! – mi prese per mano – Ti porto a casa”
“No, devo tornare dentro. Liam mi sta aspettando”
“Dai Maddie, per favore. Ti prometto che continueremo a litigare” disse abbozzando un sorriso e mostrando i suoi denti perfettamente bianchi.
 
“Perché l’hai fatto?” chiesi urlando e sbattendo la porta d’ingresso dell’appartamento di Zayn alle mie spalle.
“Volevo vedere quanto ero importante per te. La trovi una cosa così stupida e sbagliata?” rispose Zayn, urlando a sua volta.
“E’ stupido si, perché c’erano altri modi per capirlo”
“Per esempio?” sbottò lui buttandosi sul divano al centro del salotto.
“Per esempio avresti potuto chiedermelo”
“E tu mi avresti risposto sinceramente?”.
Ecco, la domanda che non volevo arrivasse e il suo dubbio che io non sarei stata sincera con lui. In realtà quello era il mio stesso dubbio. Sarei stata sincere nell’ammettere a Zayn i miei sentimenti? Il fatto è che non riuscivo ad essere sincera nemmeno con me stessa, figurati con lui.
“Vedi?” disse Zayn a bassa voce, alzandosi dal divano.
“E’ difficile per me!”
“Credi che per me non lo sia? –si avvicinò a me – Credi che per me non sia difficile non capire quello che provi? Restare ad aspettare un tuo gesto o una tua parola che mi faccia capire che mi vuoi, che sei pronta? Guardarti e non poterti abbracciare o baciare? Credi che sopportare tutto questo si facile per me?”
“Mi dispiace” sussurrai lasciandomi andare sul divano alle mie spalle.
“Non sai dire altro? Davvero non hai altro da dire, Madison?”
Provai  a parlare ma, non so per quale motivo, le parole mi rimasero bloccate in gola.
“Sai cosa significa, vero?” sussurrò.
“Cosa?”. Alzai lo sguardo
“Che diventi nervosa quando sei con me”. Quelle parole mi arrivarono addosso come una doccia fredda, sconvolgente e vera allo stesso tempo. Sconvolgente perché ti travolge con la sua bassa temperatura e vera perché tu sei lì sotto a sopportare quel freddo ma alla fin fine non puoi farci niente e devi accettarla, devi lasciare che il getto d’acqua ti cada addosso, che ti piaccia o no. E Zayn era il mio getto d’acqua e io dovevo semplicemente lasciare che mi cadesse addosso.
Mi alzai dal divano tenendo lo sguardo fisso su di lui e mi fiondai sulle sue labbra appena schiuse. Lo baciai e in quel momento cercai di trasmettergli tutti i sentimenti contrastanti che avevo dentro. Paura, insicurezza, amore.
Quando staccai le mie labbra dalle sue sentii le mia guance bagnate di lacrime calde, lui mi sorrise e bloccò con il pollice il viaggio delle lacrime lungo il mio viso.
“Lasciati andare” sussurrò al mio orecchio mentre cominciava a baciarmi il collo. Io strinsi le mie braccia intorno a lui e lasciai che continuasse a baciarmi dolcemente. Poi tornò sulle mie labbra e questa volta il bacio diventò più passionale. Portai le mie mani sulla sua camicia e iniziai a sbottonarla lentamente, Zayn invece si concentrò sulla cerniera laterale del mio vestito.
Arrivammo in camera di Zayn senza mai staccare le nostre labbra. Zayn ormai era senza camicia e la cerniera del mio vestito era aperta. Mi sdraiai sul letto seguita da Zayn, mi tolse il vestito facendolo scivolare verso il basso e facendolo finire per terra, ai piedi del letto. Io iniziai a giocare con la cintura nera dei suoi pantaloni, fino a slacciarla. Zayn mi baciò il collo, poi passò al petto e lasciò una scia di baci umidi fino ad arrivare all’ombelico. Lasciai uscire dalla mia bocca un gemito di piacere appena sussurrato e Zayn alzò lo sguardo sorridendomi. Posai la mia mano sul bottone dei suoi pantaloni e in poco tempo Zayn si liberò anche di essi.
Prese a torturare l’elastico del mio intimo e io feci lo stesso con quello dei suoi boxer, poi tornò a concentrarsi sulle mie labbra facendomi sentire tutta lo voglia che aveva di me in quel momento e io cercai di trasmettergli la stessa cosa. Lo volevo davvero, Zayn. Avevo voglia di sentirmi di nuovo viva dopo più di un anno, sentivo il bisogno di stare bene e di lasciarmi in andare dopo tanto tempo. Zayn si concentrò sul gancetto del mio reggiseno e dopo pochi secondi mi liberò anche di quello, puntò i suoi occhi scuri nei miei e poi mi lasciò un leggero bacio sulle labbra. Scese fino al seno e poi arrivò all’elastico dell’intimo, spogliandomi del tutto. Io sorrisi imbarazzata e poi lasciai che si togliesse i boxer, l’ultimo indumento che ci impediva di unirci davvero.
Appoggiò la sua fronte sulla mia, mi guardò con quei suoi occhi scuri e intensi come se volesse chiedermi il permesso. Io lo baciai dolcemente e lo attirai maggiormente a me.
“Sei sicura?” sussurrò sulle mie labbra.
Io annuii con convinzione intrecciando le mie gambe alle sue e lo feci avvicinare, annullando anche quella minima distanza.
Mi lasciai andare, lasciai andare via tutte le mie paure e le mie barriere che avevo costruito fino a quel momento e quando lo sentì farsi delicatamente spazio in me mi sentii viva, di nuovo.





 Ci ho messo più di un mese, lo so, e mi dispiace davvero tanto, ma vi avevo avvisato. Però tutto questo tempo non è servito a niente perché alla fine il capitolo non è per niente come lo avevo immaginato, non è venuto lungo come credevo e non mi piace neanche un po’, ma ho aggiornato perché non volevo farvi aspettare ancora. Comunque tutti gli eventi che avevo nella mia testa sono riuscita a scriverli, e di quello almeno sono soddisfatta. Finalmente tra Madison e Zayn succede qualcosa di vero, e lei riesce a lasciarsi andare e ammette i suoi sentimenti.
Non preoccupatevi per Liam, abbandonato a ristorante, avrete sue notizie nel prossimo capitolo ;)
Non dirò altro del capitolo, spero che abbiate voglia voi di farmi sapere cosa ne pensate.
Ci tenevo a dirvi che dovrebbero mancare due capitoli alla fine della storia e che ho pensato di scrivere il continuo e ho già fatto una scaletta, il continuo non sarà molto lungo. Dovrebbero essere 13 capitoli più l’epilogo, spero che abbiate voglia di continuare a seguirmi.
Credo di non avere altro da dire, vi saluto e vi ringrazio per tutto!
Alla prossima, belle! ♥





                 


 
 

 
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Capitolo 27
*** Mistake ***






Mistake

 
ZaynPov
 
Fui svegliato da uno strano rumore, come un battere di pugni sulla porta. Quando aprii gli occhi, capii di essermi sbagliato. Vidi Madison che saltellava sui piedi cercando di infilarsi il vestito dalle gambe, anziché dalla testa. Non si accorse di me e continuò a tirarsi su il vestito farfugliando qualcosa.
In quel momento mi passarono per la testa una marea di ricordi della notte prima. Lo sguardo arrendevole di Maddie quando l’avevo baciata, i suoi capelli castani sulla sua pelle chiara lasciata scoperta solo per me, la sua risata sulla mia pelle, la sua espressione dolce quando ero entrato in lei, i suoi morsi, i suoi sospiri, le sue unghie sulla mia pelle, la sua schiena inarcata e il sorriso soddisfatto quando, infine, l’avevo stretta tra le mie braccia.
Stavo provando di nuovo lo stesso piacere, quando iniziai a focalizzare la situazione.
Maddie si stava vestendo, quindi stava andando via.
Mi tirai su e lei si accorse che ero sveglio.
“Zayn, oddio.. Tu..Io.. è.. mi dispiace” balbettò gesticolando.
“Maddie, che stai cercando di dire?” sospirai alzandomi dal letto. Avevo un brutto presentimento. Il cuore martellava forte nel petto e sentii il respiro bloccarsi in gola.  Madison mi guardò e io finalmente vidi il suo sguardo: preoccupato, dispiaciuto e terrorizzato.
“Stai andando via, Maddie?” le chiesi in sussurro, come se non volessi farle sentire la domanda per paura della sua risposta.
“E’ stato un errore, Zayn!” disse tutto d’un fiato, lasciandomi spiazzato.
“Che significa?” urlai, incapace di trattenere la voce.
“Significa che stanotte è stato uno sbaglio – rispose alzando la voce anche lei, mentre finiva di raccogliere le cose sparse per la stanza, infilandole in borsa – io ho sbagliato, non avrei dovuto assecondarti. E’ stato un momento di debolezza.. e tu..”
“No Maddie – urlai ancora più forte – non provare a dare la colpa a me, cazzo!”
“Non voglio dare la colpa a te, ma.. ma ti prego, non te la prendere se ti dico che ho sbagliato. Dovevi aspettartelo che sarei tornata in me prima o poi…”
“Tornata in te? Vuoi dire che stanotte eri forse drogata o ubriaca? Incapace di intendere e di volere?  Ma che cazzo dici, Maddie?”
Si allontanò da me, andando verso la porta. Io le andai dietro, camminando a passo svelto. Sentivo che la stavo perdendo, di nuovo. Avevo paura, non potevo permettere che accadesse. Non potevo permettere di non sentire più il suo profumo o il sapore delle sue labbra.
“Perché hai cambiato idea?” dissi, abbassando la voce.
“Io non… E’ che tu… Tu Zayn.. Quando io sono con te non ragiono, perdo il controllo, non capisco più niente… e.. e non mi va!”
“Ma questo è l’amore Maddie. L’amore è perdere il controllo, è permettere a qualcuno di non farti ragione e di farti stare bene sopra ogni cosa”. Scosse la testa asciugandosi una lacrima che era appena uscita dal suo occhio. Aprii la porta  e io la seguii sul pianerottolo, senza rendermi conto di avere indosso solamente i boxer.
“Che c’è di sbagliato? Dov’è l’errore, Maddie?”
“Sei tu Zayn!” urlò voltandosi poi verso la sua porta.
Io. L’errore, quello sbagliato, ero io. Io, solo io. Davvero pensavo di poterle andare bene? Io, che non andavo bene nemmeno a me stesso? Avevo davvero pensato di poterla aiutare, quando non ero stato in grado di aiutare me stesso?
Maddie si voltò verso di me. Notai la sua espressione dispiaciuta e impaurita. Nel suo sguardo sentii le sue scuse, o meglio, pensai di sentire le sue scuse.
“Mi dispiace” sussurrò appena. Poi aprì la porta di casa e la vidi sparire dietro di essa.
Rimasi lì impalato al centro del pianerottolo fissando la porta davanti a me. Ripensavo alla notte che avevo passato insieme a lei e alle parole che ci eravamo appena urlati addosso. Due cose davvero opposte: prima ci eravamo amati e poi ci siamo buttati addosso le nostre paure e tutta la nostra rabbia.
Strisciai i piedi fino al mio appartamento e, una volta dentro, mi buttai sul divano abbandonandomi completamente su di esso.
 
MadisonPov
 
Appena salii sulla metro mi fiondai sul posto libero davanti a me. Sentii il telefono nella tasca della giacca che vibrava e lo presi trovando un messaggio da parte di Liam. Solo in quel momento mi ricordai di averlo lasciato solo al ristorante e mi sentii profondamente in colpa.
 
Non preoccuparti per ieri sera, non so come sia andata a te e a Zayn, ma a me è andata davvero bene. Ho passato la notte con la cugina di Zayn, grazie per avermi abbandonato Maddie :)
 
Leggendo il suo messaggio il senso di colpa svanì in un istante, e mi sentii felice per lui. Se lo meritava, non doveva di certo perdersi dietro a me. Io avevo altri pensieri, e lui non era uno di questi.
Scesi dalla metro e mi diressi a passò svelto verso le scale che portavano a Regent Street.
 
“Signorina Kyle?” mi sentii chiamare mentre proseguivo velocemente nel corridoio dell’università. Mi fermai di malavoglia, alzando gli occhi al cielo e trattenendomi per poco dallo sbuffare. Ma quando mi voltai e vidi il professor Johnson camminare svelto verso di me le mie labbra si curvarono in un sorriso compiaciuto. Era un uomo sulla quarantina, con i capelli castani e gli occhi molto simili a quelli di Louis. Era tremendamente sexy. I suoi addominali scolpiti si potevano notare attraverso le camicie bianche che indossava molto spesso. Il professor Johnson era così attraente che riusciva a rendere affascinante tutte le possibili malattie che si prendeva la briga di spiegare durante le sue lezioni di immunologia.  Scossi la testa e cercai di smettere di pensare al suo essere cosi attraente e interessante e mi affrettai a rispondergli.
“Si, professor Johnson?”. Lui mi sorrise gentilmente e io mi appoggiai al muro alle mie spalle.
“Allora ti stai preparando per gli esami?” chiese avvicinandosi a me, per evitare di stare nei piedi agli studenti che calcavano velocemente quel lungo corridoio.
Davvero mi aveva fermato solo per chiedermi degli esami che si sarebbero tenuti fra tre mesi?
“Oh, si. Ho già iniziato a studiare qualcosa” sorrisi mentendo spudoratamente. In realtà non avevo minimante pensato a studiare nell’ultimo periodo, tra il tirocinio e la mia confusione mentale ero immersa in tutt’altri pensieri. Ma se volevo continuare a tenere alta la mia media credo che avrei dovuto cominciare ad aprire qualche libro.
“Non avevo alcun dubbio! – rispose ricambiando il sorriso – Ma non volevo parlarti di questo”
“E cosa voleva dirmi?” lo incitai sorridendo.
“Volevo darti questo” disse bloccandosi per mettersi a frugare nella sua valigetta.
Mi porse una brochure e mi indicò la scritta centrale in alto “University Of California, at Berkeley”. Deglutii senza sapere cosa dire. Aprii la brochure, trovando all’interno varie informazioni sui corsi di studio in medicina.
“Ricordo quando hai detto che ti sarebbe piaciuto andare a studiare medicina in America e così ho pensato di prendere qualche informazione per te. Ho visto che Berkeley è una fra le migliori università del paese, sarebbe una grande opportunità per te e avresti la possibilità di sfruttare al massimo il tuo potenziale e poi..”
“E’ fantastico, grazie – lo bloccai sorridendo e tenendo gli occhi fissi sul depliant sotto i miei occhi – non doveva fare questo per me”
“Ma figurati, ho fatto solo una telefonata. E poi per una studentessa brava come te è un piacere”
“Quanto tempo ho per pensarci?” chiesi prendendo la borsa che avevo precedentemente sistemato per terra, fra le mie gambe.
“Tutto il tempo che vuoi e, naturalmente, nessun obbligo. Però sarebbe una bella opportunità”
Io non dissi niente, continuando a fissare il depliant fra le mie mani.
“Secondo me dovresti andare. – continuò mettendosi il cappotto che teneva in mano – A meno che tu non abbia qualcosa che ti trattiene, qui a Londra” Sospirai e pensai a Louis, a Allie e improvvisamente mi tornarono alla mente i ricordi della notte appena trascorsa con Zayn e sentii lo stomaco arrotolarsi su se stesso.
“Ci penserò” risposi sorridendo.
“Perfetto! Arrivederci Signorina Kyle”
“Arrivederci Professor Johnson”
Guardai l’orologio al polso e pregai mentalmente che non fosse troppo tardi. Alle cinque avevo appuntamento con Niall per prendere qualcosa di caldo alla caffetteria dell’università, aveva detto che doveva raccontarmi di un appuntamento con una certa Elizabeth. L’aveva scontrata per caso in corridoio e mi aveva detto di aver avuto una sorta di colpo di fulmine e dopo un mese di incontri fugaci in corridoio era riuscito a strapparle un appuntamento e io non vedevo l’ora di sapere come era andato.
Appena entrai in caffetteria notai la testolina bionda di Niall e io cercai di farmi spazio fra l’orda di studenti che occupava quello spazio non troppo grande.
“Era ora!” si lamentò il biondo non appena lo raggiunsi.
“Scusa, – dissi sedendomi - ma il professor Jonhson mi ha fermato”
La cameriera interruppe il nostro discorso. Ordinammo due cioccolate calde con la panna e lei andò via velocemente.
“Di cosa voleva parlarti?” chiese interessato.
Io estrassi dalla borsa la brochure, mostrandogliela sorridente.
“Avrei l’opportunità di andare a studiare medicina negli Stati Uniti, a Berkeley. E’ sempre stato il mio sogno”.
Lui sorrise facendo una smorfia e poi ringraziò la cameriera che ci aveva appena portato la cioccolata.
“Che c’è?” chiesi a Niall che continuava a sfogliare il depliant, facendo una smorfia.
“Non mi sembri entusiasta” rispose chiudendo la brochure e posandola sul tavolo.
“Lo sono!” obiettai convinta.
“No invece, – disse lui portandosi alla bocca la tazza fumante – se te lo avessero detto qualche mese fa saresti già pronta con le valigie in mano”
“Cosa vorresti dire?”
“Che forse c’è qualcosa qui a Londra ch ti trattiene e tu non vuoi ammetterlo” concluse soddisfatto e continuando a bere la sua cioccolata calda.
Alzai gli occhi al cielo e sorrisi appena.
“Se ti riferisci a Zayn…”
“Maddie, Maddie, Maddie – mi bloccò – io non ho fatto nessun nome”
“Ti leggo nel pensiero Niall! Comunque non siamo qui per parlare di me, raccontami del tuo appuntamento!” risposi maliziosa e portando alla bocca quella deliziosa cioccolata calda.



Ehi Dolcezze!
Inizio col scusarmi per il mustruoso ritardo. Mi dispiace davvero tanto, ma sono stata impegnata fino alla settimana scorsa, poi sono stata in gita con la scuola a Berlino e sono tornata lo scorso fine settimana. Non avevo ancora scritto il capitolo però mi dispiaceva farvi attendere ancora così tanto e quindi ieri mi sono messa d'impegno per scrivere il capitolo. L'ho finito poco fa e quindi, avendolo scritto così velocemente, non vi assicuro che sia il massimo ma ho voluto pubblicarlo proprio per evitarvi ancora la lunga attesa. Questo è il penultimo capitolo, quindi il prossimo sarà l'ultimo. Come vi avevo già accennato ho in mente un continuo e ho già fatto la scaletta, ma non so di preciso quando inizierò a scriverlo. Spero il più presto possibile, quello che vi assicuro è che inizio già a scrivere l'ultimo capitolo. Non voglio più farvi aspettare più di un mese. Il continuo spero di pubblicarlo il più presto possibile, ma la mia intenzione è quello di scriverlo prima e poi pubblicarlo, proprio per evitarvi le lunghe attese tra un capitolo e l'altro. Comunque fatemi sapere se preferite aspettare di più ora e poi avere tutti i capitoli pubblicati più frequentemente oppure se preferite leggere subito il primo capitolo del continuo ma attendere poi i capitoli per tempi più lunghi. Spero di essermi spiegata bene, ho troppe cose da dire e non so come dirle D: 
Comunque spero che abbiate voglia di farmi sapere le vostre opinioni riguardo al capitolo. Io non commento, vorrei che foste voi a commentare! :) 
Grazie per l'appoggio che mi avete dimostrato fino ad ora, vi saluto e vi mando un grosso bacio! 
Alla prossima splendori  



                          
 

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Capitolo 28
*** Leave ***






Leave
 
AllisonPov
 
Doveva essere mattina perché la luce che filtrava dalla finestra mi svegliò. Sentivo il dito di Louis percorrermi la schiena nuda, avrei potuto girarmi, baciarlo e infine avremmo rifatto l’amore, ma non lo feci. Finsi di dormire e cercai di imprimermi nella memoria quel momento: lui mi stava ammirando, mi stava amando in silenzio.
Rimasi sdraiata in quella posizione per parecchio tempo, beandomi del dito di Louis a contatto con la mia pelle. Mi godevo tutto l’amore che mi stava dando in quel momento. Me lo immaginavo sdraiato su un fianco con una mano sotto la testa per tenerla su, con il petto lasciato scoperto dal lenzuolo bianco, con gli occhi addormentati e con la sua barba che era da radere. Io, con gli occhi chiusi, ripercorrevo nella mia mente tutti i nostri momenti. Sicuramente quando Madison me lo aveva presentato, al liceo, non mi aveva colpito. I suoi capelli erano più lunghi di ora e il suo viso era più da bambino che da ragazzo. La sua simpatia, invece, era la stessa. Però ora sinceramente non so cosa mi abbia portato ad innamorarmi di lui così tanto. Quel giorno in aeroporto l’ho visto sotto una luce totalmente diversa e poi vivendo insieme è scattato qualcosa. E’ senza alcun dubbio la cosa più bella che mi potesse capitare.
“Ma sei sveglia!” sorrise avvicinando il suo viso al mio.
“Ebbene sì, - risposi sedendomi sul letto e coprendomi con il lenzuolo – mi stavo godendo le tue coccole e stavo pensando”
“A cosa?” disse avvicinandosi a me per baciarmi dolcemente sulla guancia.
“A noi! – feci una pausa e lo guardai negli occhi – E a quanto sono fortunata ad averti incontrato”
Lui sorrise appena, inarcando le sue labbra sottili. Guardai i suoi occhi azzurri e brillanti e cerca di leggerli.
“ Allie, - sospirò aggiustandosi i capelli – io sono stato fortunato! Ero un vero e proprio disastro e tu mi hai reso un disastro migliore. Tu non puoi nemmeno immaginare quanto mi senta felice al tuo fianco, quanto adori svegliarmi e trovarti qui nel letto accanto a me, quanto mi piaccia pulirti i lati della bocca quando mangi la nutella o quanto mi piaccia la tua espressione interessata quando sfogli attentamente le pagine dei libri e quando prendi appunti. Potrei stare qui per delle ore ad elencare tutte le cose che amo di te, ma posso assicurarti che non sei tu quella fortunata. Sono io”
Non diedi a Louis il tempo di finire la frase che subito mi fiondai sul suo petto caldo e accogliente. Lasciai che mi stringesse forte a se e che mi baciasse i capelli con le sue labbra sottili e delicate.
“Io vado a fare la doccia” dissi con un sorriso malizioso, balzando in aria ancora completamente nuda.
Louis tenne i suoi occhi fissi su di me, come incantato, poi si alzò anche lui.
“Mi sa che vengo pure io” disse in tono malizioso, seguendomi in bagno.
“Ti amo” sussurrai baciandogli il collo.
“Ti amo anch’io” disse lui, chiudendo poi la tenda della doccia.
 
MadisonPov
 
“Allora che farai?” chiese Harry, approfittando di quel momento di calma da Starbucks. Se ne stava lì accanto a me dietro al bancone, con le braccia conserte, i ricci disordinati e gli occhi verdi che mi guardavano in attesa di una mia risposta.
“Sinceramente non lo so, - sospirai appena – mi farebbe davvero piacere andare in California, ma non so se riuscirei a lasciare tutto quello che ho   qui a Londra”
“Tutto o qualcuno in particolare?”
“Harry, ti prego non ti ci mettere anche tu!” sbottai infastidita, iniziando a pulire il bancone scuro.
Lo vidi sedersi sul bancone, davanti a me, beccandosi un’occhiataccia da parte di Mark a cui però non diede peso. Mi impedì di continuare a pulire tenendomi fermi i polsi e costringendomi a posare i miei occhi sui suoi.
“Scusa, non volevo. Però è anche normale che mi venga il dubbio!”
“E’ normale si, viene pure a me il dubbio e se non avessi alcun dubbio resterei qui. Ma i dubbi ci sono e questo vuol dire che forse non devo stare qui, devo andarmene di nuovo”
“Perché per questa volta non provi a restare invece?”
“Perché per restare dovrei essere sicura, non dovrei nemmeno pensare per un secondo ad andarmene. E invece io ci penso, spesso!”
Mi lasciò i polsi e scese dal bancone, sistemandosi il grembiule verde scuro.
“Sai che dovrai dirglielo, vero?”
Abbassai lo sguardo e tornai a concentrarmi sul bancone. Sospirai e sentii i miei occhi bagnarsi e subito li strinsi per impedire alle lacrime di uscire.
“Maddie? – mi richiamò Harry – Sai anche tu che non puoi lasciarlo così, senza dire niente. Quello che è successo tra voi è troppo importante, gli devi almeno un ultimo saluto e una spiegazione”
“Harry, non lo so.. io ..”
“Madison Kyle, non trovare scuse! Te ne vuoi andare, va bene, ma abbi almeno il coraggio di dirglielo in faccia”. Il tono di Harry era sicuro e autoritario. Lo guardai allontanarsi da me per rivolgersi ad una coppia di amiche appena entrata.
Sapevo che aveva ragione, non avevo alcun dubbio, ma avevo paura che se fossi andata a dirlo a Zayn poi non avrei più avuto il coraggio di andarmene. Non avrei avuto il coraggio di guardare i suoi occhi scuri e intensi e dirgli che me ne sarei andata.
 
“Professor Jonhson?” dissi portandomi il telefono all’orecchio.
“Signorina Kyle, ha deciso?” sentii rispondere subito dall’altro capo del telefono.
Esitai un attimo, ma sapevo che se avessi risposto di si al mio insegnante, una volta davanti a Zayn non avrei avuto più via di scampo. Me ne sarei andata, a prescindere dagli occhi di Zayn.
“Si, signor Jonhson, parto! Vado a Berkeley”
 
 
Suonai con decisione il campanello, aspettando con una calma relativa che la porta davanti a me si aprisse. Avevo deciso, ero convinta, dovevo parlargli.
Appena la porta si aprì vidi Zayn. Indossava i pantaloni di una tuta e una semplice maglietta bianca a maniche corte che mostrava le sue braccia tatuate. Il suo sguardo indicava stupore nel vedermi lì e, forse, anche una certa curiosità. Rimasi per un po’ sulla soglia della porta, aspettando che Zayn mi invitasse ad entrare.
“Maddie?” disse flebilmente guardandomi.
“Devo parlarti” risposi con un tono talmente sicuro che stupii anche me stessa.
Indietreggiò appena per invitarmi entrare e poi chiuse la porta alle mie spalle. Mi fece accomodare sul divano e rimase a guardarmi come se volesse intuire qualcosa.
“Volevo chiederti scusa per ieri, ho detto cose che non pensavo e che non volevo dire. Tu non sei un errore, non sei sbagliato. Sono io quella che è sbagliata, sono io l’errore. Non mi sono pentita di essere venuta a letto con te, è stata la cosa migliore che mi sia capitata in quest’ultimo anno. E…”
“E ora sei venuta qui a dirmi se ti posso perdonare? Io ti ho già perdonata, da quando mi hai mollato solo sul pianerottolo. In quel momento io ti avevo già perdonata!” disse avvicinandosi a me.
“No ti prego, non dire così. Rendi solo le cose più difficili”
“Difficili?” rispose non capendo il mio discorso.
“Io me ne vado!” sbottai alzandomi da quel divano che ormai mi era fin troppo famigliare.
Zayn sbatté le palpebre più volte, come se le mie parole fossero solo frutto della sua fantasia.
“Cosa?” sussurrò, forse più a se stesso che a me.
“Il mio insegnante mi ha proposto di andare a Berkeley a studiare medicina per un anno”.
“E quindi hai avuto la brillante idea di venire a sbattermi in faccia la tua partenza? E sentiamo, quando te ne vai?”
“Domani sera, ho un aereo che parte alle 21.00”
“Immagino che tu voglia liberarti di me il più presto possibile”
“Non voglio liberarmi di te, voglio liberarmi una volta per tutte della vecchia me! Tu sei l’unico di cui non vorrei liberarmi, tu mi ha salvato Zayn, tu sei stato la mia cura”
“Ero la tua cura. Tu eri la mia malattia. Io ti salvavo mentre tu mi uccidevi”
Le sue parole mi spiazzarono. Davvero avevo fatto così male a Zayn? Mi sentii subito in colpa, il discorso che mi ero preparata, la mia voglia di mantenere la calma e di spiegare fermamente le mie ragioni crollarono in quell’istante. Volevo solo uscire da quella casa, ma non potevo scappare, non di nuovo. Zayn non meritava questo, Zayn non meritava me.
“Non dire così, ti prego!”
“Cosa dovrei dire, allora?”
Dopo quella domanda da parte di Zayn calò il silenzio nel suo salotto. Per la seconda volta in quella giornata sentii che i miei occhi si bagnavano di lacrime calde. Non avevo la minima intenzione di piangere davanti a Zayn e quindi cercai di ricacciarle di nuovo dentro. Io ero immobile, con la giacca aperta che tenevo ancora addosso. Zayn, invece, teneva lo sguardo basso e con la mano destra si toccava la nuca nervosamente.
“Ti amo Madison!”
“Cosa?”
“Credo che dovrei dirti questo. Dovrei dirti che ti amo! Credo di essermi innamorato di te fin dal primo momento”
“Zayn, ti prego, non..”
“Io ti amo. Resta, ti prego! Se davvero dici che ti ho salvato, che sono la tua cura, resta Madison. Resta”
“Tu mi hai salvato, si, ma ora sono io che mi devo salvare da sola”
“Ma…”
“Non dire altro! - dissi interrompendolo – Spero solo di vederti domani sera all’aeroporto, vorrei salutarti”
Non aspettai nemmeno la sua risposta, mi incamminai verso la porta e uscii da quella casa. Una volta che sentii la porta chiudersi lasciai libero sfogo alle mie lacrime.
 
 
ZaynPov
 
Il suono della sveglia mi fece svegliare di soprassalto. La spensi nervosamente e rimasi sdraiato con lo sguardo fisso sul soffitto. I pensieri vagavano sul discorso di Maddie della sera precedente. Mi convinsi che, come aveva detto lei, non ero io quello sbagliato. Però non riuscivo a togliermi dalla mente l’idea che avrei potuto fare di più per farla restare, o forse avevo fatto tutto quello che potevo, o forse ancora con il mio ti amo l’avevo semplicemente accompagnata alla porta spaventandola maggiormente. Da quando l’avevo conosciuta sapevo perfettamente che la sua situazione non era affatto facile, ma aveva un qualcosa che mi attraeva. Era come se fossi stato destinata ad incontrarla per poterla salvare. E,  a detta sua, ci ero anche riuscito. Però ora lei voleva andarsene, e forse lasciarla andare era la cosa più giusta. O forse no.
Non potevo affrontare quella confusione da solo, così mi alzai dal letto e mi convinsi che dovevo parlare con qualcuno.
 
“Ciao! – salutai non appena lo porta si aprì – Disturbo?”
“Ciao, no no, entra”
Mia sorella Doniya mi fece entrare e mi abbracciò calorosamente. Era dal compleanno di Safaa che non la vedevo. Viveva negli appartamenti dell’università destinati agli studenti, che condivideva con alcune sue compagne di corso. Per fortuna in quel momento era da sola. Non avremmo avuto distrazioni.
“Tutto bene, Zayn?” mi chiese facendomi accomodare sul piccolo divano al centro del salotto.
“Insomma” sospirai buttando la testa all’indietro.
“Altri problemi con la droga? Lo sai che non abbiamo bisogno di quei soldi per andare avanti e poi tu…”
“No no no, fermati! – la bloccai subito guardandola negli occhi – La droga non c’entra niente. Ormai ho chiuso con quella gente. Sono qui per parlarti di Madison, te la ricordi?”
Mia sorella si soffermò un attimo a guardarmi e poi annuì con decisione.
“Si, era al compleanno di Safaa, giusto?”
Io annuii con veemenza e ripensai a quanto fosse bella quel giorno nel suo vestito bianco e con i suoi lunghi capelli intrecciati.
“Vuoi qualcosa da bere?” mi chiese mia sorella, riportandomi alla realtà.
“Una birra!”
“Zayn! – protestò Doniya – Sono solo le undici di mattina”
Io sbuffai sonoramente. “Allora dammi un succo di frutta”. Mia sorella sparì dietro la porta della cucina e dopo qualche minuto tornò con due bicchieri colmi di succo di frutta che appoggiò sul tavolino in legno chiaro davanti a noi.
Io presi un bicchiere e lo portai alla bocca, bevendone la metà.
“Avevi sete, eh! – sorrise Doniya – Allora che volevi dirmi? Vi siete fidanzati finalmente? Si vedeva lontano un miglio che eravate pazzi l’uno dell’altra”
“Veramente no! Dopo che ha passato la notte da me ha deciso di partire. Va negli Stati Uniti a studiare medicina, a Berkeley”
Mia sorella iniziò a tossire, probabilmente il succo di frutta le era andato di traverso.
“Cosa?” disse con una voce strozzata, continuando a tossire.
“Non abbiamo nemmeno fatto in tempo a stare insieme. Se ne va!”
“Zayn…”. Mi guardò dispiaciuta mettendomi una mano sulla spalla e sorridendomi tristemente.
Finii il mio succo tutto d’un sorso e posai il bicchiere ormai vuoto sul tavolino.
“Ora capisci perché volevo una birra?”
“Torno subito!” rispose sorridendo.
Poco dopo uscì dalla cucina con in mano una bottiglia di birra, la mia marca preferita. Era incredibile come mia sorella mi conoscesse alla perfezione.
“E’ proprio necessario che parta?” chiese mia sorella dal nulla, riferendosi a Maddie.
“No”
“E allora perché non la fermi?” continuò lei.
“Io non posso fermarla! Se proprio vuole andare che vada, io posso solo dargli una ragione in più per tornare”
“Quindi l’aspetterai?” chiese finendo anche lei il suo succo.
“Non lo so!” risposi io portandomi alla bocca la bottiglia di birra fresca e bevendone un lungo sorso.
 
 
MadisonPov
 
Sospirai lasciandomi sprofondare su quelle sedie dell’aeroporto un po’ troppo scomode.
“Quando devi andare?” chiese mia madre sedendosi vicino a me e porgendomi un cappuccino caldo, preso dallo Starbucks di fronte a noi.
“Tra un po’, credo” risposi atona portandomi alla bocca il bicchiere bianco di cartone.
“Sei proprio sicura di voler partire?” chiese mio padre che se ne stava in piedi di fronte a me con le mani nelle tasche, segno che era davvero molto agitato.
“Si, papà, è la cosa migliore da fare!”
“Ma Zayn...”
“Non parlate più di Zayn, per favore” dissi interrompendo mia madre e alzandomi nervosamente.
Mi avviai verso la grande finestra dell’aeroporto. Guardavo quella grande pista di asfalto e il cielo notturno di Londra. Tra un’ora avrei preso quell’aereo e avrei cominciato una nuova vita. Ma l’unico desiderio che mi premeva in quel momento era salutare Zayn per un’ultima volta.
“Tutto bene?” la voce squillante e calma di Allison mi riportò alla realtà.
“Si” risposi continuando a guardare fuori.
“Allora parti? Te ne vai?”
“Sai anche tu che è la cosa più giusta da fare, per me, per il mio futuro e per Zayn”
“Lo so, io ti capisco Madison! Lo so che devi andartene, lo so. So anche che è giusto così, che devi inseguire i tuoi sogni, e prendere la tua strada. Sono felice per te e per la tua scelta, ma posso dirti che mi mancherai? – gli occhi della mia migliore amica cominciarono a diventare lucidi e il loro colore azzurro brillava ancora di più – Posso dirti che penserò a te, a quello che mi hai lasciato e a quello che ti sei portata via?” ormai le lacrime  scivolavano veloci lungo il suo viso tondo.
“Puoi dirmelo Allie, perché io farò esattamente lo stesso!”.
Avevo iniziato anche io a piangere, stringendola forte a me. Lei c’era sempre stata, mi era stata vicino in ogni momento e mi dispiaceva più di ogni altra cosa lasciarla, ma era la cosa più giusta da fare in quel momento.
“Tieni, – dissi togliendomi la collana con il mio nome – voglio che per quest’anno la tenga tu!”
“Ma era un regalo di Luke” rispose lei asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.
“Lo so, ma è ora che mi lasci Luke alle spalle una volta per tutte! E poi ti servirà per ricordarti di me” dissi facendola sorridere.
Mi abbracciò di nuovo, stringendomi forte a se. E ricominciammo a piangere singhiozzando.
“Basta lacrime, vi prego. Non voglio vedere le mie ragazze piangere!” intervenne Louis, facendoci sorridere.
“Lou” mormorai scompigliandogli i capelli castani.
“Maddie” sorrise lui, abbracciandomi.
“Ti affido Allie, trattamela bene o tornerò solo per dartele di santa ragione!”
Feci ridere i miei migliori amici e mi staccai controvoglia da Louis.
“Devo andare!” dissi andando a salutare i miei genitori, che erano rimasti seduti a parlottare tra loro.
“Già?” rispose Allison, con gli occhi ancora lucidi.
“Già!” affermai convinta. Mi girai ancora una volta, guardandomi in torno in cerca di due occhi scuri.
“Stai cercando Zayn, vero?” disse Allison, guardando nella mia stessa direzione.
“Si, ma non credo che verrà!”
“Maddie, dovresti iniziare ad andare al gate! Hanno scritto il volo sul tabellone” mi fece notare mio padre, mettendomi un braccio attorno alle spalle.
Lo strinsi forte a me, si unì a noi anche mia madre che potevo sentire singhiozzare.
“Mamma” sussurrai appena.
“Tranquilla Maddie, va tutto bene” rispose sorridendomi e accarezzandomi la guancia.
Mi voltai e abbracciai anche Louis e Allie.
Appena mi staccai, lasciai Allison fra le braccia di Louis. Era davvero belli vederli insieme, mi sentivo responsabile del loro amore e vederli insieme mi rendeva felice.
Mi allontanai da loro e seguii le indicazioni per raggiungere il gate d’imbarco.
Mi voltai un’ultima volta, Zayn non c’era. Salutai gli altri ancora una volta agitando la mano e poi mi girai continuando a camminare imperterrita seguita solo dal rumore delle ruote del mio bagaglio a mano.
Mi asciugai le lacrime con il dorso della mano. Una volta arrivata davanti al gate mostrai i miei documenti sorridendo appena.
Salii sull’aereo, sistemai il bagaglio a mano sopra di me e mi sedetti al mio posto guardando fuori dal finestrino. Il cielo ero scuro, forse più del solito,  e per questo si notavano ancora di più le stelle luminose.
Appena l’aereo decollò una morsa strinse il mio stomaco per il dubbio: avevo fatto la cosa giusta?





Ed eccoci arrivate a questo ultimo capitolo.
Avrei aggiornato prima, ma non riuscivo a entrare su EFP.
E’ stranissimo pensare di essere arrivata alla fine. Mi sembra ieri che mi facevo convincere dalla mia migliore amica a pubblicare la fan fiction e ora siamo già al capitolo finale. Mi scuso se questo ultimo capitolo non è un granché e se non è come vi aspettavate, ma la storia deve fare il suo corso tenendo anche conto del continuo. Non so come commentare il capitolo, posso solo dire che ho cercato di dare uno spazio a tutti per una sorta di “arrivederci”. Quindi abbiamo lasciato Louis e Allison completamente innamorati, invece per Madison e Zayn le cose sono un po’ diverse ma Zayn ha confessato a Madison di amarla e forse potrebbe anche aspettare il suo ritorno. Ovviamente non potevamo non concludere con un dubbio della nostra Madison, visto che ci ha assillato per ben 27 capitoli.
Volevo anche dirvi che il continuo sarà diverso da questa storia. La trama in sé sarà molto diversa, cambieranno parecchie cose e alcune proseguiranno da dove si sono interrotte. Ma non dico altro! Appena pubblicherò il primo capitolo vi avviserò!
 
Momento dei ringraziamenti finali: non so come ringraziarvi, voi non avete idee di quanto siate state fondamentali per me durante questa storia. Con una sola parola avete cambiato il mio umore, mi avete fatto commuovere con parole bellissime e avete continuato sempre a seguirmi.
Quindi vi ringrazio per tutto! Senza di voi questa storia non sarebbe stata assolutamente niente. Ringrazio anche le lettrici silenziose che, anche se non si sono mai fatte sentire, hanno letto ogni capitolo.
Vi voglio bene e sono felice di avervi conosciuto, alcune meglio di altre!
Siete state davvero tutte importanti per me, dalla prima all’ultima!
Sono curiosa di sapere le vostre opinioni a questo ultimo capitolo, magari anche chi non si è mai fatto sentire fino ad ora. Visto che è l'ultimo capitolo consideratela come un'ultima occasione ahahah :)
 
Vi chiedo un ultimo favore molto importante per me! Passate da questa meravigliosa ragazza? Si merita davvero tutto il vostro affetto e le vostre parole! Made for one another
 
Ora vi saluto davvero, ci sentiamo quando pubblicherò il continuo. Grazie ancora tutte, vi voglio bene ♥


 




                   




                   
 



 

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