The maid

di Seekerofdreams_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo nove ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci ***
Capitolo 11: *** Capitolo undici ***
Capitolo 12: *** Capitolo dodici ***
Capitolo 13: *** Capitolo tredici ***
Capitolo 14: *** Capitolo quattordici ***
Capitolo 15: *** Capitolo quindici ***
Capitolo 16: *** Capitolo sedici ***
Capitolo 17: *** Capitolo diciassette ***
Capitolo 18: *** Capitolo diciotto ***
Capitolo 19: *** Capitolo diciannove ***
Capitolo 20: *** Capitolo venti ***
Capitolo 21: *** Capitolo ventuno ***
Capitolo 22: *** Capitolo ventidue ***
Capitolo 23: *** Capitolo ventitre ***
Capitolo 24: *** Capitolo ventiquattro ***
Capitolo 25: *** Capitolo venticinque ***
Capitolo 26: *** Capitolo ventisei ***
Capitolo 27: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


Il mondo ama Londra, questo è risaputo.

Se non sei inglese almeno una volta nella vita ti verrà in mente di visitare questa città da sogno,

con la sua ruota panoramica famosa nel mondo, le piazze, i parchi, la regina Elisabetta, il Big Ban e tutte quelle cose che fanno di Londra una meta ambita da giovani e non, ed io, come la maggior parte dei ragazzi della mia età mi sono lasciata trascinare dalla bellezza della città, trasferndomi qui tre anni fa, uscita da un liceo alla periferia di Firenze, per intraprendere la carriera di art director nel campo pubblicitario.

Avete presente le persone che scelgono immagini, colori, frasi per le pubblicità?

Ecco, studio per diventare questo, un sogno che porto avanti da bambina e dopo diversi sacrifici ci sto riuscendo, manca ormai un solo semestre di corsi e gli ultimi esami prima di laurearmi ed entrare nel mondo del lavoro. Ok, questi sono i motivi che ho detto ai miei genitori per convincerli a mandarmi in una nuova nazione, ma diciamoci la verità Londra è anche meta di attori straordinari, cantanti e personaggi famosi, se hai una passione sproporzionata per un personaggio dello spettacolo, fidati, prima o poi passerà da queste parti! Perché vi sto dicendo questo?

Semplice anche io come milioni di persone nel mondo amo, in modo decisamente fuori dalle righe,

quei disastri di ragazzi che portano il nome di One Direction.

Ecco, a questo punto qualcuna di voi penserà “Aaaah, la solita storia, lei va a Londra e li incontra!” beh... Non proprio ma quasi!

Se ci pensate bene, ci sono ragazze che vanno a Londra e veramente riescono ad incontrarli e non significa che loro sono più belle o più fortunate di noi, assolutamente, c’è un unica differenza con quelle persone, combattono per i propri sogni e non stanno sedute dietro un computer a piangersi addosso perché non li incontreranno mai!

Con questo non voglio dire che dovete armarvi e partire verso casa loro eh!

Perché per realizzare i propri sogni bisogna essere preparati, avere le informazioni giuste, l’età giusta e i soldi, (Eh si! Quelli servono sempre!) però invece di mandare maledizioni alle persone che sono riuscite ad incontrarli o a riempirsi di cioccolato perchè non accadrà mai a voi, fate un salvadanaio, mettete un euro ogni tanto e iniziate a mettere le basi per realizzare quel sogno, ma la cosa principale è credeteci, credeteci sempre!

Se credete in voi e nel sogno che avete nulla vi potrà ostacolare, nè la distanza, nè le persone che

vi intralciano!

Perché vi sto dicendo questo? Perché fino a ieri ho fatto il contrario di tutto questo, mangiavo quantità industriali di marshmallow, caramelle e gelato seduta davanti ad un computer a ripetermi “Non li incontrerò mai!”, ma oggi ho deciso di prendere in mano la situazione.

Infilo le mie inseparabili Vans blu, la giacca a vento prendo la borsa ed esco dalla mia stanza nascondendo nella mano un foglio con un indirizzo sopra.

“Dove vai?” mi chiede Jess, la mia coinquilina.

“Vado a fare un giro in centro!” dico afferrando le chiavi dell’appartamento dal mobiletto all’entrata.

“Vai in metro?” chiede ancora.

“Si, l’auto è ancora dal meccanico!” sbuffo.

Lei fa un cenno d’assenso e io mi chiudo la porta alle spalle, chiamo l’ascensore e mi infilo dentro prima di schiacciare il tasto del piano terra. Sistemo la sciarpa intorno al collo guardandomi allo specchio e liscio i miei capelli, sorrido al mio riflesso nonostante mi senta stupida a farlo.

Sistemo meglio sul naso i miei grandi occhiali neri, che nascondono o meglio proteggono,

come amo precisare, i miei occhi verdi.

Li ho sempre amati, perchè sono particolari, non è quel verde comune, hanno qualche sfumatura marroncina e a volte mi sembra persino che diventino grigi.Le porte dell’ascensore mi riportano alla vita reale, esco scontrandomi con il signore del terzo piano, sorrido salutandolo e scendendo i cinque gradini che mi separano dall’aria aperta.

Cammino spensierata per le vie colme di turisti e cittadini e mi avvio verso la stazione della metro, mi fermo a fare il biglietto, controllo gli orari di arrivo e mettendo le mani in tasca aspetto impaziente l’arrivo del mezzo. Frugo nella borsa ed estraggo il pezzo di carta, sorrido leggendo mentalmente quello che ho appuntato.

 

Iven Street, 124A, giardino immenso, porte e finestre scure”

 

Vi state chiedendo cosa sono queste cose?

Bè, in realtà è tutto quello che ho trovato digitando su Google: “Niall Horan indirizzo Londra”.

Dopo mesi, anzi anni passati a non muovermi dalla mia stanza ho deciso di andare a cercare l’uomo dei miei sogni. Biondo, occhi azzurri, musicista, cosa si vuole di più dalla vita?

Sospiro mentre le porte della metro si aprono riversando sulla banchina tutti i pendolari diretti negli uffici dopo la pausa pranzo, gruppi di amici che si ritrovano in giro e cinesi da tutte le parti a fare fotografie su fotografie, sorrido sedendomi accanto alla porta da cui dovrò poi uscire, sfilo l’i-phone dalla tasca e scorro la home di twitter,sbircio il profilo dei ragazzi, so che sono a Londra per ultimare il nuovo album, ma di solito me ne resto a casa, so che adesso mi chiederete? Che diavolo ci fai a casa se sei a Londra?

Avete ragione voi, ma l’ho capito tardi, mi sono lasciata trasportare dai giudizi degli altri,

i giudizi delle persone che mi prendono in giro dicendo che sono troppo grande per ascoltarli, troppo grande per seguirli, ho sempre avuto paura del giudizio degli altri, sembra facile dire “Non fregartene!”, ma metterlo in pratica è molto più complicato!

Però arriva un giorno in cui decidi che il mondo non può decidere per te, capisci che la gente non può scegliere cosa ti rende felice e si, i One Direction mi rendono felice!

Nel buio della mia stanza, di sera, prima di addormentarmi, loro sono con me, sono con me quando mi sveglio, quando vado a lezione a piedi, quando sono in metro, quando sono triste o quando ho voglia di ridere, sono con me ovunque nelle cuffiette, nelle foto nascoste dentro il comodino,

nelle immagini del cellulare, in ogni cosa quotidiana che me li ricorda. La metro si ferma e io mi alzo lasciando il posto ad una signora anziana, scendo sistemando il collo della giacca per bene, inizia a fare freddo. Digito velocemente sul telefono l’indirizzo e seguo le indicazioni sulla cartina, rischio di perdermi per ben tre volte, ho il senso dell’orientamento sotto le scarpe praticamente!Quando ero in Italia il mio migliore amico mi prendeva in giro perché non riuscivo mai ad individuare il nord, beh... Non che le cose siano cambiate più di tanto!

Sbuffo girando in lungo e in largo fino ad imboccare la via giusta, sorrido fermandomi davanti a un

negozietto di alimentari ed entro per prendere qualcosa da mangiare, giro per gli scaffali e poi faccio fare un panino rigorosamente alla mortadella. Pago sorridendo alla ragazza dietro la cassa ed esco fuori, cammino guardandomi un po' attorno e mi siedo su una delle panchine del parchetto davanti al numero civico 120B, ormai ci sono quasi, addento il pane e lentamente finisco tutto il panino. Mi alzo facendo cadere le briciole a terra e subito vedo qualche uccellino avvicinarsi, sorrido allontanandomi e buttando la carta via, sono ormai le tre e mezza, chissà se sarà a casa!

Cammino lungo il sentiero del parco, 121, 122, 123, 124...A!

Trovata! Le informazioni prese su internet coincidono, sento un mormorio tra i cespugli e mi giro spaventata, delle ragazze spuntano fuori armate di macchine fotografiche. Rimango a fissarle dal lato opposto della strada, le vedo bussare alla porta e io sbuffando mi siedo sotto l’albero.

Vedo Niall aprire la porta, come sempre sorride ed è gentilissimo con tutte, ma si intuisce che è leggermente infastidito, ecco qui, come si fa a non farsi influenzare dall’altra gente? Quelle ragazze adesso hanno rovinato la mia giornata. Io non volevo infastidirlo, volevo solo aspettare che uscisse ed abbracciare la ragione della mia vita. Di certo non avrei suonato a casa sua! Pff!

Infilo le cuffiette e faccio partire qualche canzone dal telefono, controllo Facebook e Twitter, buttando ogni tanto un’occhiata alle finestre serrate, chissà se è solo a casa. Mi lascio cullare dalla musica fino a chiudere gli occhi e addormentarmi lì.

Vengo svegliata dal rumore di un auto in corsa, spalanco gli occhi spaventata non riconoscendo il posto in cui mi trovo, cerco l’Iphone e mi accorgo che si è spento, provo a riaccenderlo, ma la batteria è a terra.

Tolgo le cuffie ormai morte dalle orecchie e mi alzo guardandomi attorno, perfetto sono senza telefono, non so che ore sono ma di sicuro è buio, non ho idea di come tornare indietro per tornare a casa, cerco di non farmi prendere dall’ansia e comincio a camminare avanti ed indietro cercando una soluzione, mi sento talmente idiota, all’improvviso la porta del 124A si apre riversando sul vialetto un biondino preoccupato.

Mi giro di spalle per non farmi vedere, ma ormai è troppo tardi, dannazione che idiota che sono!

“Ehi, è tutto ok? Stai bene?” chiede dolcemente.

Chiudo gli occhi e prendo un bel respiro prima di girarmi, guardo il suo viso preoccupato e mi maledico mentalmente, non era proprio così che volevo conoscerlo.

“Io, mi sono persa!” sputo fuori mordendomi un labbro.

Lui cerca di non scoppiare a ridermi in faccia e lo ringrazio mentalmente per il suo tentativo di nascondere la risata.

“Non puoi chiamare nessuno?”

“Io.. ecco... ho la batteria a terra!” dico sventolando il cellulare.

“Non è la tua giornata fortunata, eh?”

In realtà si, considerando che sto parlando con te, vorrei rispondere ma non è il caso.

“Già!” dico solo scrollando le spalle.

“Ti presto il mio telefono!” dice premuroso.

Si gira ripercorrendo il vialetto verso casa, si ferma sulla porta e mi guarda.

“Non penso che il filo del telefono fisso arrivi fin lì!” sorride.

Per fortuna è buio e non può vedere il rossore sulle mie guance, affretto il passo e lo raggiungo.

“Prima le signore” dice lasciandomi passare.

“Grazie!” dico mettendo piede in casa Horan.

Mi guardo attorno, amo questa casa dalla prima volta che l'ho vista in una twitcam di Niall, il nero fa da padrone come il grigio, lasciando alla casa un tepore e un senso di calore che poche cose sanno darti.

“Il telefono è da quella parte!” dice indicando un mobile accanto al divano.

Mi avvicino titubante, chi diavolo chiamo ora?

La mia coinquilina è fuori discussione, non ha nemmeno la macchina, l’unico di cui mi ricordo il numero è un mio compagno di corso che non mi verrà a prendere mai, sospiro.

“Sai che numero devo chiamare per un taxi?” chiedo seria.

“I taxi? Aspetta dovrei avere un biglietto!” dice avvicinandosi e cercando il numero, dopo un pò mi porge un cartoncino con il numero di telefono, lo digito velocemente e aspetto, il telefono squilla a vuoto, riprovo una seconda volta, guardo il telefono maledicendo la compagnia dei taxi e mi giro abbozzando un sorriso verso Niall che sorride.

“Twitter dice che oggi c’è sciopero!” dice mostrandomi un tweet.

“Sciopero?” alzo leggermente il tono di voce.

Sono rimasta seduta per tre anni dietro un computer proprio oggi mi dovevo alzare?

“In che parte della città devi andare?” chiede gentilmente.

“Ehm, dall’altro lato!” Mi sfioro il mento pensierosa.

“Si può sapere cosa ci facevi qui?”

Lo guardo sconvolta, poi sospiro e scuoto la testa.

“Secondo te? Non ci vuole tanto per indovinare!” dico alzando le sopracciglia.

“Oh, non potevi venire a suonare prima?” chiede sorridendo.

“Non volevo disturbarti, volevo solo vederti, in realtà ora ti sto disturbando più del lecito e mi sento una stupida! Quindi be', tornerò a piedi!” dico forzando un sorriso e avviandomi verso la porta.

“Ma no aspetta, secondo te ti faccio girare a quest’ora da sola? Non sai nemmeno la strada!” dice sorridendo.

“Già ti ho disturbato troppo, mi arrangerò, veramente!” ribatto.

Vado per aprire la porta ma un tuono fa tremare i vetri delle finestre seguito da uno squarcio di luce,

mi blocco automaticamente davanti all’entrata e cerco di resistere dall’andare a fiondarmi tra le sue braccia.

C’è qualcuno lassù che oggi mi vuole male, sto facendo disastri su disastri, mancava il temporale, io e la mia fottuta paura per i tuoni.

“P-puoi restare qui se vuoi, domani prendi la metro!” dice tranquillo.

Ci metto cinque minuti per realizzare il senso della frase e mi volto verso di lui.

“No, non posso, ti ho già disturbato troppo!” dico seria.

“Prima di essere un cantante sono un essere umano, non ti lascerò andare da sola per le vie di Londra, mentre piove a quest’ora!” afferma deciso.

“Allora dormo sul divano!” dico.

“Dormi sul divano!” dice lui sorridendo.

Tolgo la giacca e la sciarpa e lui mi fa cenno di appenderle accanto alla porta.

Butto un’occhiata ai miei vestiti, non sembro una stracciona dai!

“Visto che resti a casa mia, posso sapere almeno il tuo nome?” chiede ridendo.

Oh. A che numero di figuracce sono?

“Serena, mi chiamo Serena!” rispondo.

“Bene, allora Serena, che telefono hai?” mi chiede.

“Un iphone!” dico prendendolo dalla tasca.

“Ti prendo il caricabatterie, tu puoi sederti o fare quel che vuoi!” sorride.

Annuisco e mi guardo intorno, c’è un pò di confusione ovunque, la cucina è sottosopra, torno in salotto e osservo i ripiani dove sono posizionati i premi, le candele sul tavolino basso e il grande divano nero, il tappeto bianco e immacolato, forse dovrei togliermi le scarpe!

“Ecco qui!” dice tornando in salotto e indicandomi dove poter mettere in carica il cellulare.

“Grazie mille, sul serio!” dico sincera.

“Figurati!” Sorride ancora.

“Hai bisogno di qualcosa per dormire?” chiede prima di andare a prendere un cuscino e una coperta.

“No, tranquillo e grazie ancora!” dico sistemando il divano.

“Se devi fare qualcosa, tipo guardare la tv o altro mi faccio piccola piccola e puoi far finta che io non ci sia!” dico facendolo ridere.

“No, vado a vedere un pò di tv in camera, non preoccuparti, se hai bisogno il bagno è infondo al corridoio, buonanotte!” dice sorridendo e sparendo dalla mia vista.

Sospiro sfilando il maglioncino e restando in canotta, per fortuna i riscaldamenti in questa casa sono al massimo, cammino lentamente verso il bagno, mi guardo intorno e sorrido.

Dopo essermi lavata le mani esco e mi avvolgo nella coperta, posiziono il cuscino e ci affondo il viso, ma non riesco a prendere sonno, sarà che ho dormito nel pomeriggio, o sarà che sono a casa di Niall Horan?

Un altro tuono mi fa tremare, nascondo il viso nelle coperte pregando che passi presto.

Continuo a fissare il soffitto fino a quando sento dei passi nel corridoio, Niall accende la luce e io mi muovo di scatto.

“Scusa, devo prendere una bottiglia d’acqua!” dice mortificato.

“Oh, non preoccuparti!” dico guardandolo mentre apre il frigo.

Non ti abbassare per prendere la bottiglia, non lo fare. Merda.

Fisso per qualche secondo il suo fondo schiena fasciato nei pantaloni grigi della tuta e respiro forte,

e chi dorme stanotte?

“Vado, scusa ancora!” dice spegnendo la luce.

Fisso il soffitto ad occhi spalancati prima di chiamarlo.

“Niall?”

“Si?” dice tornando indietro.

“Ti-ti posso abbracciare?” chiedo d’un fiato.

Lui accende la luce e sorride, annuendo.

Mi sfilo le coperte di dosso e mi alzo, lo raggiungo e lo abbraccio, lui ricambia subito, fa male sapere che è abituato ad abbracciare fan, mentre io ci sto mettendo tutto dentro, ma me lo farò bastare.

“Buonanotte” dico staccandomi e tornando sul divano.

“’Notte” dice lui tornando in camera sua.

Mi giro di lato fissando la luce della piccola candela e così mi rilasso e mi addormento.

 

 

Apro gli occhi che è ormai mattina, la casa è avvolta nel silenzio, evidentemente Niall non si è ancora svegliato, mi stiracchio un po' e decido di alzarmi.

Mi trascino verso il bagno e dopo aver svuotato la vescica mi dò una rinfrescata.

Torno in salotto e infilo il maglioncino, piego le coperte e le impilo l’una sull’altra insieme al cuscino.

Il mio i-phone è ormai carico. Sono le nove e mezza, non so a che ora si sveglia Niall di solito così mi metto a sistemare la casa, lavo i piatti incastrati nel lavello, ripulisco i ripiani e metto in ordine le stoviglie. Passo la scopa a terra e mi dirigo in salotto e dopo aver recuperato qualche cartaccia mi sposto verso il bagno, cerco i prodotti giusti e senza far rumore do una ripulita a tutto, passo la scopa anche qui e una volta finito butto tutto nella pattumiera. Lavo le mani e apro il frigo e sbircio per preparare la colazione, prendo le uova e il latte e preparo l’impasto per i pancakes, non trovo lo sciroppo ma mi accontenterò di marmellata e Nutella. Inizio a cuocere e subito il profumo invade la stanza, uno ad uno li sistemo nel piatto. Spengo il fuoco e vado ad aprire la finestra per far circolare l’aria fresca. Mi affaccio fuori sulla veranda, l’aria è ancora umida, ma il sole riscalda abbastanza,

spero che almeno le metro oggi viaggino. Chiudo la porta-finestra e sento tossicchiare dietro di me,

mi volto spaventata vedendo Niall già vestito fissarmi.

“Buongiorno!” dico sorridendo.

“E’ Natale?” sorride.

“Mmmh, no, manca ancora un po'!” dico tornando in cucina.

“Casa pulita, pancakes caldi, no è Natale fidati!” ride sedendosi al tavolo.

“Era il minimo che potessi fare dopo ieri sera!” dico sincera.

“Se vuoi puoi perderti anche domani sera!” ride portando alla bocca un bel pezzo del dolce.

Rido lavando la padella e i mestoli, li faccio scolare e poi asciugo le mani.

“Beh, io credo che adesso mi metterò in cammino verso la metro!” abbozzo un sorriso.

“Oh, già vai via?” Sembra... dispiaciuto?

“Si, oggi pomeriggio ho lezione all’Università!” dico.

“Cosa studi?” chiede mentre infilo la giacca.

“Comunicazione pubblicitaria!” dico sorridendo.

“Dev’essere bello!” Afferma lui continuando a mangiare.

“Decisamente, adoro tutto quello che riguarda la pubblicità!” affermo sicura di me.

“Si vede da come ne parli!” sorride anche lui.

Prendo la borsa mentre lui si alza per accompagnarmi alla porta.

“Grazie ancora di tu..”

Mi blocco sentendo suonare il campanello, guardo Niall sorpreso avvicinarsi alla porta per controllare fuori. Il campanello suona ancora un paio di volte, Niall apre la porta.

“Mamma? Papà? Greg? Denise? Theo?” dice sconvolto.

“Ciao amore!” dice sua madre.

“Perché sono felice di vedere solo mio nipote?” ribatte Niall.

Trattengo una piccola risata facendo però ricadere l’attenzione su di me.

Gli occhi di sua madre mi squadrano al completo e la sua bocca si apre in una O di sorpresa.

“Tu sei...?” chiede mentre gli altri mi guardano in attesa di risposta.

Ehm, in questo momento anche io sono felice di vedere solo il piccolo Theo!

Cerco aiuto nello sguardo di Niall che se ne esce con l’unica cosa che non avrei mai immaginato.

“La domestica!” sputa fuori.

“Chi?” dico io alzando la voce.

“La domestica, stava andando via, ha finito di mettere in ordine!” dice Niall.

Cerco di non far trapelare le mie emozioni davanti a tutti ma se mai mi ritroverò sola con Niall Horan lo ammazzerò.

“Non ci avevi detto di avere qualcuno a farti le pulizie!” dice Greg sedendosi sul divano.

“Oh beh, è da poco!” dico io trafiggendo poi Niall con lo sguardo.

“Allora ci vediamo domani cara!” dice suo padre.

“S-si, ci vediamo domani!” dico titubante.

“Alle 9 eh! Puntuale” ridacchia Niall.

Promemoria: “Uccidere Niall Horan moooolto lentamente”.

“Alle nove, sarò puntuale come sempre!” sorrido.

“Come mai fai questo lavoro? Non sei giovane?” mi chiede Denise.

“Oh beh, ero in cerca di un lavoretto...”

“Lo fa per pagarsi gli studi!” Mi anticipa Niall.

“Esattamente!” confermo sorridendo.

“Oh che brava ragazza!” dice Maura.

“Eh!” dico forzando un sorriso.

“Ora devo proprio andare, farò tardi a lezione!” dico.

“Certo, vai pure!” dice Niall.

Saluto con la mano tutti, faccio una piccola carezza a Theo e Niall mi accompagna fuori.

Aspetto di oltrepassare la porta di casa e mi giro come una furia. Il suo corpo è totalmente davanti al mio, lo guardo sorpresa.

“Fai finta che è tutto ok, conoscendo mia madre sarà dietro la tenda a vedere se sei veramente la mia domestica!” dice a bassa voce.

“Ma io non sono la tua domestica infatti!” dico.

“Ma lei sa che lo sei, quindi.. Hai trovato un lavoro!” sorride.

“Eh? No!” dico negando con la testa.

“Per favore?” dice spalancando gli occhioni blu.

“Ehi non usare queste tecniche subdole con me!” dico seria.

“Non faresti questo per me? Infondo ieri per vedermi hai rischiato grosso!” dice sorridendo.

“Non ricordarmelo ti prego!” dico arrendendomi.

“Grazie, veramente!” dice lui aprendosi in un sorriso.

“Ora vado, a domani allora!” dico avviandomi lungo il vialetto.

"A domani!" dice lui salutandomi sulla porta.

Ripercorro all’indietro la strada fatta ieri, passo davanti al negozio di alimentari, lo supero, ma decido di tornare indietro. Prendo un pacco di marshmallow e dopo aver pagato mi dirigo alla stazione della metro. Scendo le scale, mischiandomi con le altre persone, passando vedo un avviso di ieri che avverte dello sciopero, perché non leggo mai niente? Sbuffo ancora una volta e mentre aspetto, apro la busta e inizio a mangiare.

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***



                                                 .The maid.
                                                                   Capitolo 2


                                      





Butto una mano sul comodino per spegnere la sveglia e finisco per farmi male alla mano, sbuffando apro 
gli occhi ed esco dalle coperte, infilo i piedi nelle pantofole a forma di mucca e mi dirigo verso il bagno.
Una volta fuori indosso un paio di jeans, un maglioncino rosso e le scarpe dello stesso colore, apro la porta 
della stanza e mi avvio in cucina, preparo una ciotola di latte e cereali e mi siedo a tavola per fare colazione.
Sono le otto e mezzo, Jess sicuramente è già uscita per andare a lezione, di solito la mattina quando lei è 
fuori ho tutta la casa disponibile per accendere la radio ad alto volume e ballare come una pazza per casa, 
ma oggi devo essere a “lavoro”.
Controllo il cellulare e trovo un messaggio del mio ragazzo, ah, non vi ho detto perchè ieri avevo deciso di 
prendere in mano la mia vita.
Ecco, ho litigato con lui per un motivo....inesistente?
Si, fidatevi si può discutere anche per motivi che non esistono, io mi sto ancora chiedendo cos’ho fatto di 
male, dopo avermi evitato per l’intera giornata ieri mi ha mandato un messaggio di scuse.

“Mi dispiace ma oggi devo andare a lavoro, a dopo!”

Scrivo velocemente, prima di spegnere il cellulare, di certo non ho voglia di perdere tempo con lui, pensavo 
di aver trovato una persona seria e umile, invece si sta rivelando un grande idiota, solo che mi sento così 
legata a lui, l’ho conosciuto quando sono arrivata a Londra, un pò mi spaventa pensare alla mia vita senza 
di lui.

Senza pensarci più di tanto, prendo la borsa e la giacca ed esco di casa. 
Mi avvio verso la metro, spero che la macchina sia pronta in un paio di giorni, non ce la faccio più a 
viaggiare con i mezzi, compro il biglietto e come il giorno prima infilo le cuffie in attesa.
Faccio partire “She’s not afraid” e mi rendo conto che manca solo una settimana all’uscita del nuovo 
album, magari Niall lo tiene in casa...mmh, devo cercare!
Immersa nei miei pensieri salgo sulla metro e resto in piedi fino alla mia fermata.

Iven Street oggi è piuttosto trafficata, cerco di ricordarmi di girare nella via giusta e con mia grande 
sorpresa mi ricordo perfettamente la strada.
Arrivo davanti alla porta di casa Horan e suono, aspetto cinque minuti e nessuno viene ad aprirmi, 
suono ancora una volta e sento urlare un “Arrivo!”.
Sorrido aspettando Niall, quando sento la porta aprirsi sgrano gli occhi per la sorpresa.
“Ehi, stai bene?” chiedo ad un Niall assonnato e con gli occhi gonfi.
“Sono nei casini!” sbuffa facendomi entrare.
Chiudo la porta dietro di me e lo seguo in cucina, la casa è un disastro, ci sono piatti e bottiglie da tutte 
le parti, spalanco la bocca per dire qualcosa ma lui mi fa cenno di stare in silenzio.
“Non ti ci mettere anche tu eh! Lo so che è un casino, ieri sera ho dato una festa e la cosa mi è sfuggita 
di mano!” dice massaggiandosi le tempie.
“Vedo” dico ridendo.
“Il problema è che a mezzogiorno vengono i miei e anche i ragazzi, devo mettere in ordine, andare a fare 
la spesa, cucinare qualcosa di decente e riprendermi!” dice buttando giù una tazza di caffè.
“Ehi, quante ne hai bevute di quelle?” dico togliendoli la tazza dalle mani.
“Cinque e non è cambiato niente, ho più mal di testa di prima!” sbuffa.
“Dai Niall, ci penso io qui, vai a riposarti un po', forza!” dico togliendomi la giacca.
“No, non posso, guarda quante cose ci sono da fare!” 
“Niall, vai, ci penso io, seriamente!” dico con tono fermo.
Mi guarda per un pò pensieroso poi annuisce, gli faccio cenno con la mano di andare via e lui dopo uno 
sbadiglio e un’ultima occhiata si dirige in camera.
Lo guardo allontanarsi e poi sospiro, alzo le maniche del maglioncino e comincio a sistemare, cerco un 
sacco della spazzatura e butto tutte le bottiglie e i piatti di plastica, raccolgo i bicchieri e li poggio nel 
lavello, non oso immaginare il casino fatto ieri sera, prima di continuare prendo dalla borsa l’ipod e metto 
su un po' di musica, sospriro pensando che sono a casa di Niall, mi ritrovo a pulire casa sua solo perchè tutti 
e cinque mi hanno mandato in pappa il cervello con la loro musica e il loro modo di essere.
Ballando sistemo il copridivano e i cuscini, passo una pezza umida sul tavolino e rimetto in ordine gli 
oggetti sul mobiletto.
Mi sposto in cucina e tento di scrostare il fondo di una padella, è tanto difficile mettere dell’acqua dopo 
averla usata? Mi arrendo, la finirò dopo, lavo tutti i bicchieri, li sistemo e per ultimo prendo scopa e straccio 
e do una ripulita al pavimento.
Faccio finta per un momento che il manico della scopa sia un microfono e inizio a cantare sulle note di 
Up all Night, mi muovo per casa felice, passo anche lo straccio e mentre lascio asciugare torno a 
combattere contro la padella.
Sono ormai le dieci passate quando finisco, busso alla porta di Niall e sento un mugolio.
“Niall?” lo chiamo.
“Adesso arrivo, un attimo!” dice assonnato.
“Ok!” dico tornando in salotto.
Mi siedo sul divano aspettando che arrivi e riaccendo il cellulare, come previsto mi arrivano tantissimi 
messaggi di Luke, il mio ragazzo, sbuffo, non è nemmeno originale, mi ha scritto sempre la stessa cosa: 
“Cosa? Dove lavori?”.
Li cancello tutti e metto il telefono in tasca mentre Niall arriva in salotto.
“Oh!” dice guardandosi intorno.
“Hai le mani d’oro!” dice aprendosi in un sorriso.
Arrossisco un pochino e sorrido anche io.
“Hai pulito anche il giardino?” mi chiede.
“Il giardino?” dico sgranando gli occhi e mettendomi in piedi.
“Dannazione!” dico aprendo la veranda, fisso fuori e mi metto le mani in faccia.
“Mi sono dimenticato di dirtelo!” si giustifica.
“Mi spieghi in quanti eravate?” chiedo.
“Una decina!” dice alzando le spalle.
“Una decina? E avete fatto tutto questo casino?” chiedo.
“Era tanto che non ci vedevamo!” si giustifica.
“Cavoli, sono le dieci e mezza, ce la faccio dai!” dico.
“Ehm, in realtà ti volevo chiedere una cosa!” 
“Cosa?” chiedo.
“Sai cucinare?” dice sorridendo.
“S-No!” dico capendo dove vuole andare a parare.
“Sno?” ride.
“Oooh, dannato Niall! Io volevo solo incontrarti, perchè non mi sono fatta i fatti miei? Ti odio!” sbuffo.
“Non dai, non mi odiare!” dice ridendo.
“Non c’è da ridere!” dico poggiando le mani sui fianchi.
“Si, dovresti vederti!” dice.
Tento di rimanere seria ma un sorriso sfugge anche a me sentendolo ridere.
“Forza, scrivimi la lista della spesa!” dico.
“Mmh, non so che cucinare, hai idee?” chiede sorridendo come un bambino il giorno di Natale.
“Ho capito, faccio io! In quanti sarete?” 
“Mmh, io, i miei, Greg e famiglia e i ragazzi!” dice contando sulle mani.
“Dieci?” dico sbuffando e iniziando a pensare a qualcosa da fare.
“Undici, ci sei anche tu!” dice serio.
“Io? Io dopo aver cucinato devo andare!” dico.
“Oh, hai lezione?” mi chiede mentre io reinfilo la giacca.
“No, ma dopo pranzo ho gli allenamenti!” 
“Allenamenti di cosa?” chiede curioso.
“Ehm...gioco a calcio!” ammetto prendendo la borsa.
”E me lo dici così?” dice illuminandosi.
“Come te lo dovevo dire?” rido.
“Eh non lo so, quando ti sei presentata dovevi dirmi, Ciao mi chiamo Serena e gioco a calcio!” sorride.
”C’è solo un piccolo particolare, non mi sono presentata!” rido.
“Vero, sei un disastro!” dice sbuffando.
“Un disastro che oggi ti ha salvato il sedere, per non essere volgare!” dico forzando un sorriso e lui risponde 
con una smorfia.
“Vero, tieni dovrebbero bastarti per la spesa!” dice dandomi i soldi.
“Perfetto, io vado!”
“Però dopo voglio sapere dove giochi e tutto, ok?” dice prendendo un sacco nero per recuperare le cose 
in giardino.
“Va bene, tu pulisci bene eh!” rido.
“Sei ancora qui? Vai che è tardi!” dice e ridendo mi spinge fuori casa.
Scuoto la testa divertita e mi avvio verso il solito negozio di alimentari, ormai sono di casa.
Percorro gli scaffali in cerca di passata di pomodoro, carne macinata, carote, sedano, pancetta e 
soprattutto spero che in Inghilterra usino la pasta pronta per fare le lasagne!
Dopo vari giri riesco a trovarla e sorrido felice, spero che tutti mangino tutto, sarebbe un bel problema, 
ma Niall non mi ha detto niente di particolare.
Mi dirigo verso la cassa e vedo un papà giocare con la sua bambina, sorrido alla scena e penso che oggi 
coccolerò Theo, amo i bambini.
“Theo!” urlo.
Non può mica mangiare le lasagne, eh!
“Oddio, cosa prendo ora per lui?” parlo ancora a voce alta, torno indietro con il carrello e cerco il reparto 
bambini.
Ha quattro mesi, molto probabilmente prende ancora il latte!
Per precauzione prendo qualche omogeneizzato alla frutta, qualcuno alla carne e li metto nel carrello.
Torno alla cassa e finalmente riesco a pagare, mi faccio dare delle borse della spesa e metto tutto lì dentro, 
ringrazio ed esco fuori, ripercorro la strada all’indietro e mi blocco vedendo un gruppo di fan davanti 
alla porta di Niall, sbuffando poggio le buste a terra.
Come faccio ad entrare ora? Senza farmi vedere entro in un vialetto e percorro il perimetro di casa Horan, 
per fortuna ha lasciato una finestra aperta, lancio dei sassolini alla finestra e lo maledico mentalmente.
“Cosa diavolo ci fai qui sotto?” chiede affacciandosi.
“Ci sono delle ragazze davanti casa!” dico.
“Ora come vuoi entrare?” chiede ridendo.
“Idiota, non ce l’hai una scala?” chiedo.
“Si, adesso la faccio scendere” ride prendendomi in giro.
“Rapunzel sciogli i tuoi capeeeelli!” canticchia.
“Muoviti!” urlo, forse un pò troppo forte.
Cinque minuti dopo sono su una scala, facendo avanti e indietro per portare le buste!
“Che mi tocca fare, dannazione!” borbotto risalendo l’ultima volta.
Scavalco il davanzale e lo trovo a sgranocchiare un pacchetto di patatine e ridere.
“Maledetto il giorno in cui ho cominciato ad ascoltarvi!” borbotto.
Sistemo la mia giacca e prendendo le buste, gli passo accanto e mi dirigo in cucina.
“Dai, non dire così però!” dice seguendomi.
“Vai a risalire la scala!” dico seria.
“Ci vado dopo!” dice sedendosi al tavolo.
Mi faccio dire dove sono le pentole e le posate, taglio un pò di cipolla e metto sul fuoco la pentola, 
faccio scendere i vari ingredienti e un profumo invade la casa.
“Oh! Cosa stai facendo?” dice alzandosi felice e affiancandomi mentre giro il soffritto.
“Il ragù!” sorrido.
“Oh mio dio! Per fare cosa?” dice entusiasta.
Indico il pacchetto di pasta sul tavolo e i suoi occhi si illuminano, batte le mani e mi lascia un bacio 
sulla guancia.
“Le lasagne, amo le lasagne!” dice felice uscendo dalla cucina per andare, probabilmente a ritirare la scala.
Sposto la mano a toccarmi il punto in cui a sfiorato la mia guancia e mi trovo a sorridere come 
un’adolescente.
Scuoto la testa e torno a cucinare, lascio il fuoco medio e intanto mi affaccio a vedere il giardino.
“Niall?” dico urlando.
“C-cosa? Sono arrivati?” dice preoccupato arrivando in salotto.
“No, ma così metti in ordine il giardino tu?” sbuffo.
“Ehm, si, cioè no!” dice.
“Uomini!” dico sistemando la griglia del barbecue e il tavolo, recupero qualche bottiglia dimenticata e torno 
a vedere il sugo.
“Cosa devo mettere sulla tavola?” chiedo.
“Mangiamo fuori, le tovaglie sono al terzo cassetto vicino al frigo!” urla dal bagno.
Faccio come ha detto e preparo la tavola in giardino, staranno un pò stretti ma il padrone di casa ha 
ordinato così.
“Ti serve una mano?” chiede raggiungendomi, si è cambiato vestiti, ha tolto la tuta e infilato un jeans 
e sopra porta una maglietta semplice grigia.
“Puoi finire qui, così preparo le lasagne?” dico.
“Certo, a momenti dovrebbero arrivare tutti!” dice serio.
Io mi fermo di scatto facendo cadere la teglia, lui si gira verso di me spaventato e mi raggiunge.
“Che c’è?” dice.
“Io, io, ecco se inforno poi te la cavi a non farla bruciare, deve stare una mezz’oretta!” dico.
“Perchè? Non devi andare via per pranzo? E’ quasi mezzogiorno!” dice.
“Si, lo so, però...” 
“Però?” mi incita a parlare.
Come faccio a dirgli che mi vergogno di conoscere gli altri e stare lì con la sua famiglia?
“Non sei felice di incontrare gli altri? C’è chi farebbe carte false!” ridacchia.
“Lo so e sarebbe un sogno, ma....ecco, mi vergogno!” ammetto.
“Ti vergogni? Ma con me parli tranquillamente!” dice alzando le spalle.
“Si, lo so, mi vergognavo anche di parlare con te all’inizio!”
“Appunto, all’inizio!” dice lui.
Prendo un bel respiro e lo guardo negli occhi.
“Devo prendermi cinque minuti per metabolizzare il fatto che sto per incontrare gli altri quattro!” dico.
“Devi urlare? Se devi urlare vai in bagno che è insonorizzato!” ride.
“Perchè hai il bagno insonorizzato?” dico sgranando gli occhi.
“Non lo so, la casa non l’ho progettata io, l’ho comprata così! Dovremmo chiedere a chi abitava qui cosa 
ci faceva in bagno!” ride.
Rido anche io e sento i nervi sciogliersi dietro la sua risata.
“Con me non hai urlato!” si finge offeso.
“Con te ho fatto diecimila figuracce, lascia perdere!” dico sorridendo.
“Si in effetti!”
“Forza che non ti mangiano, sono dei ragazzi normali come me!” sorride.
“Niall?” lo chiamo mentre torna a preparare la tavola.
“Mh?” dice.
Corro ad abbracciarlo e faccio cadere tutti i tovaglioli dalle sue mani.
“E questo?” chiede ridendo.
“Per essere uno dei cinque ragazzi che rendono le mie giornate migliori!” sorrido.
“E’ un piacere!” ridacchia abbassandosi a raccogliere i tovaglioli.
“Anche se adesso ti odio!” dico tornando in cucina.
“Perchè sei la mia domestica?” ridacchia.
“Odio anche quella parola!” sbuffo girando il ragù.
“Quale? Domestica? E’ una bella parola dai! Domestica, suona bene!” ride.
“Finiscila!” dico ridendo.
“Quanto manca ancora?” chiede avvicinandosi.
“Il sugo è quasi pronto, in forno deve stare una mezz’oretta!” 
“Va bene, mi fido di quel che dice la mia domestica!” dice ridendo ancora e io gli lancio dietro il mestolo.
“Aaaaah” urla correndo fuori.
Sistemo nella teglia la sfoglia e ci verso sopra il ragù, strato per strato preparo le lasagne.
Accendo il forno, lo faccio riscaldare un po' e poi poggio la teglia all’interno, programmando il timer.
“Ehi ti suona il telefono!” mi dice dal giardino.
“Oh, grazie!” tolgo il guanto da cucina e dopo aver controllato bene il forno vado a prendere il telefono 
in borsa.
“Luke”

Chiudo la chiamata e metto il silenzioso.
“C’è qualcosa che non va?” mi chiede Niall spuntando alle mie spalle.
“No, ho solo discusso con il mio ragazzo!” dico.
“Uuuh, guai in paradiso?” dice senza perdere il sorriso.
“Direi più guai all’inferno!” sorrido anche io.
“Si sistemerà tutto, tranquilla!” dice.
Non rispondo interrotta dal citofono e ringrazio mentalmente chiunque sia a suonare.
Niall si affaccia e sorridendo apre la porta, due secondi dopo viene travolto da un abbraccio.
“Harry dannazione, mi fai male!” borbotta Niall
“Mi sei mancato amore mio!” risponde il riccio.
Gli altri ragazzi entrano scuotendo la testa e io mi copro la bocca sorridendo.
“Mmh...Ciao?” mi dice Zayn sorpreso.
Cerco di non urlare e mantenere la calma, mentre Harry lascia Niall e si gira verso di me, 
seguito da Liam e Louis.
Ho bisogno di urlare. 
Urgentemente anche, cerco lo sguardo di Niall senza proferire parola e lui corre a chiudermi la bocca 
prima che dalla mia gola fuoriesca aria.
“NO! Ti ho detto di andare in bagno!” ride.
Io annuisco calmandomi leggermente e lui mi lascia respirare.
“Puoi abbracciarli eh, non mordono!” mi prende in giro.
Abbraccio tutti e quattro e loro sorridono ricambiando.
“Cosa ci fa una ragazza a casa tua?” chiede Louis ridendo e abbracciando Niall.
“Non è quello che pensi, mi stava dando una mano!”
“Stai bene?” chiede Liam.
Alzo lo sguardo verso di lui che mi fissa preoccupato, e... no! 
No che non sto bene se mi guardi così.
Dannazione, non posso fare queste figure davanti a tutti e cinque, un po' di contegno, 
che cavolo.
“Si, vado a controllare il forno eh!” dico e mettendomi d’impegno per ricordarmi come si cammina torno 
in cucina.
“Ma io voglio sapere chi sei!” mi urla Louis dietro seguendomi.
Vengo salvata ancora una volta dal campanello, questa volta è la famiglia di Niall, prendo un respiro mentre 
sono tutti impegnati a salutarsi e prendere in braccio Theo.
“Serena!” mi saluta sua madre.
“Oh ci sei anche tu!” dice Denise sorridendo.
“Oh, ma allora voi la conoscete!” dice entusiasta Harry.
“In realtà l’abbiamo conosciuta ieri, pensavamo fosse la ragazza di Niall, invece è la domestica” dice Greg.
“La domestica?” dice Liam.
“La domestica?” ripete Louis prima di scoppiare a ridere.
“Perchè ripetono tutti quella parola?” dico a bassa voce.
Frase che non sfugge a Niall e dopo due secondi è a terra, sotto gli occhi sconvolti di tutti, a ridere.
Faccio ricorso a tutta la mia pazienza per non riempirlo di botte e torno a controllare il cibo.
“Che ti prende?” dice Bobby.
“Niente papà, niente!” ride ancora.
Si spostano tutti insieme fuori in giardino, mentre io resto in cucina, mamma mia quanto sono stupida, 
sono rimasta senza parlare davanti a tutti quanti, sono proprio idiota.
Ma non posso farci niente, sono rimasta paralizzata, fino all’altro ieri guardavo foto di loro cinque 
al computer e ritrovarseli davanti è decisamente un’altra cosa.
“Non sei la domestica, vero?” sento una voce dietro di me.
Mi giro di scatto, trovando Harry appoggiato al ripiano della cucina.
“Ehm.. Invece si!” dico sorridendo.
“Ma non ci ha detto niente Niall!” continua lui.
“Lo so, ma non è da molto, lo faccio per pagarmi gli studi!” dico.
Almeno sanno tutti la stessa cosa.
“Haz lasciala stare, torna di là!” dice Liam richiamandolo.
“Non stavo facendo niente, scambiavamo quattro chiacchiere!” protesta.
“Forza!” dice Liam con un tono che non ammette repliche.
“Va bene!” borbotta Harry.
Sorrido a Liam e lui ricambia seguendo Harry in giardino.
Ormai è l’una, le lasagne sono quasi pronte, prendo il pane e lo affetto, apro il forno e sistemo le fette 
nella griglia più bassa per farle abbrustolire, per poi tagliare i pomodorini in quattro, li condisco e prendo 
due vassoi abbastanza grandi per le bruschette.
Tiro fuori il pane e dopo aver preparato tutto, vado a chiamare Niall.
“Puoi venire un secondo?” chiedo mentre tutti mi guardano.
Dio, che imbarazzo, sicuramente sono diventata rossa.
“Si, certo!” dice lui seguendomi.
“Uuuh, le bruschette!” dice passandosi la lingua sulle labbra.
“Le lasagne sono quasi pronte, mangiate queste intanto, per Theo...”
“No, non ti preoccupare, ci pensa Denise, adesso dorme, hai fatto già tanto!” dice sorridendo.
“Figurati, io... Posso andare allora?”
“Sei sicura che non vuoi restare?” mi chiede ancora.
“No, te l’ho detto, ho gli allenamenti!” dico lavandomi le mani.
“Giusto, senti ti va di lasciarmi il tuo numero di telefono, così se ho bisogno di te, 
ti chiamo?” dice sorridendo.
“Certo, te lo lascio vicino al telefono fisso, ok?” chiedo.
“Perfetto, io intanto comincio a portare questi fuori” dice prendendo i vassoi.
 Mi avvicino al telefono e recupero un pezzo di carta, scrivo il mio numero e lo appoggio alla cornetta.
Dentro di me, spero vivamente che Niall abbia bisogno di me e mi chiami.
Prendo la giacca e la infilo, faccio girare la sciarpa intorno al collo e dopo aver preso la borsa 
esco in giardino.
“Vai via?” chiede Zayn.
“Si, mancano dieci minuti per le lasagne, io devo andare!” dico rivolta a tutti.
“Ma no, perchè? Potevi stare con noi!” dice Maura.
“Oh, la ringrazio ma devo proprio andare” rispondo.
“Lezione all’università anche oggi?” chiede Greg.
“Serena deve andare, ha gli allenamenti di calcio” risponde per me Niall.
“Giochi a calcio?” dice Louis, con un tono di voce più alto del normale.
“Si” mi faccio sfuggire un sorriso per la sua reazione.
“Mi sei simpatica!” dice afferrando una bruschetta.
“Grazie!” dico arrossendo.
“Dove giochi?” mi chiede Liam.
“Oh... in una squadra di terza divisione, niente di eclatante ma lo faccio per divertimento!” dico sincera.
“Bè, qualche volta possiamo giocare!” dice Louis.
“Certo, quando vuoi!” dico aprendomi in un sorriso sincero.
Louis ti mette di buon umore, sorride sempre e sembra non fregarsene di niente.
“Ti accompagno alla porta!” dice Niall.
“E’ stato un piacere incontrarvi, ci vediamo!” dico salutando tutti.
Niall poggia una mano dietro la mia schiena e mi incita a precederlo verso l’uscita, 
Cerco di non dar peso al senso di calore emanato dalla sua pelle e cammino.
“Allora ci vediamo quando hai bisogno di una mano!” dico sorridendo.
“Grazie veramente per oggi, mi hai salvato!” ride.
“In fondo mi sono divertita” dico sincera.
“Si anche io, domestica!” 
“Ehi!” dico dandogli un buffetto sul gomito.
“Buon allenamento allora!” dice aprendo la porta.
Vorrei abbracciarlo anche adesso, ma forse è troppo, mi accontenterò del suo sorriso.
“Grazie, a presto!” sorrido.
Per fortuna non c’è nessuno nei paraggi, così attraverso il vialetto e mi immetto nella via principale, 
mi giro e lo saluto con la mano ma la porta è già chiusa.
Abbasso la testa sospirando e mi avvio verso la metro.


***

Torno a casa che sono le due e mezzo passate, preparo velocemente una fettina di carne e da sola mi siedo 
a mangiare, accendo il pc e spulcio qualche notizia su twitter, ci sono le foto dei ragazzi e rido pensando 
di averli incontrati e nel silenzio di casa urlo di gioia.
Metto su Youtube qualche canzone e ballo per il salotto, poggio il piatto nel lavandino e dopo averlo 
sciacquato mi sposto in camera, prendo la divisa e la metto in borsa sempre ballando, faccio una giravolta 
e finisco per sbattere alla porta.
Ridendo mi butto sul letto, sto proprio male, eppure questo è l’effetto che mi fanno i One Direction.
Controllo l’orologio e mi accorgo di essere in ritardo, tutta colpa di Niall, ovviamente.
Sbuffo spegnendo tutto, metto il computer in camera e mi preparo per uscire, come sempre rinfilo le cuffie, 
incrocio Jess mentre rientra da lezione e la saluto con un sorriso a trentadue denti.
“Tutto ok?” chiede.
“Certo” sorrido “Vado agli allenamenti!”
“Va bene, a dopo!” dice sorridendo.
Scendo le scale e prendo l’autobus diretta al campo, arrivo venti minuti dopo, le mie compagne sono 
già negli spogliatoi, saluto il custode ed entro.
“Sei arrivata finalmente!” dice Jenna.
“Scusate ragazze, ho fatto tardi, Sally?” chiedo.
“Eccomi!” dice spuntando fuori dal bagno e venendomi ad abbracciare.
Sally è la mia miglior amica, abitiamo lontane, lei abita a 30 km da Londra e riusciamo a vederci 
pochissimo ma possiamo contare sempre l’una sull’altra.
“Devo raccontarti una cosa!” dico elettrizzata mentre mi cambio.
“Che è successo?” chiede sorridendo.
“Non ci crederai mai, ma ho incontrato Niall” dico sorridendo.
Lei non segue i ragazzi ma ormai sa tutto di loro, tramite me, 
è l’unica che sà esattamente quello che loro sono per me!
“Stai scherzando?” dice incredula.
Nego con la testa e lei urla e salta travolgendomi in un abbraccio.
“Sono felicissima per te, racconta!” dice battendo le mani.
“Cos’è successo?” chiede Mary.
“Niente, sai che Sally esagera sempre!” dico io per non dare spiegazioni.
Sally mi fa la linguaccia e le faccio segno che dopo le dirò tutto.
Il mister ci chiama ed usciamo ad allenarci, mentre facciamo il giro di campo racconto in grandi linee quello 
che è successo, ripensandoci non mi sembra vero, poi le dico della domestica e lei si piega in due dalle risate.
“Grazie, sei proprio un’amica!” le dico accelerando il passo.
“E dai, è divertente, scusa!” dice raggiungendomi.
“Si un po' lo è!” ammetto ridacchiando.
Facciamo gli esercizi dettati dal mister e ripenso a questi ultimi giorni, non mi sentivo così felice da 
un’eternità.
Ma poi penso a Luke e sospriro, dovrò risolvere la situazione anche con lui, per ora però posso concedermi 
di pensare a due occhi color del cielo.






_____________________________________________________
Ciao belle ragazze, ecco qui il secondo capitolo, allora?
Che ne pensate? Spero vi piaccia, io sono morta dalle risate!
Niall è un disastro!
Scusate per il ritardo ma in questi giorni sono stata impagnata,
spero di leggervi :) Grazie a tutte per aver insierito la storia nelle seguite/preferite/ricordate
e grazie a chi ha speso cinque minuti del suo tempo per lasciarmi una recensione!
L'ho apprezzato tantissimo!
Un bacione,

Sere

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


             .The maid.
                                   Capitolo 3


                                 







Cammino nei corridoi dell’Università diretta alla prossima lezione, sono passati tre giorni da quando ho visto e sentito 
Niall l’ultima volta e l’unica cosa che ho fatto è controllare ogni cinque secondi il cellulare.
Percorro il corridioio al centro dell’aula e cerco un posto vuoto.
“Posso?” chiedo genitlmente ad una ragazza, lei fa cenno di si e mi fa passare nel posto vuoto.
Butto la borsa sotto il banco e prendo un blocco per gli appunti, sbuffo, amo quello che studio ma non ci sono proprio 
con la testa, ascolto il professore parlare e prendo qualche appunto svogliatamente, tiro fuori il telefono dalla tasca ma 
non c’è nemmeno l’ombra di un messaggio.
Passo così le dure ore di lezione fino a quando il professore ci congeda, esco fiondandomi verso la caffetteria dove mi 
aspetta Will, il mio compagno di studi.
“Ehi dolcezza!” sventola una mano dal tavolo in fondo alla stanza.
Sorridendo mi faccio spazio tra una folla di studenti nel cambio dell’ora e lo raggiungo, sorrido lasciando un bacio sulla 
guancia del mio amico.
“Ciao Will” dico sedendomi.
“Ho ordinato anche per te, ciambella e ginseng!” sorride.
“Oh grazie, sei sempre il migliore!” rido.
Io e Will ci conosciamo dall’inizio del primo anno, quando uno dei professori ci ha affidato un progetto insieme, 
così abbiamo iniziato a studiare insieme e al terzo anno non ci siamo ancora separati. Sto bene insieme a lui e mi diverto,
 spesso usciamo insieme per Londra quando i nostri ragazzi non fanno scenate di gelosia, si, avete capito bene, 
Will ha un fidanzato, troppo geloso per i miei gusti!
Quando ho scoperto il suo orientamento sessuale sono rimasta sconvolta, non perchè è un problema piuttosto perchè 
Will non sembra affatto gay, nè nel modo di parlare nè nel modo di vestire, questo fa di lui uno dei ragazzi più ricercati 
dell’ateneo.
“Terra chiama Serena” dice sventolando una mano davanti ai miei occhi.
“Oh scusa, ero pensierosa” dico mentre veniamo interrotti dalla cameriera.
“Grazie” diciamo insieme.
“Allora... Cosa invade il tuo minuscolo cervello?” mi prende in giro.
“Niente, è tutto ok Will!”
“Ehi sai che puoi dirmi tutto!” dice sorridendo.
Sorrido annuendo, lo so che posso dirgli tutto, eppure non lo faccio, non gli parlo di Luke, non gli parlo dei ragazzi.
“Perchè non mi dici cosa non va?” chiede.
“Perchè è tutto ok, seriamente, cosa dovrei dirti?” sbuffo afferrando la ciambella.
“Ad esempio perchè hai un giornalino da adolescenti con quei cinque che esce dalla tua borsa?” dice indicando la sedia.
“Eh?” mi giro di scatto.
La copertina della rivista dei ragazzi fuoriesce dalla borsa, dannazione, la sistemo girandomi verso di lui.
“Non è un giornalino da adolecenti e quei cinque si chiamano One Direction” rispondo piccata.
“Uuh, nervosetta?” mi prende in giro.
“Will, non iniziare anche te eh? Che problema c’è se li ascolto?” 
“Ma piccola sei tu che ti fai problemi io volevo prenderti solo un pò in giro, non mi importa chi ascolti, anche perchè che 
male c’è scusa?” dice sorseggiando il suo succo.
“Sono stanca di essere presa in giro perchè a quest’età li ascolto, ma non potete capire, sono tutto per me!” dico 
sistemandomi sulla sedia.
“Ehi mi dispiace, scusa! Ne vuoi parlare?” mi chiede dolcemente.
“Non ora, abbiamo lezione con il professor Brin se facciamo tardi sai come diventa!”
“Vero, andiamo dai, tanto ho già pagato, oggi toccava a me!” dice recuperando lo zaino mentre io finisco di bere il caffè.
Afferro la borsa e mi trascino nei corridoi, Will mi passa un braccio attorno alle spalle e sorride.
“Allora, chi ti piace dei cinque?” chiede ridendo.
Lo guardo scuotendo la testa prima di ridere con lui, entriamo in aula e ci sistemiamo nel nostro solito posto, 
Will si stiracchia al mio fianco mentre io guardo ancora il cellulare.
“Aspetti una chiamata di Luke?” chiede.
“Lascia perdere, è un cretino!” ribatto.
“Allora? C’è un altro?” dice sorridendomi.
“Eh?” dico spaventata alzando la voce.
“Signorina se vuole conversare si può accomodare fuori!” sbraita il professore.
“No, mi scusi!” dico mortificata.
Will ridacchia al mio fianco e io gli tiro una gomitata nel fianco, fa finta di trattenere le risate e torniamo ad ascoltare, 
per modo di dire, la lezione.
Dopo esattamente dieci minuti fisso il telefono, sbuffando lo rimetto in tasca.
“Forza dimmi cosa stai aspettando!” 
“Una chiamata da lavoro” dico per farlo stare zitto.
“E sei impaziente per andare a lavorare?” dice strabuzzando gli occhi.
“Si, ho bisogno di soldi!” rispondo.
“Lì sopra ora basta, andate fuori a parlare!” ci riprende il professore.
“Mah” sbuffo.
“Sei contento ora?” dico a Will nervosa rimettendo le cose nella borsa e incamminandomi verso l’uscita dell’aula.
“Mi dispiace Sere” dice rincorrendomi nei corridoi.
“Niente, lascia perdere!” dico aprendo la porta per uscire dall’edificio.
L’aria fresca ci colpisce in pieno viso, il cortile della facoltà è pieno di un via vai di studenti, altri si fermano a studiare 
all’aperto nonostante il freddo.
Butto un’occhiata all’orologio, sono quasi le due e mezzo, il mio stomaco brontola ricordandomi di mangiare qualcosa.
“Che ne dici se ti offro il pranzo per farmi perdonare?” mi chiede Will sorridendo.
“Mmh, ora iniziamo a ragionare!” sorrido prendendolo sotto braccio.
Passeggiamo per un pò senza parlare diretti dal nostro amato Mcdonald’s, sorrido mentre vedo i negozi appendere le 
prime decorazioni natalizie, amo questo periodo dell’anno, nonostante il freddo, mi fa tornare bambina.
Entriamo nel locale e subito il chiasso ci accoglie, a qualsiasi ora è sempre pieno, che cavolo!
Mi metto in fila per ordinare mentre Will cerca un posticino dove sederci, improvvisamente il telefono squilla e il mio 
cuore perde un battito, lo sfilo dalla tasca ma il nome sul display mi fa sbuffare.
“Ciao Luke” dico scocciata.
“Ciao amore, tutto bene?” risponde tranquillo.
“E’ inutile che fai così, sono arrabbiata!”
“Tu? E per cosa? Ti ho chiesto scusa, ero solo pensieroso!” dice riferendosi al giorno in cui abbiamo litigato.
“Appunto, non c’era bisogno di prendersela con me!” sbuffo mentre avanzo piano piano nella fila.
“Sono giorni che non ci vediamo, dove sei?” chiede.
“A mangiare con Will” 
“Ti pareva, sempre con lui eh?”
“Ma di che ti preoccupi, santa miseria!” rispondo scocciata.
“Senti, mi manchi perchè non ci vediamo? Mangia e ti vengo a prendere, facciamo una passeggiata!” risponde ansioso.
“Va bene, ti mando un messaggio quando ho finito!” dico chiudendo la chiamata.
Mi sento così strana nei suoi confronti, non credo di riuscire a portare avanti la relazione con lui, un pò perchè non 
sento più le cose che provavo prima, un pò perchè ogni volta che vedo Niall mi dimentico perfino dell’esistenza di Luke.
“Cosa desidera?” chiede la cassiera.
Faccio la mia ordinazione e dopo aver pagato, con i soldi di Will ovviamente, lo cerco per il locale.
Lo raggiungo e mi siedo vicino a lui passandoli il vassoio con il suo cibo.
“Che hai?” mi chiede.
“Ho parlato con Luke, mi devo vedere con lui dopo!”
“Accidenti, ti vedo entusiasta di vedere il tuo ragazzo” ridacchia.
“E’ questo il punto Will, abbiamo discusso e io speravo quasi di non fare pace!” ammetto.
“Oh, cosa vuoi fare?” dice.
“Non lo so, il problema è che...” 
“Ti piace qualcun’altro ma non vuoi ferire Luke” continua al posto mio.
“Esattamente, gli voglio bene e non voglio farlo stare male!” dico afferrando una patatina.
“Devi essere sincera con lui, sinceramente non me l’aspettavo, siete sempre stati una coppia forte!” dice guardandomi.
“Lo so, ma è da un pò che siamo strani tutti e due!” confesso.
“Dai mangiamo, fari tardi!” dice.
“Non vuoi sapere chi è l’altro?” chiedo sorpresa.
“No, quando sei pronta a farlo sai che ci sono sempre!” dice sorridendo ed io lo abbraccio forte facendolo quasi strozzare.
“Ehi, ehi, vorrei arrivare almeno all’anno prossimo!” dice ridacchiando.
“Grazie!” dico sorridendo.
Non mi sento pronta a dirgli quello che mi è successo con Niall, anche perchè, sono solo la sua domestica.


Mezz’ora dopo sono davanti al parco aspettando Luke, faccio avanti e indietro canticchiando qualche canzone.
Due braccia forti mi cingono la vita e sento le sue labbra baciarmi la guancia.
“Ciao amore” sorride.
“Ehi!” dico voltandomi verso di lui.
“Come stai?” chiede.
“Bene Lù, tu?” dico mentre ci incamminiamo per passeggiare.
“Sto bene, anche se ti sento un pò fredda!” dice.
“Senti Lù, io...” inizio a dire.
“Senti lo so che ti ho fatto arrabbiare, ma mi farò perdonare, dai non parliamone più, godiamoci questo pò di sole che 
c’è oggi!” dice sorridendo prima di abbracciarmi.
Perchè non capisce più quello che ho? All’inizio della nostra relazione sapeva benissimo riconoscere le mie emozioni, 
ora è come se non mi guardasse più, o forse sono io che non mi lascio guardare.
“Allora, si può sapere dov’è che lavori?” chiede.
“C-come?” dico in preda al panico.
“Mi hai detto che eri a lavorare l’altro giorno, dove lavori?” chiede.
“Oh, si! Niente ho trovato un lavoretto da una famiglia benestante!” mento.
“Ah, capisco! Questi ricconi possono permettersi di tutto” sbuffa.
“Eh già” dico mordendomi un labbro.
“Non mi avevi detto che cercavi un lavoro, ti avrei trovato un posto al bar, con me!” dice.
“No Luke, figurati, va bene così!” dico.
Ci manca solo lavorare insieme, non è proprio il caso.
Il telefono nella mia tasca prende a vibrare, lo sfilo cercando di mantenere la calma quando vedo un numero sconosciuto.


Da: Sconosciuto
“Ciao dom...estica!
Scusa se mi faccio sentire solo ora, ho rovesciato parte del mio succo sul foglietto con il tuo numero, 
si sono cancellate le ultime due cifre, sto provando tutte le combinazioni possibili di numeri, ti prego dimmi che sei tu! 
Tu sai chi.”



Cerco di trattenere le risate metre Luke mi guarda scocciato, non posso rispondergli ora!
“Chi è? Perchè ridi?” chiede.
“E’ Sally, la solita idiota!” dico bloccando la tastiera e mettendo il telefono in tasca.
“Non le rispondi?” chiede.
“Lo farò dopo!” fingo un sorriso.
Lui annuisce e sembra credere alla scusa, tiro un sospiro di sollievo e ripenso al messaggio, è veramente un combina 
guai.
Passeggiamo per un pò, ma l’atmosfera intorno a noi non è delle migliori, io sono palesemente scocciata mentre lui 
cerca invano di attaccare una conversazione.
“Senti Lù, smettiamola di prenderci in giro” sbotto alla fine.
“Io non ti sto prendendo in giro!” dice giustificandosi.
“Dobbiamo parlare!” dico risoluta.
“Si, ma non ora, devo andare!” dice lui in preda al panico.
“E’ inutile che rimandi, prima o poi dovrai ascoltarmi!” gli urlo dietro mentre lui è già scomparso.
Resto sola nel parco, mi guardo intorno e sorrido ad una coppia di anziani, quanto mi piacerebbe avere qualcuno di 
speciale con me e avere la certezza di condividere con lui tutta la vita.
Mando a quel paese il mio fidanzato e tiro fuori il cellulare, rileggo il messaggio e sorridendo rispondo.


A: Niall
“Mmmh, interessante, suppongo che la casa sia un disastro come al solito, 
hai bisogno di me?”



Scrivo mentre ripercorro la strada all’indietro diretta alla fermata del tram per tornare a casa. 
Sono le cinque ormai, ho passato più di un’ora e mezza con Luke ed ora si è fatto buio, mi fermo a comprare un 
sacchetto di castagne già cotte e mi riscaldo con il loro calore.
Salgo le scale dell’appartamento venti minuti dopo, apro la porta e lo ritrovo in completo silenzio, dov’è finita Jess?
Mi tolgo la giacca e dopo aver sistemato i libri di scuola, metto la suoneria al telefono e mi spoglio per infilarmi in doccia.
Come nel migliore dei casi, il telefono mi avverte dell’arrivo di un messaggio mentre finisco di lavarmi, 
facendo attenzione a non scivolare esco dalla doccia ancora insaponata.
Soffio cercando di spostare una ciocca di capelli da davanti agli occhi e afferro il telefono.

Da: Niall
“Da un paio di giorni ho sempre bisogno di te!”

Questo recita il messaggio, parole dette così che mi provocano uno scombussolamento ormonale. 
Ah Niall, Niall, io ho veramente bisogno di te!


A: Niall
“Domani ho lezione in mattinata, posso venire subito dopo pranzo, ok?”


Rispondo velocemente al messaggio prima di rinfilarmi in doccia e finire quello che avevo iniziato.
Esco avvolgendomi in un asciugamano caldo e pettino i miei capelli, non ho voglia di asciugarli, 
così mi armo di schiuma e diffusore e li rendo un pò mossi.
Tipica acconciatura da serate estive, ma proprio non ho voglia di combattere con un phon!
Bip, bip.
Mi giro di scatto verso il telefono e lo afferro elettrizzata, possibile che anche per questi messaggi di lavoro mi ritrovo 
a sorridere come una scema?


Da:Niall
“Mmmh, si va bene! Allora a domani?”

Sorrido al pensiero di rivederlo, anche se quel “Mmh” all’inizio non mi convince tanto!

A: Niall
“C’è qualcosa che non va?”

Chiedo d’istinto, non sono fatti miei, è vero, ma ormai ho inviato!
La risposta arriva qualche minuto dopo.

Da: Niall
“No è che domani sera devo ripartire per Los Angeles ci sarà un casino, tutto qui!”

Già, dannazione!
Dopo domani hanno il lancio del disco.

A: Niall
“Bè, se sei proprio nei guai posso venire ora!”


Digito la risposta e titubante la invio. Senza sapere la risposta mi vesto velocemente, indosso un jeans chiaro 
e un maglioncino verde, spero di non prendere un mal’anno con i capelli bagnati.
Afferro la borsa, se mi sbrigo ce la faccio a prendere la metro in tempo, altrimenti devo aspettare un’ora.
Corro per le strade di Londra, la gente fa poco caso a me, qui vanno tutti di fretta.
Mi sembro una stupida, non so nemmeno se lui vuole che io vada ma... In questo momento sono felice!
Scendo le scale della stazione in fretta e arrivo giusto in tempo prima che si chiudano le porte del vagone.
Sosprio sedendomi accanto alla porta, sorrido ad una mamma con la sua bambia e aspetto un messaggio di Niall.
Dieci minuti dopo sono fuori, Niall non ha ancora risposto, esco fuori dalla stazione e prendo l’ormai familiare strada 
verso casa sua.
Il telefono vibra nella mia tasca e io mi affretto a leggere.

Da: Niall
“Verresti sul serio?”

Che domande? Ovvio!
Affretto il passo e dopo aver comprato una bottiglia di vino al negozio, mi ritrovo davanti al suo portone.
Suono aspettando impaziente il suo arrivo, sento i suoi passi e l’immagino mentre guarda chi è dallo spioncino 
così faccio una faccia buffa.
“Sei già qui?” dice aprendo con un sorriso a trentadue denti.
“E ho portato anche il vino!” dico entrando e chiudendomi la porta alle spalle.
Mi guardo intorno e la casa è in perfetto ordine.
“Niall ma...” dico guardandolo sorpresa.
“Beccato!” dice sorridendo “Volevo farti vedere una cosa in realtà!” dice.
“Oh, non potevi dirmelo direttamente al telefono?” chiedo.
“Si, però speravo che dicendoti che avevo veramente bisogno di te saresti venuta subito e così è stato!” si giustifica.
“Brutto disgraziato!” dico fingendomi offesa.
“Dai, ora che ti farò vedere cos’ho fatto costruire mi ringrazierai!” dice facendomi segno di seguirlo.
Ci dirigiamo verso la sua stanza e ridendo si avvicina alla finestra.
“Forza apri e guarda!” dice ridendo.
Mi affaccio giù e spalanco la bocca.
“Ma cos’hai fatto?” dico indicando giù.
“Una scala fissa, ricoperta! Così puoi entrare indisturbata in casa!” dice alzando le spalle.
Guardo ancora fuori dalla finestra e scoppio a ridere.
“Ehi! Che ingrata, la prossima volta ti faccio riempire di domande dalle fan e dai paparazzi” dice incrociando le braccia.
“Ma no, scemo! Ridevo perchè hai idee assurde!” dico e in cuor mio sono felice perchè l’ha fatto per me.
“Tieni queste sono le chiavi della porta giù, e come puoi vedere la finestra ora si apre anche da fuori!” sorride.
“Quindi se voglio attentare alla tua vita di notte posso farlo?” rido prendendolo in giro.
“Puoi venira anche ogni notte” dice sorridendo prima di farmi l’occhiolino.
Si gira e torna in salotto lasciandomi lì come un pesce lesso.
“C-cio-è h-ha detto...” parlo al mio riflesso nello specchio.
“Ehi, che stai facendo ancora lì?” mi richiama.
“Arrivo!” dico tirandomi due schiaffetti per farmi riprendere.
Lo raggiungo in cucina e lo trovo ad aprire la bottiglia di vino che ho portato, gli passo accanto prendendo due bicchieri 
dalla credenza.
“Ti fermi a cena?” chiede.
Sobbalzo alla sua richiesta e lo sportello mi finisce sul dito.
“Aia” urlo stringendo la mano.
“Che hai fatto?” dice girandosi.
“Mi sono schiacciata un dito” dico dolorante.
“Fa vedre” dice ridendo.
“Non ridere idiota!” lo rimprovero, è tutta colpa sua se mi sono fatta male.
“Dai, metti un pò d’acqua fredda” mi dice aprendo il rubinetto e prendodomi la mano.
“Va meglio?” chiede ed io annuisco.
L’acqua allevia un pò il bruciore ed io mi rilasso un pò, mentre lui mi guarda sorridendo.
“Dovresti stare più attenta nanerottola” dice chiudendo l’acqua.
“Come mi hai chiamata?” dico ritirando la mano.
“Nanerottola!” ride.
“Non ci provare mai più!” sbuffo asciugandomi.
“Domestica non va bene, nanerottola non va bene... Come ti devo chiamare?” sbuffa.
“Serena?” dico sarcastica.
“Nààà, nanerottola mi piace! Sei così piccola e tascabile!” dice ridendo.
“Certo, ha parlato il vatusso!” lo prendo in giro.
“Chi?” chiede.
“Niente, lascia stare!” ridacchio.
“Allora, resti a cena si o no?” chiede.
Mi ero dimenticata della domanda principale, annuisco semplicemente mentre lui versa il vino e mi passa un bicchiere.
“A cosa brindiamo?” chiedo afferrandolo.
“Vediamo, brindiamo... A questa nuova amicizia?” chiede speranzoso.
“Perfetto! Allora alla nostra!” dico facendo scontrare i nostri bicchieri.
Buttiamo giù un pò di vino e poi ci guardiamo ridendo, poggio il bicchiere sul tavolo e poi apro il frigorifero.
“Allora, che cuciniamo di buono?” chiedo.
“Non so, mamma ha fatto la spesa ieri, quindi dovrebbe esserci di tutto!” dice arrivando dietro di me.
Mi irrigidisco al contatto del suo petto contro la mia schiena e lo sento sorridere.
“Che ne dici del pollo?” dico prendendo le fettine.
“Perfetto!” ridacchia.
Tiro fuori gli ingredienti e cerco di non incrociare il suo sguardo, a che gioco sta giocando?
Il suo telefono interrompe il silenzio e si sposta a parlare nell’altra stanza, così io ho il tempo di tornare a respirare.
Taglio la cipolla e accendo il fuoco, le ho odiate sempre, stringo gli occhi per non far uscire le lacrime ma invano.
Le faccio cadere nella padella e poi mi giro per asciugare gli occhi, dal corridoio vedo Niall uscire dal bagno e dirigersi 
in camera sua, sta ancora parlando al telefono e intanto si sfila la maglietta.
Rimango a fissare i lineamenti del suo corpo mentre si chiude la porta dietro, sbuffo afferrando il bicchiere di vino 
e buttando giù il contenuto d’un fiato.
Taglio il petto di pollo a cubetti e lo aggiungo alla cipolla, libero il tavolo e mi rendo conto che è la prima volta che 
mangiamo insieme, preparo tutto con un sorriso in faccia e ogni tanto butto un’occhiata alla sua stanza.
Riapro il frigo e mi abbasso a prendere un pò di insalata per contorno.
“Ehi scusami!” dice facendomi spaventare.
“Non ti ho sentito arrivare!” dico alzandomi.
“Sono silenzioso!” sorride.
“Ho notato, tutto bene?” chiedo mentre prendo l’occorrente per tagliare i pomodori.
“Si, era Harry!” sorride ancora mentre ruba una foglia d’insalata.
“Ok” dico semplicemente “qui è quasi pronto!”
“Vieni un profumo” dice avvicinandosi alla padella.
“Grazie!” sorrido orgogliosa.
Qualche minuto dopo ci sediamo a tavola, sorrido imbarazzata dandogli il buon appettito e iniziando a mangiare.
“Hai risolto poi con il tuo ragazzo?” chiede versando del vino.
“Mmh, no!” nego masticando.
“Cos’è successo?” chiede curioso.
“Niente, è solo che le cose non vanno più tanto bene tra di noi!” confesso.
“Capisco, ne hai parlato con lui?”
“Ci ho provato ma evita il discorso!” 
“Immagino, evidentemente non vuole perderti!” dice buttando giù un pò di vino.
“Già, ma non basta restare insieme fisicamente, credo mi abbia già persa mentalmente!” ammetto.
“Mmh, interessante!” dice sorridendo.
“Interessante?” chiedo sorpresa.
“Già, interessante... ” ripete sorridendo ancora.
Rimango a guardarlo senza capire cosa vuole intendere e torno a mangiare.
“Tu invece? Ragazze?” chiedo.
“Dovresti saperlo, sei una fan no?” chiede divertito.
“Certo, ma so quello che sanno le fan, ma non credo tu sia un santarellino in fatto di donne!” ridacchio.
“Ah no? E sentiamo, perchè?” chiede poggiando i gomiti sul tavolo e fissandomi.
“Perchè...” provo a dire ma non riesco a formulare un discorso.
“Io sono un angioletto mia cara nanerottola!” sorride.
“Certo, un piccolo angioletto!” dico con voce bassa.
Continuiamo a stare a tavola parlando principalmente della mia vita, gli racconto del mio trasferimento dall’Italia, 
della squadra di calcio e un pò dell’università.
“Quindi domani parti?” chiedo interrompendo la scia di domande sulla mia vita.
“Già, spero tu comprerai il disco!” dice minacciandomi.
“Mmh, si, sai adoro Liam, Harry, Louis e Zayn, lo comprerò per loro” dico prendendolo in giro.
“Ah-ah dvertente” risponde.
“Ovvio che lo comprerò, non vedo l’ora di ascoltare le nuove canzoni!” ammetto.
“Ti va di sentirne una in anticipo?” mi chiede alzandosi.
“E me lo chiedi?” dico entusiasta seguendolo in salotto.
Mi siedo sul divano mentre lui afferra una delle sue tante chitarre e si accomoda sul divano un pò distante da me.
“La prima strofa non la canto io, ti suono la mia!” sorride.
Inizia a strimpellare e dà vita ad una melodia un pò folk io sorrido e aspetto di sentirlo cantare, lo vedo muovere 
le labbra, starà cantando la prima parte.

“But don't burn out
Even if you scream and shout
It will come back to you
And I'll be here for you”


Canta mentre io mi sciolgo già al primo ascolto quando dice “scream and shout”.
“Oddio, la voglio sentire tutta!” sbraito sul divano.
“Ehi stai calma” dice ridendo.
“Adesso come farò ad aspettare dopo domani?” chiedo.
“Hai aspettato fin’ora!” sorride.
“Si ma non ti avevo sentito dire scream and shout!” dico senza pensarci.
“Ti piace come lo dico?” chiede sorridendo.
Annuisco arrossendo un pò e lui si alza per poggiare la chitarra, lo vedo spostarsi in cucina e tornare con il bicchiere 
di vino pieno.
“Non hai benuto abbastanza?” chiedo.
“Tu dici?” chiede sorridendo sedendosi accanto a me.
Alzo le spalle e mi stringo un pò verso lo schienale reprimendo la voglia di abbracciarlo.
“A che ora hai lezione domani?” chiede.
“Alle otto!” rispondo rimanendo incantata mentre sorseggia il vino.
“Ti va di restare ancora un pò? Guardiamo la tv!” dice sporgendosi in avanti e afferrando il telecomando.
“Si, penso di poter restare ancora una mezz’oretta!” dico rubandogli il telecomando dalle mani.
“Ehi! E’ mio!” si lamenta mentre io ridendo cambio canale.
“Ti prego niente di sdolcinato, non ho la forza di vederlo!” mi supplica.
“Non ti piacciono i film romantici?” chiedo.
“Si, belli eh! Però stasera non ce la faccio!” ripete.
Annuisco e cambiando canale finisco su una partita di rugby, dannazione, vedo i suoi occhi illuminarsi e sbuffando 
poggio il telecomando, in fondo... È casa sua!
“Grazie nanerottola!” sorride togliendo le scarpe e portando i piedi sul divano.
Sorrido guardandolo, non posso rimanere in questa casa ancora per molto senza saltargli addosso, mi alzo e vado 
a prendere il mio bicchiere di vino.
“Non stai bevendo troppo?” mi dice prendendomi in giro.
“Non copiarmi le battute!” dico sedendomi.
Sorseggio un pò di vino e guardo la partita, non ho mai capito come funziona questo gioco, ma non voglio fare la figura 
dell’ignorante.
“Togli le scarpe e mettiti comoda!” mi dice distogliendo lo sguardo dalla televisione.
“Tanto tra un pò devo andare!” rispondo.
“Poi le rimette, dai!” dice speranzoso.
Mi piego per togliermi le scarpe e porto i piedi sul divano, prima di sorridergli.
Butto giù ancora un pò di vino, prima di ricordarmi che troppo alcool mi fa addormentare.


 
_____________________________________
Ehm.... *va a nascondersi* 
Cosa ne pensate di questo capitolo? 
Ci ho messo un pò per scriverlo ma è abbastanza lungo dai, 
almeno per soddisfare un pò la vostra curiosità ahahah
Voglio sapere realmente come vi sembra, 
vi ringrazio per le tantissime recensioni lasciate ai primi due capitoli 
e spero di risentirvi tutte!
Per qualsiasi domanda o curiosità potete contattarmi qui,
Su twitter: 
https://twitter.com/Sere_VR46
O su Facebook: https://www.facebook.com/groups/341070052686905/
Un abbraccio e un bacione.
Sere

 

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***


    
            .The maid.
                                  Capitolo 4




 A Niall, per essere semplicemente se stesso.

 





“Sere?” mi sento chiamare.
“Ehi, non devi tornare a casa?” sento ancora una voce fastidiosa.
“Mmh” mi lamento girandomi dall’altro lato.
“Sere dai” sento scuotermi.
Mi lamento ancora scacciando la mano dal mio braccio malamente.
Una risata risuona nella mia mente e io sorrido di riflesso, girandomi e lasciandomi trasportare nel mondo dei sogni.

                                                                                            ***

Mi muovo infastidita e sento ancora delle voci attorno, non mi lasciano in pace da ieri sera.
Presto attenzione e cerco di capire cosa dicono.
“Dovremmo svegliarla” dice qualcuno.
“Ecco e poi ci spieghi perchè dorme sul tuo divano” sento un’altra voce.
Nel divano di chi sto dormendo? Io sono a casa mia, ieri sera sono stata da Niall ma poi sono tornata a... NO!
Spalanco gli occhi sperando di sbagliarmi, ma la realtà è un’altra, cinque paia di occhi mi fissano incerti.
“Sto ancora sognando vero?” dico incerta.
La risata di Niall mi fa voltare nella sua direzione, sorrido inconsciamente incrociando i suoi occhi e lui fa lo stesso
prima di tornare serio.
“Ehm, non stai sognando!” mi fa notare un Liam più affascinante del solito.
“Immaginavo...buongiorno!” dico mettendomi a sedere meglio, sposto la coperta e sorrido, sicuramente l’avrà messa 
Niall sta notte.
Segue un momento di imbarazzo generale rotto dallo squillo incessante del mio cellulare sulle note di Kiss You.
La voce di Zayn risuona nella stanza più forte del solito, mi alzo di scatto alla ricerca del mio telefono, sento gli occhi 
di tutti puntati su di me, mentre dentro chiedo al cielo che cosa ho fatto di sbagliato per meritare di fare tutte queste 
figuracce con questi cinque ragazzi.
Trovo il cellulare sotto il cuscino del divano e schiaccio il verde restando di spalle ai ragazzi.
“Will?” dico con un tono di voce allarmato.
“Dove cazzo sei? Abbiamo l’autovalutazione tra mezz’ora!” dice nervoso.
“Oh no, no no no... Come tra mezz’ora? Sono già le undici?”
“Si e dopo mi spieghi perchè non sei venuta a lezione stamattina!” ribatte.
“Arrivo il prima possibile!” dico chiudendo la chiamata.
Sbuffo prima di voltarmi, mi guardano tutti in attesa e io arrossisco visibilmente.
“E’ successo qualcosa?” mi chiede Niall.
“Dovevo andare a lezione alle otto e tra poco ho una prova di autovalutazione!” dico cercando le mie scarpe.
“Ho provato a chiamarti ma mi hai maltrattato!” dice sorridendo.
“Mi dispiace, quando dormo sono un po' manesca!” ricambio il sorriso.
“Oh anche Zayn è così!” si intromette Louis sorridendo.
“Non è vero!” si giustifica l’altro.
“Tu non te ne accorgi, perchè dormi!” replica Louis.
“Come mai siete tutti qui?” chiedo mentre infilo le scarpe.
“Abbiamo un’intervista e poi partiamo, mancava solo Niall e siamo passati a prenderlo!” dice Liam.
“Oh bè, io tolgo il disturbo allora, vado solo un attimo alla toilette” dico dirigendomi in bagno.
Entro e sbuffo dandomi una rinfrescata, sono rimasta a dormire una seconda volta in questa casa, sorrido e mi sento una 
scema, ripenso a quando ho iniziato ad ascoltare le canzoni dei ragazzi, sono ormai passati tanti mesi, ed ora Niall è 
entrato realmente nella mia vita come una furia, senza chiedermi il permesso ha conquistato un altro pezzo di me, 
non solo quello occupato da un cantante preferito, no, ha occupato quel posto che si dà ad una persona speciale.
Esco dal bagno ritrovandomelo davanti attaccato al muro, sobbalzo spaventata mentre lui sorride.
“Non farmi questi scherzi!” sorrido.
“Scusa! Senti hai bisogno di un passaggio?” chiede.
“No, figurati, vado in metro” rispondo.
“Sei sicura? Non ci costa nulla” ribatte.
“Va bene così, voi preparatevi con calma!” dico mentre il mio cuore sussulta all’idea che non potrò vederlo per un po' di 
giorni.
“D’accordo, allora... Ci sentiamo!” dice titubante.
“Si, certo, ci sentiamo” rispondo.
Raggiungiamo insieme il salotto mentre Harry chiude la chitarra di Niall nella custodia.
“Io, vado! Buon viaggio e... Niente, alla prossima?” dico stringendomi nella giacca.
“Certo” sorride allegramente Louis con una voce squillante.
Sorrido mentre viene vicino a me e mi saluta con due baci sul viso, ricambio per dopo salutare gli altri.
“Mi raccomando, guarda il party di lancio dell’album!” sorride Liam.
“Lo farò sicuramente!” sorrido mentre Niall mi scorta alla porta.
“Non combinare disastri mentre sono via!” dice divertito.
“Sei tu il combina guai veramente!” replico.
“L’importante è crederci” ride lasciandomi un bacio, un solo e piccolo bacio sulla guancia destra.
“Fai il bravo anche tu” dico alzandomi sulle punte per baciare la sua guancia sinistra.
Mi volto e come sempre mi incammino nel vialetto, mi giro e lo vedo salutarmi, sorrido sorpresa di trovarlo lì e il gelo 
della Londra di fine Novembre mi sembra improvvisamente ardente, fuoco vivo, come le mie guance.
Sorrido prima di mettermi letteralmente a correre verso la metro, arriverò in ritardo ma non riesco a non sorridere, 
in fondo ho passato la serata con Niall e non potevo avere risveglio migliore con tutti e cinque.
Scendo le scale della stazione e salgo giusto in tempo sulla metro, dovrò farmi prestare un foglio ed una penna da Will.
Gli scrivo velocemente un messaggio, dovrò dargli delle spiegazioni!


A: Will
“Sto arrivando, prepara un foglio e una penna in più, poi ti spiego, giuro!”



Scendo e mi immetto nella folla, passo al bar e prendo un cornetto così mentre corro verso la facoltà, metto qualcosa 
nello stomaco.
Butto il tovagliolo nel cestino e spingo la porta di vetro dell’edificio, raggiungo l’aula 4 e mi metto alla ricerca di Will.
Controllo l’orologio, sono in ritardo di dieci minuti ma a quanto pare il professore lo è più di me!
“Sere!” si sbraccia Will.
Sposto la testa in direzione del suono e sorrido riconoscendo il mio amico, per fortuna mi ha preso un posto, così salgo 
le scale e mi siedo nella sua fila.
“Tieni, poi voglio sapere ogni cosa” dice marcando le ultime parole.
“Va bene!” dico consapevole che mi toccherà rivelargli tutto.
Il professore interrompe i miei pensieri passando per i banchi il test, una prova autovalutativa per prepararci al 
prossimo esame.


Pov di Niall

Chiudo la valigia e raggiungo i ragazzi in salotto, sono stesi sul divano dove fino a poco tempo fa dormiva Serena, 
ho evitato le domande fin’ora ma conoscendoli non mi lasceranno respirare.
“Allora...” dice Louis.
Come prevedevo, sospiro girandomi verso di loro e incrociando le braccia.
“Allora?” dico.
“Devi dirci qualcosa?” chiede Harry.
“Ragazzi non è che perchè ha dormito qui vuol dire che abbiamo fatto chissà cosa!” rispondo.
“Ma qualcosa c’è stato!” dice Zayn.
“Volete sapere la verità? No, non c’è stato proprio nulla!” dico sbuffando.
“Ma come?” dice Louis.
“No Lou, abbiamo mangiato insieme e bevuto qualche bicchiere di vino. Stop” replico.
“Io non ci credo” risponde Harry.
“Ragazzi se Niall ha detto che non c’è stato nulla, vuol dire che non c’è stato nulla, basta!” interviene Liam.
“Grazie” dico sorridendo al mio amico.
“Va bene, lasciamo stare, andiamo!” si alza per primo Louis seguito dagli altri.
Mi guardo intorno e nell’aria aleggia ancora il suo profumo, ho detto la verità, non è successo nulla tra noi ma questo 
non significa che non avrei voluto.
Non è il caso di continuare a pensarci, chiudo la porta di casa a chiave e seguo i ragazzi in macchina, Harry sorride 
mentre mi siedo accanto a lui.
“Serena ha dimenticato questa!” dice facendomi vedere la sciarpa.
“Oh, dalla a me!” dico con un tono un po' possessivo.
Da quando sono nei One Direction è difficile nascondere qualcosa hai ragazzi, è difficile creare dei rapporti d’amicizia 
e mi ritrovo ad essere un po' geloso di Serena, non perchè la ami, sono uno di quei ragazzi che ci mette tempo ad 
innamorarsi e lei la conosco da poco più di una settimana ma la vedo come l’ancora che mi lega alla normalità, 
l’ho conosciuta così per caso e dopo l’insicurezza iniziale mi ha considerato come un ragazzo normale, mi ha insultato 
e si è presa gioco di me, non so se mi piace, è indubbiamente bella ma al momento non la guardo sotto quel punto 
di vista, anche se ammetto che adoro stuzzicarla e vederla arrossire.
L’unica cosa che so è che non voglio condividerla con gli altri, è mia amica.
“Terra chiama Niall” dice allegro Louis.
“Scusate, stavo pensando!” dico tornando alla realtà.
Continuo ad ascoltare vagamente i ragazzi, non ci voleva proprio un viaggio in America, odio tutto questo via vai, 
non facciamo in tempo a stabilirci in un posto che subito dopo dobbiamo partire per l’altra parte del mondo, ma è il 
nostro lavoro, qualsiasi cosa comporta dei sacrifici e questo è il nostro.
Raggiungiamo gli studi radiofonici per l’intervista, lascio la sciarpa in auto e mi concentro sul lavoro. Torno il solito Niall 
pieno di vitalità ed allegria e mi siedo accanto a Zayn per l’intervista di gruppo.
“Torniamo in diritta dai nostri studi con i One Direction” annuncia lo speaker.
“Yeeeeeh” urla Louis e noi ridiamo come matti.
E’ sempre il solito, grida in ogni occasione e io non faccio altro che ridere delle sue battute o... 
Bè rido per ogni cosa che fa Louis!
“Allora ragazzi, state per partire per il lancio del terzo album” 
“Si, siamo emozionati, abbiamo lavorato duramente e non vediamo l’ora di far sentire l’album ai fan” risponde Liam 
come programmato.
“Siamo sicuri che sarà un capolavoro” ride il ragazzo.
“Per noi è stato un nuovo esperimento e lo amiamo letteralmente!” replica Harry.
“Ne sono sicuro, dunque durante le settimane passate abbiamo indetto un concorso e ci hanno riempito di lettere, 
disegni e quant’ altro per voi, abbiamo scelto un paio di persone che contatteremo in diretta per parlare con voi!” dice 
divertito sfogliando un paio di fogli.
Ho sempre amato le stazioni radio, quando siamo invitati per le interviste adoro perdermi tra tutti i microfoni 
e i macchinari vari, le diverse sale, l’odore che aleggia nell’aria.
Se mai dovessi smettere di cantare credo che proverei a lavorare in radio.
Sorrido alla mia idea, poi guardo i ragazzi al mio fianco ridere divertiti, non credo che li lascerei mai.
“Pronto?” una voce mi colpisce dritto nelle orecchie, non è possibile.
“Buongiorno, qui è radio...” lo speaker fa le spiegazioni di rito ma io mi irrigidisco sulla sedia.
“Oh mio dio!” la sento dire.
“Come ti chiami tesoro?”
Ehi! Tesoro lo dici a tua sorella non a lei, bamboccio!
“Serena, mi chiamo Serena!” risponde, i ragazzi devono aver intuito qualcosa perchè si girano verso di me.
“Non ne so nulla” mimo con le labbra.
“Hai un bellissimo nome!” dice ancora Mr ci provo con tutte anche se non le ho mai viste.
“Grazie” dice titubante e io la immagino arrossire.
A che diavolo stai pensando Niall? 
“Bene, qualche settimana fa hai partecipato ad un concorso e ho un saluto speciale per te!” ci fanno segno di salutare 
e noi urliamo in coro.
“Oh caz...cavolo!” la sento ridere.
“Mi aspettavo un urlo, ma ci accontentiamo dai!” continua il tipo.
“Sono uscita dall’Università, ho appena finito un test e sto andando a prendere la metro, 
non credo sia il caso di urlare” ridacchia.
“Com’è andato il test?” chiede Louis e io lo guardo di traverso.
“Oh, è andato, meglio del previsto!” risponde lei.
“Sarai stata tutta la notte a studiare!” replica il mio amico e io strabuzzo gli occhi.
Che gli passa per la testa? Qui non si tratta di scherzare con me, non credo lei voglia attirare l’attenzione di tutti addosso.
Perchè la sta mettendo in difficoltà?
“A dire il vero ho passato la serata in buona compagnia!” risponde sorprendendomi.
“Oooh, bè io sono geloso, ogni nostra fan è un po' la nostra piccola bimba!” replica Harry.
“Ma se sono più grande di te, forse voi siete i miei bimbi, tranne Louis” ride.
“Deduco che hai 21 anni giusto?” riprende la parola lo speaker.
“Si”
“Bene, sei emozionata per il nuovo album?”
“Non vedo l’ora di sentirlo, sicuramente sarà fantastico!” dice allegra.
“Ok, i titoli delle canzoni sono già conosciuti, scegline uno, te li ricordi o devo leggerli?”
“Li ricordo e ti dico Trought the Dark” risponde mentre il mio cuore parte a battere velocemente, smettila Niall, 
sarà un caso, di sicuro non ha scelto quel titolo per ieri sera.
“Ora scegli uno e ripeto uno solo dei ragazzi!” chiede lo speaker.
“Uno solo? Perchè?”
“E’ una sorpresa, non ti piacciono le sorprese?”
“Odio le sorprese e odio scegliere tra loro cinque, ma se proprio devo ti dico...Ni..anzi no, Liam!” trattengo il fiato 
e chiudo gli occhi.
Liam si gira verso di me ma tiro fuori un sorriso, non ha importanza, poteva scegliere chiunque.
Abbasso la testa mentre Liam le fa ascoltare un pezzo della canzone, mi agito sulla sedia, non riesco a spiegare 
il fastidio che mi assale alla bocca dello stomaco.
“E’ fantastica sul serio! Complimenti!” dice entusiasta, poi sentiamo un rumore.
“Tutto bene?” chiede Zayn.
“Si, sono solo entrata in casa, stavo per cadere dalle scale, le finestre non sono comode!” dice.
“Le finestre?” parlo per la prima volta.
“Oh ciao... Niall?” dice ridendo come se non sapesse il mio nome “A dire il vero è un’entrata un po' particolare, il padrone 
di casa l’ha costruita da poco!” risponde mentre il mio cuore esplode in petto.
E’ a casa mia, cosa ci fa a casa mia?
“Ciao...Serena? Giusto?” ricambio il sarcasmo.
“Giustissimo!” replica lei sorridendo.
E per un secondo mi sembra di essere al telefono con lei, ma siamo in diretta internazionale e non è il caso di parlare 
a sproposito!
Faccio per replicare ma lo speaker ci avverte che il tempo è scaduto, così la salutiamo, chiamiamo altre ragazze e fremo 
dalla voglia di finire l’intervista, voglio sapere cosa fa a casa mia.
Durante l’ultima chiamata viene data la possibilità ad una ragazza di rivolgere una domanda e lei sceglie di chiederla 
a me.
“Ciao!” dico sorridendo.
“Aaaaah, devo respirare!” dice facendoci ridere.
“Dimmi pure, qual’è la tua domanda?” chiedo tranquillo.
“Non si parla spesso delle tue storie amorose, volevo sapere fin’ora qual’è il ricordo più strano che hai di una fan!” dice.
Mi prendo un attimo per pensare, mi sento un po' sotto pressione con gli occhi di tutti puntati addosso.
“Mmh, al momento il primo ricordo che mi viene in mente è aver trovato una ragazza camminare avanti e indietro per 
la strada davanti casa mia a sera tarda mentre cercava di ricordare la strada per tornare a casa!” rido divertito al ricordo 
di quella sera.
“Cos’è successo poi?” mi chiede lo speaker.
“Oh bè, le ho dato una mano tutto qui!” mento.
“Grazie Niall” mi dice la ragazza al telefono.
“Figurati, grazie a te!” rispondo.
Restiamo ancora una decina di minuti e finalmente l’intervista è finita, infilo la giacca e dopo aver mangiato qualche 
pasticcino gentilmente offerto dalla stazione radiofonica, ci dirigiamo verso l’auto.
Prendo la sciarpa e mi siedo al posto di prima, accanto a me Harry si appoggia sulla mia spalla.
“Sono già stanchissimo!” dice chiudendo gli occhi.
”Dormi” dico tirandogli un buffetto sulla testa.
Lui annuisce e si rilassa, l’auto parte e noi parlottiamo dell’intervista, leggo nei volti dei ragazzi la voglia di sapere di 
Serena, così li anticipo direttamente.
“Non è successo niente con lei, veramente ragazzi ma non posso negarvi che è intrigante! Mi piace il modo in cui si 
comporta, ma sapete benissimo che non credo in due persone che al primo incontro già si dicono ti amo!” dico sincero 
mentre loro ascoltano attenti.
“Niall sappiamo come sei, grazie per avercelo detto, ci dispiace se siamo stati insistenti, forse volevi tenerlo per te, 
da oggi in poi quello che vuoi dirci ci dirai, noi non faremo domande!” dice Liam sorridendo.
“Grazie Lee” dico solo.
“Ognuno ha i suoi tempi per ogni cosa, è vero che due persone non possono innamorarsi già al primo incontro, 
ma non fossilizzarti su questa cosa, è vera ma al primo incontro una persona sceglie qualcuno di cui innamorarsi,
non so se mi sono spiegato, ma quando stai in un gruppo di gente, inevitabilmente inizi a parlare con una persona più 
che con un’altra e ti accorgi se c’è sintonia o meno e poi fisicamente parlando ci si mette due secondi a capire se una 
persona ti piace o meno e bè, Serena è oggettivamente bella!” ribatte Louis.
“Lo so questo, però voglio vivermi quest’amicizia senza correre, poi lei è anche fidanzata!” dico.
“Oh, bè questo è un problema!” dice Zayn.
“Relativamente, ve l’ho detto, ora voglio solo un’amica, punto!” ribatto.
“Ok, va bene Niall, abbiamo capito!” ride Louis.
Sorrido ai ragazzi grato per non aver cambiato discorso, sento Harry russare leggermente sulla mia spalla e sorrido, 
sembra un bambino.
Prendo il cellulare dalla tasca e digito velocemente un messaggio, assicurandomi che nessuno guardi.

A: Serena
“Cosa ci fai a casa mia nanerottola?”


Invio e rinfilo il cellulare in tasca, sperando in una risposta veloce.
Arriviamo in aeroporto e sveglio dolcemente Hazza, brontolando si stacca da me e scendiamo, come sempre ci sono 
moltissime ragazze, facciamo qualche autografo e poi la polizia ci scorta verso l’aereo, salutiamo il comandante e 
saliamo a bordo.
Mi siedo in silenzio nel posto singolo e sfilo dalla tasca l’i-pod, saluto i ragazzi e mi ritiro nel mio mondo, fatto di musica.
La vibrazione del cellulare nella tasca dei pantaloni mi fa sobbalzare, lo prendo aprendo il messaggio.


Da: Serena
“Sto cercando la mia sciarpa, l’ho dimenticata qui ne sono sicura, sto ribaltando casa!”



Sorrido, mentre sfioro la sciarpa che ho accuratamente sistemato sulle ginocchia e digito la risposta.


A: Serena
“Non credo la troverai, è qui con me, scusa! Volevo riportartela ma abbiamo fatto tardi!”



Invio e sorrido mentre parte una nuova canzone, “Hotel California” ottima scelta, amo gli Eagles. 
Mi lascio cullare dalle noti della chitarra acustica mentre tengo il ritmo con la gamba. 
Il telefono vibra ancora e sorrido leggendo.

Da: Serena
“Bene, è la mia preferita, ora cosa mi metto eh?”

A: Serena
“Hai solo una sciarpa? Non mi dire!”


Rido prendendola in giro, so già che la farò arrabbiare.
Il telefono vibra e apro il messaggio titubante.

Da: Serena
“Certo che ne ho altre, idiota! Però non vale che tu hai qualcosa di mio....!”



I puntini di sospensione li ho sempre odiati, possono voler dire tantissime cose,
come devo interpretarlo quel messaggio? Forse....vuole qualcosa di mio?
Perchè poi? Io ho preso la sua sciarpa perchè dovevo riportargliela.
Ma dai, chi vuoi prendere in giro Niall?
Volevi solo con me qualcosa che ti ricordasse lei!
Reprimo quei pensieri e le rispondo..

A: Serena
“Vuoi qualcosa di mio anche tu?”


Invio e sbuffo, cosa diavolo sto facendo? Io sono l’eterno single e ora sto flirtando con una ragazza conosciuta da poco 
più di una settimana.
Dannate donne. La risposta non tarda ad arrivare e un po' ansioso apro la risposta.

Da: Serena
“Effettivamente ho già preso una tua felpa, oooops!” 


Scuoto la testa divertito, quant’ è fuori di testa questa ragazza? 
Sto per risponderle ma poi ricordo che ha un ragazzo, sono in un momento difficile ma non voglio mancare di rispetto a 
nessuno, io non vorrei che qualcuno flirtasse con la mia ragazza.
Fisso lo schermo del cellulare e poi lo rinfilo in tasca, smettila Niall, è impegnata!



__________________________________________
Ok, fa schifo?
No ditemelo, l’avevo scritto una volta, poi l’ho cancellato e riscritto.
Come vi sembra? 
Niall ha i primi accenni d’interesse verso Sere ma si tira indietro perchè lei è occupata...
Chissà quanto durerà la cosa! Ahahahah
Volevo ringraziarvi per le 21 recensioni nello scorso capitolo, GRAZIE!

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Broke Inside: 
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Grazie e un bacio a tutte/i
 

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque ***


             .The maid.
                                   Capitolo 5




                       

                                                                                                “Niall is just a present in everyone’s life”
                                                                                                 _ Louis Tomlinson (♥)






“Midniiiiight memorieeeeeeees” urlo cantando a squarciagola per casa il nuovo cd.
Ieri sera sono stata in piedi fino a tardi per il lancio dell’album in diretta da New York, non ho avuto il coraggio di scrivere
 a Niall dopo non aver ricevuto risposta al messaggio dell’altro giorno.
Questa mattina sembravo uno zombie in facoltà, sono uscita da lezione alle undici e sono corsa nel negozio di dischi 
all’angolo della strada per comprare il nuovo album.
Da ormai mezz’ora gira a ripetizione nel lettore cd del mio computer, con le casse attaccate e il volume al massimo.
Sono stesa sul mio letto, uno splendido materasso ad una piazza e mezza attaccato da una parte al muro, i raggi del sole 
filtrano illuminando la stanza dalla porta-finestra del balconicino.
Lo ammetto, questa casa l’ho scelta soprattutto per il balcone, mi piace uscire e starmene un pò per conto mio a fissare 
il paesaggio fuori ma adoro anche i fiori, infatti oltre ad una sedia a dondolo il balcone è ricoperto da vasi, 
nonostante Londra sia fredda alcune piante resistono anche alle intemperie della città.
Stringo a me la maglia di Niall durante i suoi assoli, è impregnata del suo odore ed io non posso far altro che 
abbracciare quel pezzo di stoffa blu. 
Mi fiondo su twitter per commentare insieme a tutti l’uscita dell’album, conrollo i profili dei ragazzi per vedere se hanno 
scritto qualcosa ma ancora niente, sicuramente saranno stanchi e c’è da contare anche il fus’orario.
Odio quando sono dall’altra parte del mondo, odio rimanere al computer alle quattro di mattina, ma per loro lo farei 
sempre, sono entrati nella mia vita in un periodo in cui non avevo voglia di vivere e mi hanno ridato la voglia di 
sorridere per qualcosa.
Per me è un sogno averli incontrati e soprattutto aver instaurato un rapporto con Niall, è il desiderio di ogni ragazza che 
li segue, entrare a far parte della loro quotidianetà, del loro mondo.
Il cd finisce per l’ennesima volta, dopo aver copiato le canzoni sul pc le trasferisco sull’mp3 e poi ripongo il disco nella 
custodia, mi guardo intorno e faccio posto sulla mensola per sistemarlo lì, poggio le mani sui miei fianchi e sbuffo, 
devo rendere la mia stanza presentabile.
Tiro fuori dal comodino i giornali e prendo un paio di forbici, inizio a ritagliare qualche fotografia e ne attacco un pò sul 
muro, una foto tutti insieme e una di Niall mentre suona la chitarra.
Dovrò dirgli che ho una passione sproporzionata per lui quando suona, qualsiasi tipo di chitarra sia mi fa venire strane 
idee in mente... No, forse per il momento non è il caso di dirglielo!
Il suono del telefono mi riporta alla realtà, Luke sta provando a chiamarmi da ieri sera, ma possibile che non capisce che 
se non rispondo vuol dire che non ho voglia di parlarci?
“Pronto?” rispondo scocciata.
“Apri, so che sei a casa!” dice e nello stesso istante sento bussare.
Sbuffo raggiungendo la porta e la apro facendolo entrare.
“Chi non muore si rivede” cerca di scherzare.
“Luke, che vuoi? E’ inutile che mi chiami cinquanta volte, dobbiamo parlare e lo sai!” 
“Ancora? Ora ho da fare ora, sono passato solo a salutare, ti prometto che...”
“Ti prometto niente Luke!” dico seguendolo in camera mia.
Non so se non nota i poster al muro o se fa finta di non vederli, fatto sta che non dice nulla, peccato però che la maglia 
di Niall la vede benissimo.
“Di chi è quella?” dice.
“Non cambiare discorso, dobbiamo parlare!” dico.
“Non sto cambiando discorso, ti sto chiedendo di chi è!”
“Di Will, di chi vuoi che sia?” mento.
“Ah, va bene... Comunque ora devo andare!”
“Smettila di evitare il discorso, sai benissimo che c’è qualcosa che non va!” dico furiosa.
“Dai non fare così amore, tu rimani a casa? Passo dopo!”
“Però dopo parliamo!” ribatto.
“Va bene, va bene! A dopo” dice prima di sparire alla velocità della luce.
Afferro la maglia di Niall e chiudendo gli occhi l’avvicino al viso, chissà cosa sta facendo ora, piego la maglia al meglio e 
la infilo nella tracolla.
Spengo il telefono e lo butto in borsa, sarà meglio se torno in facoltà a studiare qualcosa.
Preparo i libri e mi infilo la giacca, più tardi devo ricordarmi di chiamare l’officina, non ho intenzione di spendere 
ancora milioni in biglietti per la metro.
Mi chiudo la porta alle spalle e percorro la solita strada, oggi Jess non l’ho vista per niente, io e la mia coinquilina 
abbiamo un rapporto strano, ammetto che all’inizio mi era antipatica al massimo, poi l’ho conosciuta un pochino e mi 
sono ricreduta ma non siamo mai state amiche, io conosco della sua vita una minima parte, so cosa studia, so la gente 
che frequenta o meglio quelli che porta a casa e lei sa ancora meno di me, sono fidanzata e gioco a calcio, questo basta 
per la nostra convivenza, eppure nell’ultimo mese c’è qualcosa che non mi convince, cioè... È ancora più strana del solito!

Questi pensieri mi accompagnano per tutto il viaggio, appenna arrivata vado in caffetteria a mangiare un panino 
e poi svogliatamente mi dirigo verso l’aula studio.
Prendo posto e poi esco da lì, tutto quel silenzio mi imbarazza delle volte, scendo le scale e mi dirigo alle macchinette, 
ci vuole qualcosa da bere.
“Buongiorno splendore!”
Mi giro di scatto trovando Will a sorridermi, lo saluto con una mano mentre sorseggio un pò d’acqua.
“Ehi Will, vieni a studiare con me?” chiedo.
“Certo, però tra un’oretta devo andare!” dice mentre risaliamo le scale.
Inutile dire che in un’ora non abbiamo fatto altro che disturbare i nostri compagni e mandarci bigliettini.
“Smettila Will, ci stano lanciando delle occhiate che non vogliono dire nulla di buono” sussurro.
“Che vadano al diavolo, io voglio parlare!” dice urlando.
“Will” lo richiamo.
“Scusate ma noi siamo qui per studiare, potete fare silenzio?” dice una ragazza.
“Acida” risponde Will.
“Scusalo, ce ne andiamo subito!” dico alzandomi.
“Forse è meglio!” ribatte.
Ma brutta str....meglio se resto calma.
Rinfilo tutto in borsa e mi trascino dietro Will che prima di chiudersi la porta dietro si gira verso la ragazza.
“Un consiglio, sei un pò acida bellezza, vedi di scop...”
“William!” lo tiro fuori chiudendo la porta.
Scoppiamo a ridere guardandoci in faccia e poi scendiamo le scale, riversandoci in mezzo ad un via vai di studenti 
di fretta.
“Devo andare un attimo in bagno” dice Will mentre ci avviciniamo al corridoio principale.
“Ok, ti aspetto qui allora!” dico.
Lui annuisce allontanandosi mentre io mi guardo intorno spaesata, dondolo sulle gambe mentre canticchio il ritornello 
di Happily, quella canzone mi mette allegria!
Controllo l’ora al cellulare, devo trovare un posto dove studiare, non tornerò di sopra con la ragazza acida.
Vedo Will tornare prima del previsto e mi invita a prendere un caffè, ovviamente al ginseng, al bar di fronte alla facoltà 
prima dell’inizio della sua lezione.
“Va bene, dopo dovrò trovare un’altra aula studio libera per colpa tua!” rido.
“Ehi, prenditela con la ragazza” si giustifica lui.
Ci avviciniamo al bancone ed ordinaimo i nostri caffè, il bar è pieno, un tavolo libero è impossibile trovarlo a quest’ora, 
mi poggio con i gomiti sul corrimano intorno al bancone e mi giro verso la sala, ossevando un pò di gente.
“Ecco a voi” dice il barista interrompendomi.
“Grazie” dico voltandomi.
“Ci vuole proprio un bel caffè a quest’ora!” dice Will sorridendo prima di iniziare a tossire sputando il caffè.
“Will?” dico dandogli delle pacche dietro la schiena per farlo riprendere.
“Sto bene, sto bene è che... Quello non è Luke?” dice indicandomi un tavolo un pò appartato.
Mi giro di scatto sbuffando ma per poco la mia mascella non tocca terra.
“S-sta, sta...” mi giro verso Will incredula.
“Sta baciando un’altra, bè si è consolato in fretta” dice.
“Will, in realtà non ci siamo realmente lasciati, doveva venire da me dopo per parlare, 
quindi a conti fatti mi sta tradendo!” dico furiosa.
“Oh cazzo!” dice Will mentre paga i caffè e mi trascina fuori dal bar.
Mi lascio trasportare da lui, non posso credere a quel che ho visto.
“Tanto volevi lasciarlo no?” cerca di sdrammatizzare Will.
Già, voglio lasciarlo eccome ma non si deve permettere di prendermi in giro in questo modo, con chi sono stata per tre 
anni? Mi avrà tradito come minimo altre volte e io come un’illusa fino a poco tempo fa credevo in noi.
Asciugo una lacrima sfuggita dai miei occhi mentre aspetto di vederlo uscire dal bar.
“Dai andiamo Sere, non ti fa bene stare qui!”
“No Will, tu vai a lezione io devo chiarire questa storia ora, non ci sto ad essere presa per i fondelli!” ribatto.
“Se hai bisogno di qualcosa chiamami che mollo tutto e vengo da te!” mi dice.
“Va bene, buona lezione” dico mentre mi lascia un bacio sulla fronte.
Lo vedo allontanarsi e dopo aver preso un bel respiro torno nel bar.
Cammino a passo sicuro tra i tavoli del bar fino a raggiungere quello giusto, tossisco per richiamare l’attenzione mentre 
gli occhi di Luke diventano due palline da golf per quanto sono sgranate, mentre la ragazza, poverina, 
sorride dolcemente.
“C-che ci fai qui?” chiede Luke.
“E’ una tua amica?” chiede la biondina, quasi quasi mi dispiace per lei.
“In realtà fino a questa mattina stavamo insieme, da tre anni ma visto che era già da un pò che volevo lasciarlo, grazie 
per avermi tolto il disturbo di dover torvare le parole giuste, buon proseguimento!” finisco il monologo e girando i tacchi 
vado via, ma faccio in tempo a sentire il suono di uno schiaffo risuonare.
Sorrido chiudendomi la porta del locale alle spalle, sistemo la borsa sulla spalla, fingo che va tutto bene e mi incammino 
verso la fermata della metro.
“Cosa ti è saltato in mente?” sento urlare.
Accellero il passo ma lui mi raggiunge in poche falcate, non ho proprio voglia di discutere con lui ma non posso evitarlo, 
così mi giro per fronteggiarlo.
“Cosa mi è saltato in mente? A me?” dico furiosa.
“Cos’è quella scenata?” ripete.
“Fino ad un paio d’ore fa mi chiamavi amore ed ora ti trovo con un’altra, 
se permetti non mi va giù essere presa in giro!” dico.
“Ah ecco, perchè tutto gira intorno a te eh?”
“Ma che c’entra? Niente ha mai girato intorno a me!” 
“Ti preoccupi solo di te stessa, sapevo che volevi lasciarmi ma tanto a te che te ne importa!” dice.
“Spero tu ti renda conto delle cavolate che dici, mi proccupo per me e ci mancherebbe altro, 
se non ci penso io a me stessa non ci pensa nessuna, ma cosa volevi? 
Che restassi insieme a te per abitudine?” dico arrabbiata.
“No, ma almeno evita di fare scenate e rovinarmi la vita!”
“Una relazione si basa sull’onestà e quella ragazza si meritava di sapere la verità” replico.
“Ma non dire stronzate, non te ne frega niente di lei! Tu sei solo un egoista del cazzo” sputa acido.
Faccio ricorso a tutta la mia buona volontà per non tirargli un pugno in faccia e rispondo mettendo la parola fine 
alla nostra relazione.
“Se c’è un’idiota sei tu e si, ti volevo lasciare ed anche da un pò di giorni e se lo vuoi sapere, c’è un altro ma almeno 
io sono abbastanza furba da non portarlo in giro per Londra nei posti che frequenti tu, detto questo, vai a farti un giro 
con la tua bionda e lasciami in pace una buona volta!” detto questo mi giro lasciandolo impalato e corro verso 
la stazione della metro.
Prendo un biglietto e aspetto la locomotiva diretta nella zona di Iven Street.
Non posso tornare a casa mia, non mi va di stare in un posto che mi ricordi troppo la nostra relazione.
Mezz’ora dopo salgo la scala dietro l’appartamento di Niall, apro la finestra e mi chiudo tutto dietro.
La casa è avvolta nel buio, fuori non c’era nessuno ma non è il caso di aprire tanto le finestre, 
non vorrei destare sospetti a qualcuno.
Appoggio la borsa sul divano e mi siedo, porto lo sguardo fisso davanti a me e comincio a piangere, sola e infreddolita 
dopo aver troncato una relazione di tre anni, è vero volevo lasciarlo io, ma questo non significa che faccia meno male, 
abbiamo passato momenti insieme che ricorderò sempre e fino a qualche tempo fa credevo che fosse l’uomo della mia 
vita e invece ora mi trovo in una casa non mia, in cui ancora rimbobba il suono della risata del ragazzo che mi ha 
trascinato in un vortice di emozioni senza fine, mi trovo a maledirlo e amarlo nello stesso istante, perchè è così, 
è stupido e banale ma io lo amo, lo amo dalla prima volta in cui ho ascoltato la sua voce e quest’amore è cresciuto 
e maturato dentro di me fino a diventare un sentimento quasi insopportabile, ho lasciato la mia vecchia vita per questo,
 ma mi rendo conto che non sarà facile essere innamorata di Niall Horan.
Non è facile perchè lui è l’eterno single del gruppo, non è facile perchè Niall è il principe azzurro di tante ragazze, 
non è facile perchè amarlo da dietro un pc è leggermente più facile che amarlo dal vivo, 
perchè qui bisogna mettersi in gioco e c’è il rischio di perdere la partita, c’è il rischio di venire rifiutati e io Niall, 
non posso proprio permettermi di perderlo.
Tiro fuori dalla borsa la sua maglia e la indosso, poi prendo i libri, forse studiare mi farà distrarre un pochino, ma prima 
mi collego per vedere se ci sono novità, ormai sono le cinque del pomeriggio, a New York sono le undici del mattino, 
sbircio nella home di Facebook e nei contatti di twitter, poi varie foto dei ragazzi colpiscono la mia attenzione, Niall 
sembra sorridente e felice, quanto vorrei averlo qui.


Pov di Niall

La giornata è un inferno, interviste, registrazioni, foto, autografi, spostamenti vari.
Arrivo in albergo sfinito, per fortuna tra due ore torneremo a casa, non vedo l’ora di fiondarmi sul mio bel divano a 
guardare un film.
Rientro in camera seguito da Harry e iniziamo a sistemare la solita valigia, ormai è diventato automatico farlo, sembro 
quasi un robot!
“Ehi, va tutto bene?” mi chiede.
“Si, certo, perchè?” chiedo ripiegando una tuta.
“Mi sembri pensieroso, quando non ridi mi preoccupo lo sai!” dice affettuoso.
“Lo so Haz, è che sono stanco, voglio tornare a casa!” dico sincero.
“O vuoi rivedere Serena?” scherza sorridendo ma io mi blocco al sentire il suo nome.
“Che c’è? Problemi?” chiede preoccupato.
“No, ma lei è impegnata Harry, a me non va di fare il terzo incomodo e poi sai che non sono bravo nelle relazioni, ne ho 
avuta una seria ed avevo si e no quattordici o quindici anni, per quanto si possa definire seria una relazione a quell’età! 
Non voglio soffrire!” dico chiudendo la valiga.
“Vieni qua!” dice aprendo le braccia e mi fiondo ad abbracciarlo.
Di solito è lui a chiedere i miei abbracci ma questa volta è diverso, tra noi è così, abbiamo legato in modo quasi 
maniacale nell’ultimo anno e per me è come un gemello, Harry è una parte di me, siamo entrambi amanti della vita 
ma allo stesso tempo abbiamo paura di soffrire, di stare male e ci proteggiamo a vicenda, com’è giusto che sia.
“Perchè non le scrivi?” mi dice staccandosi da me.
“Cosa le dico? Ti prego se sei con lui non farti toccare perchè altrimenti gli spacco la faccia?” dico serio.
“Bè è un inizio!” ride.
“Sono serio Haz, è normale sentire un fastidio alla bocca dello stomaco al pensiero di lei 
tra le braccia di un altro?” chiedo come un bambino.
“No, Niall, non è strano! Ti sei solo preso una sbandata!” dice sorridendo.
“Ma com’è possibile? Io...”
“Niall, non farti tutti questi problemi, nessuno sa come funziona l’amore, quindi non stupirti se dopo meno di due 
settimane quella ragazza ti piace, avete passato del tempo insieme, ti sei divertito e questo è l’importante, non devi 
mica sposarti con lei, torna a casa e corteggiala!” sorride.
“Tu dici?” chiedo.
“Ricordati che in guerra e in amore....tutto è lecito!” dice soddisfatto del suo discorso.
“Mi aiuti?” chiedo.
“A fare cosa?” dice chiudendo la sua valigia.
“A conquistarla, io non so come si fa!” ammetto.
“Sei un pulcino quando fai così! Niall sei solo insicuro, le cose vengono da sole, fidati!”
“Non sono un pulcino! E... Quando fai così sembri seriamente gay!” rido.
“Ehi, perchè amore non ti piaccio più? Adesso hai occhi solo per lei? Ingrato” dice facendo una voce stridula.
“Sei un cretino Harold” rido.
“Oh, amo quando mi chiami Harold” continua facendo finta di essere una ragazza.
Mi siedo sul letto scoppiando ancora di più a ridere mentre lui si unisce a me, mi stritola in un abbraccio e io lo 
ringrazio mentalmente per esserci sempre.
“Forza andiamo biondino altrimenti arriverai tardi dalla tua bella!” dice alzandosi.
“Non è la mia bella!” dico amareggiato.
“Non ancora!” dice lui sorridendo e in cuor mio una piccola fiamma di speranza si fa viva.
Scendiamo al piano di sotto e troviamo già gli altri ragazzi pronti, alcuni addetti ci portano i bagagli in auto mentre noi 
facciamo i saluti e i ringraziameti di rito.
Usciamo e ci fermiamo a fare qualche foto con i fan prima di salire sulle auto e dirigerci all’areoporto.
Durante il tragitto prendo il telefono in mano e cerco il suo nome in rubrica, apro un nuovo messaggio e rimango 
a pensare, cosa potrei scriverle?
E se è con lui? Ancora una volta lo stomaco si contorce e mi ritrovo a chiudere gli occhi.

“Impazzisco all’idea di pensarti con un altro, è normale secondo te?”

Il volo durerà sette ore, se le invio questo messaggio almeno non sarò costretto a sapere subito la sua risposta, 
anche se l’ansia mi ucciderà.
“Niall, andiamo?” mi richiama Louis.
“Si” dico scendendo dall’auto
Rileggo il messaggio, no, non posso scriverle una cosa simile, mi appresto a cancellarlo, quando Harry mi strattona 
il telefono dalle mani.
“Si fa così Niall!” dice schiacciando invio.
“No, Haz, dannazione!” dico maledicendolo in tutte le lingue del mondo.
“E adesso?” dico agitandomi.
“Tranquillo, cosa vuoi che sia!” sorride mentre saliamo sull’aereo che ci porterà a Londra.
Spero solo che quando leggerà questo messaggio non si prenderà gioco di me.


Pov di Serena

Alzo la testa dei libri che sono ormai le nove di sera passate, sono stata costretta ad accendere le luci, spero solo che 
non succederà un casino!
Mi dirigo in cucina e in frigo trovo le poche cose della scorsa volta, metto su un pò d’acqua, anche un pò di pasta 
in bianco va bene.
Canticchio una canzone e accendo la televisione per farmi un pò compagnia, forse dovrei riaccendere anche il cellulare, 
magari serve qualcosa a qualcuno.
Mentre l’acqua inizia a bollire apro la borsa per prendere il cellulare, non faccio in tempo ad accenderlo che mi arrivano 
un sacco di messaggi.
Will, si può cancellare.
Mamma si può cancellare.
Sally si può cancellare.
Ancora Mamma, cancello.
Niall, cancello.
Niall?
“No, no no! Cosa ho cancellato? C’era scritto Niall? Dio, mi ha scritto, quanto sono cretina da uno a dieci? 
Cento, oddio e ora?” continuo a maledirmi per altri venti minuti.
Chissà cosa mi aveva scritto, digito velocemente un messaggio e lo invio.

“Ho cancellato il messaggio per sbaglio senza leggerlo, sono un disastro ambulante!”

Sento l’acqua strabordare dalla pentola e corro ad abbassare la fiamma, oggi non me ne va una giusta.
Continuo a fissare il telefono in attesa di un altro sms, che purtroppo non arriva.
Mangio in totale silenzio quel pò di pasta e una volta sistemata la cucina, vado in bagno, controllo che sia tutto chiuso 
e mi fiondo nella stanza di Niall.
Accendo la sua televisione e mi sistemo tra le sue coperte.
Tolgo i jeans e la maglia e infilo la sua maglia del pigiama, sorrido vedendo che al centro c’è una stamp di un trifoglio 
irlandese, poi mi infilo sotto le coperte.
Cambio canale, ma non trasmettono niente d’interessante, alla fine lascio un programma comico, almeno mi fanno 
compagnia fino all’arrivo di Morfeo.
Prima però chiamo mia madre, lei è sempre disponibile per fare due chiacchiere, adora parlare!
“Tutto bene con Luke?” mi chiede dopo un pò.
Purtroppo però quando ho schiacciato il tasto verde non avevo pensato a questa domanda, 
così sospirando le dico la verità.
“Direi di no, mamma, ci siamo lasciati!”
“Oh, ma...Perchè? Cioè, com’è successo?” dice incredula.
“Semlicemente pensavo fosse un altro tipo di ragazzo, ma sto bene mamma!” dico seria.
“Sei sicura? Vuoi tornare un pò qui? Io sono felice se torni!” ridacchia.
“Lo so mamma, ma per ora sto qui, ci vediamo a Natale tanto!” sorrido.
“Va bene, ma non farmi stare in pensiero, c’è la tua coinquilina con te? Non stare da sola” dice.
Mi guardo intorno, non posso dirle che sono sola, in casa di un personaggio famoso.
“Si mamma, è con me!” dico.
“Ok, salutala, ci sentiamo domani!” dice preoccupata.
“A domani, saluta papà!” dico prima di chiudere la conversazione.
Fisso il telefono con un’espressione apatica prima di poggiarlo sul comodino, cerco sul telecomando come impostare 
il timer per lo spegnimento automatico del televisore e dopo averlo trovato, abbasso il volume e mi rannicchio 
perdendomi nelle sue lenzuola e nel suo odore.



Pov di Niall

Arriviamo a Londra che sono ormai de dieci di sera, scendiamo dall’aereo e la scorta ci fa strada verso le auto, 
come sempre i paparazzi e le fan ci accolgono fuori, la cerco tra quest’ultime ma non vi è nessuna traccia di lei.
Riaccendo il telefono mentre saluto qualche ragazza, saluto Louis e Zayn e salgo nell’auto con Harry e Liam.
“Ci vediamo domani ragazzi!” dice Zayn.
“Certo, buonanotte!” rispondo sedendomi composto.
L’arrivo di un messaggio mi fa tremare letteralmente, mi affretto ad aprire e poi scoppio a ridere.
“Ti ha risposto?” chiede Harry.
“Ha cancellato il messaggio per sbaglio!” dico ridendo, è un disastro sul serio ma forse è meglio così, forse questo è un 
segno del destino.
“Siete fatti l’uno per l’altro, due catastrofi naturali!” mi prende in giro.
“Ehi, mi sento offeso, voglio sapere anche io!” dice Liam.
“Abbiamo mandato un messaggio a Serena prima di partire...” Harry inizia a raccontare tutto mentre io ripongo 
il telefono in tasca e guardo Londra fuori dalla finestra.
Ho sempre pensato che le storie di tutti noi fossero già scritte, evidentemente per il momento quel messaggio non 
dovevae arrivare, forse è meglio non sapere la risposta, non sapere con chi e dove passerà la notte.
L’auto posteggia sotto casa di Liam e prima di scendere mi abbraccia dolcemente come solo un papà sa fare.
“Domani ne parliamo!” mi dice sorridendo e io annuisco.
“Va bene, a domani!” dico.
“Ciao” dice Harry sorridendo.
Mi fa appoggiare sulla sua spalla mentre ci avviamo verso casa sua, io abito più lontano di tutti e come è giusto che sia 
sarò l’ultimo ad arrivare a casa.
“Sei stanco?” mi chiede.
Mi trattano tutti come se fossi un bambino di quattro anni e a me in fondo sta bene così, ho sempre bisogno di sentire 
l’affetto costante di qualcuno e loro l’hanno capito benissimo.
“Solo un pò!” dico mentre arriva il momento di salutare anche lui.
Mi abbraccia forte e dopo avermi fatto un pò di linguacce per farmi ridere si chiude la porta alle spalle.
Londra di notte è spettacolare, le luci delle case illuminano le vie e la gente passeggia allegramente, ogni tanto fisso 
la finestra di un appartamento e penso alla famiglia che c’è dentro, alla loro storia, a cosa staranno facendo e mi diverto 
a pensare che un giorno anch’io troverò qualcuno con cui condividere gioie e dolori.
“Siamo arrivati Niall!” mi richiama l’autista.
“Grazie, ci vediamo domani!” dico prendendo la valigia e avviandomi verso casa.
Faccio scattare la serratura e dopo aver visto l’auto ripartire mi chiudo dentro, l’appartamento è avvolto nel buio e nel 
silenzio, accendo la luce ritrovandomi sul divano e sul tavolo libri, penne colorate e quaderni.
Strabuzzo gli occhi, da quando sono tornato a scuola?
Tolgo la giacca e l’appendo al solito posto all’entrata, poi trascinando la valigia mi dirigo in camera, la porta è socchiusa 
e la luce del televisore illumina il letto, rimango impalato sulla porta a fissare un piccolo fagotto avvolto nelle mie 
coperte, un sorriso spontaneo nasce sul mio viso.
Lascio la mia valigia in un angolo e cerco di fare meno rumore possibile, sposto delicatamente il cuscino per prendere 
il mio pigiama.
“C’è solo il pezzo di sotto!” sussurro.
Sposto dolcemente le coperte e le vedo la mia maglia addosso, il mio stomaco si chiude improvvisamente, sorridendo 
come uno scemo vado in bagno a cambiarmi.
Ma se il pezzo di sotto è qui, vuol dire che lei non ha niente.
“Smettila di pensare a queste cose!” dico al mio riflesso.
Ma è inutile mentire, non ci ha pensato solo il mio cervello all’eventualità di averla in parte nuda sotto le mie coperte.
“E’ meglio fare una doccia” dico spogliandomi completamente e buttandomi sotto l’acqua gelata, 
cercando di dare sollievo a qualcuno che sollievo non vuole ricevere, o almeno non in questo modo.
Esco fuori più confuso di prima, infilo il pantaloni del pigiama e mi dirigo in salotto sul divano, mi stendo lì senza 
riuscire a trovare una posizione comoda.
“Oh fanculo” dico alzandomi e tornando in camera.
Sposto le coperte e mi infilo accanto a lei, la sento mugulare qualcosa per poi accoccolarsi contro la mia spalla.
Le accarezzo dolcemente i capelli prima di sorridere e chiudere gli occhi.
Caro destino, 
vederla nel mio letto è la risposta migliore che potessi ottenere ad un messaggio inviato e mai letto.





_________________________________________________________
*Si prepara ai vostri insulti*
Allora, eccoci con un nuovo capitolo,
ammetto che ci ho messo una vita a scriverlo ma sono piuttosto soddisfatta del risultato!
Spero di non aver deluso nessuno, ma se avete qualche critica da fare, dite pure!
Io sono aperta ad ogni opinione :)

Se volete contattarmi sapete che potete trovarmi su:
Twitter: 
https://twitter.com/Sere_VR46
Gruppo FB: https://www.facebook.com/groups/341070052686905/
O qui su EFP, rispondo a tutti quindi per qualsiasi cosa chiedete pure!
Ieri i ragazzi sono stati a Milano e.... ma quant'erano belli?
Cioè Niall è stupendo ragazze, l'avete visto? Mah!
Prima o poi riuscirò ad abbracciarlo anche io!
Detto questo, smetto di annoiarvi e aspetto le vostre recensioni o i vostri commenti!
Grazie mille per tutto come sempre!
Vi voglio bene,
Sere.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo sei ***


             .The maid.
                                    Capitolo 6


                     


                                               "Toglimi il pane, se vuoi, toglimi l'aria, ma non togliermi il tuo sorriso".






Mi stiracchio con gli occhi ancora chiusi, non ho proprio la forza di aprirli, ho dormito come non facevo da tempo, 
sento i muscoli dell’intero corpo rilassati come non mai, sposto la mia mano verso l’alto e mi scontro con una chioma 
morbida e liscia, passo la mano incuriosita tra quei capelli e mi perdo nella loro morbidezza, mi giro di fianco 
continuando a tenere la mano lì, perchè ieri sera non ho fatto questo giochino? 
Poi in un attimo di lucidità mi rendo conto che io mi sono addormentata da sola e spalanco gli occhi trovando quelli 
allegri di Niall a darmi il buongiorno.
“Oddio” dico ritraendo la mano e mettendomi a sedere di scatto.
“Oddio scusami!” dico rendendomi conto di essere nel suo letto, a casa sua, senza il suo permesso.
Mi alzo di scatto, ricordandomi solo dopo di avere la sua maglia addosso e le gambe nude, arrossisco violentemente 
mettendomi poi le mani sul viso.
Lo sento ridacchiare di gusto e io mi vergogno ancora di più, mi giro verso la poltroncina messa all’angolo della stanza, 
dove ieri sera ho poggiato i miei vestiti per recuperare il pantalone.
“Ehi, stai tranquilla!” dice spostando le coperte e alzandosi a sua volta, rivelandomi la sua tenuta da notte, ha il pezzo di 
sotto del pigiama e il busto bianco e snello in bella vista.
Si avvicina facendo il giro del letto per raggiungermi, si ferma davanti a me, mentre tiro su la zip e allaccio il bottone.
Alzo lo sguardo puntandolo nel suo divertito, anche se le guance rosee tradiscono la sua sicurezza, è in imbarazzo anche 
lui?
“Io... mi dispiace Niall, dovevo dirti che sarei venuta qui, scusa!” dico mortificata.
Mi sorride sincero e il mio cuore si scalda un pò, cerco di non guardarlo direttamente negli occhi, non voglio cedere 
alle mie debolezze e lui è assolutamente una delle mie.
“Non ti preoccupare, puoi venire quando vuoi e..Buongiorno comunque” dice sorridendo.
“Buongiorno” dico abbozzando anche io un sorriso.
“Ti va se ci ristendiamo un pò a letto? Di solito mi ci vuole una mezz’oretta di televisione 
prima di svegliarmi del tutto!” dice indicando con una mano il letto.
Sposto lo sguardo sulle lenzuola stropicciate la forma dei nostri corpi impressa nel materasso, annuisco senza proferire 
parola e lo seguo mentre si stende sul letto.
“Mettiti sotto le coperte” dice.
“Ho i jeans” mi giustifico stendendomi sopra, la verità è che stargli così vicino non è sano per la mia salute mentale.
“Non ha importanza, metti qui, dai!” dice sporgendosi a prendere il telecomando e sintonizzando la televisione su i 
cartoni animati.
Lo guardo dolcemente e lui mi fissa, sta per cambiare canale ma blocco la sua mano.
“No, lo guardo sempre anche io!” dico spostando le coperte e infilandomi al suo fianco.
Sento subito il calore provenire dal suo corpo, faccio tesoro di queste sensazioni e guardo la televisione.
Mi faccio distrarre dalla sua risata, sembra a suo agio al mio fianco, mentre io dentro sembro un vulcano prima di 
un’eruzione.
Dalla finestra filtra un debole fascio di luce, evidentemente oggi non è una bella giornata fuori, ma tanto io sono qui, 
accanto a Niall, fuori può anche nevicare, a me non interessa.
Restiamo in silenzio a guardare quei cartoni, che nemmeno a Theo piacerebbero ma per me sono ormai la cosa più 
bella del mondo.
Certo, questo è un esempio banale ma è incredibile come una persona possa farti cambiare idea su qualcosa, magari 
per tutta la vita si è convinti di una determinata cosa, poi all’improvviso la persona giusta ti fa cambiare idea, ti fa vedere 
il mondo in modo diverso dal solito.
“A cosa pensi?” mi chiede voltandosi un pò verso di me.
“Nulla di interessante, hai fame?” chiedo incrociando il suo sguardo.
Sta per rispondere ma la sua pancia lo anticipa brontolando, lui diventa rosso passando la mano in modo circolare tra lo 
stomaco e la pancia.
“Un pochino!” dice regalandomi un sorriso.
Sorrido anche io di riflesso e mi alzo, ricoprendo poi la mia parte di letto, mi accorgo di essermi addormentata nella 
parte sinistra del letto, vicino alla finestra, la parte che preferisco, lui mi guarda incuriosito mentre le mie guance 
si colorano, per la millesima volta, di rosso.
“V-vado a preparare qualcosa allora!” dico recuperando la mia maglia sulla sedia, scoprendo così la felpa blu di Niall.
”L’ho spostata ieri sera quando mi sono messo a letto, ti era caduta” dice ridendo.
“Oh, io... Io , te la lavo e te la riporto!” dico imbarazzata.
“Puoi tenerla non c’è problema, ne comprerò un’altra uguale!” dice sorridendo.
La giro tra le mani e la poggio sulla sedia, annuisco e mi trascino verso il bagno, sento lo sguardo di Niall addosso 
mentre oltrepasso la porta della sua stanza.
Mi chiudo dietro la porta e ci poggio la schiena contro, prendo un bel respiro prima di togliermi la maglia del pigiama e 
sciacquarmi un pò, infilo la maglia di ieri e riapro il lavandino ma questa volta qualcosa va storto, non riesco più 
ad aprirlo, ci metto un pò di forza ma rimango con la manopola in mano e l’acqua schizza da tutte le parti.
Mi sbrigo a mettere una mano cercando di fermare l’acqua, prendo un asciugamano, ma ormai sono completamente 
bagnata.
“Niall” urlo.
Mi ricordo che il bagno è insonorizzato, maledico chi ha costruito questa casa e allungo una mano per far scattare la 
serratura del bagno.
“Niaaaall!” urlo ancora mentre l’acqua non accenna a fermarsi.
“Che succede?” lo sento dire mentre mi raggiunge.
Apre la porta e rimane a guardarmi un attimo e poi mi aiuta a tenere la mano sull’asciugamano, ha ancora addosso solo 
il pantalone del pigiama e l’acqua colpisce anche lui, mi guarda divertito prima di abbassarsi a manovrare qualche filo.
“Resta un secondo qui, torno subito!” dice mentre io riesco solo a fare cenno con la testa.
“Fermati acqua ti prego” dico imprecando a bassa voce.
Cambio asciugamano ma anche quest’altro ci mette ben poco per inzupparsi d’acqua, quando Niall mi raggiunge porta 
con sè degli attrezzi, i miei occhi si illuminano.
“Vai a chiudere l’acqua, altrimenti non possiamo fare nulla” dico.
“Giusto” dice correndo fuori dal bagno.
Poco dopo il getto d’acqua si arresta lentamente e io ricomincio a respirare, passo una mano sulla fronte e mi siedo sul 
bordo della vasca da bagno.
Niall appare sulla porta e mi guarda sorridendo, poi apre uno scaffale e tira fuori un asciugamano pulito e asciuto e si 
avvicina a me, tendo una mano per prenderlo ma lui mi fa spostare e mi passa il tessuto morbido e profumato sui capelli,
 come se fosse un padre che si prende cura della sua bambina.
Poi mentre io inizio a rilassarmi lui scoppia a ridere, con una delle sue fragorose risate e io lo fulmino con lo sguardo 
cercando di farlo smettere, ma ottengo l’esatto opposto, lui ride ancora più forte.
“Niall, basta!”
“No-n n-on” balbetta continuando a ridere.
“Sc-usa, l-la smetto!” dice cercando di tornare serio.
“Si può sapere perchè sei scoppiato a ridere?” dico alzandomi e staccandomi di dosso la maglietta inzuppata che ormai 
aderisce al mio corpo come una seconda pelle, per fortuna è scura, altrimenti sarei sprofondata.
“Scusa, ma stavo ripensando a prima quando sono entrato in bagno, dovevi vederti!” 
“Non c’è da ridere Horan, è stato un incidente, ovviamente i lavori li pago io, il danno è mio e io lo aggiusto!” dico seria.
“Stai scherzando spero, adesso chiamo Paul e tra due secondi saranno ad aggiustarmi il lavandino, gratis!” dice con non 
curanza.
Ecco, questa è una cosa che odio delle persone famose, ottengono tutto, subito e senza spendere soldi. 
Sono sempre stata educata in un certo modo verso i soldi, non ne ho mai avuti tanti in famiglia, ma sicuramente c’è chi 
è messo peggio, ma i miei genitori hanno fatto sacrifici enormi per portare avanti la nostra famiglia, sono abituata a 
sudarmi i soldi per permettermi qualcosa, ecco perchè io non c’entro niente con le persone ricche, abbiamo modi di 
vedere molto diversi.
Non so se dal mio viso traspare qualcosa, ma Niall spalanca leggermente gli occhi, prima di guardarmi e parlare.
“Ma, lo pagherò, perchè è il suo lavoro!” dice sincero e io annuisco grata.
“Grazie, ora devo trovare qualcosa da mettere, ho fatto bagnare anche te, scusami!” dico.
“Non c’è problema, tanto devo fare una doccia, tu puoi mettere la mia, ormai ex, felpa e puoi prendere il pantalone di 
una tuta nell’armadio, almeno non prendi freddo!” dice da bravo padrone di casa.
“Prometto che tutti questi danni saranno ricompensati, non so come o quando però!” sorrido.
“Fa niente, mancava un pò di vitalità in questa casa!” dice facendomi battere il cuore.
“Ma come, tu sei sempre allegro e spensierato!” dico sincera.
“Si, amo la vita, non mi piace fermarmi a pensare sulle cose, ma qui abito da solo!” 
“Vabbè ci passerai si e no un mese l’anno, contando tutti i giorni di ferie!” dico.
Lui storce il naso, quello che ho detto purtroppo è la verità.
“Lo so, ma quel mese è noioso, di solito invito sempre i miei cugini o altri amici, o i ragazzi, cerco di stare il meno solo 
possibile!” ammette.
Siamo ancora fermi l’uno di fronte all’altro in bagno, bagnati e forse anche un pò infreddoliti, ma continuerei questa 
conversazione per sempre.
Sentire anche solo piccole confidenze da parte sua, mi fa sentire viva e importante, per lui forse non valgono nulla, 
ma per me sono tanto.
“V-vado a cambiarmi allora” dico uscendo dal bagno, lui mi segue e si dirige in cucina dopo aver preso un’asciugamano 
pulito ed essersi asciugato un pò il petto.
“Faccio subito, così puoi cambiarti e dopo lavo il bagno!” dico sorridendo.
“Tranquilla, dopo ci pensiamo al bagno!” dice regalandomi un sorriso e io annuisco scomparendo dietro la porta di 
camera sua.
Mi guardo intorno e sorrido spontaneamente, mi avvio verso l’armadio e spalanco le ante grandi e grigi, magliette, tute, 
jeans, cappellini, quell’armadio ha più cose di un negozio, nell’ultima parte vedo ricoperti con della plastica i vestiti 
eleganti, passo una mano per toccare le cravatte, appese in ordine maniacale.
Sorrido e mi inginocchio a prendere una tuta grigia, sfilo i jeans, ancora bagnati e la infilo velocemente, tolgo anche 
la maglia e metto su la maglia blu di Niall.
Tiro su i capelli con le mani a formare una coda alta ed esco dalla stanza, arrivo in salotto e apro la borsa per prendere 
un elastico, intanto vedo Niall preparare il tavolo della colazione, due piatti, due forchette, due bicchieri, due... Io e lui.
“Che profumini, cos’hai cucinato?” dico avvicinandomi.
Lui si gira verso di me sorridendo mentre versa dalla padella, le uova e la pancetta, tipica colazione all’inglese insomma.
“Siediti è pronto, ti sta bene la tuta!” dice osservandomi.
Butto un’occhiata sui miei pantaloni, mi vanno leggermente larghi ma non mi stanno malissimo, alzo le spalle e mi 
accomodo a tavola.
“Vado a infilarmi una maglietta” dice lui correndo verso la stanza.
Il mio stomaco brontola e mi mordicchio il labbro inferiore, nel piatto di Niall c’è un pezzettino di pancetta abbrustolito 
e io cerco di non guardarlo, amo quesi pezzettini.
Per fortuna lui mi raggiunge poco dopo, jeans e maglietta nera.
Si accomoda al mio fianco e inizia a mangiare, la prima cosa che afferra è proprio quel pezzettino, mi blocco all’istante 
e lui mi guarda confuso.
“Che c’è?” chiede.
“Nulla, non ti preoccupare!” dico sorridendo mentre lui porta alla bocca la forchetta, mi lascio incantare dai suoi 
movimenti e lo fisso come un bambino davanti al banco delle caramelle.
“Mangia, si raffredda!” dice sorridendo.
“Oh... Certo!” dico puntando gli occhi sul piatto e iniziando a mangiare.
Finiamo di mangiare in silenzio e subito dopo mi alzo per sbarazzare, lui mi segue per darmi una mano ma il 
campanello ci fa sobbalzare entrambi.
“Aspetti qualcuno?” mi chiede.
“Niall, è casa tua, io non aspetto proprio nessuno!” rido.
“Giusto, vado a vedere chi è!” dice sorridendo.
“Io metto in ordine!” dico tornando a lavare i piatti.
Niall si allontana e lo sento aprire la porta, poi voci su voci, mischiarsi, riconosco subito quella di Harry, 
seguita da quella di Louis.
In meno di dieci secondi li vedo oltrepassare la porta della cucina.
“Oh, buongiorno!” dice Louis allegro.
“Ciao ragazzi!” dico sorridendo come una scema.
Niall ridacchia e io lo fulmino con lo sguardo, prima di tornare a lavare i piatti.
“Come mai già qui?” chiede Harry.
“Oh” dico in imbarazzo senza saper rispondere ma lo vedo scambiarsi un’occhiata con Niall.
“Lasciamola lavorare, voi come mai siete qui?” dice il biondo.
Non mi ero resa conto di aver trattenuto il respiro, fino a quando escono dalla cucina e io mi rilasso. 
Sistemp tutto, cercando di pensare a qualche scusa plausibile, che mi invento?
Sono venuta qui ieri sera perchè mi mancava il vostro amico?
Vengo distratta da due occhi azzurri che mi fissano incerti, mi giro di scatto trovandomi il grande sorriso di Louis vicino.
“Louis” dico spaventata.
“Ciao!” dice ridendo.
“Mi stai un pò spaventando!” dico sorridendo, mentre asciugo i piatti e li metto in ordine.
“No, scusa, volevo chiederti se in questi giorni ti va di gioicare a calcio, noi restiamo una settimana prima di andare 
in Spagna, che ne dici?” chiede allegro.
“Certo, io domenica ho una partita, in questi giorni ho gli allenamenti, se ti va puoi venire, ovviamente siamo 
tutte donne, è un problema?” chiedo, asciugando le mani.
“Ma figurati, che problema c’è, ti lascio il mio numero di telefono così ci sentiamo?” chiede.
“Oh, il tuo numero? C-certo, prendo il telefono!” dico toccando le tasche.
Non lo trovo e mi guardo intorno, dannazione l’avrò lasciato in camera di Niall.
“Devo averlo lasciato di là!” dico oltrepassando la porta.
Harry e Niall sono seduti sul divano a chiacchierare sui miei libri di scuola, ma cosa diavolo fanno?
“Ehi, che fate?” dico mentre Louis si siede accanto a loro, mi sorridono indicando una parte in alto del mio libro 
e io arrossisco.
Parte del testo di “Little Things” è scritto nei bordi bianchi e io arrossisco, in quel libro c’è un pò di tutto su di loro, 
mi sembro un’adolescente a scrivere i loro nomi sui libri di scuola eppure loro mi fanno sentire così, spensierata 
e innamorata.
“Ehm! Bella canzone!” dico io sorridendo.
Niall ride divertito, mentre Harry e Louis lo seguono qualche minuto dopo.
Mi gratto la testa imbarazzata, poi mi allontano per andare a prendere il telefono in camera, mi tiro uno schiaffo sul viso 
e mi dò della stupida da sola.
Sento suonare il campanello, sicuramente saranno Liam e Zayn, sospiro tornando di là.
“Louis?” lo chiamo porgendoli il telefono, lui sorride e digita velocemente il suo numero, poi si fa uno squillo e registra 
il mio numero.
“Tieni, ci sentiamo allora!” dice mentre Liam e Zayn fanno il loro ingresso.
“Ciao ragazzi, ciao Sere!” dice Liam dandomi un buffetto sulla testa.
“Ciao!” dico felice.
Si siedono anche loro e io controllo il numero di telefono di Louis, ma non lo trovo, controllo le ultime chiamate 
e lo trovo registrato con “Il più bello della band”.
Sorrido divertita guardandolo e lui mi fa l’occhiolino e inizia a fare facce buffe, scoppio a ridere catturando l’attenzione 
degli altri, Niall mi guarda incuriosito, come se non mi avesse mai visto ridere così, ma forse è vero, sono poche le volte 
che ho riso da quando ci conosciamo, ero troppo impegnata ad essere imbarazzata e a fare figuracce.
“Che succede?” chiede Zayn.
“Il vostro amico si è registrato come il più bello della band, sul mio telefono!” dico.
Guardano tutti Louis divertiti, mentre lui scrolla le spalle, ma Niall sembra triste e i suoi occhi mi spingono a dargli una 
giustificazione, anche se non ce n’è motivo.
“Mi ha chiesto di giocare a calcio qualche giorno e gli ho detto che l’avrei chiamato in settimana, domenica devo giocare 
una partita, anzi, se non avete impegni potete venire a vedermi o anche a giocare se volete!” dico sorridendo.
Mi rendo conto di aver parlato controllando l’espressione del viso di Niall e lui mi sorride e annuisce. 
Sorrido anche io e guardo gli altri ragazzi.
“Certo, per me va bene!” dice Liam.
“Oh, a vederti va bene, ma a giocare non credo!” dice Zayn, seguito da Harry.
“Idem” ride.
Sorrido felice sistemando la maglia, che si era leggermente alzata e chiedo ai ragazzi se vogliono qualcosa da bere. 
Controllo in frigo e in dispensa, ma trovo solo birra, così si trovano costretti a bere quello anche se, non sono tanto 
dispiaciuti.
“Niall, scusa a che ora arriva l’idraulico?” chiedo.
“Dovrebbe arrivare a minuti!” dice mentre gli altri ci ascoltano interessati.
“Va bene, allora faccio in tempo ad uscire un attimo, torno tra poco devo fare delle commisioni,
così dopo pulisco tutto!” dico seria e lui annuisce.
“Va bene, ma non preoccuparti...” inizia a dire ma mi basta alzare un sopracciglio per farlo zittire.
“A dopo!” dice alla fine e io sorrido.
“A dopo ragazzi!” dico infilando la giacca.
Prendo la borsa e lanciando un’ultima occhiata a Niall esco di casa.
Faccio mente locale e percorro la strada verso la stazione della metro, da quelle parti dovrebbe esserci un bancomat 
o comunque una banca dove poter ritirare i soldi.


Pov di Niall

La porta si chiude e non faccio in tempo a girarmi che trovo quattro sorrisi strafottenti davanti al mio viso.
“Allora, com’è che aveva i tuoi vestiti?” chiede Harry sorridendo.
“Non è come pensate, sul serio, ragazzi!” dico diventando rosso.
“Ah no? E allora perchè sei arrossito?” dice Liam.
“Così, io non ho fatto niente!” dico alzandomi e mordicchiandomi le unghie come faccio ogni volta in cui sono nervoso, 
come se loro non lo sapessero.
Mi giro di spalle e mi metto le mani sul viso, come faccio a nasconderli le cose?
“Ieri sera quando sono rientrato, l’ho trovata che dormiva nel mio letto con il mio pigiama addosso e la mia felpa stretta 
tra le mani” dico senza voltarmi.
Sento un “Oh” generale e io sorrido ripensando a ieri sera, alle emozioni provate e racconto tutto ai ragazzi, rimanendo 
di spalle, perchè girarmi e fargli vedere i miei occhi sarebbe troppo, non riuscirei a trattenere la voglia di urlare 
e piangere, perchè sono felice ma un pò di contegno lo devo tenere.
“E...?” mi incita a parlare Zayn.
“E niente, non ci siamo baciati, niente, ma sono stato bene e non voglio di più adesso, non voglio affrettare un cavolo, 
mi voglio godere questi piccoli passi!” dico sincero.
“Ma le hai chiesto come mai era qui ieri sera?” dice Liam.
“No, a dire il vero non ci ho pensato!” dico girandomi.
Mi sorridono tutti e so che è un sorriso sincero e fraterno il loro, vado a risedermi sul divano e penso a quanto grazie 
a loro io sia migliorato, ho preso tanto da tutti e quattro, mi hanno aiutato a tirare fuori cose di me che non sapevo avere,
 mi sono aperto al pubblico, riesco a stare di più in mezzo alla gente e se qualche volta torna a farsi vedere la mia 
timidezza o la mia paura di stare con le persone, loro sono al mio fianco.
Mi guardano tutti in attesa di sapere altro, ma io non accenno a parlare così cambiamo totalmente discorso, parlando 
dell’imminente premier del film dedicato ai giocatori del Manchester United, mancano solo due giorni e Zayn ci avverte 
che lui non ci sarà questa volta.
“Andrò dalla mia adorata!” dice con gli occhi che brillano.
Io gli lancio un cuscino addosso e scoppiamo tutti a ridere, Zayn è sempre così quando parla di Perrie.
“Voi invece? Abbiamo un invito per due persone!” dice Liam.
“Io porterò Gemma” dice Harry e noi annuiamo.
“Io andrò solo, non saprei chi portare sinceramente!” dice Louis “e tu Niall?”
“Io porterò Amy, mi ha chiesto di poter venire, è in fissa con Beckham da quando eravamo piccoli!” rispondo scrollando le 
spalle.
Louis si avvia a dire qualcosa ma la porta di casa si apre, rivelando Serena accompagnata da un ragazzo che non le 
toglie gli occhi di dosso.
“E lui sarebbe?” dico senza pensare con un tono più alto del normale.
“Oh Niall, è l’idraulico, l’ho incontrato qui fuori!” dice lei sorridendo.
“Ah, ok! Salve!” dico rilassato, stringendo la mano del ragazzo.
Liam ridacchia girando la testa e nascondendola nella spalla di Zayn, Serena fa cenno al tipo di seguirlo e lui non se lo 
fa ripetere due volte.
Li guardo girare l’angolo e sparire verso il bagno, ma rimango colpito da come lei si muove con destrezza tra le mura
di casa mia, resto imbambolato fino a quanto una mano sventola davanti ai miei occhi.
“Sveglia campione” urla Louis al mio orecchio e io sobbalzo.
“Ci sono, ci sono!” dico voltandomi.
“Carino il ragazzo eh?” ride Liam prendendomi in giro.
“Non una parola” dico fulminandoli con lo sguardo.
“Torniamo a parlare della premier” dico serio.


Pov di Sere

Riferisco all’idraulico quello che è successo e poi mi congedo lasciandolo lavorare in pace. 
Raggiungo i ragazzi in salotto e li vedo parlottare.
“Che vi raccontate di bello?” chiedo per farmi sentire.
“Ehi!” dice Niall sorridendo.
“L’idraulico sta lavorando, gli ho detto quello che è successo!” 
“Grazie, veramente!” dice sorridendo.
“Dovere!” rispondo ricambiando il sorriso.
“Dai siediti con noi, stavamo parlando della premier di...” comincia Louis ma io son benissimo di che film sta parlando.
“Oddio è vero, giovedì avete la premier di Class of ‘92” dico con gli occhi brillanti.
Loro mi guardano leggermente impauriti e io sorrido.
“Ehm, scusate, ma vi seguo quindi più o meno so i vostri impegni!” dico scrollando le spalle.
“Mi sembra un’ottima spiegazione!” ridacchia Liam.
“Scusate, continuate pure a parlare, io mi faccio piccola piccola qui 
e vi giuro che non dirò niente a nessuno!” dico facendo finta di chiudere la bocca con una chiave.
Scoppiano tutti e cinque a ridere e io li guardo come si guarda la cosa più bella del mondo.
“Tranquilla, stavamo decidendo con chi andare alla premier” dice Liam.
I miei occhi si illuminano, ma comunque non dico niente, li ascolto attentamente e a quanto pare Zayn non ci sarà. 
Liam porterà la sua consorte e Harry sua sorella.
“Infine Niall porterà Amy e io sarò solo!” dice Louis.
La mia mente è ferma alla parola Amy però, il mio cuore perde un piccolo battito e non riesco a spiegarmi perchè 
o meglio cerco di nascondere i miei sentimenti.
Porterò Amy, è la sua miglior amica non dovrei meravigliarmi, eppure a me lei è antipatica.
Sei gelosa.
Ma stai zitta coscienza, che ne sai tu.
Sei gelosa.
Ripetilo ancora e ti faccio fuori.
Sei gelosa.
Ok, sono gelosa, va bene? Sono gelosissima, ma questa da dove arriva? 
Cioè ok, ha più diritto di andare di me, lo conosce da tanto tempo, ma... No!

“Tutto bene?” chiede Harry.
“S-si!” dico cercando di evitare lo sguardo di Niall.
“Sei bianca, ti senti bene?” chiede Zayn.
“Si, si, sto bene!” annuisco per rassicurarlo.
“Sei sicura?” chiede Niall sporgendosi verso di me.
“Si” dico con tono un pò troppo duro.
Niall si scosta sorpreso mentre Louis mi guarda e non so come, mi rendo conto che lui ha capito esattamente 
qual’è il problema.
“Tu hai da fare giovedì?” mi chiede all’improvviso.
“Io?” dico.
“Tu, proprio tu!” ripete ridendo.
“Starò davanti alla telvisione a vedere la premier con i pop corn a sbavare su Beckham!” dico ridendo.
“Uuuh, anche tu con Beckham eh? Che ne dici di venire con me?” mi chiede tranquillo.
In un secondo vedo passare nei volti dei ragazzi mille espressioni, Niall diventa bianco e guarda Louis sconvolto mentre 
Liam, Zayn e Harry hanno un’espressione scioccata.
Io mi sento morire, per fortuna sono seduta e non rischio di svenire.
“B-bè i-io non lo so!” dico d’impulso.
“Come non lo sai, dai fammi compagnia! Devo andare solo altrimenti!” dice.
“Ma non vorrei creare problemi, siete tra di voi!” dico.
“Zayn non c’è, lui ha Gemma” dice indicando Harry “lui Sophia” indica Liam 
e poi si gira verso Niall “Lui Amy! Io sono solo!” dice e non sfugge ne a me, nè a Niall l’enfasi con cui Louis pronuncia 
il nome della miglior amica del biondo.
Dannato Tomlinson, lo sta facendo apposta? Lo guardo ridere e butto un piccolo sguardo verso Niall.
Lo vedo fissare il suo amico per poi abbassare lo sguardo, è triste.
“Non posso Louis, mi dispiace! Non per te eh, ma sai come siamo fatte noi fan, 
non mi và di fare notizia!” dico trovando una scusa.
Louis, Liam, Zayn e Harry mi guardano fissare Niall mentre sul viso di quest’ultimo si apre un sorriso che non sfugge 
a nessuno.
“Grazie per l’invito però!” dico verso Louis.
“Figurati, però andiamo a giocare insieme!” mi dice sorridendo.
“Ovvio, devo batterti!” dico sfidandolo.
“Pff, ma sentila!” dice ridendo.
Niall sorride ancora e non mi importa niente se giovedì resterò a riempirmi di schifezze mentre lui sfilerà sul tappeto 
rosso con Amy, non mi importa aver rifiutato l’invito di Louis, non mi importa di niente se questo significa vedere 
quel sorriso sul suo volto.


___________________________________________________
Eccomi qui con il nuovo capitolo.
Come state ragazze? Io sono super raffreddata, accidenti!
Non ce la faccio più, uff. Vabbè, passando a cose serie, 
Che ne dite del capitolo? C’è il famoso risveglio, l’intrusione dei ragazzi a casa e si inizia a parlare di Amy, 
non ho niente contro quella ragazza sia chiaro eh!
Come vedete in questa storia Louis è singleeee! (Mel, ti ricorda qualche conversazione? ahahha).
Niall è gelosetto, piccolo biondino mio!
Lo adoro non ci posso fare niente, voglio anche io la sua felpa.
Aspetto le vostre recensioni, spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Come sempre mi trovate su Facebook e su Twitter (@Sere_VR46).
Comunque, il mio ragazzo mi ha regalato il dvd di This Is Us *-*
E’ bellissimo, sono troppo felice!
Alla prossima, Serena.

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Capitolo 7
*** Capitolo sette ***


             .The maid.
                                   Capitolo 7




                                                



Louis William Tomlinson è il ragazzo più ritardatario del pianeta.
Da venti minuti sono sul campetto da calcio ad allenarmi, ho provato ad aspettarlo fuori ma il freddo inizia 
a farsi sentire, così mi sono cambiata e sono entrata nello stadio.
Ieri ci siamo messi d’accordo per incontrarci questa mattina e giocare un po' insieme, anche se effettivamente 
lui aveva già prenotato il campo senza sapere una mia risposta!
Stasera invece ci sarà la famosa premier, non sento Niall dall’ultima volta che sono stata a casa sua, niente messaggi, 
niente chiamate, niente di niente.
Sbuffo tirando un calcio al pallone, cosa mi meraviglio a fare? Non siamo niente, perchè avrebbe dovuto chiamarmi?
Prendo una rincorsa e tiro potentemente facendo finire il pallone nella rete, faccio una piccola corsetta per riprenderlo 
e ripeto la stessa cosa una decina di volte.
“Ehi, tira piano! La buchi la rete così!” sento dire dietro di me.
Mi giro trovando Louis corrermi incontro con una tuta grigia, la maglia rossa e il cappellino in testa.
Vorrei prenderlo in giro per il ritardo, ma mi sento leggermente in soggezione, così mi limito a dire un ciao e sorridere 
alla sua battuta.
“Non sei arrabbiata per il ritardo?” mi chiede.
“Figurati, avrai avuto da fare!” dico scrollando le spalle.
Lui sbuffa spazientito e io sgrano gli occhi, che succede?
“Stanno arrivando anche gli altri comunque” dice con tono spento.
“Ho detto qualcosa di sbagliato?” chiedo sconvolta dal suo cambiamento d’umore.
“Avrei preferito ricevere insulti, sono un ragazzo normale e ho fatto tardi!” dice con un mezzo sorriso.
“Oh, scusa?” dico imbarazzata.
Lui scuote la testa e ruba il pallone da sotto il mio piede e va a segnare.
Una risata risuona all’entrata del campo, mi giro di scatto, lo riconoscerei in mezzo a un mare di persone, un sorriso 
nasce spontaneo sul mio viso mentre vedo Niall attraversare il campo per raggiungerci seguito da Liam e Harry.
“Ciao!” urla quest’ultimo in italiano correndo verso me e Louis.
“Ciao Harry” dico sorridendo.
Reprimo un sorrisino da adolescente in piena crisi ormonale quando Niall e Liam si girano a sorridermi 
contemporaneamente.
Ti prego Dio aiutami tu, non avevo previsto di stare nello stesso campo con quattro quinti dei One Direction, 
come faccio a non sclerare?
Devo avere un po' di contegno!
“Ciao ragazzi” saluto imbarazzata.
Ci dovevo pensare prima di accettare di giocare con loro, non riuscirò a muovere un solo piede con loro accanto.
I ragazzi si scambiano qualche chiacchiera tra loro, vorrei entrare nella conversazione, salutare Niall, dire qualcosa, 
ma rimango in silenzio nel mio spazio, imbarazzata.
“Scusaci per il ritardo!” dice Liam.
“Fa niente, già si è scusato Louis!” dico sorridendo.
“Ha fatto un quarto del suo dovere visto che la colpa è tutta sua!” dice Harry.
Louis lo guarda accigliato prima di sorridere e scrollare le spalle.
“Immaginavo dipendesse da lui!” dico facendo girare Louis di scatto.
Mi sorride dolcemente prima di tornare a ridere come un bambino, sorrido di rimando felice, mentre Liam spazientito 
gli ruba il pallone e iniziano una lotta verso la porta.
Harry li segue urlando per il campo, sembrano tre ragazzini qualunque, mi fermo a guardarli sorridendo senza 
accorgermi dello spostamento di Niall dietro di me.
“Ciao nanerottola” mi sussurra all’ orecchio.
I brividi che la sua voce mi regala non riesco nemmeno a spiegarli, sento una scossa attraversarmi la spina dorsale 
e deglutisco a fatica.
“Ciao” dico sorridendo.
Mi giro vero di lui e mi scontro con i suoi occhi, ha tirato sui capelli gli occhiali da sole e ora mi fissa divertito.
E’ più bello del solito oggi, ha una felpa bianca e un pantalone della tuta grigio, che lascia poco all’ immaginazione.
“Forza, venite a giocare!” ci chiama Harry.
“Arriviamo!” urlo.
“Forza, chi prima arriva?” dice sorridendo e scattando in avanti.
“Non vale” dico correndo, cerco di metterci tutta la forza che posso ma arriva comunque prima lui.
Ridono tutti e quattro insieme e io sbuffo rubando poi la palla dai piedi di Harry, ci mettono qualche secondo per 
rendersi conto di cosa ho fatto e smettono di ridere per placcarmi, riesco a superare facilmente Harry e dopo aver 
fatto una finta punto dritta alla porta, tra i pali Liam si prepara per fermarmi.
“Passa!” urla Louis dall’ altro lato del campo mentre vedo Niall venirmi incontro.
Aspetto che si avvicini ancora un po' e poi crosso la palla in direzione di Louis.
“Woooh!” urla correndo verso la porta, sorrido divertita a Niall e salgo in area di rigore mentre Louis calcia forte e segna.
“Siiii!” urlo e lui viene ad abbracciarmi, sorrido divertita complimentandomi con lui mentre Liam sbuffa e urla contro Harry.
“Ma io non so giocare, lo sai!” si giustifica quest’ultimo, Niall arriva a dividerli prendendo poi il posto di Liam tra i pali.
“Ma siamo dispari, non possiamo giocare così!” dico palleggiando con il pallone.
“Tiriamo qualche rigore dai!” dice Louis entusiasta e noi annuiamo.
Inizia lui a calciare contro Niall, il biondo riesce a parare e Louis sbuffa mentre va tra i pali e si prepara a parare il rigore 
di Liam.
Lo guardo divertita mentre fa facce buffe per distrarre Liam dalla sua concentrazione, ma la risata mi muore in gola 
quando una mano si poggia delicatamente sul mio fianco.
Sento le guance andare a fuoco mentre vengo tirata indietro e mi scontro con il corpo caldo di Niall. 
“Ti sono mancato?” mi chiede in modo che solo io possa sentirlo, ma gli occhi dei suoi amici sono comunque su di noi.
Sento le guance andare a fuoco e chiudo gli occhi, Harry mi viene in aiuto richiamando Liam e Louis per tirare il suo 
calcio di rigore.
Lo ringrazio mentalmente mentre Niall sorride al mio fianco, mi stringe ancora di più e mi richiede ancora.
“Allora, ti sono mancato?”
Incapace di parlare mi limito a rispondergli di si, lo sento ridere e poi sento le sue labbra poggiarsi delicatamente sulla 
mia guancia.
Non credevo di riuscire a prendere fuoco così tante volte in un giorno eppure mi ritrovo a sentire più caldo della volta 
in cui sono stata in gita con la scuola vicino l’Etna.
“Tocca a noi” dice sorridendo.
Mi prende per mano e mi lascia accanto al pallone posizionato sul dischetto, lui prende i guantoni da Liam e li infila 
sorridendo, lo osservo raggiungere la porta, guardo ogni movimento del suo corpo incantata, si gira e mi sorride.
Dannazione, come si tira un calcio di rigore?
Cerco di riprendere le redini del mio corpo, reprimendo in un angolo la voglia di toccare Niall, così abbasso la testa, 
mi concentro due minuti e sorridendo alzo gli occhi.
Alza un sopracciglio sorpreso dal mio sguardo di sfida e poi sorride.
“Uuh” sento dire da Liam.
Continuo a guardare Niall mentre prendo una piccola rincorsa, mi fermo poco prima di tirare il pallone, in modo da 
distrarre Niall e cambiare traiettoria, così mando la palla in rete sul latro destro mentre lui si butta dall’altro lato.
Sorrido mordendomi un labbro, Louis esulta e mi abbraccia mentre Harry prende in giro Niall.
“E’ stata solo fortuna” dice ridendo.
“Dolcezzaaaa?” sentiamo urlare, mi giro riconoscendo la voce di Will.
“Williaaaam, che diavolo ci fai qui?” dico sorridendo mentre ci raggiunge e mi abbraccia davanti alle facce confuse 
dei ragazzi e a quella scocciata di Niall, non posso trattenere un piccolo sorriso di soddisfazione.
“Sono venuto a trovarti, non sapevo fossi in compagnia, ti alleni sempre sola quando non sei in squadra!” bugiardo, 
sapeva benissimo con chi ero.
Lo guardo ridendo mentre lui mi regala uno dei suoi sorrisi furbetti.
“Bè, vi presento, loro sono Liam, Louis, Harry e... Niall” dico soffermandomi sull’ultimo nome.
“Ragazzi, lui è Will, un mio amico e compagno di università!” dico sorridendo.
Si stringono la mano, sorridenti, mentre vedo William soffermarsi sulla mano di Niall e sorridere.
Vorrei ammazzarlo di botte quando fa così, torna al mio fianco e passa una mano intorno alle mie spalle.
L’atmosfera di prima si è smorzata, è diventata più fredda e posso vedere gli sguardi dei ragazzi rivolti a Niall, 
perchè poi?
“Stasera ci vediamo?” chiede sorridendo.
La sua domanda mi coglie di sorpresa e fatico a formulare una risposta, ma Louis mi anticipa.
“In realtà stasera esce con me!” dice ridendo.
Vedo l’espressione di stupore formarsi sulla faccia di Will mentre Niall sbianca.
“C-cosa?” chiedo.
“Alla premier!” dice Louis sorridendo.
“Ma...” provo a dire.
“Niente ma, tu vieni con me stasera!” dice.
“Oddio potrei svenire!” dice Will.
Lo guardo e so che non sta scherzando, ovviamente gli ho raccontato dell’invito per vedere Class of 92 e della presenza 
di Beckham.
“Will, respira!” dico allarmata.
“Si, respiro... No, aspetta, vedrai Beckham, non posso respirare, come faccio?” dice scatenando le risate di tutti.
“Dio Will, non vado alla premier, tranquillo” dico.
“Si che vieni, ho detto che ci sarai anche tu!” dice Louis ridendo.
Mi giro sconvolta verso di lui, ma possibile che fa sempre i conti senza l’oste?
“Cosa?” dico sconvolta.
“Dai, non ti arrabbiare! Dai!” dice sorridendo.
“Louis, ti avevo detto di no però!”
“Se vuoi vengo io!” dice Will ridendo come una ragazzina.
“William, smettila!” dico ridendo.
“Il mio ragazzo non è geloso!” dice Will.
Io rido delle espressioni dei ragazzi, non avevano capito il suo orientamento sessuale evidentemente.
William mi guarda impaurito, forse ha paura della reazione degli altri e conosco la sua fragilità, è stato preso in giro per 
troppo tempo.
“C’è qualche problema?" chiedo sulla difensiva.
I ragazzi si guardano, poi tutti scuotono la testa.
“Assolutamente no! Anzi, mi sei anche più simpatico” dice Niall sorridendo.
“Oh... Tu... Pensavi fossi il suo ragazzo?” chiede Will ritrovando il sorriso.
Niall arrossisce, allora pensava veramente che io e Will, sorrido felice della sua gelosia e ridacchio guardando Louis.
La tensione si scioglie e torniamo a sorridere tutti insieme.
“Allora, l’avete stracciata un po'?” chiede Will verso i ragazzi.
“In realtà stavo battendo Niall ai calci di rigore” dico ridendo.
“Ma cosa stai dicendo?” dice lui “Voglio la rivincita” risponde.
Si riposiziona in porta e io faccio spostare i ragazzi, so che si aspetta la stessa cosa di prima, così questa volta lo spiazzo 
all’incrocio dei pali.
Lo vedo rialzarsi e pulirsi le ginocchia dall’erbetta del campo, mi guarda due secondi prima di scattare in avanti, 
urlo girandomi e correndo dall’altro lato del campo.
“Ti prenderò nanerottola” mi urla scatenando le risate degli altri.
“Mai!” urlo ma lo sento sempre più vicino, devio verso gli spogliatoi femminili sperando che questo lo fermi, ma non 
è così, in fondo non c’è nessuno.
“Sei in trappola” dice raggiungendomi.
Ha il fiato corto proprio come me, ci fissiamo per qualche minuto riprendendo piano piano un ritmo regolare, i suoi 
occhi azzurri sono più brillanti del solito, rimango immobile mentre la sua mano mi accarezza delicatamente una 
guancia.
“Non andare con Louis stasera, ti prego!” mi chiede teneramente.
Sgrano gli occhi sorpresa dalla sua richiesta, perchè ci tiene tanto che io non vada a quella premier?
“Perchè?” chiedo.
Lui mi fissa, poi il suo viso cambia espressione, si allontana da me e sento il mio corpo raffreddarsi piano, piano.
“Hai ragione, non sono nessuno per dirti con chi andare e dove andare!” dice freddo.
“Niall...?” lo chiamo mentre lui si allontana e lo vedo sparire dietro la porta.
Mi prendo qualche minuto per riprendermi, cos’è successo?
Mi siedo sulla panca e prendo qualche respiro, mi dirigo verso il lavandino e mi bagno il viso, fatemi portare il tempo 
indietro, voglio baciarlo.
Chiudo gli occhi mentre sento ancora le sue dita sulla guancia, lo stomaco si chiude e il battito del cuore accelera al 
solo pensiero.
Faccio qualche altro respiro e mi decido a stamparmi in faccia un bel sorriso ed esco fuori.
Vedo i ragazzi giocare, Niall sembra lo stesso di prima, anche se quando incrocio i suoi occhi mi sembra più duro.
Mi siedo imbarazzata a terra, mentre li guardo giocare, un leggero venticello mi colpisce in viso e mi rannicchio per 
sentire meno freddo.
Vorrei andare a quella premier per vivere un sogno, ma non voglio litigare con Niall, fin’ora ho fatto tesoro di tutti 
i nostri momenti insieme e sto bene.
Non voglio rovinare tutto, anche se non stiamo insieme, non voglio tradirlo.
“Non devi prepararti per questa sera?” sento la voce di Harry.
Alzo gli occhi e lo trovo in piedi davanti a me, faccio spallucce abbassando ancora lo sguardo, lo sento posizionarsi 
al mio fianco e restare in silenzio.
“Non vai a giocare?” chiedo.
“Ero di troppo, poi mi sembri triste!” dice sorridendo.
“E quindi?” chiedo un pò dura.
“Niall mi ha detto che sei una nostra fan, le nostre fan devono ridere, sempre!” dice facendo comparire sul suo volto 
le fossette adorabili.
Mi sfugge un sorriso e scuoto la testa per poi guardarlo negli occhi.
“Grazie” sussurro.
“Sei stata ad un nostro concerto?” mi chiede e lo ringrazio per non aver preso il discorso Niall.
“In realtà ho preso il biglietto per il prossimo anno, sarà il primo!” dico sorridendo.
“Uh, brava, sarà un grande spettacolo!” dice ridendo.
“Non ho dubbi!” dico sorridendo.
“L’hai preso per Londra?” mi chiede e io annuisco.
“Si, ormai vivo qui praticamente!” rido.
“Ti sei trasferita dall’Italia, giusto?” mi chiede ancora.
“Niall vi ha raccontato tutto, praticamente!” rido.
“Mmh, parla spesso di te” dice tranquillamente e io sento il cuore balzarmi in petto.
Sorrido d’istinto e lui ricambia, poi torniamo a fissare i ragazzi giocare.
“Non credo riuscirai a dire di no a Louis, quando si mette in testa qualcosa è difficile che non riesca 
a realizzarla!” dice guardando il suo amico.
“Non capisco perchè ci tiene così tanto!” dico sinceramente.
“Mmh, Louis è particolare!” dice ridendo.
I ragazzi ci raggiungono poco dopo e Will mi tende una mano per aiutarmi ad alzare, l’afferro tirandomi su e mi pulisco 
i pantaloncini.
“Ti accompagno a comprare qualcosa per stasera?” chiede Louis.
“Lou, sul serio, non mi sembra il caso! Non mi va di venire!” dico sincera.
“Come no? Vieni? Ti prego!” dice iniziando a girarmi intorno, incrocio lo sguardo di Niall, mi guarda attento, io seguo 
il suo sguardo mentre Louis continua a stressarmi.
“Scusa Lou, io...” dico ma mi blocco.
Non posso andare con Louis, non se sono innamorata di Niall.
“Ma io vado solo!” si lamenta.
Sto per replicare quando l’accento irlandese di Niall risuona nelle mie orecchie.
“Vai con Amy” 
Sgrano gli occhi, seguita dai suoi migliori amici, Will mi guarda sorridendo, aspetto la reazione di Louis e sposto 
lo sguardo da lui a Niall.
“Con Amy?” 
“Si, tanto la conosci no? Serena viene con me!” dice prima di sorridermi.
“Io...” cerco di dire ma non trovo le parole, ho solo il cuore che mi esplode in petto e degli omini in festa nel cervello.
Me, vuole portare me?
“Va bene!” dice Louis ridendo “Ce ne hai messo di tempo per invitarla eh!” dice battendo una mano sulla spalla di Niall.
Lui lo guarda sconvolto e credo di avere la sua stessa faccia, mentre Liam ed Harry ridacchiano tra loro.
“Te l’ho detto, quando Lou vuole qualcosa, la ottiene sempre!” dice Harry sorridendo.
“Tu.. Hai... Non volevi...” dice Niall.
“Certo Niall, ho capito tutto amico!” ride Liam.
“Voi lo sapevate?” dice arrossendo mentre incrocia il mio sguardo.
“Ovvio, io non faccio mai niente senza i miei aiutanti!” dice Louis.
Io abbasso lo sguardo e sento le guance bruciare, mi sento così in imbarazzo a sentirli parlare di me.
Niall scuote la testa ma non risponde, così finiamo la conversazione lì e andiamo a cambiarci, torno nello spogliatoio 
di prima seguita da Will, mentre i ragazzi vanno in quello maschile.
Chiudo la porta e fisso il mio amico per poi saltargli addosso e reprimere un urlo, lui ride divertito con me mentre mi 
fa girare in aria.
“E’ gelosetto eh?” mi dice prendendo in giro Niall.
“Quanto mi piace!” dico ridendo.
“Gli hai detto che sei tornata single?” chiede.
“In realtà no, ma penso l’abbia capito!” rispondo mentre prendo i vestiti di ricambio.
“Mmmh, è sempre un uomo, non capiscono l’ovvio” dice.
“Will, anche tu sei un uomo” ridacchio.
“Un uomo gay però!” dice entrando nella doccia.
Ridendo sposto la tenda della doccia accanto e lavo via tutto il sudore e mi rinfresco, sorrido ripensando a tutto 
e l’idea di aver Niall nudo a qualche metro di distanza mi rende nervosa e stranamente accaldata.
Sento Will uscire, io continuo a rilassarmi fino a quando lo sento lasciare lo spogliatoio, allora chiudo l’acqua 
e mi avvolgo nell’ asciugamano uscendo dal box doccia.
Strizzo i miei capelli e li lego con un elastico per rivestirmi, ovviamente ci metterò una vita ad asciugarli.
Infilo i jeans stretti e un maglioncino blu scuro sopra, tiro fuori le scarpe dal borsone e dopo essermi sistemata 
do una spazzolata ai miei capelli.
Cerco di asciugarmi il più possibile con il phon dello spogliatoio, che fa più rumore che caldo!
Immersa nei miei pensieri non sento la porta aprirsi, così sobbalzo quando vedo Niall poggiato al muro a fissarmi.
“Mi hai fatto spaventare!” dico guardandolo.
“Sai che sono silenzioso!” sorride.
Annuisco e aspetto che parli di qualcosa, vorrei chiedergli tante cose ma sono troppo imbarazzata.
Vedo lui mangiucchiarsi le unghie, segno della sua insicurezza, mi faccio coraggio e sorrido.
“Allora cosa devo indossare?” chiedo con il viso in fiamme.
“Posso accompagnarti a prendere un vestito se non hai uno a casa da cerimonia” dice sorridendo.
“Mmh, ne ho qualcuno, non so se vanno bene però!” dico sincera.
“P-posso sempre vederli, tanto io so cosa indosserò!” mi dice timoroso.
“V-va bene, allora possiamo andare a casa mia” dico sorridendo.
Lui annuisce mentre io sistemo la mia borsa, poi da perfetto gentiluomo la prende lui e se la mette in spalla.
“Grazie” dico arrossendo.
Lui sorride seguendomi fuori, gli altri sono già lì a scambiare quattro chiacchiere, ci sorridono e io ricambio arrossendo 
ancora.
Santa miseria sarò un peperone!
“Io, la accompagno a casa, ci vediamo stasera!” dice Niall.
“Oh, certo, ci vediamo lì!” dice Liam.
Louis mi sorride prima di chiedere a Niall dove andare a prendere Amy e il suo numero di telefono. 
Niall segna tutto sul suo cellulare e poi glielo passa.
“Buona serata” mi dice Will abbracciandomi.
“Dopo voglio sapere ogni santissimo particolare” dice a bassa voce.
Sorrido annuendo e gli schiocco un bacio sulla guancia.
Seguo Niall verso la sua auto, la mia devo andarla a prendere domani finalmente, mi accomodo dalla parte del 
passeggero mentre lui sistema il borsone nel portabagagli, mi guardo intorno riconoscendo l’odore famigliare dei vestiti 
di Niall, prenderei residenza in questa auto.
“Tutto ok?” mi chiede salendo e sorridendo.
“Si!” dico mettendomi comoda sul sedile.
Lui sorride ancora mettendo in moto, gli do l’indirizzo del mio appartamento e lui lo inserisce nel navigatore 
e ci immettiamo nelle strade Londinesi.
“Come si svolgerà la serata?” chiedo emozionata.
“Dobbiamo essere lì verso le otto, il film inizierà per le nove, ma il tempo delle foto, delle interviste e tutte queste 
cose qui, meglio anticipare!” dice fissando la strada.
Deglutisco pensando a quello che ha detto e mi assale il panico.
“Io... Non credo di sentirmi pronta per una cosa simile, cioè... Cosa risponderò? 
Non sono nemmeno la tua ragazza!” dico in preda all’ansia.
“Stai tranquilla, se vuoi puoi entrare dal retro, credo che neanche Gemma entrerà con Harry” dice serio.
“Si, credo che sarà meglio!” dico cominciando a rilassarmi.
Il resto del viaggio lo passiamo in silenzio, interrotto solo dalle mie piccole indicazioni su dove trovare un parcheggio 
più vicino.
Spero vivamente che Jess non sia in casa, non sopporterei domande da parte sua, entriamo in ascensore e lo sento 
silenzioso al mio fianco, mi mordo il labbro imbarazzata quando mi sento strattonare e finisco con il viso sul suo petto.
Rimango congelata sul posto prima di sentire il suo respiro caldo sul mio collo, cerco di riprendermi e intreccio le mie 
mani dietro alla sua schiena.
“Sono felice che vieni con me!” dice serio.
“Pensavo tu volessi andare con Amy” dico.
La punta di gelosia nella mia voce non sfugge a nessuno dei due, non posso farci niente, quella ragazza non la conosco 
ma il solo fatto di avere un posto importante nella vita di Niall mi spinge a non sopportarla per il momento.
Cos’è lei per Niall?
“E’ solo un’amica” sembra leggermi nel pensiero e rispondere al mio dubbio.
“Anche io sono una tua amica?” chiedo e non so dove trovo il coraggio di farlo.
Arriviamo al mio piano, abbasso lo sguardo, esco e cerco le chiavi nella borsa, lo sento guardarmi, scrutarmi 
attentamente e mi sento in imbarazzo ancora di più.
Apro la porta lasciandolo entrare.
“Jess?” chiamo ma la casa resta in silenzio, che fine ha fatto quella ragazza?
Appendo la giacca all’entrata mentre Niall si guarda intorno.
“Puoi darmi la giacca la metto qui” dico e lui sorride sfilandosela.
“Hai una bella casa per essere una studentessa!” dice sorridendo.
“Oh bè, sono stata fortunata, è vero! Ehm, ti va qualcosa?” chiedo aprendo il frigo.
“Cos’hai?” mi chiede.
Butto uno sguardo e tiro fuori una birra di Jess, gliela ricomprerò la prossima volta.
La apro e gli passo la lattina mentre io mi riempio un bicchiere d’acqua fresca.
Lo guardo sorseggiare la birra, vorrei davvero sapere la risposta alla domanda di prima, lui sorride poggiando la lattina 
sul tavolo e io la butto via.
“Vieni ti faccio vedere i vestiti!” dico spostandomi verso la mia stanza, apro la porta realizzando solo in quel momento 
di avere i poster di Niall che suona la chitarra.
Lui sembra accorgersene con un attimo di ritardo, ma poi un sorriso gigante si apre sul suo viso e il mio cuore si gonfia 
di gioia.
“Mmh, quello sono io!” dice ridendo prima di sedersi sul letto.
“Sembra di si!” dico aprendo l’armadio.
“Sono tutte con la chitarra” dice guardandole ancora.
“Si” dico e per fortuna sono girata e non può guardare il mio viso in fiamme.
Lo sento sorridere e alzarsi, lo vedo avvicinarsi e chiudo gli occhi quando la sua mano mi sposta indietro una ciocca
di capelli.
“Come mai sono tutte foto mie con la chitarra?” mi chiede abbassando la voce.
Non cadere Serena, resisti, ce la puoi fare.
“Mi piace quando suoni” dico in sussurro.
“Davvero?” chiede spostando la mano ad accarezzarmi il collo e io mi lascio sfuggire un gemito d’approvazione. 
Lui sorride.
“Per risponderti a prima” dice soffiando nel mio orecchio.
“Non ho voglia di baciare Amy ma ho voglia di baciare te” dice facendomi sobbalzare.
Mi giro con gli occhi spalancati e lo fisso incredula negli occhi, sto per dire qualcosa ma la voce della mia coinquilina 
ci fa tornare al mondo reale.
“Sere?” urla aprendo la porta della mia stanza.
La guardo con gli occhi spalancati e lei si ferma imbarazzata guardando Niall.
“Jess, quante volte ti ho detto di bussare?” dico nervosa.
“Io... Io, mi dispiace!” dice mortificata.
“Torno subito” dico a Niall e lui annuisce.
Faccio cenno a Jess di uscire dalla stanza e mi chiudo la porta dietro, la fulmino con lo sguardo mentre raggiungiamo 
il salottino.
“Perchè Niall Horan è in camera tua?” chiede a bassa voce ma si vede che è sconvolta.
“Lo conosci?” chiedo sorpresa.
“Oh dannazione, chi non conosce lui e i suoi quattro amichetti!” dice incredula.
“Lo so ma pensavo tu non li conoscessi...” ammetto.
“Li conosco e ho anche un debole per Zayn” dice sospirando.
“Perchè non me l’hai mai detto?” chiedo.
“Tu perchè non hai detto che lo conoscevi?” ribatte.
“Va bene, siamo pari! Diciamo che non ci siamo viste ultimamente!”
“Appunto, non ci sei mai!” dice lei.
“Nemmeno te e comunque bussa la prossima volta!” dico incrociando le braccia.
Mi sconvolge sapere che a lei piacciono i One Direction, magari questa cosa potrà unirci di più.
“Ok, ok... Ma tu non eri fidanzata?” chiede.
“Ci siamo lasciati! Storia lunga” dico scrollando le spalle.
“Se ti va poi mi racconti, ora torna dal bel biondino!” dice lei entusiasta.
“Va bene, io stasera esco comunque!” le faccio sapere prima di tornare verso la mia stanza.
Apro la porta e trovo Niall a fissare le mie foto appese al muro, rigira tra le mani una penna sorridendo e io lo guardo 
assorto nei suoi pensieri, chiudo la porta e lui si gira guardandomi.
“Tutto ok?” mi chiede.
“Si” dico arrossendo.
Mi avvicino all’armadio e tiro fuori i miei vestiti più belli, li poggio sul letto e mi metto a fissarli.
“Indossa questo dorato” dice Niall indicando un vestito lungo fino al ginocchio, con una fascia a sorreggermi il seno.
“Sei sicuro che vada bene?” chiedo incerta.
“Andrà benissimo” dice carezzandomi i capelli.
Chiudo gli occhi beandomi delle sue carezze, resterei per ore a farmi coccolare ma è tardi.
“Prepara la borsa con il necessario, ci prepariamo a casa mia e andiamo ok?” mi dice sorridendo.
Annuisco prendendo una borsa abbastanza grande e ci infilo il vestito, le scarpe, trucchi e spolverino.
“Sei veloce a prepararti?” mi chiede.
“Mmh, abbastanza” dico sorridendo.
“Tanto non hai bisogno di chissà cosa per essere bella!” mi dice tranquillo.
“G-grazie” dico cercando di far calmare il battito del mio cuore.


_____________________________________
Oh mamma.
Ecco qui il nuovo capitolo, ovviamente il prossimo descriverà la premier del film,
Spero che vi sia piaciuto e spero di avervi fatto arrivare le stesse sensazione che ho provato io scrivendo!
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Colgo l’occasione per augurarvi un felice 2014, non credo di postare prima del nuovo anno!
Volevo ringraziarvi per quello che avete fatto per me in questi mesi, GRAZIE!
Vi ricordo infine che ho postato una OS del CIELO D’IRLANDA:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2353956&i=1
Potete contattarmi qui: https://twitter.com/Sere_VR46
Grazie a tutti e ancora BUON 2014.
Sere.

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Capitolo 8
*** Capitolo otto ***


.The Maid.

Capitolo 8


 

 

 

 

 

 

Pov di Niall

I riflettori sono puntati verso di noi, ma non ho tempo di restare qui fuori, voglio entrare dentro e trovare Serena.

I giornalisti ci fanno domande ma noi sorridiamo soltanto, a volte tutto questo via vai mi innervosisce, tutti si aspettano qualche mossa sbagliata da parte nostra, nessuno capisce che siamo solo ragazzi di vent'anni e quello che ci piace fare è cantare.

Paul ci fa segno di fermarci a salutare le fan, Liam sussurra a Sophia di aspettarlo dentro così lei si dirige all'interno mentre io, Harry, Liam e Louis firmiamo autografi e facciamo foto.

Le altre ragazze ci aspettano dentro, non sono sicuro di voler vedere Amy, sicuramente sarà arrabbiata con me e non ho la forza di sopportare i suoi monologhi.

I flash mi accecano, sembro sotto effetto di stupefacenti quando attraverso la porta del cinema.

Mi strofino gli occhi e sbuffo seguendo Harry nella folla, mi affianco al mio miglior amico e cerco nella sala Serena.

Il vestito dorato le dona una luce diversa, sembra ancora più bella degli altri giorni, sorride mentre parla con Gemma e sento smuoversi qualcosa dentro quando si sposta una ciocca di capelli dal viso mentre ride.

Gemma ci nota subito e ci sorride mentre Sere si gira verso di noi, il sorriso sul suo volto si fa sempre più grande, le labbra rosse scoprono i denti bianchi e leggermente appuntiti, potrebbe fare la parte di un vampiro in un film.

“Signore” dice Harry ridendo.

“Ciao Harry” lo saluta timidamente mentre Gemma tira una pacca affettuosa sulla spalla del fratello.

“Horan!”

“Ciao Gem” la saluto con un bacio sulla guancia prima di passare il braccio intorno alla vita di Serena.

“Tutto bene?” le chiedo mentre ci facciamo spazio e raggiungiamo i nostri posti in sala.

“Si, c'è tantissima gente famosa, non sono abituata” dice sorridendo.

“Se hai voglia di conoscere qualcuno dimmelo eh!” le dico dolcemente.

Lei annuisce e noto le sue guance colorarsi di rosso, sorrido stringendola ancora più al mio fianco.

Seguiamo Harry e Gemma e ci sediamo accanto agli altri ragazzi, incrocio due secondi lo sguardo di Amy e lei si gira dall'altro lato, per fortuna le luci si abbassano e la pellicola parte sul grande schermo.

Mi rilasso immediatamente sulla poltroncina, cerco di non sgualcire la giacca del vestito ma non mi riesce del tutto.

Sposto lo sguardo alla mia destra e vedo Sere parlottare con Louis al suo fianco, mi agito e mi muovo nervosamente sul mio posto, perchè deve ronzarle accanto?

Gli occhi vispi di Louis brillano nel buio e lo vedo sorridere verso di lei, che di risposta le regala uno sguardo dolcissimo.

Regalalo anche a me, guarda anche me così dolcemente, ti prego!

Senza pensarci la mia mano si sposta verso la sua gamba, la sento trattenere un secondo il fiato, si gira verso di me ma fingo di guardare il film, sento i suoi occhi addosso e anche se è buio la immagino arrossire violentemente.

Un sorriso mi nasce spontaneo quando sento la sua mano coprire la mia, ancora salda sulla sua gamba. Mi rilasso immediatamente sotto il suo tocco e sento il battito del cuore accelerare, che mi sta succedendo?


 

Pov di Sere

Le nostre mani sono ancora immobili, ho quasi paura di sfiorarlo ancora, ho paura di spezzare questa bolla in cui siamo entrati, ma a farla scoppiare ci pensano le luci del cinema, il film volge al termine, la sala esplode in applauso e noi non possiamo far altro che separarci.

Applaudo con poco entusiasmo, a dire il vero del film ho visto ben poco, ero troppo occupata a guardare le nostre mani unite.

Un brivido di freddo mi percorre la schiena quando vengono aperte le porte per uscire, Louis mi sorride appoggiandomi la giacca sulle spalle, lo ringrazio arrossendo mentre usciamo dalla nostra fila, Amy mi guarda insistentemente ma so che non sta aspettando me, mi giro verso Niall ma lei lo prende sotto braccio, incrocio lo sguardo del biondo un solo istante ma lei interviene ancora.

“Te lo ridò subito, devo parlare un secondo con il mio miglior amico” dice.

Stronza, penso.

Louis mi fa cenno di andargli vicino e io lo seguo senza proferire parola, stringo il manico della borsa senza voltarmi, sento la rabbia ribollirmi dentro, ma cosa vuole quella stronza?

“Va tutto bene?” mi chiede Louis.

Alzo lo sguardo fulminandolo con lo sguardo, lui scuote la testa divertito.

“Lo prendo come un no” ride.

Mi lascio sfuggire un sorrisino e decido di godermi la serata, non me la farò rovinare da una ragazzina gelosa.

Raggiungiamo l'hotel in cui si svolgerà il party e i ragazzi si fermano a fare altre foto e a scambiare quattro chiacchiere con alcuni amici, io mi faccio da parte e Gemma mi raggiunge incatenando il braccio nel mio.

“Quella Amy mi sta antipatica” esordisce al mio fianco.

Mi giro a guardarla e lei scoppia a ridere, devo avere un'espressione tra il buffo e l'incazzato.

“Non me ne parlare, ma si può sapere cosa vuole?” sbuffo.

Lei scrolla le spalle e afferra due bicchieri di spumante dal vassoio del cameriere, lo ringrazia e me ne porge uno.

“Bevici su” dice sorridendo mentre io afferro il bicchiere.

Cerco nella folla il ciuffo biondo di Niall ma con scarso risultato, bassa come sono non troverei nemmeno un nano. Scolo il liquido all'interno del bicchiere e il bruciore alla gola mi fa rabbrividire.

Qualche minuto dopo Gemma mi sta trascinando verso il tavolo, ovviamente saremo tutti insieme, l'idea di affrontare la cena con Amy non mi entusiasma per niente, con lei non voglio condividere proprio niente e per niente intendo tutto quello che riguarda Niall.

Louis mi sorride raggiante mentre si accomoda nel posto a lui assegnato, esattamente nella parte opposta alla mia, al suo fianco la sua accompagnatrice e Liam.

“Niall sta arrivando” dice Amy sorridendo sarcastica verso di me.

La gelosia mi invade il corpo, perchè lei sa dov'è e io no?

Cos'ha fatto a fare quella scenata al campo oggi Niall, se poi non mi considera nemmeno!

Abbasso la testa e sistemo il tovagliolo di stoffa sulle gambe, il tempo di rialzare il viso che sento la sedia alla mia destra muoversi, poi il sorriso raggiante di Niall.

“Scusate, ho incontrato delle persone” dice rivolto più a me che agli altri.

Amy ridacchia dall'altro lato e reprimo l'istinto di lanciarle addosso un bicchiere pieno di vino rosso e macchiarle tutto il vestito.

Come sei cattiva.

Sta zitta coscienza, io non sono cattiva, è lei che fa la stronza.

Zittisco la mia vocina interiore e ringrazio il cameriere mentre mi serve l'antipasto, evito di guardare Niall, non posso fare l'arrabbiata ma ci sono rimasta male per il suo comportamento.

Inizio a mangiare ma un oliva mi va quasi di traverso, ancora una volta la mano di Niall si poggia sulla mia gamba, ma questa volta scosta la stoffa del vestito per accarezzarmi sulle calze, trattengo il respiro mentre disegna oggetti immaginari, mi giro verso di lui ma parla tranquillamente con gli altri.

“Stai bene Sere? Sei tutta rossa!” dice Gemma.

Niall si gira verso di me e sorride muovendo lentamente la mano verso l'alto.

“S-si, sto bene” dico con un po' troppa enfasi facendo ridere il biondo.

Infilo una mano sotto il tavolo e gli lascio un pizzicotto sul dorso della mano e lo sento soffocare un “Ahi” camuffato da un colpetto di tosse.

Sorrido soddisfatta, se Amy vuole fare la guerra, io preparo le munizioni.

Per tutta risposta lei mette in mostra parte del suo davanzale, prima di alzarsi e chiedere ad Harry di farla sedere un secondo vicino a Niall.

“Ho bisogno di dirgli una cosa!” dice con fare da oca.

Respiro forse un po' troppo rumorosamente e tutti si girano verso di me, faccio spallucce e scolo il bicchiere di vino bianco.

Mastico nervosamente un calamaro e cerco di sentire qualche pezzo di conversazione, ma lei parla troppo piano, riesco a capire solo brevi parole, cerco di allungarmi verso Niall ma ottengo solo una figuraccia, perdo l'equilibrio e cado addosso a Niall.

“Caz... caspiterina!” dico ricomponendomi sulla sedia.

“Stai bene?” chiede Niall mentre la sua amichetta ride.

Cavolo ridi? Con tutti i problemi che hai? Sbuffo e mi risistemo sulla sedia.

Le mando uno sguardo di sfida e lei fa una smorfia prima di alzarsi e dirigersi verso il bagno.

Sospiro soddisfatta e guardo Niall, stringe leggermente la presa sulla coscia e mi sorride.

“Che c'è?” chiedo.

“Non la sopporti eh?” chiede.

“Veramente è lei che non vuole vedere me!” ribatto piccata.

“E' una mia amica si preoccupa solo per me!”

“Certo, quella vuole portarti a letto!” dico scocciata.

Lui ride e io lo guardo alzando un sopracciglio, dovrei ancora essere stizzita con lui per avermi abbandonata prima ma non ci riesco proprio, non si può tenere il muso a Niall Horan.

“Cosa c'è da ridere? E' la verità!” dico incrociando le braccia.

Lui toglie la mano dalla mia gamba per coprire la bocca dalle risate, ma io sento già freddo, mi manca il contatto con la sua pelle.

Faccio una smorfia e lui se ne accorge, con un sorriso appoggia la mano nello stesso punto e io mi mordicchio il labbro inferiore.

“Anche se fosse come dici tu, il problema quale sarebbe?” mi chiede abbassando il tono di voce.

“Riguardo cosa?” chiedo non capendo.

“Amy che vuole portami a letto” dice sorridendo.

Quella frase mi fa ribollire il sangue nelle vene, cerco di prendere tempo per rispondere e per fortuna vengo salvata da Louis.

“Sere ti va di ballare?” chiede alzandosi.

“Non puoi chiedere alla tua accompagnatrice?” dice Niall stizzito.

“Lei è in bagno e io voglio ballare questa canzone!” dice Louis senza perdere il sorriso.

Afferro la mano di Louis e ammetto che la domanda di Niall mi ha fatto più che piacere.

Mi sento strattonare e la voce di Niall mi arriva limpida nelle orecchie.

“A che gioco stai giocando?” chiede.

“Niall, è un ballo tra amici, non c'è niente di male!” dico sincera.

“Lui non lo vede come un ballo tra amici” dice nervoso.

“Anche se fosse come dici tu, il problema quale sarebbe?” dico riprendendo la sua frase.

Lui mi lascia andare e io raggiungo Louis in pista, allaccio le mani dietro alle sue e balliamo.

Mi lascio cullare dalle note dolci della canzone e cerco di mantenere un contegno, ballare con Louis, per me che sono una fan, è qualcosa di unico e speciale.

Per tutta la durata della canzone non fa altro che commentare i vestiti delle persone che ci girano accanto e io continuo a ridere divertita, incrocio lo sguardo di Gemma in pista insieme a suo fratello e mi fa cenno di guardare verso il tavolo.

Faccio in modo di capitare nelle vicinanze e vedo Amy prendere Niall per ballare, quello che più mi infastidisce però è il suo sguardo quando mi nota.

Brutta stronza.

“Scusa Louis, ho da mettere dei puntini sulle i!” dico scostandomi.

“Cosa devi fare?” chiede confuso.

“E' un modo di dire Lou, devo sistemare una situazione!” dico girandomi e dirigendomi verso Niall e Amy.

Lei lo fa ridere e quel suono per me è come una pugnalata al cuore, voglio farlo ridere io!

Busso sulla spalla di Niall e lui mi guarda sorpreso.

“Posso ballare con te?” gli chiedo guardandolo negli occhi.

“I-io..” inizia a dire e cerco di tirare tutta la mia femminilità fuori.

Accarezzo dolcemente la parte del collo proprio sotto l'orecchio.

“Per favore” chiedo dolcemente.

Sento Amy sbuffare e solo allora mi giro verso di lei.

“Stava ballando con me!” dice mettendo le braccia sui fianchi.

“Hai detto bene, stava!” dico sorridendo sarcastica.

Lei batte un piede a terra, aspettando una risposta di Niall che non arriva, così va via tirandomi una spallata. Domani avrò un bel livido.

“Cos'era quello?” chiedo a Niall.

Non vorrei fargli una scenata di gelosia ma proprio non riesco a non dire niente.

“Un ballo tra amici, che c'è di male” dice riprendendo le mie parole.

Lo guardo per dieci secondi e poi gli passo accanto, diretta al tavolo, lo so, sono orgogliosa!

Ma anche questa volta lui mi sorprende, in realtà lui mi sorprende sempre!

Mi blocca il polso e mi ritrovo a ballare con lui in mezzo alla pista, mi lascia una bacio tra i capelli e mi culla tra le sue braccia, come se fosse un tranquillante mi rilasso immediatamente e cingo la sua vita con le mie braccia.

“Sei carina quando diventi gelosa dom” mi prende in giro.

“Ti ho detto di non chiamarmi domestica!” sbuffo lasciandogli un pizzicotto sul braccio.

“Ahi tu e questi pizzichi!”

“Ah, a proposito, cosa stavi facendo prima?” sussurro al suo orecchio.

“Io? Niente!” dice ridendo e stringendomi un po' di più.

“Dici che ho immaginato tutto?” dico staccandomi leggermente per guardarlo negli occhi.

Lui annuisce divertito e mi bacia una fronte, il bisogno urgente di sentire il calore delle sue labbra sulle mie, si fa spazio in me.

Lo fisso e mi perdo in ogni centimetro della sua bocca, sottile e rosea, solleva un angola della bocca e si avvicina al mio orecchio.

“Per curiosità, cos'è che hai immaginato?” dice con voce più roca del solito.

“Niall...” dico sospirando mentre divento rossa.

“Ti va di tornare a casa?” mi chiede mentre il mio cuore inizia a battere all'impazzata.

Riesco solo ad annuire e lui sorridendo mi trascina al tavolo, afferra la mia borsetta sulla sedia e me la porge raggiante.

“Noi andiamo a casa ragazzi” annuncia mentre stanno tornando tutti al tavolo.

“Dove andate?” dice ammiccando Gemma al mio orecchio.

“Geem!” dico imbarazzata.

“Oh andiamo, effettivamente stasera Niall è proprio carino!” dice fissando il lato b del biondino, istintivamente le sposto il viso dall'altro lato per non farla guardare.

“Oh, siamo gelose qui!” dice ridendo.

“Perchè andate via ora?” interviene la voce fastidiosa di Amy.

“Dobbiamo andare, tutto qua!” dice Niall.

E diglielo una buona volta che vuoi stare un po' da solo con me!

“Non puoi andartene!” ribatte lei.

“Sei venuta con Louis, perchè ti preoccupi di lui?” dico non riuscendo a trattenermi.

“Tu non immischiarti” sputa velenosa.

“C'entro anche io, visto che devo andare via con lui!” rispondo a tono.

“Non capisco ancora perchè Niall ti abbia portato sei solo un'arrampicatrice sociale, vuoi stare con lui per i soldi” dice alzando leggermente il tono di voce.

“Intanto abbassa la voce che la gente non è qui per sentire te, secondo che ne sai tu di me? Eh?” rispondo nervosa.

“So quel che basta!” dice incrociando le braccia.

“E sentiamo cosa sai?” dico indispettita.

“Mi basta sapere che rivendi i tuoi gioielli per racimolare qualche soldo” dice cattiva.

Trattengo il fiato alla sua affermazione e sento gli occhi di tutti addosso mentre i miei si riempiono di lacrime. Stringo la borsa e la guardo come non ho mai guardato nessuno in vita mia, con un disprezzo che non sapevo nemmeno di poter provare per una persona.

“Non ti permettere mai più di cercare cose su di me e di dirmi cose che non ti riguardano, quello che faccio sono affari miei, sicuramente non vengo a chiedere a te di mantenermi, chiudi quella bocca che fai più bella figura!” dico cercando di non sprofondare.

“Io ho detto solo la verità, sei una poveraccia e cerchi di accalappiare Niall per quello!” ripete.

Sento Gemma affiancarmi e accarezzarmi la schiena e Sophia, con mia grande sorpresa prende le mie difese.

“Scusa Amy, ma non credo tu possa sparare sentenze su di lei, non la conosciamo e per quanto mi riguarda penso che tenga veramente a Niall!” dice seria.

I ragazzi non rispondono e io non ho il coraggio di guardare Niall, non volevo sapesse che ho problemi economici, o perlomeno non adesso che ci stiamo conoscendo.

“Per tua informazione io e il tuo miglior amico non ci siamo nemmeno mai baciati, se tanto ti preoccupa questo!” dico mandando giù il magone formatosi in gola.

“A me non interessa!” dice, ma il tono di voce la tradisce.

“A te interessa solo andarci a letto, tesoro! Non accusare me di qualcosa che vuoi fare tu!” dico seriamente.

Vedo il suo viso cambiare colore e sento Niall trattenere il fiato.

Harry e Liam ci fissano attenti mentre Louis mi sorride, quel ragazzo è il capo del mio fan club!

“Amy? Non rispondi nulla?” dice Niall.

Sento nella sua voce una nota di tristezza e mi giro a guardarlo.

“Non disturbarti ad accompagnarmi, prendo un taxi per tornare a casa! Tu hai da chiarire alcune cose!” dico poggiando la mano sul suo braccio.

Si gira a guardarmi e mi fissa per qualche minuto, poi inaspettatamente poggia le sue labbra sulle mie, sono fredde ma delicate proprio come mi aspettavo, ci metto qualche secondo per riprendermi ma rispondo al suo bacio con trasporto, sento il rumore del vetro infrangersi ma non è un problema mio.

Ci stacchiamo e rimaniamo a guardarci, sento il viso andarmi in fiamme e lui sorridendo passa una mano sulla mia guancia.

“Vai a casa, cerco di fare presto!” dice serio.

“Hai bisogno di chiarire con lei Niall, ci vediamo domani!” rispondo.

“Sei sicura?” mi chiede e io annuisco.

“Ti accompagno io se vuoi!” dice Louis.

Niall si gira fulminandolo e io ridacchio seguita dagli altri ragazzi, Gemma e Sophia.

Mi accorgo che Amy non è più al tavolo ma per stasera non ho voglia di vederla ancora.

“Amico, vedi di tenere quelle manacce apposto!” dice Niall.

“Promesso!” dice ridendo Louis.

Niall mi guarda prima di darmi un leggero bacio, infilo la giacca e saluto tutti quanti, ringrazio Sophia e Gemma e scambio con loro il numero di cellulare.

“Io voglio essere aggiornata su tutto!” dice Gemma.

“Va bene, va bene!” dico ridendo.

“Peggio di Beautiful!” dice prima di abbracciarmi.

“E' stato un piacere conoscervi” dico sincera.

“Anche per noi” rispondono in coro.

Scambio ancora una volta uno sguardo con Niall e poi mi lascio portare fuori da Louis, attraversiamo le porte dell'albergo e l'aria pungente di Londra ci colpisce in viso, mi stringo nella giacca mentre aspettiamo che il parcheggiatori ci porti la macchina.

L'auto nera di Louis fa capolino davanti a noi e ci infiliamo nell'abitacolo caldo e partiamo.

Inserisco l'indirizzo di casa mia nel tom tom e partiamo, dentro sento un groviglio di emozioni, la gioia, l'eccitazione, la felicità, ma anche la gelosia, la rabbia, il nervoso.

Mi massaggio una spalla e sospiro, facendo girare Louis dalla mia parte.

“Tutto ok?” dice mentre ci fermiamo al semaforo.

“Si, è stata una serata strana!” dico ridacchiando.
“Mmh, direi abbastanza!” ride anche lui.

Torniamo nel silenzio, non so perchè ma mi sento leggermente in soggezione dopo il bacio con Niall, è comunque uno dei suoi migliori amici e io non so che dire, in realtà non me l'aspettavo quel bacio, lo volevo con tutto il cuore ma non mi sarei mai aspettata di riceverlo stasera.

Arriviamo sotto casa tre quarti d'ora dopo, troviamo un parcheggio un po' lontano dal palazzo e dopo aver lasciato l'auto torniamo a piedi indietro.

“Carina questa zona” dice Louis.

“Si è anche tranquilla, l'ho presa per questo la casa qui!” ammetto.

“Hai fatto bene, con la gente che c'è in giro!” dice mentre attraversiamo il cortile del condominio.

Saliamo a casa e quando apro la porta troviamo Jess stesa sul divano a ridere mentre guarda un film, alza gli occhi verso di noi e vedo i suoi occhi cambiare forma.

Credo stia per avere un infarto.

“E no eh! Due in un giorno? Vuoi farmi morire?” dice facendomi scoppiare a ridere.

Louis la guarda divertito prima di presentarsi, si toglie la giacca e rimane con il completo gessato, allenta il nodo alla cravatta e si butta sul divano accanto a lei come se fosse a casa sua.

Lo guardo confusa come Jess, ci scambiamo un'occhiata prima di scrollare le spalle insieme.

“Adoro i musical” dice Louis fissando gli occhi su la televisione che passa Hairspray.

“Lo so” dice Jess eccitata e io scuotendo la testa mi dirigo in camera lasciandoli soli.

Tolgo le scarpe e mi butto sul letto.

“Aaaah” dico tirando le somme della serata.

Mi metto seduta e con un sorriso a trentadue denti porto la mano sulle labbra, mi ha baciata.

Sorrido ancora di più e mentre mi sfilo il vestito continuo a ripetermi la stessa frase.

“Mi ha baciata, mi ha baciata” dico salterellando e ballando per la stanza, prendo il pigiama e assicurandomi di non essere vista corro in bagno per fare una doccia.

 

Pov di Niall

Sento come se qualcuno mi avesse privato di una parte fondamentale di me, in fondo è un po' così.

Conosco Amy da quando ero piccolissimo, ho passato con lei tantissime cose e non mi sono mai accorto provasse qualcosa per me, in realtà non sono sicuro che provi veramente dei sentimenti per me, non ci sto capendo niente, l'unica cosa che so è che lei non ha risposto nulla all'accusa di Serena.

Sorrido pronunciando il suo nome, tocco le labbra e sorrido ancora, l'ho baciata.

L'immagine dei suoi occhi riempirsi di lacrime dopo le parole di Amy però, si fa spazio dentro di me. Mi sono accorto della sua avversione ai soldi, mi ha detto che è abituata a sudare per ottenere qualcosa ma non immaginavo avesse problemi economici, ma non mi fido più delle parole di Amy, devo chiedere a Sere cosa c'è che non va.

Sono seduto su questo muretto da mezz'ora senza parlare, al mio fianco Amy è più silenziosa di un muto. Non parla e io non so cosa dirle, in realtà mi sta bene rimanere in silenzio, ho paura di rimanere ferito dalle sue parole.

Gioco con i bottoni della giacca, in questo momento dovevo essere abbracciato a Serena sul mio letto e invece mi ritrovo qui e lei è lontana... con Louis.

Tomlinson.

Non riesco ad inquadrare il loro rapporto, Louis la cerca sempre e lei quando c'è lui ride, quel suono è così musicale alle mie orecchie, mi viene voglia di scriverci una canzone sopra, potrei farlo solo sentendola ridere. Sorrido.

“Che ha lei che io non ho?” sento la voce di Amy incrinata, ti prego non piangere, non sopporto vedere qualcuno piangere.

“Perchè non me l'hai mai detto?” dico evitando la sua domanda.

“Cosa ti dovevo dire? Tu credi a quello che ha detto?” dice alterata.

“Si, le credo Amy, inoltre tu non hai risposto nulla!” dico serio.

“Pensavo credessi a me, ci conosciamo da una vita, ma evidentemente mi sbagliavo” dice facendo la vittima. Sbuffo passando una mano tra i miei capelli.

“Non farla più drammatica di quella che è!” dico agitandomi.

“Il fatto è che tu non ti fidi di me!”

“No, il fatto è che Serena ti ha detto che vuoi portarmi a letto per i soldi e tu non hai negato niente” dico scendendo dal muretto e puntandole un dito contro.

Lei gira la testa dall'altro lato, come pensa che io possa fidarmi di lei se non tenta nemmeno di mentire?

“Rispondi!”

“No, se ti fidi di me sai la risposta” ribatte.

“Non fare la bambina, rispondimi!” ribatto alzando il tono di voce.

“Io non sono una bambina, pensavo tu ti fidassi di me!”

“E io pensavo fossimo amici e invece hai indagato sulla ragazza che mi piace senza dirmi nulla e l'hai umiliata davanti a tutti! Essere amici non comporta anche questo, visto che non hai intenzione di parlare io me ne vado!” dico incredibilmente serio.

Lei non risponde e io mi giro per andare via.

“Quando ti farà soffrire io non ci sarò!” dice arrabbiata.

“Cosa ti fa pensare che mi farà soffrire?” dico voltandomi e alzando la voce.

Lei scende dal muretto e mi fronteggia, aspetto una sua risposta ma l'unica cosa che sento sono le sue labbra, premute sulle mie con violenza, la scosto con uno strattone e la guardo sconvolto.

“Che diavolo fai?” dico urlando.

“Tu puoi essere felice solo con me” dice prima di uscire di scena.

Metto le mani in faccia e butto un urlo per sfogarmi, è proprio vero, quando sei single non ti calcola nessuno, se sei impegnato il mondo ti vuole.

Ma a te il mondo ti vuole in qualsiasi modo.

Hai ragione anche tu.

La coscienza ha sempre ragione.

E che mi dici di fare ora?

Devi dirglielo, non fare lo stronzo.

Io non sono str... ah, mi ritrovo anche a parlare da solo.

Scuotendo la testa e mi dirigo verso l'auto, tiro fuori il cellulare dalla tasca e digito velocemente un messaggio prima di mettere in moto.

 

 

Pov di Sere

Sento Jess e Louis ridere davanti alla televisione, in realtà sento soprattutto Louis, ride per cinque persone quel ragazzo!

Ho dato la buonanotte ad entrambi e sono venuta a stendermi sul letto, Lou ha detto che rimaneva ancora un po' ma è già passata mezz'ora, rido mentre la vibrazione del cellulare mi fa sobbalzare.

Allungo il braccio verso il comodino e a tentoni lo prendo.
 

Da: Niall

“Posso venire da te?”
 

Recita il messaggio, lo fisso per un po' e non so come interpretarlo, non riesco a capire se è arrabbiato, felice o in che stato emotivo si trovi.

Digito velocemente la risposta e la invio.

 

A: Niall

“Va bene, ti aspetto! X”

 

Mi alzo dal letto e risistemo il casino lasciato il pomeriggio, allargo la maglia del pigiama dal collo per vedere che biancheria indosso e mi sento una stupida per averci pensato.

Esco dalla stanza e vado in bagno a pettinarmi i capelli, sorrido al mio riflesso e mi dirigo in sala. Mi siedo sulla poltroncina mentre Jess e Louis mi guardano straniti.

“Non dovevi andare a letto?” chiede Jess.

“Mmh, mi è passato il sonno!” dico sorridendo.

“Sta arrivando Niall” dice Louis dando una gomitata a Jess.

Lo guardo sorpresa e per fortuna la luce del televisore non fa notare il rossore sulle mie guance.

Mi sorridono tutti e due e tornano a concentrarsi sui commenti al film, io fisso lo schermo in attesa ti sentire il campanello suonare.

Ammazzo il tempo fissando il telefonino, credo che romperò il tasto centrale per tutte le volte che l'ho schiacciato. Fisso l'orologio, dovrebbe arrivare tra dieci minuti.

Mi alzo dirigendomi in cucina e prendo un biscotto dalla credenza, lo mangio rimanendo poggiata al mobile, fino a quando il suono del citofono mi fa sobbalzare, per poco mi strozzo con le briciole e corro ad aprire la porta.

“Come corre ad aprire al suo amoruccio!” mi prende in giro Jess.

“Smettetela voi due, tu Louis non devi tornare a casa?” dico facendogli una linguaccia.

“In realtà voglio rimanere qui ad ascoltare cos'ha da dire Niall!” dice ridendo.

Sto per ribattere ma sento bussare alla porta, così apro e sorrido alla vista del biondo.

Sorride anche lui ma sembra stanco, mi sposto da un lato per farlo entrare e chiudo la porta.

Ho come l'impressione che domani ucciderò qualcuno e guarda caso quel qualcuno si chiama Amy.



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Vi ho fatto aspettare tanto, lo so, lo so!
Non mi uccidete in mia difesa dico che ho da studiare per un esame e poi.... c'erano le feste!
Spero siano andate bene per tutti :)
Avete ricevuto qualcosa di bello? 
Tornando al capitolo, ci sono ben DUE baci, a voi qual'è piaciuto di più?
Siall o Namy (?) ahhahah
Fatemi sapere! intanto vi ricordo che potete scrivermi su twitter (Sere_VR46)
E se vi piacciono gli Union J ho iniziato una storia su di loro:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2367035&i=1
(passateci anche se non vi piacciono ahahah)
OS SIALL di Natale, per chi non l'ha letta: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2353956&i=1
Aspetto i vostri commenti e/o recensioni qui, su twitter e su facebook!
Grazie come sempre per tutto, vi voglio bene!
Sere.

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Capitolo 9
*** Capitolo nove ***


.The Maid.
Capitolo 9



 
 
Sorride anche lui ma sembra stanco, mi sposto da un lato per farlo entrare e chiudo la porta.
Ho come l'impressione che domani ucciderò qualcuno e guarda caso quel qualcuno si chiama Amy.
 
“Buonasera” dice Niall con voce stanca.
“Ciao” dico sorridendo mentre con la coda dell’occhio noto Louis e Jess ridere.
Niall sorride anche a loro, dà una pacca sulla spalla dell’amico e si accomoda sulla poltrona dove prima c’ero io, porta la testa all’indietro e sospira prima di allentare il nodo della cravatta, fisso il movimento della sua mano quasi ammaliata, sono sicura di avere un’espressione da pesce lesso, ma sono al posto mio, tutti avrebbero la stessa reazione. Scompiglia con una mano i capelli biondi e poi slaccia il primo bottone della camicia. Jess tossicchia richiamandomi alla realtà e infastidita la guardo.
“Che c’è?” dico stizzita.
Lei mi sorride e si alza per poi trascinarmi in cucina, dopo aver chiesto ai ragazzi cosa volessero da bere.
La seguo senza parlare e lei mi fa sedere su uno sgabello.
“Tieni un bicchiere d’acqua!” dice ridendo.
“Grazie!” sussurro afferrandolo e sobbalzando al contatto con il vetro freddo.
Butto un’occhiata al salotto e vedo Louis e Niall ridere insieme mentre guardano qualcosa al televisore, cosa sono io per loro? In fondo sono solo una delle tante fan, in poco tempo gli ho conosciuti ed ora ho fatto discutere Niall con la sua amica d’infanzia, che razza di persona sono? Lui tiene a lei, l’ha sempre detto, in ogni intervista dove si parlava di una presunta relazione. Niall si gira verso di me e incrociamo i nostri sguardi, lui abbozza un sorriso e sento dentro qualcosa spezzarsi, perché quello è lo sguardo da “E’ successo qualcosa e dobbiamo parlarne” e io sono un tipo che non ama discutere, forse perché sono stanca di essere abbandonata da tutti.
“Jess, puoi dire a Niall di venire un secondo?” chiedo alla mia amica.
“Puoi chiamarlo tu eh!” dice lei prendendomi in giro ma si accorge del mio sguardo serio, così esce dalla cucina e la vedo fare cenno a Niall di alzarsi. Mordicchio le unghie e fisso un punto indefinito davanti a me, sento i suoi passi farsi sempre più vicini, non sposto lo sguardo, non credo di resistere ai suoi occhi azzurri.
“Cos’è successo?” chiedo con un filo di voce.
“Amy mi ha baciato” dice senza esitare.
Trattengo il fiato mentre ascolto le sue parole o meglio ascolto il silenzio tra noi, si aspetta una mia reazione a non riesco a formulare un pensiero decente. Improvvisamente mi sento piccola e sbagliata, Jess mi parla ma sono partita per uno dei miei viaggi mentali, la sua voce non arriva al mio timpano, mi alzo e senza proferire parola vado in camera, senza ascoltare nemmeno Niall e Louis che mi chiamano.
Chiudo la porta dietro di me, mi butto sul letto e inizio a contare.
Uno.  Niall, se un po’ ci tieni a me entra, ti prego.
Due. Odio sapere che ha sfiorato le tue labbra.
Tre. Già mi manchi, eppure sei dall’altra parte del muro.
Quattro. Perché non entri?
Sento scricchiolare la porta e subito dopo la chiave girare nella serratura, mi giro di scatto mentre Niall mi guarda immobile ai piedi del letto. Sorride, toglie del tutto la cravatta appesa al suo collo e come se non ci fossi fa scorrere lungo le braccia la giacca marrone e slaccia i bottoni sui polsini. Mi rannicchio sul letto e continuo a guardarlo, la luce della luna filtra nella stanza attraverso la persiana tirata giù a metà, lui sembra ancora più bello del solito. Perché sento un peso al centro del petto?
“Sei arrabbiata?” chiede dandomi le spalle.
“No, non con te almeno!” dico continuando a fissarlo.
“Mi dispiace” dice in un sussurro.
“Non devi scusarti, devo scusarmi io per non averti detto nulla prima in cucina, solo che lei è la tua miglior amica da sempre e io non sono niente!” dico rannicchiandomi contro il muro.

Lo vedo voltarsi e i suoi occhi azzurri mi squadrano attenti, in pochi passi mi raggiunge sul letto,  prende le mie mani e mi tira contro il suo petto, coperto da una canotta, mi stringe a sé cercando di donarmi il calore di cui ho bisogno, stringo le mani intorno alla stoffa bianca e lui mi lascia un bacio tra i capelli.
“Il fatto che io sia qui dovrebbe farti riflettere, non pensare mai di non valere niente, tu non puoi sapere quanto vali per una persona! E te lo dico in generale, magari una persona sta bene guardando te, parlando con te, scherzando con te o può essere che qualcuno ti ammiri di nascosto, non puoi sapere cosa gli altri pensano di te!” dice tenendomi ancora stretta a lui.
In ginocchio sul mio letto restiamo abbracciati per un lasso di tempo indefinito, ho sempre pensato che gli unici amori duraturi fossero quelli impossibili, perché dalle mie esperienze spesso la realtà ha deluso le mie aspettative ma come fa una persona come Niall a deludere me? Lui è anche più di quello che si può immaginare in una semplice persona, è un concentrato di dolcezza, allegria, vitalità, ma anche sensualità, bellezza e virilità.
“Grazie per essere qui!” dico sottovoce.
“Non c’è altro posto in cui vorrei essere” risponde prontamente.
Sfiora il mio viso con il dorso della mano e mi lascia un bacio dolce sullo zigomo destro, chiudo gli occhi assaporando tutte le sensazioni del mio corpo, sento un brivido percorrermi e a tentoni cerco le sue labbra, lui sorride continuando a torturarmi accarezzando il viso, il collo, la schiena.

Ha toccato altre labbra.

Questo pensiero si fa spazio in me e mi spinge a mordere le sue labbra, un bacio dolce e timido lo trasformo in qualcosa di possessivo a cui non so dare un nome, ma ho bisogno di sentirlo mio, di sentirmi legata a lui e forse sono egoista, ma non posso perderlo.
Faccio una leggera pressione sul suo petto per farlo stendere e lui mi trascina con sé, mi sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio per poi spingersi in avanti per mordermi un lobo.
“Sei ancora troppo vestita” sussurra e io mi sento morire.
Mi aiuta a tirare via la maglia per poi passare le mani lungo i miei fianchi e risalire su, sorride incrociando i miei occhi e la mia sicurezza vacilla quando poggia un bacio sulla mia pancia, poggio le mani sulle sue spalle e cerco di non perdere i sensi guardandolo.
“Sei bellissima” dice sorridendo.
Non posso evitare di arrossire e lui sorride tirandomi sul suo petto e io scoppio a ridere, lui ribalta le posizioni e inizia a farmi il solletico, cerco di liberarmi ma con scarsi risultati, rido come non ho mai fatto prima, rido di gusto e mi sento finalmente bene. Improvvisamente si blocca e si mette seduto, faccio leva sui gomiti e lo guardo.
“Che succede?” chiedo spaventata.
“Nulla, ti stavo guardando ridere!” dice dolcemente e io sorrido come una bambina di cinque anni davanti ad un regalo di Natale. Lo abbraccio di slancio e lui stringe le mani dietro la mia schiena riempiendomi il viso di baci.
“Mettiamoci a dormire nanerottola, domani hai lezione giusto?” dice lui staccandosi da me.
Annuisco sbuffando e lui ride alzandosi dal letto, sbottona i pantaloni e li tira giù prima di guardarmi e ridere.
“Ti dispiace se dormo così?” chiede con un sorrisino strafottente.
Gli lancio addosso il cuscino e mi alzo anche io, afferro la sua camicia bianca e mi dirigo verso la porta.
“C’è Louis di là, mettiti una maglia!” dice Niall allungandosi sul letto.
“Cos’è sei geloso?” dico infilando la sua camicia e ridendo.
“Ovviamente!” dice lasciandomi a bocca aperta.
“Ti aspettavi che dicessi di no?” dice sorridendo.
Alzo le spalle e sorridendo apro la porta della stanza, corro letteralmente verso il bagno.
Quando esco trovo Jess a sorridermi con le braccia incrociate poggiata al muro, la guardo sorridente e dopo averle fatto un gestaccio con la mano la faccio entrare in bagno.
“Louis?” le chiedo.
“Si è addormentato sul divano, quant’è carino!” dice con una faccia sognante.
“Prendi una coperta e un cuscino!” dico.
“Già fatto, per chi mi hai presa?” dice sorridendo.
“Sbadata come sei!” dico e prima che mi lanci una spazzola contro vado via e torno nella mia camera.

La luce della abatjour illumina la stanza, mi giro verso il letto e sorrido guardando Niall a pancia in giù con un braccio sotto il cuscino e una faccia da angioletto, cercando di fare il meno rumore possibile preparo la tracolla per domani, infilo i libri e ogni tanto mi giro per controllare che non si sia svegliato.
Prendo il cellulare e facendo il meno rumore possibile scatto una foto e so già che questa mi farà compagnia in molte notti insonni lontano da lui. Sorrido poggiandolo sul comodino e sposto le coperte per farmi spazio.
“Dopo mi fai vedere la foto” sento dire con voce roca.
Sussulto spaventata e lui apre un occhio prima di tirarmi stretta vicino a lui, sorrido allungandomi a spegnere la luce e poi mi rannicchio contro il suo petto caldo, incrocio le mie gambe alle sue e mi addormento felice.
 
“And let me kiss you”
Kiss you risuona nella stanza mentre sento  Niall muoversi e sbuffare.
“Dio santo appena vedo i ragazzi li soffoco!” borbotta mentre si siede sul letto.
“Scusa, è la mia sveglia!” dico stropicciandomi gli occhi ancora assonnata.
“Me n’ero accorto, cioè ti svegli tutte le mattine così? Sei pazza!” dice ributtandosi indietro.
“Perché?” dico ridendo.
“Mi sto odiando da solo, guarda! Io al posto tuo ci avrei sputato in un occhio quando ci hai visti!” borbotta.
“Ma stai tranquillo amor…Niall! A me piace svegliarmi ascoltando le vostre canzoni” mi correggo subito.
Per fortuna lui non se ne accorge o finge di non accorgersene e così mi toglie dall’imbarazzo. Borbotta qualcosa di incomprensibile e tira su la coperta per coprirsi la faccia e si gira dall’altro lato. Ridendo mi alzo e dopo essermi stiracchiata apro l’armadio per tirare fuori i vestiti, tiro su la persiana per controllare il tempo e, con mia grande sorpresa…. È nuvoloso! Non me l’aspettavo proprio! Prendo il jeans, una canotta bianca e un maglioncino nuovo a righe marroncino e bianco, prendo un cambio di biancheria e lasciando riposare Niall vado a fare una doccia. Passando nel corridoio butto uno sguardo sul divano trovando Louis abbracciato al cuscino, butto un’occhiata all’orologio e sgrano gli occhi. E’ tardissimo. Faccio una doccia lampo e mi  vesto prima di asciugare i capelli, li odio quando vado di fretta, ci metto le ore per asciugarli! Li fisso con un po’ di lacca e sistemo il ciuffo indietro con una forcina. Sorrido ed esco per tornare in camera.
Il letto è vuoto, mi guarda in giro ma nella stanza non c’è ombra di Niall, infilo gli stivali e vado in cucina dove trovo Niall seduto a tavola con Jess e Louis.
“Buongiorno” dico sorridendo.
“Stavamo aspettando te per la colazione!” ride Jess.
Sono senza parole! Scuoto la testa mentre apro il frigo e tiro fuori la pancetta e le uova, questa mattina ho proprio fame! Accendo il fuoco e preparo la tavola, mentre loro continuano a scherzare.
“Che domestica d’eccellenza!” mi prende in giro Louis e io lo fulmino con lo sguardo.
“Oddio non la chiamare così!” dice Niall prima che io possa rispondere, lo guardo e gli sorrido e lui fa lo stesso.
“Ma quanto siete carini! Ora sbrigati però che ho lezione!” borbotta Jess.
“Senti un po’, stai calma eh!” dico dandole una spinta giocosa.
Lei ride e conoscendola un pochino so che vuole farsi vedere da Louis, ah… le donne! Servo la colazione e mi siedo accanto a Niall per mangiare, li sento parlare e mi fermo a guardarli, sarebbe bello svegliarsi così tutte le mattine… magari la colazione la preparano loro! Sorrido da sola e catturo l’attenzione di Niall, mi guarda incuriosito, io scuoto la testa e mando giù l’ultimo boccone.
“Io devo andare o farò tardi, devo prendere la metro poi oggi pomeriggio riavrò la mia amata macchina!” dico alzandomi.
“Se vuoi ti accompagno!” dice Niall alzandosi dietro di me e seguendomi in camera.
“Accompagnarmi? Ma non è pericoloso per te?” dico preoccupata.
“Ho i vetri oscurati all’auto, non mi vedranno, a che ora devi iniziare?” dice avvicinandosi a me.
“Devo iniziare tra mezz’ora!” dico guardando l’orologio.
“Allora abbiamo un po’ di tempo!” dice afferrandomi per i fianchi e lasciandomi un bacio mozza fiato.
“Non ti avevo dato il buongiorno come si deve!” dice ridendo.
Sorrido contro la sua bocca e lo bacio a mia volta, mi lascia un pizzicotto sul fianco e io borbotto.
“Mi piace come ti sta la maglia” dice guardandomi.
“Grazie!” dico sorridendo, prendo la scarpetta e l’arrotolo intorno al collo, prendo la borsa e lo guardo in attesa.
“Vado in bagno e poi possiamo andare!” dice prendendo il telefono dal mio comodino e sparendo fuori.
Rifaccio il letto velocemente e poi infilo la giacca, chiudo la stanza e vado ad aspettarlo in salotto. Louis si sta rivestendo e immagino vada via insieme a Jess, che arriva poco dopo dalla sua stanza con la borsa dell’università,  ci saluta e la vediamo sparire giù per le scale.
“Vado anche io, salutami Niall digli che ci sentiamo dopo!” dice Louis prima di darmi un bacio sulla guancia e sparire nello stesso punto di Jess. Sposto il peso da una gamba all’altra aspettando Niall, ma quanto ci mette?

“Horan ti muovi!” urlo.
“Arrivo!” lo sento dire mentre sbuca dal corridoio.
Si sistema la maglia nei jeans e afferra le chiavi dell’auto dal mobiletto, poi si guarda intorno e prende una mia sciarpa dall’ appendi abiti.
“Che stai facendo?” chiedo.
“I vetri alla macchina sono oscurati ma ci devo arrivare lì, o no?” dice ridendo e avvolgendo la stoffa intorno alla testa, scoppio a ridere mentre infila gli occhiali da sole e fa una faccia buffa.
“Oddio, dovresti vederti!” dico ridendo.
“Fammi una foto, dai!” dice porgendomi il suo i-phone. Faccio come mi ha chiesto, cercando di ridere il meno possibile.
“Tieni!” dico.
Lo vedo armeggiare con il cellulare e poco dopo mi arriva un messaggio, prendo il telefono e Niall mi guarda curioso. Rido.
“Ma cosa posti le foto su twitter!” dico ridendo.
“Ma hai le notifiche attivate sul telefono?” chiede guardandomi con un sopracciglio alzato.
“Eh certo, non posso perdermi niente biondino! Con voi la vita è imprevedibile!” dico mentre usciamo da casa.
“Io sono geloso di questi One Direction eh!” dice camuffando la voce.
“Ah si?” dico ridendo.
“Eh si, ti svegli con le loro canzoni, ti arrivano i messaggi, hai il poster del biondino in camera, anche se a mio parere lui è il più carino!” dice mentre passa una mano intorno alle mie spalle.
“Tu dici?” chiedo senza smettere di ridere.
“Certamente, ma hai visto che occhi azzurri ha?” ribatte mentre raggiungiamo la sua auto.
Mi fa entrare e poi fa il giro verso il posto di guida, chiude la porta e scoppia a ridere poggiandosi contro il sedile, si toglie la sciarpa e gli occhiali e mette in moto.
“Sei un’idiota” dico ridendo.
“Lo so, ti piaccio anche per questo… o no?” dice regalandomi un sorriso stupendo, annuisco arrossendo e lui ride.
“Mademoiselle ho bisogno di sapere la strada dove devo accompagnarla!” dice assumendo un accento francese.
“Oh, merci monsieur, la route est…” inizio a dire ma lui mi guarda serio.
“Sapientona!” mi prende in giro.
“Gira a destra idiota!” dico dandogli una pacca sulla spalla.
Fa come gli dico e continuando a seguire le mie indicazioni dieci minuti dopo siamo davanti alla mia facoltà, il cortile è già pieno, non ho proprio voglia di affrontare le lezioni, sbuffo slacciando la cintura e prendo la borsa dai sedili posteriori, poi lo guardo.
“Oggi che fai?” chiedo timorosa.
“Guarda che puoi chiedermelo eh! Comunque mi vedo con i ragazzi a casa di Liam!” dice.
“Oh, va bene, io dopo lezione vado a prendere l’auto dal meccanico” dico mordendomi il labbro inferiore.
Vorrei chiedergli di vederci più tardi ma ho paura di sentire un rifiuto, io e le mie stupide paure!
“Vieni a casa dopo?” mi chiede lui e io mi apro in un sorriso prima di annuire. Mi sporgo in avanti per lasciargli un bacio sulle labbra prima di scendere dall’auto, mi sorride e poi lo vedo andare via e rimango ferma sul marciapiede qualche minuto per riprendermi prima di correre verso l’aula di economia.

Mi siedo nei primi posti, cerco nell’aula Will ma non lo trovo, dove si è cacciato? Sfilo il telefono dalla tasca per scriverli e noto un nuovo messaggio da twitter. Niall ha scritto qualcos’altro, apro e rimango a fissare il suo tweet ignorando beatamente l’inizio della lezione.

“@NiallOfficial: Il miglior risveglio di sempre"

Sorrido e digito velocemente un tweet, non credo lui sappia il mio account, ma gli scrivo comunque.

“@Sere_ : @NiallOfficial Sono d’accordo con te, anche io ho avuto un risveglio niente male!”


Invio e poi apro un nuovo messaggio diretto a lui.
A: Niall
“Ti ho risposto al tweet”


Invio ridendo e poggio il telefono accanto al quaderno, faccio finta di scrivere qualcosa sul quaderno ma non ho proprio la testa per seguire, rido senza una reale motivazione. Il telefono vibra e apro il messaggio.

Da: Niall
“Mi prendi in giro? Mi avranno risposto in diecimila, come ti trovo?”


Ridacchio e il professore si gira verso il mio lato, faccio finta di ascoltarlo nascondendo il telefono tra le gambe, aspetto che si volti e digito la risposta.

A: Niall
“Buona ricerca tesoro x”


Invio e la risposta non tarda ad arrivare.
 
Da: Niall
“Questa sera me la paghi nanerottola. X”

 
Come una stupida sorrido per quella X alla fine del messaggio,  ah… sbuffo,
ma come mi sono ridotta? Scuoto la testa e decido di prestare attenzione alla lezione, anche se l'unica cosa a cui riesco a pensare è la serata da passare con Niall.


____________________________________________________
MA CIAOO!
So che mi odiate per aver fatto così tardi nel postare questo nuovo capitolo, ma tante di voi sanno che sto attraversando un periodo un pò così, dal punto di vista della salute, sto facendo un casino di analisi e non ho voglia di fare niente!
L'esame l'ho dovuto rimandare a causa di alcuni test di intolleranze che devo fare e niente... scusate ancora!
Spero che il capitolo vi piaccia, io mi sono divertita a scriverlo, all'inizio ho avuto un blocco, poi piano piano le cose sono venute da sole... che ne pensate?
Niall mi fa morire dal ridere, ve lo immaginate con una sciarpa arrotolate e gli occhiali da sole?
Che scemo!
Detto questo, come sempre se volete contattarmi potete farlo qui, o su twitter (@Sere_VR46) o sul gruppo Facebook (Il Cielo d'Irlanda è dentro di te), spero di sentirvi e di leggervi in tante/i!
Un abbraccio e, spero, a presto!
Vi voglio bene,
Sere.


 

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Capitolo 10
*** Capitolo dieci ***


.The Maid.
Capitolo 10



 
 
A volteabbiamo bisogno soltanto di un gesto impercettibile. Uno sguardo, o un sorriso.
Qualcosa che sappia ancora farci tremare il cuore

 



 
Mi faccio strada tra la folla nei corridoi della facoltà, le lezioni sono appena finite ed ora ho proprio bisogno di un po’ d’aria. Infilo le cuffiette e mi avvio verso il bar dall’altra parte della strada per prendere qualcosa da mangiare velocemente, di Will nemmeno l’ombra, provo a chiamarlo ancora una volta ma non risponde.
Sbuffo e infilo il telefono in tasca. Spingo la porta e il rumore famigliare delle campanelline appese sul soffitto mi accoglie.
“Buongiorno” dico gentilmente alla ragazza dietro il bancone. Mi sorride e ricambia il saluto, ormai sono di casa qui dentro! Prendo la solita focaccia alla mortadella e una busta di caramelle. Dopo aver pagato  decido di avviarmi verso la fermata dell’autobus. La quotidianità è qualcosa che mi mette tranquilla, non amo gli imprevisti, sono quella persona  che vuole sapere il finale di una storia ancora prima di iniziarla, perché così evito di vivermi le cose con ansia e attacchi di panico. Lo so, è sbagliato ma sono fatta così, quando leggo un libro lo finisco in una giornata, devo sapere cosa succede, se poi mi piace lo rileggo da capo e cerco di acquisire insegnamenti e riflessioni da quelle pagine.
Arrivo alla fermata e mi siedo sulla panchina, mangio il mio panino guardandomi attorno, odio sentirmi osservata, sembra quasi che la gente mi scruti, magari è solo assorta nei suoi pensieri e a me nemmeno mi notano! Una donna tiene per mano un bambino biondo, avrà al massimo cinque anni, gioca con una moto e imita il rumore del motore, lo guardo e sorrido, i bambini sono così belli, amano la semplicità e la vita, spesso vorrei tornare ad avere cinque, sei anni, per tornare a guardare le cose in modo diverso, il bambino si gira verso di me e sobbalzo quando i suoi occhi azzurri mi scrutano, sembra Niall in miniatura.
“Ciao” dice sorridendomi.
Sorrido di rimando salutandolo con la mano, mentre sua madre mi fa un cenno con la testa.  Continuo ad osservarli mentre vedo l’autobus arrivare in lontananza, mi alzo e dopo aver buttato la carta del panino nel cestino tiro fuori dalla borsa l’acqua, mi scivola a terra un pacchetto di caramelle, gli occhi azzurri del bambino si illuminano e continua a fissarmi, raccolgo la bustina di orsetti gommosi, i miei preferiti, e la tendo al bambino.
“E’ chiusa, l’ho comprata poco fa!” dico rivolta alla mamma.
“Ma non ti preoccupare, sono tue! Liam ridai le caramelle alla signorina!” dice la donna abbassandosi all’altezza di suo figlio.
Liam. Mi perseguitano quei cinque per caso? Il bambino mi fissa e sono sicura che tra poco si metterà a piangere, faccio cenno di tenere le caramelle e salgo sull’autobus che si è appena fermato davanti a noi.
“Grazie” dice sorridendo e salutandomi dalla strada.
Sorrido e lo saluto anche io mentre l’autobus riparte, ho fatto la buona azione della giornata.
Mi siedo in uno dei sedili liberi e aspetto che arrivi la mia fermata.
 


Pov di Niall

Carte, firme, documenti, altre firme.
Sono ormai due ore che io e i ragazzi siamo rinchiusi a casa di Liam a leggere e firmare alcune documentazioni, questa è la parte del lavoro che odio di più, di tutte queste parole ne capisco meno della metà, per fortuna Liam è più informato di noi e ogni volta spende ore per spiegarci tutto! Non che non mi interessi, ma a me piace cantare, suonare, non mi interessa molto di contratti!
“Tra meno di due mesi si parte per il sud America, ci pensate?” dice Louis buttandosi sul divano.
“Non me lo ricordare, sono eccitato all’idea ma in questo momento vorrei addormentarmi e svegliarmi tra vent’anni per quanto sono stanco!” ribatte Zayn.
“Zayn tu sei sempre stanco, sei un caso a parte!” lo prende in giro Lou e subito dopo iniziano a fare una lotta infinita. Tipico di loro, ultimamente la loro amicizia si è rafforzata tantissimo, cosa che non è sfuggita a nessuno, tantomeno alle fan che sanno le cose sempre prima di noi! Mi viene quasi da ridere, su twitter si accorgono di cose che a volte nemmeno esistono o a cui noi non diamo peso, mentre loro ci costruiscono sopra milioni di storie. Dovrei chiedere a Sere, lei sicuramente è più informata!
Il pensiero di lei e della notte scorsa si fa spazio in me e non riesco ad evitare di arrossire come un bambino, Harry mi sorride e io mi sento talmente tanto in imbarazzo da coprirmi il viso con le mani.
“Ragazzi stappo qualche birra?” dice Andy, il miglior amico di Liam.
Annuiamo tutti insieme e lo vediamo sparire verso la cucina, faccio segno ad Hazza che dopo lo aggiornerò su cosa è successo, adesso non mi va di parlare di Serena davanti ad Andy. 
“Grazie” dico afferrando la bottiglietta proprio dalle mani di quest’ultimo, sorseggio la birra e la solita sensazione amara in gola arriva senza farsi aspettare tanto, chiudo gli occhi e assaporo ogni sorso, non sono mica un irlandese fasullo, per me la birra è sacra!
Poggio il bicchiere sul tavolo e mi allungo verso la mia chitarra, appoggiata allo schienale della poltrona, la sfilo accuratamente dalla custodia e inizio a strimpellarla mentre continuo ad ascoltare i ragazzi parlare.
Organizziamo i prossimi mesi insieme, tour, interviste, servizi fotografici, tutto! Fino a qualche anno fa non aveva idea di cosa avrei fatto nella vita e ora so esattamente cosa fare in ogni giorno del prossimo mese. La luce del telefono mi avverte dell’arrivo di un messaggio, mi spingo in avanti per afferrarlo.

Da: Serena
“Ciao Nì, che fai?”

 

Il messaggio recita solo queste poche parole, ma io mi ritrovo a sorridere come non mai, digito velocemente una risposta e la invio.
 
A: Serena
“Sto facendo finta di ascoltare Liam mentre ci spiega delle cose, tu? Sei uscita dall’università? x”

 

Poggio il telefono in mezzo alle gambe e torno ad ascoltare, Harry continua a guardarmi e io sposto lo sguardo, concentrandomi su i nostri impegni, anche se la mia mente è ben oltre le nostre prossime apparizioni televisive.  Il telefono vibra ancora e apro il messaggio, rimanendo però deluso dal destinatario.
 

Da: Amy
“Possiamo parlare? Ti prego, non mandiamo la nostra amicizia a rotoli, ho fatto uno sbaglio!”


 
Prendo un respiro profondo, sono pronto a far andare via una parte della mia vecchia vita? Amy conosce tutto di me, conosce le mie vecchie abitudini, i miei modi di fare, conosce i miei difetti, i luoghi in cui sono cresciuto e quelli in cui mi nascondevo quando avevo un problema, non posso non dargli un’opportunità di spiegarsi, di risolvere tutto. Fa così tanta paura lasciarsi dietro persone della vecchie vita, fa così tanta paura fidarsi di quelle che fanno parte della vita attuale, perché lasciare andare via Amy significa tagliare i ponti con il bambino di Mullingar e io non mi sento pronto a farlo! I dubbi iniziano a insidiarsi nei miei pensieri,  cambio radicalmente espressione e mi agito sulla poltrona.  Mi sono sempre buttato in tutto, senza riflettere troppo, perché odio farlo, odio avere dei ripensamenti, ma questa volta la paura è più forte di tutto il resto,  sono pronto a mettermi in gioco per amore? E se Serena ci ripensa? Se in realtà lei non mi vuole? In fondo ci conosciamo da poco, anche se lei mi segue da tanto tempo.
“Niall è tutto ok? Sei diventato tutto bianco!” dice Zayn alzandosi per sedersi al mio fianco.
“Si, si, non ti preoccupare, vado un secondo in bagno!” dico alzandomi.

I ragazzi annuiscono e io mi faccio strada tra queste mura familiari, giro a destra ed apro la prima porta, mi infilo nel bagno e mi siedo a terra. Prendo un respiro mentre fisso l’immensità di questa stanza, non ho mica capito perché Liam ha la fissa per i bagni grandi! Poggio la testa sul marmo freddo della vasca da bagno e mi lascio travolgere dai miei ricordi, non sono mai stato un ragazzo timido, ho sempre amato immischiarmi, coinvolgere la gente, farmi degli amici, ma allo stesso tempo ho sempre avuto e continuo ad aver paura di rimanere da solo, è quello che temo di più di ogni cosa, soprattutto ora che sono un personaggio famoso, la gente dice che rimarrà sempre al mio fianco, ma alla prima occasione, al primo sbaglio iniziano a voltarmi le spalle e mi fa paura, perché più gradini sali in una scala e più forte è l’impatto a terra in caso di caduta. Il telefono vibra nella mia tasca, lo tiro fuori e apro il messaggio.


Da: Serena
“Sono proprio sfigata, il meccanico ha detto che non è pronta ha cominciato a piovere e l’autobus non passa, che giornata! La odio. Puoi venire a prendermi? Scusa se ti disturbo!”

 

Rileggo il messaggio, mi alzo svogliatamente e faccio qualche passo verso lo specchio, apro l’acqua e ne butto un po’ sul viso,  guardo il mio riflesso, le goccioline d’acqua ricadano da qualche ciuffo, non so per quanto tempo continuo a fissarmi, quel che vedo mi piace ma mi spaventa allo stesso tempo, che uomo sarò in futuro? Prendo l’asciugamano e affondo il viso nel tessuto morbido e caldo, ho quasi voglia di piangere,  devo chiamare Amy e chiarire con lei, ma Serena?
Esco dal bagno e torno in salotto, i ragazzi mi guardano con un’espressione indecifrabile, sanno che c’è qualcosa che non va, dopo tutto questo tempo passato insieme abbiamo imparato ogni singola cosa dell’altro, ed è una cosa bella ma a volte è anche soffocante.
“Io devo fare una cosa importante, per caso qualcuno può andare a prendere Serena?” chiedo guardandoli speranzoso. Louis subito cambia espressione ma poi sbuffa.
“Dannazione, devo andare ad incidere un pezzo, oggi tocca a me e Zayn!” dice mortificato.
“No, tranquillo!” dico scuotendo la testa, Harry scrolla le spalle, sicuramente avrà da fare, così guardo Liam e sorrido.
“Va bene, dimmi dove devo andare!” dice alzandosi.
“Grazie Lee, questo è l’indirizzo” dico scrivendo su un foglietto la via che mi ha detto Serena per messaggio.
“Perfetto! La accompagno a casa?” chiede, infilando la giacca.
“Non so credo di si, chiedi a lei!” ribatto e lui annuisce.
“Ma chi è Serena?” chiede Andy curioso. Dico, ma non ti puoi fare i cavoli tuoi? I ragazzi non rispondono e guardano me, cosa devo dire? Non so cosa rispondere di preciso e in realtà non voglio nemmeno fargli sapere tutti i fatti miei, così dico la prima cosa che mi viene in mente.
“La mia domestica, tutto qui!”
Sento gli occhi di Louis perforarmi la schiena, lo so Lou, so che non è la mia domestica, lo so che faccio schifo da solo, che la mia fottuta paura di restare solo mi porterà a perdere tutti. Lo so, ma non mi guardare così!
“Oh, ok!” risponde Andy.
Il silenzio cade e io fisso le punte delle mie scarpe, mordicchio le pellicine intorno alle unghie come ogni volta che sono nervoso, poi Liam viene a salvarmi, come sempre.
“Allora vado, ci vediamo più tardi ragazzi, tanto c’è Andy qui, potete stare quanto volete!” dice da bravo padrone di casa, dà una pacca sulla spalla al suo amico e un cenno con la testa a noi, prima di uscire di casa.
Ora è meglio che vado anche io, non ho intenzione di subirmi una scenata di Louis.
 


Pov di Sere
 
Le macchine sfrecciano per strada, lasciandosi dietro polveroni di fumo e schizzi d’acqua, giuro che se me ne arriva uno addosso faccio scoppiare la terza guerra mondiale! Non riesco nemmeno a finire di formulare il pensiero che una macchina grigia mi passa accanto facendomi letteralmente la doccia.
Faccio un salto indietro per lo spavento  e per l’acqua fredda a contatto con il corpo, sbatto più volte le palpebre per riprendermi ma senza successo, ed è così che mi trova Liam quando arriva a bordo del suo macchinone nero, abbassa il finestrino e fa per dire qualcosa, alzo la testa e lo guardo malissimo.
“Non una parola!” dico a denti stretti aprendo la portiera per salire. Questa giornata è proprio uno schifo!
Mi siedo e tolgo la giacca ormai inzuppata, cerco di fare meno casino possibile ma la cosa non mi riesce, rimango incastrata tra la tracolla e la manica sinistra, sbuffo mentre Liam scoppia in una sonora risata.
“Lascia, ti do una mano!” dice e mentre io rimango immobile, lui sfila dolcemente la borsa dalla mia testa, così riesco a togliere la giacca e la poggio a terra, tanto è da lavare comunque!
“Scusa, ti bagnerò tutta l’auto con questi jeans!” dico mortificata girandomi a guardarlo. I capelli tirati indietro dal gel lo fanno sembrare ancora più bello, dio, la directioner che è in me sta per venire fuori!
“Non ti preoccupare, il riscaldamento è a palla, almeno non ti ammali!” dice sorridendo.
E solo Dio sa quanto amo e ho sempre amato, le fossette intorno ai suoi occhi quando ride. Sorrido anche io e mi lascio cadere nel sedile, lascio quasi che mi inghiotti, talmente sono piccola rispetto a quell’auto. Il caldo inizia a farsi sentire, come anche il temporale fuori, un lampo squarcia il cielo e io sobbalzo spaventata.
“Hai paura?” mi chiede dolcemente Liam, io annuisco incapace di rispondere.
“Stai tranquilla, ti accompagno a casa di Niall, ok?” dice premuroso.
“No, ha detto che aveva da fare, non vorrei disturbarlo!” dico sincera.
“Come vuoi, ho bisogno del tuo indirizzo allora!” dice e dopo avergli detto la via, lo vedo impostare il navigatore, tende il braccio sinistro per sistemarlo e la felpa si tira su scoprendo parte del suo braccio, le vene gonfie per la tensione, sono ben visibili e io, devo reprimere l’impulso di toccarle con le dita.
“Ah, non abiti lontano da me, allora visto che siamo di strada ti spiace se salgo a prendere una cosa così dopo faccio altri giri?” mi chiede, come se avesse bisogno di darmi spiegazioni!
“Certo fa pure, mi dispiace averti disturbato!” dico mortificata.
“Ma figurati, tanto dovevo uscire!” dice sorridendo.
Sorrido anche io e per il resto del tragitto rimaniamo in silenzio ad ascoltare solo la musica proveniente dalla radio, super tecnologica, impostata sulla frequenza di  Radio 1*.
Arriviamo qualche minuto dopo sotto quella che scopro essere casa di Liam, un tuono ci fa sobbalzare entrambi e io mi giro verso di lui con la faccia terrorizzata.
“Ci metto due minuti giuro!” dice parcheggiando, per poi uscire in fretta e correre verso casa. Rimango dentro l’auto e alzo un po’ i riscaldamenti, la giacca è ancora bagnata e sbuffando accendo la radio. Appoggio la schiena contro il sedile e giro la testa verso il finestrino, lo sbalzo di temperatura tra l’interno e l’esterno ha appannato i vetri, così con un dito disegno un cuore su quel finestrino, le note dolci di un pianoforte riempiono l’abitacolo, prendo il cellulare dalla borsa, nessun messaggio di Niall.
Chiudo gli occhi e rimango ad ascoltare il suono di quei tasti bianchi e neri, quell’ insieme di note che danno vita a qualcosa di unico e rilassante, di dolce e allo stesso tempo amaro, come il sapore che ti lasciano addosso una volta giunte al termine. Sono talmente assorta nei miei pensieri che non mi accorgo nemmeno di Liam che apre la porta, sento una risata diversa dalla sua e apro gli occhi spaventata.
“Lui è Andy!” dice Liam indicandomi il suo amico seduto nei sedili posteriori, mi giro a guardarlo, come se non lo conoscessi!
“Lo so! Serena, piacere!” dico tendendo la mia mano verso di lui che l’afferra prontamente.
“Però, Niall non mi ha detto che la sua… com’è che l’ha chiamata? Ah, la sua domestica…” dice Andy ma io non lo sento nemmeno, resto bloccata al suono di quella parola che tanto detesto, accidenti a me e a quando ho iniziato questa sceneggiata. Mi mordo il labbro inferiore per evitare di piangere, noto Liam che mi osserva, non parla, non dice nulla. Cancello con la mano il cuore sul finestrino, poi decido di stare al gioco.
“Grazie per il complimento!” dico rivolta ad Andy, per poi girarmi verso Liam “Mi accompagni da Niall o devo prendere il pullman?” dico cambiando programma, se Andy deve credere che io sono la domestica, non posso farmi accompagnare a casa.
“No, ti accompagno io!” dice Liam riprendendosi dopo un attimo di indecisione. Io annuisco facendoli segno di partire e lui mette subito in moto, girando dal lato opposto della città, diretti a casa Horan.
Il viaggio è silenzioso e lento, la pioggia ormai è quasi cessata, ma la strada è piena di pozzanghere, spero che nessuno abbia la mia stessa sfortuna oggi! I tergicristalli dell’auto spazzano via per l’ultima volta le goccioline di pioggia e io quasi sento un vuoto quando restano immobili, il loro movimento mi ha sempre ipnotizzata, fin da piccola. Cerco di trovare qualcos’altro da guardare, voglio evitare di pensare a Niall, ma le cose mi sono difficili, vedo in lontananza la sua casa, ma quello che odio di più è vederlo uscire insieme ad Amy per correre verso l’auto e infilarsi dentro, con lei al posto del passeggero, Liam fa per suonare ma blocco la sua mano, si gira spaventato e sorpreso ma lo supplico con gli occhi di non fare nulla.
“Ah, lo sapevo che tra Amy e Niall c’era qualcosa, altro che amici!” interviene Andy.
Trattengo l’impulso di spaccargli la faccia, mentre Liam ferma l’auto.
“Andy, chiudi quella bocca per favore?” dice rivolto all’amico.
“Tranquillo, grazie per il passaggio, io ora vado o farò tardi!” dico, anche se non vorrei farlo partire, non voglio restare da sola in quella casa, non dopo aver visto Niall andare via insieme a lei.
“Sei sicura che…” prova a dire Liam, ma viene interrotto ancora da Andy.
“Liam facciamo tardi, dai!” sbuffa da dietro.
Non mi giro nemmeno questa volta, non sembrava così rompi scatole da un computer!
Prendo la giacca e la borsa e dopo aver sorriso e ringraziato Liam, apro la porta dell’auto.
“Attenta!” dice solo Liam, annuisco e percorro il vialetto intorno alla villetta di Niall. L’auto non è ancora ripartita, mi giro e saluto con la mano, anche se non posso vedere nulla con i vetri oscurati.
Le foglie bagnate si attaccano alle mie scarpe e ci metto quasi tre ore per raggiungere la scala sul retro, soffio sul ciuffo di capelli cadutomi davanti al viso e lo rimando indietro.
“Aaaah” sbraito.
Cerco le chiavi e dopo venti minuti di ricerca nei meandri della borsa, finalmente entro, salgo le scale e apro la finestra della stanza di Niall, ci sono dei vestiti sul letto, chiudo gli occhi e cerco di reprimere le immagini di Niall su quel letto con un’altra.
“Smettila di pensarci Sere” mi dico da sola.
Poggio la borsa sulla sedia insieme alla giacca, sfilo le scarpe e i pantaloni bagnati per farli asciugare e, come se fosse casa mia, apro l’armadio per prendere una sua tuta. La infilo e subito dopo il profumo incessante della sua pelle mi incasina la testa, quello non è l’odore di nessun profumo o deodorante, è il suo, lo riconoscerei da tutte le parti.
Prendo il telefono dalla borsa e digito velocemente un messaggio, non ci sto a perderlo, non ci sto ad arrendermi.


A: Niall
“Non sfiorarla come sfiori me!”


 
Forse il messaggio non ha nemmeno un senso, ma schiaccio comunque invio e butto il cellulare sul letto, per poi uscire dalla stanza e andare in cucina per mettere su un po’ di caffè.
Rimango nel silenzio di quella casa, canticchiando tra me e me una canzone, l’odore del caffè riempie la cucina in qualche minuto, lo verso nella tazzina ma mi scotto e faccio cadere tutto a terra.
“Non è venerdì 17 oggi, dannazione!” urlo.
Prendo la spugna e mi inginocchio a terra per raccogliere tutto, strofino sulle macchie e cerco di non pensare a tutto quello che è successo oggi, ma stare in casa sua non mi aiuta affatto, cosa mi è venuto in mente? Cosa speravo? Che un personaggio famoso come lui si innamorasse della poveraccia di turno? Quello succede solo nelle favole, diciamoci la verità, la realtà è un’altra cosa.
Sento la serratura scattare e il portone di casa si apre,  lo sguardo di Niall mi è subito addosso, non mi giro ma lo sento appoggiare le chiavi sul mobiletto all’ingresso mentre io continuo a strofinare le mattonelle ormai lucide.
“Che stai facendo? ” chiede avvicinandosi.
“Il mio lavoro, ecco cosa sto facendo!”  replico senza voltarmi nemmeno questa volta.
“Alzati dai, non devi fare proprio nulla!” prova a farmi alzare, ma lo scanso brutalmente.
“Lascia stare, devo pulire, ti ripeto è il mio lavoro!”
“Non è vero e lo sai, si può sapere che succede?” chiede sbuffando.
Sbuffo anche io, pulisco le mani sulla maglietta e mi alzo, prendo un bel respiro prima di girarmi verso di lui.
Mi guarda attento, in attesa di una risposta, i capelli leggermente in disordine, la maglietta bianca lascia intravedere la peluria sul petto, è incredibilmente bello ma mi sento così ferita da lui.
“Ti vergogni di me?” Chiedo guardandolo negli occhi.
“No!” risponde prontamente “Cosa dici?” continua avvicinandosi di qualche passo.
“E allora perché Niall? Perché hai detto ad Andy che sono la tua domestica? Perché non sei venuto a prendermi? ” dico sull’orlo di una crisi di pianto.
“Ma perché stai dicendo queste cose?” chiede.
“Perché credevo di essere qualcuno per te!” ribatto.
“E lo sei, ma non vedo perché devo sbandierare la cosa ai quattro venti!” dice nervoso.
“Non sto dicendo questo! Ma potevi dire che ero un’amica!” rispondo a tono.
“Le cose per me sono complicate, ok? Dovresti saperlo, sei una nostra fan!” dice.
“Cosa precisamente? Cosa è complicato?” chiedo.
“Non sai cosa vuol dire addormentarsi la notte con mille domande per la testa, con mille dubbi!” dice avanzando ancora verso di me.
“Se riguardano me, fammele queste domande!” dico alzando di un’ottava il tono di voce.
Lui mi guarda con occhi diversi, non gli ho mai visti così, l’ho fatto innervosire, ma anche io sono un essere umano con dei sentimenti e non voglio che vengano calpestati.
“Parla Niall, non guardarmi così, quali sono queste domande che non ti fanno dormire?”
Non risponde e io continuo a parlare, dando libero sfogo ai miei pensieri.
“E non dirmi che hai paura che io voglia stare con te solo per i soldi, perché questo l’abbiamo chiarito!” dico.
“Staresti con me anche se non fossi Niall dei One Direction?” finalmente apre bocca, ma non mi piace quello che dice.
“Per favore, io ti ho conosciuto per questo!” ribatto.
“Lo so, ma proprio per questo non so se vuoi stare con me per quel che…” non lo faccio finire di parlare che le mie dita si piantano sulla sua guancia destra.
“Due sono le cose Niall, o il ragazzo che salta nei concerti, quello che ride per qualsiasi cosa, quello che mangia fino a farsi venire un’intossicazione alimentare, quello che si emoziona sempre, quello che ama suonare la chitarra, il ragazzo che si vede in tv, su twitter o che viene fuori dalle canzoni è il vero te, e in questo caso mi sono presa una bella sbandata per te, oppure tu racconti un sacco di bugie e fai credere al mondo di essere una persona diversa da quella che in realtà sei, e se la verità è quest’ultima ora esco da questa casa e non ci metto piede mai più!” dico tutto d’un fiato.
I suoi occhi sono sgranati per la sorpresa, sicuramente non si aspettava una reazione del genere, ma è la verità e io voglio una risposta.
“Certo che sono io quello che il mondo vede, non volevo dire questo! Ma è diverso…” prova a giustificarsi.
“No Niall, non è diverso, la tua vita è cambiata per sempre, e devi fidarti delle persone che ti vogliono bene” dico sincera.
Lui chiude gli occhi e si morde un labbro, sta trattenendo le lacrime, proprio come io ho fatto oggi pomeriggio!
“Fai parte della boyband più famosa del mondo, non puoi prendere e lasciare questo dettaglio da parte, io voglio il pacchetto intero! Voglio il Niall che si alza la mattina e poltrisce sul divano a guardare le partite ma anche il te che si alza la mattina e corre via per registrare un pezzo, voglio il te a casa a mangiare ma anche il te in concerto, tu sei questo Niall” prendo un respiro e mi avvicino ancora a lui, i nostri nasi quasi si sfiorano ormai.
“Voglio essere la tua normalità ma anche  la tua realtà” dico prima di poggiare le labbra sulle sue.
 E questo bacio cancella tutte le pene sofferte oggi, perchè basta questo, un semplice bacio, dato dalla persona giusta a rendere l'inferno un paradiso.

 
*Radio 1 è una radio reale inglese, uno dei conduttori è Scott Mills, presente anche al 1D Day!
 
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Hiiii!
Ammetto che l’ultima parte mi fa piangere un casino e non vedo l’ora di sapere le vostre reazione perché ci tengo particolarmente
a questo capitolo, non so spiegarvi il motivo ma scriverlo mi ha completamente sconvolto emotivamente!
C’è anche un piccolo accenno di amicizia Siam ahahah Non può mancare nelle mie storie! Lo sapete ormai!
Non voglio prolungarmi più di tanto, anche perché sul gruppo mi state minacciando amorevolmente di pubblicare! xD
Vi voglio bene, a tutte!
A chi sento sempre e a chi occasionalmente, siete tutte dentro il mio cuoricino!
Lettrici silenziose, mi piacerebbe sentire anche voi!
Anyway, grazie per esserci sempre!
A presto!
Serena.
N.B:  PLEASE DON’T COPY!

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Capitolo 11
*** Capitolo undici ***


              .The Maid.

                         Capitolo 11



                                                        
 



"Solo gli amori irrealizzati sono eterni."


 

 

Inferno.

Non riesco a capire perchè molte persone si sentono attratte da quel posto,

che poi, c'è da vedere se esiste veramente o no! Ma comunque, come si fa ad apprezzare un posto pieno di sofferenza e dolore? Mi ricordo di averlo chiesto una volta a mio padre quand'ero piccola, lui mi guardò e sorridendo disse “Perchè non sanno che succede laggiù!”.

Ecco infatti, che ne sappiamo noi? Io resto dell'idea che bastano e avanzano tutte le sofferenze sulla terra, anche perchè io non sono proprio la persona più forte della terra!

Anzi, la mia soglia di sopportazione del dolore è misera!

Oggi sento quasi che il cuore faccia fatica a restare attivo per quanto è triste!

Non riuscivo ad alzarmi nemmeno dal letto, poi ho costretto il mio corpo ad uscire da quel calore e affrontare la realtà. Ora eccomi qui, per la strada ad aspettare che il semaforo diventi verde per attraversare la strada, alcune persone passano comunque, ma dico, servirà a qualcosa quell'arnese colorato no?

Perchè rischiare? Vorrei un semaforo anche nella vita, qualcuno che mi dicesse di stare ferma, che mi dicesse “non fare quella cosa, non fidarti di quella persona, non legarti a quell'altra”, qualcuno che mi dicesse semplicemente “E' rosso!” e io capirei, di cambiare strada, o di aspettare! E invece no, se avessi avuto il semaforo vitale ora non sarei qui, dopo tre giorni di chiusura forzata in casa, a piangermi addosso per un ragazzo.

Verde.

Mi avvio per raggiungere il bar dall'altra parte della strada, Will è lì, mi aspetta da qualche minuto e direi che si merita anche qualche spiegazione in più di quelle che gli ho rifilato in questi giorni.

Spingo la porta e il familiare suono dei campanellini,appesi al soffitto,mi da il benvenuto in quel posto pieno di studenti e lavoratori. Mi avvicino al bancone e ordino la mia solita spremuta d'arancia, mi fermo ad osservare tutte le bottiglie poggiate sulle mensole dietro il bancone, le fisso ogni volta come se fosse la prima e le conto... si, ho qualche problema psichico, me ne rendo conto da sola! Ma quando sono nervosa contare gli oggetti mi rilassa e mi calmo piano piano.

“La spremuta?” chiede il signore dietro il bancone.

“Da questa parte!” dico sorridendo. Lui ricambia il sorriso e mi poggia il bicchiere stracolmo di liquido rossastro davanti, per poi tornare a servire altri clienti con il solito ottimismo.

Afferro il bicchiere e cercando di non far cadere niente, mi guardo intorno fino a scorgere Will in un tavolino, mi faccio spazio tra la gente e poi mi siedo davanti a lui.

“Ma cos'è tutta questa gente questa mattina?” dico sbuffando.

Lui distoglie gli occhi dal suo giornale sportivo e mi guarda di sottecchi, prima di chiudere e ripiegare quell'ammasso di carte e sorridermi.

“Chi non muore si rivede!” dice sarcastico e io sorseggiando un po' di succo alzo le sopracciglia.

Lui si alza per prendere il suo cappuccino con cornetto annesso, ovviamente, e poi torna a sedersi, so che muore dalla voglia di chiedere, gli si legge in faccia, fa sempre strane smorfie con le labbra quando vuole parlare ma ha paura di farlo.

“Avanti, chiedi!” dico poggiando i gomiti sul tavolo e unendo le mie mani per poggiarci sopra il mento e continuare a guardarlo.

Lui mi guarda attento, poi sorprendendomi si alza, accosta la sedia al tavolo e mi porge la mano.

Lo guardo stupita, sfrego le mani sui jeans e decido di alzarmi.

“Andiamo a fare due passi su!” dice sistemandosi la tracolla sulla spalla.

Annuisco e dopo aver pagato lasciamo il bar, un gruppetto di studenti si dirige verso l'edificio statutario scherzando e ridendo, Will mi tira per mano verso il lato opposto, oggi niente lezioni, strano per un tipo come lui, sempre attento a fare meno assenze possibili.

“Che ne hai fatto tu del mio amico Will?” dico sbarrando gli occhi.

“Oggi abbiamo bisogno di una giornata diversa!” dice sorridendo e io annuiso.

Se mi avvertiva avrei evitato di portare tutti quei libri, la tracolla pesa troppo!

Facciamo qualche passo in silenzio godendo della leggera arietta fresca tipica delle mattinate Londinesi, il mio miglior amico canticchia piano piano e solo adesso mi accorgo di uno strano sorrisetto sulle sue labbra.

“Oh mio dio!” dico fermandomi all'improvviso rischiando di scontrarmi con una donna dietro di me.

“Che ti prende?” dice Will.

“Cosa prende a te! Conosco quello sguardo! Tu sei innamorato!” dico maledicendomi dentro per non essermi accorta di questo cambiamento nella sua vita.

Lui fa un sorriso, ma non di quelli comuni, quello sul suo volto è il sorriso di una persona che scopre l'amore, la felicità e la gioia, sentimenti ed emozioni che si provano quando nella vita entra una persona speciale. Immediatamente il mio pensiero vola ad un piccolo biondo irlandese, abbozzo un sorriso ma subito dopo le parole dell'altra sera mi colpiscono immediatamente come uno schiaffo in pieno viso, chiudo un istante gli occhi e mentre Will accanto a me racconta di un ragazzo incredibilmente bello, che ha conosciuto da poco, io mi tuffo nel passato.

 

 

 

Le mani di Niall si poggiando tremanti sulle mie braccia e mi sposta via, interrompendo il nostro bacio.
I suoi occhi sono ancora chiusi mentre i miei sono spalancati e sorpresi, sbatto le 
palpebre per evitare di riversare lacrime e mostrarmi debole davanti a lui.

Aspetto che mi guardi, che dica qualcosa e lui mi accontenta, fissa le sue pupille azzurre nelle mie verdi.

“Non posso, mi dispiace” dice.

Boccheggio un attimo incredula, che significa che non può?

“Prima ero fuori con Amy, abbiamo fatto pace e ho deciso di darle una possibilità!” dice serio, il suo tono piatto e freddo mi spaventa quasi.

Non riesco a rispondergli, a dire qualcosa di sensato, anche perchè al momento di sensato non c'è proprio niente da dire, piuttosto c'è da spaccargli la faccia, ma mi trattengo.

Sposto lo sguardo sulla parete piena di chitarre e dico una frase insensata e fuori luogo.

“Avevi detto che mi avresti insegnato a suonare la chitarra!”

La mia voce è bassa e rotta, lui segue il mio sguardo verso le chitarre e cercando di non farsi vedere, si mordicchia un labbro, ma io lo noto lo stesso.

Con tutta la forza che possiedo in corpo e senza scompormi gli do le spalle, vado a prendere tutte le mie cose e sulla porta di casa mi volto a guardarlo qualche secondo, è ancora fermo al centro del salotto, senza fiatare mi chiudo la porta dietro e lo lascio lì, insieme ad una parte di me.

 

 

“Sere ci sei?” la voce di Will mi arriva ovattata nelle orecchie.

Mi volto confusa verso di lui e mi rendo conto di non aver sentito nemmeno una parola del suo discorso, accidenti, sono una pessima amica!

“Scusa Will, dicevi?” dico riprendendomi un po'.

“Non hai sentito una parola vero?” dice alzando gli occhi al cielo.

Lo guardo abbozzando un sorriso furbo e carico di scuse e lui spazientito mi prende per un braccio e mi trascina verso l'entrata di Kensington Gardens, come ci siamo arrivati qui?

Attraversiamo un viale ricoperto dall'edera, sembra di stare all'interno di una grotta d'erba, è sempre spettacolare venire qui, la bellezza di questo giardino è infinita, i fiori in ogni angolo, di ogni forma e colore, le statue, le distese d'acqua e anche le papere dai! E' bello tutto qui dentro, sembra di vivere in un mondo a parte, in un'altra dimensione, passeggiamo immersi nel verde, il palazzo campeggia nella sua maestosità di fronte a noi, non so perchè, ma ogni volta mi sembra più grande!

Mah! Non ci fermiamo tanto, ci sono troppi turisti a fare foto fuori, noi passiamo oltre e continuiamo a immergerci tra i fiori, tra le fontane e i milioni di turisti, fino ad arrivare alla statua di Peter Pan, un po' nascosta rispetto al resto ma comunque importante.

Ammetto che la prima volta che sono venuta a Londra mi aspettavo qualcosa di più grande e maestoso, invece mi sono ritrovata un piccolo bambino su una base, in proporzione, più grande e alta di lui! Ma ormai ci ho fatto l'abitudine e non mi sorprende più!

“Lui è stato il mio primo amore!” dice Will mentre ci spostiamo a sederci sulla panchina, proprio davanti alla statua.

“Ti sei innamorato di una statua?” lo prendo in giro.

“No idiota! Avevo visto il film e mi ero innamorato dell'attore, da lì mia madre ha iniziato ad avere i suoi dubbi sulla mia sessualità!” ridacchia e io me lo immagino piccolino mentre fantastica su Peter Pan.

“Allora? Ti va di parlare?” mi dice mentre si stiracchia e si sistema meglio sulla panchina, occupandone metà.

Faccio una smorfia e torno a fissare le persone che fanno le foto arrampicandosi vicino al bambino più famoso del mondo.

Will è in attesa delle mie parole e così mi ritrovo a raccontargli di tutto, del passaggio di Liam, di Amy e Niall, del mio monologo a quest'ultimo e delle sue parole dopo aver interrotto il bacio.

“Cosa? Ma.. al party aveva mollato lei per te! Soffre di qualche disturbo di personalità?” chiede William. Io rido e scuoto la testa, purtroppo non soffre di niente.

“Mi sembra strano!” dice dando voce anche ai miei pensieri.

“Si, ci ho pensato anche io, alla fine la sera prima era a dormire a casa mia, nel mio letto e poi improvvisamente, puff! Si mette con lei! Vai a capirlo!” dico esasperata.

In questi tre giorni ho fatto congetture su congetture, mille pensieri, mille possibili situazioni, le ho anche scritte su alcuni fogli, ho fatto collegamenti con penne colorate, stile polizia americana con i casi irrisolti, per intenderci!

“Non devi arrenderti!” mi dice il mio amico.

“Ma cosa devo fare Will, non voglio dargli fastidio, sai che significa per me un rifiuto da parte sua?

Mi ha distrutto Will, sono a pezzi!” dico abbracciandolo e facendomi cullare dalle sue braccia.

Riverso la mia tristezza, la mia delusione e tutta la vergogna di quel rifiuto in quel parco, in mezzo a fiori e persone che si fermano a guardare un attimo prima di ritornare alle proprie vite.

Stringo la maglia di Will tra le dita e mi do della stupida mentalmente per aver fatto crollare il muro di difesa che avevo creato intorno a Niall.

Mi stacco lentamente da Will e asciugo le lacrime con il dorso della mia mano, abbozzo un sorriso per nascondere l'imbarazzo e mi scuso con lui.

“Sei umana Sere, tutti piangono, non scusarti!” dice passandomi un fazzolettino.

Lo prendo e affondo il viso nella stoffa, resto qualche minuto così, ferma, tra il sapore salato delle mie lacrime e l'odore di limone del fazzoletto di stoffa, poi prendo un respiro e dopo aver guardato il cielo, mi alzo da quella panchina, che da questo giorno ha cambiato significato, afferro la mano di Will e lo trascino lontano da quel posto.

Ripercorriamo il parco, ma questa volta facciamo un'altra strada, tiro un piccolo calcio ad una pietruzza e la guardo rotolare via, mi sento un po' come quella pietra, buttata all'angolo della strada senza una motivazione e allora faccio una cosa strana agli occhi della gente, mi abbasso a raccoglierla e torno indietro a posizionarla dov'era prima, perchè anche una pietra inanimata ha bisogno di restare al suo posto, magari qualcun'altro la lancerà via, ma non sarò io.

Will mi guarda allarmato, io mi pulisco le mani e sorridendo faccio segno di poter andare via.

“Un giorno mi spieghi cosa ti passa per la testa, secondo me sei un caso clinico!” dice prendendomi in giro.

“Può essere in effetti!” dico facendo finta di rifletterci su.

Mi metto sottobraccio a lui e insieme torniamo verso la nostra facoltà, per riprendere la strada di casa, mi fermo a comprare un pacchetto di caramelle e mentre le mangiamo commentiamo il modo di vestirsi dei passanti, ah... adoro avere un amico gay, a volte è meglio di un'amica donna!

 

 

 

Saluto Will prima di scendere a prendere la metro per tornare a casa, ci abbracciamo e ci diamo appuntamento per l'indomani, possibilmente nell'Aula di pubblicità.

Ed ora mi trovo a percorrere la strada verso casa con lo stomaco che brontola per la fame, passo davanti ai negozietti all'inizio della mia via, mi fermo a comprare un po' di pane e chiamo mia madre, mi faccio raccontare un po' di novità e, da buona donna italiana, mi racconta pettegolezzi di ogni genere e su ogni persona! Ma come fa? Per un po' resto ad ascoltarla ma dopo mi arrendo e la lascio parlare mentre io, finalmente, arrivo nel mio palazzo.

La facciata esterna porta i segni di tanti anni, ma per quel che posso permettermi, questo palazzo è come una reggia per me. Salgo i cinque scalini che mi separano dal pianerottolo dov'è posizionato l'ascensore, finalmente sono a casa, le mie gambe implorano riposo e soprattutto la mia mente ha bisogno di cioccolato per non pensare.

Apro il portone di casa e mi fiondo in cucina, cibo, cibo!

“Giù le zampe dal frigo!” urla Jess facendomi sobbalzare.

“Ma sei pazza? Avverti quando arrivi!” dico tenendo una mano sul petto.

“Scusa, ma dovevo fermarti, stasera viene Louis a cena e ho fatto un dolce, quindi non aprire e non mangiare niente, c'è in programma un pasto abbondante!” dice sorridendo, prima di sparire verso la sua stanza.

Sbuffo scocciata e la seguo, che significa che Louis viene a cena? E soprattutto, cosa faccio io?

Il candelabro?

Spalanco la porta della sua stanza e l'odore di borotalco mi infiamma le narici, ma quando deodorante si mette questa ragazza?

“Jess?” la richiamo, mentre lei finge di non vedermi e continua a buttare i suoi vestiti fuori dall'armadio.

“Jess, sul serio, io mangio qualcosa fuori, non voglio fare da terzo incomodo!” dico seria.

“Ma finiscila, penso verrà anche Harry o Liam, non mi ricordo chi dei due!” dice fermandosi a pensare un secondo.

La sua calma quasi mi spaventa, come fa a parlare così tranquillamente? Io ogni volta che li nomino o li tratto come se fossero amici d'infanzia, sento un magone dentro, un convoglio di emozioni e farfalle.

“Ma stai bene?” le chiedo.

Lei continua a fissare l'armadio, canticchia una canzonetta scialba, una di quelle senza senso che si sentono in discoteca per intenderci!

“Jess?” mi avvicino a lei e le accarezzo un braccio.

Vedo il suo viso cambiare lentamente, prima calmo e disteso, subito dopo allarmato e nervoso.

Ma Dio, perchè mi circondi di persone bipolari? Non basto io, con le mie stranezze?

“Non so cosa cucinare Sere, ho fatto il dolce ma non so cos'altro fare, non so nemmeno fare un uovo!” dice lasciandosi cadere a terra sulle ginocchia.

Mi inginocchio accanto a lei e sorrido, mi fa tenerezza, così le passo un braccio intorno alle spalle e la tiro verso di me, le scompiglio un po' i capelli e poi scoppio a ridere.

“Sciocchina, ci penso io, stai tranquilla! A che servo altrimenti?” dico facendola ridere.

“Non volevo disturbarti, hai tante cose per la testa!” dice teneramente.

“Non ha importanza, passerà, prima me ne faccio una ragione, prima starò meglio!” dico alzandomi in piedi.

Le tendo una mano e lei l'afferra prontamente, la vita è strana delle volte, è un cerchio infinito, prima qualcuno aiuta te, poi sei tu ad aiutare qualcun'altro, perchè è così, anche se siamo troppo orgogliosi per ammetterlo, tutti abbiamo bisogno di qualcuno su cui contare e tutti sono in grado di dare sostegno ad altri, soprattutto quando si è troppo fragili per restare a piangersi addosso.

Fateci caso, siamo pronti a dare tutto di noi per aiutare il prossimo specialmente nei giorni in cui siamo noi ad averne bisogno, forse inconsciamente speriamo che facendo del bene, qualcuno di buon cuore si decida a tenderci una mano.

E così qualche ora più tardi, dopo una bella doccia rilassante e un bel piatto di verdure, per tenersi leggeri, ci ritroviamo a cercare ricette sul computer, in camera di Jess.

Leggo qua e là e poi una lampadina si accende nel mio cervello, so cosa fare.

Sorrido, portando la mia amica in cucina e aprendo finalmente il frigo per tirare fuori qualche ingrediente.

Sorrido, mentre accendiamo la radio e ci lasciamo trasportare dalle canzoni del momento.

Sorrido anche quando passano una loro canzone, chiudo gli occhi e mi aggrappo,con tutta la forza che ho, al bordo della sedia, mentre Niall canta, e c'è solo lui, lui e nient'altro, niente musica, niente rumori, niente voci in sottofondo, lui... lui... solo ed unicamente lui.

E ogni parola, ogni respiro,che riesco a catturare dalle casse, mi entrano dentro come lance di ferro, mi squarciano la carne e sento le scosse di dolore intorno al petto e crollo, ancora una volta.

Lascio il legno freddo della sedia e corro verso la mia stanza, cerco di regolarizzare il respiro ed esco sul balcone a prendere una bella boccata d'aria, Jess mi raggiunge con un bicchiere d'acqua e mi sta accanto fino a quando mi calmo e possiamo rientrare.

“Non l'hai ancora tolto?” mi chiede Jess.

Non ho bisogno di girarmi per capire a cosa si riferisce, so benissimo che accanto al mio letto, il poster di Niall fa mostra di sé.

“Fa sempre parte di una band che amo, non posso cancellarlo dalla mia vita, non è così semplice!” confesso.

“Già, ti capisco!” dice soltanto Jess,

Scrollo le spalle e le faccio cenno di andare, mi chiudo la porta dietro e mi butto a capofitto per preparare i famosissimi spaghetti alla carbonara, tanto amati da Louis!

Mentre io taglio a pezzetti il guanciale, Jess mi gira attorno come una cavalletta per non perdersi nemmeno un passaggio, cerco di farla smettere ma lei non ne vuole sapere, così mi ritrovo a doverle spiegare tutto, passo dopo passo.

“Viene un profumino spettacolare!” dice applaudendo, delle volte mi sembra una di quelle ragazzine sopraeccitate!

“Dai, prepara la tavola Jess, a che ora ha detto che arrivano?”

“Tra una ventina di minuti, alla fine viene con Harry!” mi avverte e io annuisco.

In realtà avrei preferito Liam, non ho nulla contro Harry, anzi, però con Liam avevo instaurato una specie di rapporto, con Harry ci ho parlato pochissimo, via.. sarà un modo per conoscerlo meglio.

Intanto butto gli spaghetti in pentola e poi aiuto Jess a sistemare i bicchieri, prendo l'acqua e tiro fuori una bottiglia di vino, una di quelle italiane che mio padre compra in posti che solo lui conosce a Londra! Faccio giusto in tempo a stapparla che il campanello suona e Jess butta un urletto di gioia, scuoto la testa e rubo un pezzetto di pane dal cestino.

Mentre giro la pasta, butto un'occhiata al mio abbigliamento, effettivamente potevo togliermi questa felpa extra-large, sono in tenuta “ragazza appena scaricata, non commentare i miei gesti e i miei vestiti altrimenti ti uccido”.

La risata di Louis arriva dal corridoio forte e chiara, è sempre il solito, ride sempre!

Immagino già la faccia da pesce lesso di Jess e ridacchio sotto i baffi, mentre tiro fuori la pasta.

“Buonasera!” urla il più grande riversandosi in cucina come un uragano.

Non faccio in tempo a girarmi che mi ritrovo stretta in un abbraccio vertiginoso, tra le braccia di Tomlinson.

“Lou, mi uccidi” dico fingendo di non riuscire a respirare.

“Scusa, ma mi sei mancata!” dice facendomi ridere.

Si stacca da me e mi sorride allegro, ricambio sincera e sono felice di averlo qui, era mancato anche a me.

Noto i suoi occhi farsi luminosi mentre nota gli spaghetti sul fuoco, sorrido spingendolo via e vado a salutare anche Harry, ricambia dolcemente e si propone per darmi una mano.

“Louis, vai a sederti che tu e la tua amichetta siete dei disastri in cucina, lasciate fare ai maestri!” dico sorridendo al riccio.

Lui ricambia e si da subito da fare, mi prendo un momento per ammirarlo meglio, i soliti jeans neri gli fasciano le gambe lunghe e magre, provocandomi un moto di invidia infinita. Porto lo sguardo verso il maglioncino grigio chiaro, devo dire che gli sta divinamente!

“Va bene così?” mi chiede mentre impiatta la cena.

“Fai porzioni più piccole, poi se avanza la dividiamo!” dico sorridendo.

Gli porgo un altro piatto e lui si concentra per fare una giusta porzione, arriccia leggermente le labbra prima di sistemare con una mano la fascetta scura, tra i riccioli ribelli.

“A tavola!” urla mentre Louis e Jess si catapultano in cucina decisamente affamati.

Ci sediamo a tavola e decido di accendere la televisione, a volume basso, programmando su un quiz televisivo. Mai scelta fu più azzeccata, io ed Harry iniziamo una sfida mai pronunciata a colpi di risposte esatte, ci immergiamo nella nostra conversazione mentre Jess e Louis parlano sottovoce tra di loro, con un'espressione in faccia, tipica delle coppiette sdolcinate e nauseanti.

 

Ma falla finita, sei solo invidiosa.

Senti coscienza, vai a farti un giro per favore, non ho bisogno dei tuoi commenti sarcastici.

 

Vengo distratta dal braccio di Harry che si sporge a riempire il mio bicchiere di vino, sorride soddisfatto prima di combattere con il tappo di sughero per chiudere la bottiglia.

Trattengo una risata, mordendomi il labbro inferiore. Le sopracciglia corrucciate e una smorfia sulle labbra lo rendono ancora più carino del solito, sentendosi osservato alza gli occhi e scoppia a ridere, porgendomi poi la bottiglia.

“Sono incapace!” si giustifica.

“Tranquillo, però guarda, se provi dal lato più stretto del tappo magari ci riesci meglio, no?” dico cercando di non ridergli troppo in faccia.

Lui assume un'espressione pensierosa e poi scoppia a ridere, catturando l'attenzione dei due piccioncini.

“Che succede?” chiede Louis.

“Ho imparato una cosa nuova Lou!” dice Harry contento e io scuoto la testa divertita.

Lo vedo prendere il cellulare e digitare velocemente qualcosa, dopo scoppia a ridere e poggia il telefono sul tavolo, nemmeno due secondi dopo è tempestato di messaggi.

“Ho scritto su twitter, niente di nuovo!” dice rispondendo alla mia domanda silenziosa.

“Oh, cos'hai scritto?” chiedo avvicinandomi.

Lui armeggia con l'i-phone e mi gira il telefono per farmi leggere meglio.

 

“@Harry_Styles

Per chiudere bisogna usare il lato stretto”

 

Scoppio a ridere e lui mi guarda in modo strano, poi si chiede perchè la gente non capisce i suoi tweet!

“Come pensi che qualcuno possa capire questa frase?” chiedo.

“Io l'ho capita, tu anche, siamo già due!” dice facendomi ridere ancora di più.

Certo che è strano, continuiamo a scherzare un po' e questa volta coinvolgiamo anche Jess e Louis.

L'atmosfera è tranquilla e serena, anche se mi sembra strano che nessuno abbia ancora tirato in ballo Niall, o forse sono solo io che ho voglia di parlare di lui, nonostante tutto.

Siamo così fragili noi donne, quando ci innamoriamo, quando perdiamo la testa per qualcuno, non ha importanza il male che sentiamo nel petto, abbiamo bisogno di sentir parlare di lui.

Ma i miei pensieri vengono fatti tacere qualche minuto dopo il dolce, offerto gentilmente da casa Styles, i ragazzi ci aggiornano sui loro prossimi impegni e la notizia non fa piacere né a Jess, né tanto meno a me.

“Tra una settimana partiamo per il Nord America, abbiamo la promozione del nuovo album e staremo via un mesetto!” dice Harry.

Vuol dire che Niall sarà lontano da me non solo mentalmente, ma anche fisicamente, questo mi distrugge ancora di più.

Smettila Sere, lui ha scelto un'altra, non sono fatti tuoi.

Mi ripeto mentalmente, ma il suo ricordo è troppo vivo nei miei pensieri, come si fa a non pensare ad una persona che appare in tutti i giornali del mondo, ad una persona che puoi sentire accendendo casualmente la radio? Come si fa a non pensare a qualcuno che ha messo le radici dentro il tuo cuore?

“Ma come? Torni qualche volta, vero?” chiede Jess a Louis e lui annuisce prima di farle il solletico e racchiuderla nelle sue braccia facendola ridere.

Sorrido e sono felice per loro, ma non ce la faccio a stare a guardare, così mi alzo e con la scusa di dover andare in bagno, mi allontano.

Non so per quale motivo mi fermo in salotto, davanti alla finestra, guardo la città in profondità, le luci di diversi colori la rendono suggestiva e deliziosa agli occhi di tutti, eppure in qualche parte, lì fuori Niall sta dividendo il suo tempo con qualcuno che non sono io e questo mi fa odiare Londra.

Sento dei passi provenire dalla cucina, ma non mi giro, sono sicura sia Harry, figurati se quei due si staccano l'uno dall'altra!

“Stai bene?” mi chiede fermandosi a qualche metro da me.

Annuisco e torno a guardare fuori dalla finestra, rimaniamo in silenzio per un po', non ho intenzione di parlare, non ne ho proprio voglia, ma lui non è dello stesso parere.

“E' per Niall? Ci ha detto che sta con Amy!” dice andando subito al sodo, senza mezzi giri di parole, inutili e superflui.

“Me ne devo fare solo una ragione, il nostro è un amore impossibile, lo sapevo già!” ammetto.

Lui si fa sfuggire un sorriso canzonatorio, mi giro incredula, cosa c'è da ridere?

Harry si siede sul bracciolo del divano e poggia le mani sulle sue gambe, fermandosi un attimo prima di parlare, poi con lentezza estenuante mi fa cenno di sedermi.

“Sto bene in piedi!” dico con un tono un po' troppo acido.

“Non ho riso di te, mi è sfuggito un sorriso perchè ho sempre creduto che gli amori impossibili siano i più belli!” dice guardandomi.

“Come fanno ad essere i più belli?” chiedo, sorpresa dalle sue parole.

“Perchè negli amori così, quelli che la gente ritiene inarrivabili, invivibili, non si spegne mai quella fiamma fondamentale per tenere in vita un sentimento grande come l'amore, capisci?” dice alzando un secondo gli occhi al cielo.

“C'è sempre quell'attesa di incontrarlo o incontrarla, anche solo di sfuggita, c'è l'emozione per un gesto che in una relazione ti sembrerebbe normale, non piangerti addosso, viviti quest'amore impossibile, perchè sono dell'idea che non resterà tale per sempre!” dice sincero, abbozzando un sorriso dolce e fraterno.

Io mi fermo a riflettere sulle sue parole, non so cosa rispondere di preciso, così mi limito ad abbracciarlo e anche se lui è seduto sul divano e io sono in piedi, resta ancora più alto di me.

“Sei un buon consigliere, grazie!” dico staccandomi da lui.

“Sono solo innamorato della vita e dell'amore, mi dispiace quando qualcuno butta al vento qualcosa di così prezioso!” dice serio.

Mi stringo le braccia intorno al corpo, dopo un brivido di freddo e distogliendo lo sguardo da lui,

dò vita ad un pensiero ricorrente.

“Credi che Niall sia felice?”

Non ho il coraggio di guardarlo in faccia, forse ho paura che lui mi risponda di si, che il suo amico sta bene anche senza di me, ma ancora una volta la sua risposta mi sorprende.

“Credo che Niall abbia fatto la scelta meno impegnativa, ma non significa che sia la più felice!”

Detto questo si alza e torna in cucina, lasciandomi addosso un misto di emozioni che farò fatica a decifrare, ma sono sicura, c'è anche un piccolo accenno di speranza.



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SCUSATE.
Mi scuso veramente tantissimo per l'enorme ritardo, è stato un parto iniziare a scrivere questo capitolo, ho avuto un blocco esagerato nella storia e senza l'aiuto di qualcuno, senza fare nomi, Melania, non avrei fatto niente! Abbiamo fatto una semplice chiacchierata ma è stata fondamentale per sbloccarmi!
Così eccomi qui, con questo nuovo capitolo, una volta iniziato è stato semplice da scrivere, non c'è Niall fisicamente ma è costantemente presente nei peniseri di Serena, ha fatto una scelta che nessuno si aspettava ( o forse si?) ma in fondo lo sapete che un colpo di scena ci vuole ahahha
A parte questo nel capitolo esce fuori un bel personaggio, quello di Harry, l'ho descritto esattamente come lo immagino io nella realtà! Per me Harry non è affatto lo stronzetto "puttaniere" che molti dicono, per me Harry è dolcezza e umiltà, a mio parere è una delle persone migliori del mondo!
Se non avessi per la testa un biondo irlandese mi sarei tuffata su di lui hahahah 
A parte le mie stronzate, spero che il capitolo sia di vostro gradimento!
Aspetto i vostri pareri!
Scusate ancora,

Serena.

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Capitolo 12
*** Capitolo dodici ***


.The Maid.

Capitolo 12

 

 


 

"Quello che il sobrio tiene nel cuore l’ubriaco ce l’ha sulla lingua."



 

Pov di Louis

 

Porto una mano a coprirmi gli occhi ed un lamento roco fuoriesce dalla mia gola, sono stanco e voglio dormire, ma qualcuno ha deciso di infastidirmi.

Perchè stanno facendo entrare tutta questa luce nella stanza?

Mi giro dall'altro lato del letto e tiro su il lenzuolo fino a coprirmi il viso, il profumo di lavanda mi arriva subito alle narici e mi lascio coccolare mentre piano piano ricado in un sonno prof...

“Louis alzati da quel letto!” sento urlare e sbuffo mandando a quel paese il sonno profondo!

Tiro fuori la testa e mi fermo ad osservare Jess alzarsi sulle punte per prendere una maglia dall'armadio, la canotta che indossa scopre un pezzetto della sua pancia e sento già lo stomaco contorcersi, così scatto fuori dal letto e la catturo tra le mie braccia.

“Lou, mi hai spaventata!” dice ridacchiando con un tono più alto di un ottava.

Amo quando la colgo di sorpresa e lei si finge infastidita, in fondo so che ama quando lo faccio.

Le lascio un bacio tra i capelli e mi scosto da lei, quel tanto che basta per afferrare i miei pantaloni sulla sedia.

La sua stanza è un po' come lei, strana ma attraente, le tende scure danno un aria minacciosa all'arredamento, ma basta aprirle per far filtrare la luce del sole e tutto sembra più bello e dolce.

La scrivania è piena zeppa di fogli, non so nemmeno per quale motivo, ma sono tutti macchiati da spruzzi di colore e vernice.

Mi avvicino per toccarne uno ma lei subito mi trattiene la mano.

“Non toccarli, devono asciugarsi!” mi dice nervosa.

Io la guardo qualche minuto prima di ritirare la mano e chiudere velocemente la zip dei jeans, infilo la maglia rossa in un unico gesto e dopo aver dato una sistemata ai miei capelli con le mani mi volto verso di lei.

“Prima o poi mi dirai cosa ne fai di tutti questi fogli!” dico curioso.

Non voglio metterle pressione, se non vuole parlarne con me ci sarà qualche motivo, ma sono fatto così, se una cosa cattura la mia attenzione ne voglio sapere la storia.

Eppure lei è sempre così riservata sulla sua vita privata, tutto il contrario di quando siamo a letto, bè lì... direi che non si vergogna di niente. Sorrido ripensando alla notte passata insieme e la seguo fuori dalla sua stanza.

La casa è illuminata dalla luce del sole, l'aria fresca arriva dalla porta finestra del balcone lasciata aperta, Serena è inginocchiata a terra accerchiata da viti, martello e altri utensili.

“Buongiorno dormiglioni, come state?” chiede stranamente felice.

“Bene, che stai facendo?” le chiede Jess.

“Mmh, sto montando la mini libreria per la mia stanza, l'ho comprata l'altro ieri ma non ho ancora avuto tempo per sistemarla!” risponde tranquilla.

La guardo meglio, in queste settimane ho imparato ad osservarla e mi reputo abbastanza in grado di capirla, per questo sono più che sicuro che nasconda qualcosa.

Jess sembra non averci fatto caso e così, dopo averle dato un bacio lascio che vada a fare una doccia e ne approfitto per sottoporre la mia amica ad un terzo grado.

Mi siedo sul divano e la vedo sbuffare, è strano come alcune persone riescano a legare meglio di altre, prendete ad esempio Jess, conosce Serena da anni ormai eppure sembra non accorgersi quando c'è qualcosa che non va e la stessa cosa per Sere, sono amiche ma non si capiscono come dovrebbero, e un po' mi dispiace perchè tengo ad entrambe, certo, in modo diverso, ma comunque fanno parte della mia vita tutte e due.

“Allora, tutto bene?” chiedo facendo il vago.

Lei annuisce senza guardarmi, tornando ad occuparsi dello scaffalino in legno, cambio posizione sul divano innervosendomi un paio di volte, così da farla poggiare gli attrezzi e voltarsi.

“Hai finito?” chiede spazientita e io sorrido.

“Si, ora si!” dico soddisfatto facendole scuotere la testa.

Si alza in piedi e dopo essersi sgranchita un po' le gambe, la vedo armeggiare con il cellulare, fa una smorfia per poi sedersi accanto a me.

“E' tutto ok Louis, non posso stare tutti i giorni chiusa in casa come una reclusa, no? Non eri tu quello che fino a ieri sera mi invogliavo ad uscire ed andare a fare bordello?” chiede ridendo.

Si, gli avevo detto di uscire, di non fasciarsi la testa per Niall e continuare a vivere come aveva sempre fatto, prima di incontrarci, ma non mi aspettavo di vedere questo cambiamento così presto.

La cosa mi spaventava, si può guarire da un cuore andato a pezzi in poco tempo? No, non credo.

Quello che sta facendo è peggio, fingere. Fingere di stare bene non è la soluzione a nessun problema e io lo so, ho finto per tanto di essere felice, di non fregarmene degli altri a cui non piacevo, ho provato a pensare a chi voleva il meglio per me; ma non so per quale motivo spesso l'approvazione di chi ci scredita vale più di molte parole belle buttate lì come conforto e sostegno.

La mente umana è contorta e di certo non sono io che posso trovare una soluzione, qui su due piedi sul divano di una casa, che per giunta non è nemmeno mia.

“Sai Lou, ti avevo immaginato in un altro modo, prima di conoscerti intendo!” dice fissando lo schermo del televisore, spento, davanti a lei.

“Come pensavi che fossi? Ti ho deluso?” dico mettendomi a sedere meglio per ascoltarla.

“No, non l'hai fatto! In realtà, nonostante tutto, voi continuate a non deludermi mai. Mi sono affezionata a voi ancora prima di legarmi alla vostra musica, è strano eh?” sospira e sorride, forse ripensando a qualcosa di piacevole, poi continua “Ricordo ancora il giorno in cui iniziai ad interessarmi a voi, vedevo tante ragazzine perse dietro questo gruppo e un po' ce l'avevo con voi, insomma, da dove venivate fuori?” ride ed io faccio una smorfia scherzosa e lei ride ancora di più.

“Dai, non fare quella faccia, non avevo niente contro di voi, solo odiavo il modo in cui vi avevano usato e odiavo le ragazzine che vi seguivano, molte anche adesso! Ma cresceranno e capiranno che vuol dire veramente seguire un gruppo, non è difenderlo sempre a spada tratta, anzi, spesso quello è il modo peggior per far valere l'amore verso qualcuno. Anche io facevo così a quindici anni, poi ho capito che rispondere ad insulti con altri insulti significa riceverne il doppio e ho lasciato perdere, non perchè non me ne fregasse, semplicemente perchè la mia passione era più grande di tutto e non potevo farmela rovinare per qualcuno con un cervello troppo piccolo!” riprende fiato e le sue guance sono così rosse che mi sembra stia per esplodere.

“E poi, cos'è successo?” chiedo realmente interessato al suo racconto.

“Poi è successo che ho ascoltato Little Things, e dannazione, lo amata subito, al primo ascolto! C'era una ragazzina che conoscevo che vi seguiva, così le ho chiesto qualche informazione, vi ho cercati su internet, ci ho messo una vita per capire che tu ti chiamavi Louis e non Liam!” scoppia a ridere ed io con lei, stranamente tutti ci confondevano all'inizio.

“Poi mi sono imbattuta nel resto delle vostre canzoni, ho cercato immagini, video su youtube e nel giro di cinque giorni ne sapevo più di alcune persone che vi seguono da sempre! Avevo iniziato a parlare di voi in ogni discorso in famiglia, non so nemmeno perchè, ma pronunciare i vostri nomi a voce alta mi rassicurava, era come una dimostrazioni che voi eravate veramente delle persone!” sorride e io le tiro una gomitata.

“In realtà sono un alieno, ma non lo dire a nessuno!” dico assumendo un'espressione minacciosa, degna di un vero attore.

“Suona strano anche a me quello che ho appena detto, ma non so spiegartelo a parole, non sono pazza, avevo bisogno di sapere che non eravate frutto della mia fantasia! Si, lo so... siete persone in carne ed ossa ma quando vivi tutto dietro un computer o dietro un paio di cuffie, quello che accade nel resto del mondo ti sembra quasi irreale.” continua il suo discorso e anche se ci metto un po' a capirlo, alla fine riesco ad immedesimarmi e cerco di non perdermi nemmeno una parola.

“Poi il mio declino totale c'è stato un mesetto dopo, vi ascoltavo tutti i giorni, mi addormentavo con le cuffie e mi svegliavo con la vostra voce ancora nella testa e così, iniziai a scrivere!” chiude gli occhi e si passa una mano sul viso, sembra stanca e provata dal raccontarmi quelle cose.

“Se non vuoi continuare non fa niente, in fondo ti ho chiesto solo cosa pensavi di me!” dico cercando di non essere sgarbato.

“Hai ragione, ti sto annoiando con tutta questa storia” dice alzandosi di fretta e girandosi attorno quasi impaurita, la blocco per un polso tirandomi su, la guardo negli occhi qualche secondo e lei smette di agitarsi.

“Siediti, voglio sentire tutto, pensavo che per te fosse un problema continuare!” le dico dolcemente. Sciolgo la presa sul polso e risalgo piano il suo braccio per poi accogliere sul mio palmo la sua guancia, chiude gli occhi e si accoccola contro di essa, la tiro a me e l'accolgo contro il mio petto.

“Scusa!” dice soltanto.

“Non scusarti, forza, raccontami! Cos'hai scritto?” chiedo scostandomi da lei e tornando sul divano.

Senza farmi notare butto un'occhiata al corridoio, il rumore dell'acqua ormai non si sente più, segno che Jess è uscita dalla doccia, chissà cosa stava facendo! Scrollo le spalle e torno ad ascoltare Serena.

“Iniziai a scrivere di voi, sai una di quelle fanfiction dove si può tutto! Solo che per me era diverso, non scrivevo perchè non avevo nient'altro da fare. Scrivevo perchè avevo bisogno di mettere su carta i miei sentimenti verso di voi e più crescevano e più la storia diventava troppo parte integrante della mia vita, ho immaginato di vivere quelle situazioni milioni di volte ma la cosa peggiore è che mi sono innamorata dei miei personaggi!” dice scuotendo la testa.

“Mi sento una stupida, vi ho descritti così minuziosamente che trovare delle differenze nella realtà mi ha destabilizzato, per capirci meglio, nelle mie storie e anche in molte che ho letto, Zayn è quello estroverso, invece è esattamente il contrario, Zayn è timido e chiuso, riserva il suo vero essere solo per le persone a lui vicini, non capisco perchè, ha un carattere così bello che dovrebbe vantarsene un po' di più!” dice con lo sguardo ancora una volta perso nel vuoto.

Mi fermo a riflettere sulle sue parole, non ha tutti i torti, dev'essere un po' strano iniziare a frequentare persone che fino a qualche tempo fa erano una specie di fantasia.

“Questa cosa ti ha sconvolto così tanto? Intendo, capire di aver sbagliato su di noi ti ha fatto male?” chiedo.

Lei scuote la testa e mi guarda, ma questa volta lo fa davvero, i suoi occhi incontrano i miei e io vi leggo sicurezza in quella risposta muta.

“No, me l'aspettavo, ma non mi avete deluso, affatto! E' ovviamente impossibile conoscere una persona senza starci a stretto contatto, io ho capito tanto di voi, ma non potevo certo sapere tutto, per tornare a Zayn, io l'ho descritto estroverso e in fondo lo è, solo che non sapevo come Zayn diventasse così, a chi lui desse il privilegio di farsi conoscere realmente! Capisci?” chiede cercando una conferma in me e io stranamente mi trovo ad annuire, perchè capisco veramente, c'è solo una cosa che non mi è chiara.

“E allora cos'è che ti fa stare male?” do vita ai miei pensieri.

“Niall, il mio Niall!” dice tornando a distogliere lo sguardo e l'intensità con cui pronuncia quell'aggettivo possessivo mi fa trasalire.

“Se in voi quattro ho trovato differenze con i personaggi delle mie storie con Niall mi sono ritrovata ad innamorarmi per l'ennesima volta di quello che avevo scritto, è esattamente come lo immaginavo e ogni giorno che ho passato con lui, ogni singolo minuto mi ha riportato ai primi mesi e come allora, più andavo avanti più mi innamoravo ed ora mi ritrovo un muro davanti!” dice sconvolta.

“Il blocco dello scrittore?” chiedo cercando di farla ridere.

“Si, è proprio così, solo che quando mi capitava di non riuscire a scrivere mi prendevo qualche giorno di pausa, mi distraevo e poi quando mi sentivo pronta ricominciavo, nella vita reale è un'altra cosa!”

Tutto quello che mi sta confidando ha un senso ma c'è qualcosa che sfugge, qualcosa che la sta divorando dentro.

“C'è qualcosa che non so?” le chiedo.

Lei esita qualche minuto, si morde un labbro e poi guarda in alto, forse per evitare di piangere.

“Mi ha scritto!” dice infine, facendomi strozzare con la mia stessa saliva.

La guardo confuso, dalla sua espressione capisco subito che si tratta di Niall, così la invito a parlare e lei sospira. Mi sembra strano che lui le abbia scritto, con noi è stato chiaro un paio di giorni fa, ricordo perfettamente quella conversazione.

“Sto con Amy ora, non ho intenzione di tornare indietro e mandare tutto all'aria, sto bene con lei” aveva detto.

Mah... chi lo capisce quel folletto, l'ho sempre detto che gli irlandesi sono strani.

“Cosa ti ha scritto?” chiedo curioso.

Si morde un labbro, ancora, forse indecisa se parlarne o forse spaventata da qualcosa che non riesco a capire.

“Ehi, stai tranquilla, sono solo io... il solito Louis!” le dico sorridendo.

“Lo so Lou, è che fino a qualche secondo fa mi sembrava una cosa bella che mi avesse cercata, ma adesso che sto per dirtelo non mi sembra poi così allettante!” ammette abbassando lo sguardo, ma non le sue difese, forse non si sente pronta ad aprirsi o forse non vuole farlo con me.

“Ti ripeto che se non vuoi parlarne con me...” dico ancora ma lei mi zittisce con uno sguardo rabbioso.

“Tomlinson, sei quanto di più vicino ad un amico ho in questo momento quindi sta zitto e smettila di frignare!” dice infastidita.

“Si signora!” dico simulando un saluto militare.

“Idiota!” dice cercando di trattenersi dal ridere.

“Mi ha scritto, quattro messaggi in tutto, ma so per certo che ieri sera era ubriaco! Ho visto le foto su internet!” dice con un sorriso amaro sulle labbra.

“Gli hai risposto?” chiedo solamente.

Lei annuisce e prende il suo cellulare, si accoccola sul divano, proprio di fronte a me, con una mano ravviva i suoi capelli all'indietro e poi torna a guardarmi.

“Tieni, da qui in giù!” dice porgendomi il cellulare.

La finestra della conversazione tra loro due aperta, cento e più messaggi si nascondevano sopra a questi ultimi, ma non volevo tradire né lei né il mio miglior amico, così mi limito a leggere gli ultimi.

 

“Niall: “Ti sto pensando!”

 

Il primo messaggio recita solo questo, così vado avanti.

 

Serena: Niall...

Niall: Non mi credi vero?

Serena: Dove sei Niall?

Niall: Non chiamarmi così tanto per nome, sono in un bar

Serena: Come dovrei chiamarti? Torna a casa, per favore.

Niall: Si, credo ci andrò. Grazie, un bacio...”

 

Rimango a fissare quella conversazione per un po', senza sapere cosa dire. Conosco Niall da ormai quattro anni, conosco ogni cosa di lui, le sue paure, la sua voglia di vivere, le sue stranezze, la sua bontà, tutto e per questo mi trovo a capirlo.

Così mi alzo, porgendole il telefono e senza dire niente mi avvio verso la stanza della mia ragazza, so che Serena mi sta guardando incredula per il mio comportamento, così mi giro, almeno una cosa devo dirgliela.

“Sai, forse una cosa di Niall non l'hai capita” dico aggrappandomi alla maniglia della porta.

“Niall ha paura di mettersi in gioco in qualcosa di nuovo, se non ha accanto le persone giuste!”.

“Che vuoi dire Lou? Ti prego!” mi dice alzandosi in piedi.

Chiudo gli occhi, la sento avvicinarsi, si ferma a qualche passo da me e allora ho la forza di aprirli.

“Ho solo paura che tu ne soffra, Niall è la persona più dolce del mondo ma, ha anche molta paura in determinate situazioni! La paura spesso ci fa comportare in modi che non vorremmo, io ci metto la mano sul fuoco che lui si è preso una sbandata per te, ma ammetterlo significa iniziare qualcosa di nuovo per lui, qualcosa a cui non è abituato, Amy invece c'è sempre stata, stare insieme a lei non cambia nulla nella sua vita!” dico sincero e mi sento un po' come se avessi tradito Niall, ma lo faccio anche per lui.

“Quindi tu pensi che ho sbagliato a rispondergli?” chiede.

“No, sei abbastanza matura per fare le tue scelte, voglio solo sapere se sei pronta ad affrontare tutto, a metterti in gioco per lui, a soffrire per lui!” ribatto deciso e lei annuisce con altrettanta convinzione.

“Io lo amo Louis, se servirà mi metterò da parte e aspetterò!” dice affrontandomi a muso duro.

“Lo so! Ora fammi andare dalla mia ragazza, tra un po' dobbiamo andare, vieni anche tu in aeroporto?” chiedo abbracciandola.

“Si, voglio salutare gli altri e poi devo ridare una maglia ad Harry!” dice sorridendo.

“Ad Harry?” chiedo alzando un sopracciglio.

“Si, abbiamo fatto una passeggiata ieri sera e mi ha prestato una maglia perchè avevo freddo!” dice scrollando le spalle, poi mi lascia un bacio sulla guancia e sparisce dietro la porta della sua stanza.

Io resto qualche secondo impalato come uno scemo e poi raggiungo la stanza di Jess.

La trovo sul letto a leggere un libro, con i vestiti puliti e i capelli asciutti, mi siedo accanto a lei e le tolgo il volume dalle mani per appoggiarlo sul comodino.

“Grazie per averci fatto parlare!” dico stringendola tra le braccia e affondando il naso nei suoi capelli profumati.

 

 

Pov di Serena

La chiacchierata con Louis mi ha fatto decisamente bene, mi sento molto più tranquilla di prima e anche se andare in aeroporto significherà vedere Niall e sicuramente anche Amy, mi sento elettrizzata e non vedo l'ora di andare.

Sfilo la tuta e indosso un jeans stretto con sopra una felpa grigia dei baby looney tunes, non sto nemmeno qui a parlare di quanto io ami baby Taz. Rido da sola per i miei pensieri e prima di uscire dalla stanza passo una mano sul poster raffigurante Niall.

Prendo la borsa e aspetto i miei amici all'ingresso.

Qualche minuto più tardi sono immersa nel traffico londinese, Jess mi ha concesso di usare la sua auto per stare ancora un po' con Louis e così ora mi ritrovo ad imprecare da sola verso degli incivili che passano con il rosso.

Sprofondo sul sedile e controllo l'ora, dovrei già essere lì, cavolo!

La fila davanti a me riparte e io accelero nell'ultimo tratto che mi separa dall'entrata all'aeroporto, faccio un giro per trovare parcheggio e poi finalmente scendo da quella macchina.

Mi sistemo i capelli, prendo un bel respiro e mi avvio all'interno, faccio calare gli occhiali sul viso come mi ha consigliato Louis prima ed entro.

Ci saranno più di duecento persone addossate tra loro, cantano, si sbracciano, urlano.

Mi tappo le orecchie con una mano e con l'altra mi faccio spazio per arrivare vicino alla sicurezza, mi ritrovo con un gomito piantato nello stomaco e per poco non inizio una rissa.

“Dove vai carina?” dice una ragazza.

Mi girò per osservarla. Avrà si e no 16 anni, rossetto acceso, vestito striminzito e seno in mostra. Ma io a sedici anni mi conciavo così? Non mi pare.

Con tutta la calma del mondo mi giro, ignorandola, faccio uno scatto in avanti per evitare che lei mi agguanti, non ho intenzione di finire come carne da macello.

Arrivo alla transenna giusto in tempo per vedere Zayn sparire dietro le porte, la ragazza di prima sta urlando qualcosa, forse insulti rivolti a me.

“Dove crede di andare?” l'uomo barbuto della sicurezza smorza il mio piano di correre verso Liam.

“Li conosco, mi stanno aspettando!” dico per giustificarmi.

“Certo, io invece sono il principe William!” dice ridendo.

Dio, gli spaccherei la faccia, le persone dietro di me spingono e nonostante provi ad urlare il nome del mio amico, la mia voce si confonde tra tutte le altre più squillanti e rumorose.

Tiro fuori il cellulare e digito velocemente un messaggio, poi lo infilo in tasca cercando di stare attenta a non perderlo, stringo la borsa davanti a me e saltello aspettando di vedere Harry.


 

“A: Harry

Vieni a prendermi, non vogliono farmi passare! Help!”


 

Per fortuna stringo con una mano il telefono nella tasca della giacca, altrimenti non avrei mai sentito la vibrazione, leggo il messaggio, è Harry, mi chiede dove sono.

Digito velocemente la risposta e poco dopo lo vedo entrare, da non so quale porta e guardarsi intorno.

Mi sbraccio e mi dimeno più del dovuto, ma rischio di slogarmi una caviglia per la troppa irruenza.

“Haaaaz! Maledetto riccio!” urlo facendo ricorso a tutto a tutto il fiato che ho in corpo.

Ma con mia sorpresa a trovarmi non sono i suoi occhi, incrocio quelli azzurri e limpidi di Niall, un sorriso appena accennato, poi lo vedo dirigersi verso l'amico e sussurrargli qualcosa.

Harry si gira nella mia direzione e subito dopo mi ritrovo a scavalcare la transenna per rifugiarmi nelle braccia del mio amico.

Le fan sembrano ammutolirsi per qualche istante, non capiscono cos'è successo, chi sono e soprattutto perchè Harry mi sta abbracciando.

Sorrido sarcasticamente verso l'uomo della sicurezza ed evito di incrociare gli sguardi delle ragazze.

Non voglio leggervi né ammirazione, né sconforto, né disgusto, niente... non voglio sapere niente, perchè quegli occhi color ghiaccio, qualche minuto prima mi hanno mandato in frantumi un castello di sabbia fatto di “Ce la posso fare a vederlo” “Non succederà niente” e “Stai tranquilla, non ti morde!” perchè tutte queste convinzioni erano sparite in un batter d'occhio.

“Scusa se non ti trovavo, c'è troppa gente!” dice Harry tornando accanto a me dopo aver fatto qualche foto.

“Tranquillo, in effetti prima io e Lou non abbiamo pensato a quest'imprevisto!” dico dandomi della stupida.

“Louis è sbadato, dovresti saperlo!” ride lui, spingendomi con una mano verso l'uscita di sicurezza in cui prima ho visto sparire Zayn e Liam.

 

Sorrido mentre chiude la porta alle nostre spalle e le voci urlanti si affievoliscono man mano che procediamo lungo il corridoio dell'aeroporto.

Mi fischiano le orecchie in modo impressionante, mi massaggio leggermente le tempie e sento Harry sorridere.

“Passa subito, sta tranquilla!” dice aprendo la porta per la sala d'attesa riservata a loro e al team.

Sorrido incrociando lo sguardo della mia amica accanto a Louis ed Harry, al mio fianco mi presenta come una loro amica a gente di cui io so già vita, morte e miracoli.

“E' un piacere conoscerti, non so come sei finita ad incrociare la vita di Harry ma spero non ti abbia già rotto le scatole!” mi abbraccia Louise e io sorrido scuotendo la testa.

“No tranquilla, Harry si è comportato bene!” dico sorridendo.

Il mio sguardo cade velocemente sul divano all'angolo della stanza, Amy è appollaiata sulle ginocchia di Niall, di schiena a noi in modo che nemmeno lui posso guardarci.

Ingoio amaramente e torno a indossare un sorriso falso, nonostante la felicità di conoscere i componenti della band, i tecnici, le stiliste e tutte le altre persone che lavorano dietro le quinte per far si che i ragazzi continuino a fare al meglio il loro lavoro.
Purtroppo però la gioia dura poco, i ragazzi devono imbarcarsi, parte della crew inizia ad andare via e li saluto con un ciao generale, poi mi lascio abbracciare da Zayn.

“Malik, te lo mai detto che ti voglio bene?” dico facendo uscire la mia parte da fan.

“No, ma spero di conoscerti meglio quando torneremo!” dice e io ne rimango onorata, annuisco felice e passo a salutare Liam.

Stringo con forza la sua maglietta dietro la schiena e lui mi sorride come un papà protettivo, gli auguro buon viaggio e con la promessa di sentirci durante il loro viaggio, lo lascio andare via.

Mentre saluto Harry, con la coda dell'occhio vedo Niall guardarci e forse perchè il petto del riccio è caldo o forse perchè voglio farla pagare al biondo, mi stringo a lui.

“Grazie per la maglia, sarei congelata senza ieri!” dico restituendola al proprietario.

“Ma figurati, per così poco!” dice regalandomi un buffetto sulla testa e un sorriso dolcissimo.

Lo guardo andare via e do un bacio veloce a Louis, il tempo scorre e lui, come sempre è in ritardo così fa in tempo solo a sussurrarmi un “Lo farò ubriacare stasera e poi voglio sapere tutto” prima di dare un bacio a Jess e correre via.

Nemmeno mi accorgo che Niall è sparito, non l'ho salutato e lo stomaco si contorce, mi sento insoddisfatta, affondo una mano nella mia borsa e stringo tra le mani la stoffa della sua felpa blu, perchè d'altra parte, un pezzo di Niall lo porto ogni giorno con me.

 

Evito come la peste lo sguardo di Amy, non ho intenzione di parlarle e nemmeno di guardarla, così afferrò Jess per un braccio e la trascino letteralmente fuori.

La sicurezza dell'aeroporto ci fa passare da un'uscita secondaria, così evitiamo la baraonda di gente e in poco tempo ci ritroviamo sulla sua Opel Corsa a viaggiare verso casa, ognuna persa per i fatti suoi.

Una volta a casa ci mettiamo all'opera per mangiare qualcosa, nessuna delle due ha voglia di parlare, io non so cosa dirle e lei evita di chiedermi di Niall, ma comunque le si legge in faccia la curiosità.

Io dentro sento un turbine di emozioni, agitazione mista a tristezza, ma anche eccitazione e ansia.

Lavo i piatti e dopo aver messo a posto, senza una parola mi chiudo in camera, mi butto sul letto, il telefono stretto in una mano, il computer in grembo e un pensiero in testa.

Ti prego Dio, fa che si ubriachi anche questa sera.  



_________________________________________________
Eccomi qui, con un nuovo capitolo!
Questo capitolo mi piace particolarmente, forse per le confessioni di Sere a Louis, o forse per Niall ubriaco che scrive a Sere...
direi che ci ho messo tanto di me qui dentro, forse anche più del dovuto ma spero di non aver deluso nessuno!
Mi piacerebbe molto sapere i vostri pensieri e vi chiedo davvero con il cuore di lasciarmi anche solo un piccolo messaggio,
grazie di cuore.
Alla prossima, Serena.


Twitter: @Sere_VR46

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Capitolo 13
*** Capitolo tredici ***


.The Maid.

Capitolo 13

 




La paura è un'emozione che spesso è accompagnata dal battito cardiaco accelerato.



 

 



 

Appena mi sveglio, un pensiero attraversa la mia mente: Louis non ha mantenuto la promessa.

Ed è con solo questo in testa che arrivo all'allenamento pre-partita della Domenica.

Sono qui fisicamente, mentre faccio il secondo giro di campo, ma la mia mente è ben distante.

Tra qualche ora ho una partita di campionato e l'unica cosa a cui riesco a pensare è che Niall non mi ha più scritto da quella sera. Sono passati tre giorni dalla loro partenza e in realtà sono spariti un po' tutti. Louis lo sento per forze di causa maggiore, ogni volta che può chiama Jess e attraverso i muri sottili che dividono le nostre stanze, riesco ad ascoltare le loro risate e il mio cuore, ogni volta, sobbalza. Ogni risata è una pugnalata a me, vorrei poter ridere anche io e invece ho passato tre giorni interi sotto le coperte, con il pc in mano a cercare foto su foto di Niall, del loro arrivo in America.

Una folata di vento mi fa rabbrividire e per qualche secondo torno alla realtà, vedo le altre ragazze della mia squadra iniziare a rientrare negli spogliatoi, sugli spalti c'è pochissima gente, in realtà già è tanto avere un piccolo campo in cui giocare.

Scuoto la testa e mi avvio verso la panchina, prendo una bottiglietta d'acqua e dopo essermi rinfrescata un po' il viso, mi siedo a terra. Sorrido tra me e me, ripensando al giorno in cui sono venuta con i ragazzi e ancora una volta lo stomaco fa brutti scherzi, sento una peso stringermi proprio al centro del petto, chiudo gli occhi stringendo i pugni sui fili d'erba del campo.

“Sere, tutto bene?” mi chiede Sally sedendosi accanto a me.

Annuisco senza però riaprire gli occhi, cerco di controllare l'impulso di vomitare e faccio qualche respiro profondo. Ridursi come uno straccio per un ragazzo. Mi ero ripromessa di non farlo e invece eccomi qua, come nei migliori film cinematografici, la ragazza mollata, si rovina la vita.

Il fischio del nostro allenatore mi riporta al mondo reale, mi alzo a fatica, evitando accuratamente lo sguardo della mia amica, non credo di poterle far sapere cosa mi sta succedendo.

In realtà, non voglio nemmeno dirglielo, non voglio sentirmi dire frasette di circostanza, tipo passerà, tranquilla o cose simili.

A me non frega niente se passerà, io voglio quel maledetto biondo finto, voglio il suo sorriso solo per me, le sue mani ad accarezzare le mie. Involontariamente sposto lo sguardo sugli spalti, ma so che lui non c'è. Così abbasso la testa, tiro qualche calcio all'aria per riscaldarmi ancora un po e sfilo la maglia giacca.

La maglia bianca e blu della mia squadra mi cade a pennello, il numero 14 dietro la schiena, il sudore dei miei sacrifici dentro le ossa, le speranze di un sogno dentro la pelle.

Scendo in campo con lo spirito di sempre, la voglia di vincere, di far bene, di sentire le persone sugli spalti urlare. Anche se il calcio femminile non è conosciuto tantissimo, le nostre partite non sono mai vuote, senza spettatori. Lego i capelli in una coda di cavallo e mi metto in posizione, guardo il capitano della mia squadra stringere la mano dell'avversaria, la monete dell'arbitro in aria, poi la scelta del capo per noi.

“Forza ragazze, dai... dai!” il nostro allenatore ci incita battendo rumorosamente le mani a bordo campo.

Il fischio dell'arbitro, poi l'inizio della corsa. Scatto istintivamente in avanti e i brividi, causati dal vento sulla pelle, non tardano ad arrivare. Le avversarie hanno la palla ma in pochi minuti riusciamo a riprenderla e tentare un'azione già nei primi minuti.

Riesco a prendere palla e parto in contropiede, sento l'adrenalina bruciare nelle vene, c'è un attimo quando giochi a calcio, in cui ti rendi conto che segnare non significa solo portare alla vittoria la squadra, ma significa anche dare sfogo a quel mix di emozioni che senti dentro.

Ed è così che salto abilmente un avversario e posiziono la palla all'incrocio dei pali, imprendibile.

Porto le mani al cielo e urlo, urlo perchè ho bisogno di farlo, ho bisogno di sfruttare quest'occasione per non diventare pazza.

Cinque secondi dopo sono circondata dalle mie compagnie, chi mi abbraccia, chi mi accarezza la testa, chi si complimenta semplicemente. Sorrido e batto il cinque con Sally, prima di tornare a riprendere il gioco.

Purtroppo però, ho imparato a mie spese che la felicità non dura mai troppo. Mezz'ora ricevo palla da Sally, faccio solo in tempo ad appoggiare i tacchetti sul pallone, che sento un dolore allucinante alla caviglia, come se tanti aghi fossero impigliati sotto la mia pelle. Spalanco gli occhi restando per qualche secondo senza fiato, sento un fischio nelle orecchie e poi l'erba fresca sotto il mio corpo.

Anche questa volta urlo, ma di rabbia, frustrazione e dolore.

“Lasciateci passare” sento la voce del dottore farsi largo nel cerchio formatosi attorno a me.

Continuo a tenermi la caviglia, sono sicura che si gonfierà. L'acqua ghiacciata mi fa urlare ancora di più, mi mordo un labbro per trattenermi mentre due ragazzi del team medico mi aiutano a mettermi in piedi ed uscire dal campo.

“Ehi, stai qui, hai fatto un gran lavoro, ora riposati eh?” mi dice l'allenatore e io so che significa che mi sta per sostituire. Annuisco mentre tengo il ghiaccio e qualcuno mi aiuta ad infilare la giacca per non prendere freddo.

Cerco il mio cellulare nella giacca e digito velocemente un messaggio a Will, so che è sugli spalti a vedermi, ma non l'ho ancora individuato.

Qualche minuto dopo lo lasciano entrare in campo, mi faccio aiutare da lui e torno nello spogliatoio.

“Come ti senti? Fa tanto male?” mi chiede preoccupato.

“Abbastanza, spero solo che non sia niente di grave, il dottore ha detto che devo stare a riposo e prendere degli antidolorifici!” dico sbuffando.

Will mi accarezza la schiena e mi accompagna a sedermi sulla panca accanto al mio borsone, prendo una maglia pulita e un pantalone e mi faccio accompagnare in bagno.

“Non so se ti conviene fare la doccia così!” mi dice indicando la caviglia, già leggermente gonfia.

Sbuffo e testarda, chiudo la porta e mi infilo dentro la doccia.

Decisione pessima, il dolore era troppo forte anche solo per reggermi dritta in piedi, sbuffo una ventina di volte e mi sciacquo al meglio.

Saltello su un piede solo cercando di uscire ed infilare almeno l'intimo, poi chiamo Will.

“Mi serve una mano Will!” dico facendolo entrare.

“Che peccato hai già messo l'intimo!” dice guardandomi.

“Ma tu non sei gay?” dico ridendo.

“Si, ma l'avrei usato come ricatto a Niall!” ride lui, ma io mi rabbuio inevitabilmente.

Per qualche minuto il dolore alla caviglia mi aveva distratto da tutto il resto, ora invece sono al punto di partenza.

Will non sembra essersi accorto di niente e sono felice di questo, mi aiuta ad infilare i pantaloni della tuta e dopo averlo ringraziato afferro il borsone e andiamo via.

Non aspetto la fine della partita, non riesco a resistere con la caviglia dolorante, saluto il mister e sotto la protezione di Will arriviamo alla sua auto.

Mi prende in braccio per farmi sedere dal lato del passeggero e poi fa il giro per mettere in moto.

Sbuffo, appoggiando la fronte sul finestrino freddo mentre Will accende l'auto che mi riporterà a casa, lungo la strada lo faccio fermare un paio di volte per prendere gli antidolorifici prescritti dal dottore della squadra e, venti minuti dopo, siamo sotto casa mia.

“Grazie per avermi aiutata Will” dico sincera mentre mi aiuta a scendere dall'auto.

“Sere, ci mancherebbe! Dai,salta su, ti prendo in braccio!” dice facendomi ridacchiare, poi obbedisco ai suoi ordini.

Mi porta in braccio fino all'ascensore e dopo avermi fatta scendere, torna indietro a prendere il borsone. Serro la bocca per trattenere un gemito di dolore, quando appoggio per sbaglio il piede a terra e mi maledico mentalmente.

“Cazzo” dico poco finemente cercando di restare in piedi.

Will arriva poco dopo e finalmente saliamo verso casa, mi aiuta ad entrare e Jess sobbalza dal divano osservando la mia caviglia.

“Che diavolo... Louis, ti chiamo tra poco!” dice solo prima di chiudere la chiamata e aiutare William.

“Ahi, ahi... mi fa male!” dico mentre mi aiutano a stendere sul divano.

Sospiro e ringrazio chiunque abbia avuto l'idea di inventare questi mobili! Jess si affretta a mettere dei cuscini sotto il piede per rialzarlo un po' e io con gli occhi chiusi, un braccio sulla fronte e un dolore allucinante la ringrazio.

“Ti sei fatta male in campo?” chiede sedendosi accanto a me, sul pouf nero.

Annuisco e lascio che Will le racconti tutto, io invece mi sistemo leggermente meglio e mi lascio andare ad un riposino pomeridiano.

 

 


Pov di Niall

 

L'ennesima intervista stressante si è appena conclusa. Sorrido soddisfatto afferrando un pacchetto di patatine in camerino e mi butto sul divanetto. Harry mi segue a ruota e dopo aver rubato un po' del mio cibo, si alza tranquillamente e va via.

“Haz, ti odio!” gli urlo dietro e lui mi sorride lasciandomi solo.

Finisco di mangiare e controllo qualche nuovo tweet, rispondo ad alcune fan e poi mi lascio andare poggiando la testa contro il bracciolo.

Il silenzio viene interrotto dalla risata di Louis, sicuramente starà parlando con Jess.

“Aaah” sospiro, un po' li invidio.

“Jess? Ma cosa... che ha fatto Sere?...Ok, Ok!” sento chiaramente quelle parole e con un salto sono in piedi accanto alla porta.

Vado incontro a Louis e lo vedo piuttosto scosso, cos'è successo? Che c'entra Serena?

“Ehi, tutto bene?” chiedo facendo il vago.

Louis alza il viso verso di me e mi sorride, ma non fa uno di quei sorrisi belli e luminosi, piuttosto quello che mi si para davanti è confuso e stanco.

“Stavo parlando con Jess, ha detto che mi richiama tra poco!” dice non accennando all'argomento Serena e la cosa mi innervosisce.

Perchè non ne parla con me?

“Tutto bene? E' successo qualcosa?” dico facendo il vago.

“Credo di si, non lo so bene forse Sere...ah, lascia stare Niall!” dice avviandosi verso la stanza in cui ero io pochi minuti fa.

Lo blocco. Trattenendolo per un braccio lo faccio voltare.

“Che ha fatto Serena?” chiedo, cercando di usare un tono piatto e distaccato.

“Mh, cosa t'importa?” dice lui con un sorrisino furbo.

“Mi sono preoccupato, ma hai ragione tu, scusa!” dico e questa volta ad andare via sono io.

Mi avvio verso l'uscita, devo prendere una boccata d'aria fresca e chiamare Amy, si... devo chiamare lei.

“Niall?” mi sento richiamare da Louis.

Mi giro e lo vedo fermo in fondo al corridoio, le mani lungo i fianchi e il sorriso strafottente in faccia.

“Stasera usciamo, ok?” dice lasciandomi un po' perplesso, così annuisco soltanto e poi spingo la porta finestra del balcone per uscire.

Miami è soleggiata e calda come sempre, devo ricordarmi di fare un salto nella piscina dell'albergo più tardi.

Fisso il panorama dal decimo piano del grattacielo e intanto digito il numero di Amy.

Dopo il terzo squillo sento la sua voce famigliare e sorrido rilassato.

“Amore!” mi saluta.

“Ehi tesoro!” rispondo appoggiandomi alla ringhiera in ferro.

“Tutto bene? Come stai? Io stavo per preparare la cena!” dice allegra come sempre.

“Ho appena finito un'intervista, tra poco riprendiamo però!” dico scocciato.

“Dai, andrà bene, come sempre!” mi rassicura.

Annuisco come se lei potesse vedermi, in realtà non trovo niente di nuovo nelle sue parole, mi aspettavo quasi la sua risposta, è sempre stato così in questi anni, io ero nervoso e chiamavo la mia miglior amica per tranquillizzarmi.

Chiudo gli occhi, in queste settimane ho evitato come la peste di chiamarla amore, non perchè non sento qualcosa per lei, ma perchè non può essere definito amore.

Ma infondo che ne so io dell'amore? Proprio niente.

“Niall?” mi richiama “Ci sei?”

“Si, si scusami, ora devo andare” mento.

“Ci sentiamo dopo piccolo, buon lavoro!” dice felice.

“Si, ti chiamo appena finisco! Un bacio” dico affrettandomi a terminare la conversazione.

 

Questa non è proprio una conversazione tra fidanzati.

Già, ma le voglio bene, non voglio ferirla e non voglio nemmeno perderla.

 

Passo una mano sul viso, mi sento stremato e senza forza, non ho la più pallida idea di come affrontare il concerto domani sera, mi sento stupido. Avrei voglia di dormire e svegliarmi l'anno prossimo. Con questi pensieri in testa torno dentro l'edificio, giro un po' per i corridoi e finalmente trovo i ragazzi, ridono tutti insieme e mi basta poco per spegnere il cervello ed unirmi a loro.

 

 

***

 

Il locale è colmo di gente, facciamo quasi fatica a camminare ma dopo qualche spintone riusciamo a raggiungere l'ala privata, appositamente prenotata da Louis.

Ancora non mi è chiaro perchè lui abbia insistito così tanto nell'uscire con me questa sera e sinceramente ho quasi paura di indagare oltre.

“Ma chi deve arrivare?” chiedo sedendomi sul divanetto mentre lui ordina qualcosa da bere, per me la solita birra.

“Liam ha detto che ci raggiunge con Luke e Calum!” dice accomodandosi di fronte a me con un sorriso a trentadue denti.

“Ah, sono arrivati già?” chiedo sorpreso, possibile che sono sempre l'ultimo a sapere le cose?

“Si, poco fa in realtà ma vogliono venire!” dice scrollando le spalle.

Io annuisco e ringrazio il cameriere che ci lascia i bicchieri con qualche stuzzichino.

La musica della sala accanto arriva rumorosa alle nostre orecchie, mi guardo attorno e devo dire che questo posto mi piace abbastanza, le luci non sono troppo cupe e si respira bene, non come quei tuguri scuri in cui non si capisce da cosa sia infestata l'aria.

Louis butta giù in un sorso il drink, lo guardo curioso e lui ne ordina altri due.

Il cameriere annuisce e si allontana mentre io bevo un sorso di birra.

“Andiamo Niall, butta giù quel bicchiere!” dice incitandomi.

“Louis, vuoi ubriacarti?” chiedo sorridendo.

“No, mi sto solo divertendo con uno dei miei migliori amici!” dice tirandomi una pacca sulla spalla.

Scolo il bicchiere e forse per colpa dell'alcool in circolo, trovo il coraggio di chiedere a Louis di Serena.

“Senti Lou... posso farti una domanda?” dico alzando gli occhi verso di lui.

Lui sorride, poggia il secondo bicchiere sul tavolino di legno e mi guarda.

“Si è fatta male in campo, alla caviglia” dice non distogliendo nemmeno per un secondo gli occhi dai miei. Vorrei rimanere a guardarlo per non confermare i suoi sospetti, ma a chi voglio mentire? Louis sa benissimo che a me interessa di Serena.

Così mi trovo ad abbassare la testa, logorato dalla curiosità di sapere e dalla preoccupazione per lei.

“Come sta?” chiedo.

“Jess ha detto che sta prendendo gli antidolorifici, deve stare a riposo!” risponde.

“Capito” rispondo solo, mentre una voce squillante richiama la nostra attenzione.

“Buonasera” dice Luke sedendosi accanto a me dopo avermi salutato.

Il suono delle nostre mani che si scontrano risuona nella stanza, sorrido salutando anche Cal e Liam.

Il primo mi sorride prima di allontanarsi per ordinare qualcosa, Liam invece si siede accanto a Tommo e dopo aver parlottato a bassa voce con lui mi saluta.

“Di cosa parlavate?” chiede Luke curioso.

Sto per rispondere niente ma Louis mi precede dicendo la verità, stupido.

“Chi è Serena?” chiede ancora il biondo al mio fianco.

Questa conversazione sta prendendo una piega che a me non piace per niente, mi muovo nervoso sul divanetto mentre il sorriso sul volto di Louis non mi sfugge, lo sta facendo apposta per mettermi in difficoltà.

“E' lei” dice armeggiando sull'i-phone, prima di girarlo nella nostra direzione e far vedere una foto di lui, abbracciato a Serena.

Lei sorride, i capelli scompigliati forse dal vento, è abbracciata al mio amico e io sento qualcosa dentro a cui non riesco a dare un nome.

“E' carina!” sorride Luke.

Carina? Amico, ti manca qualche grado. Lei è bellissima.

Mi maledico mentalmente per il mio pensiero e mi giro dall'altro lato, cercando di evitare di rubare quel telefono e passare la sera a fissare una fotografia.

Anche perchè una sua foto sul cellulare ce l'ho già, quella basta e avanza per farmi sentire uno stupido.

Calum e Liam tornano al tavolo con una bottiglia di spumante, secco e amaro, come amano loro.

“Niall, sicuro che non ne vuoi?” mi chiede Lee.

“No, lo sai che lo odio quello secco, preferisco il dolce!” dico prima di afferrare qualche stuzzichino gentilmente offerto dal locale.

I ragazzi ridono e io scrollo le spalle, ma alla fine sfugge un sorriso anche a me.

Mi rilasso e finisco la mia birra, iniziamo a parlare del tour e della prima serata di domani sera, finalmente qualcosa che mi fa distrarre.

“Io sono troppo eccitato per domani!” commenta Cal e noi annuiamo.

Il nuovo tour si prospetta elettrizzante ma anche faticoso, sappiamo di dover lavorare ancora di più ma questo non mi spaventa molto in realtà.

“Ah Liam, ti saluta Serena, sai che si è fatta male oggi?” dice Louis guardando me per una frazione di secondo.

“Cos'è successo? Devo chiamarla!” dice lui agitato e prende il telefono dai jeans.

Ma ora perchè tutti hanno il suo numero? Da quando hanno questa confidenza?

 

Ah, la gelosia!

No, è solo una costatazione.

 

“Ora stava meglio, deve stare a riposo! Ho fatto vedere la foto a Luke prima, ha detto che è carina... che dici, starebbero bene insieme, no?” dice Louis ridendo.

 

No. No che non starebbero bene insieme! Ora ci stiamo allargando eh, e perchè Luke è arrossito leggermente? Non la conosci belloccio, sono arrivato prima io.

“In effetti si, sarebbero carini, lei è minuta e piccola! Sembra un pulcino!” dice Liam con una voce dolce e stridula, facendomi contorcere ancora di più le budella.

Afferro un bicchiere e scolo, forse troppo velocemente, il liquido all'interno.

Ma non mi fermo, la conversazione continua su questo argomento così, mezz'ora e cinque bicchieri stracolmi dopo, sono partito per un mondo lontano.

La testa pulsa, ho mangiato poco e io odio bere senza mangiare, sento lo stomaco chiedere pietà ma finisco anche quest'altro bicchiere in mano.

Louis questa me la pagherà cara, so cos'ha fatto ma non capisco perchè vuole farmi soffrire così tanto.

“Niall, ti senti bene?” chiede Liam, con la sua aria da padre di famiglia.

“Si, vado a prendere una boccata d'aria!” dico alzandomi, con qualche difficoltà.

Luke e Louis ridono, uno accanto all'altro, non so di cosa stanno parlando, ma riesco a cogliere soltanto un insulso e insignificante “...te la presenterò!” di Louis.

L'aria fresca mi fa sobbalzare un secondo, prendo il viso tra le mani e cerco di non farmi notare più di tanto, sento Mark, uno dei nostri bodyguard, raggiungermi in poco tempo.

“Niall, ti porto in albergo?” chiede afferrandomi per la vita.

Faccio in tempo ad annuire, prima che un flash mi colpisca in pieno viso, sicuramente non sarà una delle mie foto migliori, ma poco mi importa.

In poco tempo sono sul sedile posteriore del SUV, non mi importa di aver abbandonato i ragazzi lì, voglio stare da solo. Sfilo il cellulare dalla tasca e scorro la rubrica fino ad arrivare al suo numero.

Non ho avuto il coraggio di scrivergli un messaggio durante la giornata, nemmeno un banalissimo “ciao”, non ne ero capace, ma forse l'alcool aiuterà.

Così in pochi minuti mi ritrovo a digitare un messaggio e ad inviarlo, spero solo di non pentirmene domani.

 

A: Serena

“Come stai?”

 

Semplice, chiaro e diretto. Ora devo solo aspettare, così poggio la testa sul finestrino mentre Mark guida verso l'albergo.

L'arrivo di un messaggio mi fa salire un senso di nausea, non so se sono pronto a leggerlo.

 

Da: Serena

“Perchè mi scrivi?”

 

Anche le sue sono parole chiare e decise, ma mi fanno sentire incredibilmente in colpa.

Cosa devo rispondere ora?

La verità.


 

A: Serena

“Mi manchi!”

 

Invio e mi sento uno stupido subito dopo, ora cosa penserà? Mi odierà ancora di più.

L'auto si ferma sotto l'entrata dell'albergo, a fatica scendo e raggiungo l'entrata, faccio giusto in tempo a chiedere le chiavi della mia stanza che il telefono vibra nella mia tasca.

Entro in ascensore e leggo il messaggio, dovevo aspettarmelo.


 

Da: Serena

“Stai con Amy, hai scelto lei! Non dovrei mancarti io!


 

Lo so dannazione, lo so benissimo! Le porte si aprono e io mi ritrovo al terzo piano, in un corridoio stretto e luminoso, lo attraverso e raggiungo la mia stanza, mi stendo sul letto e faccio crollare tutte le mie difese.

 

A: Serena

“Lo so, ma il problema è che mi manchi cavolo, ma sto con Amy, hai ragione... Oddio mi gira la testa!”

 

 

Invio e mi sento così stupido, passo una mano sul viso e decido di spogliarmi, questa stanza è troppo calda.

Sfilo la maglietta e la testa gira vertiginosamente, mi fermo un secondo per sbattere le palpebre e riprendere fiato e mi meraviglio di riuscire ancora a stare in piedi.

Bip.

Un nuovo messaggio.

Un nuovo giramento di testa.

 

Da: Serena

“Hai bevuto troppo evidentemente...”

 

A: Serena

“Cosa sono quei puntini?”

 

 

Rispondo di getto e invio, poi mi allungo sulle lenzuola fresche del letto.

Accendo la televisione e sintonizzo su un canale di sport, giusto per fare qualcosa.

Faccio girare il telefono tra due dita rischiando di farlo cadere a terra, ma l'ansia mi sta divorando dentro. Finalmente il telefono vibra e mi affretto a leggere.

 

Da: Serena

“Nulla... dove sei?”

 

Quel nulla non mi convince per niente, ma decido di non continuare il discorso rischiando di farla innervosire.

 

A: Serena

“In albergo, sul letto... ma tu non ci sei!”

 

Questa volta i puntini li uso io, voglio solo farle sapere che mi manca, tanto.

La sua risposta arriva esattamente tre minuti e venti secondi dopo.

 

 

Da: Serena

“Niall... ti prego, non farmi questo!”

 

 

E' una frase carica di sofferenza e dolore e non mi sento di rispondere, perchè ha ragione, non si merita il mio comportamento.

Non dovrebbe nemmeno mancarmi, perchè non mi merito né lei, né la sua presenza ma non merito nemmeno la sua mancanza.

E continuerò a negare il fatto che mi manchi, perchè la mia vita ora ha trovato un equilibrio che non voglio rompere.

So che permettere a Serena di entrare completamente nella mia vita significa rivoluzionare tutto, lei mi manca ma non so se sono disposto a mettermi in gioco.

E' facile per chi osserva da fuori, ma per me che non ho mai amato veramente una donna, la situazione è ben diversa.
Ricordo di aver letto una frase una volta:

 

“Non lasciare mai che la paura di perdere ti impedisca di partecipare”


Ricordo di aver pensato che non avrei ma permesso a niente e nessuno di rovinarmi la vita, ma ora sono dell'idea che per capire una situazione bisogna viverla in prima persona.

Amy è stata, ed è una parte importante della mia vita, sono affezionato a lei e non voglio farle del male.

 

Ma così lo stai facendo.

Lo so, sono una brutta persona.

 

Sospiro, porto le mani a coprirmi gli occhi, la testa pulsa e io cerco di reprimere tutti quei pensieri, non voglio pensare a nessuna delle due.

E lo vorrei veramente, ma puntualmente, due occhi verdi e un sorriso dolcissimo mi accompagnano nel mondo dei sogni.

Ah, se avessi solo un po' di coraggio ti amerei Sere.

Ti amerei come meriti di essere amata.

Ti amerei in tutti i modi possibili.

Scusa piccola nanerottola, scusa se ho paura di iniziare ad amare.



_______________________________________________________________
Eccoci qui, alla fine di questo capitolo intenso e complicato.
Scriverlo mi è piaciuto tanto e spero di essere riuscita a trasmettervi il tormento di Niall,
le sue paure, ma anche la sua gelosia.
C'è l'arrivo dei 5SOS in questo capitolo, scusate ma sono troppo felice che vengano in italia ahahah
Quindi perdonatemi, ma dovevo scrivere del piccolo pinguino Luke *-*
Oggi non riesco a rispondere alle recensioni precedenti, lo farò domani, ma ci tengo a ringraziare tutti.
Siete sempre dolcissimi/e! Vi voglio bene!
Spero di leggervi in tante :)
Sere.


Twitter: @Sere_VR46

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Capitolo 14
*** Capitolo quattordici ***


.The Maid.

Capitolo 14

 

 

Tutto ciò che vale merita di essere atteso!

 

 


 

Bum.

Bum.

Bum.

Il picchiettare della matita sul banco mi sta uccidendo.

Combatto con tutta me stessa per evitare di girarmi e strapparla dalle dita della ragazza, per poi farla a pezzettini.

Si, lo so. Sono nervosa oggi, ma capitemi!

Non posso continuare ad andare avanti con questa storia, Niall si fa sentire ad intervalli regolari di due-tre giorni, dico, si ubriacano solo in America?

Non che mi dispiaccia sentirlo, solo che la situazione è troppo complessa, io non so come rispondere ai suoi messaggi, ho paura di entrare in una situazione troppo grande da gestire per me.

“Ehi, non hai preso nemmeno qualche appunto, questa lezione è importante!” sussurra Will al mio fianco.

Mi giro per guardarlo tornando alla vita reale, poi sposto lo sguardo sul foglio, bianco e immacolato.

Sospiro passandomi una mano sul viso, non passerò mai quest'esame se non smetto di pensare a Niall e compagnia bella, ma la cosa è più facile a dirsi che a farsi.

“Per oggi è tutto, potete andare!” ci avverte il professore e così afferro malamente i fogli e il borsellino e li butto nello zaino.

Non sto a sentire nemmeno Will che mi dice di aspettarlo, esco dall'aula e mi dirigo a grandi falcate verso l'uscita.

Percorro il vialetto stracolmo di studenti fino a raggiungere una panchina un po' in disparte, mi siedo e batto i piedi per terra.

Quanto sono stupida? Devo smetterla di pensare a queste cose, di pensare di poter stare con Niall, di pensare a stare con lui.

Il suono di un ambulanza mi fa sobbalzare impaurita, poi la vedo sfrecciare per le strade e tappo leggermente le orecchie per non diventare sorda.

Mi guardo intorno e vedo Will fermarsi per riprendere fiato a qualche metro da me, sorrido vedendolo così affaticato e mi alzo raggiungendolo.

“Dovresti allenarti sai?” dico prendendolo in giro e lui mi fulmina con lo sguardo.

“Non farmi parlare guarda, la prossima volta ti mando a quel paese!” dice fingendosi arrabbiato.

Ridacchio tra me e me, mentre lui si sistema la tracolla sulle spalle e mi segue verso il centro città.

Una ventina di minuti dopo ci ritroviamo a passeggiare in Oxford Street.

Mi basta guardarlo un secondo con un leggero sorriso sul viso che Will inizia a correre verso l'imponente edificio alla fine della strada.

Qualsiasi persona che conosce Londra almeno un po' saprà che in questa via c'è uno dei più grandi magazzini al mondo, Selfridges & Co.

Mettiamo piede lì dentro con la consapevolezza di spenderci l'intero pomeriggio, ma cosa c'è di meglio per tirar su di morale una donna, se non lo shopping?

Le imponenti scale mobili bianche ci accolgono in questo mondo surreale, ogni volta che entro in questo posto mi sembra di essere in un'altra dimensione.

Will deve trascinarmi via per un braccio dall'ingresso, altrimenti sarei rimasta impalata a guardare la struttura interna di quell'edificio.

“Chiudi la bocca, entrano le mosche, nemmeno ci fosse Niall nudo!” dice e io lo fulmino con lo sguardo.

“Ehi, uomo per metà ritira quello che hai detto, qui nessuno vede Niall nudo!” dico facendo l'offesa.

Solo l'idea che qualcun altro possa vedere il mio irlandese senza vestiti mi fa contorcere lo stomaco.

“Bè sei sicura? Credo che Amy un giro...” prova a dire ma si ritrova una manata dietro la nuca che lo fa stare buono per un po'.

“Prova a ripetere ancora quello che hai detto e ti faccio diventare donna veramente!” dico puntandogli contro un dito.

Lui scoppia a ridere e scuotendo la testa mi trascina su per le scale, mischiandosi nella confusione delle centinaia di persone presenti.

Ci fermiamo in un ristorante per mangiare qualcosa e intanto Will mi parla della sua uscita per i pub Londinesi di ieri.

“Dove sei stato?” chiedo sorseggiando un po' di succo.

“Funky Buddha, ma penso che tu sappia dov'è!” ride divertito e io gli faccio una linguaccia amichevole.
“So perfettamente cos'è e dov'è... ma cosa ci facevi lì?” chiedo curiosa.

E' un locale non proprio alla portata di tutti, diciamo che per entrare e passare la serata lì dentro devi avere un bel conto in banca.

“Mmh, nulla!” dice vago.

“Will...?” chiedo curiosa e lui scoppia a ridere.

“Ti avevo detto di aver incontrato un tipo no? Lavora lì!” dice sorridendo e io saltello sulla sedia felice.

Si sa che i ragazzi che lavorano lì dentro sono tutti dei bei fusti.

“Hai fatto bingo eh William?” dico rubando una patatina fritta dal suo vassoio.

“Bè diciamo che non è per niente male!” ridacchia diventando un po' rosso.

Restiamo a parlare ancora un po' di questo tipo, che scopro chiamarsi Mark.

Mi racconta di come si sono ritrovati a parlare di tutto tranquillamente, come se si conoscessero da una vita ed io lo ascolto attentamente cercando di dimostrarmi felice per lui.

Il nostro discorso viene interrotto dalle note iniziali di una canzone che io conosco fin troppo bene.

Mi giro verso gli schermi della televisione, appesi alle colonne e sintonizzati su un canale di musica che guarda caso, sta passando una canzone dei One Direction.

“Che canzone è questa? Piace anche a me!” dice Will abbozzando un sorriso.

“Story of my life” dico canticchiandola a bassa voce.

Lui annuisce e io torno a concentrarmi sul cibo, anche se lo stomaco ormai si è chiuso.

La suoneria del cellulare mi avverte dell'arrivo di un messaggio, lo prendo e rimango sorpresa nel leggere il mittente.


 

Da: Liam

“Ciao dolcezza, come stai? Hai visto, ho mantenuto la promessa, ti ho scritto :) ”


 

Sorrido e cerco di contenere la gioia nel leggere il suo sms e penso ad una risposta sensata da scrivere.
Intanto mi alzo per pagare la mia parte e insieme a Will, che stranamente non fa domande sul messaggio, ci avviamo verso il primo negozio da visitare.

“Vado a provare qualche jeans” dice il mio amico, mentre afferra tre paia diverse di pantaloni dagli scaffali.

Lo seguo verso i camerini e mi siedo sulla poltroncina, con il telefono in mano a digitare una risposta per Liam.


 

A: Liam

“Ti avrei maltrattato al tuo ritorno in caso contrario! Ma sei stato bravo, come state? Io faccio shopping :) ”


 

Invio e aspetto che Will esca, mi sistemo meglio sulla poltrona e rischio di addormentarmi veramente, sono troppo comode.

“Allora?” dice uscendo dal camerino e facendo un giro su se stesso.

Sorrido alzando i pollici, sta veramente bene e finalmente lo vedo sorridere per un ragazzo, speriamo sia quello giusto.

Il cellulare vibra in tasca e apro sorridente il messaggio.


 

Da: Liam

“Ehi, non si maltrattano gli amici! Comunque tutto ok, abbiamo un concerto anche questa sera, non vedo l'ora di tornare per la settimana di Natale!”


 

 

E' vero cavolo, torneranno a Natale e ripartiranno una decina di giorni dopo, peccato che io sarò in Italia! Anzi, devo fare anche il biglietto per tornare giù, le feste per me sono sacre, vanno passate in famiglia. Sono stata abituata così fin da piccola e mi piace tornare a casa a Natale e trovare lo spirito festoso e allegro di sempre.

Mi alzo seguendo Will alla cassa e poi ci dirigiamo verso un negozio femminile, così butto il telefono nella borsa e dimentico totalmente di rispondere a Liam.

 

**

 

Tre ore, venti minuti e trenta buste dopo, usciamo da quel luogo di perdizione.

Avrò speso una fortuna oggi, dannata me e lo shopping-cura-ferite.

Will è sommerso dalle varie buste e fatica quasi a camminare, io ridacchio soddisfatta sventolandone una sola tra le mani.

“Dammi le mie su!” dico vedendolo in difficoltà.

Lui troppo orgoglioso, come qualsiasi altro uomo, continua per la sua strada, ma dieci minuti dopo è fermo con le mani rosse e una smorfia sul viso.

“Sai che di queste trenta buste mi sono appena reso conto che diciotto sono le mie?” chiede strabuzzando gli occhi.

“Sul serio? Pensavo di aver fatto più compere di te!” dico sorpresa controllando effettivamente le buste.

“Odio andare per negozi con te, mi fai spendere milioni!” sbuffa afferrando le sue buste e accelerando il passo. Lo guardo sconvolta, prima di raccogliere le mie compere da terra e raggiungerlo a passo svelto.

“Will, aspetta!” lo chiamo.

“Ho fatto una cavolata” dice fermandosi mentre io gli arrivo accanto.

“Che succede? Non possiamo portare indietro niente...” dico preoccupata.

“No, non c'entra con quello che ho comprato, sai che sono peggio di una donna in queste circostanze!” dice gesticolando con le mani.

“E allora? Qual'è il problema?” chiedo incitandolo a parlare con lo sguardo.

Lui sospira, si guarda intorno e poi si morde un labbro.

Questo non mi tranquillizza affatto, non so perchè ma sento che ha combinato qualcosa di grosso.

“Promettimi che non ti arrabbi!” dice guardandomi negli occhi.

Spalanco gli occhi e batto una mano sulla fronte, già io combino guai da sola perchè ci si mettono anche gli altri?

“Forza, racconta!” dico con un tono autoritario.

“Entriamo nel bar dai, almeno ti offro qualcosa di dolce!” dice e senza aspettare una mia risposta si fionda nel locale, seguito dalla marea di buste.

Qualcosa mi dice che ha paura della mia reazione.

 

 

Lo seguo nel locale e troviamo un tavolino all'angolo, un po' isolato. Will ordina anche per me e poi torna a sedersi. Picchietto le dita sul tavolo e lo guardo, in attesa.

“Hai presente il miglior amico di Liam, no?” dice evitando di guardarmi.

“Si, Andy... eh quindi?” dico confusa.

“Ecco, può essere che ieri sera io l'abbia incontrato al Funky!” dice evitando ancora il contatto con i miei occhi.

“Ok e cosa c'è di strano? Lui e Liam praticamente hanno l'abbonamento in quel posto!” dico ridendo.

“Ero ubriaco ieri sera, può essere che io l'abbia... come dire... mh, attaccato?” dice guardandomi.

“Attaccato?” dico alzando un sopracciglio.

“Tu mi avevi detto che si era comportato da scemo con te, quando eri con Liam e io... scusami!” dice mortificato.

La cameriera del bar arriva a portarci il nostro caffè e la nostra ciambella, così mi prendo un momento per riflettere su quello che ha detto William.

Non so effettivamente cosa pensare, anche perchè non ho ancora capito cos'è successo.

“Spiegati meglio!” dico afferrando la mia adorata ciambella alla crema.

“Potrei avergli detto un sacco di parole poco consone...” sussurra.

“Will... si può sapere cosa hai detto si o no?” dico alzando il tono di voce.

“Gli ho dato del cafone e dello stronzo e poi gli ho detto che doveva chiederti scusa perchè si era comportato da idiota, quando nemmeno ti conosceva!” sputa fuori.

“Ma dico, sei completamente impazzito? Come ti è venuto in mente?” dico rimanendo con la ciambella a mezz'aria, tra la bocca e il piattino.

Chiudo gli occhi un secondo e cerco di trovare una soluzione, sicuramente Liam mi avrà scritto per questo. Dio, che casino.

“Cosa ti ha detto lui?” chiedo trattenendo l'impulso di saltargli addosso e ucciderlo.

“All'inizio non aveva capito niente, era un po' brillo anche lui, poi si è messo a ridere e...” dice fermandosi.

“E...? Devo risolvere questo casino adesso, sei pregato di dirmi tutto!” dico facendo presa sul suo braccio.

“Mi ha detto che la prossima volta si sarebbe scusato...” dice esitando un pochino.

“Poi?” lo incito.

“Ha parlato di una festa di Natale, che aveva avuto un'idea e voleva chiamarti per chiederti delle cose e gli ho dato il tuo numero!” aggiunge rilasciando un sospiro per aver confessato tutto.

“Il mio numero? Chiedere qualcosa a me? Oh signore, Will... prega che non sia niente di illegale, compromettente e/o riguardante i ragazzi!” dico puntandogli il dito contro.

“Non pensare subito a catastrofi però!” dice rimproverandomi.

“Non sei nella posizione giusta per dirmi cosa devo fare! Sappi che in questo momento ti sto odiando a morte!” dico sbuffando.

“Mi dispiace, veramente... volevo solo difenderti, in un certo senso e sai che quando bevo non rispondo delle mie azioni, scusa... sono un disastro, lo so!” dice abbassando lo sguardo.

“Ormai è fatta, dobbiamo solo aspettare che mi chiami... poi deciderò se lasciarti in vita o ucciderti!” dico assumendo un tono credibile.

“S-stai scherzando vero?” dice impaurito e io scoppio a ridere alzandomi.

“Andiamo scemo, devi portarmi a casa!” dico porgendogli la mano.

Lui sorride rilassato, alzandosi e afferrando la mia mano un secondo.

“Ti voglio bene!” mi dice e io sorrido.

So che non è una persona che da spesso mostra dei suoi sentimenti per questo sentirgli dire quella frase mi fa stare bene e di slancio lo abbraccio fino a stritolarlo tra le mie braccia.

“F-ammi res-pirare” lo sento dire e mi stacco da lui ridendo.

Usciamo dal locale e facciamo la strada inversa per tornare verso la facoltà, dove lui ha lasciato l'auto. Non parliamo molto, io più che altro con la mano libera dalle buste fisso il cellulare, in attesa di una chiamata o un messaggio.

La giornata è più fredda del solito e mi stringo nel cappotto cercando un po' di calore, sono ormai le cinque del pomeriggio e le strade di Londra sono popolate dalle famiglie, vedo un sacco di mamme dare la mano ai propri figli, c'è chi piange per un nuovo gioco, chi vuole correre a vedere gli artisti di strada suonare.

Ci fermiamo anche noi quando le note di “Let it be” dei Beatles risuonano in strada.

Chiudo gli occhi e mi coccolo in quella dolce melodia, è sempre stata una delle mie canzoni preferite e adesso, pensando a quello che è successo nelle ultime settimane la sento ancora più mia.

 

Let it be, let it be, let it be, let it be

There will be an answer, let it be..

 

 

Ci sarà una risposta al suo comportamento, devo solo avere pazienza e saper aspettare.

 

 

 

Pov di Louis

Continuo a tirare i ricci di Harry mentre ascoltiamo passivamente le parole di Paul sul concerto di questa sera, alla fine sono sempre le stesse cose!

Siamo in una sala dell'albergo che ci ospita in questa settimana, le pareti sono di un giallo tenue e il pavimento bianco e lucido riflette le luci dei lampadari appesi alle pareti laterali.

La mia attenzione però, viene catturata da Liam che continua a fissare il cellulare spazientito.

Di solito lui è l'unico che ascolta le parole di Paul e poi ci fa una specie di resoconto.

Mi spingo verso di lui e tiro un piccolo calcetto contro il suo stinco.

“Lee?” dico abbassando la voce.

Lui si volta mettendo su la sua espressione alla “Che c'è? Perchè mi hai disturbato brutto scemo?” e io mi lascio sfuggire una risata, soffocata subito dopo da un colpo di tosse.

“Che ti prende?” chiedo.

Lui scuote la testa e indica il cellulare, starà aspettando un messaggio evidentemente.

Annuisco e torno a concentrarmi sulla testa di Harry.

“Louis, hai sentito almeno una parola di quello che ho detto?” mi chiede Paul e io sbuffando mi alzo.

Aggiusto i jeans e dopo averlo guardato scrollo le spalle.

“Scusa Paul, devo andare in bagno!” dico fiondandomi fuori senza sentire una risposta.

Raggiungo in qualche falcata la porta della mia stanza e mi fiondo sul letto.

Il tessuto freddo del cuscino mi fa rabbrividire, così mi metto seduto e tiro il mio computer dal comodino.

“Forse Jess è a casa” dico ad alta voce.

Così lo accendo e dopo averle mandato un messaggio aspetto che accanto al suo nome appaia il cerchio verde.

 

 

Pov di Sere.

La prima cosa che sento, appena apro la porta di casa, è una risata fragorosa e stridula.

“Louis!”

Scuoto la testa andando verso la mia stanza per sistemare le buste, metto via i nuovi vestiti e butto i libri sulla scrivania, dovrò leggerli tutti prima o poi, ma c'è ancora tempo per la sessione invernale.

No, non è vero, ma non ho voglia di studiare.

Tolgo le scarpe e in punta di piedi mi dirigo verso la stanza di Jess, la sento ridere e spalanco la porta di scatto.

La sento urlare e saltare giù dal letto con il fiatone. Scoppio a ridere buttandomi a terra mentre sento la risata di Louis aggiungersi alla mia, ma mi rendo conto presto che non è l'unica.

Mi metto a sedere e guardo Jess riprendere fiato, poi mi alzo e mi avvicino a lei.

“Stai bene?” le chiedo sorridendo ancora.

“Ti odio!” dice prima di scoppiare a ridere anche lei.

Butto un'occhiata allo schermo e saluto Louis, ritrovandomi anche gli occhi di un certo Ashton addosso.

“Oh, ciao!” dico imbarazzata.

“Ash, lei è Serena, Sere... credo tu sappia chi è lui dalla tua faccia!” mi prende in giro.

“Idiota!” rispondo sedendomi accanto alla mia coinquilina.

“Che fate di bello?” chiedo.

“Facevamo ridere Jess!” risponde Louis.

“Confermo” risponde la diretta interessata.

“Tu che hai fatto oggi?” mi chiede sempre il mio amico.

“Niente, sono stata in facoltà e poi...”

“...poi ha fatto shopping e non mi ha risposto al messaggio!” la voce di Liam arriva dritta alle nostre orecchie e poco dopo anche il suo viso si aggiunge agli altri due sullo schermo.

Cavoli, il messaggio.

“Ciao Lee, ho una spiegazione, giuro!” dico sulla difensiva.

“Tranquilla, ciao Jess!”

“Ciao Liam, ma siete tutti in camera di Lou?” chiede con una punta di gelosia.

“Si, è un via vai di persone... ” si lamenta il più grande.

“Ma sta zitto che se non veniamo a trovarti ci maltratti per averti ignorato!” lo prende in giro Ashton e noi scoppiamo a ridere mentre Louis mette su un finto broncio.

“Cambiamo discorso va, altrimenti devo uccidervi tutti, Sere devo presentarti una persona!” dice ridendo, poi si guarda intorno ed urla “Luuuke vieni qua, subito!”.

“Luke?” chiede Jess al suo ragazzo confusa.

La guardo un secondo, non sa chi è Luke... ma io lo so bene.

Luke Hemmings.

Sento le mie guance tingersi di rosso e ho voglia di nascondermi sotto il letto e non farmi trovare.

Quel ragazzo mi piace, mi è sempre piaciuto dall'istante in cui ho scoperto i 5 Seconds of Summer, ma mi sento ridicola per due cose: intanto, è piccolo per me e secondo... mi sembra di fare un torto a Niall. Ma lo penso da sempre, già da prima di conoscerlo di persona, quando guardavo una foto di Luke e lo trovavo bello mi sentivo in colpa verso il mio irlandese.

Lo so, sono stupida! Lui non si fa troppi problemi a stare con un'altra persona, ma io sono fatta così.

Solo che ora, una delle mie fantasie è dall'altro dello schermo, con uno dei suoi migliori sorrisi e il solito cappellino messo al contrario sulla testa.

“Finalmente vi conosco, mi hanno parlato tanto di voi!” dice sorridendo, prima di mordicchiare il labbro inferiore.

“Il piacere è tutto nostro Luke, anche se lei non risponde!” dice Jess facendomi fare una figuraccia.

La fulmino con lo sguardo e provo a dire qualcosa, ma sono troppo nervosa.

“Credo che non si riprenderà per il resto della conversazione!” dice Liam.

Dannazione Sere, stai facendo la figura dell'idiota, devi dire qualcosa, qualsiasi cosa.

“Tutto bene?” mi chiede Luke.

Forza, devo solo annuire, posso farcela.

“S-si!” riesco a dire.

“Allora sei viva!” ribatte regalandomi un sorriso perfetto.

“Scusa, è che...” provo a dire, ma non trovo le parole giuste.

“Niente, lasciate stare... continuiamo la conversazione!” riesco finalmente a finire una frase.

Restiamo a parlare un po' del concerto di questa sera e io rispondo sempre un po' impacciata quando Luke mi rivolge la parola. Quando lo incontrerò di persona penso che morirò di una morte lenta e dolorosa.

Jess ride tranquilla al mio fianco e sembra che anche i ragazzi si stiano divertendo. Per fortuna Liam non accenna a nessuna telefonata o conversazione con Andy, così io mi rilasso e ascolto cosa hanno combinato durante la giornata.

“Sere tu che dici? Luke sta meglio con il piercing a bottoncino come adesso o l'anellino che aveva prima?” chiede Louis ridendo.

Devo ammazzarlo quel ragazzo per caso? Si, credo proprio di si.

Boccheggio un secondo e distolgo lo sguardo dallo schermo del computer.

“L'abbiamo messa in difficoltà!” commenta Ashton.

Mancava solo lui all'appello, per prendermi in giro.

“Dai, lasciatela stare... quanto siete idioti!” sento Luke prendere le mie difese e non ho il coraggio di alzare lo sguardo verso di loro.

La suoneria del mio telefono rompe quei minuti di silenzio, fisso lo schermo e rischio di avere un infarto.

Spalanco gli occhi per la sorpresa e Jess mi guarda curiosa, giro leggermente lo schermo verso di lei e la sua reazione è simile alla mia.

“Che succede?” chiede Liam preoccupato.

“Io... devo rispondere, scusate!” dico alzandomi e avviandomi verso la mia stanza.

Poi mi fermo un secondo, torno indietro e sorprendendo tutti rispondo alla domanda.

“Io amo quando hai l'anellino, ci giochi sempre!” dico sorridendo per poi sparire dietro la porta.

 

 

Faccio suonare il telefono ancora una volta e poi schiaccio sul verde, portandomi l'i-phone all'orecchio.

“Niall” dico sorpresa.

“Non sapevo ti piacesse Luke” esordisce.

“C-cosa?” chiedo confusa.

“Volevo andare in camera di Louis, ma ho sentito che stavate parlando... eri imbarazzata, quando ti piace qualcuno ti chiudi in te stessa e non rispondi a niente!” dice sconfortato e sofferente.

“No-n è vero!” dico sorpresa dalle sue parole.

“Invece si, l'hai fatto anche con me e, dimenticavo... quando ti piace qualcuno tendi a fare brutte figure, ti ricordi quando ci siamo incontrati?” mi chiede prima di sorridere amaramente.

“Perchè mi hai chiamato?” chiedo non sapendo cosa rispondere.

“Volevo sapere...” risponde mentre io faccio i km girando in tondo dentro la mia stanza.

“Sapere cosa?” ribatto.

“Ti piace Luke?” chiede con un tono piatto.

Non capisco a che gioco sta giocando, ma decido di rispondere.

“E' un bel ragazzo.” dico sincera.

“Capisco” Fa una pausa prima di continuare “E, ti piace più di me dom?” chiede calcando sull'ultima parola.

Dom.

Da quanto non mi chiama così? E perchè non ho nemmeno voglia di urlargli contro per questo suo nomignolo stupido?

“E a te Niall, piace più Amy di me?” chiedo con le lacrime agli occhi.

“Non si risponde con una domanda, me l'hai insegnato tu...” risponde.

“Non si fa nemmeno una scenata di gelosia ad una persona che non è la tua ragazza” dico ritrovando un po' del mio orgoglio.

“Mmh” lo sento fare una smorfia.

“Devo andare adesso... mi manchi!” dice prima di agganciare, senza darmi la possibilità di rispondere.

Ho la rabbia che mi scorre nelle vene, ma come si permette ad usarmi e gettarmi come se fossi un giocattolo?

Lancio il telefono contro il muro e lo vedo rompersi in troppi pezzi, vorrei maltrattare Niall, chiamarlo e farmi dare delle spiegazioni, perchè non può giocare così con i miei sentimenti..

Eppure questa stupida telefonata, mi ha riscaldato il cuore.

 

____________________________________________________________

Holaaa!

Questo capitolo lo adoro, voi sicuramente mi ammazzerete ma io sono felice di come stia andando la storia.
Mi piace, mi piace, mi piace....!

Non ho molto da scrivere, credo che il capitolo si commenti da solo sinceramente!

La telefonata di Niall sarà sicuramente oggetto di discussione nelle vostre recensioni e nei vostri messaggi, ma non uccidetemi, vi prego :D

Detto questo, non vedo l'ora di sapere le vostre reazioni.

Un abbraccio,

Sere.

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Capitolo 15
*** Capitolo quindici ***


.The Maid.

Capitolo 15

 

 

"L'amore consiste in questo, due solitudini che si proteggono a vicenda, si toccano, si salutano."



 

Due settimane dopo.

 

21 Dicembre

 

Il mio nuovo cellulare risuona per tutta casa sulle note di Strong, sobbalzo mentre preparo qualcosa da mangiare e rischio quasi di cadere a terra per rispondere in fretta.

La telefonata di qualche settimana fa ne ha scaturite altre due, brevi e con lo stesso ritmo della prima, poche frasi, un botta e risposta infinito e un “mi manchi” alla fine.

Così, ora mi ritrovo ad avere il cuore in petto ogni volta che sento il telefono suonare, ma anche questa volta una nota di delusione dipinge il mio viso, il numero è sconosciuto, rifletto se rispondere o meno e alla fine mi decido per tornare a cucinare.

Porto il telefono con me e mi rimetto a preparare una deliziosa pasta ai quattro formaggi.

Il mio stomaco brontola già da mezz'ora, canticchio una canzone a bassa voce, ma vengo interrotta ancora da una chiamata in arrivo, sbuffo lasciando il mestolo, ancora quel numero.

Mi decido e alla fine rispondo.

“Pronto?” dico curiosa.

“Serena? Sono Andy, l'amico di Liam... ti ricordi di me?” dice tutto d'un fiato.

“C-certo, ciao Andy!” dico balbettando, mi do mentalmente della stupida per essermi dimenticata di dover ricevere questa telefonata.

“Ascolta, dovevo chiamarti già da un po' ma sono stato impegnato, volevo chiederti un favore!” dice spensierato e contento, come se niente fosse. Un po' il comportamento di questo ragazzo mi fa saltare i nervi ma la troppa curiosità vince sul mio orgoglio e così chiedo di cosa si tratta.

“I ragazzi, come saprai, tornano per le vacanze di Natale e domani c'è una cena tutti insieme a casa Payne, volevo invitarti, anche se sicuramente lo farà Liam... o Niall, ma volevo anche chiederti di venire un po' prima, non sono proprio il massimo ad organizzare le feste!” dice tutto d'un fiato.

Prendo qualche secondo per assimilare le informazioni, andare lì significherà passare la serata con i ragazzi ma anche stare nello stesso posto con Niall.

“Ci sarò” dico decisa, con una strana sensazione di agitazione proprio alla bocca dello stomaco.

 

 

Pov di Louis

 

La mia maglia bianca, le scarpe e infine... l'ultimo jeans. Chiudo la valigia con un sorriso grande quanto il ponte di Brooklyn, questa sera torneremo a Londra per le vacanze natalizie.

Sto aspettando questo momento da settimane, la mia famiglia, un po' di riposo, Jess.

“Lou hai finito?” chiede Zayn entrando nella mia stanza senza bussare, come al solito.

“Si Zay, fatto, sono pronto per tornare a casa, gli altri?” chiedo tirando giù dal letto la valigia.

“Liam e Harry hanno già sistemato tutto insieme ad Ashton, gli altri non lo so!” dice scrollando le spalle.

Questa volta a tornare a Londra saremo in tanti, tutto lo staff, noi e i 5 Seconds of summer.

In realtà non dovevano venire loro ma non potevo certo perdermi un'occasione grande come la festa di Natale per far conoscere Luke e Serena.

Niall si sveglierà, ne sono sicuro e se non lo farà... bè, si formerà una nuova coppia.

“Devo aver paura?” chiede Zayn interrompendo i miei pensieri.

“Cosa?” chiedo.

“Hai una faccia che non promette nulla di buono, cos'hai in mente?” chiede curioso accendendo una sigaretta e poggiandosi sul davanzale della finestra.

“Sto pensando alla faccia di Niall quando vedrà Sere alla festa domani!” ammetto sorridendo.

“Ti ucciderà, stanne certo!” dice soffiandomi il fumo addosso.

Annuisco, ne sono convinto anche io ma andiamo, se non ci penso io a fargli aprire gli occhi, chi deve farlo? Poi Luke è un bravo ragazzo, non tratterà male Sere.

Lei poi ha una fissa per i biondi con gli occhi azzurri quindi, non ci saranno problemi a farli stringere amicizia. Con questo spirito trascino la mia valigia e Zayn al piano di sotto per raggiungere gli altri.

Questo mese in America è stato intenso e piacevole, le fan ci seguono ovunque, salire sul palco poi, mi dà sempre la giusta carica per affrontare tutto, ma ci sono dei giorni in cui la vita normale mi manca più del solito, ora mi ci vuole proprio un po' di tempo in famiglia.

Le porte dell'ascensore si aprono al piano terra e vedo subito i ragazzi, li raggiungiamo e ci sediamo sulle morbide poltroncine ai lati della hall.

“Lou ce l'hai fatta finalmente, sei sempre l'ultimo!” mi prende in giro Calum.

Faccio una smorfia con la bocca e ignoro i loro soliti commenti su quanto io sia ritardatario.

“Dov'è Luke?” chiedo e gli occhi di Niall si spostano su di me.

Sorrido soddisfatto senza farmi notare da lui, quell'irlandese è un libro aperto per me.

“Hai sentito Andy?” sussurro avvicinandomi a Liam.

Lui annuisce e sorride, procede tutto secondo i piani. Sto aspettando solo la telefonata sconvolta di Sere che alla velocità della luce mi chiederà cosa diavolo significa una festa a casa Payne.

“Non ti ha chiamata ancora?” chiede Liam, a volte fa paura, legge nel pensiero!

“No, ancora no! Ma lo farà presto...” dico convinto.

“Immagino di si, mi ha detto che deve partire per le vacanze di Natale, andrà via il 23!” dice con un tono contenuto per non farsi sentire da Niall.

“Si, me l'ha detto Jess!” confermo.

Vieniamo interrotti da Paul che ci richiama per partire, faccio cenno a Liam di riparlarne dopo e ci avviamo verso l'uscita. La strada davanti all'hotel è piena di fan, le urla mi arrivano fin dentro il cervello, sorrido, ancora mi sembra impossibile una cosa simile.

“Louis, nella terza macchina” sento dire da qualcuno, abbasso la testa e mi faccio spazio tra la folla di fotografi, curiosi e fan, sembra di essere in guerra, ma alla fine come sempre riesco a tirare un respiro di sollievo poggiando la schiena nei sedili posteriori del van.

La porta si apre ancora riversando un ragazzone troppo alto per i suoi diciassette anni, sospira, mordendosi un secondo il piercing sul labbro inferiore.

“Oddio, pensavo di morire” dice rilasciando un sospiro di sollievo.

Lo guardo ridendo e batto una mano sulla sua spalla. Non mi ricordo nemmeno come siamo diventati amici, eppure in poco tempo abbiamo legato e siamo diventati tutti una grande famiglia.

Sicuramente il fatto di stare sempre insieme ha influito molto ma ormai è naturale scambiarci perfino le magliette.

“Dai, tra qualche ora saremo a Londra, ci divertiremo alla festa, stanne certo!” dico entusiasta.

“Bè lo spero, mi stai riempiendo di cose su questa festa da giorni, se non sarà bella ti denuncio” ride e io sbuffo spazientito.

Non so perchè tutti trovano sempre il modo di smontare il mio entusiasmo.

“Dai Lou, scherzavo! Ma dimmi un po'... c'è qualcosa di specifico che devo sapere?” chiede con voce innocente.

Sorrido, ha fatto la domanda giusta.

 

 

22 Dicembre

 

Pov di Sere

“No, no... che diavolo stai facendo?” dico strappando letteralmente dei fiori dalle mani di un cameriere.

Sono in questa casa da questa mattina alle sette, Andy mi ha lasciata qui con una cartellina in mano, una lista di cose da sistemare e delle persone incompetenti.

Ma per chi mi ha presa? Per una domestica?

Ah... maledizione, questa parola mi perseguita.

Mi fermo un attimo e passo il dorso della mano sulla fronte, prendo un bel respiro e mi guardo intorno. L'unica cosa che mi consola è sapere che questa sera sarò tra gli invitati e non a lavorare.

Guardo l'orologio, devo sbrigarmi, tra poco devo andare a prepararmi.
La sala ormai è allestita con una tavolata degna di una festa reale, i fiori bianchi e rossi a spezzare il colore scuro del legno. Mi avvicino al balcone, il tempo è stranamente buono, freddo, ma sereno.

“Sere? Ci sei o ti hanno dovuta ricoverare in psichiatria?” sento la voce dolce e familiare di Liam arrivarmi alle orecchie, mi giro e corro ad abbracciarlo.

“Finalmente sei qui, il tuo amico è un incompetente!” dico sbraitando.

“Ehi, guarda che sono qui!” dice Andy comparendo sulla soglia della stanza, togliendo la giacca e poggiandola su un divanetto.

Alzo un sopracciglio e lo fulmino con lo sguardo, lui sbuffa e riprende in mano la giacca per poi sistemarla tranquillamente sul braccio.

“Siamo atterrati due ore fa, ci abbiamo messo una vita a raggiungere casa, comunque ora ci sono io, puoi andare!” mi dice teneramente lasciandomi un bacio sulla fronte.

“Va bene, scusa Lee ma altrimenti non farò mai in tempo a prepararmi, comunque mancano pochissime cose!” dico passando a lui la cartella.

“Tranquilla, ho portato i rinforzi!” ridacchia e io lo guardo sorpresa.

“Oh, tra due secondi lo capirai!” dice ridendo e qualche secondo dopo il campanello risuona nell'appartamento.

Liam non chiede nemmeno chi è al citofono, apre il portone e basta. Lo guardo curiosa e spero solo di non vedere arrivare Niall, non sono ancora pronta per affrontarlo dal vivo.

Scrivergli un messaggio, parlargli al telefono è un'altra storia, non può vedermi, non può sentire il mio cuore battere all'impazzata.

Ma le mie paure vengono messe da parte da un sorriso allegro e spensierato, dei capelli ribelli e una fascia tra i capelli.

“Ciao!” dice allegro Harry seguito da un piccolo Styles un po' più basso, Ashton Irwin.

“Haaaz” dico abbracciandolo, lui mi stringe forte facendomi ridere e volteggiare nella stanza. Non ricordo l'attimo preciso in cui mi sono legata ad Harry da quando ci conosciamo, ma penso di volergli un bene sconfinato.

Mi stacco sorridendo da lui e porgo la mano ad Ashton, lui l'afferra prontamente prima di chiudermi in un abbraccio anche lui.

“Anche io voglio un abbraccio!” sento qualcuno urlare e poi, due secondi dopo, l'unica cosa che vedo è una massa di capelli colorati che mi stringe ridendo.

“Ciao Michael!” dico ridendo.

“Ciao, tu devi essere Serena!” dice poggiando un braccio intorno alle mie spalle.

Sorrido imbarazzata e annuisco, sono sicura che il mio viso sia di un rosso ardente.

“Non la infastidire, sei sempre il solito!” dice il nuovo arrivato, capelli neri e sorriso dolcissimo, non può essere che Calum.

“Ti infastidisco?” mi chiede Michael con fare plateale e io scuoto la testa ridendo.

Vorrei passare un giorno in tour con tutti e nove, sarebbe di sicuro una giornata fatta di risate e, diciamocelo, anche di scombussolamenti ormonali.

Mi guardo intorno quasi aspettandomi da un momento all'altro di vedere apparire dei capelli biondi e una camicia a quadri, mi mordo il labbro inferiore e Liam sorride.

“Louis e Luke ti aspettano giù” dice Calum.

“Me?” dico indicandomi confusa.

“Si, Louis ha detto che ti porta a casa!” dice sorridendo.

“Oh.. grazie!” dico sorpresa. I presenti si scambiano delle occhiate strane tra di loro e ho la strana sensazione di essere all'oscuro di qualcosa di importante.

Mi allontano per prendere la mia giacca e intanto sbircio i ragazzi, stanno iniziando a sistemare sotto lo sguardo attento del padrone di casa, ma nessuno accenna niente a me o Louis, o Luke... sono stati addestrati per bene!

Rido da sola per i miei pensieri strani e mi chiudo dietro la porta della camera degli ospiti di Liam, questa casa sembra uscita da un giornale di quelli che sfogli una volta nella vita e poi lo chiudi, perchè ci cose sopra troppo belle e costose per il tuo portamonete.

Eppure ora sto camminando sulla moquette grigio chiaro di quest'appartamento, nella Londra per bene.

“Ragazzi io vado, ci vediamo dopo!” dico salutando con un bacio Liam e con la mano tutti gli altri, mi sorridono ricambiando il saluto e io mi affretto a chiudermi la porta alle spalle, chiamo l'ascensore e prendo un bel respiro, un messaggio richiama la mia attenzione, sblocco il telefono e noto un nuovo tweet di Niall, un “Finalmente a casa” con una foto di lui ed Amy, abbracciati e sorridenti.

Mando giù il magone formatosi al centro del petto e prima di arrivare al piano terra poggio la schiena contro la parete dell'ascensore e mi lascio andare ad un piccolo pianto.

Le porte si aprono sul garage del palazzo, facendomi tornare alla cruda realtà, la mia testa è un'esplosione di pensieri, mi sento stupida, presa in giro e buttata via come un giocattolo di vecchia data.

Un clacson in lontananza mi fa sobbalzare sul posto, porto la mano sul petto prima di guardare verso l'auto e riconoscere i capelli scompigliati di Louis fuori dal finestrino, stringo la borsa, mi dipingo un sorriso sul viso e mi avvio a passo spedito verso di lui.

Ed è un attimo, quello in cui decido che questo sarà il momento che ricorderò per il resto della mia vita, a prescindere da quello che succederà in futuro. Spengo il cervello e corro, verso due occhi blu, ma non sono quelli di Louis. Riesco a scorrere lo stupore sui loro volti, poi il sorriso comparire sul viso di Luke e le su braccia intorno alla mia vita e me ne frego di passare per una ragazzina, me ne frego della vergogna che proverò tra qualche istante quando lo guarderò in faccia.

Me ne frego perchè ho bisogno di questo, me ne frego perchè in questo secondo, tra le braccia di un ragazzino, mi sento felice.

“Ciao” sussurra ridendo, e le fossette sul suo viso mi fanno arrossire.

Mi copro il viso con le mani e sento la risata buffa di Louis al mio fianco e mi giro verso di lui, ho gli occhi che si riempiono di lacrime in una frazione di secondo.

Mi abbraccia Louis, mi abbraccia avvolgendomi sotto gli occhi curiosi di Luke, sento le sue labbra poggiarsi sulla mia fronte, come un bravo papà mi accarezza le guance e poi torna il solito rompi scatole di sempre.

“Forza, tutti dietro” dice salendo sull'auto, alla guida uno delle guardie del corpo dei ragazzi, lo saluto con un cenno della testa e mi siedo nel posto centrale, seguita da Luke alla mia sinistra.

“Siamo nella mia auto evitate di fare cose sconce, grazie!” dice provocando un sorriso sul volto del biondino e il rossore sul mio viso.

“Lou, siamo solo seduti cosa vuoi che facciamo? E poi ci sei tu... ” dico scrollando le spalle.

“Che vorresti dire? Senza di me cosa avresti fatto?” dice sconvolto mentre io cerco di sotterrarmi mentalmente, meglio che sto zitta.

Incrocio un secondo lo sguardo di Luke al mio fianco, sorride, poi si volta verso il finestrino, sembra stanco. Il viaggio verso casa mia passa lentamente con i racconti di Louis, parla tanto e velocemente, mentre noi ce ne stiamo in silenzio, le note di “Nuvole Bianche” di Einaudi risuonano nel veicolo, cogliendomi di sorpresa, chiudo gli occhi e mi lascio coccolare, Louis smette di parlare e si volta verso l'esterno. Il telefono vibra nella mia tasca, un altro messaggio di twitter, un post retwittato da Niall un'altra foto con Amy, postata da lei, ridono, sembrano felici.

 

@AmyGreen* @NiallOfficial Siamo la coppia più bella del mondo ”

 

Ripongo il telefono in tasca e poggio la testa sullo schienale, sento una mano stringersi intorno alla mia, mi volto verso Luke ma è ancora perso nei suoi pensieri ma quella mano la sento, chiudo la mia intorno alla sua e rimaniamo così, con le mani incrociate tra di noi, due menti perse chissà dove e la voglia di stare bene a farsi spazio tra due persone che si conoscono da poco eppure condividono tanto.

In quest'istante, si fa largo in me la voglia di sapere cos'è che fa stare male il ragazzo al mio fianco, ma ho paura di spezzare questo silenzio, così mi tengo dentro questa curiosità e finalmente intravedo casa mia.

L'auto posteggia davanti all'ingresso, tiro fuori le chiavi dalla borsa e dopo aver dato un'occhiata fuori aspetto di sapere cosa fare.

“Non dovrebbe esserci nessuno, né fan né paparazzi, ma per precauzione Sere, scendi prima tu, apri e tra cinque minuti arriviamo anche noi, ok?” dice Louis e io annuisco, mi giro verso Luke e mi apre gentilmente la porta, sorrido e cerco di scavalcarlo per uscire fuori.

Louis mi spinge per sbaglio e finisco completamente contro Luke, perchè faccio tutte queste figuracce con questo ragazzo? Alzo la testa incrociando i suoi occhi divertiti, mi aiuta a tirarmi su e riesco finalmente ad uscire da questa dannata auto.

“Scusa” bisbiglio uscendo e come risposta ricevo ancora un sorriso devastante.

Mi affretto ad aprire il portone del palazzo e mi rifugio nell'atrio, il cuore batte all'impazzata, non so a che gioco sta giocando Louis, cosa sta combinando ma giuro che lo scoprirò, prima che il mio cuore si faccia altre stupide illusioni.

 

Esattamente cinque minuti dopo, Louis e Luke mi raggiungono, sorridono entrambi e io vorrei sapere cos'è successo, cosa si sono detti quando sono uscita.

Arriviamo davanti al mio appartamento e Louis da padrone estrae un paio di chiavi dalla tasca dei jeans.

“Oh, quando volevi dirmi di aver un paio di chiavi di casa mia?” chiedo sconvolta mentre fa scattare la serratura.

“Louis ha le chiavi di tutti, non so come fa!” dice Luke rivolgendosi direttamente a me.

Ridiamo tutti e tre entrando in casa, la radio della mia stanza è accesa e pompa ad alto volume Jump dei Van Halen, corro ad abbassare un po' e avverto Jess del nostro arrivo.

La trovo con la testa immersa in un cassetto di accessori, sul letto un vestito nero con dei ricami dorati in fondo, sono sicura che a Louis piacerà un sacco.

“Jess, c'è qualcuno che ti aspetta in salotto!” dico mentre lei si alza e sorridendo corre felice nell'altra stanza, vorrei vivere una storia d'amore spensierata come la loro, sembra che le cose funzionino bene e anche se non hanno mai dato un nome al loro rapporto, so per certo che si vogliono un bene dell'anima.

“Oh mio Diooo!” sento urlare e spaventata corro in salotto.

Louis è in piedi accanto a Jess, che fissa sconvolta Luke seduto sul nostro divano.

“Che succede?” chiedo.

“Che succede? Cosa ci fa Luke Hemmings nel mio salotto?” dice quasi urlando.

Luke ride, godendosi la scena mentre io e Louis ci scambiamo un'occhiata e alziamo gli occhi al cielo.

“E' ospite di Sere tesoro, noi possiamo andare in camera tua!” dice Louis facendomi l'occhiolino.

“Ah” dice Jess guardandomi “...e io che ti reputo ancora una santarellina!” dice seguendo il suo ragazzo in camera, quei due prima di stasera faranno una brutta fine.

 

Prendo un respiro prima di voltarmi verso il biondino, mi guarda curioso, io mi sento in imbarazzo totale così opto per andare in cucina senza fiatare.

Appoggio le mani sul tavolo e chiudo gli occhi. Avanti Serena non fare la stupida, c'è un ragazzo di là e non uno qualsiasi, fai un respiro profondo e vai.

“Stai bene?” una voce dolce mi fa riscuotere dai miei pensieri, mi giro verso la porta e lo trovo appoggiato allo stipite, la mano sinistra nella tasca dei soliti jeans neri attillati, la camicia a quadri rossiccia sbottonata fino al petto, è perfetto.

“Si, scusami! Ti va qualcosa da bere?” chiedo da buona padrona di casa.

Luke si stacca dalla porta e avanza a passo veloce verso di me, mi abbraccia e mi chiede aiuto in silenzio, come ho fatto io prima con lui e forse questo è il suo modo di dirmi io ci sono per te... se tu ci sarai per me.

Stringo le mie mani dietro la sua camicia, la stoffa soffice si stropiccia tra le mie dita, affondo la testa nel suo petto e vorrei posargli un bacio sulla guancia ma...dio quant'è alto.

“Sei una pulce!” dice ridendo e capendo la mia difficoltà.

“Come soprannome questo mi mancava!” dico ridacchiando.

Mi sposto da lui contro voglia e apro il frigo, afferro due bottiglie di birra e fanculo se io la odio e quelle sono di Jess, ora ci sta proprio bene.

Ci spostiamo in salotto e ci accomodiamo sul divano, all'inizio parliamo titubanti poi sempre più intensamente, mi racconta dell'ultimo mese, del tour, dei concerti. E io mi perdo tra le sue parole, mi sembra quasi di vedere i posti che ha visto lui per quanto sono intensi i suoi racconti.

“Ti manca casa?” chiedo sorseggiando un sorso di quella birra disgustosa.

Lui ride prima di afferrare la mia bottiglia, la sua è giù vuota sul tavolino.

“La finisco io, si vede che non ti piace!” dice scrollando le spalle.

“Va bene, però non mi hai risposto!” dico ridendo e puntandogli un dito contro.

“Tanto, anche se questo che sto vivendo è un sogno per me!” dice con un sorriso dolce quanto quello di un bambino di fronte ad un pacco di caramelle.

Guardo l'orologio e strabuzzo gli occhi, direi che è ora di prepararsi, altrimenti non faremo mai in tempo ad essere da Liam alle otto.

“Fai come se fossi a casa tua, io devo fare una doccia!” dico alzandomi.

“Oh, certo certo... ascolta posso collegarmi un attimo con un pc?” chiede gentilmente.

“Si, vieni puoi usare il mio!” dico facendogli segno di seguirmi in camera.

Accendo il pc e lui si siede alla mia scrivania, si guarda intorno sorridendo, scorge i milioni di libri lungo le pareti e i cd disposti in maniera maniacale.

“Però, hai una bella collezione di cd!” dice ridendo.

“Oh, qui dentro solo musica buona!” replico mentre apro l'armadio per prendere tutto l'occorrente.

“Bè direi di si!” dice e curiosa mi giro a guardarlo. Sorride soddisfatto tenendo in mano il loro EP.

Mi sorride e io ricambio arrossendo leggermente, lo vedo prendere una penna e tirare fuori dalla custodia la copertina. Scrive qualcosa e poi lo risistema accuratamente sul mobiletto.

Tengo stretti tra le mani i vestiti e mi avvicino, in punta di piedi mi alzo per leggere.

Alle parole non dette e agli abbracci rumorosi.

Luke”

 

Il cuore parte a battere velocemente, non so cosa dire così mi limito a sorridergli prima di sparire a fare una doccia.

 

 

Pov di Luke

 

La giornata ha preso una piega inaspettata, mi ritrovo seduto nella stanza di una ragazza che fino a qualche ora fa conoscevo solo di nome. Eppure mi sembra di conoscerla da sempre, sarà perchè ne ho sentito parlare così tanto da Louis, ma sento che a prescindere da questo ci sia qualcosa che ci leghi. So cosa significa combattere tutti i giorni con un cuore spezzato, nei suoi occhi ho rivisto me stesso. Sono un ragazzino è vero, forse dell'amore non ne capisco niente eppure a me fa male da morire.

“L-luke?” mi sento chiamare da una voce flebile e delicata.

Mi volto ritrovandomi Serena sulla porta della sua stanza avvolta in un asciugamano troppo grande per lei, i capelli ancora umidi raccolti in una coda. Forse si vergogna di essersi presentata così davanti a me eppure io ne sono felice.

“Scusa, il vestito è qui e devo cambiarmi!” dice mantenendo un tono basso e timido.

“Si, scusa, io posso cambiarmi in bagno velocemente?” chiedo mentre spengo tutto.

Mi alzo per uscire dalla stanza, lei annuisce e io le sorrido prima di chiudermi la porta dietro e dirigermi in salotto. Prendo il cambio di vestiti che ho portato su e mi chiudo nel bagno. Un profumo di albicocca mi invade le narici e involontariamente chiudo gli occhi immaginando questo profumo sulla sua pelle. Dannazione Luke, cominci sempre così, fai pensieri innocenti e poi rimani fregato. Sento bussare alla porta e sobbalzo tornando alla vita reale.

“Luke, scusami, non abbiamo un altro accappatoio, ti ho portato un telo” sento la sua voce dietro la porta, faccio scattare la serratura. E' davanti alla porta, con l'asciugamano ripiegato tra le mani, una vestaglia a coprire il suo corpo e l'accappatoio appeso al braccio
“Grazie, non ci avevo nemmeno pensato!” dico sbadato mentre le mi sorride.

“Tranquillo, puoi appendere anche questo?” chiede dandomi l'accapatoio.

Annuisco e poi sorridendo mi lascia lì impalato e torna nella sua stanza.

Mi spoglio velocemente e dopo aver fatto una doccia lampo per i miei standard, senza pensarci lascio intatto il telo sul mobile e mi stringo nell'accappatoio facendomi coccolare da un profumo dolce e buono. Asciugo velocemente i capelli e infilo l'intimo, per poi infilare i jeans e la camicia bianca, mi sistemo i polsini e spruzzo un po' di lacca nei capelli.

Raccatto le mie cose e faccio scattare la serratura, mi dirigo verso il salotto e butto tutto dentro la busta, si sa che l'ordine non è il mio forte. Infilo la giacca elegante sopra e decido di non spruzzare nessun profumo, ho l'odore di albicocca ancora ben in mente, non voglio sovrastarlo con altri odori.

“Accidenti!” sento qualcuno lamentarsi. La porta della stanza di Serena si apre di scatto, è nervosa ma si blocca guardandomi e io faccio lo stesso con lei. Con la mano destra regge il vestito davanti al seno, le gambe nude messe in risalto dai tacchi fanno da contorno al suo abito viola, una striscia di pietruzze luminose a fasciargli la vita. E' bella, questa è la prima cosa che penso.

“M-mi potresti aiutare?” chiede rossa in viso.

Mi avvicino lentamente a lei, la vedo voltarsi e darmi le spalle, la schiena nuda mi fa deglutire. Con le mani tremanti afferro i due lembi di stoffa e chiudo i bottoni, ha le spalle incredibilmente belle, involontariamente o forse no, tocco leggermente lo spazio non coperto dal tessuto e lei rabbrividisce mentre le tolgo i capelli dalle mani e li faccio ricadere sulle spalle.

Respira Luke, puoi farcela.

“Grazie” mi dice voltandosi.

“Di nulla, sei bellissima!” dico senza pensarci.

Lei arrossisce ancora di più e sussurra un “Anche tu” che non mi sfugge affatto.

Restiamo qualche minuto senza fiatare sulla porta della sua stanza, poi è lei a rompere il silenzio.

“Che ne dici di farci una foto?” chiede entusiasta.

“Dico che sono d'accordo” rispondo sorridendo e prendo il mio i-phone.

“Dopo ce ne facciamo fare una da Louis o Jess così prendiamo anche i vestiti!” dice allegra.

“Se mai usciranno da quella stanza” dico facendola ridere.

“Hai ragione, per ora ci accontentiamo di una selfie!” dice stringendosi a me.

La avvolgo con un braccio mentre con l'altro allungo il telefono davanti a noi, sorridiamo entrambi e scatto, poi la vedo fare un'espressione buffa e finiamo per fare una serie di autoscatti strani ma belli.

“Ne posso mettere una su twitter?” le chiedo, lei sembra pensarci un po', non mi sfugge lo sguardo verso il poster di Niall al muro, ma poi annuisce.

“Vieni qui” le dico sedendomi sul suo letto e battendo la mano accanto a me.

Mi raggiunge titubante, poi si siede, la avvolgo tra le mie braccia e insieme mettiamo la foto sul mio profilo.

“Cosa scriviamo?” chiede.

“Mmh, non ne ho idea... tu come ti chiami che ti menziono?” chiedo curioso.

Scrive velocemente il nome sul mio telefono e mi fa vedere il suo profilo, riprendo il telefono in mano e la seguo, lei si agita sorridendo tra le mie braccia e la guardo curioso.

“Posso saltare per casa?” chiede e io ridacchio divertito, poi carico la nostra foto.

 

@Luke5SOS @Sere_VR46** Noi sbaragliamo la concorrenza, si prospetta una splendida serata.”

“Cosa intendi per noi sbaragliamo la concorrenza?” mi chiede allarmata. Sa benissimo che è riferito al tweet di Amy e Niall ma come si dice?

Chi la fa... l'aspetti.



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*Non so qual'è l'account twitter reale di Amy quindi ho messo quello.
**Questo invece è il mio account 

__________________________________
DOLCEZZEEE.
Come state? Eccovi un altro capitolo di questa storia che mi sta facendo uscire pazza, Niall non c'è... ma ci sarà... come reagirà alla foto e alla provocazione di Luke secondo voi? Aaah, non vedo l'ora di scrivere il nuovo capitolo!
Come si permette poi a mettere foto con Amy tutto felice?
Che stronzetto. -.-
Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto e se la presenza dei 5Sos vi disturba fatemelo presente, thanks :)
Spero di sentirvi in tante, anche voi... lettori/lettrici silenziosi/e.
Vi ricordo qualche contatto:
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Un abbraccio...

Sere.

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Capitolo 16
*** Capitolo sedici ***


OS Slash, se vi va: passate e lasciate una recensione: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2564597&i=1

 


.The Maid.

Capitolo 16






"Amami ora come mai 
Tanto non lo dirai 
È un segreto tra di noi..." 

Vivendo Adesso - Francesco Renga


 

 

 

 

 

 

Pov di Niall

“Noi sbaragliamo la concorrenza” scimmiotto la voce di Luke mentre incavolato nero come una bestia allaccio l'ultimo bottone della camicia blu. Stiamo scherzando? Loro una bella coppia? Ma non esiste! Che poi... che ci facevano nella stessa casa e sopratutto su un letto?

Infilo la giacca e la voglia di uscire dalla stanza di Liam e affrontare la cena di questa sera si fa sempre più debole, Luke sarà qui e non so se riuscirò a resistere dallo spaccargli quel naso.
Amy entra nella stanza con un vestito azzurro, lungo fin sopra il ginocchio, sorrido. L'ho sempre considerata una ragazza attraente eppure non sento nulla nello stomaco.

“Hai abbottonato la camicia storta” dice indicando un bottone saltato.

Sbuffo alzando gli occhi al cielo, di male in peggio. In fretta riallaccio tutti i bottoni, vedo Amy sedersi sul letto e guardare il mio cellulare, odio quando lo fa, sono costretto a cancellare le conversazioni avute con Serena per questo.

“Però Serena e Luke sono carini insieme, hai visto la foto che ha pubblicato Hemmings?” dice con una strana inclinazione della voce.

Secondo te? Non l'ho vista? L'ho vista anche troppo bene.

Evito di rispondere per non destare sospetti ma forse questo modo di fare la fa insospettire ancora di più. La sento sbuffare e vedo il suo riflesso allo specchio davanti a me, ha la testa bassa e si morde piano un labbro, segno che sta cercando di mandare via le lacrime. Chiudo gli occhi qualche secondo, quando ho deciso di mettere la mia vita così sotto sopra? Ero felicemente da solo, nessuno mi diceva quello che dovevo fare, nessuno mi faceva stare male e non mi preoccupavo di ferire i sentimenti di qualcuno.

Poi, un giorno tutto è cambiato all'improvviso, per uno stupido sciopero dei taxi e una ragazzina troppo distratta per accorgersi di essersi addormentata sotto un albero.

Mi sfugge un sorriso mentre torno con la mente a quella sera, ricordo ogni singolo particolare, come se fosse successo ieri, i suoi vestiti, il modo in cui portava i capelli, il rossore sulle sue guance quando faceva qualche figuraccia. Dovrei ringraziare diecimila volte la mia famiglia per avermi fatto una sorpresa il giorno dopo, altrimenti non avrei avuto nessuna scusa per rivederla.

“Pensi a lei?” sento Amy dietro di me. Mi giro di scatto sbarrando gli occhi.

“Cosa?” dico balbettando leggermente. Lei storce la bocca, come quando eravamo bambini e io facevo qualcosa di sbagliato ma mentivo spudoratamente per non farmi beccare.

Ma lei lo capiva comunque, sapeva perfettamente quando mi arrampicavo sugli specchi, ma le cose sono cambiate, io sono cambiato. Riesco a mentire perfettamente, perfino a me stesso. Delle volte mi ritrovo a non sapere più quale sia la verità e quale la menzogna.

“Non sto pensando a nessuno!” dico ricomponendomi. Lei ride sarcastica, prende la giacca dal letto e mi guarda fisso negli occhi, mi fa quasi paura.

“Quella sgualdrina se la spassa con un altro, mettitelo in testa” dice tirando fuori una cattiveria che non sapevo nemmeno avesse. Rimango colpito dalle sue parole, sembra quasi che chiamandola in quel modo volesse colpire anche me. E in un certo senso l'ha fatto veramente.

“Esci” dico alzando di un'ottava il tono di voce.

“Cosa?” dice strabuzzando gli occhi e venendomi incontro.

“Ho detto di uscire!” ripeto con il tono di voce fermo e deciso.

Sento un'esplosione di rabbia divorarmi il corpo. La sua espressione cambia ancora, mi chiedo quante facce abbia questa ragazza.

“Se esco da questa stanza non mi vedrai mai più Niall, sei sicuro di voler mandare all'aria tutto? Forse ho esagerato a chiamarla così, mi dispiace. Sono gelosa lo sai!” dice assumendo un tono dolce e gentile, sembra pentita eppure una parte del mio cervello mi dice di stare sull'attenti.

Rilascio un sospiro e scuoto la testa, sono troppo debole per affrontare la realtà.

“Non preoccuparti” dico sorridendo debolmente. Lei mi sorride prima di abbracciarmi, si accoccola a me, eppure io sento freddo.

 

 

Pov di Sere

Le luci di casa Payne sono tutte accese, sembra di essere in una reggia dell'Ottocento. Stringo il braccio intorno a quello di Luke e avanziamo verso il salotto, le luci gialle lungo le pareti donano un'aria medievale alla stanza, gli abiti lussuosi delle ragazze e i vestiti eleganti dei ragazzi mi fanno ricordare quando da bambina era innamorata di Versailles e volevo a tutti i costi diventare regina di Francia. Rido al pensiero di quanto strani fossero i miei sogni eppure adesso mi sembra di viverne una parte, seppur in modo totalmente diverso.

“Ma come siamo belle!” dice Liam avvicinandosi e salutando Luke con una pacca sulla spalla e me con un bacio sulla fronte.

“Ho il vestito troppo corto secondo te?” dico senza salutarlo neanche e lui ride.

“Stai benissimo tranquilla!” dice mentre Sophia ci raggiunge. Il suo abito scuro le calza a pennello, l'unica cosa che non riesco proprio a mandare giù sono le sue labbra, ci provo ad accettarle ma proprio non ce la faccio.

“Ciao Sere!” mi saluta calorosamente, ricambio abbracciandola e Liam sorride felice.

Presenta Sophia a Luke e io colgo questo momento di distrazione per guardarmi intorno, ho bisogno di vedere i suoi occhi, li cerco in mezzo a tutta la folla ma non ci sono.
Vengo richiamata da Ashton e Harry che intrattengono la serata improvvisandosi giocolieri, sorrido mentre prendo un calice di spumante da un cameriere e butto giù il contenuto.

“Vacci piano con l'alcool” sussurra Luke al mio orecchio, lo guardo e annuisco.

“Non preoccuparti” dico sorridendo, lui mi scruta poco convinto per poi raggiungere Calum dall'altro lato della stanza e lasciarmi sola per un po'.

C'è tanta gente che non conosco in questa casa, altre le conosco di nome, riconosco la sorella di Liam, qualche familiare di Zayn, ci sarà anche la famiglia di Niall? Ecco qualcos'altro di cui preoccuparsi.

“Un bicchiere di champagne?” chiede gentilmente una ragazza. La guardo titubante, oggi pomeriggio non c'era. Poi senza pensarci afferro il bicchiere. Il rumore di una porta che sbatte mi coglie di sorpresa facendomi sobbalzare, il resto della sala rimane perfettamente intatto, senza preoccuparsi, mentre io quasi rischio un infarto.

“Sembra tu abbia visto un fantasma” Luke è di nuovo al mio fianco. Segue il mio sguardo fino ad incrociare gli occhi di Amy, c'è un guizzo negli occhi di lei, un qualcosa che non capisco, so solo che Luke si irrigidisce al mio fianco.

Un pensiero attraversa la mia mente, non è possibile, o almeno credo.

Amy è sola in questo momento e io inconsciamente sento il cuore leggero, non credo di sopportare la vista di loro due insieme, di loro due mano nella mano.

Luke stringe la mia mano e mi fa voltare verso di lui, non sono nata ieri, so cosa sta facendo e questo alimenta il mio pensiero.

“Luke, dobbiamo parlare non credi?” chiedo abbassando il tono di voce.

Lui mi abbraccia e io leggo benissimo la rabbia sul volto di Amy. Ma guarda un po' te gli scherzi del destino, mi chiedo solo se Niall ne sia a conoscenza.

Ne dubito fortemente.

Prendo la mano di Luke e mi faccio strada verso una delle stanza degli ospiti, provo ad entrare ma la stanza è chiusa dall'interno, non voglio nemmeno sapere cosa sta succedendo lì dentro.

Luke ride e prova ad aprire qualche altra porta, alla fine ci intrufoliamo nel bagno e giriamo la chiave.

“Bè, direi che qui possiamo parlare” dico sarcastica. Lui abbozza un sorriso poi si siede sul bordo della vasca. Lo guardo, ha il viso basso a fissare le piastrelle blu del pavimento.

“Da quanto va avanti?” chiedo. Non ho bisogno di specificare nessun soggetto, lui alza il viso e dopo aver preso un bel respiro inizia a parlare.

“La seconda volta che siamo venuti a Londra, Amy era qui a trovare Niall, una sera eravamo tutti insieme e sai come funziona no?” mi guarda e io scuoto la testa.

“No, veramente non lo so come funziona” rispondo un po' stizzita.

“Abbiamo bevuto, eravamo tutti nell'appartamento di Niall, abbiamo fatto qualche gioco stupido, di quelli che bevi fino a dimenticarti come ti chiami e ti giuro che non so in che modo sono finito nella stanza di Niall a baciare Amy, me ne sono reso conto solo la mattina dopo quando mi sono ritrovato nel letto...” esita qualche istante prima di pronunciare un flebile “...nudo” evitando il mio sguardo.

Gli faccio cenno di proseguire mentre nella mia mente si rincorrono mille e più domande.

“Mi sono alzato con un mal di testa incredibile, ho cercato di raggiungere la cucina e rimettere insieme qualche pezzo della notte trascorsa, ricordavo solo di averla passata con lei. L'ho trovata lì, beveva tranquillamente un caffè mentre gli altri dormivano in uno stato pietoso in salotto, chi per terra, chi sul divano. Mi ricordo di averle chiesto delle spiegazioni, se Niall sapesse e lei ha sorriso semplicemente, dicendomi di non preoccuparmi, di comportarmi normalmente”.

“E poi? Cos'è successo?” chiedo spostando il peso sulla gamba sinistra.

“E' rimasta a Londra per tre settimane e per tre settimane l'ho vista di nascosto. Solo Michael né è a conoscenza, mi aiutava a sgattaiolare via quando avevamo un attimo di pausa. Poi siamo ripartiti, sono tornato a casa e non avevo idea di cosa sarebbe successo, ci siamo sentiti un po', poi semplicemente mi mandò un messaggio dicendomi che non poteva continuare così e non mi ha più risposto” dice scrollando le spalle.

La tristezza nel suo volto mi fa capire che deve aver sofferto molto per questa storia, così poggio una mano sulla sua spalla e lui mi sorride dolcemente.

“Questo quindi è successo un po' di mesi fa” dico facendo due calcoli.

“Si, ho avuto notizie di lei quando ho saputo della relazione con Niall, ho paura di dirlo a lui, della sua reazione, non voglio perdere la sua amicizia e poi sinceramente sono anche un po' incazzato con lui... non ama lei, ama te!” dice guardandomi.

Una morsa allo stomaco mi fa rabbrividire, la convinzione negli occhi di Luke riguardo i sentimenti di Niall per me mi fa vacillare e perdere per qualche secondo lucidità.

“Se è per questo anche lei non ama lui eppure me l'ha portato via, ora alza il sedere da quella vasca da bagno, esci e vai a riconquistare la tua amichetta e fai un favore ad entrambi!” dico riprendendo un po' di sicurezza.

“Non sarà facile, mi ha mandato un messaggio e mi ha detto di starle lontano” dice abbassando la testa.

Prendo un respiro e con la rabbia che cresce dentro ogni secondo di più lo scuoto.

“E ti arrendi così? No Luke, non se ne parla, qui non c'entri solo tu o solo lei, qui c'entro io e anche Niall e non mi sta affatto bene!” dico alzando il tono di voce.

Lascio andare la stoffa della sua giacca e mi dirigo verso la porta, mi sento inutile e arrabbiata allo stesso tempo, c'è chi dice che la felicità dipende da se stessi ma non sono d'accordo, in un modo o nell'altro la felicità dipende dalle persone che ti circondano, si può scegliere il modo in cui affrontare una determinata cosa è vero, ma alla fine tutti ci ritroviamo in attesa di un qualcosa di indefinito, proveniente da altre persone, per essere felici.

“Sto male anche io, non credere, ma non ci sto a farmi prendere in giro, ad essere sincero non ho voglia di rischiare!” dice dietro di me, annuisco e mi volto a guardarlo.

“Allora non la ami abbastanza, perchè io per Niall farei di tutto, anche rischiare di ritrovarmi a pezzi!” dico mentre gli occhi si inumidiscono.

“Vieni qui” dice Luke avvolgendo le sue braccia lunghe attorno alla mia vita. Mi stringe in un abbraccio e come la prima volta, mi sento bene.

“Ti aiuterò” dice deciso, mi scosto da lui leggermente e lo guardo curioso.

“Forse non sono pronto a rischiare di cadere a pezzi, ma sono pronto ad aiutare te e Niall! E forse sono un po' egoista ma non mi va di vedere Amy con altre persone!” dice abbozzando un sorriso.

“Non ho capito perchè non vuoi rischiare ma grazie!” dico sincera.

“E' complicato, io sono sempre in giro per il mondo e lei non mi sembra proprio un tipo da relazione a distanza” dice sarcastico.

“Bè a Niall ha detto altro!” dico piccata.

“Non so a che gioco stia giocando ma lo scoprirò e magari alla fine riuscirò a riconquistarla!” dice assumendo l'aria altezzosa.

“Te lo dico io, tu finirai per rischiare eccome, stai mentendo a te stesso per diminuire i danni in caso di caduta!” dico con fare da maestrina, lui ride e senza rispondermi gira la chiave ed esce dal bagno.

“Dai, dobbiamo anche dare il regalo a Louis visto che domani ognuno torna a casa sua” dice sorridendo.

“L'abbiamo dimenticato in macchina!” dico maledicendomi mentalmente, frugo nella borsetta e trovo le chiavi, sento l'ascensore aprirsi e inizio a correre.

“Vado giù a prenderlo, tu torna di là...” dico raggiungendo l'ascensore, le porte stanno per chiudersi, sento la risposta in lontananza di Luke poi urlo un “Aspetti!” rivolto a qualcuno all'interno che non riesco a vedere bene.

Le porta si riaprono e riprendo un po' di fiato, poi due occhi azzurri come il ghiaccio mi trapassano da parte a parte, sento la gola seccarsi in un istante, la camicia stretta e aperta sul petto mi sconvolge più del dovuto, mi faccio forza e cerco di muovere qualche passo verso l'interno dell'ascensore.

“A che piano devi andare?” mi chiede titubante quando mi posiziono dall'altro lato rispetto a lui.

Anche lui sembra scosso ma cerca di nasconderlo meglio di me, lo specchio nella parete destra riflette il mio stato pietoso, sono bianca e sconvolta, come se avessi visto un fantasma.

“Garage” dico soltanto, non riesco a formulare altro. Sono giorni che provo ad immaginare il nostro incontro, ad immaginare cosa dirgli, cosa fare ma mai, mai mi sarei aspettata di trovare Niall così, di sorpresa, in ascensore.

Siamo in due eppure questo spazio sembra troppo affollato, ognuno resta dalla sua parte, cerco di non guardarlo ma ogni tanto lo spio dallo specchio ed è proprio così che rimango fregata.

Incontro i suoi occhi mentre spiano me, anche attraverso il vetro sento una scossa di energia, lui abbozza un sorriso poi si morde il labbro. Lo guardo incantata mentre gioca con me, mentre piano piano mi fa capire che potrebbe modellarmi come creta tra le sue mani, poi però guarda verso l'alto e ride sarcastico.

Mi giro verso di lui perchè non capisco proprio questo suo gesto.

“Ti sei divertita in bagno? Sembri piuttosto sconvolta!” dice fissando sempre la parte superiore di questo stupido aggeggio che non si muove ad arrivare.
 

Deve scendere per venticinque piani, siamo in un grattacielo non in una casetta a due piani.

Oh, non ti ci mettere anche tu!


Non do peso subito alle sue parole, poi mi rendo conto di quello che ha detto e sgrano gli occhi.

“In bagno? Mi stavi spiando?” chiedo per non prenderlo a schiaffi.

E' l'unica persona sulla faccia della terra in grado di farmi cambiare umore nel giro di pochi secondi.

“Io? Assolutamente no, vi ho visti uscire, siete carini insieme!” dice puntando gli occhi verso di me.

“Ma falla finita Niall, io e Luke non stiamo insieme e non abbiamo fatto niente in bagno” mi trovo a volermi giustificare con lui, a voler mettere le cose in chiaro.

“Ah no? Pensavo, errore mio!” dice scrollando le spalle. Il suo atteggiamento menefreghista mi fa innervosire più del dovuto, così sbuffando mi volto. Siamo al sesto piano, sbrigati ascensore, per favore.

“Ti sei offesa? Non volevo, dopo la foto su twitter ho pensato fosse nata una nuova coppia, tutto qui!” dice mantenendo un tono sarcastico.

“A che gioco stai giocando Niall?” dico girandomi ancora.

Prova a rispondermi ma le porte si aprono sul garage, è buio qui sotto, un po' sono dispiaciuta di non aver finito la conversazione con lui, ma senza fiatare mi volto ed esco.

“Che devi fare qui?” chiede, mantenendo un piede tra le porta per non farle chiudere.

“Devo prendere il regalo a Louis” dico guardandolo.

“Sbrigati, ti aspetto qui!” dice con un tono neutro.

“Non c'è bisogno Niall, vai!” ribatto anche se lo stomaco si chiude a quella frase.

Ti aspetto qui.

“Anzi, vengo con te, non ti lascio in questo posto da sola...” dice uscendo, rimango immobile mentre lui mi passa accanto, per poi aggiungere un “...forza, ho detto che vengo con te ma non ho tutta la sera!”

Annuisco ritrovando la forza di camminare, ma la mia mente manda a ripetizioni solo due frasi.

Ti aspetto qui.

Vengo con te.

Cerco l'auto e mi sbrigo a raggiungerla, non parliamo ma solo la sua presenza mi mette addosso una strana eccitazione, prendo il regalo di Louis e dopo essermi assicurata di aver chiuso bene, riprendiamo la strada al contrario.

Stranamente l'ascensore è ancora lì, così ci ritroviamo ancora una volta lì dentro, da soli.

“Grazie” dico mentre lo vedo schiacciare il piano della casa di Liam.

“Te l'ho detto, il posto era troppo buio, poteva esserci chiunque, non lascerei nessuno girare lì sotto da solo!” dice facendo il duro.

Sbuffo, odio quando fa così, perchè non ammette di averlo fatto per me e basta?

 

Magari non è così.

Senti coscienza, hai già scocciato più del dovuto.

 

Devo trovare il modo di riprendere il discorso di prima, voglio veramente sapere cosa passa per la sua testa, così mi faccio forza e parlo.

“Prima non mi hai risposto” dico fissando le porte dell'ascensore.

“A cosa?” dice cadendo dalle nuvole.

Alzo gli occhi al cielo scocciata e non so come, mi giro. Faccio qualche passo fino a ritrovarmi esattamente di fronte a lui, sono leggermente più bassa così alzo il viso per affrontarlo.

“Cosa sono tutti questi giochi Niall? Le telefonate, i mi manchi, la ramanzina su Luke?” dico tirando fuori una forza che non sapevo di avere.

Lui non risponde ma comunque non smette di reggere il mio sguardo, sembra combattuto su qualcosa, ma so che non otterrò mai una risposta da lui in questo modo, così mi ricordo di mia madre. Quando ero più piccola mi diceva sempre che un uomo pensa sempre di avere il coltello dalla parte del manico, ma in un modo o nell'altro ad affettare il cibo, siamo noi.

Così mi mordo il labbro io questa volta, sorrido e faccio un altro passo verso di lui.

“Dimmi la verità, sei geloso Niall?” dico assumendo un tono più basso.

Vedo lo stupore dipingersi sul suo viso, non te l'aspettavi questo cambio d'atteggiamento eh? Bene. Uno a zero per me.

 

Si, caso mai uno a mille per lui.

Ho detto di stare zitta!

 

Non posso avere distrazioni, voglio capirci qualcosa e anche se so che lui soffre di claustrofobia, mi giro e blocco l'ascensore. Sgrana gli occhi e si guarda subito attorno, spero solo che non vada in panico, che Dio me la mandi buona.

“Rispondi Niall, poi riavvio l'ascensore” dico decisa, lui mi guarda respirando già ad un ritmo diverso.

“Sai che sono claustrofobico dannazione, riavvia!” dice sbottonando un altro bottone della camicia.

“Rispondi, mi merito una risposta almeno, cavolo!” dico alzando il tono di voce.

Per un istante sembra tornare a respirare regolarmente poi cerca di spostarmi per poter schiacciare i pulsanti ma nessuno dei due aveva pensato al fatto di essere in un palazzo di lusso, con manutentori e funzionari pronti ad intervenire in ogni circostanza, così qualche secondo dopo l'ascensore riparte senza problemi ed io mi ritrovo schiacciata tra la parete e il suo corpo. Mi guarda respirando ancora un po' a fatica e io seguo il suo ritmo, un po' per lo spavento un po' per la troppa vicinanza.

“Volevi sapere se sono geloso?” mi chiede rimanendo così, contro di me e io annuisco.

Sorride, mi passa una mano sulla guancia, lentamente sfiora il collo e io chiudo automaticamente gli occhi, ridacchia il disgraziato, ma quel suono mi fa crollare tra le sue braccia.

“Nessuno può nemmeno lontanamente pensare di accarezzarti così” dice avvicinandosi al mio orecchio mentre con la mano accarezza il braccio fino a stringermi un fianco. Sobbalzo spaventata facendo combaciare ancora di più i nostri corpi e ci metto veramente poco ad accorgermi di quello che sta per succedere.

Mi bacia il lobo destro lasciandomi senza fiato, poi lascia qualche bacio sul collo, lo sta facendo apposta e lo so benissimo, ma non ho proprio la forza di mandarlo via, ho aspettato tanto per risentire il suo tocco, il suo odore. Poi la magia si spezza e lo sento allontanarsi, faccio per ribattere ma appoggia il suo dito sulle mie labbra per farmi zittire.

“Siamo quasi arrivati, non vorrai farti trovare in pose compromettenti” dice ammiccando.

Vorrei rispondere ma proprio non ce la faccio a formulare una frase di senso compiuto, così quando le porte si aprono mi avvio come uno zombie per uscire e tornare alla festa.

Ma la mano di Niall si stringe attorno al mio polso richiamandomi indietro mentre altra gente lo saluta ed entra nell'ascensore. Lo guardo spaesata mentre le porta si chiudono e lui schiaccia distrattamente il numero trenta dopo aver chiesto agli altri dove andare.

“Andate già via?” chiede sorridendo ad alcuni dei presenti.

“Si, abbiamo moglie e figli ad aspettarci” dice un signore e Niall annuisce sorridendo e accarezzando il dorso della mia mano di nascosto, per non farsi vedere.

“Bene, noi siamo arrivati, ci vediamo in giro!” dice lasciando la mia mano mentre le porte si aprono, lo seguo fuori mentre tutti lo salutano.

Aspetta qualche secondo che l'ascensore riparta e poi fruga nella tasca dell'abito, tirando fuori un mazzo di chiavi e afferrando ancora una volta la mia mano, sembra rilassato mentre io sto morendo dentro. L'ansia mi sta divorando e sto combattendo contro il cervello e il cuore che non ne vogliono sapere proprio di andare d'amore e d'accordo.

“Fermati che sei in tempo” dicono la razionalità e la prudenza.

“Vai, goditi questo momento” il desiderio, la passione e l'amore.

Una porta si chiude alle mie spalle e io metto a fuoco il posto, capisco di trovarmi sull'attico del grattacielo, le vetrate circondano l'appartamento, un'enorme terrazza piena di piante si intravede dal salotto ma non ho il tempo di pensare ad altro perchè due labbra rosse mi torturano il collo ripartendo da dove ci eravamo interrotti, due braccia forti mi cingono i fianchi spingendomi ad aderire con la schiena contro il suo petto.

“Niall... io...non...” cerco di rifiutarlo perchè si, sono disposta a farmi a pezzi per lui ma non così facilmente.

“Si” dice e io non capisco, mi volto tra le sue braccia e sento ancora un brivido quando incontro i suoi occhi azzurri.

“Si cosa?” chiedo poi mentre lui abbozza un sorriso e affonda il naso nei miei capelli.

“Sono geloso di te, non posso prometterti niente in questo momento ma so solo che voglio passare questa notte con te, se vuoi andare via lo capirò, ma ti supplico... rimani!” dice baciandomi la testa.

Mi stringo a lui e so già di aver preso una decisione, così mi metto sulle punte e lo bacio.

Sorride sulle mie labbra e mi tira su con una mano, cingo la sua vita con le gambe mentre ridendo attraversiamo il corridoio fino ad arrivare in una camera grande e dalle pareti giallo chiaro.

Niall si stacca un attimo per accendere le lampade basse lungo la stanza per poi sfilarsi la giacca e buttarla su una sedia.

Si avvicina piano ad accarezzarmi le spalle mentre con una mano sbottona il vestito lasciandolo cadere inerme ai miei piedi.

“Luke non ha fatto questo vero?” mi chiede con una nota di dolore nella voce.

“No, lui no!” dico ripensando anche al vecchio Luke.

“Odio questo nome sai? Prima quel deficiente che per fortuna è sparito dalla tua vita poi Hemmings, santa miseria, proprio un mio amico?” chiede mentre continua a baciarmi.

“Te l'ho detto, con questo Luke non ci ho fatto niente anche perchè come facevo? Non avrei avuto tempo!” dico stuzzicandolo mentre finisco di allentare i bottoni della sua camicia.

“E non ne avrai di tempo!” dice terribilmente serio mentre mi spinge delicatamente sul piumone blu di una stanza che non ho mai visto ma che diventerà la nostra piccola nicchia d'amore.

Accantoniamo tutti i discorsi e io non provo nemmeno a domandare di Amy, voglio tenere lontano ogni pensiero, dovrei dirgli anche che la sua ragazza ha avuto una relazione con Luke ma rimando, perchè in questo momento, con le sue labbra sul mio ventre, di loro due non me ne importa proprio niente.

 

***

 

Mi stiracchio un po' indolenzita e mi costringo ad aprire gli occhi, i ricordi della sera precedente sono vividi e intensi ma le mie paure si materializzano quando cerco il suo corpo dall'altro lato ma trovo solo il vuoto.

Le immagini dei nostri corpi sotto le lenzuola, delle sue parole dolci, delle sue carezze e dei nostri gemiti si susseguono nella mia testa facendo più male del previsto, tiro su il lenzuolo per coprirmi il viso e in quella stanza mi concedo di piangere per un po'.

Sono stata una stupida eppure fare l'amore con lui è stata un'esperienza unica, già mi manca il suo tocco, il suo calore.

Mi metto seduta e con lo sguardo cerco la mia borsetta, mi alzo attorcigliando il lenzuolo sul mio corpo e la raccolgo da terra, cerco il telefono, ci sono delle chiamate di Jess, di Liam, un messaggio da Luke ma niente da parte di Niall. Sono le dieci e tra sei ore ho un aereo, indosso una maschera d'indifferenza e mi trascino per i corridoi di questa casa alla ricerca di un bagno.

 

 

Mi rivesto e tolgo le lenzuola da quello stupido letto, non so nemmeno cosa farci, dove metterle anzi, non so nemmeno di chi è questa casa, ma decido di metterle nella vasca del bagno, la federa del cuscino odora ancora di Niall, mi siedo sul materasso spoglio abbracciandolo a me e lascio che quel profumo mi stordisca ancora di più i sensi prima di ritrovare un po' di contegno e abbandonare l'appartamento. Chiudo la porta dietro di me e decido di andare da Liam per riprendere la giacca e porgergli le mie scuse. Mi fermo titubante davanti alle porte dell'ascensore, non posso entrare lì dentro, così faccio marcia indietro e scendo a piedi fino ad arrivare al venticinquesimo piano.

Suono e delle risate provenienti dall'interno mi fanno sobbalzare, devo trovare una scusa per essere ancora qui. Pensa Serena, pensa dai.

Posso dire che mi sono persa! Certo, sicuramente mi crederanno tutti!
Ci vuole qualcosa di reale... cammino avanti ed indietro davanti al portone, alternando un respiro normale ad uno profondo, fino a quando la porta si apre rivelando un Harry assonnato ma con un sorriso stampato sul volto.

“Sere, che ci fai qui? Pensavamo fossi andata a casa!” dice facendomi spazio per farmi passare, mi muovo terrorizzata abbozzando un sorriso.

“Si, cioè no...ho avuto qualche imprevisto!” dico mentre lui mi abbraccia e chiude la porta.

“Fa niente, basta che sei qui, vieni siamo tutti di là!” dice facendomi strada.

“Tutti?” dico con un tono più alto di un'ottava.

Lui mi guarda pensieroso e poi annuisce, trascinandomi letteralmente dentro la sala da pranzo.

Una tavolata imbandita di cibo mi accoglie insieme agli sguardi di tutti i presenti, Liam, Sophia, Louis, Jess, Zayn, Luke, Michael, Calum, Ashton, Amy e Niall. Sono seduti in quest'ordine alla tavolata ridendo e scherzando, evito di proposito di voltarmi verso il biondo e sorrido al padrone di casa.

“Ehi, ci eravamo spaventati, pensavamo fossi andata via, non ti abbiamo più vista, abbiamo provato a chiamarti ma non hai risposto, poi per fortuna ci hai scritto che stavi bene, si può sapere cos'è successo?” chiede mettendo il turbo e io lo guardo un po' spaesata. Gli ho scritto? Veramente?

“Vi ho scritto?” chiedo mentre nello stesso momento Niall finge un colpo di tosse.

“Oh” esclamo, è stato lui. “Certo, vi ho scritto, ovviamente! Ma tranquilli, è tutto nella norma, ma non mi va di parlare, ora ho fame!” dico sedendomi tra Liam ed Harry.

Afferro un po' di pane e la marmellata e decido di fare colazione e cambiare discorso.

“Voi come mai tutti qui?” dico affondando i denti nella mollica.

“Alla fine eravamo tutti troppo ubriachi per muoverci, mi ricordo solo che Niall alle quattro è spuntato dal nulla e ha messo tutti a letto, non l'avevo nemmeno visto!” dice Michael ridendo.

Alle quattro, quindi mi ha lasciata lì da sola. Ingoio questo boccone troppo amaro per me e abbasso la testa, mi sento osservata ma non ho veramente il coraggio di guardarlo.

“Si alla fine abbiamo dormito tutti sparsi nelle stanze, stranamente Niall era l'unico lucido” ridacchia Louis. Abbozzo un sorriso annuendo rivolta verso di lui, poi Luke si alza catturando l'attenzione di tutti.

“Sere posso parlarti un secondo?” dice avvicinandosi dalla mia parte, lo guardo titubante prima di spostare indietro la sedia e riaggiustare il vestito della sera precedente. Lo seguo verso la cucina mentre gli altri tornano a parlare tra loro, mi volto un secondo per incrociare gli occhi attenti e furiosi di Niall, poi mi lascio la stanza alle spalle.

 

Una volta fuori dagli occhi curiosi della tavolata, Luke mi stringe a se, coccolandomi come un padre con la sua bambina quando la piccola cade sull'asfalto e si sbuccia le ginocchia.

“Sei forte, puoi farcela a superare tutto!” dice dolcemente dondolandomi, annuisco mentre mi scosto e lo guardo.

“Va tutto bene Luke, grazie!” dico mordendo il labbro inferiore per respingere le lacrime.

“Era con te ieri sera, vero?” mi chiede conferma e io annuisco.

“L'avevo immaginato quando non ti ho vista tornare, dovevo venire a cercarti dannazione, sono uno stupido!” dice maledicendosi.

“No Luke, non potevi fare niente, sono stata bene ieri sera” dico sorridendo “molto più che bene, in realtà!” dico maliziosa.

“Cioè spiegami... tu, lui...” dice alludendo e io sorrido alzando le spalle.

“Ma è uno stronzo porca miseria, ora vado di là e gli faccio vedere io!” dice attraversando in poche falcate il corridoio.

“No, Luke, dove vai?” dico prendendolo per un braccio mentre lui arriva in salotto.

Qualcuno lassù ce l'ha con me!

“Che succede?” chiede Zayn preoccupato. Stringo la presa sul braccio di Luke e lo vedo rilassare i muscoli del viso.

“Niente, accompagno Serena a casa e poi in aeroporto, tanto noi partiamo questa sera tardi, ok?” dice guardando Niall dritto negli occhi per qualche secondo prima di rivolgersi ai suoi compagni di band.

“Quindi ci salutiamo adesso?” dice Harry e io mi stacco dal ragazzo al mio fianco e annuisco.

“Si, devo finire anche le ultime cose, tanto ci vediamo tra una decina di giorni!” dico sorridendo.

“Ci mancherai, non puoi tornare a Capodanno? Dai!” si intromette Louis seguito da Jess.

“Non vi prometto niente, tanto ci sentiamo in questi giorni anche per gli auguri!” dico sorridendo.

“Anzi” dico prendendo la busta accanto alla mia borsa “..Lou questo è per te, mi sono dimenticata di dartelo ieri sera!” dico avvicinandomi e abbracciandolo.

“Un regalo per me!” dice applaudendo e facendoci ridere.

“Spero ti piaccia!” dico sorridendo e poi lasciandolo li con un sorriso stampato in volto, saluto tutti con un abbraccio caloroso. O meglio, non proprio tutti...diciamo che Amy la saluto con la mano.

Stringo Liam ringraziandolo di tutto e “dove avete messo la mia giacca?” chiedo prima di uscire.

“Niall le hai messe tu da parte?” chiede Luke, che sta facendo questo pazzo?

“Si, vieni con me” dice enfatizzando sull'ultima frase e alzandosi, sotto gli occhi confusi di tutti, compresi i miei.

Lo seguo in silenzio mentre posso chiaramente sentire i commenti di Louis e gli sbuffi di Amy.

Apre la porta di un ripostiglio e mi ci tira dentro.

“Cos-” dico mentre lui mi tappa la bocca con la mano per non farmi urlare.

“Shh, abbiamo poco tempo!” dice scostando la mano e avventandosi contro le mie labbra.

Come un burattino nelle mani del suo burattinaio rispondo ai suoi movimenti, so che sarà distruttivo per me eppure non riesco a fare a meno di lui.

“Buon ritorno a casa, scusa per stamattina, non volevo far insospettire gli altri!” dice carezzandomi una guancia.

“Eri con lei stamattina mentre io ero sola in quel letto che sapeva troppo di te” dico ad occhi chiusi.

“Lo so, io... non voglio farla soffrire, ci tengo a lei...però ti prego, non ne discutiamo ora, non dopo la notte passata, ho ancora il suono dei tuoi gemiti in testa, ne parliamo quando torni!” dice baciandomi a fior di labbra, passandomi il mio cappotto e sparendo verso il salotto.

Rimango a fissare il vuoto qualche secondo prima di indossare quel pezzo di stoffa e calpestare il mio orgoglio e la mia dignità uscendo da quella stanza consapevole di essermi fregata con le mie stesse mani.

Raggiungo Luke e sorridendo dico un “...andiamo” strascicato.

Saluto tutti con la mano ancora una volta e mi chiudo la porta alle spalle mentre ancora qualcuno mi urla un “Buon viaggio!”.

Non parlo, mentre entriamo in ascensore.

Non mi guardo intorno mentre scendiamo verso il garage.

E non piango nemmeno quando esco da lì e vado verso l'auto, non ne ho la forza, perchè è sempre stato così, Niall mi riempie l'anima ma ha anche il poter di svuotarmi completamente.



_________________________________________
Tadà, so già che qualcuno mi ucciderà dopo questo capitolo, ci sono un pò di colpi di scena e spero vi sia piaciuto!
Che succederà ora? Eh... bella domanda! Niall è confuso e diciamocelo.. anche un pochino stronzo!
Non vuole far soffrire Amy... ma Serena? Passando a lei... siete d'accordo con il suo comportamento?
O voi avreste rifiutato Niall?
Non vedo l'ora di leggere i vostri commenti e vi ringrazio per essere sempre qui a sostenermi!
Un abbraccio,
Sere.

Twitter: @Sere_VR46

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Capitolo 17
*** Capitolo diciassette ***


Note iniziali: Mettetevi comodi perchè il capitolo è...intenso ahah
Vi ricordo la #Ziam se vi va di passare e lasciare una recensione ve ne sarei grata http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2564597&i=1

Detto questo, buona lettura :)



.The Maid.

Capitolo 17

 

Dedico ancora una volta il capitolo a Niall, 
perchè questa notte l'ho sognato ed è giusto così.




 

“Informiamo i gentili viaggiatori che a causa di una violenta tempesta di neve, i voli da e per l'Italia sono sospesi a tempo indeterminato”

 

La voce dello speaker risuona nella sala d'attesa dell'aeroporto di Londra. Abbandono la mia valigia a terra e mi guardo intorno spaesata. Un centinaio di persona accanto a me lanciano imprecazioni colorite, in un italiano perfetto. Come ci torno a casa adesso?

Mi dirigo in fretta verso l'assistenza clienti e cerco informazioni, ma io, come molti altri prima di me, ricevo solo uno stupido “non possiamo fare niente, c'è una bufera all'altezza delle Alpi, i voli non partono” come risposta.

“Oh andiamo, devo tornare in Italia!” borbotto.

“Mi dispiace, ma non è colpa nostra, speriamo che domani si possa viaggiare!” mi avverte un signore sulla cinquantina, stretto in un completo gessato e dei segni di stanchezza evidenti sul viso.

Sbuffo, c'è chi si lamenta perchè non sa dove passare la notte, chi chiama casa per avvertire dell'imprevisto e c'è chi, come me, con la sciarpa avvolta fin sotto il naso e la valigia alla mano si accinge ad uscire. Seguo la piccola folla all'esterno e mi fermo qualche secondo per avvertire i miei.

Rispondono dopo qualche squillo, mi dicono di aver già sentito tutto in televisione, sono dispiaciuti ed io con loro.
Dopo tutto il casino successo ho bisogno di un po' di relax e invece mi ritrovo con più guai di prima.

“Fai attenzione tesoro!” dice dolcemente mia madre al telefono.

“Si mamma, stai tranquilla, ti chiamo domani!” dico forzandomi di non lasciar trapelare la mia tristezza.

Mi avvio verso la stazione dei taxi e mi lascio l'aeroporto alle spalle. Mezz'ora fa ho salutato Luke, proprio qui, dove sto camminando ora, a quest'ora saranno già partiti per l'Australia, così non provo nemmeno a chiamarlo.

“Taxi!” urlo sporgendo la mano in fuori per fermarlo. Deposito la valigia nel bagagliaio e recito l'indirizzo di casa, l'autista annuisce e partiamo.

Mi guardo intorno mentre attraversiamo tanti piccoli quartieri, mi fermo a guardare i bambini nascosti dietro strati di vestiti, cappotti e sciarpe, rincorrersi nel parco.

Fa freddo ma questo non sembra impedirgli di divertirsi. Mi lascio sfuggire un sorriso dolce mentre un bambino, di quattro anni forse... massimo cinque, aiuta una sua coetanea a rialzarsi dopo una brutta caduta.
E' così bello il mondo quando si è piccoli, tutti sono gentili, tutto sembra grande e bello, invece poi si diventa grandi, il lavoro opprime quel che sei, le responsabilità ti circondano e non riesci più ad entusiasmarti per niente.

Eppure a me non va, forse l'ho imparato da Louis questo. Sorrido. Essere bambini ma non troppo. Non dimenticarsi di quelle gioie, di quella fantasia, di quell'innocenza, questo è il modo giusto di vivere la vita.

Parlando di Louis, provo a chiamarlo per avvertirlo di essere a Londra, non risponde così chiamo Jess. Penso proprio che siano insieme.

“Sere, sei già arrivata?” dice con uno strano tono di voce.

“No, in realtà non sono partita, c'è una bufera e i voli per l'Italia sono tutti cancellati!” dico tutto d'un fiato prima di sbuffare.

“Ah, e ora dove vai?” dice prima di mascherare una risata con un colpo di tosse.

“Sei con Louis?” chiedo evitando la sua domanda.

“E-ehm, si? Siamo a casa nostra, in realtà ci staremo per cinque sei giorni, poi lui deve tornare a Doncaster!” dice mandando in frantumi la mia opportunità di passare del tempo a casa mia.

“Ah, certo... allora andrò da Will, voi godetevi la vacanza, possibilmente non nella mia stanza!” dico cercando di mascherare la delusione nella voce.

Ho una casa e non posso nemmeno tornarci. Perfetto. Ma in fondo li capisco, la verità è che vorrei anche io passare le vacanze con qualcuno.

La mia mente gioca brutti scherzi, richiamando pezzi della serata passata. Mi costringo a non pensarci e dopo aver chiuso con Jess, chiamo Will.

Sembro una centralinista, non faccio in tempo a chiudere una chiamata che subito ne ho pronta un'altra. Rido da sola, guadagnandomi un'occhiataccia dell'autista, così tossisco assumendo un'espressione seria e aspetto di sentire la voce del mio amico.

“Wiill! Dio santo, dimmi che sei a Londra!” dico senza dargli il tempo di parlare.

“Ciao donna dai mille impegni, no... sono a Manchester, da un amico... e per amico, intendo amico amico!” dice ammiccando.

Possibile che sono tutti accoppiati in questa dannata città? Sbuffo.

“Perfetto, allora buon divertimento e scusa il disturbo, ti chiamo quando sei libero!” dico mentre lui si affretta a salutare, non voglio immaginare cosa sta facendo.

Poggio la schiena contro il sedile e passo una mano sulla fronte, faccio mente locale e cerco di capire cosa fare.

Liam non provo nemmeno a chiamarlo, sarà sicuramente con Sophia. Con Zayn non ho proprio tutta questa confidenza e a pensarci bene, non ho nemmeno il suo numero. Harry torna a casa e Niall... sgrano gli occhi afferrando la borsa. Rovisto un po' all'interno fino a quando il rumore metallico di una chiave arriva dritto alle mie orecchie. La tiro fuori e la fisso sorridendo.

“Sei la mia salvezza” dico ad alta voce. Guardo l'orologio, Niall dovrebbe essere partito con il jet privato per l'Irlanda, così velocemente faccio cambiare indirizzo all'autista, direzione Iven Street.

 

 

 

Quaranta minuti dopo mi ritrovo con una valigia in mano a salire la scala sul retro di casa Horan. Fatico un po' per trascinarla su ma alla fine mi ritrovo davanti alla finestra del biondo. E' chiusa e cerco di forzarla per aprirla ma con scarso risultato.

“Accidenti!” sbuffo provandoci ancora fino a quando vedo le tende spostarsi e Niall in boxer guardarmi con aria confusa.

“Non dovevi partire?” dico appena poggio i piedi all'interno della sua stanza.

Fingo indifferenza davanti al suo essere quasi del tutto spoglio e lui non sembra preoccuparsene.

“Potrei farti la stessa domanda e aggiungerci anche un... che diavolo ci fai a casa mia?” dice con un sorriso sghembo.

Mi siedo sul letto e solo in quel momento mi rendo conto che se Niall non è partito, forse anche Amy è qui. Così goffamente e balbettando mi riavvicino alla scala.

“Ehi?” mi blocca “Dove vai?”

“Scusa, hai ragione, non dovevo permettermi di venire qui, ci sarà anche Amy e non voglio far casino!” dico tutto d'un fiato.

Lui ride. “Pensi che se fosse stata qui non ci avrebbe sentiti?” dice con ovvietà.

Oh. E' vero.

“Non c'è. E' tornata in Irlanda, a quest'ora dovrebbe essere arrivata!” dice fissando l'orologio al suo polso.

“Tu come mai non sei andato via?” chiedo curiosa.

“Le ho detto che avevo un impegno con i ragazzi ma semplicemente non volevo passare del tempo con lei, partirò domani o dopo domani, da solo!” dice terribilmente serio.

“Oh, capisco. Io invece non sono potuta tornare a casa a causa del mal tempo, sono stati cancellati i voli e non sapevo dove andare. Casa mia è occupata!” dico sorridendo.

“Louis e Jess eh?” dice divertito e io annuisco.

“Ho provato a chiamare Will ma è fuori città, poi ho pensato a Liam, Harry e Zayn ma sicuramente sono indaffarati e poi... niente, avevo le chiavi di casa tua!” dico arrossendo leggermente.

“Hai fatto bene a venire qui” dice sorridendo “Ora togliti la giacca, qui dentro fa caldo!” aggiunge prima di sparire verso il salotto.

Mi ritrovo sola con lui nella sua casa e la cosa mi fa paura e mi far star bene allo stesso tempo dopo gli ultimi eventi. Faccio come mi ha detto e poggio la giacca, la sciarpa e il cappello sulla valigia, accanto al suo armadio.

Mi guardo qualche secondo allo specchio per sistemare il maglioncino verde, ripenso alle parole di qualche secondo fa. Non è voluto partire perchè non voleva passare del tempo con lei.

Sorrido, devo parlare con lui.

Mi chiudo la porta della sua stanza e mi avvio verso il salotto, in questa casa ormai familiare, lo trovo intento ad accendere il camino elettrico, sotto la sua televisione. Mi fermo ad osservare la spina dorsale che, a causa della postura sbagliata, è ben in evidenza.

Mi avvicino lentamente e attratta da qualcosa di sconosciuto mi trovo a poggiare le mie dita leggere sulle sue vertebre. Si irrigidisce subito per poi rilassarsi sotto il mio tocco, la fiamma arde a due passi da noi, mentre mi inginocchio e lui spinge il suo corpo all'indietro, fino ad appoggiare la sua schiena al mio petto. Lo trattengo tra le mie braccia, mentre gli bacio una tempia.

“Mi sei mancato da impazzire” sussurro. Lo vedo chiudere gli occhi e accarezzare il mio braccio destro.

“Anche tu, sono un'idiota eh?” dice sorridendo sarcastico.

“Oh bè, il primo passo verso la guarigione è ammettere di essere malati!” dico facendolo ridere.

E il suo corpo trema sotto quella risata, tra le mie braccia e mi ritrovo una lacrima a rigarmi il viso, perchè quella risata mi ha scaldato l'anima quando per lui non ero nessuno e continua a farlo adesso, che tra le mie braccia si agita come un bambino davanti ad un regalo di Natale.

Restiamo in silenzio, a coccolarci, lasciando fuori da queste mura tutto il resto. Il cielo ormai si è riannuvolato e tra poco finirà per piovere sicuramente, anche se ammetto che vorrei un po' di neve.

Niall si mette seduto meglio e poi si alza porgendomi una mano che afferro qualche secondo dopo.

“Vado a mettere una tuta, tu cerca qualche film da vedere, ho intenzione di restare seduto sul pavimento con te tra le braccia per il resto del pomeriggio” dice lasciandomi un bacio tra i capelli.

“Per me vai bene anche così eh!” dico sorridendo, lui mi fa una linguaccia e poi sparisce verso la sua stanza.

Sposto il tavolino al centro del tappeto in modo da avere più spazio per sistemarci a terra, poi afferro il telecomando e pensierosa cambio canale. Non so cosa fare, mi sono imposta di lasciare tutto fuori da questa casa ma sono capace di nascondere a Niall della relazione di Amy e Luke?

“Stai scherzando? Il Grinch?” la voce di Niall mi arriva alle orecchie e torno al mondo reale puntando gli occhi sul televisore.

“Andiamo Nì, è uno dei film da vedere sempre a Natale questo!” dico sorridendo mentre lui mi passa un piumone.

Lo stendo a terra e poi insieme ne sistemiamo un altro sopra, non vedo l'ora di infilarmi li in mezzo.

“Mi piace quando mi chiami Nì, è... intimo!” dice sorridendo imbarazzato.

Ha indossato il pantalone della tuta nero e ha lasciato il petto scoperto, mi avvicino a lui e dopo aver sfiorato delicatamente la sua guancia con le mie labbra, mi libero della felpa accantonandola sulla poltrona rimanendo con una semplice canotta, in questa casa inizia a fare caldo.

“Dai, vieni qui e guardiamo questo mostriciattolo verde!” dice stendendosi sotto il piumone.

Tolgo le scarpe e i calzini e mi infilo sotto il piumone con lui, appoggiamo la schiena al divano e ci sistemiamo meglio, la fiammella nel camino mi fa quasi sentire a casa mentre mi stringo forte tra le braccia accoglienti del ragazzo al mio fianco.

Mi lascia un bacio nei capelli proprio mentre la piccola Cindy Lou Who invita il Grinch a scendere in città per il Natale. Ci godiamo il film tra le risate e Niall prova ripetutamente a scimmiottare la voce di Jim Carrey per prendermi in giro.

“Porcospino” dice anticipando il Grinch e io rido mentre lui ancora una volta trema sotto la sua risata.

Sembra quasi che ci metta tutto se stesso quando ride, è incredibile e il suono che provoca è un piccolo segreto che va custodito nel cuore di chi ha l'onore di ascoltarlo ridere.

Disegno cerchi immaginari sul suo petto nudo mentre sorrido delle scene del film, mi sento osservata così sposto lo sguardo verso Niall e lo trovo intento a guardarmi.

“Che fai?” chiedo sorridendo.

“Ti sto guardando, non posso?” chiede con voce innocente.

Annuisco e mi accoccolo ancora una volta contro il suo petto, è passata una vita da quando non mi sentivo così bene, così tranquilla.

L'idea di parlare con lui, di chiedere spiegazioni mi spaventa, non voglio perderlo, non più, non dopo aver scoperto come ci si sente a stare senza di lui.

“Ehi, sento le tue rotelle girare nel cervello da qui, a cosa pensi?” chiede prendendomi in giro.

Mi stringo a lui e dico un semplice “A te”. Che poi è la verità, io penso sempre e in continuazione a lui, è quasi un'ossessione!

Le sue mani mi accarezzano la guancia e poi dolcemente mi invitano ad alzare il volto.

I suoi occhi azzurri continuano a sconvolgermi ogni volta che li incrocio con i miei, sorride adesso, prima di annullare le distanza e baciarmi.

E sentire le sue labbra è un'altra fitta allo stomaco, Dio, quanto siamo fragili difronte all'amore noi esseri umani. L'amore ci manipola, ci intrappola ma ci rende anche felici.

Non interrompo il bacio e mi faccio forza con le braccia per tirarmi su e posizionarmi meglio sul suo corpo. Ha smesso di ridere adesso e non mi sfugge il luccichio dei suoi occhi, mi vuole, allo stesso modo in cui io voglio lui.

Scendo a baciare lentamente il mento, poi piano piano il collo mentre lui butta all'indietro la testa per lasciarmi spazio, si morde un labbro e io potrei svenire da un momento all'altro, non credo di aver mai visto niente di più bello in vita mia.

Mi stringe possessivamente i fianchi e mi spinge verso di lui, inevitabilmente le nostre zone più intime vengono a contatto e sussulto mentre lui si lascia sfuggire un sorrisino.

Lo mordo sulla spalla e “Aia, mi hai fatto male!” dice stringendomi ancora di più per ripicca.

Porto una mano tra i suoi capelli e gli mordicchio ancora un po' la pelle, sa di muschio bianco.

“Hai cambiato bagnoschiuma?” chiedo mentre lui accarezza in una lenta tortura le mie gambe e la mia schiena.

“Come lo sai?” chiede stupito.

“La tua pelle ha un profumo diverso!” dico alzando le spalle.

“Conosci l'odore della mia pelle?” dice ribaltando le posizioni e facendomi atterrare sul piumone.

“Conosco tutto di te Niall” dico sorridendo prima di attirarlo a me e baciarlo ancora una volta.

Non credo mi abituerò mai alle sue labbra, sono qualcosa di unico e sensazionale, tutti dovrebbero provarle... o forse no, sono solo mie.

Continua ad accarezzarmi e alla fine mi tira su la canotta e io alzo le mani in modo che possa sfilarmela, la scaraventa via prima di baciarmi delicatamente lo sterno e continuare in una scia di baci verso l'ombelico, fino ad arrivare all'elastico degli slip, che qualche carezza e qualche minuto dopo volano accanto alla canotta insieme ai miei jeans.

Mi sento vulnerabile, nuda ed esposta eppure il suo sguardo mi riscalda fin sotto le ossa.

“Sei bellissima” sussurra e quelle parole bastano per farmi sentire amata.

Mi bacia, mi riempie di attenzioni e a me sembra quasi di stare in paradiso mentre le sue mani sfiorano ciò che di più delicato ho in corpo. Mi lascio sopraffare dalle sensazioni di piacere che mi sta donando mentre sfioro i suoi capelli in una muta richiesta che è felice di accontentare.

Non smette nemmeno per un attimo di guardarmi mentre sotto le sue attenzioni tremo e sudo.

Si scosta qualche minuto dal mio corpo, si spoglia anche lui, il tempo di raggiungere la sua stanza e torna da me, con me, in me.

Respiro a fatica adesso e Niall mi avvolge tra le sue braccia sussurrando parole dolci.

“Sono qui” continua a ripetere scosso anche lui da un piacere che ha colpito entrambi.

Mi faccio piccola vicino a lui e come nel migliore dei casi sento la sua pancia borbottare.

Rido di gusto mentre lui si passa una mano sul viso arrossendo.

“Scusa!” dice unendosi alla mia risata.

“Appena ho la forza di alzarmi ti preparo qualcosa da mangiare!” dico ridendo.

“No, ti voglio qui vicino a me” dice affondando il viso nei miei capelli e facendo le fusa come un piccolo gatto.

“Niall..” dico ridendo “...mi fai solletico!”.

“Mmh” si lamenta stringendosi al mio corpo nudo e lasciandomi qualche bacio sul collo mentre la sua pancia torna a brontolare ancora una volta.

“Ok, mi arrendo, ho troppa fame!” dice alzando le mani in segno di resa.

Mi copro un po' meglio con il piumone e gli mordo un braccio.

“Ehi, questo per cos'era?” dice massaggiando la parte lesa.

“Perchè non mi ascolti mai biondo!” dico alzandomi e trascinandomi dietro tutto il piumone, lasciandolo a terra, nudo e con un'espressione da pesce lesso sul viso.

“Questa me la paghi nanerottola” dice alzandosi di scatto e rincorrendomi mentre io mi lascio sfuggire un risolino e corro verso il bagno.

Chiudo la porta ma lui è troppo veloce e il piumino troppo ingombrante così finisco per ritrovarmi a dimenarmi sul pavimento del suo bagno mentre lui mi fa il solletico con una risata sadica.

“Sei un idiota” dico quando finalmente mi aiuta a rimettermi in piedi.

Lui fa una linguaccia e dopo avermi rubato il piumone se ne va in camera per vestirsi.

Scuoto la testa tornando in salotto e indosso i miei slip, la mia felpa e i pantaloni della tuta di Niall, lasciando i miei jeans piegati su un bracciolo del divano. Il film è ormai finito, peccato...avevo voglia di vederlo!

Alzo le spalle e mi dirigo in cucina per preparare qualcosa da mettere sotto i denti, sono le sei del pomeriggio ma anche io ho un certo languorino.

 

It’s 4am, and I know that you’re with him
I wonder if he knows that I touched your skin
And if he feels my traces in your hair
I’m sorry love but I don’t really care ”

Canticchio Happily mentre affetto i pomodorini e all'improvviso due braccia bianche e candide come solo quelle di Niall potrebbero essere, mi circondano la vita.

“Sei sexy con la mia tuta e mentre canti una nostra canzone!” dice lasciandomi un bacio sulla guancia.

“Si, in effetti mi sta bene la tua tuta!” dico facendo l'altezzosa.

“Scema!” ride prima di rubarmi un pomodoro.

“Ringrazia che ho un coltello in mano, altrimenti ti avrei già tirato uno schiaffo!” dico minacciandolo.

“Oh scusami signorina!” dice prendendomi in giro e sedendosi con le gambe penzolanti sul tavolo della cucina.

Gli lancio un occhiataccia furiosa prima di voltarmi e lasciarmi andare ad un sorriso.

Controllo l'acqua per la pasta e metto i pomodori in padella.

“Prendi gli spaghetti?” dico indicandoli il ripiano con la pasta.

“Guarda che è casa mia, so dove tengo la pasta!” dice sarcastico.

“Non si sa mai!” dico prendendolo in giro.

Sorrido mentre penso che vorrei vivere così per il resto dei miei giorni.

Incrocio gli occhi di Niall qualche secondo e inaspettatamente, vi leggo lo stesso desiderio.

 

Mangiamo i miei deliziosi spaghetti pomodorini e basilico in salotto, mentre ridiamo di vecchi aneddoti riguardanti i ragazzi, sembra veramente che il mondo sia rimasto fuori da questa casa e io ho quasi paura di ammettere di essere felice.

“Ad X-factor Louis non poteva aprire nemmeno bocca che tu subito ridevi!” lo prendo in giro e lui fa una smorfia.

“Non è vero!” si giustifica.

“Oh si invece!” dico buttando giù un sorso di vino rosso.

Mi racconta di quanto all'inizio avesse paura che tutto sarebbe finito, di come cercava sempre di dare il massimo ma alle volte non bastava.

Mi sembra di scoprire una parte più debole di lui, quella che al resto del mondo non è data sapere.

Siamo abituati a vedere Niall sorridere per ogni cosa, ama la vita, ama vivere ma è anche un ragazzo con delle debolezze.

“Ma siete ancora qui Ni e resterete per tanto tempo ancora!” dico sorridendogli e stringendo la sua mano sul tavolo. Mi sorride anche lui e con il pollice accarezza dolcemente la mia mano prima di portarla all'altezza del suo viso e poggiarci delicatamente le labbra sopra.

Arrossisco e sento il cuore quasi esplodermi in petto, vorrei dirgli di amarlo e invece tossisco leggermente e mi ricompongo sulla sedia.

“Sai, ho sempre amato passare i pomeriggi avvolta nel piumone davanti al camino!” dico cambiando discorso.

“ Lo facevi da piccola?” chiede realmente interessato.

“Si” annuisco “sono nata in montagna e durante l'inverno adoravo stare vicino al camino mentre fuori nevicava!” dico riportando la mente a milioni di pomeriggi passati così, con un bel libro tra le mani.

“Possiamo comprare una baita in montagna!” dice sorridendo e io quasi mi strozzo per quel possiamo, chi... io e lui?

“Non credo di potermela permettere!” dico sincera.

“Io si!” risponde subito.

“Eh lo so, signorino sono uno dei cinque ragazzi sotto i trent'anni ad avere più soldi nel Regno Unito” scimmiotto la voce e lui scoppia a ridere.

“Ehi, non prendertela con me, non è colpa mia se sono così bravo e affascinante!” dice passandosi una mano sul viso e gonfiando il petto.

Scuoto la testa spintonandolo e scoppio a ridere quando lo vedo ruzzolare a terra.

“Ops” dico coprendomi la bocca con le mani.

“Appena ti acciuffo giuro che ti metto le mani addosso!” dice facendo il finto arrabbiato.

“In che senso?” chiedo maliziosa.

Si ferma un attimo, non capendo subito l'allusione poi si mette in piedi e poggiando le mani sui fianchi mi guarda serio.

“E io che stasera volevo guardare veramente un film!” dice facendo il finto disperato.

“Ti sento proprio dispiaciuto!” dico ridendo mentre lui mi prende in braccio.

“Abbiamo appena mangiato Nìì!” dico intimandogli di mettermi giù.

E lo fa, mi mette giù, ma sul suo letto e addio cena, addio spaghetti, addio vino.

Passiamo solo la notte a coccolarci, a conoscerci, a sfiorarci, senza fine, senza stancarci e incuranti di tutto, perchè l'amore è più importante di qualsiasi altra cosa e tra i suoi “Stai bene piccola?” e i miei “Ti amo” sussurrati piano, tra le sue lenzuola noi non facciamo altro che amarci.

 

Quando mi sveglio mi accorgo subito di essere sola nel letto, la sveglia sul comodino indica le dieci del mattino, accidenti, dovevo controllare i voli. Mi alzo di scatto e un dolore al basso ventre mi fa tornare in mente la notte passata. Sorrido mentre rivivo nella mia mente le immagini dei nostri corpi uniti.

Mi trascino in bagno e mentre passo nel corridoio un profumo di pancake mi arriva dritto nelle narici facendo brontolare il mio stomaco.

Mi faccio una doccia veloce per rinfrescarmi e una volta uscita infilo un paio dei suoi boxer puliti e una sua maglietta, amo indossare i suoi vestiti, mi fanno sentire parte di lui.

A piedi scalzi raggiungo il salotto, è perfettamente in ordine, segno che Niall è in piedi da un bel po', lo trovo di schiena ai fornelli mentre prepara la colazione, ci sono delle fragole e una rosa sul tavolo, dove diavolo le ha prese?

“Buongiorno amore” dice dolcemente e io mi blocco all'istante mentre anche lui si rende conto della parola fuoriuscita dalle sue labbra e poi sorride.

“Buongiorno anche a te e buona Vigilia” dico eliminando la distanza tra noi e posando le mie labbra sulle sue.

Mi stringe in un abbraccio e rimaniamo per qualche secondo così, poi l'odore dei pancake lo fa staccare e “Stavano per bruciarsi” urla.

Rido vedendolo indaffarato e rubo una fragola dal tavolo, poi mi siedo aspettando di essere servita.

“Devo controllare i voli per l'Italia” dico mentre si siede anche lui.

“Ho visto già” scuote la testa “Sono tutti sospesi piccola” dice dispiaciuto.

Sbuffo pesantemente e dopo aver fatto una smorfia porto alla bocca un sorso di latte.

“Senti...ti va di venire in Irlanda?” chiede tenendo gli occhi fissi sul piatto, forse per paura di un rifiuto.

“Cosa?” chiedo sorpresa.

“Non mi va che passi il Natale da sola, io torno in Irlanda dalla mia famiglia e non è giusto che tu non possa tornare a casa e io ecco...io...niente lascia stare, è un'idea stupida!”

“Cosa Niall? Finisci di parlare e...guardami!” chiedo mentre ancora una volta il mio cuore accelera il battito.

“Io, vorrei che tu venissi con me, anche se non puoi passare le feste con la tua famiglia vorrei che accanto a me ti sentissi un po' a casa” dice guardandomi così intensamente che mi sembra quasi di sentire il pavimento mancare sotto i miei piedi.

Annuisco solamente, perchè non sono in grado di fare altro e il suo viso si illumina di un sorriso dolcissimo.

“Però Niall...” dico seria, mentre un volto amico si fa spazio nella mia mente “...prima dobbiamo parlare”.



_________________________________________________________________
Ok, ok. Calmatevi. Respirate e NON, ripeto NON ammazzatemi. Grazie.
Adoro questo capitolo, non so nemmeno perchè, ma è sicurmente uno di quelli a cui sono più affezionata,
spero piaccia anche a voi nonostante il mio solito finale che mette ansia!
Keep Calm.
Ci ho messo tanto... troppo tempo a pubblicare ma ad essere sincera ho avuto dei problemi con la stesura, poi ho deciso di stravolgere completamente la trama e bè, direi che sono soddisfatta del lavoro.
Vi ringrazio per le 29 recensioni allo scorso capitolo, mi scuso in anticipo ma non credo di farcela a rispondervi o almeno non stasera! SCUSATE!
Spero comunque di sentire i vostri pareri, un abbraccio a tutti. T U T T I. Nessuno escluso.
Serena.

 

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Capitolo 18
*** Capitolo diciotto ***


.The Maid.

Capitolo 18

 

 



Mi sazio delle emozioni che sa darmi il pensiero di te.
Perché se esiste una gioia è quella di esserti accanto, anche solo con i pensieri.

Stephen Littleword, Piccole Cose

 


 

“Cosa?” urla Niall alzandosi dal divano con uno scatto degno di nota.

“Niall, calmati e stammi a sentire per favore” dico alzandomi e raggiungendolo accanto al muro dove ha poggiato la fronte.

“Come faccio ad essere calmo? Mi hai appena detto che la mia ragazza ha avuto una storia con uno dei miei migliori amici e che la cosa non è acqua passata” dice voltandosi a guardarmi.

Cerco di nascondere la reazione alle sue parole stringendo forte i denti.

A volte penso di avere dei rapporti con una persona bipolare, possibile che cambia atteggiamento e pensieri i meno di due secondi?

Ora Amy è la sua ragazza e io che diavolo sono?

Volevo essere sincera con lui e raccontargli qualcosa che non volevo tenere per me, ho sempre odiato i segreti e a mio parere una relazione sana e duratura si basa sul rispetto, la fiducia e la lealtà.

Invece mi ritrovo con un ragazzino in piena crisi perchè la sua stupida ragazza ufficiale se la fa con il suo amico.

Ben ti sta Horan, così magari capisci come ci si sente ad essere la seconda scelta di qualcuno.

Porto le mani a coprirmi il volto cercando di calmare il mio respiro, forse era meglio stare in silenzio, aspettare che la cosa venisse fuori, sento uno sbuffo dietro di me e poi due mani circondarmi la vita.

“Mi dispiace” sussurra.

“Forse è meglio se vado a casa, butterò fuori Jess e Louis” dico rimanendo immobile mentre lui poggia il mento sulla mia spalla.

“Sei già a casa” dice gentile.

Un colpo allo stomaco mi fa vacillare.

Sei già a casa. Le sue parole risuonano nella mia mente, si accavallano cercando di accantonare quel “la mia ragazza” di prima.

Mi rilasso piano tra le sue braccia e lui ne approfitta per tirarmi indietro e far aderire in nostri corpi.

“Sono un'idiota, lo so, puoi dirlo, non mi offendo!” dice facendomi sorridere.

“Sei un'idiota” dico per provocarlo.

“Bè si me lo merito” risponde mordendosi un labbro.

“Lo penso anche io” dico annuendo.

“Ok, ora basta però!” dice ridendo.

Forse per stare insieme a lui, anch'io devo essere un po' bipolare, altrimenti non si spiega perchè adesso mi ritrovo a baciare le sue labbra.

Lo stringo a me, quasi in modo ossessivo, perchè Dio solo sa quanto mi spaventa l'idea di perderlo ancora, di non averlo nelle mie giornate. So cosa significa essere nella stessa stanza insieme a lui e non poterci parlare, so anche cosa significa non conoscerlo realmente.

E io non voglio tornare in nessuna delle due situazioni precedenti, voglio iniziare una vita al suo fianco. Forse mi legge nel pensiero o forse l'intensità di quest'abbraccio riesce a trasmettergli qualcosa di grande, perchè mi stringe ancora di più prima di sussurrare un flebile “Andrà tutto bene” nel mio orecchio destro.

Annuisco e mi stacco da lui, mi accorgo di avere gli occhi lucidi, così passo una mano per cancellarne le tracce e sorridere.

“Mi è entrato qualcosa nell'occhio” dico e lui ride.

“Certo, ovviamente!” mi prende in giro per poi accarezzarmi dolcemente una guancia.

Restiamo a guardarci per qualche istante prima di darci da fare per prepararci, c'è un volo che ci aspetta.

Metto in ordine velocemente la cucina e il salotto mentre Niall è sotto la doccia, cerco di non fermarmi a pensare ma la mia coscienza mi intima di chiamare Luke e spiegargli la situazione.

Cosa posso dirgli? Ho promesso di mantenere il segreto e invece ho detto tutto a Niall nonostante fossi a conoscenza delle paure del ragazzo australiano.

“Sono una brutta persona” dico ad alta voce.

Mi muovo lentamente fino ad afferrare il mio telefono, scorro la rubrica fino alla L... rimango a fissare incerta lo schermo, chiudo gli occhi e prendo un bel respiro, poi schiaccio sulla cornetta verde.

Squilla.

Sento il cuore battere all'impazzata, non rispondere Luke, non rispond...

“Sere!”. Lo odio.

“Ehi!” dico titubante.

“Come stai? Sei a casa?” chiede allegro.

Mi mordo il labbro inferiore prima di spiegargli un po' la situazione, gli racconto del mal tempo in Italia e lui sembra sinceramente dispiaciuto.

“E ora? Accidenti, passerai il Natale da sola?” chiede.

“In realtà” sospiro passando una mano tra i capelli “sono da Niall!” butto fuori.

“Oh” dice soltanto e io mi sento una pessima amica.

“Lo sa” dico aspettando una sua sfuriata.

“Cos- oh Dio, no, dimmi che stai scherzando!” dice e posso sentire l'agitazione crescere nella sua voce.

“Mi dispiace Luke, veram...” provo a scusarmi ma mi zittisce.

“Cos'ha detto?” chiede.

“Ha avuto una non reazione? Era solo visibilmente nervoso” dico continuando a mordere il mio labbro inferiore fino a sentire il sapore pungente del sangue fresco.

Accidenti. Mi avvio in cucina mentre aspetto una risposta di Luke, lo sento respirare pesantemente.

“Dovevo farlo io” dice soltanto.

“Lo so, mi dispiace veramente ma... non potevo tenergli nascosta questa cosa!” dico sincera.

“Si, immagino, è che ora non so come comportarmi, però hai fatto bene, la sincerità è tutto e io lo so bene” dice con un tono di voce sconsolato.

“Veramente Luke, devi parlarne con lei, non so cosa succederà adesso sinceramente, ma puoi contare su di me! Sempre...” dico sincera prima di passare un tovagliolo lungo il taglio sul labbro.

“Vale la stessa cosa per te, ci sono e sono sincero quando ti dico che spero che tu possa vivere una bella storia con Niall, ve lo meritate!” risponde.

La porta del bagno si apre riversando nel corridoio Niall con un paio di boxer neri e i capelli scompigliati, lo vedo spostarsi verso la stanza in tutta tranquillità, non sembra essersi accorto che sono al telefono, così mi affretto a chiudere la chiamata, non so come potrebbe prenderla.

“Grazie Luke, veramente, ora scusami, ma devo proprio andare, poi ti scrivo ok? E scusa se ti ho chiamato a quest'ora!” dico rendendomi solo ora conto del fuso orario.

“Non preoccuparti, ci sentiamo presto!” dice prima di richiudere, rimango a fissare lo schermo sperando di non avergli rovinato queste giorni di festa.

Mi sposto verso la camera da letto e mentre Niall finisce di sistemarsi io prendo il cambio, non sembra turbato quando gli rivolgo un semplice sorriso e mi infilo in bagno per fare una doccia.

 

***

 

Non sono mai stata un'amante degli aerei, in realtà non li sopporto proprio.

Come non sopporto le navi, odio non essere sulla terra ferma, non avere la certezza di poter piantare i miei piedi a terra in caso di necessità.

Sono strana lo so, ma è più forte di me. Niall sembra accorgersi del mio disagio mentre stiamo decollando così appoggia tranquillamente una mano sulla mia gamba e mi incita a stare tranquilla.

Provo a rilassarmi ma si sa, il silenzio porta solo a fare pensieri e in questo momento la mia mente è come una centrifuga in movimento.

Sto per rivedere la sua famiglia e non so nemmeno come presentarmi, o come mi presenterà lui, in più Amy è in Irlanda... e se la incontreremo? E se le fan ci vedessero?

In che guai mi vado a cacciare? Dovevo passare il Natale da sola, senza impelagarmi in cose più grandi di me.

“Ti prego calmati, mi stai facendo venire il mal di testa, per favore!” mi sussurra all'orecchio.

Sbuffo sprofondando ancora di più nel sedile, senza dargli retta prendo le cuffie e mi metto ad ascoltare un po' di musica per rilassarmi.

Mi accorgo che effettivamente quando sono ansiosa ascolto proprio i One Direction, così ricerco “Change my mind” e mi lascio trasportare dalle loro voci, fino a chiudere gli occhi e addormentarmi.

 

Vengo svegliata da un leggero sfioramento tra i miei capelli, dico qualcosa di insensato mentre mi godo le sensazioni che quel tocco mi provoca. Una delle cuffie dev'essermi scivolata durante il viaggio perchè riesco a sentire il suono della risata di Niall perfettamente.

“Devi allacciare la cintura babe” dice dolcemente.

Mi stiracchio un po', siamo quasi arrivati quindi, faccio come mi ha detto e poi spengo l'mp3 riponendolo in borsa. Avrà qualcosa come cinque anni, ma ci sono affezionata e fino a quando durerà è perfetto.

“Ti sei riposata?” mi chiede dolcemente.

“Si, scusa se non sono stata di buona compagnia” dico storcendo un po' la bocca in una smorfia buffa.

“Non ti preoccupare, in realtà è stato veramente bello vederti dormire cullata dalle nostre canzoni” dice sorridendo.

Arrossisco e sorrido timidamente poggiando la testa sulla sua spalla mentre l'aereo è in fase di atterraggio.

 

 

 

Pov di Louis

 

L'odore intenso di caffè mi arriva prepotente alle narici, non ho intenzione di alzarmi, oggi voglio poltrire nel letto e non fare assolutamente niente.

La consapevolezza di avere 22 anni suonati mi fa venir voglia di dormire ma i miei sogni vengono interrotti prepotentemente da una furia di capelli mossi che mi travolge in un abbraccio.

“Sveglia dormiglione, è ora di alzarsi” dice lasciandomi un bacio sulla spalla nuda.

“Mmh” dico voltandomi verso di lei e nascondendo il volto tra i suoi seni, coperti solo da una maglietta nera, la mia.

“Non mi fai gli auguri?” dico fingendomi offeso.

“Mi sembra di averteli fatti questa notte, o sbaglio?” dice ridacchiando.

Adoro quando mi provoca, è una ragazza piuttosto spigliata, perfetta per come sono fatto io, non abbiamo peli sulla lingua e questa cosa mi sta bene.

“Bè si, direi di si!” dico rispondendo alla sua domanda.

Con la mente torno a mezzanotte, sorrido ripensando al suo volto felice mentre con un cupcake e una candelina improvvisa una torta e a me è piaciuto quel semplice gesto, il sorriso sul suo volto e la semplicità della situazione, l'ho ringraziata per poi farci l'amore fino a tarda notte.

“Sei stata dolcissima!” le dico baciandole le labbra rosse e piene, lei sorride e mi invita ad alzarmi per seguirla in cucina.

La tavola è imbandita per colazione, sorrido alla vista dei coco pops e mi siedo mentre spulcio i messaggi di auguri sul telefono, ho quasi paura di aprire twitter ma sono curioso di vedere in quanti mi hanno scritto.

Mentre scorro le mie menzioni vedo Jess sbuffare davanti al suo telefono, non do peso a quel gesto ma forse, dovrei.

 

 

 

Pov di Niall

 

Tornare a casa per me è sempre un'emozione fortissima, rivedere i posti in cui sono cresciuto, i miei amici ma soprattutto la mia famiglia mi rende felice, sembro quasi un bambino.

Casa di Greg è ormai diventata la dimora fissa del mio ritorno in Irlanda, è neutrale, non sto da mamma, non sto da papà, anche se so che entrambi vorrebbero avermi per qualche giorno con loro, ma non posso scegliere dove stare, è ingiusto, così puntualmente mi ritrovo da mio fratello, non torno spesso a casa e questo fa si che lui non si rompa di avermi tra i piedi, sarebbe un guaio altrimenti.

“Ciao tesoro, com'è andato il viaggio?” Denise mi abbraccia forte prima di sorridere a Serena e abbracciare anche lei.

“Tutto bene, grazie!” dico prima di lanciare un'occhiata alla ragazza al mio fianco, è in imbarazzo, si vede eppure a me fa una tenerezza assurda, ma come biasimarla, l'ultima volta l'ho presentata alla mia famiglia come la mia domestica e ora è qui con me, in effetti non so come domani, durante la cena di famiglia riuscirò a spiegare la sua presenza senza fare casini.

Devo sistemare questa situazione prima che diventi ingestibile.

Sapere di Amy e Luke mi ha sconvolto parecchio, se fossi stato solo in casa sicuramente avrei reagito in un altro modo, mi sono sentito ferito e preso in giro, ma mi rendo conto che è quello che ha provato Serena in questo ultimo periodo, è quello che io le ho fatto passare e mi sento talmente infantile e stupido da volermi prendere a schiaffi da solo.

Torno con la mente al presente e faccio in tempo a sentire “E' un piacere rivederti” detto da Greg.

“Anche per me, scusate l'intrusione!” ribatte lei, sorridendo dolcemente.

“Nessun problema, sei la benvenuta!” risponde prontamente Denise e io rivolgo a lei e mio fratello uno sguardo carico d'apprezzamento.

Il piccolo Theo dorme, così facendo meno rumore possibile portiamo le valige nelle nostre stanze, separate. Sbuffo quando oltrepasso la stanza degli ospiti di Serena e mi metto a calcolare quante probabilità ho di intrufolarmi nella sua stanza senza farmi notare.

“Fratellino dormirai nella stanza accanto alla nostra” dice Greg abbracciandomi.

Ecco, direi che le probabilità sono meno di zero.

Sorrido falsamente aprendo l'ultima camera nel corridoio, Denise è rimasta indietro per aiutare Serena a mettere le lenzuola al letto, scusandosi mille volte per non aver fatto in tempo, ripetendo almeno dieci volte “Se Niall ci avesse avvertiti prima...” e bla bla bla.

Butto la valigia accanto all'armadio e mi tuffo sul letto, Greg ride e chiude la porta alle sue spalle.

Questo non è mai un buon segno, così mi preparo psicologicamente al terzo grado.

“Allora... mi vuoi spiegare?” dice infatti sedendosi sul letto e allungandosi accanto a me.

Fissiamo entrambi il soffitto, come quando eravamo piccoli e papà ci metteva in punizione, sbuffo e so che non mi farà uscire da questa stanza se non dopo aver ricevuto risposte soddisfacenti, peccato che non ce le ho nemmeno io queste risposte, così dico la prima cosa che mi viene in mente.

“Ho fatto un casino” ammetto e Greg ride.

“Immaginavo, ti va di parlarne?” mi chiede calmo.

“Non lo so, perchè se lo dico ad alta voce mi rendo conto di essere ancora più idiota di quando io non lo sia già” dico passandomi una mano sul volto e tirando fuori un urlo isterico.

“Stai calmo Niall, sei un uomo adulto, sono sicuro che troverai una soluzione” dice rassicurandomi.

“Lo sai che le relazioni amorose non fanno per me, mi piace Serena, molto, tu non hai idea di cosa sento nel petto quando è al mio fianco, quando non c'è ho un pensiero fisso e costante ad immaginarla, tu mi dirai... bè allora cosa c'è che non va? Ti sei innamorato di lei. Si, avresti ragione ma ho deciso di fidanzarmi con Amy, ma dico... che razza di problemi ho?” parlo da solo gesticolando e Greg al mio fianco sorride.

“Sei spaventato Niall, l'amore per noi ragazzi è diverso, non riusciamo ad esprimerci come fanno le donne, non vogliamo ammettere di aver abbassato le difese, siamo fatti così, vogliamo essere forti, imbattibili e l'amore invece ci rende fragili, ma fidati se ti dico che è anche la cosa che ci rende invincibili” dice serio.

“Com'è possibile, o ci rende deboli o invincibili!” dico girandomi un po' verso di lui.

“E' proprio questo il bello Niall, abbassiamo le difese pensando di indebolirci quando ci emozioniamo per un messaggio o quando non vediamo l'ora di rivedere l'oggetto dei nostri desideri, ma non è così, questo ci rende uomini, ci rende persone non macchine senza sentimenti” dice deciso e le sue parole mi colpiscono come un uragano contro una casa, mi devastano dall'interno perchè infondo io vivo di emozioni, la musica è emozione e sono stato talmente cieco da non lasciarmi andare alle sensazioni estasianti dell'amore.

“Forse hai ragione, forse è ora che l'amore travolga anche me, magari riuscirò a scrivere una canzone d'amore per il prossimo album” dico sorridendo.

“Si, forse si, con Amy?” chiede e io faccio una smorfia.

“Ho scoperto che ha avuto una relazione con Luke” dico mordendomi il labbro.

“Hemmings? Questa è una svolta inaspettata” dice lui serio.

“Greg, non siamo in una di quelle serie tv che segui” dico ridendo.

“Sei un'idiota e poi è Denise che le guarda, io lo faccio solo per passare del tempo con lei” dice sbuffando.

“Certo, ti credo fratellone!” dico prendendolo in giro.

“Smettila di fare lo spiritoso e dimmi come ti fa sentire questa cosa di Amy e Luke! E alcune serie tv sono veramente belle” dice.

Lui ride con me prima di lasciarmi parlare e in realtà nemmeno adesso so precisamente cosa dire.

“Mi da fastidio” dico dando vita ai miei pensieri ancora una volta.

“Cosa esattamente? Che sono stati insieme o che non ti hanno detto nulla?” chiede tranquillo.

Scoppio a ridere prima di guardarlo “Sembri uno psicologo” dico pizzicandogli un braccio.

“Ehi, mi hai fatto male” si lamenta.

“Comunque non lo so, forse un po' entrambi” ammetto.

“Ok allora ti faccio un'altra domanda, ti ha dato fastidio la foto di Serena e Luke?”

“Dio, l'avrei ucciso” dico muovendomi nervoso.

Ed è la pura e semplice verità, quella foto era stata una pugnalata al cuore.

“Bè io ho trovato la soluzione, rifletti su quello che mi hai detto, la troverai anche tu!” dice alzandosi e lasciandomi imbambolato.

“Cos- Greeeeg!” dico saltando dal letto e bloccandolo per un braccio.

Sbuffa poi richiude meglio la porta e si volta “Quando hai parlato di Amy e Luke non hai accennato ad avere istinti omicidi verso quel povero ragazzo, mentre per una semplice foto con Serena l'avresti ucciso, più chiaro di così cosa dobbiamo fare, mandarti una raccomandata Nì?” dice dandomi una pacca sulla spalla e uscendo dalla mia stanza.

Poggio la fronte sulla parete bianca, lasciando che il freddo di quel muro mi faccia rabbrividire, sento gli occhi inumidirsi e le guance bagnarsi, rimango in questa posizione per non so quanti minuti, in religioso silenzio lascio che la mia fragilità venga fuori, mi lascio stravolgere dalle emozioni che ho represso fin'ora, concedendomi di pensare al sorriso di Serena e al batticuore che mi provoca, lascio che l'amore mi riduca in cenere e come una fenice, rinasco.

 

 

 

______________________________________________________________

Lo so, state progettando di uccidermi.

Anyway.... 
Finalmente sono riuscita ad aggiornare, purtroppo il mio pc mi ha abbandonato e con lui tutte le cose che avevo scritto, ho provato a riscrivere il capitolo cercando di non dimenticare nulla, spero sia di vostro gradimento, vi chiedo scusa veramente per l'attesa, ma tra il caldo, alcuni esami e il mio piccolo pc non ce l'ho fatta.

Nonostante questo, vi ringrazio tantissimo per essere sempre qui e un ringraziamento speciale a tutte le ragazze che in questi giorni mi hanno scritto, in attesa di un mio aggiornamento.

Grazie di cuore, è importante per me ricevere qualche vostro tweet/messaggio privato/ post su facebook! :)

Per chi non l'avesse letta qui trovate l'OS che ho scritto su Liam, è corta ma intensa e spero che passiate a leggerla e recensirla, ci tengo molto. 

Letter

Ora vi lascio, se volete questi sono i miei contatti: 

Twitter Ask Facebook

Potete scrivermi o farmi domande quando volete, sono disponibilissima a parlare di tutto, anche se c'è qualche problema, scrivetemi!

Un abbraccio,

Serena.

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Capitolo 19
*** Capitolo diciannove ***


.The Maid.

Capitolo 19





L'amore è la più nobile debolezza dello spirito. 
John Dryden

 

 

 

 

 

Scendo le scale lentamente cercando di fare meno rumore possibile, sono stato in camera tutta la sera senza uscire, a riflettere sulla situazione, non sono sceso nemmeno a mangiare, per fortuna Greg mi ha portato un pezzo di torta salata che Denise ha amorevolmente preparato, sapendo perfettamente quanto mi piaccia.

Mi sento in colpa, non ho visto nemmeno Theo e soprattutto ho lasciato lei da sola, con la mia famiglia, senza pensare al suo disagio.

Invece di migliorare e fare passi avanti, torno indietro come un gambero.

Mi sento quasi un ladro mentre apro lo sportello del frigorifero per mangiare qualcosa in quella cucina troppo grande per i miei gusti.

La stanza è illuminata leggermente dalla luce della luna che filtra dalla porta finestra che si affaccia sul giardino nel retro e dalla lampadina sul forno a gas, che mi permette di muovermi liberamente senza cadere a terra.

Mi siedo attorno al tavolo dando le spalle all'ingresso in cucina e mangio silenziosamente quello che ho frettolosamente preparato, tiro fuori il cellulare dalla tasca e dopo averci rimuginato sopra, decido di scriverle un messaggio.

 

Da: Niall

A: Serena

«Ehi, sei sveglia?»

 

Invio dandomi dello stupido, è al piano di sopra, potrei provare ad entrare di nascosto, non credo si sia chiusa dentro, eppure sono troppo codardo per farlo.

Rimango fermo in attesa per minuti che mi appaiono secoli, nessuna risposta, forse dorme, in fondo sono le tre di notte qualsiasi persona sana di mente a quest'ora dorme.

Ripulisco il tavolo dalle briciole del pane e dopo aver spento la luce, torno al piano di sopra.

Mi fermo davanti alla porta della sua stanza, è marrone chiaro, come tutte le altre in questa casa e non so perchè mi mette angoscia, ho sempre odiato troppi colori chiari insieme, il bianco delle pareti, il colore delle porte, le cornici. Denise e Greg devono amare questo tipo di arredamento, ma io proprio non riesco ad apprezzarlo, è più forte di me.

Poggio la mano indeciso sulla maniglia della porta per poi tirarmi indietro e camminare verso la mia stanza, mi butto a peso morto tra le lenzuola che profumano ancora di lavanda e affondo il viso nel cuscino, soffoco un urlo di disperazione e dopo essermi girato una decina di volte, riesco finalmente a trovare la posizione giusta per cercare di riposare.

Prendo il telefono tra le mani e continuo a controllare e sperare nell'arrivo di un nuovo messaggio, schiaccio più volte il tasto home del mio I-phone, sperando di veder comparire il suo nome sul display ma l'effetto che ottengo è solo quello di ritrovarmi a chiudere lentamente le palpebre non distinguendo più i colori sullo schermo.

 

Quando apro gli occhi un odore intenso di caffè e delle risate mi scombussolano i sensi, mi stropiccio lentamente con il palmo della mano le palpebre e mi costringo a svegliarmi completamente. Ancora una risata e poi la voce di mia madre che incombe sulle altre, ma che ore sono?

Mi volto a cercare il cellulare ma sul comodino non ne trovo traccia, così mi scopro e lo trovo indisturbato in fondo al letto.

Il display digita le 11.54 am e una notifica mi fa quasi gelare il sangue, scendo dal letto e al contatto dei miei piedi nudi con il pavimento freddo rabbrividisco, in questo periodo l'Irlanda è veramente fredda.

Cerco di distrarmi per non aprire il messaggio ma imponente si prende beffa di me sullo schermo, lo fisso immobile per diversi minuti prima di aprirlo e leggerne il contenuto.

 

 

Da: Serena

A: Niall

«Come fai solo a pensare che io possa dormire?»

 

Una fitta allo stomaco mi fa imprecare, sono uno stupido, l'ora nel messaggio indica le quattro del mattino, segno che ha passato del tempo a pensare se rispondermi o meno.

Come darle torto dopo tutto? Mi sono comportato solo male con lei e oggi è anche Natale, l'ho invitata a passare le vacanze qui per non farla sentire sola e invece le sto rovinando tutto.

Un idiota, ecco cosa sono.

Apro la mia valigia e ne tiro fuori una camicia bianca, la porto con me in bagno insieme ad un pantalone piuttosto elegante e dopo essermi lavato, la infilo e chiudo tutti i bottoni, fin sopra al collo e mi guardo allo specchio provando a ravvivare i miei capelli con un unico pensiero in testa, devo farmi perdonare.

Metto un po' di profumo e mi chiudo la porta alle spalle, prendo un respiro profondo e mi avvio verso le scale.

Scendo lentamente, facendo il meno rumore possibile, sono tutti in salotto e non mi vedono arrivare, ridono insieme a Theo, che seduto in mezzo alla stanza su un tappeto prova a parlare senza riuscirci, sorrido e non vedo l'ora di prenderlo in braccio ma prima mi concedo qualche secondo per osservare la mia famiglia, ci sono proprio tutti mamma con il suo compagno, mio padre e la sua fidanzata, mia nonna, zii e cugini, mi sembra di non vederli da secoli eppure Willie l'ho visto qualche settimana fa a Londra.

E' proprio lui ad accorgersi di me, è seduto alla sinistra di Serena sul divano, gli faccio cenno di stare in silenzio e mi perdo ad osservare lei.

Sposta una ciocca dei suoi capelli dietro l'orecchio mentre piegata in avanti, con i gomiti sulle ginocchia batte le mani facendo ridere mio nipote.

Le gambe sono coperte da delle calze nere, deve accorgersi che la sto fissando perchè sposta lo sguardo verso la mia direzione e quando i suoi occhi verdi incontrano i miei il mio cuore inizia a battere all'impazzata.

Non riesco a leggere la sua espressione, sembra vuota, continua a guardarmi e poco dopo tutti si accorgono della mia presenza.

“Ti sei svegliato finalmente tesoro” dice mia madre alzandosi e venendo a stringermi in un abbraccio di quelli mozza fiato che solo una mamma può donare ad un figlio.

La stringo anche io prima di dire un “Buon Natale” a tutti.

Mi lascio stringere da tutti, saluto calorosamente ogni persona in quella stanza e cerco di trattenermi il più possibile per rimandare il momento cruciale.

Ma ormai è l'unica persona che resta nella stanza da salutare insieme a Theo che sorridende è tra le sue braccia, così mi avvicino cautamente a lei e gli occhi di mio nipote si allargano, gli do un bacio sulla testa bionda poggiando la mia mano sinistra sul fianco di Serena, per trattenerla lì e non farla scappare.

La sento irrigidirsi ma quando inizio ad accarezzarle dolcemente il fianco si tranquillizza così riesco a guardarla e d'istinto poggio le mie labbra sulla sua fronte mentre Theo dice qualcosa di incomprensibile.

Le voci nel salotto sembrano scomparse, sento solo un piccolo sospiro e mi volto a vedere mia madre sorridere nella nostra direzione, ci stanno fissando tutti e quando mi giro Serena è tutta rossa.

“Piccolino vieni da mamma ora” dice Denise venendoci in aiuto.

Prende Theo tra le braccia e lui si accoccola sulla sua spalla, catturando l'attenzione di tutti i presenti così riesco ad afferrare la mano di Serena e senza dare spiegazioni la trascino in giardino.

Piove in Irlanda oggi, il cielo è cupo e nuvoloso ma amo anche questo della mia terra, ci fermiamo sul davanzale, ricoperti dal terrazzo del piano di sopra per non bagnarci e senza dire niente la bacio.

Sento la sorpresa nel suo corpo, prova a scostarsi ma la tengo ferma a me, così poco dopo si lascia andare, mettendo da parte ogni esitazione stringe le sue mani dietro la mia nuca.

In questo gesto che potrebbe sembrare di poco conto, io vi leggo tutto il suo amore per me.

Un amore che va oltre tutti gli ostacoli, oltre Amy, oltre il mio comportamento da idiota.

Una folata di vento ci provoca un brivido di freddo, ci stacchiamo per riprendere fiato ma continuo a tenere le mani salde sui suoi fianchi.

“Fa freddo, rientriamo?” le dico dolcemente.

Mi guarda attenta, nei suoi occhi vedo mille pensieri accavallarsi e so che vorrebbe dirmi qualcosa, so che vorrebbe delle spiegazioni eppure sorprendendomi l'unica cosa che fa è prendermi la mano.

Racchiudo le sue dita fredde tra le mie e mi avvio verso l'interno, mi concedo un respiro liberatorio anche se so che non abbiamo chiarito niente.

“Niall...” mi chiama e mi volto per ascoltarla.

“Solo una cosa...” dice fissando la punta delle sue scarpe per poi alzare il viso e guardarmi con una forza tale da farmi vacillare.

“Non dimenticarti che ci sono anche io, ti amo Niall e voglio essere la tua miglior amica, la tua ragazza e la tua amante, non chiudermi fuori dalla tua vita, per favore!”

Il suo discorso mi lascia un po' perplesso, la guardo e sorrido, è una donna forte e bella e sono fortunato ad averla incontrata.

“Hai ragione, è che avevo bisogno di un po' di tempo da solo, devo parlare con Amy e non so come affrontare la cosa con il mondo intero, è complicato!” dico storcendo il naso.

“Lo so, non è semplice me ne rendo conto ma sono al tuo fianco, ricordatelo” dice poggiando una mano sulla mia guancia e carezzandomi dolcemente.

E' questo l'amore? Quando una persona nonostante tutto rimane al tuo fianco?

Forse si, non riesco a dare altre spiegazioni ai suoi gesti dolci e gentili.

 

 

Pov di Serena

 

Gli occhi di Niall li ho amati da sempre.

L'azzurro così limpido e il modo in cui si illuminano quando ride mi scaldano il cuore e anche in questo momento, mentre ride con sua nonna, sento il cuore quasi uscirmi dal petto.

Essere anche una sua fan non aiuta di certo, sono così orgogliosa di lui, di ogni cosa che fa che mi sento quasi una stupida a trovarmi ancora in questa casa dopo quello che è successo ieri sera.

Ma infondo chi siamo noi per capire qualcosa di talmente grande come l'amore?

Ci hanno provato in molti e di certo non sarò io a capirne il funzionamento e sinceramente, nemmeno mi importa.

A me importa stare bene, essere felice e con Niall lo sono. Vale la pena alzarsi la mattina per vedere lui e non importa se si soffre, se bisogna aspettare i suoi tempi, quando si desidera qualcosa, si possono affrontare tutti gli ostacoli che ci si parano davanti.

L'atmosfera in casa è veramente festosa, provo ad aiutare in cucina ma mi rispediscono in salotto in un batter d'occhio con un “Sei l'ospite e gli ospiti sono sacri da queste parti”.

Mi sento un po' inutile e in imbarazzo a non poter fare niente, soprattutto perchè mi ritrovo insieme a tutti gli uomini di casa, mentre loro sono già alla quarta birra.

Incredibile quanto bevono!

“Forza tutti a tavolaaa!” l'urlo di Denise mi riporta con i piedi per terra e finalmente ci spostiamo tutti verso la tavola.

E' imbandita con candele accese e agrifoglio, mi siedo accanto a Niall e continuo a fissare le foglie spigolose di questa pianta, l'ho sempre trovata affascinante, senza saperne il motivo.

“La tradizione di usarla come addobbo natalizio è nata in Irlanda, sai?” mi dice Margaret, la nonna di Niall.

“Davvero?” le chiedo curiosa.

E' seduta di fronte a me e mi rivolge un sorriso dolce prima di annuire e bere un sorso dal suo bicchiere.

“Si, ha dei colori sgargianti e qui in Irlanda ne cresce in abbondanza e proprio per questo anche le famiglie più povere potevano permettersi di addobbare casa per Natale, regalando un po' di gioia a tutti!” finisce il discorso e non mi sfugge la punta d'orgoglio per la sua nazione nella sua voce.

Annuisco semplicemente e una volta che tutti siamo seduti, alziamo i bicchieri per brindare ad un Natale pieno d'amore e gioia, per tutti.

“Nollaig shona” dice Niall sorridendo prima di girarsi verso di me.

“Significa buon Natale in irlandese!” mi spiega e io sorrido, provando a ripetermi ancora quelle due parole ma con scarso risultato.

Niall ride e io do un pizzicotto al suo fianco destro facendolo sobbalzare.

Il pranzo passa nel migliore dei modi, mi sembra di far parte di questa famiglia da sempre, non mi fanno mancare mai nulla, si preoccupano di farmi sentire a mio agio e io non smetto di sorridere un istante.

Ammetto però di sentire fortemente la mancanza della mia famiglia, del tipico panettone a fine pranzo, della tombola con tutti e delle risate insieme.

“E' tutto ok?” mi chiede Niall sorridendo.

E come faccio a dire di no a due occhi come i suoi? Annuisco sorridendo a mia volta e afferrando il piatto che Maura mi porge felice.

“Questo è il dolce natalizio irlandese” dice Niall e io annuisco.

“Mh” annuisco mangiandone un pezzo “Pudding con panna e brandy, giusto?” dico sorridendo.

Mi guarda piacevolmente sorpreso e mi lascia un tenero bacio sulla guancia.

Di Niall ho sempre amato il suo modo di essere legato all'Irlanda, la passione che trasmette quando ne parla te ne fa innamorare all'istante.

Per questo non mi sono nuove molte usanze, anche se non credo che tutte si mettano in pratica!

Mentre finisco di mangiare la mia porzione, il telefono nella mia tasca vibra facendomi spaventare, anche quello di Niall suona e lo tira fuori senza problemi, così colgo l'occasione per guardare.

Una notifica sullo schermo mi avvisa di un nuovo tweet dall'account ufficiale dei ragazzi.

Lo apro rimanendo poi con la bocca semi aperta per la sorpresa.

Niall ride al mio fianco spostando tutta l'attenzione del tavolo su di noi, alzo lo sguardo e incrocio gli occhi sorridenti di Greg e l'espressione entusiasta di Denise.

“Quando avevi intenzione di dirmelo?” chiedo a Niall.

“Non mi sembrava importante” dice ridendo e io lo guardo sconvolta.

“Questo tu lo consideri non importante?” dico basita e rileggo per l'ennesima volta quel tweet.

 

Avete già deciso cosa fare a Capodanno?

Noi si!

Hyde Park 10.00 P.M

Siete tutti invitati per un evento imperdibile, totalmente gratuito!”

 

Mi stringe tra le braccia facendomi imbarazzare, il cuore mi batte all'impazzata, un concerto gratuito a capodanno non me l'aspettavo proprio.

L'idea di poterli vedere dal vivo, di sentirli cantare mi riempie il cuore di gioia così per tutto il resto del pomeriggio mi ritrovo a ridere senza apparente motivo.

Per un momento metto da parte Amy e mi lascio travolgere dalla felicità di questa notizia e da i regali.

Ci sono buste ovunque con giocattoli e tutine per Theo, Niall tira fuori un nuovo paio di scarpine da aggiungere alla sua collezione e suo nipote sembra apprezzare.

Lo prende in braccio e gli fa solletico sul pancino, provocando in me un sentimento ancora più grande di quello che pensavo.

Niall è una boccata d'aria fresca nella vita di tutti, è un bicchiere d'acqua nella calura estiva, un maglione caldo nel freddo invernale.

“C'è qualcosa anche per te, Niall non ci aveva avvertiti del tuo arrivo quindi scusa, è una sciocchezza!” Maura mi porge un sacchettino nero con i bordi rossi e io lo prendo titubante.

“Non dovevate, veramente!” dico per poi ringraziarla.

Apro il sacchetto tirandone fuori un paio di orecchini lunghi ed eleganti con tante pietruzze piccole incastrate tra loro, lo guardo affascinata, questa per loro è una sciocchezza?

“Sono stupendi!” dico sincera rivolgendo un sorriso alla donna davanti a me.

“Sono contenta che ti piacciano, veramente! Non sapevo quali erano i tuoi gusti, però mi sono ricordata che indossavi gli orecchini quando ci siamo visti la prima volta!” dice sorridendomi.

Mi permetto di sporgermi in avanti e abbracciarla, ricambia volentieri stringendomi e con la coda dell'occhio posso vedere un sorriso nascere sul volto di Niall.

“Che ne dite di fare una passeggiata?” chiede Bobby entusiasta alzandosi dal divano.

Tutti sembrano accogliere la richiesta volentieri e in un batter d'occhio spariscono per prendere giacche e sciarpe.

Rimango ferma a fissare ancora gli orecchini e Niall mi raggiunge abbracciandomi teneramente, poggia la testa sulla mia spalla e con lo scoppiettare della legna nel camino come sfondo mi regala uno dei baci più belli di sempre.

“Restiamo a casa? Non mi va di uscire!” dice staccandosi da me mentre qualcuno inizia a tornare in salotto.

Annuisco e dopo aver salutato tutti, compreso Theo che scompare quasi dietro il suo cappellino, saliamo mano nella mano al piano di sopra.

Sorpassiamo la mia stanza e mentre lui mi racconta aneddoti divertenti del suo passato io mi ritrovo a pensare che tra noi c'è ancora un gran punto interrogativo di mezzo, Amy.

Ci sdraiamo sul letto quando lui si sporge per regalarmi un bacio, gli rispondo a mala pena.

Sospira rumorosamente prima di scostarsi e allungarsi al mio fianco, fissiamo entrambi il soffitto, mentre fuori distrattamente sentiamo le voci di ragazzi e bambini che urlano ed escono fuori per godersi qualche momento senza pioggia.

“Vuoi che la chiami?” dice in un sussurro.

Voglio che la chiami? No, in realtà no. Ma non mi sembra giusto nei suoi confronti e non ho voglia di vivere una storia fondata su bugie e segreti, così, nonostante il dolore al petto all'idea di saperli insieme gli rispondo con un semplice “Devi parlarle faccia a faccia”.

Semplice agli occhi degli altri forse, perchè mi sento morire come un fiore dopo giorni di siccità, ho paura che lasciandolo andare via da lei, poi lui decida di non tornare più.

Ma non dico nulla, tengo le mie paure per me mentre lui annuisce e prende il cellulare, sento il suono degli squilli uno ad uno, rimbombano nella mia testa come la voce di lei quando nel rispondere lo chiama “Amore”.

Amore a chi? Al mio Niall?

Distrattamente sento la conversazione, troppo impegnata ad evitare di strappargli il telefono dalle mani e riagganciare per fare l'amore con lui e fargli capire che sono la sua unica scelta, l'unica sua possibilità.

“Va bene, ci vediamo tra un po' allora” dice Niall, posso sentire l'ansia nella sua voce, i suoi nervi tesi e quando chiude la telefonata istintivamente cerco la sua mano e la stringo.

“Non te ne andare” dico sinceramente e lui capisce che non mi riferisco al suo andare tra poco da Amy ma quella frase racchiude un senso molto più grande dentro di sé.

“Resto accanto a te piccola” sussurra baciandomi i capelli.

Annuisco fidandomi di lui ancora una volta e mentre infila il maglioncino rosso sulla camicia, io rimango seduta sul letto ad osservarlo.

“Che fai ora? Non c'è nessuno a casa!” chiede preoccupato.

“So badare a me stessa, chiamerò Harry o Liam, non li ho ancora sentiti!” dico sincera, Louis e Jess mi hanno scritto a mezzanotte, mentre di Zayn non avevo nemmeno il numero!

“Mmh, Harry non credo ti risponderà era dalla sua famiglia e quando è con loro il telefono non lo usa molto” dice scrollando le spalle.

“Bè, mi accontenterò di Liam!” dico fingendomi delusa.

“Ti do il numero di Zayn” dice lui avvicinandosi a me.

“Perchè? Voglio parlare con Liam io!” lo provoco.

“Ancora non ti ho perdonato per avermi detto che lui è il tuo preferito eh!” dice incrociando le braccia mentre io ridendo riporto la mente a ieri, durante il viaggio da casa sua in aeroporto.

 

 

In macchina ci teniamo la mano mentre il suo autista guida verso l'aeroporto, ridiamo e scherziamo cantando insieme On the top of the world degli Imagine Dragons.

Il mio cellulare mi avverte dell'arrivo di una notifica da instagram e per poco non mi strozzo quando la selfie di Liam mi appare sulla home.

Che succede?” chiede Niall ansioso.

Guarda” dico non pensando minimamente di stare sbavando su Liam in presenza di Niall.

Hai visto quant'è bello?” dico mentre lui alza un sopracciglio.

Lo conosco, è uno dei miei migliori amici” dice stizzito.

Ti sei offeso?” dico mordendomi un labbro.

Pensavo fossi io il tuo preferito” dice con una nota triste nella voce.

Si, cioè, è complicato tu sei tu e Liam è Liam!” dico arrampicandomi sugli specchi.

Sta per rispondere ma ci fermiamo, siamo arrivati, con il cappuccio abbassato sulla testa e camuffati con sciarpe e guanti scendiamo all'aperto.

Provo a prendere da sola la mia valigia ma è incastrata così provo a chiedergli aiuto e lui mi fa la linguaccia.

Chiama Liam!” dice serio.

Lo guardo prima di scoppiare a ridere e abbracciarlo, cercando di non dare troppo nell'occhio.

 

 

Torno con la mente al presente e dopo aver fatto il giro del letto per raggiungerlo, mi alzo sulla punta dei piedi e lo bacio.

“Sei carino quando sei geloso!” dico sorridendo e lui mi regala una smorfia.

Poi si arrende, mi bacia e dopo avermi fatto mille raccomandazioni scende al piano di sotto e lo vedo sparire dal balcone insieme alla sua guardia del corpo, che non so come, è comparsa sul vialetto.

Mi ributto sul letto e come ho sempre fatto fin da quando come una stupida rimanevo a fissare il suo profilo twitter, lo aspetto.





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Ciao Melanoooo!
Come stai? 
Ok, la smetto! Eccomi qui con un nuovo capitolo dopo il concerto di Milano, ragazze non so quante di voi ci siano state ma è stato un sogno! Non voglio annoiarvi con i miei racconti e non voglio nemmeno far star male chi non c'è stato quindi passo ad analizzare il capitolo!
Il nostro Niall come vi è sembrato in questo capitolo? Dai, si è comportato abbastanza bene, ogni tanto succede anche a lui u.u
Serena, mmh... qui mi aspetto vostri commenti sul suo perdonare sempre Niall, ma capire che lui è la sua debolezza, non è facile la situazione!
Pooooi... volevo avvisarvi che ci saranno altri 5 - 6 capitoli ancora e poi la storia finirà! 
*Faccino triste*
Ho dovuto inserire Liam, scusate ma non ce la faccio a non scrivere di lui ahah
Un ultima cosa, per chi legge anche Slash, tra non molto tornerò a pubblicare The Roses :)
Vi lascio come sempre i miei contatti:Twitter Ask Facebook
Un bacio,
Serena.

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Capitolo 20
*** Capitolo venti ***


.The Maid.

Capitolo 20

 



"I miei giorni più belli nel mondo li ho vissuti con te 
Solo tu mi hai donato un sorriso che nasce anche quando un motivo non c’è..."
Francesco Renga - Il mio giorno più bello nel mondo.

 


A Federica e Barbara.

 


 

Pov di Niall

 

La casa della famiglia Green non è troppo lontana dalla mia vecchia abitazione in centro.

Passare da queste parti mi fa sempre uno strano effetto, mi fa ricordare da dove sono partito e quanta strada ho fatto fin'ora, a soli vent'anni.

Svolto a sinistra e le domande che ho cercato di tenere chiuse in un cassetto vengono fuori prepotentemente dandomi del filo da torcere.

Com'è possibile che dopo anni di amicizia si sia comportata così? Perchè non dirmi niente della relazione con Luke?

Devo affrontare Amy ma la paura comincia a farsi sentire, accosto nei pressi dell'officina in cui lavora suo padre e dopo essermi accertato di avere la via libera scendo incamminandomi verso la sua casa.

L'aria è pungente così abbasso il cappello e mi stringo nella giacca, qualche minuto dopo mi trovo davanti ad una villetta di un bianco candido e lucente, le luci sono accese, segno che sono in casa e le macchine sul vialetto mi fanno pensare che non sono soli.

Maledizione, dovevo pensarci, è Natale.

Prendo un bel respiro e trovo il coraggio di bussare. La ghirlanda appesa sulla porta si smuove leggermente e poco dopo la figura della mia, come definirla... amica? Ex? Insomma, la figura di Amy si presenta davanti ai miei occhi con un maglioncino rosso, delle renne disegnate e un sorriso allegro.

Sorriso che si affievolisce quando mi vede, bel modo di accogliermi.

“Ciao” dico titubante.

Si guarda intorno e dopo aver afferrato una giacca e un cappello, si chiude la porta di casa dietro e mi spinge verso il retro, la seguo un po' titubante fino a fermarci nelle vicinanze del suo garadge.

“Potevi chiamarmi sarei uscita!” dice agitandosi.

“Perchè? Non potevo entrare?” chiedo incredulo.

Dovrei essere io quello arrabbiato con lei, non il contrario!

Prende un respiro e sfila il cellulare dalla tasca posteriore dei suoi jeans, la guardo armeggiare e poi la foto di me e Serena davanti casa di mio fratello appare davanti ai miei occhi.

“Sei venuto qui con lei e pretendi che ti faccia entrare in casa mia?” dice acida.

La guardo incredulo prima di sfilare i guanti neri dalle mie mani e buttarli a terra, non so perchè lo faccio ma sento le mani prudermi, se non fosse una ragazza l'avrei già presa a pugni.

“Tu vieni a dire a me che non posso entrare in casa tua per Serena quando te la sei fatta con Luke e sei entrata nel mio letto come se niente fosse?!” dico dando voce al pensiero che più mi ferisce nell'orgoglio.

L'idea di essere stato preso in giro mi ferisci più del fatto in sé e non riesco proprio a perdonarla per questo.

La sua bocca si spalanca incredula, si guarda ancora intorno per controllare se siamo soli per poi indietreggiare, di certo non si aspettava che io sapessi tutto, così mi faccio avanti e continuo a parlare.

“Credi che scoprire che ami uno dei miei amici sia una passeggiata? Ho buttato al vento una storia per te, perchè pensavo che mi volessi bene, perchè pensavo che sarebbe stato naturale tra noi e non mi hai mai detto niente nonostante tu sapessi le mie paure!” dico puntandole un dito contro, sembro un pazzo, me ne rendo conto ma ho bisogno di dirle tutto quello che penso.

“Anche io ho le mie paure Niall, non sei l'unico!” dice sulla difensiva alzando il tono di voce.

“Di cosa hai paura precisamente eh? Di restare sola? Il tuo problema è questo non sei in grado di stare da sola, hai sempre bisogno di avere qualcuno che ti dia conferme ma se non ti ami tu, se non ti accetti tu non ti amerà mai nessuno! Mi fidavo di te, ci conosciamo da quando andavamo all'asilo e mi hai pugnalato alle spalle!” dico crollando quasi in un pianto, ne avrei bisogno ma concentro tutte le mie forze per evitare a queste stupide lacrime di uscire, perchè quando piangi per qualcuno gli dai un importanza che non merita.

“Cosa ne sai tu della solitudine? Tu sei sempre al centro dell'attenzione, ora più che mai quindi per favore Niall, non venirmi a fare lezioni di vita!” sputa malvagiamente.

Porto le mani sui miei fianchi e sposto lo sguardo verso l'alto.

La solitudine è il peggior nemico di ognuno di noi, ne abbiamo paura e spesso è proprio quest'ultima a farci prendere decisioni affrettate e a farci commettere errori imperdonabili ma è anche parte della vita, perchè viviamo ventiquattro ore su ventiquattro con noi stessi e non possiamo permetterci di non volerci bene.

“Io sono una persona che vive in un mondo a parte, me lo sono costruito da solo e rido perchè questi giorni non me li riporta nessuno indietro ma sai benissimo che anche io ho avuto momenti di solitudine, sai qual'è la differenza tra me e te? Che io con me stesso riesco a vivere, tu con te stessa no e cerchi appiglio in qualsiasi cosa senza accorgerti che le persone intorno a te ci sono!” dico avvicinandomi.

“Ero sola Niall” ripete.

“Io c'ero!” dico puntando il dito verso di me, alzando la voce provando a mandare giù un magone troppo grande per essere digerito.

“Te ne sei andato, tu hai tutto quello che volevi dalla vita!” dice cercando di buttare ancora la colpa verso di me.

E' incredibile come alcune persone per non riflettere, per non aprire gli occhi, cerchino di incolpare il mondo dei propri errori.

Riprendo i miei guanti e dopo averli puliti leggermente li rinfilo, inizio ad avere freddo e so che ora come ora chiarire con lei non è possibile.

“Non ti ho lasciata indietro, sei tu che hai tradito la mia amicizia per un capriccio!”

“Quindi è tutto finito?” dice mordendosi un labbro e abbassando la guardia.

“A me sembra che le cose siano finite tempo fa” dico con un tono più duro di quanto mi aspettassi.

“Ho sbagliato forse hai ragione ma avevo paura, quella ragazza è arrivata all'improvviso e ti ho sentito lontano, non volevo finisse tra noi!” dice provando a giustificarsi.

Scuoto la testa “Bel lavoro, se volevi tenerti stretta la mia amicizia hai sbagliato tutto!” dico.

“Cosa ci trovi in lei? Ho chiesto in giro e a parte quel suo amico gay non ha molti amici, neanche una bella vita!”

Non so se è per quello che ha detto o per il fatto che abbia fatto ricerche su Serena ma la lascio lì, senza una risposta. Ignorando le sue proteste mi avvio verso l'auto, lasciandomi alle spalle una parte della mia vita che pensavo indistruttibile.

 

 

 

 

Pov di Serena

 

Niall è andato via da mezz'ora e io sono ancora ferma tra le sue lenzuola continuando a mordicchiarmi le unghie in attesa.

Giro il viso verso la finestra e fisso il cielo d'Irlanda, la mia vita negli ultimi mesi è cambiata radicalmente, in realtà è cambiata quando ho deciso di ascoltare per la prima volta i One Direction.

Ma dico, cosa avevo per la mente?

Sorrido.

E' forse una delle cose migliori che io abbia mai fatto.

Da un giorno all'altro hanno riempito la mia vita, dal nulla sono passata dall'avere giornate vuote all'avere giornate piene di voci, video e ammettiamolo anche ansia.

Mi hanno fatto compagnia e continuano a farlo ogni giorno della mia vita, hanno iniziato ad essere con me in ogni lezione all'università, in ogni passeggiata in centro, in ogni faccenda domestica, se prima mi sentivo sola ora non lo sono più e intendiamoci, c'è un enorme differenza tra essere soli e sentirsi soli, soprattutto quando ti senti solo in una piazza piena di gente che vive la sua vita calpestandoti.
Mi riprendo dai miei pensieri sospirando e osservo l'ora, nessuno della famiglia è ancora rientrato, ma potrebbero arrivare da un momento all'altro così mi alzo e scendo in salotto, perdo un po' di tempo per capire come accendere la televisione ma con scarso risultato mi butto sul divano.

Prendo il telefono dalla tasca e dopo aver fatto un piccolo giro su twitter e aver mandato qualche messaggio di auguri ai miei familiari in Italia decido di chiamare Liam.

“Pensavo ti fossi dimenticato del tuo amico più bello!” dice rispondendo al telefono e provocando la mia risata.

“Buon Natale Liam!” dico sorridendo e come sempre l'ansia svanisce parlando con lui.

Liam è la mia evasione dalla realtà.

Lo è sempre stato e forse lo sarà sempre, è una boccata d'aria fresca e una dose eccessiva di dolcezza quando serve. Non che Niall non lo sia, ma sono due persone diverse che giocano due ruoli completamente differenti nella mia vita e sono felice ti poter dire che ne fanno parte.

“Buon Natale a te, il tuo ragazzo dov'è, gli ho mandato un messaggio ma non ha risposto, ti rendi conto?” dice fingendosi incredulo.

Parliamo un po' del più e del meno, mi racconta del suo pranzo di Natale, a sua detta “da finire in ospedale”, per poi raccontarci dei regali ricevuti e di quelli fatti, mi dice di Sophia e io lo ascolto parlare per poi aggiornarlo su quello che è successo in questi giorni e lui fa domande su domande come un bambino curioso.

“Sei un pettegolo Liam!” lo prendo in giro.

“Devo raccontarlo a Zayn, non posso tralasciare i dettagli!” dice e io scuoto la testa.

Sono così naturali e spontanei che non sembra nemmeno che facciano parte della più grande boyband del mondo e sono fiera di loro anche per questo.

“Dici che si sistemerà tutto?” chiedo dando vita alle mie preoccupazioni.

In un'altra circostanza avrei parlato con Will di questo, non perchè non mi fidi di Liam ma parlare con lui di uno dei suoi migliori amici è strano, ma mi rendo conto di aver chiuso un po' fuori dalla mia vita il mio amico da quando conosco i ragazzi.

“Fidati di Niall!” dice solamente e io annuisco, anche se lui non può vedermi.

Sento la porta di casa aprirsi e alcune risate, mi alzo dal divano un po' agitata, speravo che Niall tornasse prima degli altri.

“Ehm, grazie e... ci sentiamo ok?” dico a Liam mentre Bobby e Greg entrano nel salotto seguiti da tutti gli altri.

“D'accordo, fai la brava, saluta tutti!” dice dolcemente.

“Sarà fatto, fai gli auguri anche alla tua famiglia!” dico prima di chiudere la chiamata.

Prendo un bel respiro prima di voltarmi verso tutti gli altri presenti un po' in imbarazzo, i bambini hanno tutti i vestiti bagnati e mi viene da ridere mentre vedo la zia di Niall imprecare contro sua figlia per provare a cambiarla.

“Niall?” chiede Greg guardandomi.

Faccio per rispondere ma la chioma bionda di Niall spunta dalla porta provocandomi un sorriso pieno d'amore. Incrocio i suoi occhi e sorride anche a me sventolando un pacchetto davanti al suo viso.

“Sono uscito a prendere una cosa” dice spiegando alla sua famiglia.

Gli altri sorridono per poi tornare alle loro cose mentre lui si dirige verso di me, sa che sono una persona curiosa così poggia il pacchetto sul tavolino basso, davanti al divano, e si avvicina per circondarmi in un caldo abbraccio.

“Ti amo” dice e io rischio un collasso immediato.

Sento gli occhi inumidirsi e rafforzo la presa sul suo corpo, è caldo e rassicurante e io non mi sono sentita mai così bene come tra le sue braccia.

“Vieni” dice prendendomi per mano e portandomi ancora una volta lontano da occhi indiscreti, non prima di aver preso il pacchetto sul tavolino però.

Lo seguo in silenzio mentre con una spalla apre la porta-finestra che da sul retro della casa, usciamo dal recinto di casa e ci avviciniamo ad un piccolo parchetto, è deserto, tutte le famiglie saranno a festeggiare. Niall prosegue spedito verso un albero, lo vedo sorridere e poi seguo il suo sguardo verso l'alto, una casetta in legno e incastrata tra i rami di un enorme quercia, spalanco la bocca per la sorpresa e lui mi fa cenno di seguirlo.

Metto il piede titubante sulla scala, anch'essa di legno e Niall mi tira una pacca giocosa sul sedere.

“Ehi!” protesto.

“Sbrigati!” sorride e io mi faccio forza fino ad arrivare all'interno della casetta.

Non è molto grande ma è accogliente e bella, di un colore chiaro in contrasto con l'esterno, ci sono dei cuscini rossi sul lato destro e alcune coperte.

“Ci venivo sempre da piccolo, adesso l'hanno ristrutturata per così dire, ma è sempre un pezzo della mia infanzia” dice sorridendo e vedo nei suoi occhi la gioia di poter condividere con me questo suo ricordo.

Lo abbraccio e poggio le labbra sulla sua guancia facendolo arrossire. Mi fa cenno di sedermi e io mi accomodo accanto ai cuscini. Lo vedo camminare avanti e indietro in questo spazio ristretto, sembra agitato.

“Ehi, che succede?” dico quasi spaventata.

Prende un bel respiro e si ferma davanti a me, mordicchia nervoso il suo labbro inferiore per poi guardarmi negli occhi.

“Un po' di tempo fa avevamo litigato e quando sono tornato a casa ti ho trovato a pulire il mio pavimento perchè da cretino ti avevo ferito...” ricordo benissimo quella sera, così annuisco e lo lascio proseguire “...quando mi hai affrontato mi hai detto di voler essere la mia realtà e ti chiedo scusa per non averti dato ascolto, non voglio trovare scuse sul perchè sono scappato, ho sbagliato e sono abbastanza maturo da rendermene conto, sei entrata nella mia vita per caso e vorrei ringraziarti per essere rimasta nonostante tutto, perchè fidati averti con me è meraviglioso, sei piena di vita e piena di una tua luce! Non eravamo niente, due sconosciuti, e ci siamo avvicinati come se ci conoscessimo da sempre e forse ti sembrerò stupido e idiota ma i momenti che ho passato con te sono i migliori della mia vita, quindi...” prende un respiro e io mi asciugo una lacrima mordendomi un labbro fino a sentire il sapore del sangue in bocca.

Lo vedo aprire il pacchetto e tirarne fuori una scatola argentata, la apre con mani tremanti rivelando un ciondolo a forma di arpa, uno dei simboli d'Irlanda, in oro bianco con alcuni diamantini che brillano nonostante la poca luce.

Mi guarda dopo aver poggiato a terra la busta e la scatola, mi tende una mano per farmi alzare e noto che anche i suoi occhi sono lucidi.

“... ti va di avere un posto speciale nella mia vita?” chiede guardandomi speranzoso e io annuisco dando libero sfogo alle lacrime, represse da troppo tempo.

Mi fa cenno di alzare i capelli e voltarmi per potermi allacciare la collana. Mi sfiora delicatamente il collo e io porto la mano istintivamente all'arpa, la stringo come se fosse la mia unica ancora e mi volto tra le sue braccia per poterlo baciare.

“Non ti sto chiedendo di passare la tua vita con me, non ancora almeno, ma ecco... se vuoi rimanere con me il più a lungo possibile te ne sarei grato” dice grattandosi la nuca.

Ed io con il viso rigato dalle lacrime scoppio a ridere, per poi cercare la sua mano e stringerla nella mia.

Mi accarezza una guancia e poi sorride anche lui baciandomi ancora.

Potrei dipendere da quelle piccole labbra rosse, spesso nella vita ci chiediamo se stiamo facendo le scelte giuste, se stiamo andando nella direzione giusta e io per la prima volta forse mi rendo contro di aver trovato il mio posto nel mondo.

Lui.



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Forse è più corto degli altri capitoli ma credo sia anche uno dei migliori di questa storia, confesso di aver pianto alla fine e non vedo l'ora di sapere le vostre reazioni.
Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro, vi lascio semplicemente i miei contatti come sempre e... scrivetemi! :)
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Un abbraccio,
Serena.

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Capitolo 21
*** Capitolo ventuno ***


.The Maid.

Capitolo 21

 

 




"Gli amici sono la famiglia che scegliamo per noi"
-

 

 

 

 

Il piccolo ciondolo sul mio collo brilla tra le mie mani mentre affacciata alla finestra mi godo il panorama di una città ancora assonnata e avvolta appena dai primi raggi di sole, insoliti in questo periodo dell'anno.

Ripenso a quanto successo in questi giorni, al viaggio natalizio in Irlanda e al ritorno in Inghilterra il giorno dopo. Un viaggio tanto breve quanto intenso, mi porto dietro un bagaglio di emozioni enorme e questa piccola arpa appesa al mio collo ne è la prova.

“Ehi, già sveglia?”

La voce di Niall mi fa spaventare, mi volto e sorrido vedendolo stropicciarsi l'occhio destro per il sonno. Sbatte le palpebre più volte e poi mi sorride dolcemente, battendo poi la mano sul lato vuoto del letto.

“Te l'ho già detto che sei sexy con le mie maglie addosso?” dice tranquillo mentre io arrossisco e timidamente abbasso l'orlo della felpa per coprire un po' più di carne.

Mi avvicino a lui e il ricordo della notte passata mi colpisce facendomi diventare color porpora.

 

 

Sei stanca?” chiede dolcemente mentre chiudo la porta di casa sua.

Lo guardo un po' prima di annuire, il viaggio in aereo mi ha ammazzata e in più il traffico londinese in questo periodo non ha favorito alla mia sanità mentale.

Ci abbiamo impiegato qualcosa come tre ore per tornare a casa, sempre la sua eh, nella mia non ci ho ancora messo piede.

Ti faccio un massaggio, vieni qui!” dice tranquillo dopo aver appeso la giacca e abbandonato la valigia nel salotto.

Si, un bel massaggio ci vorrebbe proprio!” dico chiudendo gli occhi e sedendomi sul bracciolo del divano per favorirgli il lavoro.

Le mani calde e affusolate, forse un po' ruvide e callose per colpa della chitarra, massaggiano delicatamente le mie spalle, mi abbandono con la testa leggermente all'indietro e quello che sembra un semplice ed innocente gesto si trasforma piano piano in passione, qualcosa di intenso e forse inspiegabile.

La bocca rosea e morbida di Niall sfiora il mio collo, mi ritraggo mentre un brivido mi percorre e la pelle d'oca spunta sulle mie braccia.

Sorride Niall, sorride mentre mi passa le mani lungo le braccia per scaldarmi.

Fa qualche passo fino a posizionarsi sul divano, di fronte a me e poi mi tira giù fino a farmi stendere sotto di lui.

Niall...” provo a dire ma mi zittisce con uno dei suoi baci mozzafiato e io non posso far altro che assecondarlo, perchè come si fa a dire di no a lui?

Dimmi che per questo non sei stanca, dimmi che mi vuoi almeno la metà di quanto ti voglio io...” sussurra quasi supplicandomi.

Non rispondo, infilo solo la mano sinistra sotto la sua felpa dell'Adidas e con l'altra traccio il contorno della scritta All Blacks, alzo lo sguardo e gli sorrido maliziosa prima di aiutarlo a sfilarsi la maglia, compresa di canotta bianca sotto.

Lo bacio all'inizio timidamente, dopo sempre più coraggiosa, con la voglia di avere di più.

Le sue mani mi solleticano i fianchi mentre tenta una scalata verso il mio seno, in pochi minuti nudo e coccolato dai suoi baci.

Niall” gemo forse un po' troppo rumorosamente.

Ride continuando poi a baciarmi, a succhiare porzioni di pelle e a passare la lingua in ogni centimetro del mio corpo.

Ci coccoliamo a vicenda con una passione travolgente ma sempre delicata e piena d'amore.

Perchè è questo che sento mentre mi spoglia, amore.

Si ferma qualche secondo a guardarmi, i suoi occhi sono liquidi per l'eccitazione e l'idea che sia in questo stato per me, mi manda fuori di testa.

Mi sporgo in avanti per baciarlo e attirarlo ancora a me, sento freddo senza il suo corpo addosso, voglio sentire le sue mani.

Mi accontenta, iniziando una discesa di baci lungo il mio corpo.

Sei una meraviglia” sussurra lasciandomi baci sull'addome, giocando accanto all'ombelico facendomi fremere.

Gli accarezzo i capelli, forse li tiro anche un po' mentre mi accarezza le cosce, facendomi impazzire.

Gli chiedo di più.

Voglio di più e non mi lascia insoddisfatta, mi regala piacere in tutti i modi che conosce, mi muovo sotto di lui, mi modella a suo piacimento, mentre tremo scossa da mille piaceri.

Amo quando tremi sotto le mie mani” dice con voce roca e sentirlo parlare mi eccita ancora di più.

Voglio ricambiare il piacere, perchè amare qualcuno è anche questo, volerlo vedere star bene, volerlo accarezzare per vederlo prima tremante, poi rilassato.

Ed è questo che faccio, gli dono piacere e mi perdo a guardare i suoi occhi schiusi, la sua lingua che nervosa bagna le sue labbra, troppo secche.

Ti amo” sussurra abbandonandosi indietro e lasciandosi sfuggire un verso roco.

Ti amo anche io!” dico sorridendo soddisfatta.

Quando sei diventata così brava?” dice facendomi arrossire e io gli lancio un cuscino addosso.

Sorride stringendomi prima di sporgersi verso i suoi jeans e afferrare il portafogli, so già cosa sta per succedere, così mi mordo il labbro inferiore ansiosa di averlo per me.

E la voglia che sento non è per puro piacere carnale, no, affatto. Voglio sentire lui, avere lui.

Voglio unire il mio corpo al suo ancora una volta, perchè averlo con me, in me, è così intimo da farmi accelerare il battito cardiaco al solo pensiero.

 

 

Il ricordo viene interrotto dalle sue dita che timide accarezzano il mio profilo, mentre si spinge con il corpo sempre più vicino, fino a far aderire il suo petto alla mia schiena.

“Stavi pensando a ieri sera?” dice con voce sensuale facendomi rabbrividire e tornare in uno stato di eccitazione e ansia.

“Ti faccio un brutto effetto!” dice ridendo.

“Bè non che io non faccia effetto a te!” dico spingendo leggermente il bacino a contatto con il suo, geme e io rido quando sotto voce mi manda amorevolmente a quel paese.

Mi volto dall'altro lato in modo da averlo di fronte a me, in tutta la sua bellezza, con i capelli un po' sconvolti, gli occhi azzurri vispi e liquidi e la sue labbra, rosse e invitanti.

Annullo la distanza tra di noi in meno di un secondo, trovandomi ancora una volta tra le sue braccia forti, in un abbraccio deciso, un abbraccio voglioso.

“Non ti è bastato ieri sera?” scherzo mentre lui nega con la testa e mi fa salire sul suo corpo.

Ci mettiamo pochi minuti a restare senza vestiti, pochi secondi ad unirci in una sola cosa.

E passiamo la mattinata così, nel suo letto ad una piazza e mezza, a rotolarci tra queste lenzuola candide che profumano di noi due e del nostro amore.

 

 

 

 

Pov di Niall

 

La guardo dormire nel mio letto dopo aver fatto l'amore con lei, sembra felice, forse sta sognando qualcosa di bello, mi piace pensare che stia sognando di noi.

Sorrido anche io mentre infilo una maglia pulita e mi do un po' dello sciocco.

E' vero, l'amore è complicato, difficile a volte, ma sa regalarti anche delle emozioni uniche e inimitabili.

L'amore ti fa sentire bene, ti fa vivere dei momenti di felicità, ma la felicità vera, quella che Will Smith ne “La ricerca della felicità” rincorre fino alla fine.

Una felicità racchiusa in un sorriso, in un paio di occhi, ma anche nella mente.

Perchè diamine, ti puoi innamorare di tutto di una persona, ma quando ti innamori della sua mente, del suo pensiero, sei finito. Entri in un mondo che ti appare completamente diverso e io sono stato fortunato ad innamorarmi della mente di una persona bella quanto lei.

Mi permetto di rimanere a guardarla ancora per qualche minuto poi esco dalla stanza, lasciandola immersa nei suoi sogni.

Chiudo delicatamente la porta alle mie spalle e faccio giusto in tempo ad arrivare in salotto che il campanello suona.

Le valigie sono ancora all'entrata mentre il divano è totalmente distrutto, cerco di dare una sistemata veloce, mentre il suono snervante del campanello torna a disturbarmi, spero solo che Serena non si svegli.

Mi guardo intorno, la casa è un vero disastro ma vado comunque ad aprire, ritrovandomi quattro sorrisi divertiti davanti.

Liam è il primo a farsi avanti avvolgendomi in un abbraccio e “Com'è andato il Natale Nì?” dice mentre Zayn, Louis ed Harry si fanno spazio in casa e a turno mi abbracciano.

“Mi sei mancato biondo” dice Harry stringendomi forte, ricambio l'abbraccio, mi è mancato anche lui.

“Ehi, hai dato una festa ieri?” dice Louis guardando il disastro.

Sorrido nervoso, per fortuna ho messo un po' in ordine!

Mi gratto la nuca imbarazzato mentre Zayn mi circonda le spalle con un braccio “Avanti che succede?” dice anche lui mentre io arrossisco.

In realtà tutti e quattro sanno di Serena, Liam più degli altri visto che ha parlato direttamente con lei, ma vogliono sentirlo comunque dalle mie labbra.

Infami. Sanno che io mi imbarazzo a parlare di queste cose.

Li faccio accomodare sul divano e loro restano in silenzio in attesa di una mia risposta, con quattro sorrisi maliziosi addosso, faccio per parlare ma i miei occhi si allargano leggermente quando Serena appare sulla soglia del salotto tutta assonnata, i capelli sconvolti, e una mia canottiera nera a coprirle malamente il seno.

“Ops” dice Louis scoppiando a ridere facendola spaventare.

Vedo i suoi occhi allargarsi, ci mette qualche secondo per rendersi conto di essere quasi nuda davanti a tutti noi e io impiego un nano secondo per esserle davanti e coprirla dagli sguardi indiscreti dei miei compagni di band.

Sento un fischio d'approvazione e evito di girarmi e fulminare chiunque sia stato di loro.

Si stringe contro di me, mi sembra ancora più piccola di quanto non lo sia veramente.

“Non sapevo fossero qui, non ho sentito niente!” si giustifica mortificata mentre torniamo in camera.

“Stai tranquilla, sono arrivati all'improvviso!” la tranquillizzo stringendola dolcemente e baciandole una tempia.

Annuisce prima di staccarsi e alzarsi sulle punte per lasciarmi un bacio sulle labbra.

“Dovresti prendere la mia valigia e portarla qui, così mi vesto!” dice e io annuisco uscendo e facendo come mi ha detto.

 

Trovo Harry con uno sguardo inquisitore su Liam mentre lui ride divertito sul divano.

“Perchè lui sa tutto e noi no?” dice Zayn leggermente offeso.

“Perchè lui parla con la mia ragazza, sottolineo mia” dico rivolgendomi a Liam e calcando l'ultima parola.

“Io non ho fatto niente” dice alzando le braccia in segno di resa.

“Meglio!” dico trascinando la valigia lungo il corridoio, prima di tornare indietro e fulminarli tutti e quattro.

“Se becco chi ha fischiato lo uccido con le mie mani” dico con tanta gelosia nella voce da farmi quasi paura da solo.

“Oh, piccolo Nì, quanto sei carino!” dice Zayn scompigliandomi i capelli.

Mi scosto infastidito dal suo tono di voce canzonatorio e poi mi lascio sfuggire un sorriso, non potrei tenergli il muso per più di una manciata di secondi.

Li lascio lì a ridere e parlottare e porto la valigia in camera. Trovo Serena seduta sul divano ad aspettarmi, afferra velocemente la valigia e la mette a terra.

“Senti, non abbiamo niente in casa, ti va se ordino del cinese per tutti?” dico mentre lei apre la valigia e inizia a cercare qualcosa da mettere.

“Va bene, in realtà non ho mai mangiato cinese, ma mi fido di te!” dice sorridendo.

Lo guardo sconvolta, come fa a non aver mai mangiato cinese?

Scuoto la testa e “Ci penso io!” dico sorridendo e in fondo un po' compiaciuto di fargli fare nuove esperienze, anche se insignificanti come questa.

 

 

Pov di Sere

 

Non posso uscire da questa stanza.

Non posso farmi vedere da loro.

Continuo a camminare avanti e indietro nella stanza di Niall, mangiandomi le unghie e facendomi mille problemi in testa.

Cosa gli dico quando li vedo? “Ehi scusate se mi avete visto mezza nuda?”

Direi di no.

Io non esco, ora scappo dalla finestra.

Mi volto verso quest'ultima, non posso fare questo a Niall, scappare come una ladra, cosa penserà di me dopo?

Sento bussare leggermente e sobbalzo spaventata quando la testa di Liam sbuca dalla porta.

“Ehi, è pronto, Niall sta pagando, va tutto bene?” dice appoggiandosi allo stipite.

“Arrivo subito, due minuti!” dico senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.

Lo sento sospirare e poi la porta si chiude lasciandomi ancora una volta da sola con le mie paure.

Prendo qualche respiro profondo e il mio stomaco inizia a brontolare, ho veramente fame.

“Ce la posso fare” dico poggiando la mano sulla maniglia della porta, conto fino a dieci prima di abbassarla e uscire, percorro un pezzo del corridoio, sento i ragazzi scherzare, così mi rigiro e corro di nuovo in camera.

“Sono una fifona” dico ad alta voce, prima di ripetere l'operazione, prendere altri respiri e uscire.

Il sorriso timido di Zayn fa capolino dalla porta del bagno e io rimango immobile sul posto.

“Ehy!” dice tranquillo mentre io arrossisco.

Questa volta non posso tornare indietro, quel che è fatto è fatto, sono costretta a seguirlo.

“C-ciao” balbetto mentre ci dirigiamo in cucina.

Non parla, torna a sedersi lasciando tutta l'attenzione su di me quando varco la soglia, sorrido nervosa e mi siedo accanto a Niall.

Non li guardo ma sono sicura che si stanno scambiando degli sguardi tra di loro.

Sento la mano di Niall sfiorarmi la gamba e anche se sono fasciate dai jeans non riesco a rimanere indifferente al suo tocco.

Non so cos'è successo in questi due giorni, ma l'attrazione tra di noi è ad un livello troppo alto e non so se lui lo fa apposta o cosa, però io non credo di riuscire a sopportarlo in questo istante.

Così sorrido e gli sposto la mano, facendolo ridacchiare.

“Scusate per prima” dico in imbarazzo.

“Prima? Perchè cos'è successo prima?” dice Harry tranquillo, alzo la testa per cercare di capire se mi sta prendendo in giro, ma mi sorride semplicemente facendomi calmare.

La grandezza di questi ragazzi è racchiusa proprio in questo.

Sono umili e semplici ragazzi con un cuore immenso, in qualsiasi circostanza.

Non parliamo più dell'accaduto e il silenzio imbarazzante lascia il posto alle risate e ai racconti dei giorni passati separati.

Li ascolto rapita dal loro modo di parlare, rispondo ogni tanto ma per la maggior parte del tempo mi fingo una spettatrice estranea davanti alla bellezza di una vera famiglia.



_________________________________________________________________
Buon pomeriggio 

Vi ho fatto un pò penare per l'arrivo di questo capitolo ma purtroppo ho vari impegni
e non posso fermarmi molto a scrivere!
Ma vi penso sempre, sapete che vi adoro tutti/e ♥
Il capitolo è un pò caldo ma ci sta dai, chi resiste a Horan scusate? ♥
Spero vi sia piaciuto e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate!
Ultimamente le recensioni sono diminuite rispetto al solito, non vi piace come sta andando la storia?
Dato che non ho veramente molto tempo non so se riuscirò a rispondere alle recensioni,
quindi SCUSATE, vi ringrazio di cuore per il supporto di sempre!
Un abbraccio,
Serena.

 

 

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Capitolo 22
*** Capitolo ventidue ***


 
.The Maid.

Capitolo 22

 

 


 

 

Il rapporto tra un idolo e un fan è come quello tra la mano e l'occhio:
se la mano si fa male l'occhio piange, se l'occhio piange la mano asciuga.



 



 

Lunedì 30 Dicembre 2013, mattino.

 

 

Giro per casa preparando lo zaino per questa sera, infilo una coperta e qualcosa da mangiare e bere, Jess è scomparsa da casa, non la vedo da un paio di giorni e sembra che nemmeno Louis abbia sue notizie dal giorno di Santo Stefano quando lui ha fatto ritorno dalla sua famiglia.

Mi vesto comodamente, infilo una maglia dei ragazzi e ne metto due di ricambio nello zaino sempre con delle frasi delle loro canzoni.

Vado in bagno e poi prendo le chiavi di casa e mi dirigo nel garage dove da ieri ha fatto ritorno la mia amata macchina, poggio tutto nel sedile accanto al mio e mi dirigo verso casa di Niall.

Le cose tra noi vanno più che bene da tutti i punti di vista e sono veramente felice in questo momento.

Quando arrivo davanti casa, parcheggio due case più giù rispetto alla sua, visto che effettivamente al pubblico non ci siamo ancora presentati ufficialmente.

Scendo percorrendo la strada sul retro e come da rito salgo le scale fino alla finestra ed entro.

“Amore?” mi annuncio chiamandolo.

“Piccola siamo qui!” lo sento dire dal salotto, lo raggiungo trovandoci anche gli altri quattro.

Mi sorridono gentili prima di sorridere per la mia maglia, è quella con la copertina di Midnight Memories, acquistata all'uscita dell'album dal sito ufficiale.

Sorrido anche io e do un bacio leggero sulle labbra di Niall.

“Come mai la nostra maglia?” chiede Harry.

“Che domande sono? Sto andando ad Hyde Park!” dico guardandoli male.

Loro mi guardano stupiti e poi Niall, dopo essersi sistemato meglio sulla poltrona mi fa sedere sulle sue ginocchia.

“Nanerottola stai insieme a me, puoi stare dietro con noi!” dice tranquillo ma io scuoto la testa.

“Andrò ora Niall, voglio godermi il vostro concerto con tutte le altre persone che vi seguono, sono una vostra fan e ci ho pensato a lungo, se un giorno diremo ufficialmente di stare insieme non potrò godermi un vero concerto, quindi lo farò domani!” affermo risoluta.

Lui sorride e annuisce “Va bene fai pure se è quello che vuoi, in fondo hai ragione, non potrai stare più in mezzo agli altri dopo” dice un po' triste.

Gli sorrido e lo abbraccio teneramente, forse questa cosa gli pesa più di quanto dice, in fondo non possono più uscire liberamente senza essere assaliti.

“Ok, va bene che vuoi andare ma non è presto per presentarsi lì? Il concerto è domani sera!” dice Louis guardandomi.

“Lou, piccolo e ingenuo Lou. Stai scherzando? E' anche tardi, un vostro concerto gratis, sai quanta gente ci sarà? Io devo guadagnare le prime file a costo di fare a botte!” dico facendoli ridere.

“E' una piccola ribelle!” mi prende in giro Liam.

Gli faccio l'occhiolino e alzo il pollice destro. Non vedo l'ora di sentirli dal vivo per la prima volta.

“Andrai da sola?” chiede Niall preoccupato.

“No, ci sarà anche Will, tu non ti preoccupare!” dico stringendo la sua guancia destra e facendolo sbuffare.

“Ma dormirai lì? Non è pericoloso?” chiede ancora.

“Niall, stai tranquillo, so badare a me stessa!” dico rassicurandolo ma mi lascio comunque sfuggire un sorriso, sono contenta che si sia preoccupato per me.

Resto ancora un po' con loro in casa, non mi vogliono anticipare niente di domani sera visto che voglio godermi un concerto da vera fan e io sbuffo.

“Non vale!” protesto con Louis.

“Invece si!” mi risponde da bambino capriccioso.

“Me la legherò al dito questa!” sbuffo alzandomi dalle gambe di Niall, ormai indolenzite, si è fatto tardi, è ora di andare.

Saluto tutti tranne Louis, fingendomi offesa e lui mi fa una linguaccia.

Niall mi accompagna verso la sua stanza e passando lascio le chiavi di casa mia sul mobiletto, ho paura di perderle in mezzo alla folla.

“Mi prometti che starai attenta?” mi dice stringendo il mio viso tra le sue mani calde e rassicuranti.

“Promesso” dico poggiando le mie labbra sulle sue.

Mi attira verso di lui e lentamente schiude le mie labbra per far posto alla sua lingua, mi lascio travolgere dal suo modo di fare, come sempre nell'ultima settimana e lui ne approfitta per spingermi sul letto, ci metto qualche minuto per tornare alla realtà e con gran dispiacere lo allontano.

“Niall, devo andare!” dico mettendomi seduta.

Lui sbuffa e si siede accanto a me “Ho già detto che questi One Direction mi sono antipatici?” dice facendomi scoppiare a ridere.

Si alza e traffica accanto al suo comodino per poi tirarne fuori un cavo.

“Tieni questo almeno, è un carica batterie portatile, almeno ti sentirò!” dice diventando un po' rosso.

Gli sorrido e lo raggiungo per abbracciarlo, è sempre così dolce con me.

“Grazie!” dico sorridendo teneramente.

“E' abbastanza potente, non dovresti aver problemi a caricare interamente la batteria per due volte!” mi spiega cosa fare e io lo ascolto rapita.

Poi lo bacio prima di sparire lungo la strada.

 

 

 

Martedì 31 Dicembre 2014.

Ore 12:00 a.m.

 

 

Hyde Park è uno spettacolo.

E' questa la prima cosa che ho pensato quando sono arrivata qui ieri pomeriggio.

Era già abbastanza pieno di ragazze accampate qua e là, ma spingendo insieme a Will siamo riusciti ad accaparrare una terza fila accanto alla parte centrale del palco, prolungato per metri all'interno di questa distesa verde.

Sorrido ripensando a Will e alla sua faccia da pesce lesso che si guardava intorno incredulo e ripeteva ogni due minuti: “Non riesco a credere che mi hai portato qui”.

Rido mentre lui mi lancia un'occhiataccia, ora è seduto a terra e chiacchiera con qualche ragazza attorno a noi, questa notte è stata veramente tremenda, il freddo pungente e la calca non ci ha permesso di riposare nemmeno un'oretta.

“Uscirò esaurito da questa giornata” lo sento dire mentre le ragazze attorno a lui ridono, chissà come la prenderanno a sapere che non sono proprio di suo gusto.

“Dai che sei contento di stare qui” gli dico e lui mi sorride.

Il suo ragazzo è partito per il Capodanno a Dubai con la sua famiglia e, anche se lui non lo ammetterà mai, ci è rimasto malissimo, così ho deciso di portarlo con me, sono sicura che si divertirà, perchè i ragazzi sono fantastici e nessuno può resistere al loro senso dell'umorismo e alle loro voci!

“Ah, il mio naso è gelato!” dice poggiando la testa sulla mia spalla.

Lo guardo e annuisco, anche il mio non è da meno. Mi sento tanto uno dei dalmata della carica dei 101 quando escono sulla neve. Come se mi avesse letto nel pensiero Will mi guarda e cita le parole del film “Ho il naso gelato,le orecchie gelate,la coda gelata,sono tutto gelato!”.

Sorrido e lo stringo un po' a me, la gente continua ad arrivare ed io non vedo l'ora di iniziare a cantare e saltare per riscaldarmi.

“Senti ma, posso chiederti una cosa?” dice il mio amico ed io annuisco.

Si avvicina al mio orecchio e a bassa voce sussurra “Cosa ti ha detto lui che sei qui? Lo sa?”.

Sorrido e annuisco “Ti racconterò tutto domani, ora non posso!” dico e lui annuisce comprensivo.

“Ehi, il tuo telefono vibra!” mi fa sapere e io lo sfilo dalla tasca dei jeans, le notifiche segnalano l'arrivo di un messaggio.

 

 

Da: Niall

A: Serena

Mi manchi xx

 

 

Sorrido e faccio leggere il messaggio a Will, che butta gli occhi al cielo e scimmiotta la sua voce, gli tiro una pacca giocosa sullo stomaco e digito velocemente la risposta.

 

 

Da: Serena

A: Niall

Anche tu, non vedo l'ora di vederti sul palco. Qui è pieno di gente! XX

 

 

Invio e tengo il telefono in mano, aspettando ancora una sua risposta, da ieri sera mi ha scritto tantissimo, in questa ore hanno avuto una riunione per il concerto di questa sera quindi non ci siamo sentiti ma sembra che abbiano finito.

Sono curiosissima di sapere come sarà il concerto, ci sono addetti al lavoro che continuano a sistemare il palco, è immenso, io mi ci perderei li sopra. E non sto scherzando.

Il telefono vibra ancora e apro allegra il messaggio.

 

 

Da: Niall

A: Serena

Noi siamo prontissimi, non vediamo l'ora di essere lì! Hai trovato un buon posto?

 

Will sbircia dalla mia spalla e io rido, è un impiccione.

“Non dirgli dove sei, deve trovarti lui!” dice sorridendo.

“Hai idea di quanta gente c'è? Almeno un indizio!” dico giustificandomi.

Lui sbuffa e me lo concede, ma anche se non l'avesse fatto l'avrei scritto comunque a Niall, e lui lo sa.

 

 

Da: Serena

A: Niall

Direi di si, sono in terza fila amore!

 

 

Invio questo semplicemente e me lo immagino già a dare di matto perchè non sa dove cercarmi.

La risposta arriva quasi immediatamente, apro curiosa e mi lascio sfuggire un “Aww” di tenerezza.

“Cosa ti ha scritto? Fa vedere!” dice Will prendendomi il telefono dalle mani.

 

 

Da: Niall

A: Serena

Ti troverò anche in mezzo a tutta quella gente!

 

 

 

Sul sorriso di Will nasce un sorriso spontaneo e poi mi guarda “Dio, questo ragazzo è troppo dolce, sei sicura che sia etero?” dice facendomi ridere e anche qualche ragazza accanto a noi ride della sua battuta.

Le guardo un po' spaventata, ripenso a quello che abbiamo detto e non mi sembra di aver nominato mai Niall, così mi rilasso un po'.

“Hai un ragazzo?” chiede una di loro, deve avere una quindicina di anni, sembra felice insieme a quella che dev'essere la sua miglior amica da quello che ho potuto capire.

“Si” dico sorridendo.

“Oh, che bello, approva la tua passione per i One Direction?” dice e a me viene quasi da ridere ma non lo faccio mi limito ad annuire e ad aggiungere un “anche se a volte non li sopporta, parlo troppo di loro!” ridono tutte attorno a noi e Will sorride sotto i baffi.

“Possiamo sapere come si chiama? Io credo che rimarrò zitella a vita, guardo solo Zayn, la cosa non mi fa bene!” risponde un'altra ragazza, con lunghi capelli biondi alla mia sinistra.

Boccheggio un pochino a quella domanda poi “James, si chiama James” rispondo.

E non è una bugia.

“Oh, come i secondi nomi di Niall e Liam” risponde lei e io annuisco.

“Già” dico sorridendo nervosa.

Continuiamo a parlare un po' e poi mi scuso con loro, devo rispondere al messaggio, così lascio Will a chiacchierare con tutte, sembra a suo agio.

Rileggo ancora qualche volta il messaggio e poi digito una risposta.

 

Da: Serena

A: Niall

Ora vorrei solo abbracciarti e baciarti.

 

Ed è la verità. Risponde subito anche questa volta e sento subito una stretta allo stomaco.

 

 

Da: Niall

A: Serena

Vorrei baciarti anche io, sul mio letto e vorrei amarti qui sopra, in cucina, in salotto, dove ti pare, ma Dio... mi manchi da impazzire.

 

 

Il mio viso dev'essere rosso perchè Will mi chiede se sto bene.

“Eh?” dico spaesata.

“Ti ho chiesto se va tutto bene!” dice preoccupato.

“Oh, si si... solo un po' di freddo!” mi giustifico e Will annuisce prima di passarmi una coperta.

La prendo e mi avvolgo dentro, porto le ginocchia al petto e così mi rannicchio per continuare a parlare con Niall.

Non so se continuare su questo ritmo il discorso o cambiarlo totalmente.

Chiudo gli occhi e “Dio non vedo l'ora di vedere Niall stasera!” sento dire dietro di me.

La gelosia si fa sentire ma comunque rimango calma, non posso dire niente in fondo.

Apro la conversazione sul telefono e scrivo.

 

Da: Serena

A: Niall

Non dirmi queste cose per messaggio Niall!

 

Invio, provo a rilassarmi ma Niall non mi lascia in pace ultimamente così mi ritrovo a sudare nonostante il freddo. Non posso togliermi la coperta però, altrimenti Will si insospettirà così soffro un pochino in silenzio.

Niall mi risponde qualche minuto dopo, evidentemente è frustrato perchè continua a mandarmi messaggi piccanti.

 

 

Da: Niall

A: Serena

Cosa non devo dirti? Che vorrei averti?

Mi dispiace ma non posso, sto impazzendo in questo momento, credo che andrò a fare una doccia...l'ennesima!

 

 

Deglutisco immaginandolo ma vengo riscosso da una gomitata di Will che mi intima di mangiare qualcosa.

Lo guardo scossa e poi annuisco, meglio se rispondo più tardi a Niall.

 

 

Ore 5:00 p.m.

I maxi schermi del palco sono stati accesi, l'atmosfera che si respira in questo momento è da brividi, ci siamo alzati tutti vicino al palco, abbiamo sistemato nel miglior modo possibile gli zaini e i sacchi a pelo e iniziamo a saltare mentre si susseguono canzoni famose di altri artisti.

Il parco esplode mentre cantiamo a squarcia gola Roar, io e Will saltiamo e ci diamo alla pazza gioia, sono felice di vederlo rilassato e contento.

I primi cartelloni vengono alzati in aria e comincio a scattare qualche foto a destra e sinistra, la sicurezza ci intima di stare calmi, intravedo qualche faccia familiare, segno che i ragazzi sono arrivati.

Guardo il telefono ma non c'è nessun messaggio così lo metto a posto, non è il caso di scrivergli, qualcuno potrebbe leggere!

 

 

 

Pov di Niall

 

Siamo arrivati da un'ora ad Hyde Park, siamo sul tour bus a fare una partita di rito alla play, c'è il delirio qui fuori, sentiamo le fan cantare e ogni tanto qualcuno si affaccia a riprenderle di nascosto.

Ho detto a qualcuno della sicurezza di cercare Serena nelle terze file, voglio vedere i suoi occhi allo scoccare della mezzanotte.

Oggi è stata dura stare senza di lei, mi sono ritrovato a urlare dentro casa esasperato.

Mi è mancata e mi manca tutt'ora, mi spaventa un po' questo legame con lei ma dall'altra parte mi fa stare bene, mi fa sentire felice.

Mancano due ore al concerto ormai e l'adrenalina inizia già a farsi sentire.

Inoltre le nostre famiglie saranno qui questa sera, sono in arrivo da tutte le parti d'Inghilterra e dall'Irlanda, sarà un grande spettacolo, ammetto di essere agitato.

“Trovata!” esordisce Paul entrando nel tour bus.

Ci voltiamo tutti verso di lui mettendo in pausa la play, infondo stavo perdendo contro Louis.

“Ho trovato Serena, è nella parte destra, più o meno all'altezza di dove cantate Little Things, terza fila!” dice facendomi un occhiolino.

“Grande Paul, sapevo di poter contare su di te!” dico alzandomi e saltandogli addosso.

“Calma campione!” dice afferrandomi per non farmi cadere.

Mi risiedo sul divano e guardo Louis “Forza, ti straccerò!” dico felice e metto play.

Liam ride mentre si alza per uscire fuori e raggiungere la sua famiglia e Sophia che sono appena arrivati, qualche minuto dopo, la partita finisce in parità e noi eccitati ci avviamo all'esterno dov'è stato allestito un tendone.

La prima cosa che vedo è mia madre ridere con Anne, corro ad abbracciarle entrambe, siamo tutti una grande famiglia e io voglio un gran bene anche alle mamme dei miei migliori amici, rimango a scherzare con loro per un po', smorzando la tensione per il concerto.

“Serena?” dice mia madre.

“Oh quella ragazza è pazza, è in fila da ieri sera per il concerto!” dice Harry.

“Oh, che carina” rispondono insieme mamma e Anne.

Io ed Harry ci guardiamo e scuotiamo la testa... donne.

 

 

Pov di Serena

 

Ore 10:00 p.m.

Le luci si spengono e tiro fuori più voce di quella che pensavo di avere, le persone intorno a me scompaiono, ci sono solo io e loro cinque sul palco.

Niall suona la chitarra e io mi sento morire, fa qualche passo avanti e si ferma proprio davanti a me, suona rivolto dalla mia parte, mi cerca con lo sguardo e mi trova, sorride e poi va via.

“Come ha fatto a trovarti?” sussurra Will incredulo.

Non ne ho idea, così scuoto la testa e continuo a cantare.

“Buonasera Londra!” urla Liam e le urla arrivano in cielo.

Sento i brividi sulla pelle e non c'entra niente il freddo, questa sera sono semplicemente una fan innamorata di cinque ragazzi con delle voci fenomenali, belli da spezzare il fiato che dipingono la mia vita con le loro canzoni.

Canto, rido, mi emoziono insieme alle persone al mio fianco, abbraccio Will e lo vedo felice di essere qui, canta qualche canzone anche lui e ogni tanto gli lancio qualche occhiata divertita.

“Ho studiato i testi” dice divertito mentre i ragazzi finiscono Kiss You.

Niall è una furia sul palco, non sta fermo un attimo, Harry continua a far impazzire le ragazze lanciando acqua e ballando sul palco.

Zayn interviene meno ma è il suo modo di fare e va bene così, è perfetto così com'è, ci fa impazzire con i suoi acuti incredibili.

Mi vengono i brividi quando intona un pezzo di Half a heart, mi sento quasi morire e sento il viso bagnato. Cerco Niall, è voltato di spalle, sta salutando le fan dall'altro lato del palco.

E' bello, bellissimo stretto in quei jeans chiari.

“Siete meravigliosi!” urla Harry creando delirio tra la folla, mi guardo attorno e vedo sventolare bandiere italiane, spagnole, tedesche, australiane.

Mi sembra incredibile come mezzo mondo sia qui questa sera per loro, eppure questi ragazzi creano questa magia e io mi sento così orgogliosa.

Ora tocca a Niall parlare, lo ascolto rapita mentre faccio cenno a Will di prendere la bandiera che ho fatto mentre eravamo a terra oggi pomeriggio.

“...vi ringrazio per quello che avete fatto per noi in questi anni, siete incredibili, la prossima canzone l'ho scritta insieme ai Mcfly, questa è Don't forget where you belong!” torna indietro verso il centro del palco e mi fa un occhiolino, alzo la bandiera italiana e lo vedo sorridere mentre legge quelle semplici parole, della sua canzone.

 

I feel like i'm dreaming”

 

Canto, tenendo alta la bandiera perchè è quello che sento in questo momento della mia vita con lui.

Il concerto sussegue troppo velocemente per i miei gusti, i ragazzi ci chiedono mille volte se stiamo bene, se ci stiamo divertendo.

Vedo qualche ragazza crollare ogni tanto ed essere sollevata di peso dalla sicurezza, mi dispiace per loro, veramente, credo che io non sopporterei di essere sicura di vivere un sogno e poi sentirmi male.

“Ehm... avete fatto una lista dei buoni propositi per il nuovo anno?” chiede Liam sedendosi poco distante da dove siamo io e Will.

“Liam tu hai bisogno di chiedere al nuovo anno di essere più bravo” lo prende in giro Louis.

“Io sono bravo Lou, vero?” dice rivolgendosi a noi e per risposta riceve urla d'approvazione.

Sorride dolcemente e io vorrei abbracciarlo, dio odio quando sorride così.

Guardo un attimo l'orologio, non voglio che arrivi la mezzanotte, non voglio salutarli.

Cioè si, lo so, li vedrò dopo ma... vorrei sentirli cantare dal vivo all'infinito.

“Hyde Park, voglio vedere un manto di luci, la prossima canzone è la mia preferita del secondo album... Little things!” dice Zayn prendendo parola per la prima volta.

Accendo anche io la torcia e mi preparo a cantare una delle loro canzoni più belle.

Sogno di poter urlare un “Love you” a Niall da una vita.

Ed è quello che faccio quando con gli occhi lucidi alza la testa e “You say” dice.

Non c'è emozione più grande credo, sento il cuore scoppiarmi in petto e di certo le cose peggiorano quando Liam inizia a cantare Moments.

Incrocio gli occhi di Niall più volte durante la serata, sono fantastici sul palco, riescono a coinvolgere tutti e farci divertire.

Ballano una danza irlandese in onore della famiglia di Niall che è qui questa sera, salutando poi tutte le altre famiglie dei ragazzi.

Le luci poi cambiano e credo che Better Than Words sia un colpo di grazia.

L'assolo di Niall, davanti a me, a pochi metri di distanza con quella mano curiosa che scende lentamente mentre parla mi manda in subbuglio.

Credo di non aver mai urlato così tanto in vita mia, Harry poi si ferma accanto a lui poggiando una mano sulle sue spalle e insieme continuano a cantare li.

Manca poco ormai alla fine di tutto, alla fine di un concerto, alla fine di un mese, alla fine di un anno. Mi sento strana ed eccitata per quello che avverrà, i ragazzi in questo momento sono su una piattaforma che lentamente si alza in fondo al palco a cantare prima Alive, poi One Thing.

“Dio, mi sento male” una ragazza davanti a me cerca di farsi aria con la mano.

“Ehi, vuoi un po' d'acqua?” le chiedo preoccupata.

Annuisce e le passo la mia bottiglietta ma la cosa non sembra calmarla, cerco di attirare l'attenzione della sicurezza insieme alle ragazze davanti.

“Si sente male” urliamo.

La fanno passare avanti e poi viene sollevata di peso, fanno giusto in tempo a tirarla fuori che perde i sensi cadendo a terra.

“E' tutto ok?” dice Zayn preoccupato una volta tornati indietro, mentre i ragazzi cantano What Makes You Beautiful.

Si accuccia a vedere la ragazza che poi viene portata via, cerca il mio sguardo chiedendo spiegazioni e io scuoto semplicemente le spalle.

“Oddio, ti ha guardata!” dice Will per reggermi la copertura con voce stridula, lo ringrazio mentalmente.

 

Le luci diventano improvvisamente basse, i ragazzi escono dal palco per una breve pausa, manca un quarto d'ora alla fine dell'anno.

Tra la folla c'è un po' di panico, sappiamo tutti che a quell'ora dobbiamo lanciare in alto delle lanterne cinesi automatiche, per la sicurezza, con scritto sopra uno dei nomi dei ragazzi.

I ragazzi tornano sul palco sulle note di You&I. Niall è felice, lo vedo dai suoi modi di fare e non vedo l'ora di stringerlo.

Story Of My Life è emozione pura, tutta la folla canta e non oso immaginare quanti milioni siamo.

Mi sembra surreale dagli schermi riprendono il parco, pieno di luci e mi emoziono come una stupida ancora una volta.

Alla fine della penultima canzone, Little White Lies gli schermi diventano neri, noi ci sbrighiamo ad afferrare le lanterne “Ci siamo Londra” dice Liam mentre Harry inizia il conto alla rovescia.

“5” urliamo e cerco Niall.

“4” incrocio il suo sguardo e lo vedo sorridere.

“3” le lanterne iniziano ad accendersi e i volti dei ragazzi si fanno sorpresi.

“2” alziamo tutti le mani al cielo pronti a spingerle via.

“1” Niall scuote la testa e mi sorride mentre lascio andare la lanterna con il suo nome proprio mentre Harry urla un “Buon anno mondo” che fa partire i fuochi d'artificio ai lati del palco.

L'intro di Best Song Ever parte facendoci urlare, c'è chi ha perfino stappato una bottiglia di spumante.

Saltiamo, cantiamo, ci abbracciamo mentre festeggiamo il nuovo anno con loro.

E non ho mai odiato così tanto questa canzone, perchè è la fine di tutto.

Ma in fondo è anche un po' l'inizio di qualcosa, l'inizio di un sentimento ancora più grande per quei cinque ragazzi sul palco, l'inizio di un ricordo che porterò nel cuore per sempre.



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Ho cercato di metterci dentro le emozioni che ho provato a Milano,
ma è impossibile scrivere quello che ho provato, è stato sensazionale!
Detto questo spero che questo capitolo vi piaccia *-*
Non vedo l'ora di sentire i vostri commenti, vi ringrazio per tutto quello che fate per me, un abbraccio!

Serena.

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Capitolo 23
*** Capitolo ventitre ***


.The Maid.

Capitolo 23




"L'amore non vuole avere vuole soltanto amare!"
Hermann Hesse

 

 

 

 

 

 

Questa mattina mi sono svegliata nel peggiore dei modi, ed ora passate due ore dall'accaduto, sono ancora nervosa e agitata.

Vi starete chiedendo cos'è successo, bè... problemi femminili.

 

Sposto la borsa d'acqua calda dalla pancia e mi faccio forza per alzarmi dal divano e trascinarmi verso la porta dell'appartamento di Niall.

Sono passati tre giorni dal capodanno e io non mi sono mossa da questo posto, non mi sono mossa dalle sue braccia.

Il campanello suona ancora, Niall è uscito per andare a casa di Louis per una riunione importante quindi controllo dallo spioncino prima di aprire.

Quello che vedo non mi fa affatto piacere, devo aprire per forza?

La mia mente mi dice di tornare a stendermi sul divano e dormire, ma un'altra parte di me vuole aprire e affrontare la mia paura.

Così prendo un respiro e “Ciao Amy” dico con tono piatto.

Mi guarda sorpresa, a quanto pare non si aspetta di vedermi qui.

“C'è Niall?” chiede dopo essersi ripresa.

“E' uscito” dico soltanto non invitandola nemmeno ad entrare.

“Vivete insieme?” chiede ancora, ha voglia di intraprendere una conversazione per caso?

Mi sposto per farla entrare, nonostante non voglia ma fa freddo fuori e un cuore io ce l'ho.

“No” dico semplicemente.

“Oh, pensavo di si, ti comporti da padrona di casa” dice tranquilla e io non capisco se sia una provocazione o una semplice affermazione così mi limito a scrollare le spalle e tornare a sedermi sul divano.

C'è un momento di lungo silenzio, piuttosto imbarazzante. Lei continua a torturarsi le mani e guardare in basso e io la osservo. Ha dei capelli lunghi e molto belli, è alta e snella e ha due occhi azzurri che somigliano tanto a quelli di Niall.

Sento un magone dentro, una stretta di gelosia così forte che scatto in piedi facendola sussultare.

“Io... devo andare un attimo in bagno” dico correndo quasi in corridoio.

Mi chiudo la porta alle spalle e mi guardo allo specchio, i miei capelli sono tutti arruffati, sono minuta e bassa come un nano da giardino.

Cosa ci trova Niall in me?

Lei è così bella. Sbuffo tirando lo scarico per dar credito alle mie parole e torno in salotto.

La trovo a guardare un ripiano del mobile accanto al camino, quello pieno di foto e di premi.

So benissimo cosa sta guardando, c'è una sua foto con Niall, di quando erano più piccoli.

Lui non ha avuto il coraggio di toglierla, so che ci ha provato, l'ho trovato fermo davanti alla cornice che si mordeva un labbro.

 

Non devi farlo Niall” dico sincera.

Lui si volta spaventato, non si aspettava di certo di trovarmi lì.

Aveva annuito poi, aveva spostato la cornice e ne aveva messa un'altra accanto.

Una foto ritraeva me e lui sorridenti e abbracciati.

 

Torno con la mente al presente e tossisco per annunciare la mia presenza.

Si volta con le lacrime agli occhi e “Ti prego, so di aver sbagliato ma non potarmi via Niall, è il mio miglior amico” dice.

Cerco di trattenermi nel risponderle ma il mio tono la dice lunga.

“Io non ti ho portato via nessuno, hai fatto tutto da sola Amy” dico avanzando verso di lei.

Si morde il labbro inferiore per trattenere le lacrime, cosa si aspetta? Che diventiamo amiche e che le dica che non è colpa sua? Ma mia?

“Non sono disposta a prendermi colpe non mie, ma sono disposta a mettere da parte tutto... se è quello che vuole Niall” dico ferma e convinta delle mie parole.

Farei di tutto per lui, anche se una parte di me spera di non ricevere mai una richiesta simile, ma in fondo sono entrata nella vita di Niall all'improvviso rompendo tutte le sue convinzioni, e che a me piaccia o no, Amy è parte di quello che è stato e io voglio lui completamente, senza lasciare niente indietro.

“So che è colpa mia, io... non ti sto chiedendo di essere amiche, non credo di riuscirci al momento e immagino nemmeno tu, ma voglio rimediare ai miei errori” dice guardandomi dritta negli occhi.

“Non è con me che devi parlare” dico fredda. Non conosco questa ragazza e non mi sono mai fidata dei cambiamenti improvvisi delle persone, ma so che non può essere tanto stronza quanto io penso, se Niall l'ha scelta come sua migliore amica.

“Sono tornata a Londra per questo” dice seria, non sembra scocciata dal tono con cui le parlo, sembra più rassegnata al fatto che io non abbia intenzione di abbassare la guardia con lei.

“Mi trasferisco qui” dice poi come se nulla fosse mentre dentro di me sento un dolore espandersi dal centro del petto.

“Prima che tu dica qualcosa, non ho intenzione di mettere i bastoni tra le ruote a te e Niall... mi sono trasferita qui per stare più vicina a Luke” continua.

Alzo lo sguardo verso di lei stupita dalle sue parole, questo vuol dire che lei e Luke sono tornati insieme?

Il rumore della porta ci distrae e “Amore sono tor...” sento la voce di Niall incrinarsi mentre si chiude la porta alle spalle e nota Amy.

“Che ci fai qui?” chiede arrabbiato.

Posso sentire i suoi muscoli tesi nonostante sono lontana da lui, sento il sangue ribollire nelle vene quando Amy fa qualche passo verso di lui, vorrei fermarla, dire qualcosa ma resto immobile a guardare, come uno spettatore al cinema davanti ad un film.

“Mi dispiace Niall, per tutto... sono venuta qui per chiederti scusa, sia a te che Serena” dice seria e mi rendo conto che nella vita per le persone che amiamo facciamo mille stupidaggini di cui possiamo pentirci amaramente.

So che hanno bisogno di parlare da soli e forse anche io ho bisogno di parlare con qualcuno così “Io, vi lascio parlare” dico.

Vado in camera, ma non prima di aver dato un bacio dolce e gentile sulle labbra di Niall, mi accarezza un fianco e incrocia i suoi occhi con i miei in un muto grazie.

Tiro giù le maniche della felpa fino a coprirmi le mani, evito di mangiucchiare le mie unghie e mi affretto a raggiungere la sua stanza, chiudo la porta dietro di me e anche se vorrei origliare tutto, scelgo ancora di fidarmi di Niall.

Rigiro qualche minuto il telefono tra le mani prima di decidere di far partire una chiamata, dopo quattro squilli ricevo risposta.

“Sere?” sento la voce allegra di Liam.

“Ehi, scusa se ti disturbo, sei impegnato?” chiedo con voce sconsolata.

“No, non preoccuparti, sono con Zayn e Harry a casa, va tutto bene?” chiede preoccupato.

“C'è Amy...” dico abbassando il tono di voce in un sussurro.

“Cosa ci fa lì? E Niall?” chiede allarmato.

Sento le voci dei ragazzi borbottare qualcosa e il sonoro “Shh” di Liam mi fa abbozzare un sorriso.

Gli racconto cos'è successo dall'inizio, mi confido con lui e mi ascolta in silenzio facendomi sfogare, gli racconto delle mie paure, di come mi senta inferiore esteticamente a lei e di quanto abbia paura che Niall preferisca lei a me.

“Ehi, Niall ti ama, non pensare nemmeno una cosa del genere ok?” dice serio e io mi trovo ad annuire per l'intensità e la convinzione con cui ha detto quella frase.

E vorrei che tutti avessero l'opportunità di conoscere i ragazzi di persona, non solo attraverso uno schermo e delle cuffie, perchè vale la pena fare dei sacrifici per vederli anche solo un instante e ringraziarli per quello che sono, per quello che fanno senza nemmeno rendersene conto.

“Grazie Liam, grazie per essere sempre così gentile e premuroso e per essere sempre qui per me!” dico sincera e lui si lascia sfuggire una risata.

“E' la tua parte da fan che sta parlando?” ride e lo faccio anche io.

“Forse” sorrido anche io, lo saluto poco dopo e accendo velocemente l'ipod di Niall.

Scavo nella cartella con le loro canzoni, quando la musica parte e le loro voci iniziano ad attraversarmi la mente, sento i nervi sciogliersi e io mi rilasso di conseguenza, è quello che i One

Direction fanno, regalano momenti di tranquillità e gioia, di felicità e amore.

Perchè è questo che trasmettono in ogni singola canzone, in ogni singola parola, amore.

 

 

Pov di Niall

Guardo Serena lasciarci soli e sento subito la sua mancanza.

Quando le sono lontano sento che manca veramente una parte di me, ho sempre pensato che fosse una cosa stupida quando ne parlavano gli altri invece mi rendo conto che quando si ama, ci si sente veramente tutt'uno con l'altra persona.

Guardo Amy e dopo aver appoggiato la giacca sul divano mi dirigo in cucina, prendo due birre e le faccio cenno di sedersi su una sedia.

“Hai un succo di frutta?” chiede.

La guardo alzando un sopracciglio, da quando rifiuta una birra? Scrollo le spalle e le prendo un succo.

“Da quando rifiuti una birra?” chiedo sedendomi difronte a lei.

Abbassa la testa per poi spiazzarmi con un “Sono incinta Niall”.

Sputo il sorso di birra che avevo in bocca e la guardo sconvolta.

“Che stai dicendo?” chiedo alzandomi spaventato.

E' incinta? Di Chi?

“Non è mio vero?” chiedo con tono duro.

Lei mi fronteggia “No, tranquillo Niall” alza il tono “ti avrebbe fatto così schifo in caso?” torna a sedersi sbuffando.

“No.. cioè, non lo so Amy, non puoi venire qui e dirmi cose del genere quando neanche ci parliamo, di chi è questo bambino?” dico cercando di calmarmi.

“Sono venuta qui per dirti tutta la verità, so che dopo mi manderai via a calci, sono incinta di Luke... da due mesi” dice senza guardarmi negli occhi.

Due mesi.

La mia mente fa un viaggio nel passato, due mesi fa ho conosciuto Serena, due mesi fa Luke, Ash, Mikey e Cal sono ripartiti per l'Australia, quindi...

“Mio dio, sei stata con me quando sapevi di avere in grembo il figlio di un altro? Spiegami che ti passa per la testa eh?” dico mantenendo uno sguardo duro.

“Lo so, ho sbagliato, ti chiedo scusa Niall, per essermi intromessa, dopo che sei andato via a Natale ho riflettuto su tutto, sono qui a chiederti di perdonarmi...” dice con gli occhi pieni di lacrime.

Mi prendo qualche minuto per regolarizzare il respiro, e poi le chiedo semplicemente “Luke lo sa?”.

Torno a sedermi e forse l'ho già perdonata perchè lei sorride prima di dirmi che gliel'ha detto.

Non so cosa succede quando si cerca di riallacciare un rapporto, so solo che quando alla base c'è qualcosa di solido un modo per perdonare il nostro cuore lo trova sempre.

E le voglio bene, non posso nasconderlo.

Mi fanno solo incazzare questi giochetti che ha fatto per tenermi vicino, quando io ci sono stato sempre per lei nonostante tutto.

Butto un'occhiata lungo il corridoio, la porta della mia stanza è chiusa e mi chiedo come la prenderà Serena questa notizia. Nonostante la nostra storia sia ancora effettivamente all'inizio ho creato con lei un legame più forte di qualsiasi altra persona.

“Vai dai lei, io vado via, vi ho rubato già tanto tempo” dice Amy alzandosi.

La guardo mentre sistema la sciarpa intorno alla gola, il mio sguardo si sposta verso il suo ventre, è coperto dalla giacca ma sorrido comunque.

“Ti auguro qualcuno che ti faccia sentire come lei fa sentire me” dico alzando lo sguardo su di lei.

“Come ti fa sentire lei Niall? Cos'è l'amore Niall?” chiede quasi con disperazione.

“Non lo so, so solo che quello che ho con Serena è amore, credo che quando ti innamori di una persona tu te ne accorga, io sento qualcosa dentro che non so spiegarti, qualcosa che mi fa ridere se lei ride, mi fa stare male se lei sta male, qualcosa che mi fa desiderare di averla accanto nonostante non la conosca da tanto tempo, qualcosa che mi ha spinto a portarla dalla mia famiglia, qualcosa che mi ha spinto a farla entrare nel mio mondo, è questo l'amore Amy, avere un cuore in petto che batte al solo suono di una voce” dico sincero e lei annuisce.

“E non hai paura di perderla Niall?” chiede.

“Mh” sospiro “Tutti i giorni, ma è amore anche questo, ho paura di perderla perchè in questo momento penso di non poter vivere senza di lei, o meglio vivere si vive lo stesso ma senza di lei non starei bene, ne sono certo!” dico convinto di ogni singola parola.

“Allora credo di amare Luke...” dice abbassando le difese e asciugandosi una lacrima.

“Vorrei qualcuno che mi dicesse queste parole, che provasse quello che provi per lei” continua.

Mi faccio più vicino a lei di qualche passo, non sono pronta a regalarle un abbraccio, ma poggio la mia mano sulla sua spalla.

“Luke ti ama, ne sono certo, dagli una possibilità, dai una possibilità alla vostra vita, non sarà facile lo sai? E' minorenne maledizione e tu sei incinta e...”

“Ed è famoso... si Niall, lo so!” dice sorridendo forzatamente.

“Andrà tutto bene!” dico protettivo.

Annuisce e si gira per andare via, so di averla perdonata dentro di me ma ho bisogno di altro tempo per rimettere tutto a posto e per tornare a scherzarci come prima.

“Grazie... mmm, mi sono trasferita a Londra, voglio iniziare una vita qui e se Luke deciderà di riconoscere il bambino sarà tutto più semplice da qui...” dice mordendosi le labbra nervosa.

Annuisco e “Bè dovresti trasferirti in Australia dopo!” dico facendole sfuggire un sorriso.

“Vedremo, ciao Niall, salutami Serena... forse un giorno riusciremo a parlarci senza tutta questa tensione!” dice prima di chiudersi la porta alle spalle, senza darmi il tempo nemmeno di rispondere.

In fondo è meglio così perchè non avrei saputo cosa dirle.

Faccio mente locale di tutto quello che è successo oggi e mi dirigo a passo svelto verso la mia camera, trovo Serena stesa sul letto, sta dormendo, le tolgo delicatamente le cuffie dalle orecchie, sta ascoltando il nostro album, possibile che non si stanca mai di noi?

Scuoto la testa mentre mi stendo al suo fianco e le accarezzo dolcemente i capelli, ha il viso rilassato mentre dorme e sembra un angelo.

Mi sono innamorato di lei così in fretta da non aver avuto nemmeno il tempo di fermarmi a pensare a come sarebbe cambiata la mia vita. Ho voglia di ufficializzare la nostra storia anche ai fan, appena si sveglierà ne parlerò con lei e dovrò dirle anche della partenza per gli Stati Uniti.

Non le piacerà, ne sono sicuro.

Il suo telefono vibra facendomi spaventare, Serena mugola qualcosa per poi girarsi dall'altro lato.

La foto di Liam che sorride fa capolino sullo schermo e “Payno?” rispondo.

“Oh Nì!” dice tranquillo.

“Tutto ok? Che succede?” chiedo.

“Nulla, è andata via Amy? Volevo sapere come stava Serena!” dice e io mi ritrovo ad essere geloso di lui, sicuramente lo avrà chiamato prima.

“Si è andata via poco fa, Serena dorme!” dico guardandola dolcemente.

“Com'è andata?” chiede curioso.

“E' incinta” dico serio.

Sento distintamente Liam strozzarsi con la saliva e mi sembra che Serena si sia irrigidità.

“Non di me Lee!” mi affretto ad aggiungere.

“Oddio, tu sei matto? Ho perso trent'anni di vita e ne ho a mala pena venti” dice riprendendo fiato.

“Secondo te sarei stato così tranquillo?” dico guardando in cielo.

“Effettivamente hai ragione, e di chi è scusa?” chiede.

Dio, è peggio di una pettegola.

“Non sono tenuto a dire niente Liam, sono fuori da questa storia e non voglio sapere niente per il momento” dico tirandomi a sedere sul letto.

“Hai ragione, lascia perdere e dedica tutto il tempo a Serena fino alla partenza!” dice teneramente.

“Già, manca poco eh?” dico eccitato.

“In tour negli stadi, non ci credo ancora!” risponde lui con lo stesso tono.

Rido e restiamo a parlare ancora un po' di quello che succederà, come se fino a due ore fa non fossimo stati nella stessa stanza a parlarne.

“Spero che Serena sarà felice per me, per noi!” dico mentre accarezzo un braccio della mia ragazza.

“Lo sarà sicuramente, io credo che l'amore che prova per noi come gruppo tu non debba sottovalutarlo mai!” dice ridendo e io mi unisco a lui.

“Hai ragione, ancora non ci credo che è stata in fila un giorno intero per il concerto!” dico seriamente incredulo.

“La ami anche per questo no?” dice serio.

“Già, te l'ho detto che mi sarei innamorato di una fan!” controbatto.

Serena si gira due volte e mugola infastidita.

“Niall?” la sento bofonchiare.

“Lee, ti saluto la principessa si è svegliata!” dico al mio miglior amico che ride.

“Salutamela”

“Sarà fatto, a più tardi” dico chiudendo la chiamata e perdendomi nell'ammirare gli occhi di Serena aprirsi lentamente, ancora impastati dal sonno, dando spazio a due pozze verde smeraldo che mi fanno sorridere come un'ebete.

“Buongiorno” dico facendole spazio per farla accoccolare sul mio petto.

“Ciao” dice dolcemente.

Restiamo qualche minuto in silenzio poi “E' andata via?” chiede.

Annuisco e le lascio un bacio sulla fronte.

“Sono contenta che tu sia qui!” dice timidamente.

Le alzo il viso con due dita e “Dove dovrei essere se non qui con te?” le dico.

“Ho avuto paura di vederti andare via con lei ancora una volta” dice mentre i suoi occhi si riempiono di lacrime.

La stringo a me, respiro il profumo dei suoi capelli mentre continuo a ripeterle “Shh, sono qui”.

“Lei è così bella, io sono oscena, guardami, cosa ci trovi in me?” dice sconfitta.

“Ti sto guardando piccola, ti sto guardando e vedo tutto quello che vorrei avere al mio fianco” dico sincero.

Non so come farle capire seriamente cos'è per me, così la sposto dolcemente dalle mie braccia e mi alzo.

“Dove vai?” chiede mettendosi seduta con le gambe incrociate.

“Vieni con me” dico porgendole la mano che prontamente afferra, siamo a piedi scalzi e il pavimento è abbastanza freddo così raggiungiamo il salotto velocemente.

Le faccio cenno di sedersi sul divano e lei mi ascolta immediatamente, raggiungo l'angolo con i miei strumenti musicali e collego il cavo del pianoforte elettrico.

La guardo asciugarsi una lacrima con la manica della felpa mentre io mi preparo a suonare e mi fa una tenerezza assurda.

“Non so cos'altro dirti se non cantarti una canzone che ti faccia capire cosa sei per me” dico prima di iniziare a muovere le dita su quei tasti bianchi e neri.

 

 

Pov di Serena

Una melodia rilassante riempie la stanza in pochi minuti, lo guardo chiudere gli occhi e concentrarsi prima di iniziare a cantare e quando la sua voce viene fuori non riesco a trattenere le lacrime.

 

What would I do without your smart mouth
Drawing me in and you kicking me out?
Got my head spinning, no kidding
I can’t pin you down
What’s going on in that beautiful mind?
I’m on your magical mystery ride
And I’m so dizzy, don’t know what hit me
But I’ll be alright...”

 

Rabbrividisco riconoscendo la canzone di John Legend, e mi faccio più piccola su quel divano, difronte alla grandezza del ragazzo seduto a pochi passi da me, mentre lui continua a cantare con il suo cuore quelle parole.

 

My head’s underwater
But I’m breathing fine
You’re crazy and I’m outta my mind

 

Mi viene da ridere, forse un po' pazza lo sono ma di sicuro lui lo è più di me.

 

Cause all of me loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections
Give your all to me, I’ll give my all to you...

 

 

 

Oh Niall, amo tutto di te anche io, quasi al punto da sembrare irreale.

Sento i brividi percorrermi la schiena, sta cantando per me e si amore, ti darò tutto di me, non devi nemmeno chiederlo, non senti come batte forte il mio cuore?

Mi alzo lentamente e lo raggiungo, rimango in piedi davanti a lui mentre continua a cantare.

 

 

How many times do I have to tell you
Even when you’re crying, you’re beautiful too?
The world is beating you down
I’m around through every move
You’re my downfall, you’re my muse
My worst distraction, my rhythm and blues
Can’t stop singing, this ringing in my head for you

 

Dimmelo ancora che per te sono bellissima, dimmelo ogni volta che ti va, dimmelo Niall e amami ogni volta che vuoi, sei la mia forza, la mia serenità, la mia voglia di vivere.

Poggio le mani delicatamente sulle sue interrompendo quel suono meraviglioso, mentre una lacrima gli riga il viso perfetto e mi abbasso a raccoglierla con le labbra, la sua pelle è rovente.

Porta le mani intorno ai miei fianchi e restiamo così per momenti interminabili, lui seduto con la testa affondata nel mio petto e io in piedi ad accarezzare i suoi capelli.

“Tra una settimana devo partire per gli Stati Uniti con i ragazzi” dice spezzando il silenzio.

Tremo sentendo quelle parole, ma poi respiro e gli accarezzo gentilmente i capelli.

“Promettimi solo di non dimenticarti di me” dico stringendo la sua mano.

Si alza sorridendo, mi spinge a seguirlo verso la sua stanza e “Come faccio a dimenticarmi di te?” mi dice dolcemente mentre poggia le sue labbra sulle mie.

“Grazie per la canzone comunque, è splendida!” dico accarezzandogli una guancia.

Sorride per poi staccarsi un secondo da me, afferra il suo telefono, digita velocemente qualcosa, poi sempre tenendo stretta la mia mano chiude le ante della finestra, accende la luce sul suo comodino e appoggia il telefono lì, per poi premere play mentre la canzone si diffonde nella stanza.

Mi guarda negli occhi sorridendo e “Fai l'amore con me” dice serio.

Mi sfila delicatamente la felpa sulla testa, senza mai interrompere il contatto visivo, sorridiamo come due scemi quando la sua maglia si incastra alla collana.

Ma torniamo ad amarci con gli sguardi immediatamente e mentre le parole della canzone risuonano nella stanza mi rendo conto che lui è veramente la mia fine e il mio inizio, è tutto quello che potessi desiderare dalla vita e non potrei essere più felice di così.

 

You’re my end and my beginning
Even when I lose, I’m winning
Cause I give you all of me
And you give me all of you, oh

 

“Ti amo” diciamo all'unisono sorridendoci mentre incrociamo le nostre dita e ci amiamo non solo con il corpo ma mettendo in gioco noi stessi per intero.




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Sto piangendo come una scema, scusate se non scrivo niente di sensato.
La canzone è "All of Me" di John legend e se non la conoscete andate a cercarla perchè merita di essere ascoltata.
Oggi vorrei veramente conoscere Niall di persona, vorrei abbracciarlo e dirgli un "Grazie" per tutto.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto comunque :)
Per chi ha seguito anche "Never ever give up" ho pubblicato una OS tratta dalla storia, la trovate qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2797310&i=1


Per il resto i miei contatti sono questi, scrivetemi quando volete a me fa piacere ricevere i vostri messaggi :) Twitter Ask Facebook

Un abbraccio, Serena.

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Capitolo 24
*** Capitolo ventiquattro ***


.The Maid.

Capitolo 24

 

 


 

È nella separazione che si sente e si capisce la forza con cui si ama.”

 

 

 

Le note di “Sing” risuonano all'interno dell'abitacolo mentre giro in tondo alla mia università, in cerca di parcheggio. Allungo una mano alla ricerca disperata del mio telefono dentro la mia borsa.

A volte credo di avere un sacco dietro invece di un semplice bauletto.

“Accidenti” dico mentre distolgo un secondo lo sguardo dalla strada per afferrarlo, che poi si sa, l'oggetto delle tue ricerche è sempre alla mano, ma non si riesce mai a trovarlo, sospiro.

“Pronto?” rispondo con la voce affannata.

Dall'altro capo del telefono la voce cristallina di Niall mi arriva dritta dentro, invadendo ogni particella del mio corpo, “Amore” dice soltanto.

“Sei arrivato?” chiedo posteggiando finalmente l'auto e tirando un sospiro di sollievo.

“Si, siamo appena arrivati a Los Angeles, sono stanchissimo e il fuso orario mi ammazza ogni santa volta, non mi ci abituerò mai credo!” dice sfinito e posso sentirlo anche con un oceano di distanza.

Mi mordo il labbro, è partito solo ieri sera e già mi manca come se fosse andato via da mesi, sapevo che il momento dei saluti sarebbe arrivato, ma questo non significa che fossi pronta.

“Tu? Sei a casa?” chiede dolcemente, sento una porta sbattere e lo immagino mentre entra frettolosamente nella sua stanza d'albergo.

“No, sono appena arrivata in facoltà, mi incontro con Will per studiare, abbiamo un esame importante!” dico poggiando totalmente la schiena sul sedile e giocherellando con le chiavi in mano.

Non mi va di scendere dall'auto, non mi va di chiudere la chiamata, non mi va di incominciare un giorno senza Niall.

“Dovete studiare o spettegolare?” dice ridendo.

“Oh, bè c'è tempo per tutto!” dico ridacchiando.

Già immagino le occhiatacce furiose delle bibliotecarie!

Sospiro, c'è un attimo di silenzio nella conversazione, sento distintamente il suo respiro, chiudo gli occhi. Sarà un mese infernale, senza poterlo vedere, senza poterlo toccare, senza potermi svegliare la mattina e guardarlo dormire.

“Niall” sospiro e come risposta ricevo un flebile “mi manchi già”.

“Anche tu!” dico arrendendomi all'evidenza. Mi ero ripromessa di essere forte, per lui più che per me stessa, per non fargli pesare nulla, ma... mi manca da impazzire.

“Ehm...” mi riscuoto “...cosa fai ora, vai a mangiare?” chiedo forzando un sorriso.

“Mh, si!” risponde per poi aggiungere “mi butterò a letto dopo!”.

“La mia invece si prospetta una lunga giornata, mandami un messaggio prima di addormentarti, così non ti disturbo!” dico afferrando la borsa e il raccoglitore al mio fianco.

“Puoi scrivermi quando vuoi, lo sai!” dice tranquillo.

“Va bene, ora ti devo salutare amore, ho avvistato Will, ti amo!” dico affrettandomi ad uscire dall'auto e raggiungere il mio amico.

“D'accordo, buono studio e... ti amo anche io nanerottola” dice prima di attaccare, lasciandomi con il suono della sua risata a rimbombarmi nella testa.

Sistemo la sciarpa intorno al collo e dopo aver chiuso l'auto raggiungo a grandi falcate Will, oggi fa ancora più freddo del solito e non riesco a capire se fa freddo per davvero o se sento solo la mancanza del corpo di Niall accanto a me.

“Alla buon'ora!” mi accoglie il mio amico allargando le braccia, in cui qualche secondo dopo mi ritrovo stretta.

“Ehi, stavo parlando con Niall, sono partiti” dico facendo una smorfia.

“Su, non essere triste il buon vecchio Will ti offre una cioccolata calda con tanta panna prima di cominciare a studiare” dice circondando le mie spalle con un braccio e trascinandomi verso il bar all'angolo.

Ci sediamo in un tavolino accanto alla stufa a gas che emana un calore intenso e rassicurante, rabbrividisco per il cambio di temperatura ma piano piano mi adeguo al nuovo calore.

In queste giornate rimarrei a dormire sotto le coperte per ore ma questi stupidi esami universitari non lo permettono, li odio!

“Io non ho proprio voglia di studiare oggi” esordisce Will al tavolo una volta seduto.

Lo guardo alzando un sopracciglio “Secondo te io ne ho voglia?” dico iniziando ad affogare la tristezza nella cioccolata calda.

Restiamo seduti a raccontarci qualcosa di stupido e a commentare, come sempre, tutto quello che ci circonda. Mi confessa di aver scaricato molte canzoni dei ragazzi e io lo riempio di “Te l'avevo detto” che lo fanno sbuffare.

“Hai la faccia sporca di panna ora ti faccio una foto e la metto su twitter o instagram” dice tirando fuori il suo telefono senza darmi un secondo per protestare.

“Fammi vedere almeno!” dico cercando di rubargli il telefono mentre lui ride.

Scuoto la testa afferrando il mio cellulare e cercando il suo profilo, ha perfino taggato Niall, credo di odiarlo, la mia faccia è buffissima ma infondo è divertente così continuo a farlo ridere scuotendo la testa disperata.

Quando decidiamo di iniziare finalmente a studiare, ci alziamo facendo più casino di un gruppo di venti persone e ci dirigiamo verso il nostro dipartimento, trovare un posto libero in aula studio è sempre una guerra, ma per fortuna riusciamo ad accaparraci un posticino per noi.

Il flash di una macchinetta fotografica mi fa chiudere improvvisamente gli occhi.

“Scusami” sento dire “non volevo, stavo solo provando se funzionava” dice una ragazza seduta poco distante da me, dall'altro lato del tavolo.

Le sorride e “Non preoccuparti” dico, riportando poi la concentrazione sul quaderno.

Sento la stessa ragazza parlottare e maneggiare con il telefono e mi agito sulla sedia, ho una strana sensazione ma cerco di tranquillizzarmi per non dare nell'occhio.

Incrocio lo sguardo preoccupato di Will e poco dopo mi arriva un messaggio.

 

 

Da: Will

A: Serena

Qualcuno sa di te e Niall? Vi hanno visti da qualche parte?”

 

 

Mi mordo il labbro inferiore cercando di ricordare se qualcuno possa averci visto da qualche parte ma non riesco proprio a capire, devo parlare con lui.

Mi affretto a ritirare tutto e lo sistemo in borsa frettolosamente prima di uscire da lì e fare cenno a Will di seguirmi, ci ritroviamo in strada pochi secondi dopo e una chiamata inaspettata mi fa preoccupare.

“Sally?” chiedo alla mia compagna di squadra.

“Sere, devi comprare il The Sun, immediatamente!” dice velocemente e allarmata.

“Perchè?” chiedo mentre mi guardo attorno e indico a Will l'edicola infondo alla strada.

“C'è un articolo su te e Niall” dice seria.

Mi blocco di colpo facendo sbattere Will contro il mio corpo, il respiro accelera come il mio passo qualche secondo dopo.

“Grazie Sally, ci vediamo agli allenamenti dopo ok?” dico in fretta.

“Non so se ti conviene, sono già qui io, avevo le visite e c'è già un casino di gente! Non so come fanno a sapere tutte quelle cose di te ma sul giornale c'è scritto veramente tutto!” dice preoccupata.

“Vado a vedere, grazie ancora” dico mentre tiro fuori il portamonete e mi avvicino ad acquistare la copia del giornale.

“Oh Dio” dice Will.

Mi volto seguendo poi la direzione del suo sguardo.

Una foto mia e di Niall sulla copertina del giornale si prende beffa di me.

Il titolo “Esclusivo: Una fidanzata per Niall?” in bianco risalta mandandomi il cervello in fumo.

Deglutisco mentre qualcuno si ferma a guardarmi, trascino Will insieme a me verso l'auto, mentre ci fotografano.

“Devo tornare a casa Will, devo chiamare Niall!” dico entrando in auto seguita da lui.

Ci spostiamo dal parcheggio e faccio qualche giro intorno alla facoltà, prima di avviarmi verso casa.

Mi fermo in un posto abbastanza deserto e prendo la copia del giornale, sfoglio le dieci... ripeto dieci, pagine di giornale dedicate a noi, trovandoci scatti personali e accenni alla mia vita privata.

“Senti qua...” dice Will prima di leggere “...da quanto va avanti la relazione? Il nostro biondino ci ha nascosto la sua dolce metà per un paio di mesi ma qualcuno ci ha svelato particolari bollenti!”.

Ingoio rumorosamente mentre leggo qualche altro passo dell'articolo, qualcuno ha venduto le nostre foto e la notizia. Riconosco uno scatto in particolare, siamo io e Niall sul divano del mio appartamento, abbracciati mentre dormiamo.

“Ma questa foto...” il mio cervello cammina velocemente.

Solo una persona può aver fatto quella foto. Giro la chiave e parto facendo sobbalzare Will al mio fianco.

“Dio non posso crederci!” dico mentre accelero.

La scena che si presenta davanti ai miei occhi quando mi avvicino al mio appartamento mi fa rimanere pietrificata.

Gente. Macchine fotografiche. Gente. Altra gente.

“E adesso?” chiede Will spaventato.

“E adesso andiamo a casa” dico, mentre suono per far spostare la gente e entrare nel cortiletto del condominio.

Prendo un respiro mentre dico a Will di coprirsi il viso, non voglio trascinare dentro questa storia persone che non c'entrano niente.

“E' lei” sento dire da qualcuno.

Faccio il segno della croce sperando di riuscire ad uscire da quest'ingorgo. Non so cosa dire, ne come comportarmi, non ne ho parlato mai con Niall, così cerco di coprire con una mano anche parte del mio viso.

Qualcuno batte contro la porta, altri si limitano a fotografare. Finalmente dopo qualche minuto riesco a superarli e rilassarmi contro il sedile.

“Ringraziamo Dio che hai un cortile in questo cavolo di appartamento” dice Will abbassando il cappuccio della felpa.

“Io ora salgo su e uccido Jess” dico uscendo e chiudendo bruscamente la portiera. Will mi è subito affianco, dobbiamo passare all'esterno per entrare, ma per fortuna è proprietà privata e non possono avvicinarsi più di tanto.

Sento comunque i commenti e le domande, mi limito a raggiungere il portone e a scomparirci all'interno.

Saliamo in ascensore e nella mia mente si susseguono mille modi in cui affrontare quella grandissima... non fatemi essere volgare, di Jess.

Quando apro la porta di casa, l'odore acre di fumo mi stordisce quasi, c'è una puzza tremenda e sento qualcuno ridere, mi incammino a passo spedito in cucina seguita da Will, che storce il naso dietro di me.

Jess è girata di spalle e non mi vede subito, sta preparando una sigaretta quando sente il ragazzo seduto di fronte a lei irrigidirsi. Non l'ho mai visto e mi ritengo anche fortunata visto la faccia che si ritrova.

Si volta ridendo ancora, ma il sorriso le muore sulle labbra quando senza nemmeno parlare le tiro uno schiaffo in piena faccia.

Respiro a fatica, sembro una matta mentre prendo tutta quella roba dal tavolo e la scaravento fuori dalla finestra, buttandola giù a finire nel giardinetto della casa accanto.

“Sei impazzita?” dice il ragazzo.

“Impazzita? Fuori da casa mia immediatamente e non farmelo ripetere ancora perchè potrei buttare te dalla finestra” dico arrabbiata.

Scambia uno sguardo con Jess e abbassando la testa esce fuori con la coda tra le gambe.

La mia coinquilina si morde le labbra, intrappolata.

“Senti...”

“Non ci provare nemmeno, sei una grandissima stronza, hai tradito me e Louis... a lui non ci pensi? O giusto, ti sei avvicinata a lui per i soldi vero? E' lo stesso motivo che ti ha spinto a vendere la notizia al The Sun vero? Quanto ti hanno dato eh?” dico battendo una mano sul tavolo e facendola sobbalzare.

“Per cosa ti servivano? Per comprare questa merda?” dico avvicinandomi di più.

Non risponde, è troppo fatta per capire anche il suo nome ma non mi importa assolutamente.

“Rispondimi” dico scuotendola.

Sento un braccio circondarmi la vita e i miei occhi si riempiono di lacrime.

“Ehi basta così, ti conviene chiamare Niall!” dice Will dolcemente mentre Jess si accuccia a terra e si prende il viso tra le mani.

La sorpasso senza parlare e raggiungo la mia stanza da sola, prendo un respiro poggiandomi alla porta e digito velocemente il numero di Niall, vorrei averlo qui in questo momento per affrontare tutto insieme.

“Ehi piccola” risponde, sembra tranquillo, forse non sa ancora niente.

“Niall” sospiro cercando di trattenere il pianto.

“Ehi, ehi amore... che succede?” lo sento allarmato.

Sento le voci dei ragazzi in lontananza e “Niall, sanno tutto, sul The Sun c'è un articolo su di noi...” la mia voce si incrina verso la fine e distrattamente lo sento imprecare.

“Cosa? Com'è possibile? Nessuno ci ha visti da nessuna parte... cosa? Sei a casa ora?” dice accavallando le frasi l'una sull'altra.

“Si...si sono qui, possiamo vederci su Skype?” chiedo accendendo il computer.

Mi risponde di si e così chiudiamo la chiamata, poco dopo la sua testa bionda appare sullo schermo, dietro di lui i ragazzi mi fissano curiosi.

“Babe?” mi chiama e io guardo Louis.

Come faccio a dirgli tutto adesso?

La porta della mia stanza si apre di scatto e Will fa il suo ingresso con un “Vieni a picchiarla” esasperato.

Si accorge del computer e si blocca alla porta, sorride alzando una mano mentre Niall alza un sopracciglio.

Non hanno avuto grandi rapporti di persona, ma nonostante la tendenza sessuale di Will, lui ne è comunque un po' geloso, ne sono certa.

“Ciao” dice comunque gentile mentre Will si avvicina al mio fianco.

“Potete spiegarmi cos'è successo?” dice Liam preoccupato.

Guardo Will qualche secondo e poi annuendo inizio a raccontare tutto, il mio amico corre a prendere la copia del giornale per farla vedere ai ragazzi, le loro espressioni si susseguono dal sorpreso, all'incredulo, al preoccupato.

“Sono cose private, come hanno fatto a venirne a conoscenza?” chiede Harry.

“Qualcuno ha venduto le notizie al giornale” dico abbassando lo sguardo.

“E scommetto sai chi è!” dice Zayn incitandomi a parlare.

“Amore” mi richiama Niall “mi dispiace, dovevamo far uscire piano piano qualche nostra foto per non creare questo polverone, accidenti!” dice passandosi una mano tra i capelli.

“No, non è tua la colpa. Assolutamente!” dico risoluta.

“Direi che la colpa è di Jess” se ne esce Will al mio fianco.

Lo guardo incredula e scuoto la testa mentre vedo Louis irrigidirsi nello schermo.

“Cosa c'entra Jess?” chiede con tono piatto.

Sono indecisa se parlare e raccontare tutto, non perchè voglia proteggere Jess, ci mancherebbe, ma non mi va di vedere quell'espressione afflitta sul viso di Louis.

“Lo sapevo che era una stronza, l'ho lasciata qualche giorno fa perchè mi ero accorto che c'era qualcosa che non andava, è colpa mia ragazzi, mi dispiace!” dice prendendosi una colpa che non gli spetta.

“Ehi Lou, non dirlo nemmeno per scherzo, non c'entri niente e lo sapiamo benissimo, Jess pagherà le conseguenze di tutto, lasciami solo parlare con i manager” dice Niall, rivolgendosi a me alla fine.

Annuisco tranquillizzandomi leggermente, anche se il baccano che si sente nel cortile mi fa sobbalzare.

“Ci sono i giornalisti?” chiede spaventato.

“Ci hanno perseguitato dalla facoltà in realtà!” dice Will.

“Mi dispiace anche per te Will” dice Louis mortificato.

“No, io non c'entro niente e non è colpa tua, per la cronaca la ragazza qui accanto le ha tirato una sberla che ricorderà per il resto della vita!” dice facendo ridere i ragazzi che chiedono i dettagli.

Passiamo un po' di tempo a parlare e mi rilasso un pochino con loro, Jess dorme nella sua camera e devo costringermi a rimanere seduta per non andare a imprecarle contro.

“Will tu puoi restare lì questa sera?” chiede Liam.

“In realtà no” mi guarda “Ho un impegno ma posso rimandare!” aggiunge.

“No, non preoccuparti per me” mi affretto a dire.

“Facciamo così, ti ricordi dov'è casa mia?” chiede Liam.

Annuisco mentre Niall lo guarda complice. E' incredibile, riescono a capirsi con uno sguardo.

“Casa mia sarà piena di giornalisti, nessuno ti cercherà da Liam” afferma.

“Dico a Sophia di farti compagnia, a Jess non preoccuparti, se ne occuperanno i piani alti!” dice protettivo e risoluto.

“Prendi qualcosa per un paio di giorni!” dice Zayn e annuisco anche a lui.

“Mandiamo i rinforzi così potrai uscire ok?” mi avverte Niall prima di staccare, domani hanno una giornata piena e da loro è ora di mettersi a letto.

“Ti amo” sussurra prima di scomparire dalla mia vista.

Rimango a fissare per un po' lo schermo, poi con forza spengo tutto e inizio a preparare una valigia.

Will mi dà una mano a infilare vestiti, scarpe, libri e tutto quello che potrebbe essermi utile.

Non so per quanti giorni resterò lì, così prendo più cose di quelle che effettivamente utilizzerò, ne sono certa.

Guardo la mia stanza e sospiro prima di chiudere la porta alle mie spalle, Will mi stringe e mi lascia un bacio sul capo prima di mettere un paio di occhiali di camuffarsi e scendere con la mia valigia, non dovrebbero essere in grado di riconoscerlo.

Aspetto nell'ascensore il suo squillo, vedo qualche poliziotto allontanare i giornalisti e qualche curioso, prendo un respiro ed esco, per affrontare un nuovo capitolo della mia vita.

La vibrazione del cellulare mi fa bloccare prima di salire in macchina.

 

Da: Niall

A: Serena

Vorrei stringerti e dirti che andrà tutto bene, ti amo, non dimenticarlo mai.”

 

E infondo potrei affrontare tutto se questo significa avere Niall al mio fianco.




__________________________________________________________________________________________
Happy birthday to yoooou.
Happy birthday to yooouuuuu.
Happy birthday dear Niaaaall
Happy birthday to yooooooooooooooou!
Ok ho finito, ma il mio patatino fa 21 anni oggi *-*
Come potevo non postare oggi? Ormai mi conoscete bene ahah
Spero che il capitolo vi piaccia e spero di aver risolto qualche vostro dubbio su Jess... è una str***a.
Vi ringrazio come sempre per tutte le vostre bellissime parole e i vostri complimenti, siete dolcissime!
Se qualcuno non lo sapesse ho postato la prima parte di una ONE SHOT ieri, fatemi sapere cosa ne pensate: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2823523&i=1

Un abbraccio, Serena.
 

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Capitolo 25
*** Capitolo venticinque ***


.The Maid.

Capitolo 25



 

Le amicizie non si scelgono mai per caso.

 

 

 

 

 

Le settimane dopo l'incidente con Jess, chiamiamolo così, sono state una corsa continua, mi sono svegliata all'alba e a volte non ho nemmeno mangiato, ho studiato e condiviso con Sophia la casa di Liam. Mi sentivo e mi sento tutt'ora fuori luogo, ma è l'unico posto in cui al momento posso stare in tranquillità. Non esco di casa da esattamente dieci giorni, se ve lo state chiedendo, la risposta è no, non sono sul divano, con cartoni di pizza attorno e i capelli unti. Mi sono lavata!

Scherzi a parte, domani ho l'ultimo esame della mia carriera universitaria e se non fosse per Niall credo che sarei già morta.

 

 

Da: Niall

Babe, stai tranquilla, andrà tutto bene domani, non farti prendere dal panico!”

 

 

Ecco, questo è uno dei tanti messaggi che mi ha mandato, ora è sul palco, per le prove del concerto di questa sera e io... io sono ancora qui con gli appunti tra le mani a mangiarmi le unghie e a farmi mille complessi, tipici degli studenti universitari.

La porta dell'appartamento si apre e Sophia mi fissa scuotendo la testa.

“Sei ancora lì?” dice appoggiando dei sacchetti sulla poltrona.

“Sono ancora qui” confermo.

Condividere la casa con lei è stata un'esperienza fuori dalle righe, eravamo in imbarazzo all'inizio. Si ok, ci conoscevamo già, ma vivere a contatto tutti i giorni con una persona non è la stessa cosa!

Poi però, scherzando abbiamo iniziato ad aprirci un po'. Una sera mentre stavamo mangiando abbiamo scoperto di seguire parecchie serie Tv entrambe, così piano piano siamo finite a ridere e scherzare sui nostri personaggi preferiti di Teen Wolf e a crogiolarci perchè, diavolo, dopo tutto questo tempo non ancora sappiamo chi è A in Pretty Little Liars!*

Dalle cose futili siamo passate piano piano a parlare di cose serie, non sono una ragazza che si lascia andare facilmente a raccontare la propria vita, ma delle volte è più semplice aprirsi con una persona che si conosce da poco, piuttosto che con qualcuno che si conosce da una vita! Forse è per questo che mi sono ritrovata a piangere davanti a lei, un pianto dovuto più allo stress accumulatosi che da altro, ma sono rimasta piacevolmente sorpresa quando dopo un attimo di smarrimento, lei si è avvicinata ad abbracciarmi.

Sorrido al ricordo e mi alzo per aiutarla a sistemare tutte quelle buste e perchè sono curiosa di sapere cos'ha comprato.

“Hai fatto spese eh?” dico mentre lei mi fa vedere un maglioncino bianco e nero davvero carino.

“Ho avuto una giornataccia, direi che lo shopping è la cura a tutte le malattie e infatti...” mi guarda sorridendo e tira fuori una busta dalla sua borsa.

La fisso curiosa mentre si trattiene dal ridere e “Dunque, potrei avere qualche contatto nei One Direction” dice ridendo mentre mi stende la busta.

La apro sospettosa per poi guardarla incredula, con una mano alla bocca.

“Accidenti, Niall mi aveva detto di riprendere la scena!” dice ridendo.

“Ma sono i biglietti per il concerto di dopodomani in North Carolina” dico ancora incredula.

Lei ride scuotendo la testa prima che io le salti addosso abbracciandola.

“Vi siete messi tutti d'accordo eh?” chiedo.

“Si, è stato divertente! Poi la tua faccia è impagabile, giuro! Saremmo andate comunque da loro ma Niall mi ha detto che vuoi goderti i concerti e allora ti ha fatto arrivare i biglietti, sono a sedere però, io non credo che sarei in grado di resistere al prato!” dice storcendo la bocca in una smorfia.

“Bè è un'esperienza da fare, fidati! Ma comunque non mi sembra il caso di farlo al concerto dei nostri ragazzi, potremmo morire in effetti!” dico ironica.

Scoppiamo a ridere per poi sederci sul divano e “Scusa se sono tornata così tardi, ho incontrato mia sorella e ho cenato con lei, tu hai mangiato?” chiede sorridendo.

Io annuisco e “Non ti preoccupare, non devi di certo chiedermi scusa” dico sorridendo.

Ci sistemiamo meglio e guardiamo l'orologio, poi automaticamente come ogni sera accendo Skype e aspettiamo.

E' diventata ormai una routine per noi, aspettiamo che sullo schermo appaia una chiamata in arrivo e ci fondiamo contente a rispondere, per parlare un po' con Liam e Niall.

Perchè ci si può stancare durante la giornata, ci si può incazzare, ci si può annoiare o altro, ma il momento migliore è sicuramente quando due sorrisi sinceri si aprono davanti a noi e “Eccoci” sentiamo dalle casse del computer.

Ho sempre pensato che le storie a distanza fossero una finzione, perchè andiamo, come si può stare mesi senza vedere l'altra persona?

Eppure in queste settimane mi sono accorta che l'amore, quello vero, non ha distanze.

Sembra una frase fatta, eppure è realmente così, il cuore batte anche più forte alcune volte, c'è sempre quell'ansia di rivedere la persona amata, cosa che molte volte non si trova nelle storie quotidiane.

Certo, la maggior parte delle volte è difficile avere un oceano di distanza dalla persona che ami, non sono ipocrita e non starò a dire che non piango la notte, a volte anche il giorno e che non mi manca, anzi... mi manca come l'aria, ma va bene così, perchè è Niall e per lui farei di tutto.

C'è una frase che ho sempre amato e che dice:


 

Imparai che quando un muro si presenta sul nostro cammino è per una ragione, Ogni ostacolo, ogni muro di mattoni, è lì per un motivo preciso. Non è lì per escluderci da qualcosa, ma per offrirci la possibilità di dimostrare in che misura ci teniamo**

 

 

Ecco, per me questa è una verità assoluta, in qualsiasi cosa, se alla fine di un percorso tortuoso e pesante c'è la felicità, allora perchè arrendersi?

Si stringono i denti, ci si fa carico di ogni cosa che può esserci utile e si scalano quegli ostacoli.

E se il mio ostacolo è la lontananza, affronterò quella, con le unghie e con i denti, perchè Niall ne varrà sempre la pena.

“Sei pronta per domani?” chiede mentre mi riscuota dai miei pensieri e scrollo le spalle.

“Ma dai, hai studiato, vedrai che andrà benissimo!” dice Sophia al mio fianco.

“In realtà ora sa più lei gli argomenti che io!” dico facendo ridere i ragazzi.

“Questo solo perchè è la mia ragazza” dice Liam facendomi poi la linguaccia.

Rimaniamo a ridere un po' e loro ci raccontano la loro giornata, tra qualche ora saliranno sul palco e sono come sempre elettrizzati, noi li guardiamo sognanti e orgogliose di quello che fanno e di quello che sono.

“Comunque” dico richiamando l'attenzione.

“Dopo domani ci vediamo!” urlo facendoli scoppiare a ridere.

“Le hai dato il biglietto?” dice Niall contagiandoci con la sua risata.

“Si, mi sono dimenticata di riprenderla ma la sua faccia era pazzesca!” mi prendono in giro per un po' come se io non fossi lì, con tanto di braccia incrociate e sguardo corrucciato.

“Dai amore, noi scherziamo!” dice Niall teneramente e per quanto mi sforzi, il cuore non riesce a non tremare ogni volta che mi chiama amore.

“Domani impegnati all'esame, altrimenti niente concerto!” dice Liam con fare da papà.

“Si, daddy!” dico facendogli una pernacchia.

“Ora amore, trovati qualcosa da fare e lasciamo un po' soli Soph e Liam, su!” dico alzandomi e lasciando un bacio sulla guancia della ragazza al mio fianco, che mi sorride grata.

So che questa settimana è stata dura per lei e che Liam le è mancato tanto, così ogni sera cerchiamo di lasciarli qualche minuto da soli, se così si può dire.

“Ok, ok, vado in corridoio e ti chiamo” dice mandandomi un bacio velocemente.

Liam mi saluta con un sorriso e poi mi avvio verso la “mia” stanza.

Mi siedo sul letto, accendo la luce soffusa sul comodino e aspetto la chiamata di Niall, che non tarda ad arrivare.

“Piccola” dice a bassa voce.

“Dove sei?” chiedo chiudendo gli occhi.

“Sono sgattaiolato fuori dalla stanza, ma non posso farmi vedere qui, così mi sono nascosto dietro una colonna alla fine dell'ala in cui ci troviamo” dice mantenendo quel tono basso e rassicurante.

“Ormai conosci tutti i nascondigli di quell'albergo” dico facendolo ridacchiare.

Restiamo qualche minuto in silenzio, mi fermo ad ascoltare il suo respiro regolare e “Mi manchi” sento dall'altro capo del telefono.

Sembra rassegnato e io mi mordo il labbro inferiore prima di rispondere con un “Mi manchi tanto anche tu”.

Ma so che tocca a me rassicurarlo, così “Ma tra qualche giorno ci vediamo e poi mi rispedirai a Londra a calci per quanto ti darò fastidio” dico ridendo.

“Mmh, si può essere!” dice facendo finta di essere serio.

“Ehi” lo rimprovero “tu dovevi dire... no amore, tu non mi dai mai fastidio!” dico scimmiottando la sua voce.

Lui scoppia a ridere, forse troppo rumorosamente perchè poi lo sento imprecare sottovoce.

“Ti hanno scoperto?” chiedo preoccupata.

“C'è qualche fan all'inizio del corridoio, ma c'è Paul, non possono avvicinarsi!” dice.

“Le hai salutate? Lo sai che per loro è importante!” rispondo.

“Certo che le ho salutate amore, per chi mi hai preso?” dice fingendosi offeso.

“So che sei meraviglioso, non preoccuparti!” dico sorridendo.

“Adoro quando mi fai i complimenti!” dice facendomi ridere.

“Lo so! Ora devo staccare però, tu hai un concerto e io devo dormire altrimenti domani non mi ricorderò nulla!” dico dispiaciuta.

“Hai ragione, però prima devo farti una domanda importante!” dice serio.

“Che succede?” chiedo preoccupata.

“Mi ami?” dice teneramente e io sorrido.

“Certo che ti amo!” rispondo dolcemente.

“E... e quanto mi ami?” dice con voce da bambino.

“Mmh... facciamo così, ti amo all'infinito più settecentomilacinquecentomilionidimiliardi di liquirizie Haribo” dico facendolo ridere.

“Quanto siamo scemi da uno a dieci?” dice continuando a ridere.

“Tanto amore, effettivamente ho sempre pensato che ci mancasse qualche rotella!” dico godendomi il suo buon umore.

“Dai, metti il pigiama che ti canto qualcosa per farti addormentare” dice e io annuisco anche se lui non può vedermi.

Cantare per me prima di dormire è qualcosa che ci fa sentire più vicini, così ogni sera mi metto a letto lasciando che la sua voce mi accompagni durante la notte.

“Sogni d'oro” dice mentre io già sento le palpebre pesanti.

“Ti amo” rispondo solo, poi chiudo gli occhi e mi lascio trasportare nel mondo dei sogni.

 

 

 

 

Pov di Niall

 

Chiudo il telefono quando sento il suo respiro regolarizzarsi, sorrido e mi alzo dal pavimento, passo una mano sui pantaloni e mi dirigo verso la mia stanza.

Liam è steso sul letto a fissare il soffitto, mi avvicino piano a lui e mi stendo a qualche centimetro da lui.

Liam in questi quattro anni di One Direction è sempre stato quello che si è preso costantemente cura di tutti noi, non parla mai a sproposito, ha sempre qualcosa di importante da dire o da consigliarti ed è per questo che quando lui è giù noi ci preoccupiamo più del lecito.

“E' tutto ok?” chiedo.

“Si, stavo solo pensando a quanto siamo fortunati a fare quello che facciamo” risponde accennando un sorriso.

“Già, io non mi immagino a fare nient'altro!” dico serio.

“Sai, a volte mi chiedo se è questa la cosa giusta, ma poi penso alla musica, ai concerti, a chi ci sostiene costantemente e cavolo Niall, ti rendi conto dove siamo arrivati?” dice girandosi a guardarmi.

Sorrido e annuisco “Mi sembra surreale alcune volte” dico sincero.

“A chi lo dici, io spero che duri ancora per molto” dice dando vita alle sue parole.

Lo abbraccio e mi lascio coccolare da lui, forse delle volte, agli occhi degli altri le amicizie nella band possono sembrare equivoche, ma siamo soltanto ragazzi come gli altri, con dei sentimenti reali, non siamo di certo bambolotti di plastica.

“Durerà per tanto tempo, fidati!” dico facendolo ridacchiare.

“Ora prepariamoci, abbiamo una folla da far divertire!” dico balzando giù dal letto.

Il concerto è in assoluto la parte più bella di quello che facciamo, ci divertiamo come pazzi e ci sentiamo amati da ogni singola persona accorsa per sentirci cantare.

“Hai ragione, il palco è meglio di una medicina per il mal umore!” dice seguendomi al di fuori della stanza.

“Di la verità, sei dispiaciuto perchè domani sera non dormiremo nella stessa stanza!” dico toccandogli la spalla e facendo il drammatico.

“Dannazione, mi hai beccato!” dice prima di aprirsi in un sorriso sincero, uno di quello che piace a Serena. Il solo pensiero mi fa storcere il naso.

“Evita di sorridere così tanto davanti a Serena, grazie!” dico a metà tra lo scherzoso e il serio.

“Cavoli e io che pensavo che dormisse con me!”

“EHIIII! Rimangiati immediatamente quello che hai detto o lo dico a Sophia!” dico stizzito mentre lui continua a ridere.

Scuoto la testa, almeno gli ho fatto passare il mal umore.

Continuiamo a punzecchiarci scherzosamente, faccio finta di tenergli il muso così mi abbraccia da dietro e mi fa girare in tondo ridendo.

“Andiamo Nì, lo sai che io ti prendo solo in giro!” dice teneramente mentre mi appoggia a terra.

“Lo so Payno, ma così ti ho fatto distrarre e ti ho fatto anche ridere!” dico infilando un dito nella sua guancia soffice.

Lui mi sorride grato prima di raggiungere insieme gli altri, per un'altra serata targata One Direction.

 

 

 

 

 

*Teen Wolf e PLL, sono due serie tv americane che io adoro e seguo costantemente,la prima è sui lupi mannari ma fidatevi, è BELLISSIMA! La seconda invece, bè... se vi piacciono i misteri fa per voi!

**La frase è tratta dall'ultima lezione universitaria “Last Lecture” di Randy Pausch, un informatico statunitense, che qualche mese dopo è morto di cancro, se avete la possibilità e la voglia, cercate il video su youtube, è veramente qualcosa che ti lascia dentro un segno.


HELLO PEOPLEEEE!
Come state tutti? Eccomi qui con l'aggiornamento, ho voluto dare rilievo alle amicizie, a quelle create da poco e a quelle durature, dopo il capitolo scorso e la delusione per Jess ci voleva un pò di sana e pura amicizia.
Spero che vi sia piaciuto, è un pò di passaggio ma ci vogliono anche capitoli così!
Vi annuncio che il prossimo capitolo sarà l'ultimo prima dell'epilogo finale.
*si strappa i capelli* questa storia mi mancherà tantissimo!
Nel prossimo capitolo, vi anticipo che ci sarà un salto temporale di 6/7 mesi e... niente, ho deciso di finire la storia perchè altrimenti vi annoiereste tantissimo, credo sia arrivato il momento di mettere un punto anche alla stesura di The Maid, ho cercato di prolungarla perchè ci sono affezionata, ma so che siamo agli sgoccioli, quindi... bè, se vi va ti farmi sapere cosa ne pensate di questo capitolo mi farebbe veramente piacere!

Ah, un chiarimento: per i concerti, so che nella storia ci troviamo a gennaio e il tour nella realtà non era cominciato, ma mi serviva il tour a gennaio, quindi perdonatemi questa mancanza di credibilità! :)
Un bacione a tutti e come sempre trovate i miei contatti Twitter/Ask e Facebook sul mio profilo o nei capitoli precedenti, scrivetemi pure, a me fa piacere!
A presto,
vostra Sere.

 

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Capitolo 26
*** Capitolo ventisei ***


Note iniziali: Ciao dolcezze, vi rubo qualche secondo prima della lettura per darvi il link della nuova fan fiction su Liam, mi farebbe veramente piacere sentire cosa ne pensate http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2874894&i=1



.The Maid.

Capitolo 26

 



 

A tutte voi che leggete
e sognate insieme a me




Eravamo insieme, tutto il resto del tempo l'ho scordato

 

 

 

 

La gente cammina attorno a me nervosamente, l'intero dipartimento di grafica è in subbuglio per le imminenti lauree.

Ho indossato il mio vestito elegante più bello, un tubino grigio con una decorazione floreale all'altezza del petto. Continuo a maltrattare le mie povere mani senza darmi pace.

Sono sempre stata una persona piuttosto ansiosa nella vita, quindi quando il familiare dolore allo stomaco si presenta, non mi stupisco più di tanto.

Qualche minuto più tardi un professore ci invita ad entrare nell'aula magna, ci vengono consegnate le nostre tonache nere con annesso capellino, come lo chiama Niall.

Già, Niall.

Spero di vederlo tra la folla che ci aspetterà fuori durante la cerimonia.

Sono passati mesi da quando ci siamo visti l'ultima volta, complici i suoi impegni con il tour e i miei preparativi per la laurea, dal concerto in America ci siamo visti altre tre volte e sono passati quasi sette mesi.

Ho sofferto tanto la lontananza, come l'ha sofferta lui. Abbiamo passato ore al telefono, ore in video-chiamate, ma niente è come un abbraccio prima di dormire ed ora non so se sono più nervosa per la fine di questa fase della mia vita o perchè non so se lui ci sarà o meno.

Negli ultimi giorni non mi ha dato una risposta concreta, anzi ha sviato più volte la conversazione e così eccomi qui, cercando di respirare, mentre cerco Will pochi passi dietro di me e gli sorrido.

Il presidente della facoltà sta tenendo uno dei suoi noiosissimi discorsi su quanto la facoltà sia orgogliosa degli studenti di quest'anno e tutte quelle cose che si devono dire durante una cerimonia di questo tipo.

Io sto sentendo caldo e non riesco a stare ferma per più di due secondi nella stessa posizione, mi guardo intorno con occhi attenti mentre veniamo chiamati sul piccolo palco allestito per l'occasione.

Ci vogliono esattamente due minuti, il tempo di prendere posizione e alzare il viso verso la platea per accorgermi di lui.

Sento una fitta allo stomaco e sorrido, esiste qualcuno più bello di lui?

Ha i capelli leggermente scompigliati, gli inseparabili occhiali da sole e un sorriso in volto appena si accorge del mio sguardo su di lui.

Alza una mano teneramente e io mi apro in un sorriso ancora più grande. Ha una camicia azzurra sopra dei pantaloni eleganti, è perfetto.

Mi muovo come se non avessi altro da fare nella vita che andare da lui, ho fretta di finire tutto, non mi importa niente di quello che sta succedendo accanto a me, anche se so che dovrei prestare attenzione ma non ce la faccio. Quando il rettore finisce di parlare, c'è qualche minuto di smarrimento, poi è tutto un “congratulazioni” a destra e sinistra.

E vado di fretta anche qui, abbraccio Will qualche secondo poi lo lascio tra le braccia della sua famiglia e mi affretto a sorpassare gente per raggiungerlo.

Mi fermo a qualche passo da lui e il cuore batte forte, fortissimo in petto. Qualcuno deve averlo riconosciuto perchè posso vedere i flash susseguirsi sul suo volto ma non se ne cura, porta gli occhiali sulla testa e mi sorride.

Cammina lentamente fino a raggiungermi e se possibile il suo sorriso diventa ancora più grande.

“Sono orgoglioso di te” è questa la prima cosa che dice e io, con gli occhi velati dalle lacrime, mi butto tra le sue braccia aperte che non tardano a stringersi intorno al mio corpo.

Casa. E' questo che respiro affondando la testa nel suo petto, sorride e respira a pieni polmoni l'odore dei miei capelli e “Mi sei mancata così tanto” dice.

“Anche tu amore, anche tu!” dico lasciandomi cullare fino a quando una voce conosciuta mi arriva alle orecchie.

Mi stacco imbarazzata voltandomi verso il relatore della mia tesi e porto una ciocca dei miei capelli castani dietro l'orecchio.

“La lascio festeggiare, volevo solo ricordarle che in settimana potrebbe ricevere delle telefonate di lavoro se qualcuna delle agenzie a cui abbiamo mandato il curriculum la riterrà interessante, si tenga libera” dice porgendomi poi la mano che stringo prontamente.

“Certo, la ringrazio ancora!” dico prima di vederlo accennare un saluto e scomparire dalla nostra vista.

Rimango qualche secondo a fissare il punto dov'è andato via e poi mi giro sorridendo verso il mio ragazzo, faccio in tempo a stringere la sua mano che mi ritrovo avvolta dall'abbraccio di mia madre.

Mi sono perfino dimenticata la mia famiglia! Sono un caso disperato!

Ricambio l'abbraccio mentre vedo Niall sorridere accanto a me. Abbiamo parlato spesso di un viaggio per incontrare la mia famiglia, ma come sempre non siamo riusciti a fare nulla.

Spero che d'ora in avanti le cose si aggiustino perchè non credo di farcela senza di lui, questi mesi sono stati insopportabili.

“Auguri tesoro” mi dice mia madre prima di lasciare il posto all'abbraccio di mio padre.

Mi lascio stringere anche da mia sorella e un lieve imbarazzo cade quando sorridendo mia madre guarda Niall.

“Ecco... si” dico grattandomi la nuca mentre Niall scoppia a ridere e scioglie tutti dall'imbarazzo.

Perchè quando Niall ride riscalda la vita delle persone e su questo non ci sono dubbi.

“E' un piacere conoscerti” dice mio padre sorridendogli.

Lui ricambia la stretta prontamente e a giudicare dal modo in cui la sua mano trema quando torna lungo il suo fianco, quello che sta passando dev'essere peggio di tutte le prove affrontate con la band. Così gli stringo la mano e gli sorrido, i miei genitori e mia sorella lo fanno sentire a suo agio immediatamente, così quando gli propongono di venire a pranzo con noi per festeggiare lui accetta volentieri e io tiro un sospiro di sollievo.

“E' un problema se viene anche Basil? Non posso andare in giro da solo...” dice mortificato e io scuoto la testa.

“Scherzi? L'avevo messo già in conto!” risponde mia madre per me.

La guardo sorpresa e lei si giustifica subito con un “Ho fatto qualche ricerca!” alzando le spalle.

Guardo mia sorella scuotendo la testa e “Da quando sa usare internet?” le chiedo scatenando le risate di tutti.

Così ci siamo ritrovati venti minuti dopo ad entrare in un ristorante elegante con un tavolo prenotato per noi. Niall di certo non passava inosservato e forse è anche grazie a lui che siamo riusciti a pranzare con uno dei vini più costosi del menù, offerto gentilmente dalla casa.

“Dovrò lasciargli qualche autografo!” dice Niall mentre aspettiamo l'arrivo della prossima portata.

Annuisco mentre lui poco dopo intavola una discussione sul calcio con mio padre e Basil.

Li guardo sorridendo prima di intromettermi nella conversazione di mia madre e mia sorella e farmi raccontare gli ultimi pettegolezzi del mio paese di nascita.

Vengo interrotta dal suono del mio telefono che mi avvisa dell'arrivo di un messaggio.

 

Da: Liam

Ciao Dottoressa!

Volevo farti gli auguri per questo traguardo, ci vediamo presto te lo prometto!

Ti voglio bene Sere, sono contento di averti conosciuto!”

 

 

Sorrido con le lacrime agli occhi catturando l'attenzione del tavolo e “Tutto bene?” chiede Niall avvicinandosi a me. Annuisco.

“E' Liam che mi fa gli auguri” dico prima di digitare velocemente la risposta.

“Ok” dice accennando un sorriso.

“Nì” dico poggiando la mano sulla sua gamba “...esisti solo tu” dico.

Sorride voltandosi poi a guardarmi e sembra un bambino.

Gli scompiglio leggermente i capelli e borbotta qualcosa prima di catapultarsi sulla fetta di torta che la cameriera, troppo gentilmente per i miei gusti, appoggia davanti a lui.

“Vedi, sono io quella che dev'essere gelosa!” dico rubandogli una fragola.

“Non devi, io mi faccio rubare il cibo solo da te!” dice aprendosi in uno dei suoi sorrisi mozzafiato.

Annuisco e in fondo so che quello è uno dei suoi modi per dimostrarmi il suo amore.

“E' arrivato il momento dei regali!” dice mia madre porgendomi una busta e un pacco.

Scarto ansiosa, strappando la carta rossa e trovandomi la scatola di un nuovo computer, sorrido ringraziando i miei. Qualche giorno fa il mio vecchio pc mi ha abbandonato quindi direi che il regalo è più che giusto. Mia sorella mi regala una bellissima penna con cui “Ci firmerai il tuo contratto di lavoro” dice.

L'abbraccio stretta prima di fare lo stesso con i miei genitori e dentro di me mi riprometto di impegnarmi per renderli orgogliosi.

Mi risiedo accanto a Niall e lui annuncia che il suo regalo era troppo grande per portarselo dietro così me lo darà più tardi.

“Cos'è?” gli chiedo curiosa stringendo il suo braccio.

“Non te lo dirò” dice ridendo.

“E dai Nì” dico sbattendo le ciglia.

“Non ci provare, non mi comprerai!” dice risoluto e io sbuffo incrociando le braccia.

“Dai, se è una sorpresa non insistere” dice mia madre e io la guardo imbronciata.

“Tu dovresti essere dalla mia parte mamma!” dico scuotendo la testa mentre Niall ride ancora.

E credo che potrei innamorarmi di questo suono ancora e ancora, senza stancarmi mai.

“Bisogna sempre ascoltare la mamma” dice lui trattenendo un sorrisino.

“Si, va bene” dico accontentandolo e mentre tutti tornano a parlare, mi avvicino all'orecchio per sussurrargli un “Dopo me la paghi biondino”.

“Non vedo l'ora” dice a bassa voce per farsi sentire solo da me. Mi affretto a prendere il bicchiere e bere un sorso di vino per nascondere il rossore e poi lascio che la sua mano copra la mia sul tavolo beandomi del suo calore.

 

 

Pov di Niall

 

 

Tu sei lei e lo sei sempre stata

 

 

 

Saluto con un abbraccio la sua famiglia e mi infilo in macchina concedendo a Serena qualche minuto da sola con i suoi. Li abbiamo accompagnati al loro hotel che sono quasi le quattro del pomeriggio, il resto della giornata ho voglia di passarla con la mia ragazza e in realtà ho già in mente tutto.

La porta accanto alla mia si apre e Serena saluta un'ultima volta con la mano prima che Basil sfrecci per strada.

“Allora... dove andiamo di bello?” chiede sorridendo.

“Mmh, potrei dirtelo, ma poi dovrei ucciderti!” dico ridendo.

“Oh...” dice sorridendo “...fa parte della sorpresa?”

“Fuochino” dico io muovendo la mano per indicarla che c'è quasi.

Ci lasciamo Londra alle spalle e la vedo spremersi per arrivare ad una conclusione e indovinare la sorpresa. Mi viene da ridere e così mentre continua a parlare, parlare e parlare le tappo la bocca con la mia. La sento sussultare mentre Basil ride alzando poi il divisorio oscurato tra noi e lui. Sento distrattamente la musica provenire dalle casse e mi appunto mentalmente di dare una pacca sulle spalle di Basil all'arrivo.

“Era un modo carino per dirmi di stare zitta?” chiede staccandosi leggermente.

Annuisco prima di chiudere gli occhi e lasciarmi andare verso di lei. Si tira indietro fino ad appoggiarsi contro la portiera dell'auto, non ho intenzione di fare nulla visto che siamo in macchina con un'altra persona ma ho intenzione di rimanere stretto a lei per il resto del viaggio.

Così allungo gli schienali indietro in modo che possiamo stenderci e “Vieni qui” dico indicandole il petto. Non se lo fa ripetere due volte e si accoccola contro il mio corpo. Chiudo gli occhi beandomi del calore della nostra pelle a contatto, sono stati lunghi questi mesi senza vederci quasi mai, eccetto rare occasioni, e quelli che dicono che la lontananza rovina i rapporti non hanno ragione, è difficile si, ma è in grado di farti capire se l'altra persone la ami veramente o no.

E io la amo, ho aspettato così tanto per avere qualcuno con cui condividere la mia vita che mi sembra surreale stringere un corpo caldo tra le braccia, eppure mi sento bene, mi sembra che accanto a lei non mi manchi nulla e cos'è questo se non amore?

Non è amore alzarsi la mattina e sperare di vederla girare per casa con la tua maglia addosso?

Non è amore chiudere gli occhi e desiderare un suo bacio?

Non è forse amore quando il cuore ti batte veloce all'udire la sua voce?

La amo.

La amo così tanto che a volte sembra faccia male.

“Stai bene?” mi chiede.

“Si, piccola, sto bene” dico lasciandole un bacio tra i capelli.

Le accarezzo dolcemente la schiena e lei si lascia sfuggire un gemito di apprezzamento.

“Grattini” sussurra e io alzo gli occhi al cielo, mi ha incastrato.

“Dai, li voglio io i grattini” dico staccandomi da lei e voltandomi di schiena.

Lei ride e mi fa il solletico prima di riempirmi di insulti perchè “Con quegli occhi da cucciolo non riesco mai a dirti di no”.

Scoppio a ridere e mi lascio coccolare dalle sue mani calde.

 

 

Arriviamo a destinazione che sono ormai le sei, siamo in estate e il sole è ancora alto in cielo, così quando Serena mette piede fuori dall'auto i colori accesi dei fiori e il riflesso dell'acqua le fanno chiudere gli occhi. Sbatte più volte le palpebre prima di rendersi conto della casa dietro di lei. E' completamente di legno, una veranda con un dondolo ci donano una visuale perfetta sul lago alle nostre spalle.

“E' bellissimo” dice lei fermandosi ad annusare un fiore dal vaso accanto ai pochi gradini che ci dividono dall'ingresso.

“Ti piace?” chiedo e lei annuisce vigorosamente.

“Bè, sono contento perchè questo è il tuo regalo di laurea!” balbetto un po' mordicchiandomi le unghia per paura della sua reazione.

“Cosa?” dice guardandomi con gli occhi sgranati “Io... non... è troppo Niall!” dice guardandosi intorno.

Prendo un respiro e “Ho voluto fare un regalo alla mia ragazza quindi accettalo e basta” dico alzando di poco il tono di voce.

“Ma...” prova a dire ma io abbasso lo sguardo ferito e questo sembra farla zittire.

“Grazie” dice infine.

“Eh?” dico alzando gli occhi su di lei.

“Ho detto grazie, per il super regalo!” dice sorridendomi.

Si avvicina abbracciandomi forte “Sai che non mi piacciono i regali costosi, non voglio sembrarti un' approfittatrice, non sto con te per i soldi ma so che è importante per te quindi grazie” dice sorridendomi.

“Ma non mi hai chiesto niente tu, sono io che voglio farti un regalo come si deve, posso permettermelo, non hai letto che sono tra i più ricchi d'Inghilterra?” dico facendola ridere.

“Non sei solo la mia ragazza, la mia donna, sei parte di me Sere... non voglio essere sdolcinato ma voglio veramente donarti la vita da principessa che meriti”.

Le accarezzo dolcemente la guancia destra e la vedo alzare gli occhi al cielo per trattenere le lacrime.

“Meno male non volevi essere sdolcinato” dice sorridendo prima di abbracciarmi.

Restiamo fermi l'uno nelle braccia dell'altro, in silenzio, per minuti interminabili. Poggio il mento sulla sua spalla e chiudo gli occhi, intorno a noi c'è una quiete quasi paurosa, si sente solo il lieve rumore dell'acqua e qualche cinguettio, per il resto si respira solo pace.

“E' bellissimo qui” dice staccandosi e prendendomi per mano.

“Andiamo a vedere la casa?” dice sorridendo e io annuisco, faccio cenno a Basil che può tornare a casa e lui sorride facendo un cenno di saluto con la testa.

“Oh, rimaniamo soli soletti?” chiede sorridendo.

“Mh” annuisco “Domani torna a prenderci” aggiungo poco dopo.

“Domani? Ma io non ho niente da mettere oltre il vestito che ho addosso!” dice preoccupata mentre apro la porta.

“Chi ha detto che ti servono i vestiti?” dico malizioso facendola arrossire.

“Oh... bè... se la metti così!” dice sorpassandomi e guardandosi attorno meravigliata.

Anche l'interno della casa è completamente in legno, un camino in pietra fa da padrone al piccolo salottino, il divano e le poltrone disposte a formare un piccolo rettangolo senza un lato lungo, il tappeto rosso al centro e un tavolino basso dove già sogno di poggiarci il cibo e godermi le partite al maxi schermo appeso alla parete, che stona forse un po' con il resto dell'arredamento, ma l'ho voluto a tutti i costi!

“Dio, è bellissima!” dice entusiasta girando poi a guardare la cucina, anch'essa di legno chiaro e già la immagino tra i fornelli.

“Oddio il frigo è pieno! Hai pensato a tutto eh?” dice ridendo.

Annuisco mentre lei mi trascina per il resto della casa, ci sono due stanze da letto, entrambe arredate e pronte, un bagno e un ripostiglio.

“Oh mio Dio!” esclama aprendo la porta finestra sul giardino.

Le piante fanno da padrone in ogni angolo e ammetto che ho amato posizionare una panca per mangiare all'ombra di un salice piangente.

“E' perfetta amore, perfetta!” dice baciandomi dolcemente.

La avvolgo tra le braccia e la faccio girare, ride e chiudo gli occhi per registrare quel suono nella mia testa, forse è stata una delle cose che mi è mancata di più di lei.

“E ora che si fa?” chiede allegra.

“Possiamo fare una passeggiata lungo il laghetto!” propongo e lei sembra accettare volentieri, così qualche minuto dopo ci ritroviamo a chiudere la porta di casa e attraversare il vialetto mano nella mano.

 

 

Pov di Sere

 

 

A te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più

 

 

Il leggero venticello mi fa chiudere leggermente gli occhi, stringo le dita intorno alle sue e mi sembra di non essere mai stata così felice in vita mia. Niall mi ha reso una persona migliore, già da prima di incontrarlo e ora essere al suo fianco sembra qualcosa di così grande. Ho avuto paura di perderlo, ogni giorno da quando ci siamo messi insieme e non perchè non mi fido di lui, assolutamente, ma ho paura che qualcuno o qualcosa possa portarmelo via. La fama, il successo, un'altra donna, le fan, la casa discografica, i manager.

Eppure è qui e io sto bene, ma bene dentro. Mi sento come rinata ogni volta che mi è accanto, ogni volta che mi sfiora, ogni volta che mi sorride, ogni volta che mi parla.

“Comunque non hai bisogno di sforzarti tanto” dico rompendo il silenzio.

“Di fare cosa?” mi chiede mentre ci avviciniamo ad un piccolo molo.

“Hai detto prima che vuoi darmi la vita da principessa che merito, ma Niall...” dico fermandomi al centro del ponticello di legno e posizionandomi davanti a lui “...io mi sento una principessa ogni volta che sono con te, quindi l'unica cosa che puoi fare è non andartene da me” dico abbassando lo sguardo.

“Non andartene via Niall” sussurro ancora.

Apre la bocca per ribattere ma poi mi tira solo verso di lui.

“Piccola mia” sussurra piano sulle mie labbra prima di baciarmi dolcemente.

“Sono qui, non ho intenzione di andare da nessuna parte, prima dentro casa ho immaginato di svegliarmi e trovarti con me tutti i giorni e non perchè ti sei fermata a dormire da me ma perchè condividevi la casa con me, quindi non pensarci neanche che voglio andare via, ok?” dice accarezzandomi i capelli e io annuisco.

“Prima di tornare qui ho parlato con Harry sai?” mi dice.

Io gli faccio cenno che può proseguire e lui si morde il labbro inferiore.

“Io...voglio che tu capisca che per me che non ho mai avuto una relazione seria non è semplice vivermi le cose, la nostra storia per me è tutto, in questi mesi ho parlato più volte di te che scritto canzoni, ok potrei aver scritto canzoni pensando a te ma non è questo il punto, il punto è che una sera sono entrato in camera di Harry e dal nulla gli ho detto... voglio vivere con lei” dice guardando il sole all'orizzonte, ormai tramontare.

Il mio cuore ha un tuffo al sentire quelle parole, ma rimango in silenzio per farlo continuare.

“Lui mi ha fatto stendere accanto a lui e mi ha abbracciato e ha iniziato con frasi tipo... il mio piccolo Niall è cresciuto e bla bla bla...” dice scimmiottando la voce di Harry e io mi lascio sfuggire un sorriso.

“Il punto non è nemmeno questo in effetti” dice più a se stesso che a me.

Prende un respiro e si gira verso di me “Il punto è che non mi interessa se stiamo insieme da un giorno, nove mesi, due anni o da sempre, io voglio trovarti a casa quando torno, voglio sapere che sei lì quando parto, voglio viverti ogni giorno!” dice dolcemente.

Il cuore è ormai partito per un viaggio tutto suo e non credo di riuscire a farlo smettere.

“Mi stai chiedendo di andare a vivere insieme Niall?” dico guardandolo.

Non mi risponde, ma si morde le unghie come fa di solito quando è nervoso, così faccio qualche passo verso di lui e guardandolo negli occhi “Ecco... perchè se tu lo facessi io ti risponderei di si!” dico.

E i suoi occhi luminosi e grandi sono carichi d'amore e continuerò a ringraziare Dio ogni giorno della mia vita per avermi dato la possibilità di averlo nella mia vita, perchè mi ha preso per mano e ha portato colore e gioia nel mio mondo.

Il bacio che viene dopo è un bacio consapevole e carico d'amore e aspettative, quando ci stacchiamo parte a raffica a parlare di quello che faremo in futuro e questo mi fa dedurre che ha pensato di chiedermi di vivere insieme da un bel po' e non posso far altro che sorridere.

“Tu cosa farai adesso? Con il lavoro intendo!” chiede.

“Ho mandato già qualche domanda tramite l'università, aspettiamo qualche risposta!” dico scrollando le spalle.

“Vedrai che ti chiameranno, per il momento allora possiamo restare qui, che ne dici?” chiede speranzoso.

“Ma non abbiamo niente qui Nì” dico.

“Domani torniamo in città, parleremo anche con i tuoi se vuoi, poi prendiamo le cose che ci servono per le vacanze e torniamo a rilassarci qui, dobbiamo vedere anche i ragazzi, mi ammazzano altrimenti” dice serio.

“Quindi questa è la casa delle vacanze?” chiedo sorridendo.

“Mmh, si... mi piace l'idea di venire a rilassarmi qui quando non ho impegni!” dice dolcemente.

E io annuisco, forse sono un po' spaventata da tutte queste novità, ma a chi non fa paura fare dei cambiamenti nella propria vita?

“Ora che ci penso ci servirà una domestica” dice di punto in bianco.

“Stai scherzando spero?” dico guardandolo male e lui scrolla le spalle.

“Inizia a correre Niall” dico mentre lui ridendo sfreccia verso casa e io con qualche secondo di ritardo lo seguo determinata a fargli del male.

“Scherzavo amore, sarai sempre e solo tu la mia inimitabile dom!” dice ridendo sulla porta di casa nostra.



___________________________________________________________
Credo che ogni parola sia superflua ora, ho scritto questo capitolo con tutto il cuore e l'amore per i Siall di questa storia, sono stati parte di me e spero anche un po' parte di voi che mi avete seguito fin'ora. Ormai manca solo l'epilogo per finire e riserverò a quello tutti i ringraziamenti ma mi sembra doveroso dire un grande, grandissimo GRAZIE alle ragazze del mio gruppo facebook "Il Cielo d'Irlanda è dentro di te", senza di voi sarebbe stata molto più dura scrivere!
Spero che questo finale non vi abbia deluso e anzi, spero di avervi tramesso anche una sola, banalissima emozione.
Nei capitoli precedenti c'è stato un calo di recensioni, non so se è perchè la storia non piaccia più o per colpa mia... ho ritardato un pò nel postare (OPS), però spero di leggervi e non per fare numero eh! Ma perchè in ogni cosa che scrivo ci lascio un pezzo di me e mi piacerebbe veramente sapere cosa ne pensate...! :)
Un abbraccio fortissimo,
Serena.

Come sempre potete scrivermi qui: 

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Capitolo 27
*** Epilogo ***


.The Maid.

 

Epilogo


 

A voi che state leggendo.

A Niall.


 

 

20 anni dopo


Narratore esterno

 

“Assolutamente no” dice Serena risoluta.

“Mamma, ho sedici anni, posso andare ad una festa da sola” risponde Jane arrabbiata prima di cercare con sguardo supplicante quello del padre.

Occhi azzurri contro occhi azzurri.

Infondo Jane ha ereditato i tratti irlandesi di Niall, comprese delle piccolissime lentiggini sul naso, che lei odia tantissimo.

Ha sedici anni, nata fuori dal matrimonio dei suoi genitori, troppo presto perchè se ne potessero rendere conto.

E forse Niall l'ha sempre saputo che lasciare Serena per mesi e mesi a crescere da sola una figlia gli si sarebbe ritorto contro, perchè adesso quando vorrebbe rispondere acidamente che no, la sua bambina dovrebbe restare a casa, non ha il coraggio di negarle nulla, perchè in fin dei conti sua figlia potrebbe rendersi conto che lui non c'è stato mai e che non ha voce in capitolo.

“Dai, è solo una festa tra amici, ma non tornare tardi” risponde sorridendole.

In pochi secondi si ritrova i capelli biondi della ragazza in faccia e un “Sei il migliore” urlato ai quattro venti.

Sorride imbambolato, mentre Jane sale le scale della loro casa per andare a prepararsi.

Serena lo guarda alzando gli occhi al cielo.

“Tua figlia ti rispetta più di quello che pensi, potevi dirle di no” dice avvicinandosi.

Stanno insieme da tanto tempo, ma ogni volta riescono a sentire quell'amore puro quando si abbracciano.

“Ho sempre paura che per lei io non sia nessuno”

Si morde il labbro prima di distogliere lo sguardo e Serena ride, perchè ogni volta che Niall torna dai suoi viaggi con la band ha sempre questo tipo di crisi, puntualmente poi si ritrova con Jane che lo strapazza di coccole per poi portarlo in giro ogni giorno e comportandosi come se lui fosse sempre con lei.

“E' orgogliosa di te Niall e comunque il punto è un altro” dice Serena.

“Ovvero?” chiede sedendosi sul divano.

“Tua figlia sta per uscire con i ragazzi” dice sedendosi accanto a lui Serena.

“Con i ragazzi?”

“Matt e Shon, hai presente... i figli diciottenni dei tuoi compagni di band!” dice sarcasticamente.

“Eh?”

Niall scatta in avanti, alzandosi e maledicendosi sotto voce.

“Dio ma perchè Liam non tiene il suo figlio uscito direttamente da una rivista di moda segregato in casa? E Louis idem?” chiede a nessuno in particolare.

“Tu sai dove andranno” rincara la dose Serena.

“Lo so” dice buttandosi poi sul divano e accoccolandosi sulle gambe di sua moglie.

 

 

Niall e Serena stavano insieme da quattro anni quando Jane è arrivata, continuavano a vivere divisi tra la casa in centro, la casa sul lago e i mille posti nel mondo in cui Niall si ritrovava a girare insieme ai ragazzi.

Serena aveva trovato lavoro in una agenzia pubblicitaria a Londra e lavorava spesso da casa, così quando una mattina di fine estate si era ritrovata ad uscire dallo studio di un ginecologo con un sorriso sul volto, aveva continuato a tenere il suo posto.

Era corsa nello studio di registrazione dei ragazzi e appena aveva incrociato gli occhi di Niall aveva sorriso.

“Sono incinta” aveva detto e sul volto del suo allora fidanzato, era comparso un sorriso che poteva illuminare il mondo intero.

Aveva rischiato di svenire un paio di volte, poi la loro vita aveva cominciato ad evolversi.

Ne avevano passate tante ma Niall si ricorda ancora che ha esitato per più di un anno per chiedere a Serena di sposarlo.

Aveva paura allora, ne aveva così tanta che quando si era inginocchiato di fronte a lei, mentre stavano osservando la loro bambina nel lettino, aveva chiuso gli occhi e gli aveva riaperti solo qualche minuto dopo quando aveva sentito dei singhiozzi e un “Pensavo non me lo chiedessi più” sussurrato a bassa voce.

 

 

“A cosa stai pensando?” chiede Serena accarezzando i suoi capelli.

“A quando ci siamo sposati”

“Ah, mi hai fatto penare per anni”.

Scoppiano a ridere entrambi prima di essere distratti da Jane.

Jeans stretti neri, camicia aperta su una maglietta nera e chitarra in spalla, sembra la fotocopia di Niall agli inizi della sua carriera e a lui si chiude lo stomaco.

La guarda per qualche secondo, non vuole che sua figlia faccia la vita che ha fatto lui, ha tutto è vero, ma ha dovuto rinunciare anche a tanto.

L'ha sempre spronata verso la musica ma di certo non si sarebbe aspettato che lei volesse seguire le sue orme. E' la sua bambina infondo, non se la immagina e nemmeno vuole immaginarsela accerchiata da ragazze e ragazzi.

“Papà...” lo richiama Jane sperando in un suo in bocca al lupo.

“Mi avevi detto che dovevi andare ad una festa, come mai la chitarra?” chiede con tono piatto.

“Io... ecco, mi devo vedere con Matt e Shon dopo e... noi, siamo bravi papà” dice arrendendosi.

Niall chiude gli occhi, perchè tutte le sue paure si stanno materializzando davanti a lui.

“Io ho solo paura, voi non sapete cosa significa...”

“Non capiamo cosa significa? Scherzi papà? Io lo so che sei sempre lontano ma io amo quello che faccio e voglio diventare qualcuno nel mondo della musica come lo sei diventato tu, non... non ostacolarmi!”

“Io non voglio ostacolarti”

“Tu ami quello che fai papà?” lo interrompe Jane.

“Certo che lo amo, non sarei qui altrimenti!” risponde Niall piccato.

“Allora dacci una possibilità, vieni ad ascoltarci domani sera, abbiamo la nostra prima serata in un locale” chiede speranzosa.

“Dio, una serata in un locale? Da quanto tempo va avanti questa cosa?” chiede paonazzo.

“Niall, calmati dai, voleva dirtelo di persona!” dice Serena raggiungendolo e poggiando una mano sul suo braccio.

“Maledizione, sei una bambina!”

“Papà anche tu avevi sedici anni quando sei andato ad Xfactor!”

“Era diverso... io, tu sei la mia bambina!” dice abbassando lo sguardo.

“Papà tu hai paura che io me ne vada via ma sai quanto ci vuole per sfondare a livello mondiale? Dovresti saperlo! E comunque sono sempre la tua bambina e ho bisogno di te, ti prego, pensaci su ma domani vorrei avere anche te e gli zii ad ascoltarci” dice teneramente Jane avvicinandosi a lui.

Niall annuisce prima di abbracciarla e farla uscire.

 

 

Pov di Niall

 

Resto qualche secondo fermo a fissare il vuoto e poi sento le braccia esili di Serena circondarmi la vita.

“Niall, pensi che io non sia spaventata? Ma ha bisogno del nostro appoggio, lo sai! Cosa avresti fatto tu se i tuoi non ti fossero stati vicini?” mi chiede dolcemente.

E lo so che ha ragione, lo so che io non avrei fatto assolutamente niente.

Ma ho così tanta paura... Ma in fondo devono essersi sentiti così anche i miei. I genitori spesso non li capiamo, ci arrabbiamo con loro e con le loro scelte ma quando lo diventi tu un genitore, le cose sono diverse, inizi a capire come si ragiona e tutto, tutto è per il bene dei figli.

“Lo so, io sono contento che a lei piaccia la musica ma ho solo paura del mondo là fuori, è la nostra piccolina” ribatto mordendomi il labbro.

“Sta crescendo amore” mi dice accarezzandomi i capelli.

“Già, sta crescendo” dico sospirando.

Abbraccio Serena beandomi dell'odore della sua pelle e mi tranquillizzo un pò.

Sono passati anni eppure mi sembra di amarla come il primo giorno.

 

 

Passiamo la serata a cenare seduti a terra davanti al camino e a coccolarci, è una delle cose che mi manca di più quando sono in tour. Mi manca stringerla a me e ridere con lei, mi manca baciarla e guardare un film insieme.

“Credi che Louis e Liam lo sanno?” dico tornando con la mente a Jane.

“Non lo so Nì, Sophia ed El di sicuro” mi risponde.

“Dovrei chiamarli?” le chiedo e lei scrolla le spalle.

“Se ti fa stare tranquillo si” mi risponde dolcemente.

Annuisco, ho visto Matt e Shon crescere, come ho visto crescere l'amore tra Louis ed Eleanor e Liam e Sophia negli anni. Come ho visto crescere i figli di Zayn e quelli di Harry.

Si può sapere perchè hanno tutti figli maschi e l'unica bambina dev'essere la mia?

“Chris invece?” chiedo.

“E' identico ad Harry, Jane mi racconta sempre che in classe da spettacolo e fa dei pessimi giochi!” dice ridendo.

“Anne e Robin lo vizieranno immagino” dico ridacchiando.

“Immagini bene, Harry e Nicole sono fortunati ad averli vicino!”

Harry e Nicole si sono conosciuti una sera in un programma in cui eravamo ospiti, lei conduceva e Harry mi ricordo, ne era rimasto folgorato immediatamente, l'impulsività l'ha spinto a sposarla in pochissimo tempo e quando quattro mesi dopo Jane era nato Chris, Dio... “Credo ancora che se Harry non è morto la notte in cui è nato Chris non morira più” dico ridendo.

“Ti ricordi come stava?” ride anche lei.

Rimaniamo a ricordarci episodi passati e ridere dei nostri amici e alla fine ci addormentiamo sul divano spalla contro spalla.

 

 

Il giorno dopo mi sveglio con un dolore esagerato alla spalla, siamo rimasti sul divano tutta la notte, cerco di fare meno rumore possibile e vado a mettere su una macchinetta del caffè per poi salire le scale e andare in bagno.

Faccio una doccia e infilo i vestiti puliti, faccio per riscendere giù ma prima mi concedo qualche secondo per fissare mia figlia dormire dolcemente nel suo letto.

La sua camera è un po' come ho sempre immaginato la stanza delle nostre fan quando eravamo più piccoli, è piena di poster di band che ascolta e foto con i suoi amici.

E' piena di foto con Matt, Shon, Chris e Daniel, il figlio di Zayn. Sono cresciuti quasi tutti insieme e li abbiamo mandati nelle stesse scuole, un po' perchè alla fine siamo sempre insieme, un po' perchè avevamo paura che fossero presi di mira. Dobbiamo ringraziare che si vogliono così bene, altrimenti le cose sarebbero diverse, anche tra noi ragazzi.

Sono tutti dei bravi ragazzi, magari un po' fuori di testa e sono sicuro che proteggono la mia Jane sempre.

“Papà” sento mugugnare.

“Ehi tesoro” dico avvicinandomi e sedendomi sul suo letto, mentre la vedo stropicciarsi gli occhi.

“Non ho dormito quasi per niente” dice mettendosi seduta.

“Sei agitata?” le chiedo ripensando alle prime volte che mi sono esibito davanti ad un pubblico.

Annuisce e io allargo le mie braccia per tenerla stretta.

“E' normale piccola, non ti abituerai mai a salire sul palco, avrai sempre paura di sbagliare ma è questo che rende un cantante un artista, se tu non avessi paura saresti già alla fine della tua carriera, ma sono sicuro che sarai bravissima!” le dico dolcemente.

Perchè questa è la verità, pura e semplice. L'arroganza non porta a nulla, bisogna rimanere con i piedi per terra e cercare di migliorare ogni giorno.

“Questo significa che verrai papà?” mi chiede dolcemente e io annuisco.

“Aaah, grazie papà!” urla abbracciandomi e uscendo dal letto per poi prendere il telefono e urlare un “Devo dirlo ai ragazzi, ora puoi uscire!”.

Sbatto più volte le palpebre davanti alla porta chiusa della sua stanza e sospiro tornando giù.

Trovo Serena intenta a preparare la colazione, le circondo la vita e poggio la testa sulla sua spalla.

“Ciao” sussurra lasciandomi un bacio sulle labbra.

“Ciao anche a te” dico dolcemente.

Mi perdo a baciarla per un po', almeno fino a quando il “Prendetevi una stanza” di Jane non ci fa scoppiare a ridere.

“Forza, tutti a fare colazione” dice Serena prima di sedersi con le guance leggermente arrossate.

Mangiamo tranquillamente godendoci il sole che filtra dalla finestra, Jane sembra eccitata all'idea di suonare questa sera e io, seppur dentro sono ansioso, le sorrido dolcemente.

“Tra poco passa Matt, andiamo a provare!” dice alzando gli occhi dal cellulare.

“Ma tu e Matt...” chiedo sospettoso.

“Papà!” dice paonazza in viso.

Serena sorride e mi lancia un calcio sotto il tavolo per farmi stare zitto, alzo un sopracciglio e lei scuote la testa.

Indagherò.

 

Il citofono suona una ventina di minuti dopo e Matt mi sorride felice sulla porta.

“Zio Niall” sorride stringendomi.

“Ciao campione, come stai?” chiedo abbracciandolo.

“Bene, tu? Quando andiamo a guardare una partita, papà non mi accompagnerà mai!” dice alzando gli occhi al cielo.

“Ma lascialo perdere tuo padre, ti può portare solo a guardare il tennis!” dico ridendo e pensando che Liam non è tipo da stadio di calcio.

“Ehi, smettetela di prendere in giro zio Liam” dice Jane spuntando alle mie spalle e avvicinandosi a Matt, per poi alzarsi sulle punte e lasciargli un bacio dolce sulla guancia.

“Perchè le mie donne hanno una passione per i Payne? Non lo capirò mai, giuro” dico scuotendo la testa, mentre mia figlia e mia moglie scoppiano a ridere.

“Ciao tesoro” dice Serena salutando Matt.

“Zia” dice lui abbracciandola.

“Noi andiamo o facciamo tardi e poi chi se lo sente Shon” dice Jane abbracciandoci.

Annuisco e li vedo salire in macchina e uscire dal vialetto, alzo la mano sulla porta di casa e sorrido pensando che la mia bimba è diventata una bellissima ragazza.

“Secondo te stanno insieme?” chiedo a Sere tornando in cucina.

“Mmh, non credo” risponde lei.

Alzo le spalle e mi dirigo verso il salotto per godermi una mattinata di tranquillità assoluta.

 

 

 

La sera arriva più velocemente del previsto, Jane ci avverte che lo spettacolo non inizierà prima delle 21:00 così ci prepariamo per andare a cena fuori.

Mi vesto semplicemente con un jeans ed una camicia, Serena mi imita quasi in tutto se non per le sue scarpe con i tacchi. Sembra che il tempo non sia passato mai, sembriamo i due ragazzini innamorati dei primi mesi e questa è una cosa che adoro del nostro rapporto.

“Sei bellissima” le dico mentre le accarezzo una guancia.

Arrossisce e sorride chiudendo gli occhi e adagiando la faccia nella mia mano.

Restiamo così per qualche secondo, poi ci sorridiamo a vicenda e decidiamo di uscire.

 

“Hai sentito i ragazzi? Vengono anche loro stasera?” mi chiede mentre siamo in auto.

“Harry mi ha mandato un messaggio e stasera è dei nostri, come anche Louis, Zayn e Liam non li ho ancora sentiti” rispondo svoltando a destra.

“Va bene, speriamo che andrà tutto bene” dice per poi accendere la radio.

Lo spero anche io sinceramente, spero con il cuore che nessuno rovini la serata a mia figlia.

 

Parcheggio davanti al ristorante italiano e scendiamo tranquillamente, negli anni sono riuscito ad uscire più tranquillamente del solito, anche se i fan ci seguono ovunque, ci permettono anche di respirare.

“Buonasera e bentornati” ci accolgono all'ingresso.

Sorrido a qualcuno che mi riconosce e poi ci accomodiamo in un tavolo un po' appartato.

Il cameriere ci serve immediatamente un po' di vino, sappiamo esattamente cosa prendere, negli anni questo è diventato uno dei nostri posti fidati.

“E' sempre un piacere avervi qui” ci dice l'uomo mentre appoggia davanti ai nostri occhi un tagliere di formaggi e salumi per l'antipasto.

Lo ringraziamo e cominciamo a mangiare.

Non parliamo molto, o almeno Serena non parla molto, io non ce la faccio a rimanere zitto per più di cinque minuti.

Così mi ritrovo a parlare dei vecchi tempi e dei primi anni nei One Direction, Serena ride, ricorda tutto perfettamente.

“Spero che andrà bene stasera a Jane” dico di nuovo.

“E' molto brava Niall, sarai orgoglioso di lei” mi dice coprendo la mia mano con la sua sul tavolo.

“Io sono già fiero di lei” dico sincero.

“Lo so” mi risponde teneramente.

Dopo un attimo di silenzio torno a parlare dei nuovi lavori che sto facendo con i ragazzi, stiamo lavorando ad un nuovo album, ne abbiamo lanciati tanti in vent'anni e ogni volta cerchiamo di migliorarci.

“Ovviamente poi mi farai sentire qualche nuovo canzone” dice Serena mentre mangia una patatina fritta e mi fa l'occhiolino.

“Certo amore” dico sorridendo, ma lei lo sa che non le farò ascoltare niente in anteprima, amo troppo vederla impazzire il giorno dell'uscita di un album.

Prendiamo una fetta di crostata al limone e poi ci alziamo in fretta, di solito mangiamo con calma e rimaniamo a parlare per ore ma questa sera abbiamo un appuntamento importante.

“Alla prossima, grazie” diciamo uscendo fuori e correndo verso l'auto.

Sono le nove meno dieci, così quando saliamo in macchina, schiaccio il piede sull'acceleratore e mi avvio verso il locale.

“Lì c'è un posto” mi dice Serena indicando un parcheggio libero.

Riconosco la macchina di Liam e quando scendiamo ci avviamo mano nella mano all'interno.

Il locale sembra carino, le luci basse e i tavolini in legno donano un tocco rustico e caldo, c'è un piccolo palco rialzato illuminato da tante lucine gialle.

Mi guardo intorno fino a trovare i miei compagni, i miei fratelli, con le loro famiglie a ridere e scherzare occupando metà del locale.

“Ci sono proprio tutti” dico guardando Serena.

Lei sorride e annuisce e si avvia verso i tavoli.

“Oh finalmente, dov'eravate finiti?” dice Liam alzandosi e abbracciandoci.

Salutiamo tutti, vedo mia moglie abbracciare tutti, ci sono anche Chris e Daniel così do il cinque a tutti e due e mi siedo accanto a loro.

“Zio!” mi dice Daniel.

Gli stessi occhi di Zayn a sorridermi e io mi sento un po' tornare ai vecchi tempi, alle nostre uscite.

“Papà, Mamma... siete arrivati finalmente!”

Jane arriva come una furia e ci lascia un bacio veloce, poi afferra Chris e se lo trascina dietro le quinte.

“Ma...” dico chiedendo spiegazioni.

“Chris è l'unico che riesce a farla stare tranquilla! Tutto nella norma” dice Daniel scrollando le spalle.

“Se lo dici tu” dico annuendo, più a me stesso che a lui.

Il locale sembra quasi pieno, ci zittiamo tutti quando Shon sale sul palco e dopo un “Prova – prova” ci fa una piccola introduzione della band.

Si presentano come i “The Sons” ci spiega che per il momento si occupano di cover e poi “Godetevi la serata” dice.

Mi sistemo sulla sedia e mentre sorseggio un po' di birra le note di una canzone degli Eagles risuonano nel locale. Jane suona egregiamente la chitarra mentre Shon, con la stessa voce dolce e delicata di Louis canta interamente Desperado.

Osservo Serena accanto a me e la vedo rapita, alza lo sguardo su di me, ci scambiamo un'occhiata e sorridiamo felici.

Cantiamo insieme ai ragazzi tutte le canzoni, Chris si riaccomoda accanto a me e insieme a Daniel iniziano a scatenarsi quando Matt alla batteria inizia TNT degli AC/DC.

“Non hanno un genere fisso eh?” chiede Harry sorridendo.

“Sono bravi in tutto, per il momento fanno un po' di ogni cosa” dice Daniel e a me sembra orgoglioso dei suoi amici.

Ma infondo lo siamo un po' tutti, soprattutto quando quaranta minuti dopo Shon introduce l'ultima canzone.

“Questa è una canzone speciale, una canzone che vogliamo dedicare alle nostre famiglie che sono qui questa sera, perchè è grazie a loro se amiamo la musica, sono e saranno sempre un esempio da seguire per noi”.

Sento gli occhi pizzicare e non ho la forza di girarmi verso gli altri, perchè altrimenti scoppiamo a piangere come bambini.

“Grazie per essere venuti qui a passare il vostro tempo con noi, questa è Fool's Gold” dice Jane sorridendo.

La sala applaude e io mi giro di scatto verso Harry, sta urlando e sembra un bambino.

“Haz non fare la quattordicenne” lo richiamo e lui tira fuori la lingua e sorride.

 

“And yeah I let you use me from the day that we first met
But I’m not done yet
Falling for your Fool’s Gold
And I knew that you turned it on for everyone you met
But I don’t regret falling for your Fool’s Gold”

 

Cantiamo a squarciagola tutti, noi, le nostre mogli, i nostri ragazzi.

Stringo la mano di Serena al mio fianco e sono talmente completo da sentire il cuore scoppiarmi nel petto, sono orgoglioso della mia famiglia, sono orgoglioso di cosa sono diventato e dei miei amici.

Incrocio lo sguardo di Jane sul palco e le faccio un occhiolino, mimo un Brava con le labbra e lei sorride.

“Grazie per esserti addormentata sotto quell'albero” sussurro.

 

 


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Non riesco a credere di aver messo la spunta “Completa” a questa storia. Ho provato tante emozioni scrivendo e spero di averne trasmesse a voi almeno un briciolo.

Volevo ringraziarvi tutte, veramente... dalla prima all'ultima, siete tantissime a seguire questa storia e non potrei esserne più felice. Grazie perchè siete costantemente qui a farmi realizzare un piccolo sogno, la storia ha quasi raggiunto 500 recensioni e io spesso mi trovo a ridere come una scema perchè non me lo sarei aspettata mai.

Voglio bene ad ogni persona che ha seguito The Maid dall'inizio e mi ha accompagnato in questo viaggio ma voglio bene anche a tutti voi che siete arrivati dopo eh, anzi mi fa sempre piacere avere nuovi lettori :)

Spero di non avervi deluso e spero di avervi lasciato qualcosa con questo scritto, ho già iniziato una nuova storia ma questa avrà un posticino speciale nel mio cuore.

Vi mando un abbraccio enorme e ancora grazie... grazie... grazie!

Serena.


Vi ricordo la nuova storia su Liam: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2874894&i=1

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