Il mio incubo personale

di saffyj
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una Nuova Vita ***
Capitolo 2: *** Emmett - il mio fratellone ***
Capitolo 3: *** Natale ***
Capitolo 4: *** Il Matrimonio di Jacob ***
Capitolo 5: *** Confessioni ***
Capitolo 6: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 7: *** Io sono Edward Cullen ***
Capitolo 8: *** Pericolo Scampato ***
Capitolo 9: *** Finalmente amici ***
Capitolo 10: *** L'arrivo di Edward ***
Capitolo 11: *** La rimpatriata ***
Capitolo 12: *** La spiaggia ***
Capitolo 13: *** Sunrise ***
Capitolo 14: *** Meglio così ***
Capitolo 15: *** La Regina dei Ghiacci ***
Capitolo 16: *** Rosalie la mia ancora ***
Capitolo 17: *** Mi ami? ***
Capitolo 18: *** Anime Gemelle ***
Capitolo 19: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Una Nuova Vita ***


La Befana vien di notte... e porta una nuova FF!!!
Esatto! Anche se non ho ancora terminato "Devi essere indipendente" in questi giorni di ferie mi è venuta in mente questa FF. 
Spero che le diate una possibilità... 
Buona Epifania e buona lettura!!!

 
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Con il mento appoggiato alle mani ed i gomiti appoggiati al bancone, muovo svogliatamente uno straccetto sul piano di marmo con lo sguardo perso verso la strada. Guardo i passanti coperti dai loro pesanti cappotti che passeggiano allegri nella fredda giornata di ottobre. Non piove, ma il cielo è grigio, e triste e rispecchia completamente il mio umore. Guardo la fontana spenta e le foglie tinte con i colori dell’autunno cadere svogliate.
Il suono dei campanellini posizionati sopra alla porta mi avvisano della sua apertura, ma io rimango ferma nella mia posizione. Persa nei miei pensieri. L’odore di cornetto e caffè caldo mi fan riprendere in parte dal mio viaggio mentale. Abbasso gli occhi e inspiro il profumo tristemente.
Le mani colme di anelli di ogni colore e dimensione che poggiano sul bancone vicino al caffè mi ricordano che per due giorni non sarà il mio Sole a portarmi la colazione, ma la mia pazza collega-amica Alice.
“Su con la vita! Bella! Sono solo due giorni” mi scompiglia i capelli e mi avvicina maggiormente il caffè sotto il naso. Non rispondo, tiro un sorriso e bevo il caffè. Mangio con poca fame il cornetto e ritorno nella mia posizione. Alice sbuffa e sparisce nel retro bottega lasciandomi alla mia malinconia.
 
Il tonfo di uno scatolone sul banco mi fa riprendere.
“Ma sei impazzita!” le dico mentre porto la mano al cuore per assicurarmi che sia ancora nel petto.
“Basta fare l’adolescente abbandonata! Dobbiamo lavorare…” mi fa l’occhiolino estraendo dallo scatolone un orologio che ha visto giorni migliori.
“Dobbiamo finire di restaurare questi pezzi… il Natale è vicino e l’ultimo acquisto è costato poco, ma ha bisogno di un restauro.”
 
Io ed Alice siamo le titolari di un negozietto d‘antiquariato nella strada principale della favolosa cittadina di Naples in Florida. Ci siamo conosciute pochi giorni dopo il mio arrivo in questa magica città e siamo diventate subito amiche. Io cercavo un lavoro e lei cercava una socia. Non poteva andarci meglio.
Dopo i primi mesi di assestamento ci siamo buttate in questa pazzia, ed adesso, dopo due anni, posso assicurarvi che è una pazzia del quale non mi pento.
Alice è un portento nel riparare la porcellana e le stoffe, mentre io sono più portata per il legno e gli ingranaggi. E’ un lavoro tranquillo, mi mette pace. Mi piace andare con Alice alla ricerca di tesori nascosti. Cimeli abbandonati in soffitte o cantine e riportarli al loro originale splendore. La creatività di Alice permette non solo di ridargli una nuova vita, ma a volte li trasforma completamente rendendoli unici. Ed io adoro perdermi a sognare mentre li riporto in vita. Mentre li riparo immagino le mani che li hanno toccati prima di me, i discorsi che hanno sentito, i luoghi che hanno visto… lo so sembra follia, ma mi sembra di sentirne l’anima, e mi mettono pace. Quando li lavoro mi faccio prendere completamente e parlo con loro, chiedendogli le loro storie e li prego per tornare in vita… si, forse avete ragione a reputarmi una folle!!
 
“Ehi!” la voce cristallina di Alice e la sua mano che sventola di fronte ai miei occhi mi fa tornare al presente.
“Si, Si, scusa. Hai ragione” e prendo in mano l’orologio. Non è molto danneggiato all’esterno, ma il segno di umidità della base non promette nulla di buono. Mi dirigo verso il retro bottega e mi siedo al mio piano da lavoro. Lo apro e, come volevasi dimostrare, gli ingranaggi sono tutti arrugginiti. Mi posiziono la lampada, mi avvicino gli strumenti e mi metto i guanti. Faccio un profondo respiro e mi metto all’opera. Mentre lo apro e lo smonto inizio ad immaginarmi la sua nuova forma, il suono del suo ticchettio, ed il luogo in cui verrà posizionato una volta acquistato. E’ dei primi anni cinquanta e riesco ad immaginarmelo sulla scrivania in noce di un importante avvocato. Una scrivania importante, piena di fogli e una macchina da scrivere… perdendomi nel passato, nel presente e nel futuro dell’oggetto dimentico il malumore ed il motivo.
“Ehi! Wow…” la voce di Alice mi arriva alle spalle mentre osservo il legno completamente sverniciato.
“Ha un bel colore, peccato che dovremo coprirlo per nascondere lo stucco” e con le dita sfiora i punti nel quale ho dovuto ricostruire le parti mancanti.
“Potremmo colorarlo solo sul fondo e mettere l’impregnante per proteggerlo nella parte vicino al quadrante e sul cappello per non coprire completamente il colore originale.” Propongo mangiucchiando il pennellino con il quale stavo finendo i ritocchi.
“Hai ragione” e la scintilla dei suoi occhi mi fa capire che ha già chiaro il lavoro finito. “Ma ci pensiamo domani. L’orario di chiusura è passato da un pezzo ed io ho famissima!” Mi libera le mani e mi trascina vicino all’armadietto dove teniamo le giacche.
“Pizza o giapponese?” chiede mentre infila la sciarpa.
“Pizza, birra, film…”
“… e gelato al cioccolato!” finisce per me la mia grande amica.
Eh già! ogni volta che Garrett deve andare in giro per lo stato alla ricerca di nuovi tesori o per partecipare a delle aste lei mi fa compagnia ed il menù è sempre lo stesso.
 
Mangiamo le pizze con voracità, dato che per il malumore ho saltato pranzo, mentre Alice mi racconta dei clienti della giornata e delle follie che mi sono persa mentre riparavo l’orologio. Ridiamo e continuiamo a raccontarci aneddoti fino alla fine della cena. Ci mettiamo il pigiamone e ci sediamo sul divano con le coperte sulle gambe e la vaschetta di gelato in mano. Alice fa partire “The Boondock Saints” e ci perdiamo in commenti poco casti verso Normann Reedus. Nella scena finale ci mettiamo dritte sul divano, con le braccia dritte di fronte a noi e le mani chiuse come se impugnassimo una pistola e recitiamo la preghiera Solennemente insieme ai due fratelli irlandesi:
 
«Noi saremo come pastori per Te, o mio Signore; Tu ci hai investito della Tua potenza, siamo pronti ad eseguire ciò che Tu comandi, faremo scorrere fiumi di sangue riportando a Te schiere di anime perse. In nomine Patris, et Filii et Spiritus Sancti. »
 
Terminato il film ricominciamo con le nostre fantasie. Alice vorrebbe tatuarsi l’intera preghiera sul fianco, io vorrei tatuarmi Veritas sull’indice, Alice vorrebbe comprare il giubbino con le sei pistole… io vorrei … beh, meglio lasciar perdere…
 
Ci addormentiamo insieme nel mio lettone. Abbiamo continuato a chiacchierare e a mangiare gelato fino a notte tarda sotto le coperte ed abbiamo riso tantissimo. Garrett mi ha solo mandato il messaggio della buona notte ricordandomi che gli manco ed io ho risposto cercando di non farmi prendere dallo sconforto che non fosse con me nel letto al posto di Alice. Dai Bella! Solo più un giorno e poi lo rivedrai.
Lo so che posso sembrare melensa e appiccicosa, ma Garrett è il mio Sole, senza mi sento persa!
 
Ma forse è meglio se parto dall’inizio, raccontandovi un po’ di me!
 
Sono arrivata due anni fa in questa bellissima cittadina con il cuore spezzato e una sola valigia come compagnia.
Avevo abbandonato tutti. Avevo abbandonato la mia famiglia, lo studio, gli amici, il lavoro del week-end… avevo abbandonato tutto e tutti. Stare a Forks mi stava uccidendo e iniziavo a sentirmi soffocare, dovevo cambiare, dovevo allontanarmi, ricominciare da zero e così avevo fatto.
Mi sono svegliata una mattina con il mio incubo personale che urlava fuori dalla porta. Mi sono cambiata, ho messo in valigia le cose essenziali, e ho chiamato un taxi. Ho ignorato le urla e le minacce del mio incubo e mi sono fiondata nel veicolo. Ho inviato un messaggio a mio padre e a mio fratello per tranquillizzarli mentre mi dirigevo verso l’aeroporto. Ero viva, nessuno mi aveva rapita e li avrei chiamati appena fossi arrivata a destinazione. Arrivata in aeroporto ho preso il primo volo disponibile. Avevo optato per la Florida perché ci abitava mia madre, ma non per la sua città. Volevo ricominciare lasciandomi tutto alle spalle, non potevo rifugiarmi da lei, il mio incubo mi avrebbe trovato troppo presto.
Il fato ha voluto che arrivassi in questa splendida città dove ho conosciuto persone ancora più stupende e dove ho trovato il mio Sole!
Non nego che i primi mesi sono stati difficili. Mi tenevo in contatto con i miei famigliari, ma non mi sentivo ancora pronta a dirgli dove mi trovavo, la paura di essere ritrovata dal mio incubo era ancora troppo forte. Ho lavorato come lava piatti per un paio di settimane, e anche come cameriera. Ho vissuto in un motel e ho camminato tanto per riuscire a dimenticare.
Una mattina mi sono imbattuta in Alice, mi ha trovata seduta sul bagnasciuga con la testa appoggiata alle ginocchia e la schiena scossa dai singhiozzi. Mi ha abbracciata ed è stata in silenzio vicino a me fin quando non sono stata pronta per parlare, non mi conosceva, non sapeva il mio nome, ma aveva capito esattamente di cosa avessi realmente bisogno… da quel giorno siamo inseparabili. Sono andata a vivere nel suo appartamento ed insieme abbiamo aperto “New Moon” il nostro negozietto d’arte e antiquariato.
 
Una sera, in un locale nel quale Alice mi aveva trascinata, ho conosciuto il mio Sole, Garrett. E’ un ragazzo affascinante, con i capelli lunghi biondi sempre legati da un cordino di cuoio. Ha gli occhi neri così profondi da scavarti nell’anima e un sorriso che ti fa sciogliere come neve al Sole. E’ più alto di me – non che ci voglia tanto, dato che sono solo un metro e sessanta, o poco più - e, quando mi abbraccia, mi fa sentire protetta, al sicuro. Ha un fisico slanciato e muscoloso nei punti giusti. E’ anche lui un amante dell’arte, e da un annetto è diventato un nostro collaboratore. Adora viaggiare per il paese alla ricerca di tesori e più volte mi ha chiesto di accompagnarlo ma, anche se sono già passati due anni, non mi sento ancora pronta a lasciare il mio guscio sicuro.
Garrett, non è solo un appassionato d’arte, è dotato di grandi capacità retoriche, è molto curioso e non si tira mai indietro di fronte ad una nuova sfida. Odia le menzogne ed è sempre in prima fila per difendere i più deboli. E’ il sufista più sexy della costa, è un amante affascinante ed un inguaribile romantico… il mio Sole!
Devo ammetterlo, ho un ragazzo perfetto, una migliore amica pazza e il lavoro che adoro. Sono felice di aver cambiato vita…
Ci terrei solo a precisare che con Garrett non fu sempre rose e fiori, almeno non per lui. Ci mise molto tempo a farmi capitolare. Mi portava la colazione in negozio, mi aspettava sulla panchina fuori dalla bottega nell’orario di chiusura con in mano un oggetto per me. Un fiore, un origami, una birra, un bracciale, un libro, una sciarpa… ogni sera un oggetto diverso per capire cosa mi piacesse. E da quando ha scoperto che adoro gli orologi non manca giorno che mi omaggi un oggetto che riprenda il tema del tempo. Si, perché la mia adorazione per gli orologi deriva dal loro scandire del tempo, perché mi ricordano che il tempo scorre e non torna indietro. Che ogni minuto è importante e unico, che bisogna viverlo e che bisogna avere la forza di cambiare se la tua vita non ti piace più, perché il tempo non risolve le cose, il tempo scorre, sei tu che devi cambiare e dimenticare ciò che ti rende infelice.
E devo ammetterlo, prima di fuggire da Forks non mi piacevano gli orologi, ma mi piacevano tantissimo i soli. Avevo tende con i soli disegnati, gli orecchini a forma di Sole… qualsiasi cosa raffigurasse un Sole io ce lo avevo, ma adesso, in Florida, il Sole non manca, anzi ho trovato il mio Sole personale e quindi ho iniziato ad adorare gli orologi…e ogni giorno ascolto il loro consiglio. Vivo ogni secondo come se fosse unico!
 
Adesso i miei genitori e mio fratello sanno dove abito e mi hanno giurato che non lo avrebbero detto a nessuno soprattutto a Forks. Mi vengono a trovare spesso, soprattutto mia madre, che è anche la mia miglior cliente, e mio fratello. Mio padre è venuto solo due volte: la prima quando gli ho detto in che luogo degli Stati Uniti mi trovavo e la seconda il primo Natale che ho passato in Florida. Mio padre è nato a Forks, ha vissuto sempre a Forks e non è mai tranquillo quando esce dalla sua cittadina, dal suo guscio sicuro… ed io come faccio a biasimarlo?
Sono felice qui, anche se mi mancano gli amici con il quale sono cresciuta. Mi manca Jacob, Leah, Seth… li sento per telefono, ma non ho ancora avuto il coraggio di dirgli dove mi trovo. Lo so che posso fidarmi, ma preferisco non rischiare. Forse sono paranoica. Sono passati due anni e sicuramente il mio incubo personale si sarà dimenticato di me, ma non me la sento ancora di dire a tutti dove mi trovo. Ho paura che qualcosa possa rovinare di nuovo la mia felicità.
 
 


Spero di avervi incuriosito... cosa sarà successo a Forks per convincere Bella a scappare?
Chi leggerà vedrà!
Mi raccomando fatemi sapere se può essere interessante come FF...
e nell'attesa che pubblichi in nuovo capitolo vi invito a leggere le altre mie FF

from twilight to sunrise edward
Devi essere indipendente
 

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Capitolo 2
*** Emmett - il mio fratellone ***


Grazie a tutti coloro che hanno aggiunto questa FF nei preferiti - ricordati etc... e a tutte coloro che hanno scritto una recensione, dandomi dimostrazione che il mio lavoro non è passato inosservato!
Non ero certa di continuare la storia, ma visto l'interesse che ho attirato, sono felice di poterla continuare ed essere con voi in questa piccola avventura!!!

A Presto e Buona Lettura
  La suoneria del telefono mi sveglia ancor prima della sveglia. Lo cerco con gli occhi chiusi e la luce spenta. Lo porto all’orecchio e emetto un suono cavernoso come risposta.
“Buongiorno, amore!” la voce calda e gioiosa di Garrett mi strappa un sorriso e mi convince ad aprire gli occhi.
“Buongiorno!” rispondo dopo essermi schiarita la voce. Ho il cervello ancora addormentato per poter pensare ad una frase di senso compiuto.
“Fatto le ore piccole con Alice, eh! Gelato al cioccolato e “The Boondocks Saints”…” mi conosce come nessuno mi ha mai conosciuto… o quasi…
“mm-mm”
“Vuoi che ti chiamo più tardi? Il tempo di riattivare gli ingranaggi?”
“No!” rispondo svegliandomi completamente “No. Sono sveglia. Sono sveglia. Raccontami come è andata ieri!” continuo mettendomi seduta sul letto e ricevendomi uno schiaffetto da Alice che mi ammonisce di abbassare la voce.
“Purtroppo nessun orologio, ma tantissimi oggetti particolari. Sarete sodisfatte dei miei acquisti”
“Nessun orologio?” chiedo un po’ delusa. Solitamente nelle cantine esce sempre un orologio.
“Purtroppo no, mia piccola Dalì. Ma ho una sorpresa che sicuramente mi farà perdonare” la sua risata mi risveglia il buon umore.  
“Torna presto. Mi hai incuriosita!”
“Solo perché ti ho incuriosita?” chiede fingendosi triste.
“No, torna presto perché mi manchi tanto. Alice non mi scalda i piedi come sai fare tu” e scoppiamo insieme a ridere. Sono divertenti la sera, quando ci mettiamo sotto le coperte, gli scatti di Garrett che scappa dai miei piedi freddi. E’ un gioco che facciamo tutte le sere, e che finisce sempre nel migliore dei modi!
“Dai mia piccola Dalì, ci vediamo stasera. Pensami perché io ti penserò sempre”
 
Conto i minuti che mi separano da Garrett. Dovrei esserci abituata, ma non riesco a stare senza di lui. Mi sento come scoperta, non protetta. Non ho mai voluto un rapporto asfissiante. Un rapporto dove uno dipende dall’altro perché mi sembra un rapporto malato. Mi piace avere i miei spazi e mi piace lasciare gli spazi al mio Sole, ma quando si allontana mi assale l’ansia. Un conto sono le sere che esce con gli amici o i pomeriggi che passa nella clinica per il volontariato o in spiaggia, un conto è quando ci sono chilometri che ci separano.
 
La giornata passa veloce. L’orologio che ho iniziato a riparare ieri è quasi pronto. Ho dovuto litigare con due ingranaggi che erano stati rovinati dalla ruggine, ma appena ho iniziato a sentire il ticchettio dei secondi mi sono commossa. Il suono è ipnotizzante e molto rilassante. Insieme ad Alice decidiamo le modifiche da apportare e mi butto a capofitto nel disegno.
Delle forti braccia, accompagnate da un delizioso profumo di sandalo, mi stringono alla vita mentre mi allontano per vedere l’effetto del disegno. Non mi spavento, mi rilasso appoggiando la testa sul suo petto e allungo il collo per permettergli di baciarmi.
Non parliamo, mi lascio avvolgere dal suo profumo e coccolare dalle sue labbra. Lentamente mi fa girare la sedia e mi alza per stringermi tra le sue braccia ed approfondire il bacio facendo danzare le nostre lingue in un ballo lento e dolce. Quando ci allontaniamo per prendere fiato mi perdo nei suoi occhi lucidi di passione.
“Bentornato” sussurro per non rovinare l’atmosfera.
“Vieni. C’è una sorpresa per te” sussurra prendendomi per la mano e portandomi in negozio.
Mentre percorro il corridoio la risata tonante di mio fratello mi fa velocizzare il passo.
“E’ Emmett?” gli chiedo emozionata come un bimbo a Natale.
“Mm-mm.” E mi lascia la mano per permettermi di correre.
Non lo saluto. Gli volo con le braccia intorno al collo e lo stritolo in un forte abbraccio. Erano mesi che non lo vedevo e mi è mancato tantissimo.
“Bellina” mi saluta felice il mio fratellone facendomi volteggiare in aria e baciandomi i capelli felice.
Mi fa scendere e allargando le braccia esclama:
“Sorpresa!!!” e riscoppia nella sua risata contagiosa.
“Ma cosa ci fai tu qui?” gli chiedo emozionata continuando ad accarezzargli il torace e le braccia per assicurarmi che sia reale.
“Sono in vacanza… e passerò un po’ di giorni con la mia sorellina!” e ritorna a stritolarmi.
 
L’euforia viene interrotta da una cliente. Alice la serve mentre io mi affretto a prepararci per la chiusura. Mancano pochi minuti e voglio andare a festeggiare il prima possibile.
Appena la cliente esce dal negozio spengo le luci, lancio la borsa e la giacca ad Alice ed usciamo per festeggiare.
Mangiamo in una pizzeria vicino al negozio. E’ la preferita di Emmett perché costa poco e le porzioni sono abbondanti.
“Dai fratellone. Raccontami le novità! Cosa è successo di bello nella piovosa Forks!” batto le mani per l’emozione. E’ un gesto che ho imparato da Alice, è infantile, ma effettivamente scarica le tensione.
“Beh! Credo che Jacob e Leah non la raccontino giusta. Una sera sono andato in spiaggia con Mike, Tyler e … e gli altri per una festa improvvisata in spiaggia e abbiamo trovato Jacob e Leah sdraiati a guardare le stelle” sciabola le sopracciglia con fare malizioso.
“Nooo! Deve essere stato imbarazzante!” copro il viso per nascondere il rossore. L’immagine dei miei amici avvinghiati in posizioni amorose sotto le stelle che vengono scoperti dal branco di amici di Emmett mi fa vergognare per loro. Poverini!
“Non stavano facendo nulla di che e si sono uniti alla nostra compagnia. Ma gli sguardi che si scambiavano erano moooolto particolari. Senza contare che sembravano due calamite. Uno si spostava e l’altro lo seguiva… secondo me …” e lascia la frase a metà per scoppiare a ridere.
Alice e Garrett ascoltano i nostri discorsi interessati. Non conoscono di persona i miei vecchi amici ma ne ho parlato sovente e alcune volte hanno parlato con loro al telefono.
“Senza parlare di Seth!”
“Seth?” chiedo sempre più curiosa.
“Sì Seth eeee….. eeee… Angela!”
“Cosa?” dalla sorpresa ho quasi rischiato di rovesciare il bicchiere, ma il mio Sole ha evitato il danno.
“Già, già…” risponde saputo e incrociando le braccia “Non passa giorno che Seth non faccia trovare un fiore sulla porta di casa di Angela. La va a prendere al lavoro e l’altra sera l’ha portata al cinema!” e inizia a fare bacetti mentre si abbraccia da solo.
“Smettila” lo riprende con un piccolo schiaffetto sul braccio Alice scoppiando a ridere.
“Beh! Jessica e Mike sono sempre il classico tira e molla mentre Tyler ci sta provando con Laurent, ma tanto non penso che la ragazza si accontenti di un solo letto” e beve tutto d’un fiato la birra dichiarando concluso il gossip.
“E papà?”
“Papà sta bene. Lavora, pesca, borbotta, lavora, guarda le partite, borbotta e va alla riserva. Nulla di nuovo sul fronte!”
“E tu?”
Un velo di tristezza passa veloce sul viso di mio fratello, ma lo allontana subito con una grassa risata.
“Ed io sono qui!” risponde come fosse ovvio.
“Difficile non vederti” e gli accarezzo la pancia per indicare la sua grande mole. “Ma per quanto rimarrai qui?”
“Al momento mi sono preso una vacanza. E fin quando non mi sbatterai fuori rimango con la mia sorellina!”
“Se aspetti che ti sbatto fuori, fai prima a trasferirti”
“Veramente?” la serietà con il quale mi pone la domanda mi fa smettere di ridere. Lo scruto per capire se mi sta nascondendo qualcosa e scuoto la testa per allontanare strani pensieri che si stavano creando nel mio cervellino paranoico.
“Certamente! Mi manchi e se ci foste anche tu e papà qui con me, potrei reputarmi la persona più felice del mondo. Avrei veramente tutto ciò di cui ho bisogno” lo guardo negli occhi per fargli capire che è la verità a non una frase detta tanto per dire, anche se mi sento un’egoista a volerlo con me allontanandolo dal suo mondo, dai suoi amici. Lui non ha nessun “incubo personale” dal quale scappare.
 
“Credo che se non usciamo con le nostre gambe, i camerieri ci butteranno fuori” esclama Garrett stemperando la tensione che si sta creando. Mi fa cenno verso la parte di sala già buia e i tavoli vuoti che ci circondano. Siamo rimasti solo noi, eravamo così presi dalla conversazione che non ci siamo resi conto del locale che si svuotava.
Tornati a casa preparo il divano per far dormire il mio fratello orso. Ringraziando quando lo abbiamo acquistato abbiamo tenuto conto delle visite di Emmett, altrimenti un semplice divano non avrebbe potuto contenere la mole del mio fratellone.
Chiacchieriamo ancora davanti alla tisana e dopo i convenevoli della buonanotte finalmente mi trovo in camera da sola con Garrett.
Ci stringiamo sotto le coperte e faccio il pieno del suo profumo e del suo calore. Mi fa appoggiare al suo petto nudo ed inizia ad accarezzarmi i capelli, l’orecchio, il collo, le spalle e scende fino ai glutei senza tralasciare nessun centimetro della mia pelle.
“Mi sei mancata, mia piccola Dalì” ed inspira il mio profumo stringendo l’abbraccio.
“Anche tu” e lo accarezzo sul torace scendendo sugli addominali. Mi piace giocare con le pieghe dei suoi addominali, passare il dito come fossero delle stradine.
“Ti dispiace se mio fratello si ferma qui con noi?” gli chiedo senza alzare la testa. Smette di accarezzarmi e si sposta leggermente di lato per guardarmi.
“Perché dovrebbe dispiacermi?” chiede confuso.
“Non lo so. E che non ti ho chiesto nulla, l’ho inviato senza sapere cosa ne pensavi. Mi sembrava corretto chiedertelo” e gli poso un bacio sul petto.
“Non devi chiedermi il permesso. Adoro tuo fratello ed adoro il sorriso che la sua presenza fa nascere sul tuo viso. Senza contare che è un grande amico per me e sono felice di passare del tempo con lui.”
“Grazie” e strofino la guancia sulla sua pelle come un gatto che fa le fusa.
“Tutto ciò che rende felice te, rende felice me. Non farti mai remore. Fai quello che ti piace, io sarò sempre al tuo fianco.” Con quelle parole mi fa sciogliere e unisco le mie labbra alle sue. Il bacio inizia delicato, gentile, quasi una carezza. Le nostre lingue danzano e Garrett mi fa adagiare delicatamente la schiena sul materasso. Con le labbra mi sfiora il viso, il collo, le spalle, mentre con le mani mi accarezza come fossi di cristallo. Scende sul seno e le sue carezze diventano più passionali, i baci più urgenti ed i nostri bacini iniziano a strofinarsi. Mi sento una principessa venerata dal suo cavaliere. I respiri ormai eccitati sono l’unico suono insieme al battito dei nostri cuori. Senza smettere di venerarmi mi penetra e continua a venerarmi fin quando non tocchiamo il paradiso. Adoro far l’amore con Garrett. E’ delicato, sensibile, attento alle mie esigenze ed è come una coccola che ti porta all’apice con pazienza, tranquillità, facendoti provare ogni sfaccettatura del piacere che sale fino ad esplodere.
Mi addormento cullata dai suoi battiti mentre ripenso alla fortuna di essermi trasferita e di avere vicino il mio fratellone.
 
“Sveglia piccioncini” lo sbattere della porta contro il muro e la luce accecante del corridoio è la nostra sveglia.
Emmett, vestito con i soli boxer e il grembiule da cucina è fermo sulla porta. Il suo classico sorriso felice e il vassoio stracolmo di ogni ben di Dio in mano.
“Colazione a letto, signori” e si siede sulla sponda del letto facendomi allontanare da Garrett.
“Buongiorno Emmett!” gracchia Garrett nascondendosi gli occhi con il braccio.
“Fratellone” saluto nascondendo il viso nel petto di Garrett che mi stringe a sé baciandomi i capelli e sussurrandomi il buongiorno.
“Dai ragazzi, mi sono svegliato all’alba per farvi una colazione degna di un Re, non potete farmela raffreddare.”
Garrett ride e mi aiuta ad alzarmi. Ringraziando non dormo nuda, altrimenti sarebbe stato un momento imbarazzante!
Ci accomodiamo meglio nel letto e facciamo spazio al mio fratellone. Altra ottima idea che abbiamo avuto io ed Alice quando abbiamo arredato l’appartamento è il letto matrimoniale. Comodo, in molte occasioni, e stamattina è a dir poco perfetto.
Emmett si immobilizza per mezzo secondo e sbatte la mano contro la fronte prima di schizzare fuori dalla mia camera. Ritorna dopo pochi secondi con un’Alice agitata tra le braccia. Che strilla “Mettimi giù Orso” e lo schiaffeggia sulle spalle nude.
La adagia delicatamente sul lettone e con il sorriso a cinquanta denti esclama “Colazione a letto per le principesse.”
Alice si strofina gli occhi ancora confusa per la strana sveglia, ed appena adocchia i pancake si illumina in volto e bacia con schiocco il mio fratellone. “Sei perdonato!” e si fionda sul succo d’arancia ed i pancake.
 
Mangiamo colazione ancora assonnati. Ci credo quando il mio fratellone pazzo dice di essersi svegliato all’alba perché nel vassoio c’è veramente ogni ben di Dio e tutto è veramente squisito. Sia io che Emmett abbiamo preso le capacità culinarie da mia madre. Emmett, posso dire senza vergogna, è anche più bravo di me, in particolar modo nella preparazione dei dolci.
 
Arrivate a lavoro scortate dai miei uomini chiedo anche ad Alice se per lei è un problema la presenza di mio fratello. Mi racconta il suo spavento nel svegliarsi tra le braccia di Emmett e dopo aver riso al ricordo mi assicura che è ben felice di ospitarlo e che ormai lui si è fregato da solo. Per tutto il tempo in cui rimarrà sarà obbligato a farci la colazione, ormai ci ha viziate e deve mantenere i vizi.
“Non mi fraintendere, Bella. Ma secondo me tuo fratello non ha raccontato tutto” esclama smettendo di ridere e guardandomi in faccia sera, con la paura di offendermi. Un brivido mi percorre la schiena. Anche io ho avuto la sensazione che in pizzeria si fosse trattenuto, che mi nascondesse qualcosa, ma non avevo voluto approfondire, la paura che riguardasse il mio incubo mi aveva obbligato a pensare che fosse solo una mia impressione.
“Non penso riguardi il tuo incubo personale” continua massaggiandomi la schiena e parlandomi amorevole.
E’ incredibile come riesca a leggermi Alice.
“Penso che sia qualcosa che riguardi tuo fratello. Vuoi prenderti mezza giornata per indagare?” mi chiede con fare cospiratorio.
Scoppio a ridere per la sua faccia buffa e scuoto la testa tranquillizzandola che preferisco aspettare stasera e poi, conoscendo Emmett, sono certa che quando vorrà parlarne me lo dirà lui senza nessuna pressione da parte mia. E come volevasi dimostrare, non ho dovuto nemmeno aspettare la sera.
Nel pomeriggio Garrett è venuto in negozio per consegnarmi un po’ degli scatoloni che ha acquistato nel suo viaggio e Emmett, con la scusa di aiutarmi mi ha parlato.
“Ho perso il lavoro e con Irina non va bene” dice con la faccia china dentro lo scatolone, sembra in imbarazzo. Mollo ciò che ho in mano e gli sfioro il braccio per farmi guardare e per fargli sapere che io ci sono, che non lo giudico e che sono pronta ad aiutarlo.
“Vorrei seguire la tua strada. Tu sei felice, sei rinata e adoro questa città. Ho più ricordi belli qui che a Forks.” Continua con voce bassa.
“Casa mia è anche casa tua” lo rassicuro guardandolo negli occhi prima di abbracciarlo stretto.
“Grazie sorellina” e stringe l’abbraccio fino a quasi soffocarmi. “Ma non ti chiedo di ospitarmi a casa tua. Voglio solo sapere se per te è un problema.”
Gli tiro un ceffone sulla nuca e con le braccia sui fianchi gli rispondo stizzita
“Ma ti sei bevuto il cervello? Secondo te non sarei la persona più felice del mondo se ti traferissi qui?”
Scoppia a ridere e mi riprende tra le sue braccia.
“Grazie Bellina. Non voglio esserti di disturbo. Ti chiedo solo un divano fin quando non trovo un lavoro e un appartamento.”
Annuisco e elettrizzata lo trascino in negozio da Alice e Garrett per renderli partecipi delle novità. Alice salta per tutto il negozio entusiasta. Adora il mio fratellone ed insieme sono uno spasso. Si stuzzicano di continuo e guardarli è più divertente che guardare Stanlio e Ollio. Garrett gli dà il ben venuto nella città con una pacca sulla spalla ed inizia ad elencargli i posti in cui può fare domanda ed inizia a stilare un programma per trovargli il lavoro, l’appartamento e la ragazza… il mio Sole pensa sempre a tutto!
 
Quando arriviamo a casa il problema maggiore si pone al momento della telefonata a papà. Emmett sembra restio a parlare con Charlie e mi fa promettere di non dirgli ancora nulla.
“Ma lui non sa nulla?”
“Beh! Sa del lavoro ed è felice che con Irina non funzioni perché la detesta. Una sera a cena è stato lui a propormi di seguirti, ma mi sento in colpa a lasciarlo solo. Sai cosa vuol dire lasciarlo solo con i fornelli… morirà di fame o mangerà cibo spazzatura!” lo sguardo preoccupato per l’alimentazione di mio padre mi fa scoppiare a ridere. Charlie, nostro padre, non è bravo in cucina, siamo sempre stati noi due a cucinare, ma penso che un uomo come mio padre sia in grado di badare a se stesso. E poi, vedendo come stanno evolvendosi gli eventi non è detto che anche lui non si trasferisca qui in Florida, vicino ai suoi figli…. Nahhh, mio padre non lascerà mai Forks! Però…


Si nomina solo l'incubo personale di Bella, ma non viene ancora svelato... chi sarà mai?
Ed Emmett si trasferirà definitivamente a Naples lasciando solo il papà alle prese con i fornelli???

Mi raccomando fatemi sapere se vi è piaciuto questo capitolo...
e nell'attesa che pubblichi in nuovo capitolo vi invito a leggere le altre mie FF

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Capitolo 3
*** Natale ***


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NATALE
Il mio fratellone, ve lo posso assicurare, è un portento.
In meno di una settimana ha trovato lavoro presso un architetto del luogo. E’ emozionato come un bambino perché la progettazione delle ville sulla costa è molto più stimolante che la progettazione delle case nella piovosa Forks e vicinanze.
I clienti sono eccentrici ed hanno richieste astruse e folli, ma sono richieste che Emmett cerca con tutto se stesso di accontentare e quando ci riesce è felice come una Pasqua.
Dopo circa un mesetto ha anche trovato un alloggio che dista pochi passi dal mio. Mangia sempre con noi, e non ha mai dimenticato di farci trovare una colazione da re al nostro risveglio… e io sono certa di aver messo su un paio di chili.
 
Natale è alle porte. Mancano ancora pochi giorni, tutti sono in festa e il negozio è sempre pieno. Abbiamo assunto una ragazza per aiutarci e Garrett è sempre con noi. Ha seguito molte aste ed è dovuto andare in trasferta più volte per riuscire a mantenere il nostro magazzino pieno. Mi manca in quei giorni, ma vedere il negozio sempre pieno di gente e gli scaffali vuoti la sera, mi rende felice e riesce a giustificare maggiormente la sua distanza. Da quando è arrivato mio fratello i momenti intimi tra me e il mio ragazzo sono diminuiti. Garrett si è reso disponibile ad accompagnarlo nei locali per trovare la sua nuova fiamma e così molte sere mi trovo con Alice a guardare film con il mio immancabile gelato. Appena il mio Sole torna dai locali mi fa sentire una regina e mi coccola come non ha mai fatto prima, e vi posso assicurare che, da quando lo conosco, non mi ha mai fatto mancare nulla. Mi venera con le parole, con le carezze, con i gesti, con i regali, con le soprese… ma in questo periodo mi venera ancora di più, se questo è possibile.
 
Il giorno della Vigilia è un vero inferno! Il negozio è stato preso d’assalto e io e le ragazze corriamo come delle forsennate per la bottega cercando di accontentare tutti i clienti. Emmett e Garrett sono venuti in nostro soccorso ed è stata una manna, ma nel momento in cui ho chiuso a chiave la porta d’ingresso sono scivolata a terra per la stanchezza.
“Dai amore alzati” il mio Sole mi porge la mano ed il suo sorriso mi fa dimenticare la stanchezza.
Alice saltella con i soldi in mano gridando di gioia mentre Emmett cerca di mettere al sicuro gli oggetti che nella foga la mia pazza socia potrebbe rompere. E’ stato massacrante, non ci siamo fermate nemmeno a pranzo, ma non posso negare che sono soddisfatta! Tutti i miei orologi sono andati a ruba e quasi tutto il negozio è vuoto, rimangono solo più gli addobbi e pochissimi oggetti.
“Ferieeee!” urla di gioia Alice mentre lancia i soldi in aria.
“Sì, ma adesso cenaaaa!” gli fa il verso Emmett cercando di fermarla e trascinarla alla porta.
“Sì! Le ragazze si meritano una cena con i fiocchi!” gli dà man forte Garrett, e abbracciandomi in vita mi accompagna all’uscita.
Passiamo una piacevole serata in un localino tutto addobbato, molto intimo e romantico. Alice e Emmett continuano a stuzzicarsi mentre io mi perdo negli occhi felici di Garrett. Sono felice di essermi trasferita, sono felice di aver avuto il coraggio di scappare dal mio incubo personale. Sono con le tre persone più importanti della mia vita e domani potrò festeggiare il Natale con mia madre e mio padre… era da anni che non festeggiavamo il Natale tutti insieme, come una vera famiglia.
Dopo cena ci dirigiamo verso l’albero che hanno addobbato nella piazza centrale ed aspettiamo la mezzanotte per vederlo illuminato. Appena si accendono le luci scoppia un grande applauso emozionante, e mentre tutti si augurano il Buon Natale io mi perdo tra le braccia del mio Sole e tra le sue calde labbra.
 
 
Scoppio a ridere nel vedere Garrett entrare in camera vestito da Babbo Natale sexy. Fa il broncio, ma dura pochi secondi, e con un sorriso sornione si avvicina lentamente al letto.
“Signorina Swan, si è comportata bene quest’anno?” mi chiede imitando il vocione di Babbo Natale e salendo sul letto come una pantera mentre mi guarda maliziosamente.
“Certo, sexy Babbo Natale” rispondo trattenendomi dal ridere.
“Sicura?” chiede alzando un sopracciglio ed iniziando a risalire con la mano le mie gambe.
“Mm-mm” e mi sdraio per permettergli di coricarsi su di me.
“Quindi si merita il regalo…” continua con voce roca e guardandomi negli occhi.
Alzo il bacino per farlo scontrare con il suo. “mm-mm”
Mi guarda con finto sguardo scioccato.
“Signorina Swan…” mi ammonisce mentre continua a baciarmi e ad accarezzarmi. “… vuole avere il suo regalo?”
“Mm-mm” rispondo ormai preda dei miei ormoni.
Si alza di scatto lasciandomi sola nel letto. Lo guardo senza capire cosa stia facendo. Continua a tenere gli occhi inchiodati su di me, mentre traffica con la mano sotto il letto. Tira fuori una scatolina di velluto rosso con fiocco bianco e si avvicina continuando a guardarmi con i suoi bellissimi occhi neri che mi fanno capitolare.
Con mani tremanti prendo il pacchetto.
“Buon Natale, amore” dice baciandomi sulla fronte.
Lo apro e un orologio piccolo come un ciondolo fa bella mostra al suo interno. Lo rigiro nelle mani, sento il ticchettio e rimango affascinata dalla manifattura. E’ in argento con dei disegni liberty sulla cassa. Il quadrante è in madre perla e sul retro vi è una scritta. “Al mio piccolo Dalì”. Non trattengo le lacrime e lo abbraccio stringendolo forte.
“E’ bellissimo, grazie” gli dico tra un singhiozzo e l’altro.
Mi allontana tenendomi il viso tra le sue mani e con i pollici mi asciuga le lacrime. I suoi occhi mi trasmettono tutto il suo amore.
“Ti piace?” sussurra.
“E’ fantastico, grazie” non riesco a dire altro, troppe emozioni, troppi pensieri… il mio cervello è così pieno di sensazioni che risulta completamente vuoto.
Prende il ciondolo dalle mie mani, si siede dietro di me e, mentre mi sfiora il collo con casti baci mi lega la catenina.
“Avrai sempre una parte di me con te, anche quando sarò in trasferta” sussurra continuando a baciarmi.
Le sue mani scivolano dal collo alle braccia, si soffermano sul ventre mentre continua a baciarmi l’orecchio e la guancia. Mi volto verso di lui e con una spinta lo faccio coricare. Ci baciamo, ci accarezziamo e ci amiamo fino a quando il sole non fa capolino. Con il fiato ancora corto mi appoggio sul suo petto e mi addormento cullata dalle sue mani nei miei capelli. Lo sento sussurrare “Ti amo” sorrido, ma non rispondo e mi abbandono a Morfeo.
 
Le voci eccitate di Alice e mia madre mi svegliano. Ringraziando abbiamo chiuso la porta a chiave, non vorrei iniziare il Natale con mia madre che mi entra in camera trovandomi nuda su Garrett.
“Ben svegliata mia piccola Dalì”
“mm-mm” rispondo con la testa che pulsa. Due ore di dormita sono troppo poche per riprendermi dal lavoro sfiancante del periodo natalizio.
“Volevo portarti la colazione, ma la cucina è già stata occupata!” mi stringe a sé e mi bacia i capelli. “Credo che dobbiamo scendere sai?” continua alzandomi leggermente il viso. Lo bacio sulle labbra e riappoggio la testa sul suo petto caldo. Non voglio scendere, voglio dormire.
“Solo più cinque minuti” biascico coprendomi gli occhi con le mani per aumentare il buio.
“Rimani qui. Ti porto la colazione e dico che stai ancora dormendo, così ti riprendi” e gentilmente mi fa scivolare sul materasso. Mi nascondo sotto le coperte e cerco di riaddormentarmi, ma le voci squillanti che arrivano dalla cucina rendono tutti i miei sforzi inutili.
 
Riapro gli occhi ed il vassoio pieno di ogni ben di Dio mi si para davanti. Garrett mi aiuta ad alzarmi come se fossi una malata e facendomi appoggiare al suo petto mi porge il caffè. Lo bevo sperando di riprendermi e mangiucchio qualcosa sentendo lo zucchero fare effetto.
“Emmett è andato a prendere tuo padre. Se vuoi puoi riposarti fin quando non arriva. Io vado in cucina a intrattenere gli ospiti.” Fa per alzarsi, ma lo blocco prendendolo per il polso.
“Mia madre ed Alice si intratterranno a vicenda. Fammi le coccole” parlo come una bambina di cinque anni, ma ho veramente bisogno di sentirlo vicino. Ed il mio Sole mi accontenta. Sposta il vassoio e si corica prendendomi tra le sue braccia. Mi accarezza i capelli e ogni tanto mi sfiora con un bacio.
Non so quanto tempo è passato, ma l’uragano che è mio fratello ci sveglia lanciandosi nel letto.
“Buon Natale, Bellina!!! Buon Natale Garrettino” urla saltando sul letto.
“Ehi! Buon Natale” si accoda mia madre facendo capolino dalla porta della mia stanza. Mi guardo velocemente e noto con piacere di essere vestita… allargo il sorriso e mi metto a sedere.
“Buon Natale, mamma!” e la abbraccio felice di averla con me in questo meraviglioso giorno.
“Facciamo come quando eravamo piccoli!” propone Emmett attirando la nostra attenzione “portiamo tutti i regali sul lettone e poi li scartiamo!” se non avesse quasi trent’anni e non fosse grande come un armadio potrebbe essere scambiato per un bimbo dell’asilo!
“Siiii” raccolgono l’offerta entusiaste Alice e Renée che si fiondano nel salotto per recuperare i pacchetti e mio padre. Garrett sorride ed esce dalle coperte “Non voglio far venire un infarto a tuo padre” mi spiega con il sorriso malizioso.
 
Il mio letto viene sommerso dai pacchetti e, proprio come quando eravamo bambini, ci scambiamo i regali.
Un maglione, una catenina, una canna da pesca, un portafoto…
Quando il mio letto è ricoperto da carta da regalo il mio stomaco, insieme a quello di mio fratello, ci ricorda che forse è meglio alzarsi e pensare al pranzo di Natale.
Tutti insieme prepariamo la tavola e, mentre gli uomini chiacchierano nel salotto, noi donne terminiamo di preparare il pranzo.
Mangiamo tantissimo e le risate non mancano. Mio padre chiacchiera volentieri con Garrett. Mi stupisce che non lo abbia minacciato o detto qualcosa per tenerlo lontano dalla sua bambina, anzi, sembra proprio che vadano d’accordo. Mio padre gli ha dato più volte le pacche sulle spalle e più volte ha risposto dicendo “Ben detto ragazzo!”… Mia madre continua a guardarlo e a guardarmi come se attendesse una mia qualche rivelazione. Butta lì ogni tanto delle frasi tipo “E’ proprio un bel ragazzo, chissà che bei nipotini mi farete” oppure “La spiaggia di fronte a casa vostra è perfetta per una cerimonia” … Alice le dà man forte, ma io rispondo solo con una risata quasi isterica. Adoro il mio Sole, ma non sono ancora riuscita a dirgli “Ti amo”, figuriamoci se riesco a vedermi con i nostri bambini! Adoro Garrett, è il mio Sole e senza di lui mi sentirei persa, ma per il matrimonio… beh! Un passo alla volta! Adesso devo pensare al negozio e poi si vedrà.
 
A fine serata i miei ci salutano, saranno ospitati da Emmett che ha più stanze e non solo un divano.
Quando mio padre è sulla porta si ferma e schioccando una mano sulla fronte, rientra in casa e cerca qualcosa in valigia.
“Ah, ecco! Trovato! Quasi dimenticavo!” ritorna da noi con delle buste in mano.
“Sono gli inviti al matrimonio di Jacob e Leah” dice quasi imbarazzato “Non sapevano dove spedirle e quindi me le hanno consegnate.”
Con nostra grande sorpresa l’invito è anche rivolto a Alice e a Garrett.
Alice si è emozionata tantissimo ed ha voluto subito telefonare alla futura sposa per ringraziarla e per chiederle se aveva bisogno di aiuto per i preparativi. Non teneva conto che ci distanziavano ore di volo. Alice quando si parla di organizzare un evento non la ferma nessuno.
Colgo l’occasione per augurare un Buon Natale ai miei amici lontani e per confermare la nostra presenza al grande momento.
Che Natale fantastico! Ho fatto bene a fuggire ed a rifarmi una vita… tutte le lacrime, tutti i timori sono stati sostituiti da tantissima gioia!!!

Bella e i suoi amici torneranno a Forks per festeggiare il matrimonio... Bella tornerà nel luogo dal quale è scappata per sfuggire al suo "incubo personale" lo rincontrerà??

 
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Capitolo 4
*** Il Matrimonio di Jacob ***


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IL MATRIMONIO DI JACOB

Siamo ormai a maggio e manca solo più una settimana al matrimonio di Jacob e Leah. Manca solo più una settimana al mio ritorno, anche se momentaneo, a Forks. Manca solo più una settimana e rivedrò il mio incubo personale.
Durante questi mesi, tra lavoro e risistemazione della casa (avere un fratello architetto non è il massimo se ti obbliga a cambiare mezzo appartamento per fare degli esperimenti) non ci avevo pensato.
Quando mio padre mi ha consegnato l’invito sono stata trascinata dalla felicità di rivedere i miei amici e dall’esuberanza di Alice, avevo visti solo i pro, ma non i contro, ma adesso i contro mi stanno uccidendo.
Sto cercando una scusa per non andare, non ho nemmeno comprato un vestito ed ho evitato l’argomento, ma non sono riuscita a nascondere bene il mio tormento.
Ho paura, chiamatemi codarda, ma ho paura di riguardare in faccia il mio incubo personale. Una paura che mi fa avere gli incubi di notte e mi fa cedere le gambe di giorno. Sono passati due anni, non sarò sola, ci sarà Garrett, Alice, Emmett e tantissime altre persone, ma io comunque non riesco a non pensare al mio incubo.
 
“Bella, Bella! Svegliati è solo un sogno” la voce allarmata di Garrett mi fa risvegliare e scappare dall’incubo.
Mi sveglio madida di sudore e lo stringo forte per sentire la sua presenza. Sono più forte del mio incubo, sono più matura e sono con Garrett.
“Vuoi parlarne?” mi chiede abbracciandomi ed accompagnandomi a ricoricarmi.
Nego con la testa e stringo l’abbraccio.
“Forse parlandone insieme troviamo una soluzione” riprova con voce carezzevole e lisciandomi i capelli.
Nego e riprovo ad addormentarmi.
 
“Oggi shoppinggggg!” urla Alice entrando in negozio ed affiggendo il cartello “Chiuso”.
Mi ridesto dai miei pensieri e la guardo spaventata.
“Dai, su Bella. Non fare così. Viviamo nella città dello shopping e tra tre giorni siamo invitate ad un matrimonio! Non puoi presentarti in jeans! Quindi… Shopping!” e mi guarda con i suoi occhioni che mi fanno capitolare.
Cerco di sorridere e poco convinta prendo la borsa per seguirla. Conosco troppo bene Alice e so che è una battaglia persa in partenza. Se non faccio come dice lei, mi farà sentire in colpa per tutto il tempo e farà il muso fino a quando non sarà passato il matrimonio. Ho già troppi pensieri, non voglio aggiungerci un litigio con la mia miglior amica.
La seguo per negozi come un automa ed eseguo esattamente ciò che mi chiede. Mi fa provare tantissimi vestiti ed accessori fin quando non trova quello che secondo lei è perfetto. Si è fatta inviare una foto del vestito della sposa e delle damigelle per capire come dovevamo vestirci e così mi ritrovo con un vestito in blu cobalto. Senza spalline, stretto in vita con uno scollo a cuore e la gonna che fascia le gambe fino al ginocchio allargandosi fino alle caviglie. Sul retro la schiena è scoperta e una collana lunga con il ciondolo di Garrett fa bella mostra tra le mie scapole. Dato che le temperature a Forks non sono alte come in Florida ha previsto anche un copri spalle in tinta. Le scarpe riprendono il colore del vestito e l’allacciatura è uguale alla collana. Mi guardo allo specchio e non posso negare che Alice è in grado di trasformare una ragazza semplice come me in una fata. Ripenso al mio incubo personale, forse non è il caso di azzardare così tanto, ma riesco a spostare i miei pensieri su Garrett e l’immagine del suo viso malizioso mi convince ad acquistare tutto ciò che mi ha proposto Alice.
 
Il fatidico giorno è arrivato. Arriviamo a Forks la sera prima del matrimonio per accompagnare Leah al suo addio al nubilato, mentre Garrett ed Emmett parteciperanno a quello di Jacob.
La serata la passiamo a Port Angeles, in un night club con uomini che si spogliano e si strusciano su un palo. Io, Alice e Leah ci guardiamo quasi disgustate. L’addio al nubilato è stato organizzato da Jessica e il suo poco buon gusto non ha aiutato ad organizzarlo in modo decente. Alice prende in mano la situazione e dopo aver trafficato con il cellulare per circa mezzoretta, ci comunica la nuova destinazione.
Così ci troviamo in una birreria. Ci sono i tavoli da biliardo e le freccette. Il locale è perfetto per la sposa. Sembra il bar della riserva. Ci sono volti di pelle rossa storici sulle pareti e i colori dei muri riprendono il colore de La Push. Un nativo americano con il petto nudo è il barista e ci prepara dei cocktail facendoci uno spettacolino con le bottiglie. Beviamo, giochiamo, ridiamo… sì Alice ha salvato l’addio al nubilato!
 
“Forza Bella! Scendere e prepararsi!” la voce squillante di Alice e il terremoto che fa muovere il mio letto non è il migliore dei risvegli. Sento le braccia di Garrett stringermi a lui e la sua voce ancora impastata dal sonno che cerca di ammonire Alice.
“Oh! Poche storie piccioncini! Dobbiamo essere in chiesa tra quattro ore… forza scendere!”
“Tra quattro ore? Ma mica sono la sposa?” rispondo senza aprire gli occhi ma nascondendomi meglio sul petto di Garrett.
“Non sei la sposa, ma io sono sola. Devo preparare voi, Emmett e tuo padre… quindi scendere” e ci strappa le coperte.
“Inizia da Emmett è più grosso” propone Garrett nascondendosi gli occhi con il braccio.
Sento Alice sbuffare e poi la porta richiudersi così forte da far vibrare le pareti.
 
“Emmett è pronto e tuo padre pure. Fila a fare la doccia!” mi prende per i polsi e mi fa alzare di peso.
Mi trascina nel bagno, mi infila nella doccia ed accende l’acqua… senza darmi il tempo di svestirmi.
Ringhio, ma poi lascio perdere. Con gli occhi ancora chiusi mi spoglio e mi rilasso sotto il getto dell’acqua.
“Non puoi entrare! Avete già perso troppo tempo nel letto, quindi adesso sciò! Entrerai quando sarà il tuo turno” sorriso nel sentire i borbotti di Garrett e finisco di sciacquarmi.
Esco con l’accappatoio addosso e bacio di sfuggita Garrett che viene trascinato da Alice in bagno.
 
“Perfetto! Siediti sul letto e collabora” mi fa sedere e usa le mie mani come appoggio per i trucchi.
Mi trucca, mi pettina e mi aiuta ad infilare l’abito prima di correre da Garrett per aiutarlo a prepararsi.
Siamo tutti pronti, sento Alice correre come una matta al piano di sopra. Poverina, ha preparato tutti ed adesso deve finire di prepararsi lei. Ho provato a chiederle se aveva bisogno di una mano, ma con un ringhio mi ha fatto capire che era meglio se sparivo.
Ricontrollo i miei uomini che siano a posto e mi avvio alla macchina per aspettarla da seduta.
Tutto quel correre a destra e a sinistra mi aveva fatto dimenticare cosa mi aspettava… inizio a mordermi le unghie in preda al nervoso fin quando le mani di Garrett non mi fermano.
“So che c’è qualcosa che ti turba e mi dispiace che tu non me ne voglia parlare. Non ti obbligo, ma almeno non prendertela con le mani, loro non ne possono niente” e mi sfiora le labbra con un bacio facendo attenzione a non rovinarmi il trucco.
“Ti spiegherò tutto… ma non adesso. Fidati di me” gli chiedo quasi implorandolo. Lui annuisce e mi abbraccia a se sussurrandomi “Ti amo”.
 
Arriviamo alla spiaggia La Push dove si terrà la cerimonia. C’è tutta Forks e tutta la riserva. Non mi soffermo a vedere chi è presente, anzi mi chiudo in me stessa nascondendomi tra Emmett e Garrett. Alice guarda ogni singolo invitato tenendo a braccetto mio padre. Saltella come una molla e saluta persone che non credo abbia mai visto. Mi concentro su di lei e cerco di annullare la vista periferica.
Arriviamo dallo sposo. E’ teso e appena mi vede mi corre incontro abbracciandomi e facendomi roteare in aria.
“Sei venuta! Bella! Sei venuta!” grida ridendo e iniziando a piangere.
Appena mi fa rimettere i piedi a terra gli prendo il volto tra le mani e con i polpastrelli gli asciugo le lacrime.
“Non potevo sicuramente mancare al vostro matrimonio” e lo bacio sulla guancia.
La marcia nuziale ci avvisa che la sposa sta arrivando. Gli faccio gli auguri e mi vado a sedere vicino a mio padre tenendo stretta la mano di Garrett.
La cerimonia è bellissima, semplice e particolare. L’amore che provano l’uno per l’altro è palpabile. Si legano i polsi come simbolo che il loro amore durerà per sempre ed io rivedo nei miei pensieri Leah e Jacob da piccoli, si odiavano e non perdevano occasione per farsi dispetti. Erano come cane e gatto ed adesso sono qui, di fronte a me che si giurano amore eterno. Fumano il calumet per sugellare il matrimonio e uno scroscio di applausi si alza tra gli invitati.
Commossi ci passano il calumet. Ovviami tossisco appena lo aspiro, mentre Garrett come mio fratello sembra che non sia la prima volta che fumino. Alice riesce a contenere i colpi di tosse, ma la colorazione rossa del suo volto mi fa capire che è in carenza di ossigeno. Le do delle pacche sulla schiena e la invito a bere dell’acqua.
 
Il banchetto è qualcosa di mai visto. Ci sono piatti tipici della riserva e anche piatti sofisticati classici dei visi pallidi. Le parsone chiacchierano tra di loro spensierate e io rivedo tantissimi amici. Emmett si perde con Paul e Seth a bere mentre mio padre chiacchiera imbarazzato con Sue. Chiacchiero con tutti e presento Alice come la mia socia e Garrett come il mio fidanzato. Tutti e tre rispondiamo Florida quando ci chiedono dove abitiamo, ma non scendiamo nel particolare. Ringrazio Alice e Garrett per appoggiarmi in questa paranoia, ma soprattutto, così vicino al mio incubo personale preferisco non far sapere dove abito.
 
Come richiamato dai miei pensieri il suo profumo invade le mie narici. Sono voltata verso il buffet e una qualche forza mi tiene in quella posizione.
“Edward” la voce del mio fidanzato mi conferma la sua presenza. “Da come eri ridotto ieri sera pensavo di non vederti oggi!” continua con tono amichevole.
“Non potevo sicuramente mancare al matrimonio di Jacob! E poi anche tu ieri sera non scherzavi” la voce melodiosa di Edward mi fa tremare. Come anche la sua risata cristallina mi fa un effetto che non mi piace al mio cuore…
“Touchè! Dai vieni ti presento la mia fidanzata” gli risponde Garrett continuando a ridere.
“Edward lei è Isabella, la mia fidanzata” alzo il viso con uno sforzo immane e mi fermo all’altezza della mandibola serrata, non ho la forza di guardarlo negli occhi.
“Ci conosciamo già” sussurro cercando di non far trapelare il nervoso.
“Ciao Bella è un piacere rivederti” esclama con non chalance Edward porgendomi la mano. Gli trema visibilmente e stringendogliela prendo coraggio nel guardarlo in viso. Ha la faccia tesa ed il sorriso non arriva agli occhi. E’ arrabbiato anche se riesce a mascherarlo bene. Gli stringo la mano e come scottata la ritraggo. Garrett mi allaccia le braccia alla vita e mi posa un bacio sulla tempia.
“Invece lei è Alice, la socia di Isabella” continua Garrett cercando di stemperare la tensione.
Edward parla, anzi parlano tutti, ma io non sento più nulla, non vedo più nulla… sento solo la mia tentazione di allontanarmi.
“…Jasper” una voce sconosciuta mi ridesta dal baratro di pensieri che mi stava facendo salire la nausea. Vedo una mano tesa verso di me e sento la mano di Garrett che mi stringe il fianco.
Alzo gli occhi ed un ragazzo con gli occhi azzurri ed i capelli biondi mi tende la mano ripetendo “Mi chiamo Jasper”
“Piacere” rispondo stringendogli la mano “Bella” e tiro un sorriso.
Guardo Alice e, ommiodio, ha gli occhi a cuore! Riguardo il ragazzo, riguardo Alice… sì ha gli occhi a cuore! Scuoto la testa e con una scusa mi allontano dal gruppetto.
Garrett mi è alle spalle in meno di un secondo.
“Tutto bene, amore?” mi chiede prendendomi per mano, ma non rallentando il mio passo.
“Sì, volevo solo vedere una cosa” e cammino fin quando arriviamo alle pozze.
Mi tolgo le scarpe sugli sogli e mi siedo a lato di una pozza. Tutta la mia vita passata a Forks con Edward mi si para davanti… Sento le mani di Garrett che mi accarezzano le braccia, sento le sue labbra che mi baciano i capelli e sento il suo petto appoggiato alla mia schiena, ma il mio cuore ed il mio cervello è rivolto a Edward… il mio incubo personale!
 
“Cosa è successo?” chiede preoccupato continuando ad accarezzarmi il collo con il naso.
“Nulla” rispondo flebile.
“Vuoi andare via?” mi sussurra.
“No, non voglio dargliela vinta di nuovo” rispondo acida ricacciando le lacrime.
“Vuoi parlarne?”
“Non adesso, non saprei da dove iniziare…”
“Prova dal principio”
“Se inizio a parlare adesso, se inizio a ricordare adesso… rovinerò il giorno di Jacob… lui non vale così tanto” le lacrime scendono libere e sento il corpo di Garrett irrigidirsi alle mie parole.
“E’ qui?” mi chiede cercando di nascondere il nervoso. Annuisco continuando a guardare le pozze.
“E’ Edward?” non annuisco, non faccio nulla, uso tutto la mia concentrazione per non mettermi a piangere e per non fuggire.
Lo sento sospirare e mi stringe più forte a sé sussurrandomi un “Mi dispiace”
Rimaniamo ancora in silenzio fin quando non vediamo che stanno portando la torta.
 
Ritorniamo in spiaggia e ricomincio a fingere di stare bene. Il taglio della torta è seguito dalle danze. Tutti si dispongono intorno al fuoco ed iniziano a ballare, io mi siedo sul tronco di legno a lato e mi perdo a guardare i corpi danzanti.
 
“Posso parlarti un solo secondo!” la sua voce mi fa vibrare e le farfalle nello stomaco ricominciano a volare.
Mi risveglio dal trans e cerco Garrett. E’ dall’altra parte del falò braccato da mio padre. Alice è seduta con Jasper su un tronco e i cuoricini che emanano mi fanno quasi rabbia. Emmett è ormai seduto a terra con Seth a lato ed un boccale in mano che cantano a squarcia gola.
“Ti prego, Bella. Solo un secondo.” La sua voce è implorante e il cuore mi si chiude in una morsa. Mordo il labbro inferiore per farmi coraggio ed annuisco senza guardarlo.
“Vieni” sussurra tendendomi la mano. Nego con la testa, non voglio rimanere sola con lui.
Lo sento sospirare, e poi lo vedo con la coda dell’occhio sedersi dove pochi minuti prima c’era Garrett.
“Puoi guardarmi un attimo?” chiede carezzevole.
Sono passati due anni, amo Garrett, lui non è più niente per me, posso guardarlo, non mi succederà niente. Prendo coraggio e lo guardo continuando a non parlare.
“Grazie!” le sue spalle si distendono ed i suoi occhi si illuminano di gioia “Volevo chiederti scusa. Lo so che può sembrare solo una parola, ma sono sincero. Scusa. Scusa per cosa ho fatto, scusa per come ti ho trattato. Scusa…” lo fermo con il gesto della mano. Guardarlo negli occhi e sentire la sua voce è ancora troppo per me, non ce la faccio. I suoi occhi mi incatenano e la sua voce risveglia le farfalle nello stomaco. Non posso ricaderci, ho Garrett adesso, lui è quello giusto per me.
Vedo le sue mani stringersi a pugno.
“Cosa vuoi?” chiedo atona ritornando a guardare verso il falò.
“Il tuo perdono” risponde con voce roca.
Nego con la testa e ricaccio le lacrime. Ho già pianto troppo per lui e l’ho perdonato anche più volte. Basta. Devo chiudere il passato alle spalle.
“Ho una vita adesso. Ritorna alla tua e stammi lontano…” dico mantenendo il tono piatto.
“Senza di te io non ho una vita…” quella parole mi fan gelare il sangue.
Lo prendo con rabbia per mano e lo allontano dal falò entrando di pochi passi nel bosco che circonda la spiaggia. Lo strattono contro un albero con tutta la rabbia che ho represso negli anni.
“Tu potevi avere una vita con me, ma l’hai gettata alle ortiche!”
“Ho provato a farmi perdonare” ribatte cercando di toccarmi la guancia con la mano, ma arretro di un passo e gli schiaffeggio la mano per farla allontanare.
“NO! Tu hai reso la mia vita un inferno! Ho dovuto lasciare Forks per poter respirare di nuovo.”
“Io ti amo!” dice facendo un passo verso di me, ma io ne faccio un altro per allontanarmi.
“NO! Tu non mi ami. Quello che provi per me non è amore… e se lo è, è malato. Mi spaventa. Stammi lontano. Fatti una vita. Dimenticami” le parole mi escono come lame. Voglio che capisca che deve starmi lontano.
Mi incammino verso il falò, ma lui mi prende per un polso.
“Ti prego Bella” sussurra.
“Bella! Tutto bene?” la voce di Garrett è come una luce in fondo al tunnel.
“Sì. Voglio tornare a casa.” Prendo la mano del mio Sole e mi allontano. Non voglio voltarmi, deve capire che deve andare avanti e che nel suo futuro io non sono contemplata, perché nel mio futuro c’è Garrett, il mio cavaliere senza macchia, il mio Sole.

 
Si è finalmente scoperto chi è l'incubo personale di Bella... adesso la domanda è? Perchè? Edward sembra un bravo ragazzo cosa può aver fatto per averla obbligata a fuggire da Forks???

Mentre attendete i nuovi capitoli vi invito a leggere le mie FF

 

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Capitolo 5
*** Confessioni ***



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CONFESSIONI.

Dopo aver salutato tutti con la scusa che il nostro aereo parte presto torniamo a casa di mio padre.
Emmett è rimasto alla festa, lui si fermerà ancora un paio di giorni, ed Alice mi ha supplicato di poter rimanere con Emmett… anche se so che il vero motivo per cui vuole rimanere ancora un paio di giorni non è mio fratello!
 
“Possiamo parlarne adesso?” mi chiede Garrett appena chiudiamo la porta di casa Swan.
“No” rispondo secca incamminandomi sulla scala per andare nella mia vecchia stanza.
Mi prende per il polso e mi costringe a voltarmi.
“Bella! Ti prego. Dimmi cosa è successo. Cosa voleva Edward da te?”
Scoppio in lacrime e mi siedo sui gradini dato che le gambe non mi reggono. Garrett si avvicina e prendendomi in braccio mi porta nel mio vecchio letto.
“Ti prego Bella, dimmi cosa sta succedendo” mi chiede quando finalmente smetto di piangere. Si inginocchia di fronte a me e con il dito mi alza delicatamente il viso per far incontrare i nostri occhi.
“Cosa mi stai nascondendo?”
“E’ lui il motivo per il quale sono fuggita da Forks” rispondo cercando di trattenere le lacrime che continuano a spingere per uscire.
“Ti ha fatto del male? Ti ha picchiata?” chiede in un ringhio e stringendo le mani così forte da far sbiancare le nocche. Nego con la testa mentre mi mordo il labbro… fosse così semplice da spiegare… ma come faccio a spiegargli cosa mi ha spinto a fuggire?
“No… no…” cerco di rassicurarlo stringendo una mano sulla sua e con l’altra accarezzandogli il volto.
“Non mi ha mai picchiata, non mi ha mai fatto del male fisicamente…è più complicato”
Lo sento rilassarsi mentre emette un sospiro. Senza lasciarmi la mano si alza per coricarsi nel letto. Mi prende per le spalle e mi fa coricare vicino a lui. Appoggio la testa al suo petto ed il battito del suo cuore mi fa rilassare. Mi accarezza i capelli e con voce gentile continua:
“Sono qui ti ascolto… sfogati”
“Stavamo insieme da un paio di anni” le sua mani si fermano dall’accarezzarmi ed io mi irrigidisco.
“Continua”
“Edward ha perso la madre e la sorella a causa di un incidente stradale” ricomincia ad accarezzarmi i capelli.
“Edward non si è mai ripreso da quella perdita… ed ha iniziato ad essere possessivo con chi gli stava a cuore. Ed in quel momento io ero la persona più vicina a lui insieme a suo padre”
Lo guardo in viso per capire cosa pensa e lui, con lo sguardo pieno di amore, mi fa cenno di continuare continuando ad accarezzarmi per farmi sentire la sua presenza.
“I primi tempi gli sono stata vicina. Edward era un bravo ragazzo con un cuore d’oro, il dolore per la perdita era visibile nei suoi occhi. Ho provato a stargli vicino, a farlo riprendere, e con suo padre ho provato a convincerlo a farsi aiutare, ma lui continuava a negare il suo dolore. Con il tempo i suoi occhi sono cambiati. Non c’era più dolore, ma c’era paura. Paura che anche a me capitasse qualcosa. Credevo che il nostro amore fosse una buona cura” Garrett trattiene il respiro e lo sento irrigidirsi “Ma mi sbagliavo.” continuo “Il nostro non era un amore così forte da superare un problema così grande! Ha iniziato ad essere ossessivo, non mi lasciava mai sola, non mi permetteva di fare nulla per paura che mi capitasse qualcosa, non potevo parlare con nessuno che lui si intrometteva spaccando nasi. Era geloso persino di Emmett. Mi veniva a prendere la mattina per portarmi a scuola e mi scortava in ogni aula. Mi riaccompagnava a casa ed il pomeriggio rimaneva a casa mia. Pure la notte me lo sono trovato seduto accanto al mio letto che mi osservava. Non mi permetteva di vivere, non mi faceva respirare e non permetteva a nessuno di avvicinarsi a me. Aveva allontanato tutte le mie amicizie e se qualche ragazzo mi guardava lui lo riempiva di botte. Si è anche azzuffato con mio padre quando gli ha imposto di starmi lontano.” Presi un profondo respiro per avere la forza di continuare. Erano due anni che cercavo di dimenticare e tutti quei ricordi erano dolorosi. Il mutamento di Edward davanti ai miei occhi, la mia incapacità di aiutarlo, la furia nei suoi occhi quando qualcuno mi parlava, la mia paura di quando me lo trovavo in ogni luogo…
La stretta di Garrett si fece più forte.
“Se non te la senti non continuare” mi sussurra alzandomi il volto per potermi baciare sulle labbra. Mi perdo nel bacio, ma il ricordo dei baci con Edward ritorna prepotente ed io mi allontano con la scusa di dover respirare.
Mi riappoggio al suo petto e ricomincio.
“Quando mio padre si accorse che non ero abbastanza forte per aiutarlo, ma anzi mi stavo facendo trascinare nel baratro con lui, ci obbligò a rimanere separati. Mi scortava lui a scuola e minacciò di arrestarlo se si fosse ancora avvicinato a me. Per le prime settimane sembrava che la mia vita fosse tornata alla normalità. Edward non mi parlava, non mi guardava. Ci rimanevo male, ma almeno avevo ricominciato a respirare e a frequentare gli amici che lui mi aveva allontanato… Una sera, fui invitata ad una festa. Ci andai con Emmett, Jacob e Leah…” presi un profondo respiro, era il ricordo più doloroso “Trovai Edward in atteggiamenti poco casti con Tanya. Erano avvinghiati come due polipi e lei urlava il suo nome ad ogni spinta. Sono rimasta paralizzata a guardarli… il richiamo di Leah mi ha fatto riprendere dallo shock, ma ha anche attirato l’attenzione dei due amanti” gli occhi di Edward colmi di piacere e nello stesso tempo spalancati dallo stupore mi si parano davanti come fossi ancora a quella dannata festa. “Sono fuggita…” il mio cuore si rispezza come quella notte, anche se spaventata dalla sua possessione amavo Edward e fino a quel momento avevo creduto possibile un nostro ritorno insieme appena si fosse ripreso dallo shock della morte della madre e della sorella, ma quella scena mi aveva confermato che l’amore tra me e lui non era possibile… “Mi è venuto a cercare a casa e nei giorni successivi tornò a perseguitarmi peggio di prima… e così sono scappata”
Termino senza spiegare i miei sentimenti… Garrett non lo merita e sono sentimenti che voglio dimenticare.
“Mi dispiace mia piccola Dalì, non sapevo” mi conforta facendomi scivolare sotto di lui.
“L’ho conosciuto ieri sera, non ho notato nulla di strano, anzi ho passato tutta la serata con lui e trovandolo simpatico ho voluto presentartelo…pensavo non lo conoscessi… Sono un idiota” abbassa il capo e stringe il lenzuolo nei pugni.
“Non potevi saperlo. Non l’ho mai nominato…”
“Perché non me ne hai parlato?” mi chiede riportando i suoi occhi nei miei. E’ triste e deluso. “Credevo che non ci fossero segreti tra di noi” continua accarezzandomi la guancia e facendomi perdere nei suoi bellissimi occhi.
“Scusa… ma era troppo doloroso…”
“Lo ami ancora?” mi irrigidisco alla domanda.
“No!” rispondo velocemente, ma Garrett si alza con uno scatto e, passandosi la mano tra i capelli si avvia verso la finestra. Rimane fermo guardando fuori dalla finestra. La sua schiena si alza a si abbassa in profondi respiri continuando a passarsi la mano tra i capelli.
“Garrett…”
“Lo ami ancora” sussurra e non è una domanda.
“No… mi ha fatto troppo male…” rispondo riscoppiando a piangere.
“Bella…” si risiede sul letto e mi accarezza i capelli. “Non nascondermi più nulla…” si avvicina maggiormente togliendomi i capelli dal viso ed alzandomi il volto “sono con te, non ti lascerò mai, siamo una coppia…” mi bacia una guancia asciugandomi una lacrima “solo insieme possiamo superare gli ostacoli…” mi prende tra le sue braccia e mi fa appoggiare al suo petto “…e più questi sono alti e più dobbiamo rimanere uniti” e mi bacia con passione trasmettendomi tutto il suo amore.
“Scusa” sussurro sulle sue labbra “Ho sbagliato” continuo tirando su con il naso “Non ti nasconderò più nulla” e mi nascondo nel suo caldo e protettivo abbraccio.
“Bella…”
“mm”
“Cosa voleva stasera Edward da te?” mi chiede tranquillamente senza smettere di accarezzarmi la schiena e tenendomi tra le sue braccia.
“Chiedermi scusa… e assicurarmi che era cambiato” basta omissioni. Volevo la fiducia di Garrett.
“Come ti senti?”
“Arrabbiata con lui… ma felice e più leggera per averne parlato con te!” ed alzo il viso per baciarlo.
Mi fa coricare dolcemente sul letto ed inizia ad amarmi come solo lui sa amarmi.
I ricordi dolorosi sono lontani, il viso di Edward nei momenti felici fa capolino ogni tanto nella mia testa, ma lo scaccio concentrandomi maggiormente sulle carezze ed il piacere che Garrett mi sta donando…
Vorrei riuscire a dire Ti amo a Garrett, si è dimostrato il miglior compagno che una donna possa desiderare, ma le due paroline rimangono artigliate nella mia gola… arriverà il momento in cui mi sentirò pronta per poterglielo dire…
Con il corpo rilassato dalle attenzioni di Garrett e il cuore più leggero per le confessioni fatte mi addormento tra le braccia del mio sole e mi ripeto come un mantra … il mio incubo personale fa parte del mio passato, il mio presente è Garrett…

 
Adesso che Bella è tornata a Forks... il segreto di dove abita rimarrà ancora tale? 
E con Garrett? Riuscirà Garrett a starle vicino anche sapendo che il cuore della sua amata non ha ancora dimenticato Edward????


Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo! E' molto importante per me sapere se si è capito bene il motivo per cui Edward è diventato un incubo ... e non parlo solo per i suoi atteggiamenti possessivi e asfissianti!
Fatemi sapere, perchè è un capitolo sul quale ho lavorato tanto e mi piacerebbe sapere se ho spiegato bene cosa il mio cervellino ha pensato!
Ci conto e vi prometto che posterò il prima possibile il prossimo capitolo!!!!

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Capitolo 6
*** Ritorno a casa ***


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RITORNO A CASA

Sono passate ormai settimane dal matrimonio di Jacob. Alice è tornata dopo due giorni ed è più elettrizzata di prima… e calcolando che prima era già una molla, non ci sono parole per descriverla in questi giorni.
Saltella invece che camminare, sospira con gli occhi a cuoricino ogni volta che vede una coppietta, trilla invece che parlare e quando le suona il cellulare si fionda su di esso come se ne andasse della sua stessa vita.
Jasper, il ragazzo biondo che ha incontrato al matrimonio, si è fatto sentire sovente negli ultimi giorni, e dopo ogni sua telefonata Alice è incontenibile!
Quando è tornata da Forks ha obbligato Garrett a lasciarle il posto nel letto e mi ha tenuta sveglia tutta la notte a raccontarmi di lui… è uno psicologo e lavora a Port Angeles, ha trent’anni ed è single… non mi soffermo nei dettagli del suo magnifico corpo, della sua parlata melodiosa, del suo cervello sopraffino, delle sue mani vellutate e dei suoi occhi magnetici… se volete saperne di più chiedete a Alice!
In alcuni racconti dei giorni passati a Forks a Alice è sfuggito il nome di Edward… lei, come Garrett non sapevano il nome del mio incubo personale… L’ho lasciata raccontare, ma sentendo il cuore perdere un battito ogni volta che lo nominava ho vuotato il sacco e le ho raccontato tutto.
Dopo il primo momento di confusione dovuto alla mia descrizione dell’Edward dei miei ultimi tempi a Forks, mi ha abbracciata chiedendomi mille volte scusa per averlo nominato… e mi ha promesso che anche lei odierà Edward! Ho cercato di farle capire che non era il caso e che non odiavo Edward, ma Alice è fatta così, e con la sua faccia saputa mi ha detto che proverà per Edward esattamente ciò che provo io… Beh! meglio di no!
 
Con Garrett non ne abbiamo più parlato. Ogni tanto lo trovo che mi scruta da lontano, ma quando si accorge che l’ho notato, mi fa un sorriso e torna a svolgere ciò che sta facendo.
IO? Beh, io sono confusa. Il polso, nel punto in cui mi ha toccata mi brucia come se la sua mano fosse ancora stretta nel trattenermi. Il suo Ti amo continua a vorticarmi nella mente insieme ai suoi occhi così maledettamente sinceri, e accesi dalla luce che credevo di non vedere più in quelle pozze di smeraldo… ma è acqua passata. Edward non fa più parte del mio mondo, della mia vita. Adesso ho Garrett e sono felicissima del mio cavaliere senza macchia!
 
“VIENE A TROVARMI!!!! VIENE A TROVARMI!!!!” urla Alice entrando come un uragano in negozio.
“Chi?” chiedo con un sorriso ma frastornata dalle urla.
“JASPER! JASPER!” e improvvisa un balletto nel centro del negozio. Bacia Garrett che è appena entrato con uno scatole in mano e, continuando a cantare e saltellare si dirige verso il retro bottega.
“Devi presentarmi il suo pusher… vende sicuramente roba buona!” scherza Garrett posando lo scatolone pesante sul bancone.
“Secondo me, è il suo sangue ad essere drogato. Dovremmo provare a venderlo” controbatto avvicinandomi al mio Sole per baciarlo.
“Io ho una droga migliore… e ne sono ormai dipendente” risponde avvicinandomi maggiormente a lui ed iniziando ad assaporare le mie labbra.
 “mh-mh” qualcuno si schiarisce la voce e ci fa tornare nel mondo reale.
“Buongiorno Signora Weber” saluto imbarazzata ricomponendomi alla bene meglio. Garrett sogghigna defilandosi nel retrobottega… gentile!
“Scusi il disturbo, ma volevo sapere se il mio servizio da tè è pronto”
“Certo signora Weber, vado subito a prenderlo” e mantenendo lo sguardo fisso al pavimento mi dirigo verso il mobiletto per prendere il servizio. Sento le guance che mi vanno a fuoco, ma cerco di ricompormi e allontanare l’imbarazzo per servire in modo adeguato la mia cliente abituale.
“Ecco a lei signora… sono venute una meraviglia…” tiro fuori le tazzine per farle vedere il capolavoro di Alice. “Come nuove!” continuo con un sorriso a centocinquanta denti e guardandola negli occhi. Non è imbarazzata, non è arrabbiata, è veramente entusiasta per il risultato… fiu! Non ho perso una buona cliente… maledetto Garrett!
Paga ed esce, e proprio mentre la porta si chiude le mani di Garrett mi riafferrano da dietro.
“Le chiedo scusa signorina, ma mi deve capire… sono un povero tossico ed ho bisogno della mia dose quotidiana per non patire…” e ricomincia a baciarmi sul collo facendomi sciogliere.
“G…Garrett… smettila” dico poco convinta, ma spingendolo lontano con un colpo di bacino. “Se vuoi la tua dose dovrai attendere stasera, in un luogo più consono!” e fintamente stizzita mi allontano da lui, improvvisamente interessata a modificare la vetrina.
“Solo un bacetto?” continua imperterrito arrivando da dietro e spaventandomi. Prende al volo il cigno di vetro che mi stava cadendo… “Beh! Un bacetto perché ho salvato il cigno lo merito!” e mi bacia dolcemente riponendo il soprammobile in vetrina.
“Ci vediamo dopo… Ti amo” ed esce dal negozio facendomi l’occhiolino e lasciandomi completamente frastornata.
 
***
“ARRIVA STASERA!!!! STASERA!!!!”
“Chi?”
“Ma come chi Bella?” sgrana gli occhi Alice facendo cadere pesantemente le braccia a lato del corpo. “JASPER!!!!”
“Jasper arriva stasera qui?” chiedo raggelandomi. Jasper … Edward… se Jasper sa, Edward saprà… nooooo!
“ALICE! Ma sei impazzita?” le urlo contro cercando di non far vedere il tremore che mi sta scuotendo l’intero corpo.
“Perché?” chiede realmente stupita dalla mia reazione.
“Gli hai detto dove abitiamo?”
“Certo! Altrimenti come faceva a venire a trovarmi?” chiede piccata.
“Alice! Nessuno deve sapere dove abito!”
“OH!” non fossi tremendamente incazzata scoppierei a ridere per la faccia buffa di Alice.
“Merda… scusa Bella! Non ci avevo pensato. E che mi piace Jasper e… volevo vederlo, ma non potendo andare da lui ho pensato di farlo venire da me… merda…. Scusa Bella!” e mi abbraccia.
“Ma tranquilla. Verrà da solo e gli chiederò di non dire a nessuno dove abiti” cerca di consolarmi liberandomi dal suo abbraccio e guardandomi negli occhi con la faccia da cucciolo.
“Speriamo!” sospiro, ma non sono convinta di essere così fortunata…
 
Quando Garrett arriva a prendermi a chiusura nota subito il mio malumore.
“Amore! Cosa succede?” chiede preoccupato chiudendo a chiave la porta del negozio.
“Alice… Jasper” dico soltanto mentre termino di pulire il pavimento.
Mi toglie la scopa dalle mani e mi fa alzare il viso.
“Non ho capito. Alice… Jasper… cioè?”
“Alice ha detto a Jasper dove abito!” ringhio ritornando a finire il lavoro.
Non dice nulla. Attende che finisca e mi posa la giacca sulle spalle prima di uscire dalla bottega.
“Dov’è Alice?” chiede mentre spegne le luci e chiude la porta.
“A prendere Jasper” rispondo con tono piatto e stringendomi maggiormente nelle spalle.
“OK!” sospira “Mi spieghi qual è il problema?”
Lo guardo con sguardo assassino… ma possibile che non capiscano!
“QUAL E’ IL PROBLEMA? Ma siete idioti???? Due anni! Ragazzi. Due anni! Due anni che riesco a tenere nascosto il luogo in cui vivo e basta una sola volta di Alice a Forks che mezzo paese sa dove mi sono nascosta!!! Due anni! Merda!”
“Bella, calma!” dice Garrett accompagnandomi alla panchina di fronte al negozio. “Ci sono io. Non sei sola” e mi stringe a sé.
“Non voglio che lui sappia dove trovarmi!”
“Anche ti trovasse? Anche se venisse? non capisco quale sia il problema” si inginocchia di fronte e me e mi fissa dritta negli occhi “Non può avvicinarsi a te perché ci sono io a difenderti… o forse il problema è che provi ancora qualcosa per lui e rivederlo è doloroso?” mi stringe la mani tra le sue e mi scruta nell’anima con i suoi profondi occhi neri.
Nascondo il viso tra le mani, non riesco a reggere il suo sguardo. Ragiono sulle sue parole. Sono ancora innamorata di Edward? NON PENSO. Ho paura che rivedendolo cadrei nuovamente tra le sue braccia? NO! Ho paura che mi faccia del male? No, perché non mi ha mai picchiata… Ho paura di soffrire nel vedere i suoi occhi folli, senza più la luce che mi ha fatto innamorare? FORSE…
“Hai ragione” rispondo alzandomi dalla panchina e prendendo un profondo respiro. “Non c’è nessun problema se mi trova, ora ci sei tu con me …” e lo abbraccio per sentirmi protetta.


 
Lo so, il capitolo è corto, ma è nato così e poi... credo che prima di andare avanti sia meglio fare un passo indietro e conoscere la versione di Edward!!!!
Ops! forse ho spoilerato.... mi è scappato!!!


NELL'ATTESA DI SAPERE COSA NE PENSA EDWARD VI PROPONGO DI LEGGERE 

Il mio incubo personale
La donna più felice del mondo
from twilight to sunrise edward
Padre senza saperlo 

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Capitolo 7
*** Io sono Edward Cullen ***


 
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IO SONO EDWARD CULLEN

POV EDWARD
Dal matrimonio di Jacob non riesco a smettere di pensare a lei.
Appena chiudo gli occhi la vedo abbracciata a Garrett, vedo i loro baci, i loro sguardi complici, i loro sorrisi dolci… e spacco ogni cosa che mi capita a tiro… credevo di aver superato la situazione, ma mi sbagliavo.
In questi due anni non ho mai smesso di pensare a lei, non ho mai smesso di cercarla, ma sembrava sparita nel nulla, ho provato anche a seguire Charlie ed Emmett quando partivano, ma sono sempre riusciti a distanziarmi quel tanto che non mi permetteva di capire dove erano diretti…
Ho provato persino a rifarmi una vita… ho ricominciato gli studi, ho iniziato a lavorare per tenermi occupato e sono andato a letto con tantissime donne… ma il pensiero di lei e di come stupidamente l’ho persa non mi ha mai abbandonato.
Appena è partita ho provato a rintracciarla, ho messo sotto torchio tutta Forks ed ho spaccato tantissimi nasi, fin quando una sera non mi hanno arrestato ed in cella ho avuto modo di pensare.
Se la rivolevo dovevo tornare in me stesso… dovevo farmi aiutare. Ho lavorato per tornare l’Edward del quale si era innamorata convinto che sarei riuscito a riconquistarla… ovviamente dopo averla trovata!
Ho conosciuto Jasper così, era lo psicologo migliore della zona.
Il nostro rapporto non è iniziato nel migliore dei modi, ho inveito contro di lui, ho sfogato la mia rabbia contro di lui, l’ho insultato, gli ho spaccato degli oggetti nello studio, ma lui è stato paziente, e con il tempo sono riuscito a placare la rabbia che mi stava divorando. Ho imparato a tenermi vicino le persone ed ho chiesto scusa a tutti coloro che ho ferito nel mio periodo nero.
Ho ritrovato il rapporto con mio padre, il mio unico parente ancora in vita, ed ho proseguito gli studi con la speranza in un futuro migliore. Quando mi sentivo abbattuto e non abbastanza forte per superare qualche ostacolo, pensavo a lei, pensavo che solo diventando un uomo migliore potevo riconquistarla.
Invece con il matrimonio di Jacob tutti i miei castelli sono caduti… non ho più motivo di essere un uomo migliore, lei mi odia e si è rifatta una vita.
 
La cosa buffa? Ho pure passato una fantastica serata con il suo fidanzato! Non sapevo chi fosse, e per tutta la serata ho bevuto con lui ed ho ascoltato i suoi aneddoti. Ho ascoltato la sua storia con Bella, senza sapere che parlasse di lei. La chiamava “la mia piccola Dalì” come potevo capirlo? Ho preso una bella sbronza con lui ed ho ballato al suo fianco, l’ho pure consolato quando si è aperto con me dicendomi che aveva timore che la sua fidanzata gli nascondesse qualcosa… gli ho assicurato che erano perfetti insieme e che il loro amore era eterno e che non doveva dubitare di lei, ma amarla con tutto se stesso… mi vien quasi da ridere!
Gli ho detto che il loro amore era eterno… Garrett e Bella… non Edward e Bella…
 
Spacco un’altra tazzina contro il muro… mi aiuta a sfogare, anche se non cancella l’immagine di lui che mi presenta la sua fidanzata, la mia Bella… adesso la sua Bella. Le braccia di lui che stringono il fianco di lei. Lei che si allontana sulla spiaggia con la faccia triste ed io pietrificato sul posto mentre lui corre a consolarla… a consolare la mia Bella…
Gli occhi di lei pieni di odio che mi urla di andare avanti con la mia vita e di dimenticarla. La scossa elettrica che mi ha attraversato il corpo quando ho potuto ritoccare la sua delicata pelle… Merda! L’ho persa! Idiota!
Ribalto il tavolo e lancio la sedia dall’altra parte della cucina… vorrei spaccare tutto. Vorrei poter tornare indietro nel tempo e salvare il nostro rapporto prima che sia troppo tardi. Vorrei correre da lei e dirle che la amo, che sono cambiato… vorrei non aver mai scopato con Tanya a quella dannata festa … vorrei poterle spiegare il perché del mio comportamento così ossessivo degli ultimi tempi… vorrei che sapesse che sono cambiato per lei … vorrei … vorrei… vorrei… ma non posso fare nulla. Non ho più nessun diritto lei ormai è la Bella di Garrett… il loro amore sarà eterno… ahahah… l’ho detto io a quel biondino surfista…ahahah…
 
“Edward” la voce preoccupata di mio padre mi ridesta. Sono coricato sul pavimento della cucina, in mezzo a scaglie di legno e pezzi di vetro. Apro gli occhi con fatica, ho la testa che mi esplode e la bottiglia di Whisky al mio fianco mi ricorda il perché. Mi guardo intorno stranito. Non mi ricordavo di aver fatto tutto questo casino.
“Edward… tutto bene?” ritenta mio padre aiutandomi ad alzarmi.
“Scusa” sbiascico senza la forza di guardarlo in faccia. Ho lavorato duramente due anni per cambiare, ma non è servito a nulla… sono sempre il solito Edward aggressivo ed impulsivo… ha fatto bene Bella a rifarsi una vita, merita il meglio e Garrett è il cavaliere senza macchia giusto per lei.
“Scusa” ripeto a mio padre mentre cerco di riparare il danno causato.
Prendo il whiskey e lo poso sul piano della cucina, la mano di mio padre mi ferma serrandosi sulla mia intorno al collo della bottiglia.
“Cosa è successo?”
“L’ho rivista… si è rifatta una vita… sta con Garrett… lui è perfetto per lei” allenta la presa sulla mia mano e mi lascia libero di continuare a sistemare il danno che ho fatto.
Ripulisco il pavimento. Lavo le macchie sul muro. Risistemo il tavolo e le sedie e vado in negozio per ricomprare il servizio di bicchieri che ho rotto. Mi muovo come un automa, nei miei occhi si alterna la realtà con le immagini di Bella del passato. I nostri baci, le nostre carezze, la nostra prima volta, i suoi sorrisi…
 
“Edward!” appena apro la porta di casa la voce di mio padre mi richiama in cucina.
E’ seduto al tavolo che beve un caffè con Jasper.
“Ciao Edward” mi saluta con il suo sorriso sereno Jasper “Volevo chiederti se ti andava di farmi compagnia ad una partita” e sventola due biglietti nella mano.
“Non credo sia il caso…” rispondo con tono piatto uscendo dalla cucina.
“Invece credo che lo sia…” risponde prontamente Jasper arrivandomi alle spalle “devi pensare ad altro, non crogiolarti nel dolore… non rendere vano il mio lavoro!” e facendomi l’occhiolino mi infila le chiavi della macchina in mano e si dirige verso l’uscita.
“Buonasera Signor Cullen. Le prometto che glielo riporterò intero” e senza attendere risposta si incammina per il vialetto.
Guardo mio padre e scuotendo la testa rassegnato lo seguo.
 
Arriviamo alla partita. E’ un’amichevole locale. I posti a sedere occupati sono pochi e noi ci sediamo in un luogo appartato. Jasper non chiede nulla, mi guarda soltanto, ed io gli racconto ciò che ho fatto, o almeno, ciò che credo di aver fatto vedendo i danni della cucina. Gli spiego i miei pensieri, la mia voglia di smettere di lottare, di mandare tutto al diavolo e dimenticare…
“Alla prima difficoltà di arrendi?” scuote la testa sconsolato “ho proprio perso tempo con te! Non sono riuscito a farti tornare il vecchio Edward… scusa” e mi poggia una mano sulla spalla guardandomi dispiaciuto. “Dovrei ridarti i soldi, ma li ho usati per il restauro dell’ufficio… quindi dovrai accontentarti delle scuse” e ritorna a guardare la partita come se fosse un campo pieno di donne fantastiche che lo richiamano.
Non dico nulla, troppo stupito dal suo comportamento. Non mi ha aiutato ad analizzare la situazione, non mi ha trovato un qualcosa a cui ancorarmi. Ha gettato la spugna pure lui. Sono un caso incurabile. Io, Edward Cullen, il figlio amorevole, il bravo studente, il ragazzo prodigio del pianoforte, il ragazzo al quale cadevano tutte ai suoi piedi, il capitano della squadra di basket… l’amore di Bella… sono diventato un derelitto, un caso così disperato che nemmeno il fenomenale Jasper Whitlock è riuscito a recuperare.
Non parliamo più di me, dei miei problemi… parliamo della partita e faccio finta di divertirmi.
 
Quando Jasper scende dalla macchina mi saluta tranquillamente, come si salutano due amici dopo una bella serata. Non ha più ripreso l’argomento e si è comportato come un buon amico, lasciando per sempre la figura del mio psicologo.
Tornato a casa e mi dirigo direttamente verso il mobiletto dei liquori per affogare lo schifo che la mia vita è diventata. Non distruggo nulla, mi chiudo in camera e mi corico vestito sotto le coperte. Bevo e cerco di cancellare dalla mia mente Bella, ma più ci provo e più i ricordi diventano nitidi…
La figura di Bella viene sostituita dalla mia dolce madre che mi viene incontro tenendo per mano la piccola Bree… hanno lo sguardo dispiaciuto. Mi guardano tristi e mi accarezzano il viso scavandomi nell’anima. Non parlano, non c’è bisogno di parole. Le ho deluse e continuo a deluderle.
Mi sveglio urlando il nome di mia madre. Sento ancora la presenza di mia madre vicino a me, sulle guance sento ancora il loro tocco e i loro sguardi dispiaciuti non smettono di tormentarmi.
Prendo la giacca a corro giù dalle scale.
 
Prendo la macchina e mi dirigo al cimitero. Non ci sono più andato dopo il funerale. Troppo doloroso. Ma oggi è il posto in cui voglio stare. Appena supero il cancello d’entrata già mi sento meno oppresso. Cammino tra le lapidi cercando quella dei miei cari. Mi sento strano, più cammino e più mi sento leggero.
Mi siedo sulla tomba di mia madre, leggermente rivolto verso quella della mia sorellina.
“Scusatemi…” lo so che posso sembrare folle a parlare con una lapide, ma mi sembra così tremendamente giusto “scusatemi se non sono mai venuto. Mi mancate, mi mancate come l’aria e mi sento in colpa per ciò che vi è successo. Dovevo esserci io in quella macchina, dovevo andare io a prendere i documenti, ma ero troppo preso da cose futili che ho delegato a te mamma, segnando il destino anche te, mia dolce sorellina. Mi dispiace, mi dispiace così tanto.” Cerco di non piangere, ma le lacrime scendo libere sulle mie guance. “Vorrei avervi qui, vicino a me, vorrei potervi abbracciare. Avrei voluto vedere i vostri occhi fieri di me il giorno del mio diploma, vorrei poter essere geloso dei ragazzini che ronzano intorno alla mia dolce sorellina. … non riesco a smettere di immaginare a come sarebbe stato se voi foste ancora qui con me. Ho perso voi e ho perso Bella… e di conseguenza ho perso me stesso.
Vorrei ritrovarmi, vorrei essere felice, essere una persona migliore. Vorrei che foste fiere di me. Mi sono perso e vi chiedo, da dove siete, aiutatemi a ritrovarmi, aiutatemi ad essere felice.” Bacio le loro foto e torno a casa con la speranza che le mie preghiere vengano ascoltate.
 
 
Appena entro in casa, vado verso il mobiletto dei liquori, ma mi fermo prima, mi fermo al pianoforte. Sono anni che non suono. L’ultima volta che mi son seduto su questo sgabello è stato con mia madre, la sera prima dell’incidente. Abbiamo riso suonando canzoncine per bambini, sotto gli occhi divertiti della mia dolce Bree e di mio padre.
Sarà la suggestione, ma stasera sento la presenza di mia madre vicino a me. Alzo il coperchio che copre i tasti e senza accorgermene inizio a suonare la melodia che mia madre mi insegnò per il mio dodicesimo compleanno. Piango e suono per tutta la notte, inebriandomi della magia della musica e cullandomi nell’ illusione che mia madre è vicino a me e Bree seduta sul tappeto che ascolta estasiata. Quando alzo la testa dal pianoforte, richiamato dai raggi del sole che illuminano i tasti, vedo mio padre con gli occhi lucidi appoggiato alla porta.
“Voglio tornare ad essere Edward Cullen!” dico convinto mentre mi avvicino ad abbracciarlo. Ho perso tanto nella mia vita, ma non voglio perdere anche me stesso. Rimaniamo abbracciati fin quando le lacrime smettono di scendere. Gli occhi di mio padre sono speranzosi e fiduciosi.
“Ti ritroverai, perché sei un ragazzo forte con un cuore d’oro. Non perdere la speranza… io so che ti ritroverai… sei sulla strada giusta” Mi dà una pacca sulla schiena e sorridendomi si allontana.
 
***
 
“Edward!” Jasper è sorpreso di vedermi alla sua porta. Effettivamente sono giorni che non mi faccio vivo.
Ha la giacca e un valigia in mano.
“Disturbo?” Chiedo titubante guardando la valigia.
“No. Entra. Ho poco tempo, devo prendere l’aereo, ma ho ancora una manciata di minuti. Entra.”
“Non vorrei farti perdere il volo. Se ti va ti accompagno così parliamo per strada” propongo con un sorriso tirato e passandomi ripetutamente le mani nei capelli per stemperare la tensione.
“Sarebbe perfetto, eviterei il taxi” senza aggiungere altro esce di casa e chiude a chiave l’entrata “Andiamo!”
E’ solare e felice, sembra che cammini a tre metri da terra. Controlla ogni tanto il cellulare e posso vedere i cuoricini nei suoi occhi… sorrido felice contagiato dalla sua allegria.
“Dimmi!” interrompe il silenzio chiudendo il cellulare.
“Sono andato a trovare mia madre e Bree…”
Annuisce.
“Ho ricominciato a suonare il pianoforte…”
Annuisce.
Vorrei urlare. Non lo sopporto quando non parla, ma non voglio essere violento e quindi attendo i suoi tempi.
“E perché lo hai fatto?” chiede come se mi chiedesse del tempo e ricominciando a scrivere un messaggino al cellulare.
“Scusa?”
“Perché sei andato al cimitero e hai ricominciato a suonare?”
“Beh… perché non sono un caso disperato… e i due anni che hai passato a lavorare su di me non sono stati vani”
“Quindi lo hai fatto per me?” chiede smettendo di scrivere e alzando un sopracciglio.
“No… cioè… io sono Edward Cullen… non sono un caso disperato!”
“Quindi lo hai fatto per te stesso?”
“Sì… ma …”
“Ma…”
“Ma anche per le persone al quale tengo. Non voglio più far soffrire gli altri. Voglio essere di nuovo Edward Cullen!”
“Bravo!” mi risponde felice dandomi una pacca sulla spalla che mi fa sbandare “ops! Scusa” e trattenendo facendo un sorriso torna a scrivere.
“Quindi sarai ancora il mio psicologo?”
“No. Sarò un tuo amico. Non hai più bisogno di uno psicologo… hai bisogno di un amico!” e mi fa l’occhiolino.
Sospiro non convinto delle sue parole e cerco di cambiare discorso.
“Invece tu? Dove stai andando?”
“A trovare Alice!” risponde felice e con i cuoricini negli occhi. Quel piccolo folletto lo ha reso un adolescente. In due anni che frequento Jasper non l’ho mai visto così spensierato. E’ sempre stato un ragazzo posato e di poche parole, ma da quando ha incontrato il folletto è diventato più… ragazzino…
“E quando torni?”
“Lunedì”
“Ok. Avvisami così vengo a riprenderti!”
“Grazie Edward, ma non è il caso. Per il ritorno prendo un taxi.”
“Nessun problema. Ti vengo a prendere così mi racconti per una volta di te… come amico…”
 
Appena vedo il cartellone dei voli una lampadina nel mio cervello si accende… Alice è la socia di Bella… dove c’è Alice c’è Bella… Forse posso scoprire dove vive adesso…
Sbircio il biglietto di Jasper ‘Naples – Florida’
“E’ inutile che sbirci… devi stare lontano da lei…” ridacchia mentre nasconde il biglietto in tasca.
Annuisco con il cuore che mi batte come un forsennato nel petto. L’ho trovata!
“Stai lontano da Isabella… non voglio creare problemi ad Alice!” mi ammonisce con sguardo duro e picchiettandomi con l’indice sul petto.
“Non voglio creare problemi…” rispondo alzando le mani in segno di resa “… ma ti prego, falle capire che sono cambiato”
“Non ti assicuro niente. Non sono nemmeno sicuro di vederla, ma se ce ne sarà l’occasione perorerò la tua causa!” e con un colpetto sulla spalla mi saluta prima di sparire nella sala di attesa.
 
Esco obbligandomi dall’aeroporto. Vorrei prendere il primo volo e correre da lei, ma ho promesso e non voglio creare problemi al mio amico. E soprattutto, se voglio essere un uomo migliore e riavere la mia Bella, devo lavorare ancora su me stesso ed attendere di essere pronto. Ormai so dove trovarla… uno spiraglio di speranza si riaccende in me facendomi nascere un sorriso ebete sul viso!

 
Spero con questo capitolo di essermi fatta perdonare per la lunga attesa!
Ma vi posso assicurare che, anche se a volte ci metterò più tempo nell'aggiornare, non vi lascerò senza la fine dei miei racconti!!
Quindi non perdete mai la speranza!
e fatemi sapere le vostr eopinioni che sono la benzina per farmi continuare a scrivere!!!
A PRESTO!




NELL'ATTESA DEI PROSSIMI CAPITOLI VI INVITO A LEGGERE LE MIE ALTRE FF!

Il mio incubo personale
La donna più felice del mondo
from twilight to sunrise edward
Padre senza saperlo 

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Capitolo 8
*** Pericolo Scampato ***


Ciao a tutti!!! Vedete? La speranza è sempre l'ultima a morire e finalmente riesco ad aggiornare Bella ed il suo incubo personale!
Come precedentemente segnalato, posterò solo una volta alla settimana perchè è in fase di correzione e ho dovuto modificare dei capitoli perchè non mi convincevano, ma non perdete la speranza!
La prossima settiman sarò qui ad aggiornare!
Voi nel frattempo fatemi sapere cosa ne pensate!
BUONA LETTURA



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PERICOLO SCAMPATO
Il week end con Jasper è andato liscio. Edward non si è presentato e Jasper mi ha promesso di mantenere il mio segreto.
Alice era emozionatissima per l’arrivo del biondino, ed anche se negano di stare insieme, quando si guardano negli occhi si vedono i cuoricini fluttuare attorno a loro… sono cotti a puntino l’uno dell’altra.
Garrett ed Emmett hanno cercato di far sentire a proprio agio il nuovo arrivato e lo hanno accompagnato in giro per la città nelle ore in cui sia io che Alice eravamo occupate in negozio.
La domenica l’abbiamo passata in spiaggia con i nostri amici, e Jasper ha provato a fare surf, ma con pessimi risultati. Ci siamo diverti a giocare a palla e a scacchi. Diciamo che è più un uomo di testa che di fisico. A scacchi ha stracciato tutti, ed è diventato in breve tempo l’attrazione della spiaggia. C’era la fila che attendeva per poterlo battere, ma lui non ha mai perso una partita guadagnandosi tantissime coccole e baci dalla mia pazza socia.
La sera abbiamo lasciato i due piccioncini soli in casa. Alice ha preparato una cenetta romantica e riempito il salone di candele profumate. Invece io ed il mio Garrett ci siamo trasferiti dal mio fratellone e ci siamo sfidati fino a notte inoltrata alla playstation. Abbiamo giocato ad SSx Trike e li ho stracciati in ogni specialità.
 
Ormai, da due mesi a questa parte, ogni fine settimana Jasper vola dalla sua Alice, ed io e Garrett ci troviamo sfrattati. Lo devo ammettere Jasper è un ragazzo simpatico ed è perfetto per Alice, si equilibrano. Lui è posato e lei è una molla, ed insieme sono perfetti.
Si è aggregato alla nostra compagnia fin da subito e senza problemi. Molte volte ci siamo trovati a parlare da soli e devo ammettere che mi trovo divinamente. Sa ascoltare, forse perché è uno psicologo, e riesce a farti vedere le cose da una prospettiva diversa… e soprattutto non nomina mai il mio incubo personale!
 
***
 
“Bella?” Jasper mi chiama bussando a lato della porta aperta.
“Si, dimmi Jasper” gli rispondo senza alzare la testa dall’ingranaggio che sto riparando. “Se cerchi il bagno è quella porta” e indico con il pennello la direzione.
“No. Volevo parlare con te… se posso” mi irrigidisco e alzo lentamente la testa.
“Dimmi” chiedo cercando di essere il più accomodante possibile e tirando un sorriso.
“Vedi” si gratta il capo imbarazzato “Ho trovato lavoro qui in città e vorrei trasferirmi…”
Salto come una molla al suo collo e lo abbraccio felice per la bellissima notizia.
“Complimenti!!!!” mi stacco preoccupata dal fatto che non ha risposto al mio abbraccio.
“Non sei felice?” gli chiedo preoccupata.
“Sì, sono entusiasta… ho cercato un lavoro in città per poter stare vicino ad Alice, non mi basta più vederla solo nei week-end… e poi non mi sembra giusto sfrattare te e Garrett ogni volta!” tira un sorriso continuando a martoriarsi i capelli.
“Però non ti vedo proprio felice… cosa ti turba?”
Si guarda intorno cercando le parole e una lampadina mi si accende.
“Vuoi chiedere a Alice di venire a vivere con te?” chiedo saltellando dalla gioia.
“Si, ma…”
“Non sai come chiederglielo!” finisco per lui la frase con gli occhi lucidi dalla felicità per la mia amica.
“Anche, ma…” ha le guance rosse per l’imbarazzo e non mi guarda in viso. Rimango confusa dal suo atteggiamento. “Senti Bella… potresti sederti? … Anzi, verresti con me a fare due passi?”
Non vorrà farsi sentire da Alice!
“Certo!” e emozionata prendo la giacca e lo seguo fuori dal negozio.
Mi fa accomodare sulla panchina di fronte al negozio e mi prende per mano.
“Voglio essere sincero con te, ma tu devi promettermi di non arrabbiarti” mi chiede guardandomi negli occhi e mettendomi in imbarazzo. Ommiodio, ma cosa sta succedendo.
“Prometti?” mi richiede stringendomi le mani nelle sue per farmi capire l’importanza della promessa ed io annuisco curiosa di sapere cosa lo turba e perché dovrei arrabbiarmi.
“Non sto fuggendo da nessuno…” si ferma per vedere la mia reazione. Vedendo che non parlo continua “E ci terrei a far sapere dove abito…” mi dà il tempo di immagazzinare l’informazione “…vorrei farlo sapere anche ad Edward” e ha sganciato la bomba.
Mi alzo come se la panchina bruciasse e lo guardo con occhi sbarrati. Mille pensieri mi vorticano nella testa. Non voglio rivedere Edward, non sono ancora pronta per farglielo sapere, ma non voglio obbligare nessuno a rinunciare alla propria vita per me… non voglio essere egoista, ma ho una paura tremenda.
“Bella” mi chiama Jasper riavvicinandosi e facendomi nuovamente sedere.
“E’ il mio miglior amico… è cambiato e non ti darà problemi…” annuisco cercando di nascondere il tremore.
“Posso dirglielo?” faccio una smorfia in risposta.
“Ok. Non gli dirò niente. Troverò una soluzione” e dispiaciuto si alza dalla panchina offrendomi la mano.
Non la accetto e con un gesto lo invito a lasciarmi sola… voglio pensare.
Come mia abitudine inizio a camminare per le vie della città, trovandomi sulla spiaggia. Una parte di me mi accusa di essere un’egoista, mentre l’altra parte mi spinge a tenermi ferma nella mia posizione e costringere Jasper a non dire nulla a Edward…
 
Avviso Alice che non torno in negozio per una forte emicrania e mi nascondo in camera sotto le coperte.
Il bussare alla porta della camera mi ridesta dal dormiveglia pieno di pensieri.
“Avanti” rispondo mettendomi seduta sul letto.
“Cioccolata, DVD e tante coccole… posso?” il viso sorridente di Garrett fa capolino dall’uscio.
Sorrido facendogli spazio nel letto.
“Cosa succede mia piccola Dalì?” mi chiede preoccupato passandomi un cucchiaino ricolmo di cioccolata.
“Sono un’egoista” rispondo tenendo il cucchiaino in mano, ma non portandolo alla bocca.
“E perché?”
“Perché obbligo gli altri a vivere la mia vita… senza tener conto della loro”
Lo sguardo confuso di Garrett mi convince a spiegarmi.
“Jasper vuole venire a vivere qui, ed io non voglio che lo dica al suo miglior amico…”
“Edward” ringhia basso Garrett. Annuisco e infilo il cucchiaino in bocca.
“Perché, dopo due anni, ti senti ancora in pericolo?” mi chiede facendomi voltare per guardarmi negli occhi.
“Non mi sento in pericolo” rispondo stizzita girando lo sguardo verso le coperte.
“Non sono uno psicologo ma certe cose le capisco”
“Non mi sento in pericolo. Ho te, ho Emmett, ho Alice… Edward non può più farmi nulla”
“Allora perché non vuoi che sappia dove trovarti? Perché non lo affronti?”
“Perché non mi interessa affrontarlo. Edward è il passato e tu sei il mio presente”
“Se veramente non ti interessasse, non ti faresti problemi a dirgli dove trovarti”
“NO!” urlo alzandomi in piedi mentre tutte le immagini degli ultimi periodi a Forks vorticano nella mia mente facendomi venire il mal di testa “Deve stare lontano da me… deve lasciarmi in pace.” Ribadisco abbattuta rifugiandomi tra le braccia di Garrett… non sono ancora pronta. E’ ancora troppo presto.
“Bella… sono il primo a non essere felice di rivederlo…” mi stringe a sé baciandomi i capelli “Ma se vuoi veramente superare il passato devi affrontarlo, non devi fuggire. Ci sono io con te… e lui non verrà qui per te ma per Jasper…” sospiro cercando di immagazzinare le parole del mio Sole.
Rimaniamo abbracciati in silenzio mangiando lentamente il cioccolato, ognuno perso nei propri pensieri, fin quando, aiutata dallo zucchero del cioccolato, trovo il coraggio. Con un balzo scendo dal letto e con tutta la convinzione che ho in corpo esclamo:
“Hai ragione. Che venga pure… così potrà vedere che sono andata avanti e anche lui inizierà a rifarsi una vita. Ed io chiuderò finalmente con il passato!”
Garrett mi abbraccia orgoglioso e mi accompagna in cucina dove trovo Jasper e Alice intenti a parlare.
Alice mi guarda preoccupata, Jasper stringe la mano dell’amata ed attende una mia mossa, una mia parola.
“Sono pronta ad affrontare il passato!” esclamo porgendogli la mano in segno di pace. Jasper la devia e mi abbraccia così forte da far invidia al mio fratellone.

 
 Bella si sente pronta a far vedere a Edward sove si è rifugiata negli ultimi anni... sarà la scelta giusta????

IN ATTESA DEI NUOVI CAPITOLI FATE UN SALTO A LEGGERE LE ALTRE FF
... E SE VI AVANZA DEL TEMPO... SCRIVETEMI LE VOSTRE IMPRESSIONI!

Devi essere indipendente
Il mio incubo personale
La donna più felice del mondo
from twilight to sunrise edward
Padre senza saperlo 
Dalle Stelle alle Stalle

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Capitolo 9
*** Finalmente amici ***


Ciao!
Ebbene sì, sto andando avanti anche con questa FF!
E' vero, avete ragione e vi chiedo immensamente scusa per avervi fatto attendere così tanto prima di procedere con la storia, ma ho voluto terminarla per poter essere certa che tutto filasse in modo corretto e ci ho messo più tempo del previsto!
Ma adesso basta con le ciance, vi ho fatto aspettare anche troppo!
BUONA LETTURA!!!
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FINALMENTE AMICI
POV EDWARD
Sono emozionato come un bambino a Natale!
Jasper è tornato a casa con notizie grandiose… Bella ha accettato di farmi sapere dove si trova. Ok, ad essere sinceri, ha accettato di rivedermi per chiudere definitivamente con il passato, ma io non mi faccio prendere dallo sconforto. Sono disposto ad essere anche solo un amico, e ad essere anche un buon amico di Garrett pur di poter vedere ancora il suo volto ed il suo sorriso.
Voglio sfruttare questa occasione per farmi perdonare per come l’ho trattata nell’ultimo periodo in cui siamo stati insieme e voglio farle capire che sono cambiato… non sono più uno psicopatico che la vorrebbe sotto una campana di vetro.
 
Fischietto felice mentre preparo le valigie, domani io ed i ragazzi partiamo alla volta di Naples.
Jasper ha chiesto a me, Jacob e Seth di aiutarlo nel trasloco e noi siamo stati felicissimi di accettare… ovviamente prima di vedere quanti libri e oggetti ha da portare con sè … abbiamo dovuto affittare due camioncini per riuscire a farci stare tutto!
Mentre nelle mia mente continuano a scorrere i momenti felici tra me e Bella, preparo le valigie facendo attenzione ad ogni particolare. Ho preso la maglietta che mi ha regalato al compleanno, la collanina che mi ha regalato per il nostro primo anniversario, il completo che indossavo alla nostra prima cena ed il profumo che indossavo la sera della nostra prima volta… ovviamente ho messo anche altri vestiti ed accessori…
Terminati i preparativi, mangio chiacchierando allegramente con mio padre e, appena terminato il pasto corro in camera per andare a dormire. Dormendo il tempo passerà più veloce! Non leggo nemmeno la fine del libro. Purtroppo però la notte la passo in bianco e le ore sembrano non scorrere. L’emozione di rivederla, di visitare i luoghi in cui ha vissuto in questi due anni, di conoscere le persone che le hanno fatto compagnia… uniti al pensiero che potrò di nuovo sentire il suo profumo, rivedere i suoi occhi profondi ed il suo sorriso che illumina il mondo continuano a tenermi sveglio e farmi rigirare nel letto come una trottola!
 
“Wow! Allora i vampiri esistono!” mi saluta un Jasper pimpante appena entro in cucina. Mi allunga un pancake al cioccolato facendomi un sorriso a trecentosettanta denti, anche lui è felice di ricongiungersi con la sua amata.
“Emozionato?” mi chiede trattenendo una risata.
Grugnisco in risposta e mi verso un bicchierone di caffè mentre addento il pancake.
“Riesci a guidare o vuoi che rimandiamo a domani?” mi chiede scoppiando a ridere della bellissima battuta.
“Sono in perfetta forma. Dà il tempo al caffè di fare effetto!” gli ringhio fulminandolo con lo sguardo. Terminata la colazione, e vedendo che la caffeina fatica ad entrare in circolo, mi fiondo sotto la doccia immergendomi nell’acqua gelata… dolorosa, ma prodigiosa. Adesso sono completamente sveglio e pronto per il lungo viaggio ed il magnifico e tanto atteso incontro.
 
Viaggiamo insieme io e Jasper, mentre Jacob e Seth ci seguono con il secondo furgoncino. Per diminuire le ore di viaggio ci diamo il cambio più volte e ci fermiamo solo per i pasti.
Il viaggio scorre piacevole, senza intoppi o imprevisti, ma man mano che ci avviciniamo alla meta mille dubbi mi assalgono. Come mi accoglierà? Mi saluterà? Sarà un saluto gelido o di cortesia? Riusciremo a chiarire senza avere Garrett tra i piedi? Mi farà una scenata davanti a tutti?
La felicità di rivederla viene sostituita dalla paura di perderla di nuovo e per sempre…
“Quindi sei sempre convinto di voler dormire in albergo?” mi chiede per l’ennesima volta Jasper distogliendomi dalle paranoie che mi stanno assalendo.
“Certo che ne sono convinto!” gli rispondo cercando di essere il più disinvolto possibile “Non mi piace fare da candela…” sciabolo le sopracciglia malizioso “…ci divertiremo un mondo io e gli altri in albergo!”
“Ok! Ma lo sai che le prossime volte non accetterò il fatto che tu dorma in albergo. Ho affittato una casa con più stanze apposta per ospitare gli amici!”
“Per le prossime volte ti giuro che dormirò a casa tua e, se mi troverò bene, rimarrò per più di una settimana a farmi servire e riverire da te… sempre che la città mi piaccia!”
“Certo, perché l’importante per te sono le spiagge e le vie per lo shopping, non la signorina…”
“Jasper” lo blocco prima che la nomini. Mi sono ripromesso di comportarmi bene: vado a Naples per trascorrere del tempo con il mio miglior amico e non per riconquistare Bella. E’ vero la amo, ma se la sua felicità è Garrett io sarò disposto ad accettarlo, basta non perderla più e poterla ancora vedere.
 
***
 
Quante bugie riesce a dirci il nostro cervello!
Sono solo due ore che sono arrivato a Naples e già fatico a vedere Bella tra le braccia di Garrett.
Ci siamo salutati come ogni persona civile si saluta, nessun bacio sulla guancia, nessun abbraccio, solo un ciao guardandoci negli occhi ed un gesto del capo. Jacob e Seth hanno avuto un benvenuto molto più caloroso, l’hanno abbracciata a baciata per minuti interminabili. Ovviamente l’hanno ripresa scherzosamente per non aver mai svelato il magnifico luogo in cui viveva, ma ciò non ha smorzato la felicità del loro ritrovo.
Provo a trattenere il fastidio che provo nel vedere le mani di Garrett che accarezzano la schiena di Bella o le sue labbra che sfiorano la guancia della donna che amo, ma anche se provo a concentrarmi sui discorsi e a guardarli il meno possibile, le loro moine mi rendono nervoso e sento che la mani che iniziano a prudermi.
Con la scusa di voler svuotare i furgoncini prima di cena riesco a fuggire prima di fare qualche casino.
Edward tranquillizzati, meglio averla amica che non sapere dove si trova!
Continuo a ripetermelo mentre scarico i cartoni nella nuova casa di Jasper e continuo mentre libero le valige in albergo.
La giornata passa tra risate e battutine mentre scarichiamo i furgoncini e riempiamo il nuovo salotto di Jasper con tantissimi scatoloni. Mangiamo una pizza seduti sui cartoni mentre Jasper ci spiega come vorrebbe sistemare l’alloggio.
Non sono nemmeno le dieci di sera che i nostri occhi iniziano a chiudersi. Io e Seth sbadigliamo insieme, mentre Jacob è già addormentato con la testa appoggiata ad uno scatolone di libri.
“Prendo delle coperte” sussurra Jasper trattenendo anche lui uno sbadiglio.
Sono così stanco che non riesco ad oppormi. Accetto la coperta e mi corico sul pavimento. Sono così stanco che non riesco nemmeno a pensare di coricarmi sul divano.
 
La mattina mi sveglio per il chiacchiericcio che arriva dalla cucina.
Jacob dorme nella stessa posizione in cui lo ricordavo, mentre Seth si copre con la coperta perché i raggi che filtrano dalla finestra gli ricadono dritti sul viso.
Mi alzo cercando di svegliarmi e mi dirigo verso la fonte del chiacchiericcio.
“Ben svegliato!” mi saluta Jasper staccandosi da Alice.
“Buongiorno” gracido con la bocca impastata, mentre mi strofino gli occhi. “C’è del caffè?” chiedo sedendomi stancamente sullo sgabello. Alice me lo passa sorridendomi gentile.
“Se vuoi ci sono anche i pancake appena sfornati” mi propone passandomi un sacchettino bianco dal quale esce un profumo delizioso.
Lo mangio con gusto, erano anni che non mangiavo dei pancake così buoni. Bella me li portava sempre a scuola… quasi mi strozzo con un boccone appena collego che sto mangiando del cibo cucinato da lei.
Jasper mi dà delle pacche sulla schiena mentre Alice mi passa un bicchiere d’acqua.
“Tutto bene?” mi chiede alice preoccupata.
Annuisco mentre bevo e sorrido per tranquillizzarli.
“Devi darmi l’indirizzo della pasticceria nel quale li hai comprati… sono buonissimi” le dico sperando che mi confermi ciò che ho pensato… altrimenti mi sono quasi strozzato per niente.
Alice ci pensa un paio di secondi e ridendo mi risponde sincera “Nessuna pasticceria! Questi sono caserecci!”
 
La mattinata passa in fretta e grazie ad una buona organizzazione riusciamo a rendere vivibile l’appartamento di Jasper entro l’ora di pranzo.
Appena Jasper ci dà l’ok, li saluto e vado in albergo. Ho bisogno di una doccia e un’oretta di sonno in un letto comodo e spazioso!
Jacob e Seth mi raggiungo verso metà pomeriggio e sono emozionati per il clima caldo e la spiaggia piena di gente. Mi faccio tirare dalla loro felicità e li seguo in spiaggia.
Mi corico sotto l’ombrellone e inizio a sfogliare “Ritorno a Darkover” un libro che da troppo tempo ha preso polvere sugli scaffali. Mi faccio cullare dalle risate della gente che scherza in spiaggia e mi rosolo al sole mentre volo tra le terre magiche di Darkover… posso farcela! Mi ripeto mentre mi gusto quel momento di relax!
 
Un’ombra mi copre il sole e l’urlo di Seth mi avvisa di mettere in salvo il libro appena in tempo. Una doccia di acqua salata mi fa rimanere senza fiato.
“Dai cervellone… vieni a divertirti… ci sono tantissime pollastrelle che sbavano per te, non puoi farle patire…” e con quelle parole Jacob mi tira verso il bagnasciuga dove improvvisiamo una partita a palla.
Molte ragazze si avvicinano a noi con la scusa di voler giocare e, senza pudore, si strusciano su di noi come se fossimo merce rara. Mi infastidisce quel contatto. Non sono venuto per fare conquiste, sono venuto per chiarire con Bella e sicuramente farmi trovare con una gallinella che si struscia non è il modo migliore.
“Cos’è? Non ti piacciono le bionde?” mi deride Garrett mentre esce dall’acqua trascinando il surf.
“Le bionde sono le mie preferite, ma fa troppo caldo per sopportare un corpo che ti si struscia addosso!”
“Beh! Se vuoi combattere il caldo ti consiglio una buona nuotata…”
“Mi piacerebbe surfare, è da una vita che non cavalco l’onda, ma non me la sento di riprovarci da solo!”
“Sei fortunato ragazzo! Hai di fronte a te il miglior surfista della costa.” Mi sorride indicandosi, ma non mi sfugge che il sorriso non arriva agli occhi. Mi ero già accorto della sua poca felicità di vedermi quando sono arrivato. Ma allora perché mi sta parlando?
“Quindi? Vieni? Ti impresto una mia tavola”
Annuisco e lo accompagno al capanno. Appena arriviamo, ci chiude all’interno.
“Voglio essere sincero con te” esclama con voce fredda puntandomi l’indice al petto. “Non sono felice che tu sia qui e, come ho detto a Bella, non possiamo obbligare Jasper a stare lontano dai suoi amici, ma io posso obbligarti a stare lontano da lei”
“Non sono qui per potare problemi” rispondo trattenendomi a stendo dal spaccargli la faccia.
“Bella deve affrontarti per poter chiudere con il passato. Vi permetterò di chiarire, mi ha detto tutto Jasper, ma non ti permetterò di farle di nuovo del male… intesi?”
“Intesi.” Alzo le mani in segno di resa e sorrido per smorzare la tensione “E posso assicurarti che anche io voglio chiarire solo per chiudere il passato e affrontare il futuro senza questa zavorra. Non sono cieco, si vede che siete una coppia fantastica ed io non sono nessuno per rovinarla” l’ultima frase mi fa soffrire e fatico a respirare, ma se voglio potermi avvicinare a Bella non posso permettere a Garrett di mettersi in mezzo più di quanto lo sia già.
“Perfetto” esclama felice allungandomi la mano. La stringo cercando di non esagerare nella stretta.
“Amici?” chiedo con il mio miglior sorriso.
“Amici! Benvenuto Edward” e passandomi la tavola apre la porta per uscire dal capanno.
 
La sera non accompagno i ragazzi in birreria, il poco sonno della notte prima, il viaggio ed il caldo del pomeriggio mi hanno distrutto. Vorrei uscire per vedere Bella, ma mi conosco e so che da stanco fatico a reprimere i miei istinti più animali. E poi non voglio sembrare asfissiante… chissà se rimarrà delusa nel non vedermi … sogna Edward, sogna!
E quindi, dopo una doccia ristoratrice mi corico felice di dormire nella stessa città di Bella… è già un grande passo!
 
Il mattino seguente mi sveglio solo nella stanza con un post-it appeso sulla caffettiera “Ci vediamo in spiaggia”. Con tranquillità mi vesto dopo aver mangiato colazione e mi ripeto come un mantra Devo comportarmi bene!
Arrivato in spiaggia trovo subito le sdraio dei miei amici, ma di loro nemmeno l’ombra. Appoggio la borsa e stendo l’asciugamano prima di mettermi alla ricerca.
Jasper è già intento in una partita a scacchi e rimango stupito nel vedere la folla accalcata al tavolo.
Alice è abbracciata a Jasper e lo incita nelle mosse, mentre Bella, abbracciata a Garrett, ride felice nel vedere le facce buffe dell’amica. Non sono ancora pronto a sedermi vicino a loro e sopportare quella immagine a pochi centimetri. Mi avvicino al bar per ordinare la colazione e cerco Jacob e Seth per non perdermi nel guardare Bella con il suo nuovo amore.
La cameriera mi accarezza la mano per avvisarmi che il caffè è pronto ed io, ringraziando, prendo posto in un tavolino all’ombra per gustarmi la colazione in pace. Osservo il panorama, è un posto meraviglioso, altro che Forks. Bambini che ridono felici inseguiti dai papà, ragazzi che giocano in acqua facendo i dispetti alle ragazze, vecchietti che si spalmano la crema con precisione e si riparano all’ombra… surfisti che cavalcano le onde con maestria… è veramente un luogo fantastico.
“Un penny per i tuoi pensieri” e l’ultima persona che pensassi mi rivolgesse la parola, mi arriva alle spalle e mi fa andare di traverso il caffè.
La guardo stupito e cerco di risistemarmi pulendo la macchia di caffè sul petto nudo.
“Quindi?” mi richiede sedendosi sulla sedia di fronte a me… devo ammettere che il panorama è migliorato.
“Mi stavo gustando la pace che c’è in questo posto” e indico con la testa la spiaggia affollata.
“Ieri sera non sei venuto!” mi ancoro alla sedia per non iniziare a saltellare dalla felicità… si è accorta che non c’ero!
“Garrett mi ha distrutto… è molto bravo con le onde, e mi ha fatto penare” sorrido sghembo come so che le piace mentre mi passo, in imbarazzo, le mani nei capelli.
Si mordicchia il labbro inferiore e gioca con una ciocca di capelli… è nervosa, devo fare qualcosa.
“Vi siete divertiti?” chiedo per stemperare la tensione.
“Certo. Mi mancavano le serate con quei due matti” e con la testa mi indica Seth e Jacob in acqua… ecco dove erano finiti!
“Beh! Adesso sanno dove trovarti, quella di ieri sera è stata la prima di tante, e vedendo come si stanno divertendo penso che li vedrai sovente!”
“E tu?” mi chiede fermandosi e guardandomi negli occhi. E’ rigida e non c’è la luce d’amore che mi faceva perdere in quelle pozze di cioccolato. Mi sento dolere il petto, ma mi ripeto il mantra che meglio averla amica che nulla e le rispondo il più rilassato possibile.
“Io ho dormito, non mi ricordo il sogno. Forse mi sono divertito!” abbozzo una battuta, ma lei non ride.
“Non intendevo ieri sera. Volevo sapere se ti vedrò spesso.”
“Se lo vuoi, volentieri” gli rispondo fiducioso.
“Preferirei di no!” risponde abbassando gli occhi e trafiggendomi definitivamente.
“Ok” rispondo tornando a guardare il mare e ringraziando gli occhiali da sole che nascondono i miei occhi.
“Garrett vuole che chiarisca con te. Dice che è l’unico modo per chiudere con il passato, ma ad essere sincera non so cosa ci sia da chiarire. Io sono andata avanti e tu dovresti fare altrettanto”
“Hai ragione.” Prendo un profondo respiro per farmi coraggio e dire ciò che è giusto che dica. “Siete una coppia meravigliosa tu e Garrett. Sono contento per te. E’ quello giusto. Adesso devo trovare anche io quella giusta per me…”
Non vorrei immaginarmi le cose, ma mi è sembrato di vedere delusione sul suo viso.
“Tranquilla Bella. Non sono qui per rovinarti la vita. Ho già fatto troppo a Forks ed ho imparato dai miei errori. Se lo vorrai ti spiegherò meglio i motivi, ma non sei obbligata ad ascoltarmi. Vorrei solo poter essere tuo amico. Non voglio nulla di più.”
“Quindi amici?”
“Amici”
“Nessun naso rotto?”
“Nessun naso rotto”
“Perfetto”
“Perfetto… adesso vai, Garrett è troppo nervoso e non vorrei che il naso rotto sia il mio” e mi strofino il naso facendola finalmente ridere.
“Ok! A dopo” e serena mi lascia solo al tavolo.

 
Sono diventati amici e Edward sta riuscendo a dimostrarsi un buon amico reprimendo i suoi veri sentimenti... riuscirà a mantenere le dovute distanze senza intromettersi nella vita di Bella????

 

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Capitolo 10
*** L'arrivo di Edward ***


Eccomi qui!!
finalmente ho ripreso il giro e mi sono riorganizzata, assicurando aggiornamenti più regolari! Ieri sera ho aggiornato "Indipendente" e stasera aggiorno "Incubo"...
E dopo averne parlato con due care amiche ho deciso di seguire il loro consiglio e da stasera inizierò a pubblicare una nuova storia intitolata:
"UNA COTTA PERICOLOSA" 
Fateci un salto e ditemi cosa ne pensate!
Adesso basta ciance e BUONA LETTURA!!


 
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L'ARRIVO DI EDWARD

POV BELLA
Ok! Lo ammetto, devo ringraziare gli occhiali da sole che Edward indossava altrimenti non sarei riuscita a parlargli.
Vederlo nella città dove mi ero nascosta da lui è stato veramente un duro colpo. Continuo a ripetermi che Garrett ha ragione, devo affrontarlo se voglio chiudere completamente con il passato… ma non è semplice perché il mio cuore – come organo – continua a fare le bizze ogni volta che lo vede e le farfalle nello stomaco hanno deciso di ritornare a farsi sentire. Che rabbia!!!!
Adoro Garrett, lui è il mio cavaliere senza macchia, il mio fidanzato, il mio convivente, il mio sole… il mio presente. Il mio cuore e le farfalle devono rispondere a lui, non a Edward, Edward è il passato ed io voglio chiudere con esso!
Sono arrabbiata per il dolore che ho provato al petto quando Edward ha detto: “Adesso devo trovare anche io quella giusta per me…” dovrei gioire perché finalmente il mio incubo personale non sarà più un incubo, invece il pensiero che realmente lui continuerà con la sua vita mi rende triste… Basta! Devo chiudere con il passato ed Edward è d’accordo con me, quindi… Bella riprenditi!!!! Pensa a Garrett e risolvi definitivamente con Edward!
 
“Come è andata?” mi chiede Garrett facendomi segno di sedermi sulle sue gambe e sorridendomi sereno.
“Ha confermato che mi ha dimenticata e che è qui per Jasper” rispondo fingendo di essere sollevata dalla notizia.
“Visto che non è stato difficile?” mi alita sul collo accarezzandomi i capelli. Eh già! Una passeggiata!
“Vorrebbe solo spiegarmi i motivi che lo avevano spinto a comportarsi in quel modo…” continuo cercando di rilassarmi sotto il suo tocco.
“Dovresti ascoltarlo… fa bene a te e fa bene a lui…” sussurra continuando a coccolarmi ed io chiudo gli occhi per lasciarmi trasportare dalle emozioni che le sue attenzioni mi stanno facendo provare.
“Vuoi ancora rimanere in spiaggia?” mi chiede malizioso stringendomi il fianco.
“Domani tornano a casa” e indico Jacob e Seth intenti a schizzarsi con l’acqua “Vorrei recuperare il tempo che abbiamo perso in questi anni”
Sospira e lascia cadere sconfitto le braccia a lato del corpo. Strizza gli occhi e dopo aver preso un profondo respiro scatta in piedi facendomi alzare.
“Allora è meglio che li raggiungiamo… ho bisogno di un buon bagno freddo” mi bacia sulla tempia e corre per tuffarsi in acqua. Lo seguo ridendo, anche se non sono coraggiosa come lui e non mi tuffo, ma entro lentamente in acqua per abituarmi alla temperatura.
 
Usciamo dall’acqua solo all’ora di pranzo, esattamente quando lo stomaco di Seth e Jacob iniziano a brontolare così rumorosamente da far girare alcuni turisti facendoci scoppiare a ridere.
Mangiamo al baretto della spiaggia. Dei tramezzini ed una coca-cola. Non ci abbuffiamo per poter entrare in acqua il prima possibile. La pausa pranzo scorre piacevole: mi sono mancati i teatrini di Seth e Jacob. Anche se ormai hanno superato i vent’anni sembrano ancora dei bambini delle elementari che non perdono occasione per farsi i dispetti. Garrett ride felice e più volte ha dovuto asciugare le lacrime agli occhi dal troppo ridere ed io devo ammettere che non sono da meno.
Alice e Jasper sono rimasti appiccicati peggio che uno scoglio ed una cozza, mentre Emmett si è aggregato ai due commedianti insieme a Edward.
Purtroppo però, quando Edward rideva spensierato o raccontava alcuni aneddoti della nostra adolescenza, io non riuscivo a ridere… la sua risata cristallina mi è mancata più del lecito e più volte mi sono ritrovata ad osservalo ed a riempirmi le orecchie di quel splendido suono che ha rallegrato le giornate migliori della mia vita… pensavo che dopo l’incidente non avrei più potuto sentirla.
Edward si accorge della mia reazione e si blocca guardandomi curioso, mi osserva e scuotendo la testa si allontana. Mi ha letto nel pensiero come sempre. Tra me e lui non c’è mai stato bisogno di grandi discorsi, bastava guardarci negli occhi per capire cosa pensavamo… e dopo due anni nulla è cambiato.
Lo guardo mentre si allontana sulla spiaggia con la scusa di aver dimenticato un libro sul lettino. Le spalle sono basse e la sua camminata è lenta, come se volesse allungare il momento.
“Mer… i soldi” esclamo battendo la mano sulla fronte. “Li ho dimenticati dalla sdraio” e senza dare tempo a nessuno di ribattere corro dietro a Edward.
 
“Ehi!” lo chiamo arrivandogli alle spalle facendolo sussultare.
“Ma sei pazza?” esclama portandosi una mano sul cuore “Vuoi farmi morire?” mi chiede sedendosi sul lettino e cercando di regolarizzare il respiro.
“Sempre il solito melodrammatico” ribatto ridendo, ma mi blocco appena mi fulmina con lo sguardo.
Alzo le mani in segno di resa e continuo tranquillamente “Trovato il libro?”
“No. Adesso lo cerco… tu cosa hai dimenticato?” mi chiede affondando la mano nel suo zaino.
“Il portafoglio” rispondo imbarazzata, iniziando a cercarlo nella borsa… ed ovviamente non lo trovo.
“Trovato” dichiara sventolando il libro “Ci vediamo al bar” e si volta per allontanarsi.
“Edward…” lo chiamo ancor prima di aver connesso di volerlo chiamare.
“Dimmi” risponde voltandosi con un sorriso finto.
“Sono felice che tu sia qui…”
Sbuffa portandosi le mani nei capelli “Da come hai reagito al bar non si direbbe” risponde freddo.
“E’ che non credevo che ti avrei di nuovo visto ridere…” ammetto imbarazzata.
Sospira, ma non ribatte. Sento i suoi occhi trapassarmi anche se sono coperti dagli occhiali da sole.
La sua mandibola si stringe come le sue mani. E’ nervoso… questo atteggiamento invece non mi è mancato, anzi… gliel’ho visto troppe volte nell’ultimo periodo per sentirne la mancanza.
“Sono cambiato” ammette rassicurante e rilassando le mani “Non spaccherò nasi … tranquilla.” Fa un passo verso di me “Anche per me è strano vederti sorridere… e sono felice che tu sia riuscita a rifarti un vita… e che vita!” esclama allargando le braccia ed indicando la spiaggia “Sono contento per te e spero di non rovinare nuovamente tutto con la mia presenza” termina rattristato.
“Tranquillo… non te lo permetterò” lo tranquillizzo facendogli l’occhiolino “Però…” mi blocco cercando le parole giuste.
“Però?” mi esorta.
Scuoto la testa cercando di metterci ordine. Prendo un profondo respiro e sorridendo esclamo. “Sei il benvenuto e non voglio che qualche mio atteggiamento rovini la tua vacanza… D’accordo?”
“D’accordo” mi conferma stordendomi con il suo sorriso sghembo... anche il suo sorriso mi è mancato.
 
 
 
La giornata in spiaggia passa spensierata tra partite a pallavolo, gare di nuoto, gossip sulla vita a Forks, battute maliziose di Emmett e i teatrini dei due Quielutes… ed Edward? Lo ammetto, si è comportato come il vecchio Edward. Sempre pronto ad aiutare Jacob e Seth nel mettere in pratica gli scherzi (ha preso in braccio e buttato in acqua un’Alice urlante, mentre Jacob lanciava me tra le onde), disponibile a lanciarsi in qualsiasi sfida (è l’unico che ha battuto Jasper a scacchi, anche se ha perso la gara di surf contro Garrett), e ovviamente è il solito sciupafemmine inconsapevole (delle ragazze hanno flirtato con lui e lui ha invitato tutta la compagnia ad ogni loro proposta: un bagno, una partita a calcetto…) … non mi ha mentito: Edward è tornato ad essere il vecchio Edward. Peccato che non potrà mai più essere il MIO Edward…

 
IN ATTESA DEL PROSSIMO CAPITOLO
POTETE FARE UN SALTO NELLE ALTRE MIE STORIE!!!
from twilight to sunrise edward - POV Edward in NEW MOON (Completa)
Padre senza saperlo - un'isola, una regola... e le sue conseguenze! (Completa)
La donna più felice del mondo - un ragazzo, una ragazza e qualcuno di troppo! (Completa)
Dalle Stelle alle Stalle - un viaggio nei ricordi di un uomo che ha perso tutto (Completa)
Devi essere indipendente - facile innamorarsi di un uomo sexy pieno di soldi, e se fosse solo un sexy imbianchino? (In Corso)

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Capitolo 11
*** La rimpatriata ***


Ciao a tutte!!!
Oggi è il mio compleanno e come promesso aggiornerò tutte e tre le storie che ho in corso perchè per me il più bel regalo che posso ricevere sono le vostre recensioni!!!
 BUONA LETTURA e fatemi tanti regali!!!!



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LA RIMPATRIATA

BELLA
Il mese di luglio è ormai giunto al termine e i turisti riempiono ancora la nostra città.
Non mi lamento assolutamente, anche se la sera arrivo sempre stravolta a casa e più di una volta mi sono addormentata sul divano in attesa che Alice finisse la doccia o Garrett mi raggiungesse per cena.
Sono giornate intense. A lavoro sembra di essere nel periodo natalizio, a casa c’è fermento per il trasloco di Alice e i fine settimana sono massacranti perché i miei vecchi amici di Forks hanno preso l’abitudine di venirci a trovare e ormai il sabato e la domenica li passiamo nei locali ed in spiaggia, senza la possibilità di riprenderci dalle fatiche settimanali… e con Garrett? Con Garrett procede tutto perfettamente!
Soprattutto i fine settimana in cui Edward non viene a Naples!
Anche se non ne capisco il motivo… ok, lo so… non ho completamente dimenticato Edward ed il mio corpo reagisce ancora alla sua presenza, ma sono sicura di aver nascosto bene le mie reazioni e poi lui non si è mai avvicinato a me. E’ venuto esattamente quattro volte dopo il giorno del trasloco di Jasper, e tutte e quattro le volte mi ha quasi evitata. E’ sempre stato con i ragazzi in spiaggia e la sera al locale ha sempre scherzato con gli amici senza mai avvicinarsi a me. Non mi ha ancora dato le spiegazioni che voleva darmi ed io non l’ho ancora affrontato ponendogli tutte le domande che mi sono frullate in testa in questi anni.
Ho saputo da Jasper che si è fatto aiutare da lui per superare il trauma della perdita della madre e della sorella. Mi ha raccontato che ha lavorato molto per ritrovare se stesso, che ha ricominciato a suonare, ha preso la laurea in marketing con il massimo dei voti, e che adesso lavora come braccio destro del capo di una grande società pubblicitaria. Che ha provato ad avere una storiella con una ragazza che ha conosciuto in ufficio e che non ha funzionato. Non ha voluto dirmi altro della sua vita privata: se ha avuto altre storie, se ha scaldato molti letti… ed io non ho voluto approfondire per non passare per la ex ancora innamorata.
Devo ammetterlo, sono felice che abbia superato quel brutto periodo. Jasper, con la conoscenza ed il carattere forte che si ritrova ha ammesso che per far riprendere Edward ha dovuto lavorare sodo ed è stato molto difficile. Sicuramente io non sarei riuscita ad aiutarlo, anzi, lo avrei assecondato senza permettergli di vedere lucidamente la situazione e sono felice che mio padre e mio fratello abbiano capito in tempo che la situazione era per me deleteria e ci abbiano allontanato.
 
Bacio sulla guancia mio fratello ripensando al giorno che ha minacciato Edward salvando la mia e la sua felicità.
“A cosa devo tanto affetto?” chiede Emmett con la bocca piena di pop-corn e continuando a cercare tra la gente la donna che gli scalderà il letto questa notte.
Mi stringo nelle spalle “Ti voglio bene, non posso darti un bacio?” gli spiego semplicemente.
Alza un sopracciglio scrutandomi, ma non trovando nulla nel mio sguardo diverso da ciò che gli ho detto scuote la testa e ritorna ad osservare ogni donna del locale.
“Dai ragazzi, andiamo a ballare!” trilla felice e leggermente ubriaca Alice.
“Alice. Domani mattina lavoriamo” la ammonisco con un sorriso “Non credo tu voglia lavorare con un forte mal di testa” e indico con lo sguardo l’ennesimo drink che stringe tra le mani.
“Dai noiosa… vieni a ballare!” e mi tira per il braccio fino a quando non arriviamo in pista.
 
Iniziamo a ballare dimenticandoci del giorno dopo. Mi faccio contagiare dall’euforia della mia socia e le rubo il bicchiere per fare un sorso dissetandomi, ma la mano di un uomo me lo ruba e sento il suo petto strusciare sulla mia schiena. Mi giro su me stessa come un’indemoniata. Non sopporto le libertà che si prendono certi uomini con le donne apparentemente single. Ho già il braccio alzato quando sgrano gli occhi per la sorpresa. “Jacob!” gli allaccio le braccia al collo ed inizio a saltare dalla felicità. Non lo aspettavo questo fine settimana perché sarebbe dovuto arrivare martedì con gli altri pazzi di Forks per trascorrere due settimane di vacanza qui a Naples.
“Che caloroso benvenuto” mi urla all’orecchio per sovrastare la musica alta. “Se saluti me così… come saluti lui?” e mi indica con il dito Garrett a bordo pista. Ha le mani in tasca e mi sorride felice.
Gli corro incontro ed appena gli arrivo vicino gli salto in braccio come un koala ed inizio a baciarlo con passione.
Sono tre giorni che non ci vediamo perché era a Seattle per un’asta molto importante e sapevo che sarebbe arrivato martedì insieme al resto della ciurma.
“Ciao mia piccola Dalì” mi saluta allontanandosi di pochi centimetri dalle mie labbra. Mi fa scendere dalle sue braccia per appoggiarmi alla pila e posare le mani a lato del mio viso. Il suo profumo mi inebria ed i suoi occhi mi incantano. Lo ammiro con occhi luccicanti dalla felicità e mi rifiondo sulle sue splendide labbra, quanto mi sono mancate in questi giorni.
Sento le sue mani sfiorarmi la pelle sotto la camicetta, mentre le nostre lingue danzano felici di essersi ritrovate. Si appoggia con il corpo su di me, sento la sua erezione premermi sulla coscia e dimentico di essere in un locale affollato facendomi travolgere dalla passione.
“Mi piace come bentornato” mi soffia sul collo vicino all’orecchio facendomi ricoprire il corpo di brividi. “Ma credo che se non vogliamo passare la notte in cella per atti osceni in luogo pubblico…” sussurra con voce roca “… è meglio che ci diamo un contegno” e mi dà un bacio a stampo prima di allontanarsi. Mi sorride e mi porge la mano “Andiamo dagli altri”.
Annuisco cercando di riprendere il controllo, ed appena alzo lo sguardo per cercare i pazzi di Forks, gli occhi smeraldo di Edward mi trapassano facendomi perdere un battito. Mi sento in colpa, come se baciando Garrett avessi tradito Edward. Scuoto il capo per far passare quei pensieri stupidi e scorretti e stringo il braccio intorno alla vita di Garrett sorridendogli. Non sto tradendo nessuno. Garrett è il mio uomo e io sono felice che mi abbia fatto questa sorpresa.
 
Arrivati al tavolo vengo sommersa da abbracci e urla di saluti. Ci sono tutti: Jessica, Mike, Leah, Emily, Sam, Angela, Ben e tutto il gruppo de La Push… una rimpatriata in piena regola ed ogni emozione strana provata pochi attimi prima viene completamente dimenticata sostituita dalla felicità di rivedere tutte quelle facce amiche e sapere che potrò goderne per le prossime due settimane.
 
Ritorniamo a casa che ormai gli uccellini cominciano a cantare e i primi raggi solari fanno capolino.
Dopo la serata al locale abbiamo continuato la festa in spiaggia e abbiamo atteso l’apertura del baretto per fare colazione come quando eravamo ragazzini.
“Letto, dolce e comodo letto” esclamo sfinita tuffandomi sul materasso vestita.
“Mi sei mancato” mi fa eco Garrett lasciandosi andare a peso morto anch’esso ancora vestito.
Rimaniamo alcuni minuti con gli occhi chiusi gustandoci la bellissima sensazione della testa appoggiata al cuscino ed il corpo rilassato su una superficie morbida.
“Merd…” mi alzo di colpo cercando di non dar peso al capogiro.
“Cosa succede?” chiede Garrett preoccupato alzandosi in piedi e cercando nella stanza.
“Il negozio!” esclamo fiondandomi in bagno per fare una doccia prima di correre a lavoro. Sarà una luuuunga giornata… perché ho bevuto e fatto nottata?
Mi faccio una doccia veloce e, ancora coperta dall’accappatoio, entro nella stanza come una furia.
Apro l’armadio sbuffando e pensando a come sarà dura lavorare con il cerchio che mi sta martoriando la testa, quando le braccia di Garrett mi abbracciano allacciandosi alla vita.
“Ho messo il cartello Chiuso… vieni a dormire” mi sussurra baciandomi il collo.
“Perché?” gli chiedo cercando di mettere a fuoco il vero significato delle sue parole… mio Dio, perché ho bevuto?
“Perché stavi tenendo la testa di Alice che vomitava mentre Leah ballava sul muretto con una bottiglia di scotch in mano?” mi risponde con un sorrisino saputo ed il sopracciglio alzato.
“Alice ci uccide!” esclamo pensando alla sfuriata della mia socia quando vedrà il cartello.
“Alice ci ringrazierà… e se volesse ucciderti ti farò da scudo e mi prenderò le colpe” sorride con le labbra appoggiate sulla pelle della mia spalla e le mani che mi accarezzano l’addome.
Chiudo gli occhi convinta dalle sue rassicurazioni e con la mente annebbiata dall’alcol mi faccio cullare dalle sue carezze. Mi volto e lo bacio lasciandomi travolgere dalle sensazioni amplificate dai drink.
Ci amiamo con lentezza, con passione, con venerazione, e con un po’ di follia… la perfetta conclusione di una serata bellissima.
 
Il buonissimo odore di caffè mi fa sorride ancor prima di aprire gli occhi.
“Ben svegliata mia piccola spugna” mi saluta sorridendo Garrett.
Faccio il broncio per il nuovo soprannome senza aprire gli occhi e con uno sbuffo mi volto nel letto dandogli la schiena.
Mi bacia la nuca mentre con le mani inizia ad accarezzarmi le spalle scendendo sulle braccia e risalendo dalla pancia fino ad arrivare alle mie labbra. Le accarezza con la punte delle dita e mi sussurra.
“Ti adoro quando fai il broncio” e inizia a baciarmi facendomi scivolare sotto di lui. “Sei stata magnifica ieri sera” e struscia il suo corpo sul mio riaccendendo la fiammella. Ma quando rispondo ai suoi movimenti lui si allontana facendomi aprire gli occhi sorpresa.
“Ti sei decisa ad aprire gli occhi” mi canzona ridendo e sedendosi sul letto. “Sono tutti in cucina… aspettano solo noi per andare in spiaggia” spiega passandomi il caffè. “Non vorrai mica farli aspettare?” lo guardo storto e sbuffando bevo il caffè.
“Lo sai che la pagherai cara?” sibilo minacciandolo.
“Lo so… e sono pronto a tutto” e si alza dopo avermi baciato sul labbro imbronciato.
“Ho mal di testa…” mi lamento facendo gli occhi da cucciola. “Non riesco a vestirmi da sola… Mi aiuti?” e sposto le coperta tentandolo con il corpo ancora nudo.
Scuote la testa ridendo e, dopo aver preso il costume dal cassetto, si riavvicina al letto.
“Lo sai che preferisco svestirti…” mi sussurra roco con gli occhi accesi di passione.
Mi mordo il labbro inferiore continuando la scenetta da bambina bisognosa di aiuto a vestirsi e lui, come avevo sperato, non resiste e si dimentica degli ospiti che ci attendono in cucina.
 
Dopo diversi minuti riusciamo finalmente ad uscire dalla stanza, siamo ancora accaldati per il bellissimo momento quando entriamo in cucina.
Lo sguardo di Edward mi fa gelare sul posto. Mi sento di nuovo come al locale, in colpa per essere stata con Garrett, e fisso Edward per capire se è il suo sguardo a farmi sentire così o è solo la sua presenza. Cerco di leggergli nella mente attraverso gli occhi, come ho sempre fatto, ma purtroppo non riesco a capirlo. E’ come se fosse un estraneo e i suoi pensieri fossero barricati dentro una scatola. Scuoto la testa tornando a sorride.
Edward è il passato e lui è d’accordo con l’andare avanti. Mi ripeto come un mantra mentre sfuggo al suo sguardo e mi comporto da ottima padrona di casa offrendo il caffè ed i pancake agli ospiti.



 
Dato che ieri  invece era il compleanno del mio bimbo... vi invito a farsi due risate e vedere il video che ha creato con il suo papà!!!
https://www.youtube.com/watch?v=_WItxffJUkM
 
 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
 
...“Non ti ho dimenticata!” sussurro perché non sono certo che lei lo voglia sapere.
“Edward…” sospira...




 
GLI AGGIORNAMENTI DEI RACCONTI CONTINUANO!!!
VI ASPETTO NELLE ALTRE STORIE!!!


Una cotta pericolosa  E Devi essere indipendente


 

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Capitolo 12
*** La spiaggia ***


Ebbene sì, pensavate di esservi liberate di me dopo che avevo terminato "Devi essere indipendente"
ed invece sono di nuovo qui!!!

E' arrivato il momento dei primi chiarimenti tra Edward e Bella... quindi BUONA LETTURA!!!


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LA SPIAGGIA

 
POV EDWARD
Vederla uscire accaldata e sorridente, mano nella mano con il suo fidanzato è stato doloroso. Ho sentito il cuore andare in pezzi e le speranze mi si sono sgretolate davanti facendomi vacillare sulla scelta di voler passare le prossime settimane in loro compagnia.
Le immagini di lei avvinghiata a Garrett mentre ieri sera lo baciava con trasporto dimenticandosi di essere in mezzo alla gente, mi hanno perseguitato per tutta la notte e mi han fatto provare un fortissimo dolore al petto.
Si chiama karma, Edward… tu l’hai fatta soffrire, ed adesso tocca a te” mi deride la mia coscienza. Sta stronza! Però purtroppo ha ragione. Se io mi sento così adesso, dopo due anni, consapevole che Garrett è il suo fidanzato, non oso immaginare come si sia sentita lei, due anni fa quando mi ha visto con Tanya… che gran bastardo che sono stato. Mi merito questa sofferenza!
 
Quando mi riprendo dai pensieri, i ragazzi sono già quasi tutti usciti dall’appartamento di Bella per andare in spiaggia. Siamo una combriccola veramente numerosa. Mezzo Forks si è trasferito a Naples e tutti insieme viviamo in una villa a lato della spiaggia. Quando siamo andati a visitarla per affittarla credevo che fosse troppo grande. Ma stamattina, quando mi sono svegliato per colazione e ho dovuto scavalcare i sacchi a pelo nel soggiorno, mi sono reso conto che se dovessimo ripetere la vacanza sarà meglio affittarne una ancora più grande e con più stanze!
Io e Seth siamo gli unici single del gruppo. E vi posso assicurare che vivere con tutte quelle coppiette non è il massimo. Troppi cuoricini e frasi smielate per le mie povere orecchie innamorate di una donna che non potrò più avere. Infatti penso che proporrò a Seth di trasferirci in albergo, lasciando così libere le coppiette di tubare ognuna nella propria stanza…
Appena arrivo in spiaggia le coppiette sono tutte felicemente abbracciate, mentre Seth è al bar che flirta con due ragazzine troppo giovani per il sottoscritto. Decido di farmi una nuotata e raggiungere lo scoglio che svetta in mezzo al mare. Sicuramente l’acqua, l’esercizio fisico e un momento solo con me stesso mi aiuteranno a tranquillizzarmi e a vedere le cose sotto un’altra prospettiva.
Ho due settimane di tempo per poter fare ammenda con Bella chiudendo, secondo Jasper, definitivamente con il passato e dandomi così l’occasione di guardare al futuro con una zavorra in meno sulle spalle.
Jasper mi è vicino e continua a farmi da consulente anche se nasconde le sue visite con chiacchierate tra amici. E’ dura! Lo ammetto, è veramente difficile riuscire a essere distaccato e non soffrire mentre guardo Bella tra le braccia di Garrett o mentre sorride a tutti tranne che a me.
E sono sincero… forse il pensiero: meglio essere amici che non vederla… è una grandissima puttanata.
Credo che il detto migliore sia: lontano dagli occhi, lontano dal cuore!
Ma Jasper dice che devo chiudere con il passato. Che le devo parlare, che devo superare il rapporto che ho avuto con lei, ma come faccio a smettere di amarla?
Lei ci è riuscita, questo dovrebbe darmi qualche speranza, ma io, più la vedo e più me ne innamoro!
 
“Scusa!” la voce di Bella mi fa riprendere dai pensieri.
“Dimmi” la esorto sorridendole e nascondendo perfettamente il mio vero stato d’animo continuando a guardare le onde che si infrangono contro lo scoglio.
“Possiamo parlare?” chiede sedendosi sullo scoglio vicino al mio e portandosi le gambe al petto.
“Di cosa?” gli chiedo curioso iniziando a giocare con dei sassolini.
“Hai detto che se avessi voluto mi avresti spiegato…” le sue guance si imporporano ed io non riesco a trattenere un sorriso. Quanto mi sono mancate.
“Oh!” sussurro ritornando a guardare il mare e l’orizzonte. Non credo di essere pronto, non adesso, non oggi.
“Ma se non ne vuoi parlare… fa nulla” ed un silenzio imbarazzato scende tra di noi. Cerco di prendere coraggio con profondi respiri. Via il dente, via il dolore, penso, e do fiato ai miei pensieri senza rimuginarci troppo.
“Avevo appena perso due persone care… non volevo perde anche te” inizio a spiegare continuando a guardare l’orizzonte e convincendomi di essere solo. “Dovevo esserci io su quella macchina, non loro…” sussurro cercando di ricacciare il dolore che quella confessione mi provoca “… avevo paura che, se ti avessi lasciata sola, se avessi fatto qualcosa al posto mio…” prendo un profondo respiro “sarebbe successo qualcosa anche a te… ed io non volevo perdere anche te, perché eri l’unico motivo per il quale valeva ancora vivere” sento la sua mano stringere la mia infondendomi coraggio. “Ero spaventato, e mi sono comportato da idiota.” Riesco finalmente a guardarla “avevi ragione tu. Hai sempre avuto ragione tu” le sorrido “dovevo farmi aiutare. Non potevamo superare quel momento da soli” mi asciuga una lacrima “ci sono arrivato tardi, ma ho seguito il tuo consiglio. O lo scoglio de La Push, o Jasper” ammetto stringendomi nelle spalle “ed ho scelto Jasper… ho chiesto scusa a tutti coloro che ho fatto soffrire e ho picchiato…” stringo la sua mano nella mia e mi volto completamente verso di lei “mancavi solo tu… scusa Bella. Scusa per il mio atteggiamento, per i miei scatti d’ira per i miei insulti ed i pugni che ho tirato in tua presenza. Scusa per averti chiesto di sostenermi portandoti a fondo con me. Scusa se…” mi posa un dito sulla bocca facendomi tacere.
“Shhh! Ti ho scusato Edward” mi sorride asciugandosi una lacrima “Tu, invece, potrai perdonarmi per non essere stata abbastanza forte da aiutarti?” spalanco gli occhi incredulo.
“Tu non potevi aiutarmi. Mi sei stata vicina, hai assecondato le mie follie, mi hai amato…” dico l’ultima parola in un sussurro perché fa male pensare che non mi ama più “Ma la situazione era più grande di noi. Sono felice che tu sia fuggita prima che potessi diventare un problema ancora più grande.” Le accarezzo il viso godendo di quel contatto “Hai fatto la cosa giusta come sempre. Grazie, Bella”
Rimaniamo in silenzio mentre il vento ci sfiora la pelle e le grida dei gabbiani ci fanno da sottofondo. Mi sento più leggero e vorrei fermare per sempre il tempo in questo momento. Un momento di pace, con la mano allacciata a quella di Bella ed il cuore e la mente leggeri.
“Perché sei stato con Tanya?” spezza la magia ed il silenzio.
“Perché ero ubriaco. Tuo padre mi aveva minacciato quel pomeriggio e tuo fratello ha rincarato la dose poche ore dopo. Sono fuggito da casa tua ed ho affogato il pensiero di non poterti più difendere nell’alcol. Non so come ci sono arrivato alla festa e se devo essere sincero…” mi schiarisco la voce e stringo la sua mano per infondermi ancora più coraggio “… mi sono reso conto di cosa stavo facendo solo quando Leah ha chiamato il tuo nome ed ho visto la delusione nei tuoi occhi…” le lascio il tempo di immagazzinare la notizia sperando che mi creda perché è la verità “volevo seguirti, ma il ricordo del fucile di tuo padre mi ha fermato” sorrido cercando di stemperare la tensione.
“Ma quel ricordo non ti ha fermato i giorni a seguire” ribatte arrabbiata.
Sospiro e slaccio le nostre mani per stropicciarmi la faccia. “Preferivo un colpo di fucile al petto, invece che continuare a sentire il dolore che la tua lontananza ed il ricordo dei tuoi occhi a quella festa mi facevano provare” 
“Sei ancora stato con lei?” mi chiede fredda.
La guardo senza capire il motivo della domanda.
“No. Appena sei fuggita l’ho abbandonata dove era e ti ho seguito fino al parcheggio… dopo non l’ho più vista…”
“Sei stato con altre donne?” mi chiede come se fossimo in un interrogatorio.
“Sì… ma preferirei non parlarne con te…” rispondo anche io freddo.
Annuisce e si alza. La blocco prendendola per il polso e la famigliare scarica mi invade il corpo.
“Bella… ti prego” la imploro.
“Ti ho perdonato. Ti ho capito” risponde senza guardarmi negli occhi.
“Cosa ti serve sapere se sono stato con altre donne? Tu stai con Garrett… ti sei rifatta una vita… non puoi offenderti se ci ho provato pure io” la sento irrigidirsi e ci mette alcuni minuti prima di rispondere.
“Hai ragione. Ed è giusto” la sua voce è più calda e il suo viso si rilassa regalandomi un sorriso che non arriva agli occhi.
“Siamo amici! Ed io sono felice che tu sia andato avanti…” ma il suo corpo, le mani strette a pugno e gli occhi tristi negano le sue stesse parole.
“Non ti ho dimenticata!” sussurro perché non sono certo che lei lo voglia sapere.
“Edward…” sospira.
“… ma ho capito che devo andare avanti. Fai parte del mio passato…” la rassicuro sforzando un sorriso ed alzandomi per tuffarmi e tornare in spiaggia.
 
Appena arriviamo in spiaggia, Garrett corre incontro a Bella e, prendendola in braccio, la fa volteggiare in aria prima di baciarla con passione.
Ho capito, Garrett, tranquillo! Bella è tua, io devo stare al mio posto penso guardando la scena. Scuoto la testa e decido di unirmi a Seth, l’unico single oltre me.
“Ehi! Edward! Vieni!” mi appoggia il braccio sulla spalla e mi avvicina al bancone dove una bionda, con capelli lunghi fino a metà schiena e un corpo da modella coperto da un striminzito costume bianco, è seduta vicina a una ragazza dai capelli castani mossi e lunghi che coprono con maestria il seno prosperoso coperto anch’esso da un costumino nero… Seth ha buon gusto, nulla da dire.
“Piacere! Io sono Kate” si presenta la bionda allungandomi la mano, “E lei è Carmen” continua indicando la ragazza vicino a lei.
“Piacere, Edward!” contraccambio la presentazione stringendo la mano a entrambe.
“Ti ho visto nuotare… sei bravo!” si complimenta Carmen scrutandomi senza malizia il petto e le braccia “Fai parte di qualche squadra?” mi chiede e noto nei sui occhi che la domanda è sincera e non una stupida domanda per fare conquiste.
“Nessuna squadra. Nuoto ogni giorno, è il metodo migliore che conosco per sistemare i pensieri dopo una lunga giornata” le rispondo sinceramente sedendomi al tavolino vicino al bancone. Lei mi segue e continua.
“Dovresti pensarci ed entrare in una squadra. Hai un ottimo stile. Pulito e sincronizzato.” Continua convinta.
“Sei per caso una talent scout?” le chiedo scoppiando a ridere.
“No. Sono il capitano della squadra di nuoto di Naples ed è raro trovare un nuotatore provetto come te senza che questo segua un allenamento settimanale e mirato.”
“Prendilo come un complimento!” mi suggerisce Kate scoppiando a ridere. “Carmen è una precisina e sul nuoto non scherza… se ti dice che sei bravo… tu puoi solo ringraziare” e continuando a ridere si siede insieme a noi seguita da Seth.
“Allora grazie!” rispondo imbarazzato, ma nascondendo il tutto con il mio sorriso sghembo.
“Facciamo una gara?” mi chiede entusiasta Carmen già in piedi e pronta a scattare verso l’acqua.
“Facile gareggiare contro qualcuno che non è allenato” la canzona Kate “A lei piace vincere!” e mi fa l’occhiolino “E dato che nell’ultima gara è arrivata seconda, sta cercando qualcuno per riacquistare la fiducia che ha perso, e sa che con te la vittoria è assicurata”
Lo dice ridendo, e sono certo che non lo dica per offendermi, ma il mio ego ne risente e accetta la sfida.
“Da qui allo scoglio e ritorno?” chiedo a Carmen sfidandola.
“Il primo che arriva” mi risponde.
“E chi perde paga da bere a tutti!” conclude Seth sedendosi vicino a Kate.
“Al mio tre!” esclama Carmen mettendosi in posizione.
“TRE” e scatta ancor prima che io capisca che mi ha fregato. Ma grazie alle mie gambe lunghe riesco ad entrare in acqua prima di lei.
Ma il vantaggio viene subito annullato dalle sue bracciate perfette. Arriva all’isolotto prima di me e quando ritorna indietro mi regala un sorriso divertito e tronfio. Arrivo all’isolotto e già sento i muscoli in fiamme, prendo un profondo respiro e mi rituffo cercando di recuperare. Arrivo in spiaggia ed inizio a correre con la speranza di prenderla perché è a pochi metri, mi concentro al massimo, ma lei tocca il tavolino urlando trionfante ed io mi lascio cadere sulla sabbia per riprendere fiato.
Seth mi fa riprendere con un bicchiere di acqua in faccia e senza smettere di ridere mi avvicino al bancone per pagare la perdita.
Il resto della mattina lo passo con le due ragazze e Seth al tavolino. Sono simpatiche e soprattutto non sono le classiche gatte morte. Hanno tantissimi interessi e la battuta sempre pronta.
Kate è una russa arrivata in America quando era ancora in fasce ed è buffa quando prova a parlare la sua lingua di origine perché scoppia a ridere per parole dette in modo errato anche se noi non possiamo saperlo. Carmen invece è brasiliana e si è trasferita a Naples cinque anni fa per seguire il suo sogno: nuotare.
E’ simpatica e molto competitiva, non perde occasione per mettersi alla prova e scommettere, però non si arrabbia se perde, anzi sa incassare la sconfitta in modo sportivo. Ovviamente dopo aver dato di matto i primi due minuti!
La pausa pranzo lo passiamo insieme ai ragazzi di Forks. Che non perdono occasione per far battutine sulle nostre conquiste, e non c’è verso di farli desistere soprattutto Emmett che ormai è partito per la tangenziale e non perde occasione per fare riferimenti maliziosi alla Russia ed al Brasile.
Bella è chiusa nel suo bozzolo con Garrett e non partecipa attivamente alle risate, ma cerco di non guardarla per non farmi del male e mi faccio trasportare dall’euforia dei miei amici.


 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
“Ma dove sono?” chiedo con una voce che fatico a riconoscere.
“A casa! Mi hai spaventato… da ora in poi ti vieterò di bere!” e scoppia a ridere per alleviare la tensione mentre mi abbraccia forte a sé.

 

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Capitolo 13
*** Sunrise ***


Ok lo ammetto sono una drogata delle vostre recensioni!!!
E dato che le vostre bellissime parole mi hanno accompagnato in questa giornata piovosa, ho deciso di aggiornare, in modo da poter ancora leggere le vostre recensioni!!!
Vi lascio con questi due ragazzi confusi...
BUONA LETTURA!!!!
 
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SUNRISE
Quando sono tornata in spiaggia dopo aver parlato con Edward non mi sentivo leggera come avevo sperato. Il senso di colpa che provavo nell’averlo abbandonato e nel non essere stata abbastanza forte da aiutarlo è stato lenito dalle sue parole e dalla sincerità che ho letto nei suoi occhi; e la conferma che la serata con Tanya è stato un momento dettato dalla confusione che in quel momento regnava nella sua mente mi ha chiuso una ferita che non credevo fosse ancora aperta. Ma la sua confessione di non avermi dimenticata e la sua decisione nel voler voltare pagina, non hanno sortito l’effetto che desideravo. Non mi sono sentita sollevata, anzi le sue parole hanno aumentato il macigno che già sentivo nel petto.
Appena siamo arrivati sulla spiaggia Garrett mi è corso incontro e mi ha stretto tra le sue braccia facendomi volteggiare. Mi è parso un atteggiamento più per marcare il territorio che per dimostrarmi il suo amore. Ma non ho detto nulla e mi sono fatta coccolare dal mio uomo, dal mio presente.
Ci siamo uniti alle altre coppiette e abbiamo iniziato a parlare dei nostri incontri. In questi anni mi sono persa lo sbocciare di tantissimi amori!
… “e lui, impacciato, continuando a balbettare, continuava a passarmi la salvietta di carta sul vestito allargando maggiormente la macchia” spiega Emily ridendo.
“Volevo solo riparare al danno” spiega offeso Sam.
“Eri dolcissimo!” fa il labbruccio Emily scompigliandogli i capelli. “E poi ti sei fatto perdonare ampiamente regalandomi il vestito più bello che avessi mai visto” e si baciano dimenticando la nostra presenza.
“E voi? Come vi siete conosciuti?” chiede Angela, in braccio a Ben, indicando me e Garrett.
“L’incontro incontro è avvenuto in un bar… farla capitolare… beh! Credo che dovremmo passare i prossimi giorni a raccontarlo” spiega Garrett scoppiando a ridere.
“Sì, ti ho fatto patire… ma alla fine adoravo i tuoi corteggiamenti… mi facevi sentire importante e desiderata”
“Perché adesso? Non ti faccio sentire importante e desiderata?” mi chiede con sguardo malizioso stringendomi a lui.
“Certo… ma devi ammetterlo… quando mi corteggiavi eri veramente tenero… avevi gli occhi da cucciolo!!” e scoppiamo tutti a ridere mentre gli prendo le guanciotte e gli bacio la ruga che gli si è formata in fronte.
 
Il resto della mattinata passa tra un racconto e l’altro dei momenti più romantici delle nostre storie, rido cercando di concentrarmi su ciò che raccontano i miei amici allontanando il più possibile alcuni ricordi di momenti del rapporto tra me e Edward che si intrufolano nei miei pensieri. Edward è il passato, Garrett il presente!
Il mio Sole sembra accorgersi del mio turbamento e mi coccola sussurrandomi parole dolci. Cerco di allontanare ogni pensiero indesiderato, ma il momento peggiore, e il più difficile, arriva con la pausa pranzo.
Seth e Edward hanno fatto conquiste e le ragazze che hanno conosciuto non perdono occasione per toccarli e strusciarsi su di loro.
Non devo essere gelosa! Edward deve trovare la sua donna, che non sono io, e vivere la sua vita lontano da me! Mi chiudo nel mio bozzolo con Garrett continuando a ripetermi che Edward non è nessuno per me, che è giusto che abbia trovato una ragazza… e anche se mi fa uno strano effetto allo stomaco, devo ammettere che la ragazza mora è veramente molto bella e dolce!
 
Ovviamente la tortura di vedere le ragazze strusciarsi su Edward e Seth continua la sera al “Sunrise”, il locale dove avevamo deciso di incontrarci tutti per ascoltare un nuovo gruppo emergente.
Cerco di nascondere quella strana e ingiusta sensazione di gelosia che mi attanaglia le budella mentre la moretta si struscia e bacia sulla guancia Edward dicendogli qualcosa di molto… simpatico, dato che Edward ride spensierato!
Mi ancoro a Garrett e cerco di essere la classica Bella fidanzata-di-Garrett allontanando lo sguardo da quell’immagine così dolorosa per il mio… stomaco!
Mi lancio anche in balli sfrenati e bevo come una spugna… e riesco a divertirmi dimenticando completamente la presenza di Edward e della moretta.
“Tutto bene?” mi chiede Garrett tenendomi il viso tra le sue grandi mani e guardandomi preoccupato.
“Certo” rispondo sicura e tracannando l’ennesimo drink.
“Forse hai bevuto troppo” mi dice allacciandomi le braccia alla vita dopo avermi rubato il bicchiere.
“Dobbiamo festeggiareeeee!” rispondo euforica cercando di divincolarmi per riprendermi il bicchiere.
“Ok! E cosa festeggiamo?” mi chiede trascinandomi sui divanetti e posando il bicchiere sul primo tavolo.
“L’arrivo dei miei amici” rispondo accorgendomi che sto biascicando le parole e la mia camminata non è dritta come dovrebbe essere.
 
Arriviamo ai divanetti dove una coppietta si bacia con passione. Vedo solo la schiena della ragazza e le mani del ragazzo che accarezzano con avidità la schiena della tipa intrufolandosi sotto la corta maglietta.
La ragazza è seduta a cavalcioni sul ragazzo e si muove come se fosse in gondola facendomi salire la nausea. Faccio una smorfia e mi lascio cadere sulla poltroncina.
Emmett si avvicina avvinghiato ad una stangona che si struscia su di lui come se fosse un palo da lap-dance… ma perché tutti si muovono in modo così sinuoso facendomi girare la testa?
Chiudo gli occhi cercando di riprendere il controllo, non voglio vomitare! E’ poco carino e sicuramente mi rovinerei la festa, ma perché ho bevuto così tanto?
Edward!
No coscienza, non è per Edward! Ma aspetta, non era la mia coscienza, lei non parla come una gatta morta che sta per venire!
“Mmmm sì, Edward!” la ragazza che dondola sul ragazzo… che dondola su Edward… è ormai sull’orlo di un orgasmo… ok, devo vomitare!
Mi alzo come una furia, e mi allontano, senza ovviamente dimenticare di toccare “involontariamente” e molto gentilmente la ragazza che sta baciando il mio Edward. La tocco così delicatamente che scivola sul divano e mi guarda con occhi neri di passione, ma anche di rabbia perché l’ho disturbata.
“Oh! Scusa!” mento spudoratamente mettendomi una mano sulla bocca e guardandola con il mio miglior sguardo da cucciolo dispiaciuto. E poi fulmino Edward prima di allontanarmi e liberarmi lo stomaco.
Sento Garrett alle mie spalle. Garrett, il mio presente, il mio uomo, l’unica persona del quale devo essere gelosa. L’unica persona del quale mi deve importare se qualcuna lo bacia!
“Tutto bene?” mi chiede cingendomi la vita e accompagnandomi al bagno.
“Sì, ho solo bisogno di una rinfrescata”
E sorridendogli mi nascondo in bagno.
Ma come diavolo è possibile che dopo tutto ciò che è successo, io continuo a pensare a lui, ad essere gelosa, a provare una morsa allo stomaco quando lo vedo con altre donne. Lui non è il mio ragazzo, lui è il mio passato ed è meglio per entrambi se si rifà una vita… la moretta è carina… quindi Bella, lascialo andare e continua sulla strada che hai scelto. No Edward, Si Garrett!
Prendo un profondo respiro e sicura di aver convinto il mio cervellino ritorno in sala. Di Edward e Carmen non ci sono più tracce, al nostro tavolo ci sono tutti, ma loro due no. Saranno andati a finire in un luogo dove nessuno li può disturbare… e lo stomaco inizia a contrarsi facendomi sempre più male. Sento che inizia a mancarmi l’aria e, appoggiandomi alle pareti del locale, decido di uscire a prendere una boccata d’aria prima di svenire di fronte a tutti.
“Dai Edward, mica ti sto chiedendo di sposarmi” la voce della moretta mi fa drizzare le orecchie. Svolto l’angolo del locale e li trovo avvinghiati come due sanguisughe. La testa incomincia a girarmi e il cuore inizia a pulsare così forte da farmi venire male alle orecchie. Chiudo gli occhi e mi concentro sulla respirazione, ma la risatina dell’oca seguito da “Lo sapevo che una parte di te mi desiderava” mi dà il colpo di grazia…
Un ringhio mi esce dalla gola e, appoggiandomi al muro nascosta per non farmi vedere dalla coppia dell’anno, invio un messaggio a Garrett chiedendogli di raggiungermi nel parcheggio perché non mi sento molto bene.
Invio più volte il messaggio e più aumentano i loro gemiti, più io mi sento morire.
“Amore! Perché non mi hai chiesto di accompagnarmi? Perché sei qui fuori da sola se non ti senti bene? Bella?” lo guardo, ma le mie orecchie sono ormai rapite dai gemiti dei due amanti. Le lacrime mi scendono silenziose sulle guance, mentre la mia bocca si serra per evitare di mettersi ad urlare il dolore che provo nel sapere che Edward si sta divertendo con una donna che non sono io. Sento il mio cuore frantumarsi, mentre con gli occhi non smetto di guardare Garrett ed il mio cervello continua a ripetermi che è giusto ciò che sta succedendo, che io devo stare con Garrett e Edward con Carmen, ma più ci penso e più mi sento sprofondare in un baratro sempre più profondo.
“Bella?” la dolce voce di Garrett è un’ancora al quale vorrei aggrapparmi per non scivolare, ma le immagini che scorrono di fronte ai miei occhi sono più forti. Edward con Tanya, con Carmen, sull’altare mentre attende una donna bellissima che lo renderà felice…ed io mi lascio scivolare nel baratro che è diventato più allettante che la realtà.
 
 
“Bella? Bella, sveglia!” la voce di Garrett accompagnata da delicati schiaffetti mi fa rinvenire.
Sono al buio e solo una soffusa lucina rischiara il volto preoccupato del mio sole.
“Ti sei ripresa finalmente” esclama felice rilasciando un sospiro prima di ricoprirmi il viso di baci. “Cavolo, Dalì, mi hai fatto preoccupare!”
“Ma dove sono?” chiedo con una voce che fatico a riconoscere.
“A casa! Mi hai spaventato… da ora in poi ti vieterò di bere!” e scoppia a ridere per alleviare la tensione mentre mi abbraccia forte a sé.
Mi lascio cullare dal suo amore e dal suo profumo. Provo a riunire le ultime ore, a capire cosa è successo, perché sono svenuta. Non sono una che si tira indietro nel far festa e molte sera ho bevuto tantissimo, anche il doppio di ieri sera, ma al massimo vomitavo, non svenivo! E mentre il mio cervellino ancora annebbiato continua con domande senza risposte mi addormento tra le braccia del mio Sole … e l’immagine di Edward che si allontana salutandomi sereno…
 
***
 
La prima settimana con i pazzi di Forks è volata e io sono più confusa che mai.
Per la verità non sono confusa, ma divisa in due! Anni fa ho lasciato Forks per fuggire dal mio Incubo personale, ho lottato contro il mio cuore che mi spingeva a tornare da lui e ho lottato per ricostruirmi una vita qui a Naples. Ho trovato un’amica fantastica, un uomo meraviglioso ed un lavoro splendido… ero felice! Ma poi due pozze verdi sono tornate a tormentare la mia mente ed il mio cuore.
In questa settimana Edward ha sfoggiato la sua nuova fiamma in ogni occasione, ha dimostrato a tutti il suo amore per lei, la sua attrazione e la sua felicità di aver finalmente trovato la donna della sua vita… ed io, come una bambina viziata mi sento male!
Vorrei essere io la donna che lo fa sorridere, che lo fa stare bene, che lo rende felice… è vero io ho Garrett!
Gli voglio bene, adoro stare con lui, è la mia ancora, il mio sole, ma il mio cuore non risponde a lui come risponde a Edward. Nemmeno in questa settimana dove per il mio Incubo sono diventata un fantasma… che sia solo perché non mi guarda più ed il mio orgoglio femminile si sente offeso?
Non so più cosa pensare… non mi riconosco più! Prima di tutta questa storia avevo le idee chiare, il mio futuro era nitido di fronte a me e il mio cuore sapeva esattamente per chi battere! Dal primo giorno che ho conosciuto Edward la mia vita era come segnata.
Quando mi ha chiesto di uscire, quando mi ha baciata la prima volta, quando mi ha sussurrato Ti amo… tutto era semplice, nitido, come se fosse già tutto scritto… ma la disgrazia è caduta su di noi. E con la morte di sua madre e sua sorella Edward è cambiato… e la mia vita ha perso la sua strada…
Credevo di averla ritrovata con Garrett, riuscivo a immaginarmi noi due anziani in spiaggia mentre ci gustavamo il sole ridendo di Alice e dei suoi bambini… è vero, non mi sono mai immaginata all’altare con Garrett e nemmeno di avere figli con lui, ma ero comunque felice!
Adesso invece sono qui. Seduta sulla spiaggia, con il cellulare in mano che attendo un messaggio di Garrett e rodo di invidia nel vedere Carmen e Edward che scherzano in acqua! Ufff! Meglio che torni a casa… nessuno si accorgerà che me ne sono andata, sono tutti troppo presi a sbaciucchiarsi e farsi le coccole per notare la mia assenza.
Mi alzo dalla sdraio senza fare troppo rumore e facendo attenzione che nessuno mi veda fuggo letteralmente dalla spiaggia.
Appena mi trovo sulla passeggiata inizio a camminare senza meta cercando di mettere ordine nei miei pensieri. Cerco di imprimermi bene in testa tutti i momenti in cui Edward si è trasformato nel mio incubo.
Tutte le volte che mi ha urlato contro, che ha picchiato qualcuno solo perché mi aveva guardata, o le notti che sentivo la sua presenza in camera perché era entrato dalla finestra fuggendo prima che io mi svegliassi, i suoi occhi iniettati di sangue mentre mi sbraitava contro che ero sua e non dovevo fare nulla senza di lui.
Sento di nuovo il cappio al collo che per mesi mi ha tolto il respiro, mi guardo intorno, rivedo con occhi nuovi la città che mi ha ospitata e mi ha resa libera da quel incubo che mi stava inghiottendo.
E’ vero, amo Edward e credo che non riuscirò mai ad amare nessun altro come ho amato lui, ma ho paura di dover di nuovo rivivere quell’incubo… rabbrividisco al pensiero e finalmente ogni pensiero romantico tra me e Edward svanisce facendomi rinsavire.
Non sono abbastanza forte per poter supportare un uomo come Edward, io ho bisogno di un’ancora per vivere, ed anche lui ha bisogno di un’ancora… se mai tornassimo insieme andremmo a fondo entrambi!

 
!! ATTENZIONE SPOILER !!

“Parlamene” le rispondo come se gli ultimi due anni non fossero mai esistiti e ci trovassimo ancora nella nostra valletta, dove ci scambiavamo confidenze e sogni.
Lei mi guarda con occhi sbarrati e poi scoppia a ridere fino alle lacrime.
“Tu sei l’ultima persona con il quale ne parlerei” mi risponde continuando a ridere 

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Capitolo 14
*** Meglio così ***


Ciao!!!! Stasera ho tempo e come si suol dire... chi ha tempo non aspetti tempo!!!
Quindi aggiorno anche questa storia... anche perchè vi ho lasciato sulle spine per troppo tempo!!!
Spero vi piaccia!!! BUONA LETTURA!!!
 
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Meglio così

 
POV EDWARD
La prima settimana è passata, mancano ancora sette giorni e si ritorna a Forks!
Sono felice? Sì. Veramente? No.
Bella continua ad essere un pensiero fisso, e dopo averla vista svenuta fuori dal locale tra le braccia di Garrett, è diventata un’ossessione. Un’ossessione che a stento riesco a tenere a bada grazie a Carmen.
Sto con Carmen? Si. Mi piace? No.
Ok, sono una contraddizione vivente, ma cercate di capirmi. Amo Bella e Bella ama Garrett. Che posso fare? Aspettare un miracolo? Gettare Garrett tra le braccia di… non so … Kate, per potermi così riprendere la donna che amo e con il quale voglio passare il resto della mia vita?
Se avessi sedici anni potrei anche provare ad attendere un miracolo, ma ormai sono adulto e la vita mi ha sbattuto troppe porte in faccia per poter continuare a sognare!
Vedere Bella tutti i giorni è un sogno che si avvera. Se me lo aveste detto alcuni mesi fa vi avrei presi per folli, ma devo anche ammettere che vederla con l’uomo della sua vita non è proprio il massimo per il mio povero cuore e la mia gelosia.
Quindi faccio ciò che posso. Mi gusto la vacanza sfogando i miei veri desideri con Carmen. Chiudo gli occhi, penso a Bella e mi lascio trasportare da Carmen.
Sono un pervertito? Si. Ne sono fiero? No.
 
Come richiamata dai miei pensieri vedo Bella alzarsi dalla sdraio. Sorrido al pensiero che si avvicini per giocare. Sono giorni che faccio finta che non esista. E’ più facile gestire i miei sentimenti se non inalo il suo profumo e non mi perdo nei suoi occhi… però, oggi ho voglia di sentirla vicino a me, tra pochi giorni torno a casa, e molto probabilmente non verrò più a Naples… troppo difficile gestire questa situazione!
Continuo a scherzare con Carmen mentre con la coda dell’occhio osservo i movimenti di Bella. Sta ritirando i suoi oggetti e si guarda intorno come fosse una ladra… cosa sta facendo?
La vedo rivestirsi e poi, dopo aver dato una breve occhiata alla spiaggia, la vedo dirigersi verso la passeggiata.
Attendo alcuni minuti per non destare sospetti e nell’attesa di capire se si è allontanata solo per prendere qualcosa al bar, ma vedendo che non torna, decido di seguirla.
“Scusa Carmen, mi sono ricordato che dovevo fare una telefonata importante” le do un bacio a stampo sulle labbra e corro alla sdraio per mettermi la maglietta. Cercando di non farmi notare lancio delle occhiate verso l’ingresso della spiaggia, ma di Bella nemmeno l’ombra.
Garrett è fuori città per delle consegne ed oggi il negozio è chiuso… dove sta andando?
Da bravo stalker la seguo a distanza. Non si guarda in giro, cammina a testa basta ed ogni tanto vedo le sue spalle alzarsi per riabbassarsi stanche… cosa succede alla mia Bella?
Cammina per tutta la passeggiata e si ferma solo quando si trova la strada sbarrata. Sarà passata circa un’oretta, ed in tutto questo tempo non ha parlato con nessuno, non ha guardato nulla, se non uno sguardo strano verso la piazzetta della città, non ha chiamato nessuno… ha camminato e sospirato…
Si siede sulla panchina rivolta verso il faro, ed io mi siedo a pochi metri da lei. La guardo intensamente, anche se dalla nuca posso carpire poco, ma provo comunque a entrarle nella testa e scoprire cosa la preoccupa.
Il lavoro le sta andando a gonfie vele, non l’ho vista litigare con nessuno… le manca Garrett. E a quel pensiero sento il mio cuore dolere.
Mi faccio forza e mi avvicino. Lo so, non dovrei, ma è più forte di me. L’altra sera è stato difficile non prenderla tra le mie braccia quando è svenuta e non starle vicino per tutto il tempo in cui è rimasta priva di sensi. Non essere con lei quando si è risvegliata… c’era Garrett! Ma adesso lui non c’è e lei ha un bisogno estremo di aver qualcuno accanto… un amico!
Mi paleso con un colpo di tosse.
“Tutto bene signorina?” le chiedo con non calanche sorridendole.
Bella alza il viso rigato di lacrime e strabuzza gli occhi quando mi riconosce.
“Sì, sì. Tutto a posto” risponde prontamente nascondendo il viso e asciugandosi velocemente le lacrime.
“Quindi le sue sono lacrime di gioia” le chiedo sornione sedendomi accanto a lei. Il suo profumo mi invade facendomi sentire di nuovo a casa.
“Sì. Sono felice di avere tutti voi qui!” mi risponde senza guardarmi negli occhi, ma non mi serve per capire che mente.
Le faccio voltare il viso per poterla guardare dritta negli occhi e sorridendole la canzono.
“Anche se sono passai due anni, alcune cose non sono cambiate: tu non sai mentire!”
Lei fa una smorfia in risposta.
“Ho dei pensieri che mi assillano e non so come risolverli.”
“Parlamene” le rispondo come se gli ultimi due anni non fossero mai esistiti e ci trovassimo ancora nella nostra valletta, dove ci scambiavamo confidenze e sogni.
Lei mi guarda con occhi sbarrati e poi scoppia a ridere fino alle lacrime.
“Tu sei l’ultima persona con il quale ne parlerei” mi risponde continuando a ridere ed io mi sento male. Che idiota! Cosa mi è passato per la testa? Non siamo amici, anche se di fronte agli altri fingiamo, nella realtà io e Bella siamo solo due persone che hanno vissuto dei meravigliosi momenti insieme, ma che adesso faticano a stare nella stessa stanza.
Mi alzo cercando di nascondere la rabbia che mi sta assalendo. La voglia di spaccare qualcosa è tornata viva in me ed è meglio che mi faccia una passeggiata prima di gettare alle ortiche due anni di lavoro con Jasper.
“Hai ragione. Scusa!” e con il capo chino mi allontano.
“Edward! Aspetta” la sua voce è un balsamo che allontana in un soffio la voglia che avevo di rompere qualcosa. Mi volto soltanto, ma non parlo.
“Mi sono spiegata male.” E batte la mano sulla panchina invitandomi a tornare a sedere vicino a lei.
Mi sorride ed io non ho bisogno di altro. Appena sono di nuovo seduto, sgancia la bomba.
“Sei tu che mi hai scombussolato i pensieri… per questo motivo mi ha fatto ridere il pensiero di parlarne con te” mi spiega con le guance imporporate dall’imbarazzo proprio come piacciono a me.
“Sono io?” chiedo incredulo, e lei annuisce diventando ancora più rossa e abbassando lo sguardo.
“E posso fare qualcosa per aiutarti?” le chiedo non sapendo bene cosa rispondere alla sua affermazione e volendo smorzare il silenzio che si è creato.
“Tu hai già fatto troppo” esclama scoppiando di nuovo a ridere, ma non è una risata allegra, è una risata isterica.
“Cosa ho fatto questa volta?” le chiedo senza capire dove ho sbagliato. E il dubbio che sia gelosa di Carmen si insinua in me facendomi gongolare.
“Tu hai fatto troppo da quando ti conosco! Mi hai fatto innamorare di te, mi hai donato il mio primo bacio, ti ho donato la mia verginità, e poi mi hai tolto tutto. Ti ho odiato con tutta me stessa, ma nello stesso tempo ti ho amato. Mi hai diviso in due. Ti odiavo quando eri violento e possessivo, ma ti amavo perché sapevo chi eri veramente… sono dovuta fuggire per riuscire a non perdere me stessa…”
“Mi dispiace” sussurro mentre lei riprende fiato, e le stringo le mani nelle mie “Io…”
“Lasciami finire o non avrò più il coraggio di dire tutto” mi blocca ed io annuisco serrando le labbra.
Prende un profondo respiro e chiude gli occhi per alcuni secondi. Li riapre e togliendo le mani dalle mie si volta completamente verso il mare.
“Sono riuscita a farmi una vita qui. Ho ricreato tutto. Amici, lavoro, amore… ma poi sei arrivato tu… ed io mi sento di nuovo fuori posto, ho di nuovo l’istinto di scappare.”
La blocco incapace di accettare ciò che mi sta dicendo.
“Non voglio che la mia presenza rovini ciò che ti sei costruita. Tornerò a Forks oggi stesso” esclamo sicuro e alzandomi con uno scatto, ma lei mi fa risedere e nega con il capo mentre sorride.
“Ormai il danno è fatto. Credevo veramente di averti dimenticato, credevo di aver superato tutto, che il passato fosse segregato nel passato ed il futuro fosse ormai riscritto… ma non è così, e non capisco il perché” mi guarda negli occhi scrutandomi l’anima “Da quando sei riapparso è come se la terra avesse ricominciato a tremare, non sono più sicura di nulla e non so cosa fare. Adoro Garrett, è il mio cavaliere senza macchia, la mia ancora, il mio sole, ma…” rimango con il fiato sospeso e lei prende un profondo respiro “Ciò che provo per lui non si avvicina minimamente a ciò che ho provato per te… e vederti con Carmen mi fa ancora lo stesso effetto che mi facevano le ragazzine della scuola quando ci provavano con te”
“Bella” la chiamo perché voglio che mi guardi negli occhi, mi sta dicendo che mi ama ancora, ed io mi sento rinascere, ma voglio che me lo dica guardandomi negli occhi.
“Edward… non nego che per te provo ancora qualcosa, anzi, voglio che tu lo sappia. Io credo di amarti ancora e vederti con altre donne è per me un dolore troppo grande da sopportare” il mio cuore fa le pirolette e fatico a stare seduto scacciando la grande voglia che ho di saltellare per il molo urlando che mi ama e poi prenderla tra le mia braccia e finalmente ricongiungere le nostre labbra che da troppo tempo non si assaggiano.
“Ma non voglio tornare con te, non voglio lasciare Garrett per te… non è giusto”
E il mondo mi crolla addosso “Ma se tu…”
Si volta con l’intero corpo verso di me e mi stringe le mani tra le sue.
“Non sono certa che il mio sia l’amore che ci univa anni fa. Forse è solo orgoglio femminile. Alle superiori hai scelto me tra tutte le bellissime ragazze che ci provavano con te. Tu hai sempre scelto me, ed adesso, qui a Naples, hai scelto un’altra… non sono sicura che il mio sentimento nei tuoi confronti sia sincero e non solo una questione di orgoglio perché per la prima volta nella nostra vita Edward Cullen ha scelto un’altra donna che non è Bella Swan…”
“Io non ho scelto Carmen…” provo a difendermi, ma lei nega sorridendo.
“Sono una donna e ho la mente distorta. Provo per te un sentimento molto forte, un’attrazione molto forte e mi sei mancato in questi anni… ma non sono sicura di ciò che provo. Quando sono con Garrett non penso sempre a te, capita a volte che la tua immagine si intrufoli nei miei pensieri, ma non come un tempo, e solo dopo averti visto tra le braccia di Carmen, la tua immagine è tornata indelebile nei miei pensieri… ma non penso sia amore, penso sia solo gelosia…”
“Si è gelosi solo di ciò a cui si tiene” provo a farla ragionare.
“Io ci tengo a te. Con te ho i ricordi più belli della mia vita… come i più brutti” l’ultima parte la dice sussurrando “Ma non credo che sia amore… quindi… sono confusa” termina lasciando cadere le braccia a fianco del corpo e lasciandosi andare stanca sulla panchina.
Faccio ciò che penso sia giusto fare. La bacio. Non penso, lo faccio.
Poso le mie labbra sulle sue e come per incanto mi ritrovo a casa. Mi sento completo, felice, leggero… le sue labbra rispondono alle mie come se non si fossero mai lasciate ed io mi lascio trascinare da quelle emozioni che da anni non provavo.
“E…Edward” sussurra a pochi millimetri dalle mie labbra con il fiato corto.
“Io ti amo Bella e solo con te provo ciò che ho appena provato… se anche tu ti sei sentita di nuovo a casa e completa… allora il tuo amore per me non è mutato” le dico tenendole il viso tra le mani e cercando di leggerle l’anima attraverso gli occhi. Ignoro volutamente le sue mani che spingono sul mio torace per allontanarmi. La guardo negli occhi cercando di trasmetterle ciò che provo per lei e con felicità noto che i suoi occhi sono lo specchio dei miei.
“Se non hai provato nulla… oggi stesso tornerò a Forks.” Provo a spronarla.
Non risponde, abbassa lo sguardo e con il pollice si accarezza il labbro che pochi attimi prima era unito al mio.
“Garrett è la mia ancora. Io ho bisogno di un’ancora ed anche tu… insieme andremo solo a fondo” sussurra senza guardarmi negli occhi.
“Ok. Ho già fatto troppi danni nella tua vita per continuare a farne. Ti amo Bella.” E dandole un bacio sulla fronte la saluto prima di tornare in albergo a preparare le valigie.


 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
“Cosa posso farci se non la sopporto? Quella sciacquetta non è adatta a te” un ringhio mi esce dalla gola appena sento come mi ha apostrofata “… la sua collega, Alisha, Alista… o come si chiama… lei sì che sarebbe perfetta per te! Ha classe, buon gusto nel vestire, è sempre allegra…” ma come si permette? Mi guardo ed effettivamente adesso sono in pigiama, senza trucco e con i capelli che sembrano un nido di rondini, ma solitamente, quando non sono appena sveglia, credo di essere una persona a posto…

 
IN ATTESA DEL PROSSIMO CAPITOLO
POTETE FARE UN SALTO NELLE ALTRE MIE STORIE!!!
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Una cotta pericolosa - una guerra tra ormoni, cervello e cuore ... (in corso)



 

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Capitolo 15
*** La Regina dei Ghiacci ***


CIAO!! Sono tornata prima del previsto e ho letto tutte le vostre recensioni... siete fantastiche e volevo ringraziarvi per essere sempre presenti rendendomi partecipe delle vostre opinioni... e l'unico modo che conosco per ringraziarvi è aggiornare!!!
A qualcuna avevo già accennato l'esistenza della Regina.... ed adesso scorpirete chi è!!!
BUONA LETTURA!!!



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La Regina dei Ghiacci

Sono passati mesi ormai. Il Natale sta arrivando ed io sono sempre più confusa.
Edward è partito il giorno stesso che abbiamo parlato. Mi ha fatto male vedere la delusione nei suoi occhi, il dolore che gli hanno recato le mie parole, ma sono stata sincera e lui ha capito, prendendo la decisione più saggia... allontanarsi da me!
Perché quindi sono ancora confusa? Perché il bacio che ci siamo scambiati sul molo è indelebile nella mia mente e tutte le domeniche attendo il suo ritorno…
Sono una brutta persona, lo so. Sto con Garrett, e ogni giorno nascondo a tutti i miei veri sentimenti, lavorando su me stessa per riuscire a dimenticare completamente il mio Incubo e donare il mio amore completamente a Garrett, il mio sole, perché lui merita di essere amato ed è la persona giusta per me.
“Posso?” la voce del mio sole mi distoglie dai pensieri che ormai mi assillano e come risvegliata ricomincio a lavorare sul mobiletto che sto restaurando mentre lo invito ad entrare.
“Ciao mia piccola Dalì” mi saluta soffiandomi sul collo e cingendomi la vita con le sue forti braccia.
“Ciao” lo saluto voltando il viso per baciarlo a fior di labbra. E’ lui l’uomo giusto per me!
Ci baciamo delicatamente assaporando ogni secondo mentre con le mani ci coccoliamo. Sono solo poche ore che non ci vediamo, ma le nostre mani sfiorano i nostri corpi come se fossero anni che non potessero farlo. E’ lui l’uomo giusto per me.
“Bella” mi soffia sulle labbra con il fiato corto ed intrappolandomi le mani nelle sue. Appoggia la sua fronte alla mia sorridendomi malizioso. “Ci sono i miei genitori di là e non vorrei…”
A quelle parole lo allontano con uno strattone e lo guardo allarmata. I suoi genitori?
“I tuoi genitori?” gli chiedo conferma cercando di non far trapelare la paura che mi sta assalendo. Lui sorride e annuisce.
“Sì, i miei genitori. Ed anche se non li hai mai visti ti posso assicurare che non sono orchi e non mangiano le persone…” si riavvicina a me e mi prende il viso tra le mani avvicinando le nostre labbra “… e anche fosse… non mangerebbero mai la persona che amo” e sugella con un bacio passionale le sue parole.
Ancora stordita dall’inaspettata sorpresa non riesco a lasciarmi trasportare del bacio e lo allontano malamente.
“Perché i tuoi genitori sono qui?”
“Perché volevano conoscerti? E perché tra pochi giorni è Natale e volevano passare le feste qui a Naples?” mi risponde confuso dalla mia reazione.
Inizio a camminare nervosamente e senza meta per tutta la stanza, passandomi la mano nei capelli per rimettere a posto i pensieri. I suoi genitori sono qui, vogliono conoscermi… perché vogliono conoscermi? Perché sono qui?
“Mia piccola Dalì” mi sussurra abbracciandomi stretta a lui “Stai tranquilla, rimarranno solo alcuni giorni e sono persone favolose” cerco di tranquillizzarmi facendomi cullare dalle sue parole e dal leggero dondolare del suo corpo, anche se il pensiero di conoscere i suoi genitori non mi alletta affatto. Mi sento una stupida. Sto reagendo in modo eccessivo ad un evento che sapevo sarebbe giunto. Prendo dei profondi respiri, mi stiro la maglia e mi pettino i capelli con le mani. Mi controllo allo specchio di un comò e drizzandomi nelle spalle faccio un cenno con la testa che sono pronta.
Alice chiacchiera allegramente con i genitori di Garrett, è appoggiata con le braccia sul bancone mentre i signori Smith si guardano intorno curiosi. Il padre di Garrett è la copia del mio sole, la stessa faccia gentile e dolce, solo più cicciottello ed i capelli corvini ormai brizzolati. La madre sembra una matrona con la puzza sotto il naso. I capelli biondo cenere sono legati in un chignon e gli occhialini sono appoggiati al naso come se servissero solo per ornamento.
“Mamma, papà” palesa la nostra presenza Garrett stringendo la mano intorno al mio fianco facendomi sentire la sua presenza.
Il padre mi saluta con un sorriso che mi tranquillizza, mentre la madre si volta quasi infastidita e mi osserva da capo a piedi facendo una strana smorfia.
“Piacere di conoscerti Isabella” mi saluta il padre allungandomi la mano e sorridendomi. “Io sono Alec, il padre di Garrett e lei è Jane, la madre nonché la mia dolce e bellissima moglie” il padre è un adulatore come il figlio… anche se definire “dolce” la matrona che mi sta continuando a fissare come fossi uno scarafaggio è una bugia bella e buona!
“Piacere, ma mi chiami solo Bella” lo correggo gentilmente cercando di non farmi innervosire dallo sguardo inquisitorio di Jane.
Garrett abbraccia la regina dei ghiacci e lei si scioglie come neve al sole.
“Oh! Tesoorooo! Quanto sei mancato alla tua mamma!” e lo abbraccia così forte da togliergli il fiato. Garrett sorride in imbarazzo ed io abbasso lo sguardo appena gli occhi di ghiaccio di Jane mi perforano.
Credo che saranno giorni molto intensi… che Dio mi aiuti!
 
***
 
E come volevasi dimostrare la Regina dei Ghiacci è la persona più gelida che io abbia mai conosciuto!
Quando parla con Garrett è tutta cuori e miele mentre quando parla con me sembra trattenersi dal vomitare, ma si può sapere cosa le ho fatto?
Ho provato in tutti i modi ad essere gentile con lei, ho preso pure un giorno libero per accompagnarla a fare shopping ed ogni sera cerco di preparare cene impeccabili per addolcirla, ma più mi sforzo e più sembra odiarmi… voglio andare a vivere da Emmett!!!!
“Ti prego mamma… puoi cercare di essere più gentile con lei?” le voce supplicante di Garrett mi fa bloccare nel corridoio. E’ in cucina con sua madre ed io mi nascondo come meglio posso nel corridoio, sperando che Alec non mi veda, ci mancherebbe ancora inimicarmi il padre!
“Cosa posso farci se non la sopporto? Quella sciacquetta non è adatta a te” un ringhio mi esce dalla gola appena sento come mi ha apostrofata “… la sua collega, Alisha, Alista… o come si chiama… lei sì che sarebbe perfetta per te! Ha classe, buon gusto nel vestire, è sempre allegra…” ma come si permette? Mi guardo ed effettivamente adesso sono in pigiama, senza trucco e con i capelli che sembrano un nido di rondini, ma solitamente, quando non sono appena sveglia, credo di essere una persona a posto…
“Ma cosa dici mamma?” la rimprovera Garrett “Io AMO Bella e non è una sciacquetta! E’ una donna forte, grintosa, piena di vita e divertente… io la amo perché è semplice, non si nasconde dietro a trucco e parrucco per apparire ciò che non è! Lei è genuina ed è perfetta per me!”
“Lei non ti ama!” la sua voce tagliente mi arriva diretta al cuore. E’ gelida mentre lo dice e il silenzio che ne segue mi conferma che anche Garrett ne è rimasto colpito.
“E’ inutile che scuoti la testa. Lei non ti ama e sono certa che quando non ci sei si va a divertire con altri uomini!” la rabbia mi assale. Stringo i pugni e corro in camera. Non voglio nemmeno sapere se Garrett mi ha difesa. Me ne voglio solo andare da questa casa, non voglio più passare un solo minuto sotto lo stesso tetto di quella donna.
Faccio le valigie con la vista offuscata dalle lacrime e mando un messaggio con le mani che tremano a mio fratello.
Quando ho tutto pronto, mi fiondo in bagno e mi preparo. Mi pettino, mi lavo e cerco di nascondere con il trucco la faccia da zombi che mi ritrovo.
Esco dalla mia stanza e mi dirigo direttamente alla porta. Sono una sciacquetta, una donna che si diverte con altri uomini, quindi non vedo perché dovrei salutare o dare spiegazioni.
“Dove stai andando?” la voce allarmata di Garrett e la sua mano che mi stringe al braccio mi ferma.
“Vado da Emmett” gli rispondo senza guardarlo negli occhi e strattonandolo per liberarmi ed aprire la porta.
“Aspetta Bella” mi insegue sul pianerottolo, ma io non gli rispondo ed aumento il passo. “Hai sentito tutto vero?” mi chiede imprigionandomi tra le sue forti braccia ed io nego.
“Mia madre è solo preoccupata… ma con il tempo capirà che non sei così… io l’ho capito!” a quelle parole divento di marmo. Mi giro con gli occhi iniettati di sangue.
“Quindi anche tu pensavi che mi divertissi con altri uomini? Anche tu pensavi che fossi solo una sciacquetta?” gli urlo mentre lo spintono ad ogni parola e cerco di ucciderlo con lo sguardo.
“No, Bella. Non hai capito…” Cerca di difendersi, ma io non riesco più a trattenermi e dopo averlo spintonato maggiormente lontano da me corro verso l’uscita.
“Bella ti prego!” lo sento urlare, ma non voglio sentire altro. Sono arrabbiata, offesa, ferita e nessuna delle sue parole può in questo momento lenire ciò che provo.
 
“Bella” mi accoglie Emmett abbracciandomi forte a sé. “Cosa è successo?” mi chiede facendomi entrare e accompagnandomi sul divano.
“S…Sua madre… mi … mi reputa una … sciacquetta…” riesco a dire tra i singhiozzi e lui scoppia a ridere.
“Beh! Meglio essere una sciacquetta che un manico di scopa ricoperto di ghiaccio” prova a farmi ridere, ma io scoppio ancora più a piangere.
“Dai, Bella! Non mi dire che ti sei offesa per un epiteto che non si usa più dal 1800!” cerca di farmi ragionare mentre mi accarezza la schiena e mi toglie i capelli dal volto per posizionarli dietro l’orecchio. Mi asciuga le lacrime e mi accarezza la guancia dolcemente in attesa che gli risponda.
“Pensa che io non ami Garrett e che quando è in trasferta io scaldi altri letti” riesco finalmente ad ammettere, sentendomi sporca al solo pensiero. Il bacio che io ed Edward ci siamo scambiati sul molo torna prepotente nei miei pensieri come se la coscienza volesse redarguirmi. Scuoto il capo per scacciare quel pensiero. Non ho mai scaldato nessun letto se non per amore e il bacio con Edward non conta. Era un bacio di addio ed Edward non è un uomo qualsiasi… è colui che mi ha rapito il cuore… io lo amo… e non amo Garrett... la regina dei ghiacci su una cosa ha purtroppo ragione…
“Ma come si permette!” ringhia Emmett stringendomi a sé “Tu non sei quel genere di donna… ma io a quella…” bofonchia qualche strano tipo di tortura mentre continua a stringermi togliendomi il fiato. Quando si accorge che ormai sono in carenza di ossigeno rilascia velocemente l’abbraccio e tenendomi per le spalle esclama: “Tu adesso stai qui, ed attenderai che la regina dei ghiacci ritorni al suo castello… e se non ci tornerà, tu rimarrai qui per sempre!” annuisce per confermare ciò che ha appena detto e si alza con uno scatto.
“Ti preparo la camera” e corre nella camera degli ospiti. Nemmeno il tempo di mettere il primo piede nella stanza che ritorna come un fulmine da me, inginocchiandosi.
“E Garrett cosa ha detto?” mi chiede preoccupato.
“Che mi ama… e che non sono come dice lei, ma…”
“C’è un ma?” mi chiede serrando la mandibola ed io annuisco sentendo di nuovo le lacrime bagnarmi il viso.
“Lui mi ha detto… che con il tempo capirà… che anche lui lo ha capito…”
“Cosa?” urla alzandosi in piedi. “Quel sufista da strapazzo ha pensato certe cose della mia dolce sorellina?” è rosso in volto e la sua postura mi ricorda molto quella di Edward durante il periodo dell’incubo. Mi alzo e lo abbraccio, proprio come facevo con Edward, e mentre gli accarezzo la schiena cerco di tranquillizzarlo.
“Non importa Emmett… va bene così…”
“Non va bene per niente! Come si permette?”
“Forse ho capito male, ma ero troppo scossa per fermarmi ad ascoltare ragioni, volevo solo allontanarmi dalla Regina dei Ghiacci prima di morire assiderata” cerco di farlo ridere. Non ci riesco ma almeno sento il suo corpo rilassarsi.
“Ok! Bella come vuoi tu…” risponde poco convinto. “Se vuoi darti una sistemata nel bagno ci sono asciugamani ed accappatoi puliti e mentre ti rilassi, cercando di non pensare alla pessima mattinata che hai avuto, io preparo il pranzo” mi sorride dandomi un buffetto. Annuisco ed ascolto il suo consiglio. Un buon bagno mi rilasserà facendomi tornare più lucida… forse non ho capito bene cosa è successo.
 
“Voglio solo parlarle” la voce di Garrett mi fa risvegliare dal torpore nel quale ero scivolata mentre facevo il bagno.
“E’ meglio che la lasci sbollire… tu e la regina dei ghiacci avete fatto abbastanza danni per oggi!” ringhia Emmett ed io sorrido… Il mio fratellone.
“Voglio solo spiegarle… mi sono espresso male” non demorde il mio sole.
“Non è il momento! Quando sarà pronta ti chiamerà lei” risponde brusco mio fratello.
“Ti prego, voglio solo sapere che sta bene, che mi lascerà spiegare…” un suono sordo gli blocca le parole.
“Ed io VOGLIO che la lasci in pace” ringhia Emmett “Quando lei vorrà si farà sentire” un altro suono sordo e poi lo sbattere della porta.
Mi lascio andare completamente nella vasca e mentre guardo il soffitto storpiato dall’acqua ripenso a come sia disastrosa la mia vita amorosa. Posso scappare in ogni luogo conosciuto che la sfortuna mi perseguiterà per sempre. Non sono destinata ad avere rapporti duraturi… le madri, volenti o nolenti, rovineranno sempre i miei rapporti. Rivedo come in un film le due storie d’amore più importanti della mia vita. Rivivo con i ricordi il nascere ed il morire del rapporto tra me e Edward e rivivo il mio rapporto con Garrett.
Da quando è arrivata sua madre io sono diventata trasparente. Sorrido bevendo un po’ di acqua. Edward era diventato ossessivo, non potevo fare un passo senza sentire i suoi occhi addosso, mentre con Garrett avrei potuto finire sotto una macchina che non se ne sarebbe accorto se in quel momento ci fosse stata sua madre nei paraggi. Rivivo l’ultima settimana. Il dormire separati altrimenti sua madre bofonchiava, il non poter mangiare pranzo insieme perché sua madre voleva assaggiare la cucina di un ristorante troppo distante dal negozio per poterli accompagnare e riaprire in tempo, le cene dove non potevamo nemmeno sfiorarci perché la regina era sempre in mezzo. Le serate passate io sulla poltrona e lui sul divano insieme alla sua madre adorata… le immagini iniziano a vorticare, mi sento mancare il respiro mentre immagini di Edward e Garrett si intrecciano creando un forticce che mi fa venire le vertigini…
“Bella!” l’urlo di Emmett è seguito da una massiccia quantità di aria. Sento l’aria fredda sferzarmi il corpo e fatico a mettere a fuoco il luogo in cui mi trovo… non sono nella valletta, non sono in spiaggia, non ci sono Edward o Garrett, c’è solo un Emmett spaventato che mi guarda con gli occhi fuori dalle orbite… mi sono addormentata nella vasca…
“Sono stanca” riesco a biascicare con la gola in fiamme.
Sento il mio fratellone che mi prende in braccio mentre bofonchia “Tu mi farai morire…. Dovresti diventare lesbica… non farmi più questi scherzi…” Ed altre cose che man mano si allontanano mentre io ricado nel sonno.


 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
“Ehi, amico!” la voce di Jasper al telefono mi risveglia definitivamente dai viaggi mentali, mentre accarezzo i capelli di Rose che dorme appoggiata al mio petto.
“Ciao Jasper” rispondo a bassa voce per non svegliarla.
“Stavi dormendo?” mi chiede allegro.
“A occhi aperti…” sorrido... 



 
IN ATTESA DEL PROSSIMO CAPITOLO
POTETE FARE UN SALTO NELLE ALTRE MIE STORIE!!!
from twilight to sunrise edward - POV Edward in NEW MOON (Completa)
Padre senza saperlo - un'isola, una regola... e le sue conseguenze! (Completa)
La donna più felice del mondo - un ragazzo, una ragazza e qualcuno di troppo! (Completa)
Devi essere indipendente - facile innamorarsi di un uomo sexy pieno di soldi, e se fosse solo un sexy imbianchino? (Completa)
Una cotta pericolosa - una guerra tra ormoni, cervello e cuore ... (in corso)
 

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Capitolo 16
*** Rosalie la mia ancora ***


Ciao!!!
Ed anche questa fiera è finita!!!
Pubblico adesso che ho un pò di tempo... e se riesco pubblico anche la continuazione di "Cotta pericolosa"
Questo capitolo lo dedico a chi ha sentito la mancanza di Edward nel capitolo precendete!!!
La fine del racconto si avvicina... -4!!!
BUONA LETTURA!!!
 
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ROSALIE LA MIA ANCORA
Sono passati mesi ormai… ma, a dispetto del tempo e dello spazio, la mia mente ed il mio cuore continuano a tornare da lei.
Ho provato a dimenticarla, a lasciarla andare. Dannazione se ci ho provato, ma senza risultato.
Ho chiesto persino il trasferimento a Seattle, perché ogni cosa, luogo, profumo e rumore di Forks mi ricordava lei… e per il mio bene devo dimenticarla!
Ho cercato come un assetato una donna che riuscisse a prendere il suo posto nel mio cuore. Non mi sono negato a nessuna donna che mi mostrasse interesse e avesse un certo amor proprio… le gallinelle che credono sia sensuale strusciarsi su uno sconosciuto mormorandogli parole sconce all’orecchio proprio non le sopporto… e mi fanno sentire ancora di più la mancanza della mia Bella e delle nostre chiacchierate, delle sue guance arrossate per l’imbarazzo, dei suoi occhi che luccicano meravigliati… ok, basta, avete capito!
Da un mese a questa parte il vuoto che sento nel petto per la lontananza di Bella è leggermente attenuato dalla presenza di una ragazza nella mia vita.
E’ una mia collega, bravissima nel suo lavoro ed ha un cervello molto fino. E’ determinata, precisa e sa cosa vuole dalla vita…  Io ho bisogno di un’ancora ed anche tu… credo che Rosalie sia l’ancora del quale ho bisogno per ricominciare a vivere e guardare il futuro senza Bella.
Non la amo, il mio cuore appartiene a Bella purtroppo, ma le voglio bene e la stimo tantissimo.
Ci siamo conosciuti a lavoro, e la prima volta che ci siamo parlati mi ha messo subito al mio posto! Avevo sbagliato scrivania, posando i miei effetti personali sulla sua, che era così ordinata da sembrare inutilizzata! Diciamo che i primi tempi tra me e lei sono tati un po’ litigiosi… eravamo cane e gatto. Non perdevamo occasione per lanciarci battutine gelide o far notare le nostre mancanze a lavoro… fin quando, una sera, ha trovato il suo ragazzo a cena con un’altra. Ci siamo ritrovati così allo stesso bar, con lo stesso drink in mano e la stessa voglia di parlare a qualcuno dei nostri problemi di cuore.
Abbiamo parlato tutta la sera, il cameriere ha dovuto sbatterci fuori dal locale ormai vuoto, perché noi, presi dalle nostre tragedie avevamo dimenticato il mondo circostante!
Ci siamo ritrovati a letto insieme, ci siamo amati con passione, sfogando la nostra rabbia e ghermendo il nostro bisogno di sentirci amati da qualcuno. E’ stato strano, particolare… anche se non ho sentito una connessione delle anime come succedeva con Bella, mi sono sentito bene… come se si fosse aperta una porta in fondo al tunnel nel quale ero ormai prigioniero.
Io e Rose non siamo fidanzati. Siamo migliori amici, ottimi colleghi e perfetti amici di letto. Da quando ho trovato lei il bisogno di trovare qualcuna che prenda il posto del mio amore proibito è passato in secondo piano… adesso vivo alla giornata e con Rosalie vivo al massimo ogni momento e mi sento finalmente bene.
Lei non vuole nulla di serio, non vuole fare il passo successivo, rendendo ufficiale la nostra relazione. E’ ancora scottata dal suo ex e ha paura che io possa farla soffrire come lui. Non mi lamento, sono sincero, perché anche io, non me la sento di ricominciare una relazione, sapendo che il mio cuore appartiene per la maggioranza a Bella.
Rosalie è la donna che mi ha ridato la forza di lottare per riprendere le redini della mia vita e smettere di piangermi addosso. Sa di Bella, cosa ho provato per lei, sa cosa le ho fatto passare e sa perché non andrò mai più a Naples.
Amiamo le stesse cose. Adoriamo il nostro lavoro e mi piace tantissimo discutere con lei dei vari contratti ed insieme trovare la soluzione. Ci piacciono i locali, ballare fino a notte fonda e fare follie dimenticandoci delle regole.  
E’ la mia miglior amica, ridiamo, piangiamo e ci prendiamo in giro… ed è un’ottima amante. E’ sensuale e sexy, mai volgare… non sarà la mia anima gemella, ma si avvicina tantissimo!
 
“Ehi, amico!” la voce di Jasper al telefono mi risveglia definitivamente dai viaggi mentali, mentre accarezzo i capelli di Rose che dorme appoggiata al mio petto.
“Ciao Jasper” rispondo a bassa voce per non svegliarla.
“Stavi dormendo?” mi chiede allegro.
“A occhi aperti…” e sorrido volgendo lo sguardo sul viso rilassato della mia… amica…
“Se disturbo chiamo dopo… ma sappi che poche ore e saremo da te! Fatti trovare vestito!” e scoppiando a ridere mi abbassa il telefono in faccia.
Scuoto la testa pensando al tornado Alice-Jasper. Tra pochi giorni sarà Natale e quest’anno lo festeggerò insieme a loro a Forks. In questi mesi ci siamo sentiti molto al telefono e ringrazio Skype perché mi ha permesso di continuare le mie sedute con il mio psicologo preferito senza dover obbligatoriamente andare nel suo studio.
Ci siamo anche visti. A volte qui a Seattle, a volte a metà strada… mai a Naples. Quella città è tabù per me.
“Mmmm… chi era?” chiede Rose strofinando la guancia sul mio petto ancora nudo.
“I tornado… arriveranno tra un paio di ore… mmmm” e mi fiondo sulle sue labbra con dolcezza. Le sue labbra sono morbide, rosse e mi piace baciarla quando è appena sveglia perché è più ricettiva alle mie carezze. Sfruttiamo le ore che ci rimangono di pace per coccolarci ed amarci come non potremo fare fin quando non saremo di nuovo soli in casa!!!
 
***
 
“Non conveniva che ci vedessimo direttamente a Forks?” chiedo a Jasper mentre posiziono le mille valigie di Alice nel bagagliaio. Il pensiero di dover ripetere quella sfacchinata tra sole 24 ore mi fa sbuffare infastidito. Tra Alice e Rose domani dovremo arrivare un’ora prima all’aeroporto solo per scaricare le valige! Con Bella era tutto più… smettila Edward!
“Alice voleva vedere il tuo nuovo appartamento… sai che non sono capace di dirle di no” mi risponde Jasper facendo il labbruccio e ammiccando verso Alice che chiacchiera allegramente con Rose.
“Voleva vedere il mio nuovo appartamento o il nuovo negozio di Gucci che hanno aperto vicino a casa mia?” gli chiedo sciabolando le sopracciglia saputo. Jasper si tira una pacca sulla fronte gemendo ed io scuoto la testa sorridendo. E’ il miglior psicologo dello stato, ma con Alice sembra che non riesca a psicanalizzare correttamente i suoi atteggiamenti o richieste.
 
La giornata, come avevo immaginato, la passiamo a fare da galoppini alle due ragazze. Purtroppo, per me e il mio miglior amico, vanno molto d’accordo e hanno entrambe una malattia (secondo me da curare) che le obbliga ad entrare in ogni negozio senza uscirne a mani vuote!!
Io e il mio compagno di sventura cerchiamo di sostenerci a suon di sguardi e ogni volta che una delle ragazze fa l’urletto prima di entrare in un nuovo negozio, ci diamo una pacca sulla spalla ripetendoci: “A Forks non ci sono mille negozio… domani siamo a Forks!”
Quando ormai è sera e le nostre braccia non posso sopportare ulteriori pacchetti, riusciamo finalmente a convincere le ragazze ad andare a mangiare.
Alice è poco convinta e con il broncio, mentre trascina per il braccio Jasper, piagnucola “Solo più quel negozio”.
Siamo a pochi passi dalla vetrina quando il cellulare di Alice inizia a suonare.
“Ciao Emmett!!” cinguetta felice mentre indica a Rose una giacchetta oltre il vetro. Il suo volto si fa serio e in una frazione di secondo il suo interesse per la vetrina svanisce.
“Cooosa?” chiede allarmata mettendosi una mano davanti alla bocca accorgendosi di aver fatto voltare verso di lei tutti i passanti.
Annuisce e ringhia mentre si allontana da noi. Jasper fa per seguirla me lei lo blocca con un gesto della mano.
Si siede ad una panchina lontano da noi, non possiamo sentirla, ma da come scuote la testa e parla concitata capiamo tutti che Emmett non ha buone notizie. Speriamo che non c’entri Bella!
Quando si avvicina di nuovo a noi ha il viso rosso di rabbia e gli occhi sottili come se si trattenesse dall’uccidere qualcuno. Stringe i pugni mentre mugugna “Stronzo… ammazzo… strangolo…. Ghiacci”
“Cosa è successo, Alice? Tutto bene?” le chiede Jasper preoccupato accarezzandole la schiena.
Lo guarda, mi guarda, e poi allarga un sorriso “Tutto a posto. Solo Emmett con le sue classiche cavolate. Andiamo a mangiare.” E saltellando prende a braccetto Rosalie dirigendosi direttamente nella pizzeria che pochi secondi prima aveva snobbato per continuare lo shopping. Non sono uno psicologo e non leggo nella mente, ma Alice sta nascondendo qualcosa… e ne ho la conferma vedendola messaggiare con le mani nascoste sotto il tavolo per tutto il tempo del pasto. E’ preoccupata, ed anche se ci sorride quando la interpelliamo qualcosa la turba. Jasper lo capisce, ovviamente, ed appena finita la cena propone di tornare a casa con la scusa che è stanco.
 
***
 
“Sono paranoica o Alice si comporta in modo strano da quando ha ricevuto la telefonata del suo amico?” mi chiede Rose uscendo dal bagno mentre si asciuga i capelli.
“Anche io ho avuto la stessa impressione, ma da come la conosco, non credo ci dirà nulla” le rispondo mentre sposto le lenzuola per coricarmi.
“Sarà successo qualcosa a Naples?” mi chiede stendendosi accanto a me e appoggiando la testa ancora bagnata sul mio petto. Le immagini di Bella tornano prepotenti ed io scuoto la testa per allontanarle, facendo fraintende Rose.
“Ma il suo amico non è di Naples?” mi chiede appoggiando il mento sulla mano che mi accarezza il centro del petto.
“Sì, Emmett è a Naples… ma forse le ha solo fatto qualche battuta pesante e lei si è offesa.” Rispondo poco convinto. Alice conosce bene Emmett ed è brava a tenergli testa, anzi credo che in una battaglia di battute l’orso non abbia mai vinto contro il tornado.
“Dormiamo, che tra poche ore abbiamo un aereo” propongo baciandole il capo e mettendomi più comodo.
Dormire… che parola grossa… mi giro e mi rigiro nel letto, ma la telefonata che ha ricevuto Alice mi ha lasciato un senso di preoccupazione. Mille immagini, dalle più tragiche alle più impossibili mi martellano il cervello rendendomi impossibile lasciarmi avvolgere dalle braccia di Morfeo.
Frustrato mi alzo dal letto. Forse un bicchiere di latte mi tranquillizzerà ed ho bisogno di camminare per allentare il nervoso delle gambe.
La luce della cucina è accesa e la voce di Alice mi fa fermare nel corridoio. Rimango nella penombra e resto in ascolto.
“Siete andati in ospedale? …. No, arriviamo domani… lei come sta? …. Le farà bene stare lontano dalla regina dei ghiacci per un po’… Staremo a casa mia… no, meglio con noi… Charlie capirà… Emmett!!! … bravo… ci vediamo a Forks… dalle un bacio e dille che Alice renderà la Regina dei ghiacci un laghetto inoffensivo… anche io, ciao”
“Regina dei ghiacci?” le chiedo entrando in cucina disinvolto.
Lei sussulta spaventata e dopo avermi guardato per un paio di secondi con gli occhi sbarrati, abbassa il viso in imbarazzo.
“Hai sentito tutto?” mi chiede a mezza voce.
“Solo Regina dei ghiacci e laghetto” mento. “Una cliente antipatica?” la sprono sperando che mi dica cosa sta succedendo, perché qualcosa mi dice che la fonte della sua preoccupazione è Bella, ed una delle prime cose che ho sentito è ospedale… speriamo non le sia successo niente e che io abbia solo frainteso.
“Magari” risponde sconsolata.
“Vuoi parlarne?”
“No. Non con te” ed un senso di déjà-vu mi assale.
“Sono una tomba” provo a scherzare baciandomi le dita e facendo la croce sul cuore.
Lei mi guarda, mi studia e sbuffa rumorosamente, facendo ricadere le braccia lungo i fianchi e la testa all’indietro.
“Bella e Garrett hanno litigato. Ho proposto a Emmett di portare Bella a Forks. Bella deve stare lontano dalla regina dei ghiacci.” Dice tutto d’un fiato rimanendo in quella posizione scomoda. Appena ha terminato mi guarda con un sorriso imbarazzato.
“Ok. Non ho capito nulla, ma va bene comunque. Dimmi solo che Bella sta bene.” Le chiedo cercando di sembrare solo un buon amico che chiede notizie di una semplice amica comune.
“Sì… come può star bene Bella dopo una delusione…”
“Chi doveva andare in ospedale?” mi sfugge ancor prima di pensare alla domanda. Alice allarga gli occhi e si china verso di me.
“Hai sentito tutto” sibila trafiggendomi con lo sguardo. Alzo le mani in segno di resa cercando di placare la sua rabbia guardandola con occhi da cucciolo... con Rose non funziona mai, ma forse con Alice…
“Bella si è ‘addormentata’ nella vasca sfinita dalla giornata difficile, ma Emmett l’ha presa in tempo. Adesso dorme… e domani mattina prenderanno l’aereo per Forks, se Emmett ci tiene ad avere ancora un appartamento integro... Ci vediamo direttamente a casa mia.”
“Cosa vuol dire ‘addormentata’ nella vasca?” chiedo ormai incapace di nascondere i veri sentimenti che mi stanno scuotendo il corpo. L’immagine di Bella immersa nell’acqua della vasca con gli occhi chiusi, la pelle bianca e… strizzo gli occhi e cerco di allontanare quell’immagine così terribile. Quando li riapro lo sguardo ammonitore di Alice mi ricorda quale sia il mio posto.
Mi alzo con rabbia “Ok. Non voglio sapere altro. L’importante è che stia bene… mi dispiace che abbia litigato con Garrett” e me ne vado a capo chino senza darle il tempo di rispondermi.
 
***
 
I preparativi per il viaggio iniziano presto. Alice mi evita come la peste ed io evito lei. Quando Rose si insospettisce entrambi rispondiamo che siamo solo stanchi e che non vediamo l’ora di arrivare a Forks.
Il viaggio in aereo è stranamente lungo. Mi sento come se qualcosa mi attirasse a Forks, ma il mio cervello non voglia accettarlo. Stringo le mani di Rose tra le mie e la guardo mentre riposa con il paraocchi che le coprono mezzo viso.
La mia ancora… lei riuscirà a tenermi a galla quando rivedrò Bella. Le bacio la guancia delicatamente e le sorrido anche se non mi può vedere. Con lei sono forte… è la mia ancora.

 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
“E’ Natale” gli faccio notare sperando che capisca che non voglio permettere alla regina di rovinarmi maggiormente quel giorno dell’anno.
“A Natale avvengono i miracoli… e il miglior regalo che posso ricevere e riaverti a casa… mi manchi!” i suoi occhi sono pieni di speranza ed io non ho cuore di infrangerla. Annuisco mordendomi il labbro...

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Capitolo 17
*** Mi ami? ***


Ciao!!! Come promesso sono qui ad aggiornare il mio/nostro "Incubo Personale" ... ormai siamo agli sgoccioli... 
BUONA LETTURA!!!

 
 
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 Mi ami?

BELLA
Alice ha minacciato mio fratello! Esatto! Gli ha detto che se non mi porta subito a Forks verrà a casa e distruggerà l’intero appartamento che mio fratello ha creato e arredato con fatica! Non so se ridere o piangere.
La tentazione di correre a Forks e lasciarmi alle spalle la Regina dei ghiacci è veramente allettante, ma non voglio scappare! E’ vero, non sono ancora tornata a casa e mi sono rintanata nella camera che mio fratello mi ha preparato, ma un conto è essere a pochi metri da Garrett e andare da lui appena mi sento pronta, un altro conto è mettere chilometri di distanza!
Mi alzo dal letto demoralizzata. Oggi è Natale e dovrebbe essere un giorno di festa. Da quando sono piccola il Natale è sempre stato un giorno pieno di magia, un giorno bellissimo, dove tutto tornava a posto per un solo giorno. Mia madre, anche dopo il divorzio, non ha mai saltato un Natale con noi, e anche quando sono scappata da Forks non sono riuscita a trattenermi ed ho svelato alla mia famiglia il luogo in cui mi nascondevo per poter festeggiare con loro questo magico e unico giorno!
Invece quest’anno saremo solo io ed il mio fratello orso!
Dopo ciò che è successo tra me e Garrett, Emmett ha annullato i viaggi di mamma e papà. Non chiedetemi che scuse ha utilizzato, so solo che quando gli ho chiesto il motivo lui mi ha risposto “Se ti vedessero in queste condizioni si preoccuperebbero tantissimo. E sappiamo entrambi quanto può diventare pericoloso papà e appiccicosa mamma!”
Così siamo io e lui… al momento solo io, perché il mio fratellone è uscito per prendere qualcosa da mangiare… avrei voluto cucinare per lui, per ringraziarlo per ciò che sta facendo per me, ma è stato irremovibile. Mi ha preso di peso, mi ha lanciato sul letto e mi ha comandato:
“Tu adesso stai qui buona buona. Non apri nessun regalo finché non arrivo anche io e aspetti che il tuo fratellone torni con le miglior leccornie che si possono trovare in città!” mi ha strizzato l’occhio ed è scattato fuori di casa come se l'appartamento stesse per prendere fuoco!

Bussano alla porta e sbuffando vado ad aprire.
“Potevi almeno ricordarti le chiavi!” esclamo spalancando la porta al mio fratellone smemorato.
“Buon Natale!” Garrett mi sorride sulle porta con un cappello da Babbo Natale in testa, lo sguardo speranzoso e le labbra incurvate in un sorriso triste. Mi porge un pacchetto enorme con scritto su ogni lato “Scusa” a caratteri cubitali.
Gli sorrido e lo invito ad entrare. Non parliamo, ma continuiamo a guardarci negli occhi mentre ci accomodiamo sul divano e ci siamo asciughiamo le lacrime a vicenda.
“Mi dispiace, scusa.” Rompe il silenzio mentre mi accarezza la guancia.
“Non ti ho mai tradito” rispondo con la voce spezzata dai singhiozzi.
“Lo so” mi sorride, “Non l’ho mai pensato”
“E adesso cosa facciamo?” gli chiedo confusa sul mio futuro che nuovamente è diventato nebuloso.
“Torniamo a casa” risponde prendendomi il volto tra le mani e guardandomi negli occhi trasmettendomi tutto il suo amore “Torna a casa Bella, mi manchi!”
“I tuoi…” provo a chiedere.
“Sono ancora a casa nostra. Torneranno a casa dopo capodanno…” risponde imbarazzato.
Mi alzo come scottata. Come può chiedermi di tornare a casa se la Regina dei Ghiacci è ancora lì?
“Io non torno a casa finché ci sarà lei”
“Bella…” sospira alzandosi e prendendomi le mani nelle sue “E’ mia madre, non la vedo da anni” cerca di farmi ragionare, ma io proprio non ci riesco.
“E’ dispiaciuta per ciò che ha combinato… e ti prometto che si comporterà bene”
Ci penso scuotendo la testa. Sono disposta a rischiare? E se lei lo avesse detto, ma dentro di sé continuasse a pensare a quelle cose orribili su di me? E se litigassimo di nuovo?
“E se…”
“Tranquilla, ci sono io con te… ti difenderò dalla Regina dei Ghiacci” e mi sorride facendomi sciogliere.
“E’ Natale” gli faccio notare sperando che capisca che non voglio permettere alla regina di rovinarmi maggiormente quel giorno dell’anno.
“A Natale avvengono i miracoli… e il miglior regalo che posso ricevere e riaverti a casa… mi manchi!” i suoi occhi sono pieni di speranza ed io non ho cuore di infrangerla. Annuisco mordendomi il labbro. Un campanellino nel mio cervello mi consiglia di non cedere, di rimandare all’indomani l’incontro con la signora Garrett, ma il sorriso triste del mio sole mi fa accantonare ogni dubbio e decido di seguirlo.
Emmett entra in casa, proprio in quel momento, con le braccia piene di ogni ben di Dio. Sgrana gli occhi nel vedere Garrett e ringhia facendo due lunghe falcate verso di lui.
“Cosa ci fai qui?” gli chiede poco gentilmente.
“Io…” prova a parlare Garrett, ma io mi intrometto.
“E’ tutto a posto Emmett…” cerco di tranquillizzarlo, ma lui mi lancia un’occhiata poco convinta.
“E’ tutto a posto nel senso… tutto a posto?” mi chiede conferma.
Guardo Garrett sorridendogli “Diciamo che dobbiamo ancora chiarire… ed affrontare i ghiacci, ma la tempesta è passata”
Garrett mi stringe a sé baciandomi il capo ed inalando il mio profumo. Emmett riluttante ci lascia soli per posare la spesa in cucina.
“Non posso lasciarlo solo il giorno di Natale… torna dai tuoi, festeggia con loro… e stasera…” cerco di prendere coraggio, perché il pensiero di tornare a casa non mi alletta.
“So che se ti lascio adesso, tu non verrai. Ti prego Bella” prova a convincermi.
Nego con il capo. “Verrò stasera… voglio solo festeggiare il Natale con mio fratello” lo rassicuro.
Garrett mi guarda per attimi infiniti negli occhi e poi sospirando accetta.
“Vengo a prenderti alle sei… mi manchi!” e mi sfiora le labbra con le sue prima di allontanarsi lentamente, senza mai smettere si pregarmi con gli occhi di non cambiare idea mentre si avvicina arretrando verso la porta.
***
 
Con la pancia piena e le guance che mi fan male a forza di ridere, continuo a scartare i mille regali che mi ha comprato il mio fratellino e, come quando eravamo piccoli, iniziamo a giocare con la carta colorata.
L’atmosfera viene “rovinata” dal suono del campanello. Guardo l’ora, sono già le sei… il tempo è volato ed io sono ancora in pigiama, seduta sul tappeto della sala con le valigie da fare!!!
Emmett va ad aprire mentre io mi fiondo in camera per preparami e preparare la valigia.
“Pronta per il grande incontro?”  mi canzona Garrett appoggiato allo stipite della porta.
 “Sinceramente no” Gli sorrido ironica.
“Tranquilla andrà tutto bene!” mi abbraccia e mi stringe forte a sé.
“Mi odia” piagnucolo sul suo petto.
“Non ti odia! E’ solo gelosa del suo figlio unico… ma non ti odia” ride accarezzandomi la schiena.
“Sicuro che non pensa le cose che ti ha detto?”
Lo guardo negli occhi sperando di vederci ancora ilarità, invece i suoi occhi sono rivolti al pavimento. Mi allontano per guardarlo meglio… io non ci torno sotto il tetto di una donna che mi reputa una sciacquetta sgualdrina.
“Garrett” lo chiamo con la domanda intrinseca di rispondere.
Mi volto come una furia e ricomincio a svuotare la valigia.
 “Bella, smettila” mi ammonisce Garrett prendendomi le mani e facendomi voltare verso di lui. “Lei non ti odia, è gelosa come ogni madre lo è di suo figlio, ma a me non interessa cosa pensa. Io ti amo e non ti lascerò per lei” dice con rabbia stringendomi i polsi.
Cerco di liberarmi, ma lui stringe la presa.
“Smettila, Bella. Smettila di scappare. Cresci una buona volta e fermati” lo fulminai con lo sguardo e con un colpo deciso mi libero.
“Cresci?” gli chiedo urlando e stringendo i pugni.
“Ogni volta che c’è una difficoltà scappi. Basta Bella, basta scappare. Fermati e affronta i problemi” non mi aveva mai parlato in modo così duro, non mi aveva mai guardato con occhi così glaciali.
“Io non scappo. Evito battaglie che so di perdere. E la battaglia contro tua madre è persa in partenza!” sbraito ricominciando a togliere i suoi vestiti nella valigia, ma tanti ne tolgo e tanti lui ne toglie, fin quando perde completamente la pazienza e lancia la valigia in centro alla stanza rovesciandola completamente sul pavimento.
“Non devi sposare mia madre! Devi sposare me! E quello che lei pensa non mi interessa!”
“Io non devo sposare nessuno…” rispondo ormai fuori di testa.
“Bella, ti prego… calmiamoci e parliamone” propone abbassando i toni e avvicinandosi lentamente con le braccia allungate verso di me “Stiamo litigando per mia madre” scuote il capo sorridendo “Non ha senso”
“Ed invece ce l’ha! Tua madre mi odia!! Se continuiamo la nostra relazione tu dovrai scegliere tra me o lei… e tu chi sceglierai, eh? Dimmelo?”
“Bella! Sono anni che non la vedevo e passeranno anni prima che la rivedrò! Ti chiedo solo di sopportarla per un’altra settimana… poi lei se ne andrà e noi ritorneremo alla nostra vita di sempre!” mi spiega come se fossi una bambina capricciosa.
“Garrett, pensaci. Veramente vuoi continuare una relazione che tua madre non approva? Sei sicuro di essere abbastanza forte da sopportare le conseguenze della tua decisione? Sai cosa significherà per te non poter dire a tua madre che ti sposi e non averla al tuo fianco quel giorno o non poterle dire è diventata nonna? Hai idea di cosa significa scegliere me invece che tua madre?”
“Sono problemi che al momento non ci toccano!” mi fa notare.
“E quando ci toccheranno? Cosa fari? Ti pentirai della scelta che hai fatto? Mi abbandonerai all’altare o, ancor peggio, mi odierai perché non puoi far vedere tuo figlio a sua nonna?”
“Sei ridicola” sorride amaro.
“Ridicola?” ringhio avvicinandomi a lui e alzandogli il viso.
“Tua madre è ridicola! In queste settimane ha fatto di tutto per metterci il bastone tra le ruote! Mi ha dato della sgualdrina senza nemmeno conoscermi! Sei sicuro che non farà di tutto per riuscire ad allontanarmi da te?” lui nega, ma so che le mie parole possono sembrare sproloqui di una folle, ma sono figlia di divorziati e so quanto contino i genitori nei problemi coniugali!
“Non glielo permetterò”
“No! Tu, forse tra anni, cederai e mi odierai!” gli urlo sicura di ciò che accadrà perché è esattamente quello che è successo ai miei genitori quando io ero ancora piccolina.
“La vita di coppia non è semplice. Ci saranno momenti di sconforto, di dubbi, di delusione… e sapere che c’è una vipera pronta ad instillare il dubbio ad un minimo accenno di problema… beh! Io so di non aver la forza di gestirlo. Non voglio, ogni volta che litigheremo, essere spaventata da ciò che tua madre ti dirà. Non oso immaginare cosa arriverà a dire il giorno in cui arriverà nostro figlio…. Ti instillerà il dubbio che non è tuo….” Scoppio a piangere e mi copro il viso con le mani mentre mi lascio scivolare a terra. Non ho più voglia di lottare, voglio solo vivere in pace e quella donna non mi permetterà di farlo.
Le mani di Garrett mi accarezzano la schiena prima di stringermi forte a lui “Io ti amo, solo questo conta” sussurra baciandomi la testa “Non la ascolterò quando dirà le cattiverie… io e te supereremo tutto”
Scuoto il capo fortemente “Non ce la faccio, mi dispiace” riesco a dire tra i singhiozzi.
“Proviamoci Bella, per piacere.” Sento le sue lacrime bagnarmi il capo ed i suoi singhiozzi mi fan sussultare sul suo petto cullandomi.
“Lo farò” esclamo dopo svariati minuti “Parlerò con lei… ci proverò per noi” ed alzo il viso per guardarlo negli occhi “Ma se la situazione diventa ingestibile… ti prego… non scegliere me. Lasciamoci da buoni amici, prima di arrivare ad odiarci.”
“Bella…” Sospira attirandomi a lui e guardandomi negli occhi preoccupato. “Non succederà nulla. Mia madre è dura, ma tu riuscirai a conquistarla. Non ci lasceremo per lei e con il tempo, lei ci accetterà.”
Annuisco poco convinta e prendo un profondo respiro per prendere coraggio. Il momento della resa dei conti è arrivato… basta rimandare!
 
***
 
Quando arriviamo a casa la matrona è seduta sul divano con una faccia che non promette nulla di buono.
La tensione è alle stelle e mi pento immediatamente della scelta fatta. Sospiro stringendomi al mio sole.
“Mamma” la saluta gelida Garrett.
Lei si alza e facendo finta che io non esita si avvicina al figlio per abbracciarlo, ma lui fa un passo indietro.
“Credo che prima tu debba delle scuse a Isabella” la ammonisce freddo.
Lei spalanca gli occhi e poi mi guarda con odio profondo.
“Io non devo nessuna scusa. La sua fuga dimostra ciò che penso. Lei non ti ama e quando te ne renderai conto sarai tu a dover chiedere scusa a me!” risponde drizzandosi maggiormente nelle spalle.
“Mi scusi, ma lei come si permette di giudicare i sentimenti che provo per suo figlio?” le chiedo ormai stufa di dover solo subire.
Mi guarda stupida e dopo avermi sorriso compiaciuta risponde “sono una madre e certe cose le comprendo senza bisogno di troppe parole. Forse è vero, sei troppo sempliciotta per scaldare molti letti.” E mi guarda dall’alto in basso con aria superiore “Ma non posso permettere che mio figlio perda tempo con una donna che non lo ama”
“Lei non mi conosce e non mi ha nemmeno permesso di farmi conoscere. E’ venuta qui, senza preavviso, si è insediata in casa mia e si è comportata come se fosse la padrona di casa, quando questa è casa mia. Ho accettato tutte le sue disapprovazioni, ho cercato di assecondare tutti i suoi capricci, mi sono comportata da ospite esemplare invece che cacciarla da casa mia la prima volta che si è permessa di trovare da ridere sulle mie abitudini e la mia vita. Ci siamo viste e frequentate solo poche ore… e lei, dal primo momento mi ha odiata! Ma si può sapere cosa le ho fatto?”
“Semmai cosa non hai fatto!” mi corregge con un sorriso maligno ed io spalanco la bocca senza capire cosa intende.
 “Ti sei difesa solo adesso, ma la tua prima reazione è stata quella di scappare. Questo denota che non saresti una buona moglie. Nella vita di coppia dovrete affrontare tantissime difficoltà e fidati quando ti dico che saranno più i giorni di lacrime che i giorni di gioia. Ci saranno i giorni che siete troppo stanchi per parlare, ci saranno i giorni di malattia… senza parlare di quando arriverà la prole! Ci saranno battibecchi per decidere come educarli, quale sport fargli frequentare, quale scuola etc… e tu cosa farai alla prima vera litigata? Quando i problemi saranno veramente grandi? Scapperai lasciando mio figlio da solo a risolverli, anzi, ancor peggio, con la mente occupata dal pensiero di come farti tornare?”
“Non scappo dai problemi… evito le litigate inutili” ribatto risentita.
“E affrontarmi difendendo l’amore che lega te e Garrett è inutile?” mi chiede sorniona.
“NO!”
“Ma tu sei scappata”
“Non volevo che lui litigasse con lei”
“Bene, siamo tornate al lei!” risponde compiaciuta “Quindi tu, ogni volta che qualche persona al quale Garrett tiene si intrometterà tra di voi… tu scapperai da tuo fratello per non farlo litigare… lasciandolo solo e pieno di rimorsi e dubbi”
“No. Ne parlerò con lui e risolveremo la situazione”
“E perché non lo hai fatto anche prima di Natale, quando mi hai sentita parlare con lui in cucina?”
Scuoto la testa e non so cosa rispondere.
“Isabella…” mi chiama con voce dolce e facendomi alzare il viso. “Non sono un’arpia, sono una madre che ama il proprio figlio e mi dispiace, ma tu non sei la donna che fa per lui” sembra realmente dispiaciuta e per la prima volta mi sorride con calore.
“Dimmi che ami mio figlio, ed io seppellisco l’ascia di guerra chiedendoti scusa per le parole che ti ho rivolto”
“Io…” le parole si artigliano nella gola e non vogliono uscire nemmeno se mi sforzo. Lei attende alcuni secondi e poi scoppia a ridere divertita.
“Avevo ragione! Tu non lo ami e sei solo una sciacquetta che gli si è arpionata addosso per paura di rimanere sola!!!! Ma mio figlio merita di più che una donna che lo soddisfa a letto” le sue parole mi feriscono.
“ESCA DA CASA MIA!” urlo ormai fuori di me e stendendo il braccio verso la porta.
“Io esco da casa tua… ma pensaci bene Isabella… vuoi veramente iniziare una guerra contro di me?” mi sfida prendendo la borsa sul divano.
“MAMMA!” la riprende Garrett ricordandomi della sua presenza.
“Mi dispiace figliolo, ma con lei non sarai felice.”
“Questo lascialo scegliere a me” gli risponde stringendo i pugni e posizionandosi di fronte a me.
“Stai difendendo una donna che nemmeno riesce a dirmi che ti ama… quante volte te lo ha detto eh? Cosa le costa dirlo una volta in più!” lo dice quasi divertita e ignara del pugnale che ha appena conficcato nel cuore del figlio.
“Addio Garrett, addio Bella. Speravo di aprirvi gli occhi prima che continuaste questa farsa, ma sono solo riuscita a farmi odiare da mio figlio. Mi dispiace. Buona vita e che Dio ve la mandi buona” e mentre esce dalla stanza io e Garrett rimaniamo gelati sul posto. Il tempo si ferma e vorrei scomparire per sempre.
Garrett si gira lentamente. Mi guarda come se fosse la prima volta. Abbassa lo sguardo, mentre si avvicina con un passo.
“Tu mi ami Bella?” mi chiede con voce tremante, ed io annuisco senza riuscire a guardarlo negli occhi.
Mi alza il viso allacciando i suoi occhi ai miei “Dimmelo ad alta voce” sussurra incerto.
“Io… ti …” ci provo, ma non ci riesco. Gli voglio bene, lo amo, sono sicura di amarlo. Se penso al mio futuro senza di lui mi sento persa, come se stessi fluttuando nel vuoto. Svegliarmi con lui accanto, addormentarmi con il suo torace come cuscino, la sua voce che mi rassicura nei momenti di sconforto o che mi rallegra nei momenti di festa… lui è il mio tutto…
“Io ti…” riprovo, ma le parole non vogliono uscire, soprattutto se lo guardo negli occhi.
“Se fossi Edward riusciresti a dirmelo?” mi chiede mentre i suoi occhi diventano sempre più lucidi.
“Io non amo Edward” rispondo offesa “Tu sei il mio presente, non lui!”
“E allora dimmelo…” mi implora prendendomi il viso tra le mani “Ho bisogno di sentirtelo dire…” sussurra senza forze.
“Lo sai che sei importante per me…” cerco di salvarmi, ma lui fa ricadere stancamente le braccia lungo i fianchi e mi volta le spalle.
“Ma non mi ami…” finisce per me. Vorrei negare, ma non ci riesco. Ripenso a tutte le volte che l’ho detto a Edward, anche quando era un folle pieno di paranoie… perché non ci riesco.
“Ti prego… lasciami solo”
“Garrett…” lo chiamo avvicinandomi. Non voglio farlo soffrire. E’ il mio sole, deve risplendere o io potrei morirne.
“Ti prego Bella…”
“Non è facile…” provo a fargli capire.
“Cosa non è facile? Lasciarmi solo? O dirmi che mi ami? O amarmi?” mi chiede voltandosi furioso. “Io ti amo Bella! E mi sento soffocare se non te lo dico, ho bisogno che tu lo sappia, voglio che tu lo sappia. Se non te lo dico almeno una volta al giorno, mi sento come se fossi incompleto. Ti amo Bella, io ti amo e lo ripeterei in eterno potessi… ed invece tu? Cosa hai bisogno, eh? Di tempo? Sono anni che stiamo insieme, conviviamo, lavoriamo insieme… e mai una volta che tu me lo abbia detto… se mi ami Bella, lo diresti, ti uscirebbe dalle labbra ancor prima che il tuo cervello formuli il pensiero, perché dirlo è importante se provi veramente quel sentimento… quindi ti prego… lasciami solo… anzi scusa, è casa tua. Me ne vado. Addio Bella” e prendendo la giacca esce sbattendo la porta.
 

17- Mi ami?

 
Alice ha minacciato mio fratello! Esatto! Gli ha detto che se non mi porta subito a Forks verrà a casa e distruggerà l’intero appartamento che mio fratello ha creato e arredato con fatica! Non so se ridere o piangere.
La tentazione di correre a Forks e lasciarmi alle spalle la Regina dei ghiacci è veramente allettante, ma non voglio scappare! E’ vero, non sono ancora tornata a casa e mi sono rintanata nella camera che mio fratello mi ha preparato, ma un conto è essere a pochi metri da Garrett e andare da lui appena mi sento pronta, un altro conto è mettere chilometri di distanza!
Mi alzo dal letto demoralizzata. Oggi è Natale e dovrebbe essere un giorno di festa. Da quando sono piccola il Natale è sempre stato un giorno pieno di magia, un giorno bellissimo, dove tutto tornava a posto per un solo giorno. Mia madre, anche dopo il divorzio, non ha mai saltato un Natale con noi, e anche quando sono scappata da Forks non sono riuscita a trattenermi ed ho svelato alla mia famiglia il luogo in cui mi nascondevo per poter festeggiare con loro questo magico e unico giorno!
Invece quest’anno saremo solo io ed il mio fratello orso!
Dopo ciò che è successo tra me e Garrett, Emmett ha annullato i viaggi di mamma e papà. Non chiedetemi che scuse ha utilizzato, so solo che quando gli ho chiesto il motivo lui mi ha risposto “Se ti vedessero in queste condizioni si preoccuperebbero tantissimo. E sappiamo entrambi quanto può diventare pericoloso papà e appiccicosa mamma!”
Così siamo io e lui… al momento solo io, perché il mio fratellone è uscito per prendere qualcosa da mangiare… avrei voluto cucinare per lui, per ringraziarlo per ciò che sta facendo per me, ma è stato irremovibile. Mi ha preso di peso, mi ha lanciato sul letto e mi ha comandato:
“Tu adesso stai qui buona buona. Non apri nessun regalo finché non arrivo anche io e aspetti che il tuo fratellone torni con le miglior leccornie che si possono trovare in città!” mi ha strizzato l’occhio ed è scattato fuori di casa come se stesse per prendere fuoco!
Bussano alla porta e sbuffando vado ad aprire.
“Potevi almeno ricordarti le chiavi!” esclamo spalancando la porta al mio fratellone smemorato.
“Buon Natale!” Garrett mi sorride sulle porta con un cappello da Babbo Natale in testa, lo sguardo speranzoso e le labbra incurvate in un sorriso triste. Mi porge un pacchetto enorme con scritto su ogni lato “scusa” a caratteri cubitali.
Gli sorrido e lo invito ad entrare. Non parliamo, ma continuiamo a guardarci negli occhi mentre ci accomodiamo sul divano e ci siamo asciughiamo le lacrime a vicenda.
“Mi dispiace, scusa.” Rompe il silenzio mentre mi accarezza la guancia.
“Non ti ho mai tradito” rispondo con la voce spezzata dai singhiozzi.
“Lo so” mi sorride, “Non l’ho mai pensato”
“E adesso cosa facciamo?” gli chiedo confusa sul mio futuro che nuovamente è diventato nebuloso.
“Torniamo a casa” risponde prendendomi il volto tra le mani e guardandomi negli occhi trasmettendomi tutto il suo amore “Torna a casa Bella, mi manchi!”
“I tuoi…” provo a chiedere.
“Sono ancora a casa nostra. Torneranno a casa dopo capodanno…” risponde imbarazzato.
Mi alzo come scottata. Come può chiedermi di tornare a casa se la Regina dei Ghiacci è ancora lì?
“Io non torno a casa finché ci sarà lei”
“Bella…” sospira alzandosi e prendendomi le mani nelle sue “E’ mia madre, non la vedo da anni” cerca di farmi ragionare, ma io proprio non ci riesco.
“E’ dispiaciuta per ciò che ha combinato… e ti prometto che si comporterà bene”
Ci penso scuotendo la testa. Sono disposta a rischiare? E se lei lo avesse detto, ma dentro di sé continuasse a pensare a quelle cose orribili su di me? E se litigassimo di nuovo?
“E se…”
“Tranquilla, ci sono io con te… ti difenderò dalla Regina dei Ghiacci” e mi sorride facendomi sciogliere.
“E’ Natale” gli faccio notare sperando che capisca che non voglio permettere alla regina di rovinarmi maggiormente quel giorno dell’anno.
“A Natale avvengono i miracoli… e il miglior regalo che posso ricevere e riaverti a casa… mi manchi!” i suoi occhi sono pieni di speranza ed io non ho cuore di infrangerla. Annuisco mordendomi il labbro. Un campanellino nel mio cervello mi consiglia di non cedere, di rimandare all’indomani l’incontro con la signora Garrett, ma il sorriso triste del mio sole mi fa accantonare ogni dubbio e decido di seguirlo.
Emmett entra in casa, proprio in quel momento, con le braccia piene di ogni ben di Dio. Sgrana gli occhi nel vedere Garrett e ringhia facendo due lunghe falcate verso di lui.
“Cosa ci fai qui?” gli chiede poco gentilmente.
“Io…” prova a parlare Garrett, ma io mi intrometto.
“E’ tutto a posto Emmett…” cerco di tranquillizzarlo, ma lui mi lancia un’occhiata poco convinta.
“E’ tutto a posto nel senso… tutto a posto?” mi chiede conferma.
Guardo Garrett sorridendogli “Diciamo che dobbiamo ancora chiarire… ed affrontare i ghiacci, ma la tempesta è passata”
Garrett mi stringe a sé baciandomi il capo ed inalando il mio profumo. Emmett riluttante ci lascia soli per posare la spesa in cucina.
“Non posso lasciarlo solo il giorno di Natale… torna dai tuoi, festeggia con loro… e stasera…” cerco di prendere coraggio, perché il pensiero di tornare a casa non mi alletta.
“So che se ti lascio adesso, tu non verrai. Ti prego Bella” prova a convincermi.
Nego con il capo. “Verrò stasera… voglio solo festeggiare il Natale con mio fratello” lo rassicuro.
Garrett mi guarda per attimi infiniti negli occhi e poi sospirando accetta.
“Vengo a prenderti alle sei… mi manchi!” e mi sfiora le labbra con le sue prima di allontanarsi lentamente, senza mai smettere si pregarmi con gli occhi di non cambiare idea mentre si avvicina arretrando verso la porta.
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Con la pancia piena e le guance che mi fan male a forza di ridere, continuo a scartare i mille regali che mi ha comprato il mio fratellino e, come quando eravamo piccoli, iniziamo a giocare con la carta colorata.
L’atmosfera viene “rovinata” dal suono del campanello. Guardo l’ora, sono già le sei… il tempo è volato ed io sono ancora in pigiama, seduta sul tappeto della sala con le valigie da fare!!!
Emmett va ad aprire mentre io mi fiondo in camera per preparami e preparare la valigia.
“Pronta per il grande incontro?”  mi canzona Garrett appoggiato allo stipite della porta.
 “Sinceramente no” Gli sorrido ironica.
“Tranquilla andrà tutto bene!” mi abbraccia e mi stringe forte a sé.
“Mi odia” piagnucolo sul suo petto.
“Non ti odia! E’ solo gelosa del suo figlio unico… ma non ti odia” ride accarezzandomi la schiena.
“Sicuro che non pensa le cose che ti ha detto?”
Lo guardo negli occhi sperando di vederci ancora ilarità, invece i suoi occhi sono rivolti al pavimento. Mi allontano per guardarlo meglio… io non ci torno sotto il tetto di una donna che mi reputa una sciacquetta sgualdrina.
“Garrett” lo chiamo con la domanda intrinseca di rispondere.
Mi volto come una furia e ricomincio a svuotare la valigia.
 “Bella, smettila” mi ammonisce Garrett prendendomi le mani e facendomi voltare verso di lui. “Lei non ti odia, è gelosa come ogni madre lo è di suo figlio, ma a me non interessa cosa pensa. Io ti amo e non ti lascerò per lei” dice con rabbia stringendomi i polsi.
Cerco di liberarmi, ma lui stringe la presa.
“Smettila, Bella. Smettila di scappare. Cresci una buona volta e fermati” lo fulminai con lo sguardo e con un colpo deciso mi libero.
“Cresci?” gli chiedo urlando e stringendo i pugni.
“Ogni volta che c’è una difficoltà scappi. Basta Bella, basta scappare. Fermati e affronta i problemi” non mi aveva mai parlato in modo così duro, non mi aveva mai guardato con occhi così glaciali.
“Io non scappo. Evito battaglie che so di perdere. E la battaglia contro tua madre è persa in partenza!” sbraito ricominciando a togliere i suoi vestiti nella valigia, ma tanti ne tolgo e tanti lui ne toglie, fin quando perde completamente la pazienza e lancia la valigia in centro alla stanza rovesciandola completamente sul pavimento.
“Non devi sposare mia madre! Devi sposare me! E quello che lei pensa non mi interessa!”
“Io non devo sposare nessuno…” rispondo ormai fuori di testa.
“Bella, ti prego… calmiamoci e parliamone” propone abbassando i toni e avvicinandosi lentamente con le braccia allungate verso di me “Stiamo litigando per mia madre” scuote il capo sorridendo “Non ha senso”
“Ed invece ce l’ha! Tua madre mi odia!! Se continuiamo la nostra relazione tu dovrai scegliere tra me o lei… e tu chi sceglierai, eh? Dimmelo?”
“Bella! Sono anni che non la vedevo e passeranno anni prima che la rivedrò! Ti chiedo solo di sopportarla per un’altra settimana… poi lei se ne andrà e noi ritorneremo alla nostra vita di sempre!” mi spiega come se fossi una bambina capricciosa.
“Garrett, pensaci. Veramente vuoi continuare una relazione che tua madre non approva? Sei sicuro di essere abbastanza forte da sopportare le conseguenze della tua decisione? Sai cosa significherà per te non poter dire a tua madre che ti sposi e non averla al tuo fianco quel giorno o non poterle dire è diventata nonna? Hai idea di cosa significa scegliere me invece che tua madre?”
“Sono problemi che al momento non ci toccano!” mi fa notare.
“E quando ci toccheranno? Cosa fari? Ti pentirai della scelta che hai fatto? Mi abbandonerai all’altare o, ancor peggio, mi odierai perché non puoi far vedere tuo figlio a sua nonna?”
“Sei ridicola” sorride amaro.
“Ridicola?” ringhio avvicinandomi a lui e alzandogli il viso.
“Tua madre è ridicola! In queste settimane ha fatto di tutto per metterci il bastone tra le ruote! Mi ha dato della sgualdrina senza nemmeno conoscermi! Sei sicuro che non farà di tutto per riuscire ad allontanarmi da te?” lui nega, ma so che le mie parole possono sembrare sproloqui di una folle, ma sono figlia di divorziati e so quanto contino i genitori nei problemi coniugali!
“Non glielo permetterò”
“No! Tu, forse tra anni, cederai e mi odierai!” gli urlo sicura di ciò che accadrà perché è esattamente quello che è successo ai miei genitori quando io ero ancora piccolina.
“La vita di coppia non è semplice. Ci saranno momenti di sconforto, di dubbi, di delusione… e sapere che c’è una vipera pronta ad instillare il dubbio ad un minimo accenno di problema… beh! Io so di non aver la forza di gestirlo. Non voglio, ogni volta che litigheremo, essere spaventata da ciò che tua madre ti dirà. Non oso immaginare cosa arriverà a dire il giorno in cui arriverà nostro figlio…. Ti instillerà il dubbio che non è tuo….” Scoppio a piangere e mi copro il viso con le mani mentre mi lascio scivolare a terra. Non ho più voglia di lottare, voglio solo vivere in pace e quella donna non mi permetterà di farlo.
Le mani di Garrett mi accarezzano la schiena prima di stringermi forte a lui “Io ti amo, solo questo conta” sussurra baciandomi la testa “Non la ascolterò quando dirà le cattiverie… io e te supereremo tutto”
Scuoto il capo fortemente “Non ce la faccio, mi dispiace” riesco a dire tra i singhiozzi.
“Proviamoci Bella, per piacere.” Sento le sue lacrime bagnarmi il capo ed i suoi singhiozzi mi fan sussultare sul suo petto cullandomi.
“Lo farò” esclamo dopo svariati minuti “Parlerò con lei… ci proverò per noi” ed alzo il viso per guardarlo negli occhi “Ma se la situazione diventa ingestibile… ti prego… non scegliere me. Lasciamoci da buoni amici, prima di arrivare ad odiarci.”
“Bella…” Sospira attirandomi a lui e guardandomi negli occhi preoccupato. “Non succederà nulla. Mia madre è dura, ma tu riuscirai a conquistarla. Non ci lasceremo per lei e con il tempo, lei ci accetterà.”
Annuisco poco convinta e prendo un profondo respiro per prendere coraggio. Il momento della resa dei conti è arrivato… basta rimandare!
 
***
 
Quando arriviamo a casa la matrona è seduta sul divano con una faccia che non promette nulla di buono.
La tensione è alle stelle e mi pento immediatamente della scelta fatta. Sospiro stringendomi al mio sole.
“Mamma” la saluta gelida Garrett.
Lei si alza e facendo finta che io non esita si avvicina al figlio per abbracciarlo, ma lui fa un passo indietro.
“Credo che prima tu debba delle scuse a Isabella” la ammonisce freddo.
Lei spalanca gli occhi e poi mi guarda con odio profondo.
“Io non devo nessuna scusa. La sua fuga dimostra ciò che penso. Lei non ti ama e quando te ne renderai conto sarai tu a dover chiedere scusa a me!” risponde drizzandosi maggiormente nelle spalle.
“Mi scusi, ma lei come si permette di giudicare i sentimenti che provo per suo figlio?” le chiedo ormai stufa di dover solo subire.
Mi guarda stupida e dopo avermi sorriso compiaciuta risponde “sono una madre e certe cose le comprendo senza bisogno di troppe parole. Forse è vero, sei troppo sempliciotta per scaldare molti letti.” E mi guarda dall’alto in basso con aria superiore “Ma non posso permettere che mio figlio perda tempo con una donna che non lo ama”
“Lei non mi conosce e non mi ha nemmeno permesso di farmi conoscere. E’ venuta qui, senza preavviso, si è insediata in casa mia e si è comportata come se fosse la padrona di casa, quando questa è casa mia. Ho accettato tutte le sue disapprovazioni, ho cercato di assecondare tutti i suoi capricci, mi sono comportata da ospite esemplare invece che cacciarla da casa mia la prima volta che si è permessa di trovare da ridere sulle mie abitudini e la mia vita. Ci siamo viste e frequentate solo poche ore… e lei, dal primo momento mi ha odiata! Ma si può sapere cosa le ho fatto?”
“Semmai cosa non hai fatto!” mi corregge con un sorriso maligno ed io spalanco la bocca senza capire cosa intende.
 “Ti sei difesa solo adesso, ma la tua prima reazione è stata quella di scappare. Questo denota che non saresti una buona moglie. Nella vita di coppia dovrete affrontare tantissime difficoltà e fidati quando ti dico che saranno più i giorni di lacrime che i giorni di gioia. Ci saranno i giorni che siete troppo stanchi per parlare, ci saranno i giorni di malattia… senza parlare di quando arriverà la prole! Ci saranno battibecchi per decidere come educarli, quale sport fargli frequentare, quale scuola etc… e tu cosa farai alla prima vera litigata? Quando i problemi saranno veramente grandi? Scapperai lasciando mio figlio da solo a risolverli, anzi, ancor peggio, con la mente occupata dal pensiero di come farti tornare?”
“Non scappo dai problemi… evito le litigate inutili” ribatto risentita.
“E affrontarmi difendendo l’amore che lega te e Garrett è inutile?” mi chiede sorniona.
“NO!”
“Ma tu sei scappata”
“Non volevo che lui litigasse con lei”
“Bene, siamo tornate al lei!” risponde compiaciuta “Quindi tu, ogni volta che qualche persona al quale Garrett tiene si intrometterà tra di voi… tu scapperai da tuo fratello per non farlo litigare… lasciandolo solo e pieno di rimorsi e dubbi”
“No. Ne parlerò con lui e risolveremo la situazione”
“E perché non lo hai fatto anche prima di Natale, quando mi hai sentita parlare con lui in cucina?”
Scuoto la testa e non so cosa rispondere.
“Isabella…” mi chiama con voce dolce e facendomi alzare il viso. “Non sono un’arpia, sono una madre che ama il proprio figlio e mi dispiace, ma tu non sei la donna che fa per lui” sembra realmente dispiaciuta e per la prima volta mi sorride con calore.
“Dimmi che ami mio figlio, ed io seppellisco l’ascia di guerra chiedendoti scusa per le parole che ti ho rivolto”
“Io…” le parole si artigliano nella gola e non vogliono uscire nemmeno se mi sforzo. Lei attende alcuni secondi e poi scoppia a ridere divertita.
“Avevo ragione! Tu non lo ami e sei solo una sciacquetta che gli si è arpionata addosso per paura di rimanere sola!!!! Ma mio figlio merita di più che una donna che lo soddisfa a letto” le sue parole mi feriscono.
“ESCA DA CASA MIA!” urlo ormai fuori di me e stendendo il braccio verso la porta.
“Io esco da casa tua… ma pensaci bene Isabella… vuoi veramente iniziare una guerra contro di me?” mi sfida prendendo la borsa sul divano.
“MAMMA!” la riprende Garrett ricordandomi della sua presenza.
“Mi dispiace figliolo, ma con lei non sarai felice.”
“Questo lascialo scegliere a me” gli risponde stringendo i pugni e posizionandosi di fronte a me.
“Stai difendendo una donna che nemmeno riesce a dirmi che ti ama… quante volte te lo ha detto eh? Cosa le costa dirlo una volta in più!” lo dice quasi divertita e ignara del pugnale che ha appena conficcato nel cuore del figlio.
“Addio Garrett, addio Bella. Speravo di aprirvi gli occhi prima che continuaste questa farsa, ma sono solo riuscita a farmi odiare da mio figlio. Mi dispiace. Buona vita e che Dio ve la mandi buona” e mentre esce dalla stanza io e Garrett rimaniamo gelati sul posto. Il tempo si ferma e vorrei scomparire per sempre.
Garrett si gira lentamente. Mi guarda come se fosse la prima volta. Abbassa lo sguardo, mentre si avvicina con un passo.
“Tu mi ami Bella?” mi chiede con voce tremante, ed io annuisco senza riuscire a guardarlo negli occhi.
Mi alza il viso allacciando i suoi occhi ai miei “Dimmelo ad alta voce” sussurra incerto.
“Io… ti …” ci provo, ma non ci riesco. Gli voglio bene, lo amo, sono sicura di amarlo. Se penso al mio futuro senza di lui mi sento persa, come se stessi fluttuando nel vuoto. Svegliarmi con lui accanto, addormentarmi con il suo torace come cuscino, la sua voce che mi rassicura nei momenti di sconforto o che mi rallegra nei momenti di festa… lui è il mio tutto…
“Io ti…” riprovo, ma le parole non vogliono uscire, soprattutto se lo guardo negli occhi.
“Se fossi Edward riusciresti a dirmelo?” mi chiede mentre i suoi occhi diventano sempre più lucidi.
“Io non amo Edward” rispondo offesa “Tu sei il mio presente, non lui!”
“E allora dimmelo…” mi implora prendendomi il viso tra le mani “Ho bisogno di sentirtelo dire…” sussurra senza forze.
“Lo sai che sei importante per me…” cerco di salvarmi, ma lui fa ricadere stancamente le braccia lungo i fianchi e mi volta le spalle.
“Ma non mi ami…” finisce per me. Vorrei negare, ma non ci riesco. Ripenso a tutte le volte che l’ho detto a Edward, anche quando era un folle pieno di paranoie… perché non ci riesco.
“Ti prego… lasciami solo”
“Garrett…” lo chiamo avvicinandomi. Non voglio farlo soffrire. E’ il mio sole, deve risplendere o io potrei morirne.
“Ti prego Bella…”
“Non è facile…” provo a fargli capire.
“Cosa non è facile? Lasciarmi solo? O dirmi che mi ami? O amarmi?” mi chiede voltandosi furioso. “Io ti amo Bella! E mi sento soffocare se non te lo dico, ho bisogno che tu lo sappia, voglio che tu lo sappia. Se non te lo dico almeno una volta al giorno, mi sento come se fossi incompleto. Ti amo Bella, io ti amo e lo ripeterei in eterno potessi… ed invece tu? Cosa hai bisogno, eh? Di tempo? Sono anni che stiamo insieme, conviviamo, lavoriamo insieme… e mai una volta che tu me lo abbia detto… se mi ami Bella, lo diresti, ti uscirebbe dalle labbra ancor prima che il tuo cervello formuli il pensiero, perché dirlo è importante se provi veramente quel sentimento… quindi ti prego… lasciami solo… anzi scusa, è casa tua. Me ne vado. Addio Bella” e prendendo la giacca esce sbattendo la porta.

 
!! ATTENZIONE SPOILER !! 
“Shhh!” le sussurro “Non voglio farti del male… se tolgo la mano mi giuri che non urlerai?” le chiedo gentile mentre con gli occhi cerco di farle capire che
le mie intenzioni sono buone.
Lei annuisce continuando a guardarmi spaventata.

 
IN ATTESA DEL PROSSIMO CAPITOLO
POTETE FARE UN SALTO NELLE ALTRE MIE STORIE!!!
from twilight to sunrise edward - POV Edward in NEW MOON (Completa)
Padre senza saperlo - un'isola, una regola... e le sue conseguenze! (Completa)
La donna più felice del mondo - un ragazzo, una ragazza e qualcuno di troppo! (Completa)
Devi essere indipendente - facile innamorarsi di un uomo sexy pieno di soldi, e se fosse solo un sexy imbianchino? (Completa)
Una cotta pericolosa - una guerra tra ormoni, cervello e cuore ... (in corso)
 

 
 

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Capitolo 18
*** Anime Gemelle ***




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18 – Anime Gemelle

Ultimo giorno dell’anno! Un giorno di festa! Anno Nuovo, vita nuova!!! Magari!
Questi giorni a Forks sono stati veramente particolari e pieni di emozioni.
Ho rivissuto, mentre facevo visitare la città a Rosalie, tutti i momenti passati insieme a Bella. Non c’è angolo che non mi ricordi lei, ed anche se ho evitato i luoghi più dolorosi, quelle passeggiate mi hanno da una parte fatto sentire vivo, mentre dell’altra hanno diminuito la sicurezza in me stesso. Ho cercato di creare nuovi ricordi con Rosalie, ma non è servito per chiudere definitivamente con il passato.
Ed il tutto è diventato ancora più complicato da quando è arrivato Emmett a Forks due giorni dopo Natale.
Le serate mi hanno fatto fare un tuffo nel passato. Forks non è cambiata negli anni. Le stesse facce, le stesse musiche, gli stessi drink… solo due cose sono cambiate: Bella non è dei nostri ed Emmett non è più un donnaiolo!
E vi posso assicurare che vedere Emmett che non passa la serata a corteggiare ragazze è veramente uno shock! E’ molto composto, evita battute squallide e si trattiene dall’esagerare nel bere! Sarà innamorato? Solo una cotta potente può cambiare così profondamente un uomo!
Anche Rosalie è strana, forse si è accorta che certi luoghi o racconti, mi riportano con il pensiero a Bella, o forse non le piace Forks… fatto sta che dalla sera di Natale è diventata più fredda e meno gelosa.
“Tutto bene?” mi chiede come richiamata dai miei pensieri e facendomi tornare al presente.
Scuoto la testa per riprendermi e le sorrido.
“Sì. Credo di sì…” le rispondo estraendo dall’armadio il completo che indosserò stasera.
“Perché credi?” mi chiede avvicinandosi coperta solo dall’accappatoio.
“Mi stavo chiedendo se eri felice di passare il capodanno con i miei amici in questa cittadina noiosa, o se preferivi passarlo con i tuoi amici a Seattle” le confesso sincero i miei dubbi.
“Perché me lo chiedi?” mi chiede confusa.
Mi passo la mano nei capelli cercando le parole giuste “Perché ti sento strana…. Come se ci fosse qualcosa…. E ripensando a come ti ho obbligata a venire fin qui invece di chiederti cosa volevi fare tu, mi ha fatto nascere questi dubbi” le spiego prendendola tra le braccia e posandole un dolce bacio sulla fronte.
“Mi piacciono i tuoi amici” risponde arrossendo.
“Quindi non devo sentirmi in colpa per averti obbligata?” sorrido più sereno.
“No! Anzi, sono veramente speciali i tuoi amici. Mi trovo bene con loro e sono certa che sarà un capodanno fantastico” esclama euforica stringendomi in un forte abbraccio.
 
***
 
Un capodanno fantastico! Sì, quello di quattro anni fa!
Ammetto che Alice è un portento perché ha organizzato una festa bellissima. Piena di gente allegra, con musica perfetta e cibo squisito… peccato che io non veda l’ora che scocchi la mezzanotte per fare gli auguri di rito e correre a casa!
Cerco di essere di compagnia ed allegro per non far annoiare Rose, anche se Alice ed Emmett stanno facendo un ottimo lavoro, coinvolgendola nelle loro follie di Capodanno e presentandola a tutti gli invitati.
Bevo e sorrido, sorrido e bevo… ed ogni tanto mi lancio in pista per ballare. Per chi mi vede da fuori spero di sembrare felice di essere qui. Lo devo a Rose e a Alice, ma dentro sono tristissimo.
Mi siedo ormai esausto tra i balli e la finzione e sorrido amichevole a Rose che dice qualcosa all’orecchio di Emmett prima di raggiungermi.
“Allora Cowboy!” esclama leggermente alticcia lasciandosi cadere sul divanetto “Ti stai divertendo?”
Annuisco allargando il sorriso e guardando verso Emmett. In questi giorni ero così preso dal cercar di far divertire Rose che non mi ero accorto che Emmett si è innamorato proprio di lei, ma stasera, con l’alcol che gli ha abbattuto le barriere, anche se prova a tenere il suo posto da buon amico e brava persona che è, i suoi occhi, mentre guarda Rose, hanno confermato la mia ipotesi…. E volete sapere la cosa buffa? Secondo me anche Rose prova qualcosa per lui! Ma quanto sono fortunato?
“Vieni con me!” le dico porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi e trascinandola con me mentre mi alzo a mia volta.
Mi guarda stupita, poi guarda verso Emmett chiedendogli con gli occhi cosa sta succedendo ed io sorrido scuotendo la testa.
La trascino sul terrazzo e la faccio appoggiare alla ringhiera dato che tra i tacchi e l’alcol mi sembra poco stabile.
“Tra me e te non c’è una relazione seria… non ci siamo promessi amore eterno e non ci siamo mai detti ti amo…” inizio facendole strabuzzare gli occhi. Le accarezzo la guancia guardandola dolcemente “Tranquilla. Non voglio sentirmi dire che mi ami, e non voglio dirtelo nemmeno io…” la sento rilassarsi “Ma voglio che tra me e te una cosa non cambi mai” e la guardo dritta negli occhi. E’ confusa e continua a saettare lo sguardo da un occhio all’altro per capire cosa sto dicendo “Sei la mia miglior amica, e tra migliori amici non ci si nascondono le cose… soprattutto quando si prova un sentimento come quello che stai provando tu!” ok, potrei essere più diretto, ma adoro vederla confusa… è veramente raro!
“Edward…” sospira sentendosi in trappola… ok, basta giocare.
“Grazie per essermi stata vicina. Grazie per avermi ascoltato nei miei sproloqui su Bella, per avermi tenuto compagnia ed essere stata la mia ancora… ma non negarti il vero amore per paura di ferirmi…” mi giro leggermente e ammicco con lo sguardo verso un Emmett nervoso che continua a passeggiare proprio davanti alla finestra dietro di noi “Non aver paura. Lui è cotto di te… e tu non sei da meno… vai da lui e dimentica il tuo ex.” Rose allarga la bocca stupita e prova a parlare, ma io la blocco posandole la punta delle dita sulle labbra.
“Emmett è un bravo ragazzo… forse un po’ orso e bambinone, ma ha un cuore d’oro… vai da lui e non preoccuparti per me”
“Ma cosa stai dicendo?” mi chiede ritornando in un secondo la Rose combattiva che ho conosciuto “sono qui con te… non vado con un altro ragazzo… non sono quel tipo di donna!” risponde stizzita.
“Tu sei qui come la mia ragazza, ma sappiamo entrambi che sei soprattutto la mia miglior amica. E lo so che non sei quel tipo di ragazza… ma sicura che Emmett non ti piaccia?” le chiedo sornione.
“Io…” scuote il capo come per allontanare un’immagine fastidiosa “Sono venta con te, mi sono presentata come la tua fidanzata! Come faccio a correre tra le braccia di un altro senza passare per una sgualdrina?”
“Tutti si sono accorti di come vi guardate… non ti ho mai vista guardare nessuno come guardi lui… nemmeno quel viscido di Riley… vai da lui e fregatene degli altri… io ti do la mia benedizione” e la bacio sulla tempia mentre la stringo forte a me.
“Edward…” sussurra con il viso nascosto nella mia spalla.
Scuoto la testa prendendole il viso tra le mani e guardandola negli occhi.
“Trovare la propria anima gemella è difficile e tu l’hai trovata… corri da lui e sii felice! Te lo meriti ed io sarò felice solo quando avrò la certezza che ciò che c’è tra di noi non è un ostacolo alla tua felicità”
“Ti voglio bene Edward” mi sorride serena e saettando lo sguardo tra me e Emmett. Non vede l’ora di correre tra le sue braccia, ma la conosco molto bene e so che si sente comunque in colpa nei miei confronti e non vuole fare il primo passo senza un mio esplicito permesso.
“Anche io… ed adesso vai da lui che qui fuori si congela e tra un po’ Emmett scava una fossa nel pavimento a forza di passeggiare avanti ed indietro” sorrido dandole una lieve spinta verso l’interno.
“E tu?” mi chiede dispiaciuta.
“Ed io verrò da te ogni volta che avrò bisogno di un’amica sincera!” le sorrido felice che almeno lei abbia trovato l’altra metà della mela.
 
***
 
Alla fine non ho nemmeno aspettato il brindisi. Dopo aver visto Rose avvicinarsi a Emmett mi sono allontanato dalla festa.
Passeggio per le strade di Forks, sotto la neve e con mille pensieri in testa. Sono felice per Rosalie, si merita un lieto fine e con Emmett sicuramente lo troverà.
Non avevo mai visto Rose guardare un uomo come guardava lui, ma non avevo nemmeno mai visto Emmett guardare una donna come guardava lei… sorrido al pensiero di piccoli marmocchi con i capelli biondi di Rose e le guance paffutelle di Emmett… le immagini si allacciano al pensiero di bambini con capelli corti corvini sparati in ogni direzione come Alice e l’atteggiamento composto di Jasper…
Mentre vago con la mente a futuri felici dei miei migliori amici cammino per le strade della città che mi ha visto nascere e crescere fin quando mi ritrovo davanti alla casa di Bella… o almeno, la casa dove abitava prima di trasferirsi a Naples.
La luce della sua stanza è accesa… e come se il tempo fosse tornato indietro, mi avvicino all’albero che sporge verso la sua camera. Come in trance mi arrampico su quei rami che più volte mi hanno sorretto quando, in tempi felici e meno felici, li scalavo per raggiungere la mia Bella. Quante volte ho scalato quell’albero… forse troppe nel mio periodo buio… ma era un calmante vederla dormire serena nel suo letto…
Senza nemmeno accorgermene mi ritrovo di fronte alla sua finestra. E’ aperta… in pieno inverno, con la neve fuori che vortica e il vento gelido che sferza la pelle… la finestra è aperta… proprio come quando lei mi aspettava.
Con un balzo entro nella stanza ed il fiato mi si blocca… Bella è nel suo letto… non dorme, ma piange lacrime silenziose con il viso affondato nel cuscino.
Se fossi furbo tornerei sui miei passi e uscirei dalla finestra facendo il minor rumore possibile prima che si accorga che, di nuovo, ho invaso la sua privacy.
Ma io non sono furbo, e vi ricordo che sono in cura da uno psicologo!
Mi avvicino senza far rumore e mi siedo sul suo letto. Lei sussulta e mi guarda con occhi sgranati e rossi. Le guance rigate di lacrime e le labbra arrossate dal troppo mordicchiarle. Le poso la mano sulla bocca per evitare che urli attirando l’attenzione del padre e del suo fucile.
“Shhh!” le sussurro “Non voglio farti del male… se tolgo la mano mi giuri che non urlerai?” le chiedo gentile mentre con gli occhi cerco di farle capire che le mie intenzioni sono buone.
Lei annuisce continuando a guardarmi spaventata.
“Lo so che non dovrei entrare dalla finestra e che non dovrei nemmeno essere qui” inizio a scusarmi passandomi una mano nei capelli per tranquillizzarmi… che diavolo sto facendo? Perché sono di nuovo qui, nella sua camera, perché sono passato dalla finestra? Perché sono entrato nella sua stanza senza chiedere il permesso? Penserà che sono tornato ad essere l’Edward pazzo con mille problemi mentali.
“Come facevi a sapere che ero qui?” mi chiede con la voce spezzata dai singhiozzi e mettendosi seduta.
“Non lo sapevo” rispondo negando con il capo e sorridendo.
“E allora cosa ci fai qui?” mi chiede abbracciandosi le gambe al petto.
“Non lo so… Camminavo per le strade di Forks ed ho visto la luce accesa della tua camera … senza pensarci mi sono arrampicato e sono entrato” mentre lo dico mi reputo io stesso uno psicopatico!
“Non sono pazzo, Bella. Non so cosa mi ha spinto ad entrare… sono anni che non entro qui dentro” rispondo alla sua domanda muta.
“E Rosalie?” mi chiede tirando su con il naso ed asciugandosi con la mano una lacrima sfuggita dagli occhi.
La guardo stupito, come fa a sapere di Rose?
“Emmett parla sempre di lei e di quanto tu sia fortunato” sorride amara.
Scoppio a ridere, ma abbasso subito il tono e mi copro la bocca con la mano, ricordandomi la pistola di Charlie.
“Emmett adesso è quello fortunato!” esclamo guardandola sincero per farle capire che Rose per me non è null’altro che una buona amica e che sono realmente felice per lei.
Lei mi guarda confusa, come se fossi pazzo.
“Tra me e Rose c’è una profonda amicizia… credevo che fosse lei la mia ancora” le sorrido sapendo che ha capito cosa intendo “Ma la mia ancora si è innamorata di tuo fratello… ed è ricambiata… quindi…” mi stringo nelle spalle dato che la conseguenza è ovvia.
“Rosalie sta con Emmett?” mi chiede sempre più confusa e sporgendosi verso di me curiosa.
“Credo proprio di sì. Io ho dato la mia benedizione a Rose… da qui in poi spetta a loro… ma credo proprio di sì!” le rispondo sorridendole felice nel constatare che ha smesso di piangere.
 “Ed invece tu? Perché sei qui?” le chiedo spostandole una ciocca di capelli dietro all’orecchio ed asciugando una lacrima che le riga la guancia, indugiando più del dovuto sulla sua guancia.
“E’ camera mia…” risponde sapendo benissimo che non è la risposta che cercavo. Le sorrido sornione e riformulo la domanda.
“Perché sei qui, in camera tua a Forks, in lacrime… invece che essere alla festa di Alice o a Naples?”
“E perché tu non sei alla festa?” mi chiede sperando di fregarmi.
“Perché non volevo essere il terzo incomodo e mettere a disagio i due nuovi innamorati” ammetto guardandola dritta negli occhi per falre capire che come ho risposto io alla sua domanda, adesso tocca a lei rispondere.
“Davvero non ti turba vedere Emmett con la tua ex?” mi chiede poco convinta e cercando un vacillamento nel mio sguardo!
Nego con il capo “Mi turberebbe di più sapere che una persona sta con me per compassione mentre ama un altro” e non la guardo negli occhi, non voglio che pensi che parlo di lei.
“Trovare la propria anima gemella è difficile” sussurra.
Le alzo il viso e le asciugo le lacrime che sono tornate a fare capolino.
“Dove è Garrett?” le chiedo anche se so che è un discorso spinoso e le sue lacrime sono dovute a lui.
Lei si irrigidisce e si stringe nelle spalle mordicchiandosi il labbro.
“Credo tra le braccia di una donna che sia capace di dirgli Ti Amo” mi risponde scoppiando a piangere e volandomi tra le braccia. La stringo a me come fosse di cristallo. Impacciato le accarezzo i capelli e cerco di tranquillizzarla cullandola con il mio corpo. Vorrei potermi permettere di lasciarmi andare, ma non voglio correre, non voglio illudermi.
“Cosa è successo?” le chiedo sperando che sfogandosi si tranquillizzi.
Lei non risponde subito, ma continua a singhiozzare sul mio petto asciugandosi con il fazzoletto le lacrime che cadono copiose.
Con il passare dei minuti il suo respiro si fa regolare e certo che si sia addormentata la sposto per farla coricare comodamente. La guardo mentre le asciugo le guance arrossate dal troppo pianto. Mi è mancata ed i miei occhi sono voraci della sua figura.
“Non potevo mentirgli…” biascica trattenendomi dalla maglia mentre provo ad alzarmi “il mio cuore appartiene a te… e non riesco a donarlo a nessuno… mi dispiace” sussurra con gli occhi chiusi.
“Adesso dormi Bella… domani ne riparliamo.” Le sussurro posandole un bacio sulla fronte. Vorrei baciarla e dirle che anche il mio cuore appartiene solo a lei e che lei è la mia ancora e sono pronto ad essere la sua, ma non è il momento… deve riposare, essere lucida.
“Resta con me” mi chiede spostandosi leggermente nel letto per farmi posto.
“Bella…” sospiro per timore che domani mattina mi sbatta fuori dalla sua vita delusa dal mio aver approfittato del suo momento di debolezza.
“Non mi pentirò… voglio sentirti vicino… mi sei mancato…”
“Anche tu” le rispondo coricandomi vicino a lei ed abbracciandola.
Posa il suo capo sul mio petto e mi accarezza i capelli alla base del collo facendomi tornare agli anni in cui il nostro amore era semplice, senza complicazioni e senza brutti ricordi.
“Ti amo” sussurra prima di posarmi un bacio vicino al cuore.
Stringo l’abbraccio per sentirla più vicina, la sua dichiarazione cancella con un colpo di spugna ogni dubbio, ogni tentennamento e fa ritornare vivido e sereno il mio futuro nella mente.
“Ti amo anch’io Bella” e cullati dalla sicurezza che finalmente i nostri cuori si sono rincontrati ci stringiamo l’un l’altro addormentandoci. Mi sento completo quando è tra le mie braccia ed il cuore duole dal troppo amore che provo per lei… ma dopo tutti i dolori che ha sopportato, è un dolce dolore che accolgo a braccia aperte!

 


Ok! Non mi lapidate! Lo so, solitamente le mie storie si evolvolo più lentamente, ma questa storia mi è sfuggita completamente di mano e dopo mesi passati a litigare con i personaggi ho deciso di tarci un taglio... perchè, adesso che siamo arrivati all'ultimo capitolo, posso farvi una confessione: questi due Edward e Bella erano nati nella mia mente con lui un bastardo psicopatico e lei una donna forte che riusciva a sfuggire da un  amore soffocante... ma già dai primi capitoli hanno iniziato a fare di testa loro! 
Così sono nati questo Edward dolce e disposto a cambiare per amore e questa Bella poco sicura di sè e con mille problemi! 
Non mi piace sforzare i personaggi e quindi li ho fatti raccontare la loro storia, ma non è come me la ero immaginata e quindi ho deciso di riprendere in mano la situazione e accorciare la trama!
Mi dispiace per loro, perchè anche se non sono gli Edward e Bella che mi ero immaginata, mi mancheranno le litigate mentali che facevo con loro quando scrivevo il capitolo... non so come spiegarmi... so solo che loro hanno preso vita e hanno raccontato la loro storia, completamente in disaccordo con me!!!
Non prendetemi per folle! Giuro, non lo so!!!

Ok! adesso che mi sono confessata sono più tranquilla e vi do appuntamento  al prossimo e ultimo capitolo l'Epilogo, che posterò nei prossimi giorni... e spero di leggervi ancora nelle prossime storie...
perchè sto lavorando su un paio che stanno andando come voglio che vadano!!! 
Grazie ancora per avermi seguita... ma soprattuto per aver sequito questi due anarchici!!!
Un bacio e a prestissimo!!!

 

!! ATTENZIONE SPOILER !!

“Adesso capisci cosa intendevo quel giorno?” ha esclamato tranquilla girandomi verso Garrett e Kate che salutano gli invitati tenendosi stretti l’un l’altra “Quello che vedo negli occhi di mio figlio è l’amore che volevo per lui, come quello che vedo negli occhi di Kate… e come vedo nei tuoi occhi quando guardi quel bellissimo ragazzo che oggi ti ha accompagnata!” mi strizza l’occhio guardando maliziosa Edward.



 
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Devi essere indipendente - facile innamorarsi di un uomo sexy pieno di soldi, e se fosse solo un sexy imbianchino? (Completa)
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Capitolo 19
*** Epilogo ***


Ebbene sì! Anche questa storia volge al termine!!!
ringrazio tutte voi che mi avete accompagnato in questa avventura e che mi avete supportato con le vostre recensioni!
ringrazio anche chi ha aggiunto il mio "Incubo" tre le tre categorie e chi lo ha solo letto silenziosamente!!!
siete in tanstissime e sono felice che la storia che questi due anarchici hanno voluto raccontarvi vi sia piaciuta!!
Vi ringrazio in particolar modo per le recensioni del capitol "Anime Gemelle" perchè, dopo mesi passati a litigare con questi due... siete riuscite a farmi cpaire cosa volevano racocntare ed ho apprezzato di più la loro storia... solo che adesso mi dispiace porre la parola FINE alla loro storia!!
Ma ormai è stato deciso... e quindi...
BUONA LETTURA!!!!


 
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EPILOGO

4 anni dopo
 
“Dai forza, che tuo fratello starà dando di matto” urla Alice dalla porta.
“Arrivo, arrivo!!” esclamo correndo giù dalle scale mentre finisco di chiudermi la camicia.
“Tu hai idea di come sarà fuori di testa tuo fratello?” scoppia a ridere Alice prima di gonfiare le guance facendole diventare rosse pomodoro imitando perfettamente mio fratello quando è fuori di senno.
Scoppio a ridere a la trascino alla macchina.
Oggi è un grande giorno… divento zia!!!! Ebbene sì, il mio fratellone tra poche ore sarà il papà di un bellissimo bambino.
Me lo immagino biondo come la mamma e con le guanciotte pacioccose del mio fratellone.
Entriamo come dei tornado in ospedale e ci dirigiamo direttamente alle sale parto. Ci sono tutti, i miei genitori, i genitori di Rose, ma la figura che attira subito il mio sguardo allargando un sorriso sul mio viso è quello di Edward che cammina come una furia avanti ed indietro nel corridoio con i capelli più sconvolti del solito.
Appena mi vede, la sua faccia si stende in un sorriso e con poche falcate mi raggiunge stringendomi in un abbraccio.
“Sei arrivata” esclama entusiasta. “Tuo fratello è come impazzito! Ed io sono ancora sotto shock!”
“Tranquillo! Hai fatto tutto in modo impeccabile!” cerco di rassicurarlo.
Lui mi guarda con gli occhi ancora fuori dalle orbite.
“Tuo nipote non ha preso dalla famiglia Swan!!!” esclama scoppiando a ridere “Una settimana di anticipo!!!! E mi stava per far venire un colpo!” esala lasciandosi andare sulla sedia e mettendosi la mano sul cuore.
“Cavolo! Tre secondi prima stiamo parlando di come convincere Volturi a firmare e tre secondi dopo Rosalie inzuppa il pavimento urlandomi di portarla in ospedale!!!” mi spiega prendendomi sulle sue gambe e accarezzandomi i capelli.
“Non so nemmeno io come ho fatto a non schiantarmi! Credevo che Rose fosse un generale nella vita quotidiana, ma quando le sono iniziate le contrazioni ha iniziato a dettare ordini con un acuto che non le avevo mai sentito!” continua finalmente ridendo per la situazione.
“Per tutto il tragitto in macchina mi ha urlato contro perché ero troppo lento, perché non avevo chiamato Emmett, sua madre, tuo padre, tua madre, te, Alice…. E poi mi urlava contro perché telefonavo mentre guidavo” scuote la testa come per allontanare le urla che sicuramente gli stanno ancora martellando le orecchie…
“E’ maschio!!!!” urla Emmett uscendo dalla sala parto come un tornado. Mio padre e mia madre lo abbracciano emozionati, mentre Alice saltella felice battendo le mani.
Jasper arriva trafelato giusto in tempo per ricevere l’abbraccio stritolatore del neo padre prima che sparisca nuovamente nelle stanze adibite alle partorienti…
Siamo tutti emozionati per il grande evento e gli abbracci e i baci si sprecano.
“Credo che presto dovremo dare un cuginetto al nuovo arrivato” mi sussurra Edward posandomi un bacio sulla testa e indicando con lo sguardo Jasper che accarezza teneramente il pancione di Alice.
“Aspettiamo di vedere come si comportano i neo nonni con il nuovo arrivato… e poi decideremo” gli sorrido stringendomi forte a lui.
E’ dal giorno del nostro matrimonio che Edward vorrebbe avere figli, ma io non mi sento ancora pronta… o almeno, dopo anni di cambiamenti è solo da pochi mesi che la nostra vita si è finalmente appianata.
Il tutto è iniziato con lo spostamento dell’ufficio di Emmett a Seattle, per stare più vicino a Rosalie… e poi il conseguente trasloco e pazzesco matrimonio.
Dopo solo un anno anche mi sono trasferita a Seattle. Ero stanca di vedere Edward solo il fine settimana, e durante le ore di lavoro non riuscivo a concentrarmi, troppo presa dai messaggi che ci scambiavamo o dalle telefonate.
Ho aperto un negozietto lungo la spiaggia, a pochi isolati dall’ufficio di Edward… per l’appartamento ho vissuto per il solo primo mesa da sola, poi Edward ha insistito perché vivessimo insieme… dato che comunque lui dormiva sempre da me o io da lui…
Dopo pochi mesi dall’apertura della mia nuova attività, Alice è venuta a trovarmi e ha visitato il negozio che avevo aperto, se ne è innamorata e ha fatto di tutto per convincere Jasper a trasferire il suo studio a Seattle, dove aveva ancora tantissimi pazienti affezionati, così dopo soli quindici giorni ero di nuovo la sua socia!!! Nell’arco di un anno tutta la combriccola è tornata al punto di partenza… vero, non siamo a Forks da dove tutto è cominciato, ma a pochi chilometri dalla piovosa cittadina che ci ha visti nascere e crescere!!!
 
Ma andiamo con ordine.
Dopo la sera di capodanno io ed Edward abbiamo ricominciato a frequentarci. Ci siamo andati con i piedi di piombo, perché sia lui che io, avevamo paura che qualcosa facesse ritornare il mio incubo personale, oltre anche al fatto che non volevo ricominciare una storia con Edward a distanza e per di più senza aver risolto definitivamente i problemi con Garrett.
Garrett? Diciamo che si è ripreso velocemente dalla nostra rottura. Quando sono tornata a Naples abbiamo parlato tantissimo e ci siamo lasciati da buoni amici. Non dico che Garrett ne fosse felice, ma ha capito le motivazioni, ed essendo ormai certa di ciò che il mio cuore voleva, sono riuscita a fargli capire ciò che provavo.
Gli voglio bene e siamo rimasti in contatto. Pensate che sono la madrina del suo bellissimo secondo genito. Eh già! Anche lui è andato avanti con la sua vita. Ha sposato Kate, ha trovato lavoro in un centro di assistenza per bambini disagiati e nell’arco di due anni si è sposato con la sua vera anima gemella ed è diventato padre di due splendidi bambini.
Io, Edward, Alice e Jasper siamo pure stati invitati al suo matrimonio. Ammetto che ero in imbarazzo, soprattutto sapendo che ci sarebbe stata la Regina dei Ghiacci… ma, a differenza di ogni aspettativa, è stato un giorno meraviglioso. Ho pure riso e scherzato con la signora Garrett.
Appena mi ha intercettata nel salone del Buffett mi è venuta incontro con un sorriso caloroso. Mi sono stretta ad Edward per prepararmi alle cattiveria della Regina, invece lei mi ha abbracciata e con un cenno del capo ha chiesto a Edward di lasciarci sole. Ho stretto la mano della mia ancora, ma vedendo che la mia ex futura suocera mi guardava con un sorriso sincero, ho preso coraggio e l’ho seguita.
“Adesso capisci cosa intendevo quel giorno?” ha esclamato tranquilla girandomi verso Garrett e Kate che salutano gli invitati tenendosi stretti l’un l’altra “Quello che vedo negli occhi di mio figlio è l’amore che volevo per lui, come quello che vedo negli occhi di Kate… e come vedo nei tuoi occhi quando guardi quel bellissimo ragazzo che oggi ti ha accompagnata!” mi strizza l’occhio guardando maliziosa Edward.
“Mi dispiace essere stata dura con te e quando sarai madre capirai meglio perché l’ho fatto” mi stringe una mano nella sua e mi guarda con fare materno “Tu e Garrett siete delle belle persone e meritate di vivere la vita con la vostra anima gemella a fianco… e voi due non lo eravate”
Abbasso lo sguardo capendo, anche se tardi, che non è mai stata la Regina dei Ghiacci, ma una donna così attenta da vedere ciò che a me e Garrett era celato.
“Grazie” le dico stringendo maggiormente la presa sulla sua mano “Grazie per aver evitato che io e Garrett facessimo un errore così grande…”
“Mi dispiace per ciò che ho detto quel giorno in cucina, veramente Bella, mi dispiace. Non penso che tu sia una sciacquetta o una sgualdrina… ma sono umana e ho agito in modo avventato sperando che offendendoti ti allontanassi da lui e capissi cosa volevo dire. Sono stata villana e ti chiedo scusa” abbassa il viso in imbarazzo ed io sorrido nel vedere che la regina dei ghiacci è invece la regina di cuori.
“Non è importante il mezzo…” provo a giustificarla.
“E’ importante il fine” e con occhi lucidi di emozione si volta verso i novelli sposi “Ti auguro una buona vita e sono sicura che con lui “ammicca verso Edward “avrai una vita bellissima”
 
 “Immagini già i nostri piccoli bimbi correre per casa?” mi chiede Edward solleticandomi il fianco.
“No… pensavo di come sia inutile lottare contro il destino” sospiro guardando la mia famiglia che festeggia “Puoi scappare dall’altra parte del mondo, nasconderti da tutti, ricostruirti una vita… ma il destino ti troverà sempre e da lui non puoi scappare!”
“Ne sei dispiaciuta?” mi chiede roco sfiorandomi le labbra con le sue.
“Assolutamente no… sono felice che il mio incubo personale si sia trasformato nel mio sogno personale!”

 
FINE.


 
SE VI E' PIACIUTA QUESTA STORIA... VI ATTENDO NELLE MIE ALTRE FOLLIE!!!!
 
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