Ed eccomi come sempre a dire la mia sulle tue storie xd
Rinnovo i complimenti (che noia xd), adoro il modo in cui l'intrico della storia si sta dipanando ed anche (cosa rara nel mio "modo di leggere") anche le sfumature caratteriali che hai saputo dare ai personaggi. Tralasciando solo Akil ed il suo compagno, che ancora non conosco abbastanza, ho trovato molto interessante il POV di Mario e le sue riflessioni stimolate dal racconto del piccolo meticcio Mihuta: dopo la Grande Distruzione, la catastrofica guerra globale avvenuta in un passato non del tutto definito del tuo arco storico, la Terra è stata l'unica vincitrice del conflitto: l'uomo è un animale tanto intelligente quanto fragile, e non appena i suoi equilibri e le sue tecnologie sono andate perdute, l'ecosistema (in cui rientrano anche le nuove specie mutate casualmente o inventate eugeneticamente dagli umani, una volta trovata e stabilizzata la loro nicchia ecologica) si è ripreso ciò che è sempre stato suo, costringendo gli umani a vivere in città fortificate o comunque in ambienti ferini, in cui la loro esistenza è continuamente minacciata. In un simile contesto, come argomentato da Mario, noi appaiamo in tutto e per tutto una specie in via di estinzione, estinzione più che meritata: non siamo riusciti a raggiungere il nostro obiettivo in quanto creature comunque legate indissolubilmente alla biosfera terrestre, ovvero formare un equilibrio con essa... ma al contrario siamo cresciuti a dismisura, fottendocene di noi stessi e di ciò che il pianeta poteva offrirci: una forma di superbia che ci ha condotti (e forse ci condurrà sul serio) al suicidio di massa.
E come sempre accade quando una popolazione si avvia al declino, un'altra è pronta a prenderne il posto: i Mihuta ed i loro ibridi. Sono intelligenti, di aspetto umano salvo alcuni tratti, ma molti di questi esseri possiedono abilità che prima o poi consentiranno loro di sopravvivere all'ambiente inospitale o ai predatori. Prima o poi, è la biologia a dirlo, saranno loro l'unica specie intelligente sulla terra, nonostante siano ancora trattati molto spesso come inferiori e schiavizzati.
Lo stupro di Anindita mi ha fatto "arrabbiare" moltissimo con il personaggio di Dhaval (l'ho scritto giusto? Pardon non ho controllato xd), in primo luogo perché considero la violenza sessuale, in ogni contesto, qualcosa di abominevole. Ed in secondo luogo, perché anche se Anindita, per sua stessa ammissione, avrebbe fatto lo stesso o anche di peggio se si fosse trovata nella stessa situazione, perché un simile atto si inserisce nella logica di svilimento e subordinazione della donna che è iniziato nell'età del bronzo e continua ancora ora nel futuro da te immaginato. Riprendendo una frase di Anindita, come può una membrana corporea fisiologicamente inutile stabilire il destino di una persona? Perché non si riesce ad uscire dall'ottica che vede le donne come macchine da riproduzione e strumenti di ludibrio? La maggior parte della colpa non è nemmeno di Dhaval alla fine, ma di una cultura ignobile che non riesce a superare se stessa. Ho però apprezzato l'ironia della sorte che si è manifestata dopo la violenta deflorazione: il cugino ha scelto male l'uomo cui affidare il compito, una persona che lo odia a morte e che è stata pronta a chiedere perdono alla sua vittima pur di ricevere supporto ai suoi piani omicidi. Forse Dhaval, proprio ordinando quello stupro, ha anche firmato la proprio condanna a morte.
E intanto, cosa fa Shanti? Se non fosse intervenuto Ife, avrebbe davvero pugnalato la sua padrona con quelle forbici? È un personaggio che mi afascina per la sua forte ambiguità nata probabilmente dalla giovane età e dalle spinte ambientali in cui si ritrova costretta a vivere suo malgrado. È solo una ragazzina ma già deve imparare a vivere secondo la legge del più forte, gli intrighi di una corte spietata... sono molto curioso di vedere, dopo il "time lapse", come sarà divenuta da adulta.
La situazione delle amazzoni mi preoccupa molto, Sasha è una prevaricatrice, superba, violenta e superficiale: ha preso il controllo del suo popolo, ma non le basta, già pianifica l'attacco ad una città fortezza, attacco che senza l'aiuto di un manufatto si risolverà sicuramente in una carneficina, non sappiamo quale sia il livello di fortificazione di queste comunità ed oltre a questo è più che probabile che in tali ricchi centri possano essersi conservate tecnologie belliche sconosciute a chi ne è al di fuori.
In attesa di nuovi sviluppi, un bacio Mirko B |