Recensioni per
La Solitudine dei Numeri Dieci
di gratia

Questa storia ha ottenuto 40 recensioni.
Positive : 40
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/03/18, ore 19:59

Hyuga nen peggior momento della sua vita, costretto a vedere il padre soffrire e incapace e impossibikitato a fare qualcosa per aiutarlo.
La terribile consapevolezza di dover crescere di colpo, di dover smettere di essere un bambino enormemente prima del momento appropriato e la chiusura in sè stesso pervicace e totalizzante che lo porta ad incattivirsi a dispetto della sua reake natura.
Tutto ciò è reso perfettamente da questa serie di drabbke, taglienti e affikate come lame.

Recensore Master
17/03/18, ore 19:07

La situazione è la partita contro la Nankatsu nel cmpionato delle elementari e, come prevedibile, pur essendo in un momento decisamente problematico, Jun riesce ad essere analitico e a guardarsi dentro.
Questo però non è un esercizio fine a sè stesso ma la constatazione di quanto questo momento sia importante bella sua giovane vita (che potrebbe anche finire in un attimo). Cosa ci possa essere di più solitario della paura di fallure e contemporaneamente della paura della morte? Ciò nonostante, per non far preoccupare i compagni e per cercare di portarli a coronare il loro sogno di vittoria Jun accetta di portare su di sè questo peso enorme.

Recensore Master
17/03/18, ore 18:55

La generosità di Tsubasa, intenzionato a far si che sogno suo e dei suoi compagni di vincere nuovamente il campionato (in quel momento acora più importante del suo sogno personale) si avveri è più importante della sua strssa incolumità, quindi non può condividere con nessuno la sua situazione.
Unico neo in questa short è aver nominato Taro (che in questo momento nella storia si trova in Francia), ma forse è il Capitano a non essere del tutto lucido, proprio a causa dei suoi infortuni.
In definitiva un bel bozzetto che ci restituisce uno Tsubasa assolutamente IC

Recensore Master
04/02/18, ore 14:05

Molto bella l’immagine di una solitudine che, grazie a qualcosa che solitamente è divisivo e problematico (la neve), lentamente diviene comunione di intenti, amicizia, fratellanza. Esemplare la frase “nella neve siamo tutti capitani”, cifra distintiva del modo di vedere di Hijaru e per estensione dei suoi compagni del Furano, non per niente la squadra più coesa e unita di tutte.

Recensore Junior
03/04/16, ore 19:51

È stato un onore poter leggere in anteprima questa perla... Come ti ho già detto, tu hai un dono speciale. Questo capitolo è commovente. Voglio bene a Kojiro, ma si sa che non è uno dei personaggi che prediligo, almeno non come Tsubasa, Taro o Hikaru. Ma qui mi ha (hai!) fatto venire i brividi. Il dialogo con il dolore, con se stesso... Con quegli adulti così inopportuni. Col suo papà, con il silenzio. Un bambino che deve crescere subito e diventare uomo. Un'infanzia cancellata con un colpo di spugna. Troppo, davvero troppo da sopportare. Troppo pure per piangere.
Bravissima, non so che altro aggiungere...
Col cuore
Elena

Recensore Junior
03/04/16, ore 19:41

Amo Hikaru, e amo leggere storie così ben scritte su di lui. Credo che fra tutti i co-protagonisti di CT sia il personaggio più reale: grande campione, ma ragazzo normale che scivola, cade, si fa male. Grande trascinatore, ma anche timido studente e fidanzato premuroso. Grande lottatore, ma giocatore leale, che sa accettare le sconfitte. Secondo me, in lui sono presenti tante dicotomie, tante "contoversie", e tu le hai rese alla perfezione.
Grazie mille!

Recensore Junior
03/04/16, ore 19:33

Amo Tsubasa, e ho sofferto con lui e per lui durante i suoi tanti infortuni. Spesso mi sono chiesta: ma perché lo fa? Sì, per se stesso, i suoi amici, la gloria... Ma solo per questo? Poi, dopo anni, credo di aver capito: Tsubasa è una persona molto coerente e rigorosa. Con gli altri, ma prima di tutto con se stesso. Quando prende un impegno, lo porta avanti fino alla fine. Nessun dolore potrebbe fargli cambiare idea. Non è masochista... È imperturbabile.
E credo che questa sua caratteristica l'abbia ereditata dal papà, che gli somiglia molto in diversi aspetti. 
Brava... il Capitano non è un personaggio semplice da cogliere nella sua essenza, e tu ci sei riuscita.
Grazie mille

Recensore Master
10/01/16, ore 14:36

Ed eccolo qua, il mio capitano.
Mi sento abbastanza in difficoltà a recensire questo capitolo, perché Kojiro è il mio personaggio preferito e perchè la sua storia mi fa soffrire tantissimo!
La sua solitudine è forse la più difficile da sopportare, poichè è la solitudine di un bambino diventato grande troppo presto, la solitudine di un figlio che ha perso il padre e si è caricato sulle spalle una famiglia intera, di un ragazzo combattuto fra il sogno di diventare un campione e il dovere di proteggere la propria famiglia.
Ho trovato molto bella e struggente la tua scelta di collocare questo ultimo capitolo durante l'infanzia di Kojiro, durante quel momento... Il più doloroso di tutta la sua vita.
Eppure Kojiro non piange, lui sa di dover essere forte.
Sa di essere il capitano, il solo vero capitano... E di essere rimasto solo, per sempre.

Ti ringrazio infinitamente per questo ultimo capitolo e per tutta la raccolta, che ho davvero apprezzato e letto con grande piacere.

Ci risentiamo presto, carissima.

Un abbraccio

Recensore Master
10/01/16, ore 14:22

Anche Hikaru non è fra i personaggi che mi emoziona maggiormente, ma mi è comunque piaciuto questo componimento, che mette in risalto un aspetto davvero importante dello stesso Hikaru: il fatto che lui veda la solitudine in ciò che, per chiunque altro, sarebbe motivo di gioia e soddisfazione.
La neve, che per molti è simbolo di malinconia e desolazione, è tutto per lui, è l'amore che nutre per il calcio e il leale affetto che lo lega ai suoi compagni; lui ha conosciuto la fatica e la solitudine prima di tutti ed ha imparato a farle proprie, tanto da imparare semplicemente ad amarle.
Ho davvero apprezzato anche questo capitolo e ancora una volta non posso che rinnovarti i miei più sinceri complimenti. :)

Recensore Master
10/01/16, ore 14:12

Ooh, Jun.. ç_ç
Probabilmente il mio secondo personaggio preferito di questa serie, così fragile e delicato, un Capitano di cristallo, che nasconde le proprie paure dietro al proprio talento, allo spirito di squadra e alla passione che mette in ogni sua partita.
Credo sinceramente che Jun sia il giocatore più forte, a livello tecnico e strategico: conosce il gioco di squadra, sa che per vincere una partita bisogna fare affidamento su tutti gli 11 giocatori, è leale e cortese.
Un vero mago del pallone.
Eppure soffre, il dolore e le paura per il suo fragile cuore lo costringono a vivere una vita immersa nella solitudine, nel terrore di non farcela.
E' certamente il personaggio più emozionante dell'intera serie e tu hai saputo rendergli giustizia attraverso questo breve racconto.

Davvero complimenti.

Recensore Master
10/01/16, ore 13:34

Eccomi anche qui! :D
Ho davvero apprezzato molto questa raccolta, quindi adesso aspettati una recensione per ognuno di questi quattro capitolo. :)
Inizio col dire che mi piace molto il tuo stile, è incisivo e colpisce molto al cuore, una capacità che io apprezzo sempre molto in uno scrittore. :)
Riguardo a questa prima drabble... Ti dirò la verità, Tsubasa non è uno dei personaggi che preferisco (al contrario), probabilmente perchè tendo a privilegiare personaggi più sfigati o complessati, ma mi è piaciuta molto questa drabble, perché hai saputo cogliere perfettamente la sua solitudine e hai raccontato il vero Tsubasa senza farlo cadere nel banale o renderlo fastidioso come solo l'originale riesce ad essere.
Farmi apprezzare un personaggio che solitamente non amo non è cosa facile, quindi tanto di cappello per questo primo capitolo! :D

Recensore Veterano
30/12/15, ore 16:22

Non è facile rendere la solitudine di Kojiro Hyuga, ma tu ci sei riuscita benissimo e lo fai con grande sensibilità e delicatezza.
Il dolore di questo ragazzo è totale e talmente forte da rendere il mondo totalmente scuro, nero come questo sentimento. Quando una persona cara deve morire l'unico conforto che ci può essere è che questo succeda in fretta senza sofferenza per lei ed è proprio quello che si augura Kojiro, proprio perchè il dolore è già troppo forte così per prolungarlo oltre.
Lui non può permettersi di cedere, lui è il capitano, tutti contano su di lui, compreso suo padre a cui promette di non lasciarsi andare alle lacrime. Piangere è una debolezza che non può permettersi, perché se lui crolla chi si occuperà della sua famiglia? Come tu stessa sottolinei con le lacrime non si mangia e non si riscalda la casa.
E mentre suo padre muore il dolore si porta via piccole parti di lui, ma lo fa silenziosamente per sottolineare quanto il ragazzo sia solo in quel momento.
L'immagine finale mi riporta con la mente all'anime, quando il signor Hyuga spira e le persone intorno a lui non fanno altro che parlare di soldi con la sua vedova e anche lì provvede Kojiro che con il suo solito piglio butta fuori di casa questi visitatori inopportuni che non hanno rispetto per suo padre nemmeno quando esala l'ultimo respiro.
Commovente e in linea con il personaggio, ti faccio i miei complimenti più sinceri.

Recensore Veterano
29/12/15, ore 18:01

Inizio ringraziandoti, perché Matsuyama è sempre stato il mio preferito. Questo ragazzo che non ci vuole stare a piegarsi al clima implacabile del nord e anche se è dura riesce ad andare avanti nel campionato giocandosela dignitosamente con la squadra campione in carica.
Un punto di vista nuovo ed interessante quello che ci mostri, solitamente, è vero, in questi luoghi la neve è molto odiata, perché non permette di fare quasi nulla (credo tu lo sappia meglio di noi), ma Hikaru la vede come un elemento positivo. La neve è ciò che gli ha fatto trovare gli amici, costruire la squadra e unirla ancora di più: è noto che la Furano sia il team con il miglior gioco di squadra.
Nel finale ho apprezzato come hai saputo mostrare l'umiltà di questo personaggio con l'affermazione: "Sono il capitano, ma nella neve siamo tutti capitani."
Ti rinnovo i complimenti e il ringraziamento per aver dedicato spazio a un personaggio che amo.

Recensore Veterano
29/12/15, ore 17:51

Anche in questa parte si parla di dolore, ma è un dolore che non solo può far male, può anche uccidere.
Il cuore di Jun che nell'ultima serie di CT trasmessa era stato definito di vetro, viene da te paragonato alla neve. Il paragone diventa calzante, perché parli del caldo, quel calore indotto dalla corsa e che porta al massimo sforzo i muscoli, compreso il cuore, ma il cuore di Jun è malato e sa che se farà capire a tutti che lo sta abbandonando lo costringeranno a cedere la fascia e allora, citando quanto scrivi, non sarà più il capitano.
Molto toccante il senso di solitudine di questo ragazzo che sente la responsabilità di far avverare il sogno di vittoria dei suoi compagni, un sogno che sarebbe anche il suo se non avesse l'aspirazione ancora più importante di avere un cuore sano che gli permetta di ricoprire il suo ruolo e portarlo all'agognata vittoria.
La conclusione ci riporta alla one-shot "Toccami", quando dice che la sua partita finirà per sempre e con essa la sua vita, perché non è solo questione di non poter più giocare, il calcio è la sua vita e per lui l'allontanamento dal campo equivale a morire.
Complimenti per come sai toccare la sensibilità del lettore.

Recensore Veterano
29/12/15, ore 17:10

Ti faccio fin da subito i complimenti per le idee brillanti che riesci a mettere in parole. L'idea di descrivere la sofferenza di Tsubasa tramite il confronto con suo padre, così assente dalla storia mi è piaciuta molto. Il piccolo capitano, nella sua generosità, decide di non far preoccupare i suoi compagni impedendosi di fare un gesto che sarebbe del tutto naturale, ma sa che questo, non solo li preoccuperebbe, ma li scoraggerebbe.
Tsubasa, con lo stesso senso di responsabilità che dimostrerebbe suo padre, non dice nulla, stringe i denti e va avanti come farebbe il capitano Ozora con un mare forza sei. E' il momento in cui si sente unito al genitore, anche se lui è lontano. La solitudine li rende uguali e li unisce, da un lato, ma dall'altro, accentua il senso di smarrimento del ragazzino che sente la nostalgia del padre.
E' un introspezione molto commovente.

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