Recensioni per
L'impressione di Mycroft
di Dolores Haze

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/02/16, ore 16:37

….il titolo mi diceva qualcosa, ma il nome dell’autrice no. Poi la curiosità mi ha spinto a vedere meglio e ritrovo una delle mie storie preferite. Bene, sono contenta.
“…La banalità di questa vita è palpabile. Inibito e banale: un connubio insopportabile…”: ritrovo il tuo stile curato, caratterizzato dalla scelta di termini non banali ma appropriati. Dal punto di vista stilistico, mi è piaciuto molto come metti in evidenza il punto di vista di Sh, con le sue pulsioni nascoste, come l’ossessione di venire costantemente “monitorato” da Mycroft, che per lui costituisce il controllo, la padronanza di quella razionalità che dentro se stesso ha smarrito la sua dimensione, abbagliato dalla luce prepotente del sentimento e di ciò che John rappresenta per lui, anche se non riesce a capacitarsene (“…Scendo, si disse. Scendo e lo ammazzo. No, no, no, no! Lo aspetto…”). Sembra, la sua mente, un esercito disperso ed annichilito da un nemico invincibile e lui, a stento, cerca di “organizzare” la difesa. E lo fa nel peggiore dei modi e cioè indossando la sua maschera fatta di alterigia, arroganza, presunzione (“…“Pessimo”, dichiarò freddamente. “Il peggiore tra i peggiori…”). Dentro il suo animo c’è, invece la devastante certezza che, di fronte a lui, c’è la sua ragione di vita e l’ha perduta. Ma Sh, nella sua disperazione, riesce a scorgere dei segni in John di un certo cedimento e di una malinconica insoddisfazione, tu ce li rendi palesi con leggerezza: la barba di due giorni, le borse sotto gli occhi, quel velo che oscura il suo volto… E’ un bluff, sicuramente, ma questa convinzione non aiuta il consulting a soffrire di meno. Bellissimo capitolo, questo, colmo di tristezza e nostalgia, molto IC, sia per le caratteristiche comportamentali di Holmes, sia per la quiete affettuosa che emana John. Riporto una delle frasi che ritengo più espressive: “…Un corpo colmo di segreti, di pensieri, di specchi d’acqua profonda, di cancelli dorati, di giardini al crepuscolo…”. Bello, bello.

Recensore Junior
14/01/16, ore 19:21

Ciao! Sono anni che non lascio una recensione ad una storia quindi mi scuso in anticipo per l'insieme di cose senza senso che dirò, ma dovevo assolutamente complimentarmi! Ho letto diverse storie su Sherlock ma nessuna mi ha mai entusiasmato quanto questa. A mio parere sei riuscita a ritrarre perfettamente il personaggio, tutto è azzeccato, dal modo di pensare a quello di parlare. Non avevo mai trovato uno Sherlock così...Sherlock! Ti faccio i complimenti sia per questo sia per la trama, è originale e mi incuriosisce. Inoltre, il modo in cui hai reso il dolore per la "perdita" è incredibilmente realistico, sei stata davvero brava! Ancora complimenti, comeseiqui

Recensore Master
12/01/16, ore 23:29

“…Luci fioche, sguardi fugaci. Cielo d’inchiostro, stelle esili. Sherlock guardò l’orologio…”: mi piace come crei l’atmosfera giusta, lo sfondo adeguato a far risaltare la figura unica di Sh. Unica e molto IC, anche in quel moto di umana comprensione che fai apparire per un attimo nei confronti di Laurine Gerthard. La disperazione e la mancanza di John “ammorbidiscono” il comportamento di solito freddo e scostante del consulting che ha bisogno, sia pure per poco tempo, di non sentirsi braccato dal richiamo assordante del suo cuore. Infatti l’affermazione che rivolge alla donna (“…Il dolore di natura emotiva, appartenendo alla sfera dei sentimenti e delle emozioni umane, non costituisce per me ambito di interesse alcuno…”) più che a lei è rivolta a se stesso, nel disperato tentativo di recuperare l’algido autocontrollo della sua razionalità. Ma è inutile, John è onnipresente anche se non c’è fisicamente (“…Tu che ne dici, John?..”). Efficace il tuo modo di raccontare Sh e ciò che lo circonda.

Recensore Master
03/01/16, ore 23:23

Non prendere per complimenti quello che ti scrivo, sono delle osservazioni che ritengo giuste per quello che ci stai regalando e mi dispiace che altri recensori non lascino qualcosa di loro strada facendo, perché questa ff merita più attenzione. Allora….”…sopracciglia corrucciate e dallo strano bagliore negli occhi miti, sembrava più determinata…”: ritorna uno dei tuoi tratti distintivi che è, come ho già rilevato, la proprietà di linguaggio, con l’uso di termini scelti con accuratezza e adeguati al contenuto. Anche lo stile è piacevole; efficace quel contrarsi delle frasi in veloci immagini (“…Bruno. Aconito. Villa abbandonata. Rovine…”) per farci entrare nel Mind Palace di Sh, dove la razionalità del consulting ha catalogato tutto con precisa e lucida freddezza. In questo capitolo c’è, oltre naturalmente a lui, Mrs Hudson che tu delinei in un modo sicuramente IC, sviluppando quegli elementi di premura, affetto, determinazione che possiamo intuire dalle sue apparizioni nelle serie televisive. E’ lei il vero protagonista, ora, che costituisce un’ancora di salvezza per Sh, che si trova a lottare con le sue labirintiche fughe mentali da quello che non riesce ad affrontare: il suo amore per John. Proseguendo nella lettura mi è piaciuto molto quell’Holmes, anche lui IC, che fugge dalla stanza come bastasse a scappare da quella realtà tragicamente senza la sua “luce”. Interessante il personaggio di Helvia. Trascrivo un paio di frasi con cui metti a confronto benissimo la tenera affettuosità di Martha e la cupa asocialità con cui Holmes cerca di mascherare la sua disperazione“…Un tintinnio argentino perenne, nascosto, come un suono segreto, come un messaggio…Per quanto possa trovare incredibilmente avvincente la sua dedizione a certe incomprensibili tradizioni, Mrs. Hudson…”. Ottimo lavoro.

Recensore Master
28/12/15, ore 18:47

Ritornano anche qui le caratteristiche principali con cui tu sai scrivere, te l’ho già detto, che sono la cura e la scelta delle parole. Eleganti, come Sh (“…Lampi di azzurro, di bianco, di bruno, di oro pallido… languore obnubilante…”), vere, come John (“…Sentì bruciore, umido… annaspò alla ricerca del lenzuolo…”). Mi ha veramente angosciata la “visione” dell’incubo che tormenta il consulting, così ben descritta che coinvolge nel suo angst chi legge. Ti assicuro che è stato un vero sollievo il risveglio e l’arrivo del messaggio di Lestrade. Quello che segue, poi, è da manuale del romanzo giallo. Complimenti.
(Recensione modificata il 28/12/2015 - 09:28 pm)

Recensore Master
15/12/15, ore 15:49
Cap. 1:

Mi è piaciuto molto questo tuo inizio. Per vari motivi. Innanzitutto mi ha colpito lo stile molto curato, caratterizzato da una puntuale scelta delle parole "giuste": volevo dire "vocaboli appropriati", ma mi sembrava un'espressione noiosa per chi, come te, ha costruito, con esiti avvincenti, questo pezzo di vita. L'argomento, il post-matrimonio di John, è stato esplorato molto, in questo fandom, ed analizzato in profondità: Ma il tuo punto di vista, che è quello di Sh, se non erro, è veramente interessante. Infatti ci fa partecipi dei suoi pensieri più profondi che scorrono alla luce fredda della sua razionalità. In un'organizzazione interiore in cui tutto dovrebbe, dunque, essere ordinato e sotto controllo c'è, invece, un "disturbo" che dà dolore e rimpianto:"..Oh, Sherlock. Oh, John, vattene, sparisci....". Brava.

Nuovo recensore
15/12/15, ore 08:52
Cap. 1:

Ciao! Durante una lezione talmente poco interessante di religione mi sono ritrovata a scorrere le storie pubblicate su questa categoria e... Tadan! Finalmente ne ho trovata una che mi sia piaciuta! Mi hai migliorato la giornata, grazie. Lo Sherlock che hai descritto è perfetto, il linguaggio anche. Posso dire che mi piace tutto. Si prospetta una delle migliori storie su Sherlock che si possano trovare su questo sito. Non so cosa aggiungere: Scrivi davvero bene.
Aspetto il prossimo aggiornamento
Baci e buona giornata!

Nuovo recensore
15/12/15, ore 00:14
Cap. 1:

Che esordio entusiasmante! Hai uno stile scorrevolissimo ma molto fine, e - a mio parere - un eccezionale talento con i dialoghi *-* Ho apprezzato ogni singola frase del capitolo, e particolarmente lo scambio di battute tra i fratelli Holmes: i dialoghi sono davvero brillanti, rapidi e credibili, e gli scorci che abbiamo dei pensieri di Sherlock integrano perfettamente questo scenario di menti vivaci e quasi frenetiche. Ho apprezzato molto anche il modo in cui la storia conduce lentamente al suo interno, senza chiarire dal principio quale sia esattamente la situazione; lo trovo un espediente narrativo molto efficace e davvero adatto a questa serie :3 Anche la conclusione mi è parsa molto efficace - a mio avviso anche per i riferimenti alla droga, aspetto che non è mai stato troppo approfondito e che lascia spazio ad infinite soluzioni - e non vedo l'ora di leggere un nuovo capitolo! A presto :D