Tesoro bello, ciao!
Questo è stato davvero un gran capitolo, dove di cose interessanti ne sono successe e dove i personaggi sembrano aver trovato un loro equilibrio. La quiete prima della tempesta, insomma.
La prima a fare la sua comparsa è quella simpaticona di Clarke, che deve affrontare la madre. Mi è piaciuto il fatto che Abby non si sia presentata in aeroporto quando la figlia è atterrata: l'ho trovato molto realistico. Dopotutto, sono passati davvero molti anni, anni in cui Abby ha creduto sua figlia scomparsa, morta e in cui ha elaborato quella perdita, e ora lei rispunta così dal nulla, millantando di essere solo fuggita e di stare benissimo. Certamente, il colpo è duro da reggere ed è molto plausibile e realistico che, nonostante tutto l'amore che prova per sua figlia, la donna si senta anche ferita, e che quindi sia pronta ad accoglierla con gioia, ma anche con rabbia.
Io avevo già preparato popcorn e bibita per assistere al momento in cui Abby tirava due/tre bei ceffoni a Clarke, godendomi la scena, e invece tutto si è risolto con un abbraccio conciliatorio. Certo che a Clarke va sempre bene anche quando si meriterebbe il fuoco dell'inferno.
Comunque, tornando seri, il momento dell'abbraccio tra madre e figlia è stato davvero molto intenso e ben gestito. Con quel semplice gesto, le due hanno colmato quella distanza che le ha separate per anni, cancellando ogni cosa. Perché Abby può aver pensato quello che vuole, può aver pensato di odiare sua figlia per ciò che le ha fatto passare, ma ritrovarsela davanti è tutta un'altra storia. E Abby ha anche capito le sue colpe, ascoltando le ragioni di Clarke e supportata dalla maturazione che ha avuto nel corso d quegli anni. Ha capito di non essere stata in grado di occuparsi di sua figlia, scaricando anche su Finn la responsabilità di farlo, idealizzando la loro relazione e lasciando credere a Clarke di essere sola e di non poter fare altro che scappare. Una situazione sicuramente non facile per nessuno, dove la reazione di Clarke è stata quella più istintiva e comprensibile.
Il momento dolcissimo tra Murphy ed Emori l'ho davvero amato. Innanzitutto, Emori che prende a schiaffi Murphy elencandogli tutti i motivi per cui ce l'ha con lui mi ha fatto sorridere ed è molto da lei. Ed è bello che Murphy la conosca così bene da riconoscere che lo faccia per la preoccupazione di perderlo, di non veder tornare mai più quella persona che per lei significa tutto. Le introspezioni di Murphy sono davvero meravigliose e le ho amate. Il suo sentirsi a casa, il suo potersi finalmente perdere a guardare Rebeca mentre dorme, stringendo la donna che ama tra le sue braccia, quella normalità a cui deve troppo spesso rinunciare. Mi è piaciuto moltissimo leggere di lui così umano, così dedito ai suoi doveri, ma comunque bisognoso di normalità. Una normalità che ritrova la notte nel letto, nel suo letto in casa sua, con Emori al suo fianco, nei cui occhi si può perdere, mentre parlano e scherzano insieme. Nello scambio di battute che hanno, si intuisce chiaramente il tipo di rapporto che intercorre tra i due, quanto siano legati e quanto si amino. Come ti ho già detto anche l'altra volta, amo il rapporto che hai deciso di delineare per questi due personaggi e sono contenta che qui Emori appaia meno ambigua e più tranquilla rispetto alla serie: un personaggio in meno che mi fa rodere il fegato.
E arriviamo al momento che mi ha fatto di nuovo tirare fuori i popcorn: quello del confronto tra Bellamy e Gina. Ero davvero curiosa di sapere come si sarebbe svolto quest'incontro e come i due avrebbero affrontato la questione. Quando Bellamy è sceso dall'aereo e Gina lo ha accolto stringendogli la mano, era chiaro ed evidente che la loro relazione non avesse più nulla dell'amore e che i due si trattassero come degli amici, ma un conto è pensarlo, un conto è affrontare apertamente la questione.
Per Bellamy infatti non è stato per nulla semplice, ma ho comunque apprezzato il fatto che alla fine abbia preso coraggio e abbia deciso di non tergiversare, di non nascondere la testa sotto la sabbia e di affrontare la situazione di petto.
La reazione misurata e posata di Gina da una parte mi ha stupita, dall'altra no: anche lei, come Bellamy, era ben consapevole che la loro relazione fosse giunta al termine, e forse mettere in chiaro questa cosa è stata una liberazione per entrambi. Come ha detto Gina, forse loro due funzionano più da amici, perché quando non c'è più amore ma si continua ad andare d'accordo è sicuramente la soluzione migliore, quella che fa soffrire di meno entrambi, perché non li tiene intrappolati in qualcosa che non sentono più come loro, che gli va stretta. Ovviamente, il peso di quegli anni insieme si fa sentire, e Gina si lascia sfuggire una battutina sagace su Clarke e sul suo averci messo lo zampino, e questo l'ha resa realistica e molto umana nella sua amarezza. Mi ha fatto piacere leggere che il confronto che Bellamy tanto temeva si è svolto e concluso in maniera tanto pacifica. Ora il colonnello è davvero libero di approfondire il suo rapporto con Clarke, e io non vedo l'ora di vedere cosa combineranno questi due insieme.
Intanto, qualcosa di losco si muove, sbattutoci in faccia in uno scambio di battute tra due personaggi ignoti. Pike, guarda che lo so che sei tu, che fai la tua comparsa giusto per ricordarci che non ci dobbiamo adagiare sugli allori, perché questo momento di calma e tranquillità non è destinato a durare.
Tesoro, ti faccio tantissimi complimenti, questa storia si fa sempre più interessante e leggerla è sempre un piacere.
Un bacione grande e alla prossima ♥ |