Recensioni per
These are the days of our lives (I giorni della nostra vita)
di Lella73

Questa storia ha ottenuto 50 recensioni.
Positive : 50
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior

Grazie Lella73 per questa ff
Mi è piaciuto molto il tuo modo di scrivere, spero che ti venga l’ispirazione per altre storie
Grazie

Recensore Junior

Carissima Lella, questa volta voglio iniziare il mio commento con la parola con cui solitamente lo chiudo: GRAZIE. Per tutte le emozioni che mi hai regalato con questa nuova splendida storia, che mi ha fatto battere il cuore come se avessi corso anch’io a perdifiato sulle spiagge della Normandia, o sotto la pioggia battente per cercare un riparo che non è mai abbastanza vicino. Grazie per avermi riportato le farfalle nello stomaco e quel subbuglio del cuore che conosce solo chi ama veramente per la prima volta. Grazie per ogni nuovo personaggio incontrato sulla strada che così sapientemente hai delineato per noi e sulla quale mi sono sentita condotta per mano. Grazie per l’ironica e spietata malignità con cui tu soltanto sai ritrarre Girodelle e tutte le sue manie di nobile vanesio incapace di cogliere il sentimento che unisce due anime destinate l’una all’altra sin dalla nascita. E grazie sempre per il grande amore ed il profondo rispetto che mostri verso Oscar e André e che è più che palpabile in ogni singola parola con cui ci parli di loro. Ho amato ogni riga di questo ultimo capitolo (fatico ad accettare che sia l’ultimo, davvero…), specialmente i piccoli dettagli in cui sei per me una vera maestra: la musica suonata nervosamente ed interrotta prima di concluderne l’esecuzione, le domande così rivelatrici di Oscar alla finestra (quante prime volte con André? Perché solo ed unicamente con lui potevano essere condivise!) – complimenti, a proposito, per aver recuperato la bellissima scena di lui che lava il cavallo, con i piedi nell’acqua, aggiungendo però il loro gioco di sguardi ed il sorriso di André in risposta. E poi quel punto particolare nell’ufficio di Oscar, dove lui si appoggia sempre mentre aspetta che lei concluda la sua giornata al comando della Guardia Reale, e che sembra improvvisamente così vuoto senza di lui, al punto da risaltare come se la cosa più importante di tutte fosse venuta a mancare. Per giungere poi ai ricordi del passato, così fondamentali da aprirle, anzi, spalancarle non solo gli occhi ma anche il cuore: lei che offre la sua vita per salvarlo dall’ingiusta punizione del sovrano, e le parole del prete sentite da bambina, sul significato più profondo del sacrificarsi per qualcun altro. Che modo meraviglioso di portare Oscar a prendere coscienza di quel sentimento che noi tutte vediamo in lei da sempre! E che tenerezza infinita lei che corre a casa con la smania di vederlo, infastidita dal contrattempo generato dagli ospiti del padre, che pure le offrono poi il pretesto per fare irruzione (!) nella camera di André, con quella scusa così ridicola di avere postato il rum! (mi permetto un’analogia che ho colto appartenendo alla tua stessa generazione: la protagonista di Dirty Dancing che giustifica la sua presenza ai balli “proibiti” con un laconico “Ho portato il cocomero”!). Il momento clou in cui Oscar e André finalmente si parlano, in cui cade il velo dietro cui lei ha cercato, fuggendo, di nascondere l’amore che lui le ha confessato, e che lei davvero pensava di non poter meritare, è così dolce che mi ha commossa, anche grazie a come hai saputo riproporre i dialoghi dell’anime adattandoli ad un contesto completamente diverso (e che bella la stessa posizione di Oscar sul petto di André, e la mano di lui a cingere la sua!!!). Cara Lella, che viaggio meraviglioso è stato il mio…il nostro! Non c’è nulla di quanto ho letto che non sia perfettamente plausibile pensando ai nostri beniamini. André audace? Ma chi non ricorda che nel manga addirittura arriva a rubarle un bacio ben prima della notte dello strappo? Il suo agire qui per me è perfettamente in linea con il suo personaggio, così come trovo straordinaria e al contempo naturale l’evoluzione dei sentimenti di Oscar e del suo comportamento, che lontano dalla reggia (e da certi drammatici eventi che invece accadono nell’anime) può concedersi di essere ben più morbido fino a recuperare parte di quella spensieratezza che l’ha sempre caratterizzata da bambina. Per tutte queste emozioni di nuovo GRAZIE, dal profondo del cuore: questa tua storia è come la pentola di monete alla fine dell’arcobaleno, il tesoro nascosto che solo pochi fortunati riescono a trovare. Io di certo lo custodirò gelosamente insieme alla più preziosa delle ricchezze: la tua amicizia.

Recensore Veterano

Trovo molto suggestivo il fatto che questa storia si chiuda con le parole che, nell'episodio 25, suonavano in bocca ad André così stranianti eppure così profondamente illuminanti. Proprio nel momento in cui, nella storia originale, gli equilibri stanno per saltare e la vicenda si avvia verso una china rovinosa, André vede tuttavia con chiarezza (e lo esplicita ad Oscar!) che la resa dei conti con la realtà dei fatti, con ciò che loro sono, l'uno per l'altra, è soltanto rimandato, perché ci sono cose che nessuno può impedire, per quanto si sforzi di farlo.
Grazie, Lella per questa storia, per la sua atmosfera incantata. Per le suggestioni che ci ha regalato.
A presto.
Octave

Recensore Veterano

Ed eccoci all’epilogo. Una storia bellissima ed emozionante. Come non notare i tanti riferimenti alle scene dell’anime che tu hai sapientemente riadattato alla tua storia! Sei riuscita ad integrale perfettamente in un contesto diverso e soprattutto a lieto fine.
Chissà se riusciranno davvero a vivere liberi il loro amore di persone appartenenti a due ranghi diversi.
Potrebbe essere un ‘idea per una storia futura 😀
Un abbraccio!

Recensore Master

Carissima,
eccoci arrivati alla fine di questo tuo racconto, che, nell'approssimarsi dell'estate, ci ha fatto sognare, portando i nostri amatissimi nel contesto di quella che un tempo veniva, signorilmente, chiamata "la villeggiatura". Ti rinnovo i miei complimenti più sinceri:
quanto mi è piaciuta questa tua long, e quanto ho adorato il corso che hai saputo imprimere agli eventi, lavorando per millimetriche - e plausibili - variazioni sulla vicenda originale, e che, come nelle storie a bivi che tanto amavo nei fumetti da bambina, portano a un esito diverso da quello canonico, ma non per questo meno coerente. Ho amato di questo tuo capitolo l'implicita comparazione che si fa strada nella mente di Oscar fra Girodelle - così superficiale, amante dei pettegolezzi e, soprattutto, incapace di capire in profondità il suo Comandante - e André, con il quale e al quale non servono le parole per comprendere Oscar, e per darle la possibilità di dare un nome e una etichetta - perché per lei tutto deve essere chiaro, cristallino, patente, lampante, senza ombra di dubbi - al sentimento che ha scoperto di coltivare. Importante è stato anche l'intervento della saggia governante normanna, e mi chiedo che cosa sarebbe stato della vicenda di RoV se Oscar, oltre all'affetto così commovente, ma anche protettivo di Nanny, avesse incontrato anche un'altra figura capace di indirizzarla e, come dire, avviarla all'ammissione che anche una persona nella sua condizione e nel suo ruolo ha diritto a essere felice con la persona che ama. Il finale, con quella scena tanto tenera e intima in riva al lago che era stato testimone, nell'ep. 1, della scazzottata fra Oscar e André e della grande scelta di lei, chiude una sorta di cerchio, perché riporti i protagonisti là dove si era aperta una fase della loro esistenza, e ce li presenti innamorati e felici di vivere ilo loro sentimento: ho immaginato le loro gambe intrecciate sotto il tepore della coperta calda e morbida, il sentore del vino, il cielo solcato dalle lunghe scie degli uccelli migratori, e devo dire che non si poteva immaginare un finale più bello e più dolce. Grazie per questa storia, e per le citazioni al mio lavoro, anzi, ai miei lavori. E, soprattutto, scrivi ancora!!! Presto!
La tua fantasia, la tua cura, il tuo piglio, e l'entusiasmo sincero che hai per questi personaggi che hanno accompagnato la nostra crescita, mi hanno rapita da subito.
Ti abbraccio forte,
d

Recensore Master

Lella carissima, siamo alfine giunti alla fine di questo viaggio, non solo fisico quanto interiore, che ha visto protagonisti i Nostri due giovani alla ricerca e scoperta di se stessi. Durante il soggiorno alla villa normanna tante sono state le sensazioni che hanno sfiorato i loro cuori e altrettante le emozioni che sono state in grado di travolgerli: ma mentre uno era pronto, oramai da tempo, per affrontarle e viverle nella pienezza che aveva solo potuto sognare, l’altra ha avuto delle difficoltà, dovute alla sua educazione e al non pensare di potersi concedere di assaporare la felicità data un sentimento di amore e di appartenenza. Oscar, quando è in preda a perturbazioni di questo genere, che sconvolgono i suoi ritmi e mettono a nudo la sua anima, viene colta da un timore che pensa si possa smorzare solo con la fuga e, anche in questa occasione, l’ ha messa in atto, rientrando con l’intera comitiva a Palazzo Jarjayes, certa che, forse, all’interno di mura amiche, avrebbe potuto trovare quiete ai suoi turbamenti, avendo anche a disposizione del tempo per decidere come sarebbe stato meglio affrontare tutto quel tumulto che l’aveva avvolta. Appena rientrata, si era ritirata nei suoi alloggi, non volendo vedere nessuno e, soprattutto perché, così agendo, quasi nascondendosi ai più nell’intimità delle sue stanze, non avrebbe dovuto dare spiegazioni per le sue repentine decisioni, lasciando agli altri il fare congetture. Si era tuffata subito nel lavoro, senza perdere un attimo di tempo, al fine di avere la mente occupata in altri pensieri che avessero potuto distoglierla così da quello principale e quanto mai perturbante. Aveva voluto recarsi a Versailles sempre rigorosamente da sola per prendere un certo tipo di distanze, che, forse, è stato propedeutico al fatto di rendersi conto che quella solitudine avvertita era sempre più incombente e poco piacevole da vivere e che, presto o tardi, avrebbe chiesto conto. Nel frattempo André sembrava non essersi perso d’animo, forte del suo amore nei confronti di Oscar, si è predisposto ad attendere che anche lei fosse sulla sua lunghezza d’onda. E’ ammirevole André nella sua costanza e nella sua incrollabile fede che Oscar possa rendersi conto che la vita diventa veramente tale se la si può condividere con qualcuno che avverte lo stesso afflato, il quale conduce inevitabilmente a stare insieme, perché solo così ci si completa vicendevolmente. André non si è imposto, anche se questa ulteriore attesa ha scavato una profonda malinconia che si riverberava sull’intero suo essere e, una persona sensibile come Rosalie, se ne era prontamente accorta, comprendendo che fra i due giovani dovesse essere accaduto qualcosa di non ben definito, anche se nessuno dei due lo dava a vedere, mantenendo però un riserbo che non era quello solito, ma era più profondo e personale.
I giorni intanto sono scorsi e nello svolgersi delle giornate ci hai dato un’ampia panoramica degli atteggiamenti tenuti dal tenente Girodelle, un poco sorpreso del rientro anticipato del suo comandante, che per la prima volta, si presentava al comando, rigorosamente in solitaria. La presenza di André, di quell’attendente onnipresente, è sempre stata per lui indigesta e aveva dato adito a contorte riflessioni su quale fosse il tipo e il grado di rapporto che avevano potuto stringere. Ci aveva perso sopra parecchie notti, senza peraltro essere in grado di darsi una risposta, semplicemente perché non avrebbe mai potuto comprendere due anime che erano fatte l’una per l’altra e che, quando erano insieme, erano unicamente e magicamente se stesse, cosa per lui inaccettabile e inconcepibile, poiché il rango e la posizione definivano contorni ben delineati e invalicabili.
Ma durante queste giornate fatte di compiti, ma anche piene di niente, il peso di quella mancanza si fa sentire, e tu, come al solito, ci proponi le sensazioni e le emozioni che passano attraverso i personaggi, filtrando la visione ora tramite gli occhi di uno e poi dopo secondo lo sguardo dell’altra. Sembrano entrambi rimpallare e procrastinare il momento in cui si troveranno di fronte e saranno costretti, volenti o nolenti, ad affrontarsi. Avevo espresso nel precedente commento la speranza che André non avrebbe prestato il fianco, e conseguentemente chiesto un confronto con Oscar: invece non ve ne è stato bisogno perché quel qualcosa a cui la nostra Oscar cercava di dare un nome, è deflagrato dentro di lei tanto da diventare talmente dirompente da volerne rendere partecipe anche la sua naturale controparte. E finalmente accade, anche complici le poche ma chiare parole della missiva di Madame Lorette, la quale non ha messo un ulteriore tarlo nella mente di Oscar, ma le ha dato l’opportunità di rendersi conto che concedersi di essere felici non è automaticamente definirsi deboli perché si cede al sentimento, anzi, forse proprio grazie a quest’ultimo si diventa più forti e in grado di affrontare le difficoltà che talvolta disseminano il cammino degli esseri umani proprio perché si è insieme e pronti a sostenersi sempre e comunque. Il pensiero latente, che André volesse lasciarla, per condurre magari una diversa vita da quella che avevano sempre condiviso, le ha messo in corpo la paura che davvero, se ciò si fosse verificato, allora la sua esistenza sarebbe stata veramente triste e solitaria e niente e nessuno avrebbe potuto colmarla, come invece accadeva con André, il quale con la sua sola e unica presenza riempiva il loro mondo. E abbiamo, finalmente, potuto intravederlo questo loro mondo, fatto di quella complicità che sono riusciti a ritagliarsi al di fuori degli obblighi legati ai loro ruoli, e ci piace pensare che abbiamo potuto gustarsi momenti, tanti, innumerevoli, fatti di semplicità, quotidianità, normalità, conditi dall’inestinguibile fiamma che ardeva in entrambi i cuori e che li avrebbe legati per sempre.
Grazie per questa tua narrazione così ariosa, briosa, empatica, che ha dato il giusto spazio ad ogni personaggio, evidenziando caratteri e caratteristiche di ognuno per amalgamarli all’idea del racconto di vita che volevi portare avanti, aprendo, di fatto, un varco per potersi così meglio addentrare nelle vite dei due personaggi principali, a cui siamo diversamente legati, e che ha rallegrato e alleggerito gli animi di tutti quei lettori che, con non poca difficoltà, hanno dovuto accettare ciò che Madame Ikeda, con il suo stile e forse la sua cultura, aveva previsto per loro, non lasciando una piccola possibilità di futuro, ma probabilmente così agendo li ha consacrati e collocati in un universo che mai li dimenticherà, anche se, ogni tanto, è bello avere l’opportunità di fantasticare su universi alternativi tramite le fanfictions di voi Autori/Autrici.
Mi complimento per la minuziosa cura dei particolari inseriti, che ci fa diventare parte delle scene di cui racconti, nonché per la tua bravura nel veicolare le emozioni e, nel mentre, ringraziandoti per la compagnia, ti mando un caloroso abbraccio da estendere alla tua regione così provata in questi ultimi tempi.
Spero di risentirti prossimamente, qui o altrove! Elena

Recensore Veterano

Avevo letto come sai questa storia, ma è stato un piacere rileggerla. Se fosse stato così! Se oscar avesse aperto gli occhi prima ....❤️

Recensore Veterano
30/05/23, ore 22:23

"Se fuggire fosse la soluzione..."
Ma come sottolineava André nella storia originale, fuggire ci può solo dare l'impressione di avere arginato un problema. E non è mai la soluzione. Passato e presente si intrecciano. La tenerezza dei ricordi dell'infanzia e la forza dirompente di una realtà che bisogna assolutamente affrontare.
Aspettiamo la conclusione della storia!
A presto.
Octave
(Recensione modificata il 30/05/2023 - 10:32 pm)

Recensore Veterano
28/05/23, ore 12:38

Cara Lella, se penso che il prossimo capitolo sarà l’ultimo, visto che ne hai annunciato 8, già sento la mancanza di questa storia.
In questo capitolo arriva la realtà con cui Oscar deve fare i conti. Una realtà che cerca in ogni gesto durante la permanenza in Normandia con il suo continuo cercare Andrè, attraverso sguardi o contatti fugaci, ma che respinge con forza davanti alla vulnerabilità dei sentimenti di Andrè.
Rosalie non avrà potuto far a meno di chiedersi perché tra loro due è calata una coltre fitta e densa. La risposta non è così difficile da capire.
Durante il capitolo fai riferimento ai parenti della prima moglie del generale. Non sapevo che avesse avuto un altro matrimonio prima di Madame Margherit! Ho capito male o se ne fa riferimento da qualche parte nel manga?
Ora che i nostri stanno per tornare a Palazzo Jarjayes e a Versailles, sarà molto più difficile per loro affrontare i sentimenti in un ambiente dove sono continuamente sotto i riflettori.
Al prossimo capitolo!

Recensore Junior
27/05/23, ore 22:44

Carissima Lella73, che piega inaspettata hanno preso gli eventi in questo splendido capitolo! Avevamo lasciato un’Oscar che si stava avvicinando finalmente al suo André ed ora che lui finalmente trova la forza di dare un nome a questo forte sentimento, ecco che la paura di lasciarsi andare, di scoprirsi degna di questo amore, interrompe il suo cammino e la riporta bruscamente alla realtà. Sì…ma quale realtà? Quella che la vita le ha imposto? Che il padre ha plasmato per lei? Quella racchiusa in un’uniforme che pretende razionalità, obblighi, obbedienza, mentre silenziosamente schiaccia i bisogni della sua anima? Quanto deve far paura a chi non sembra aver conosciuto altro sin da bambina, scoprire che il cuore può chiedere, desiderare e addirittura essere pienamente corrisposto! Povera Oscar, mi fa un’infinita tenerezza e tu hai tratteggiato ogni sfumatura del suo dilemma interiore in modo così eccezionale da farmi vivere in prima persona le stesse emozioni. La fuga sembra al momento l’unica soluzione possibile, l’unico rifugio dinnanzi a qualcosa che è così grande da non poter essere contenuto in un cuore soltanto. Ed ecco allora l’altro cuore, che da sempre batte solo per lei, pronto a sfidare il destino pur sapendo che potrebbe perderla, che dando voce al suo sentire potrebbe essere respinto. Quanta pazienza questo splendido uomo che si è conquistato ogni tocco, ogni bacio con una fatica paragonabile solo a chi riesce a scalare una montagna! Grazie per averci regalato un André strepitoso che sa sempre cosa fare, sa sempre cosa non dire, sa sempre aspettare, e che – sono certa! – alla fine verrà giustamente premiato. Ho adorato anche in questo capitolo l’ennesimo splendido ricordo di un’infanzia condivisa, che li vede complici nel deridere il povero precettore dal nome così facile da storpiare, e che diventa un meraviglioso pretesto per portare Oscar, questa volta, a cercare il bacio di André, ad intrecciare la mano nella sua prima di farsi sfuggire la fatidica domanda… E quanto è stato bello leggere di Oscar che sente la sua mancanza mentre è in visita dalla sorella, al punto da correre a casa il prima possibile. Tanti piccoli gesti pieni di una tenerezza infinita, come lei che prima di partire lo rincorre per prendergli la mano, o che gli porta il pranzo mentre è impegnato nella riparazione del tetto. Così come ho trovato dolcissimo il gesto di Rosalie, che pur senza dire nulla, sfiora la mano di André alla locanda, conscia che qualcosa tra i due deve essere accaduto. Come sempre il tuo straordinario talento nel dare valore a tanti particolari, mi trascina in un mondo così vivo e reale da non poterlo più considerare un’opera di fantasia. Grazie davvero per ogni singola tappa di questo viaggio meraviglioso che vorrei non avesse mai fine. E grazie ogni giorno per la nostra amicizia, nata tra te righe di un racconto e destinata – quella sì! – a non avere mai fine. ❤

Recensore Master
26/05/23, ore 17:04

Che meraviglia questo capitolo, ricco di immagini che diventano autentiche visioni, inanellate l'una all'altra. La prima, nonché la più affascinante, ça va sans dire, è quella di André, in camicia con le maniche arrotolate e con addosso un paio di vecchi pantaloni (magari giusto quel filo troppo aderenti e sdruciti, eh?), intento nei lavori di riparazione del tetto. Mi viene giustappunto voglia di rimuovere alcune tegole, come quando, vedendo "C'era una volta Hollywood" di Quentin Tarantino, sono stata colta -insieme a migliaia di altre donzelle, ne convengo - dalla poderosa tentazione di estirpare la mia antenna TV, per vedere se magari arrivava un antennista come Brad Pitt a rimettermela in sesto! Scherzi a parte, che tenerezza questo André che tu delinei come giustamente stanco la sera, ma sempre capace di quell'attenzione nei confronti di Oscar che lo porta a rimettersi in ordine; e che tenerezza questa Oscar che, quasi ingannando se stessa sulle reali motivazioni del suo gesto, va sempre a portare personalmente il pasto ad André. E che delicatezza quella tua scelta lessicale a proposito dello sguardo di lui che resta "impigliato" negli occhi di lei, quasi che le sue lunghe ciglia fossero una sorta di rete da cui non è possibile liberarsi: Petrarca dovrebbe aggiornare il suo campionario di situazioni e immagini amorose! Ho adorato il modo in cui il ricordo delle birichinate d'infanzia ai danni del povero Monsieur Lachève alleggerisce il clima che si fa teso al momento del bacio, e la rivelazione dei sentimenti di André, in quel momento e in quella forma, mi sembrano estremamente credibili e plausibili, centrate sulla personalità e sul carattere di lui. Quanto alla reazione di Oscar, è proprio da lei! Turbata, e insieme orgogliosa, e consapevole di essere stata proprio lei, in fondo, a causare quella esplosione di sensualità. Grazie davvero per questo aggiornamento veramente ghiotto e bellissimo, come ghiotti e bellissimi sono i tuoi dolci. E, colpo di genio e tocco di classe, l'Armagnac, che adoro, e il cui sapore, per quanto ben noto anche a Oscar, doveva sembrare incredibilmente migliore attraverso la bocca di André. Bisous!!!!! A prestissimo,
d

Recensore Master
25/05/23, ore 12:34

Mia cara Lella, è sempre piacevole e rilassante potersi immergere nella lettura di questo tuo racconto, che ci parla di vita, di quotidianità, di normalità, soprattutto per chi quella normalità forse non l’ha mai vissuta davvero e ora ne ha la piena opportunità. E’ un qualcosa che non deve essere sprecato, ogni minimo momento può rimandare delle sensazioni che, poi, solo con il tempo potranno essere riviste, e magari rivissute, provando ad esaminare le singole emozioni che lo hanno composto.
Alla villa in Normandia la vita prosegue tranquilla, a parte il tempo capriccioso che ha fatto danni mentre qualcuno ha provato a metterci una pezza. Madame Lorette, visto che il danno però non aveva trovato una soluzione definitiva, si era adoperata, con il suo solito e solerte modo di fare, affinché qualcuno venisse dal paese per aggiustare il tetto che ancora mostrava i segni del passaggio del temporale. Non trovando nessuno disponibile, dato che anche in paese vi erano stati danni consistenti a causa del maltempo, André non ci aveva pensato troppo e si era reso disponibile a sistemare il tutto con l’aiuto di qualcuno. E così le giornate erano passate lente e laboriose per André, mentre Oscar e Rosalie occupavano buona parte del tempo restando insieme per studiare o leggere. La sera però si ritrovavano per la cena, che diventava un piacevole convivio, prima che ognuno si ritirasse nelle proprie stanze. In quei giorni, intanto, erano arrivati diversi inviti dalla sorella Hortense, la quale si trovava in visita presso alcuni parenti, subito declinati da Oscar e accantonati, forse perché lì, a Villa Jarjayes, c’era qualcuno a cui voler stare vicino in un modo diverso, e poi perché finalmente in quel luogo aveva provato una pace interiore che mai aveva avvertito come così essenziale. Certamente è tutto un concerto di eventi che ha prodotto una tale situazione di pace e serenità non solo fisica quanto emotiva.
E’ dolce e premurosa Oscar quando porta il pranzo ad André che sta lavorando alacremente al tetto: complici sono gli sguardi che si scambiano e che sono carichi di parole, o meglio, di sensazioni che passano semplicemente da uno all’altra e che vengono pertanto elaborate nel privato dei loro pensieri.
Però gli inviti pressanti avevano avuto la meglio, e quel brevissimo soggiorno era stato piacevole, in particolare per Rosalie che si era ben comportata mettendo in luce la sua gentilezza, i suoi modi di fare e la sua personalità. Oscar invece sembrava distratta, come se ci fosse qualcosa che aveva fretta di tornare a fare, tanto che il soggiorno è durato veramente poco ed entrambe hanno fatto ritorno alla villa, dove, con non poca sorpresa, hanno trovato il tetto riparato come André aveva promesso. E’ stato bello il loro ritrovarsi tutti insieme, con i racconti di quelle giornate fatti con dovizia di particolari da Rosalie, mentre Oscar sembrava stranamente nervosa, forse per quelle riflessioni che durante il soggiorno avevano fatto capolino nella mente, quando si era accorta che i suoi pensieri volassero sempre e costantemente verso André, interrogandosi sul perché le mancasse e, soprattutto, sul come le mancasse. Con lui riusciva ad assaporare la libertà di essere se stessa perché lui gliene dava sempre la possibilità, e poi, dopo il bacio sulla spiaggia, qualcosa aveva iniziato a scavare nel profondo dell’animo di Oscar, che però aveva paura di scoprire quale verità vi si celasse. Oscar sta vivendo un momento di difficoltà, divisa tra il venire a conoscenza di qualcosa che la coinvolge e, sotto sotto, la fa stare bene, e il terrore che quello stesso coinvolgimento, seppur positivo e vissuto con trasporto, la possa sconvolgere a tal punto da non sapersi destreggiare e comportare. Un’ancora di salvataggio, in questi primi attimi di dubbio, per Oscar è suonare, ma sentendola suonare, uno attento come André non ha potuto non capire quanto fosse nervosa e pensierosa, semplicemente da come pigiava sui tasti del pianoforte, e che era la testimonianza della tensione che stava vivendo trasferita alla musica. Ma dicevano anche altro le note della melodia: lui doveva esserle mancato non poco e questo fatto era una certezza che accarezzava il cuore di André. Bello anche l’intermezzo che si è venuto a creare e che rivanga il loro passato da ragazzini in vacanza che non si peritavano di combinare marachelle al loro vecchio precettore, vittima sacrificale dei due “banditi giustizieri” come amavano definirsi a quell’epoca, e una di quelle era rimasta immagazzinata, forse scordata o magari lasciata lì apposta per essere riscoperta in un altro tempo, dentro uno dei tomi di Tacito che André, proprio quella sera, aveva preso tra le mani, anche se non era uno dei suoi autori preferiti. Ed ecco che in questo frangente i Nostri sembrano rispondere ad un imperativo: si guardano, si osservano, si sfiorano, si baciano scoprendo quanto il sapore dell’altro fosse qualcosa di caro e conosciuto. Il bacio, dal quale Oscar non si è ritratta, diventa man mano più esigente, ma lei risponde con trasporto fino a quando una consapevolezza e un’urgenza fanno capolino con quella domanda rivolta ad André per la quale ha timore di conoscere la risposta che lui le avrebbe dato in tutta onestà come sempre faceva rapportandosi con lei. Ma quella verità fa paura, ed ecco che Oscar scappa: scappa per tornare ad essere padrona di se stessa, scappa perché cedere a quel sentimento avrebbe voluto dire rinnegare parzialmente la se stessa che era stata fino ad allora, scappa perché da lei ci si aspetta ben altro atteggiamento, e infine scappa perché è convinta che il suo ruolo debba essere un altro, uno che non lascia spazio a sentimentalismi che da lei non ci si aspetta possa provare. L’atteggiamento e le decisioni prese in conseguenza di quelle parole che rimbombano nella testa di entrambi, e che sono deflagrate come lo scoppio di un ordigno, non fanno altro che accelerare la partenza per tornare a Palazzo Jarjayes, dove tutto avrebbe ripreso il normale corso della vita, anche se i pensieri, le sensazioni e le emozioni provate non sarebbero mai potute essere accantonate e tantomeno dimenticate, perché vissute sulla propria pelle.
Inutile dire il rammarico di tutti, a iniziare da Rosalie, poi Aurelia e Madame Lorette, per la improvvisa decisione di partire, compiendo un viaggio a ritroso che non aveva minimamente l’aspetto fresco, gioviale e leggero di quello dell’andata. Tutti stavano vivendo una sorta di piccolo dramma per aver interrotto troppo bruscamente ciò che stava facendo del bene ai loro animi, non sapendo con precisione a cosa stessero andando incontro una volta che la vita li avesse nuovamente catturati imbrigliandoli entro determinati confini.
Viene da pensare, come Madame Lorette, che sia davvero un peccato sprecare il tempo che hanno a disposizione per affermare se stessi entro una dimensione differente, pur rimanendo sempre perfettamente se stessi, non accogliendo il sentimento che evidentemente da sempre li lega e che potrebbe essere un collante ancora maggiore per tutte le sfide che la vita metterà loro dinnanzi.
Sono curiosa, pertanto, del prosieguo, dopo questa repentina battuta d’arresto, alla quale, sono però certa, almeno André non presterà il fianco e chiederà un confronto franco con Oscar.
Restando in attesa, ti auguro un buon proseguimento della settimana, soprattutto per quanto concerne la tua martoriata regione che auspico vivamente possa ornare alla normalità in tempi ragionevoli e risorgere più bella e forte di prima. Un affettuoso abbraccio.

Recensore Veterano
25/05/23, ore 08:59

E adesso comincia il percorso inverso fi oscar ,le prende la paura non capisce i sentimenti che prova pet André e non sa come elaborarli . Ti aspetto con i prossimi aggiornamenti , grazie

Recensore Veterano
22/05/23, ore 17:51

Tanta tenerezza in questo capitolo in cui Oscar e André possono dimenticarsi dei loro ruoli e i sogni più arditi sembrano potersi realizzare.
Ho trovato molto interessante il flashback in cui André è costretto all'ingrato compito di riportare a casa il Generale. Una situazione scabrosa e crudamente realistica, ma tratteggiata con grande delicatezza. - Il conte de Jarjayes aveva alzato su di lui uno sguardo sofferente e vacuo. "Sono io, signor generale" gli aveva detto lui "Sono André. Lasciate che vi aiuti. Vi riporto a casa". Il generale era ubriaco. André non l'aveva mai visto ubriaco. Né l'avrebbe più rivisto: il generale non beveva.- André, come d'altra parte ci aspettiamo, mostra qui una maturità certamente superiore alla sua età. Una capacità di cogliere al volo le situazioni ed una prontezza nell'affrontarle che riconosciamo come sue. Un garbo ed una discrezione, una naturale sensibilità nel gestire le situazioni più delicate che, nonostante la sua giovane età, sono tratti nettissimi del suo carattere.
Alla prossima.
Una caro saluto.
Octave

Recensore Veterano
21/05/23, ore 14:34

Bè, direi che questo capitolo inizia decisamente con il botto! Subito il primo approccio tra i nostri amati che vede Oscar, forse un po’ OOC, prendere inaspettatamente l’iniziativa e lasciarsi andare a una corsa liberatoria sulla spiaggia. Una spiaggia che sta diventando sempre più galeotta. Non ti nascondo che inizialmente ho pensato fosse un sogno e che Oscar si sarebbe svegliata provata dalle sensazioni e dal proprio inconscio. Invece è tutto vero e ora deve fare i conti con i sentimenti e la realtà che non sarà più quella di prima.
Mi ha fatto invece un effetto molto strano vedere il generale in una situazione così vulnerabile. Un uomo sempre tutto di un pezzo è difficile da immaginare ubriaco e piangente.
Un altro aspetto che ho notato di questo capitolo è la contrapposizione romantica e serena della prima metà con la drammaticità del finale, il racconto dell’ultimo nascituro De Jarjayes e l’inevitabile condanna di Oscar ad una vita che non avrebbe meritato.
A presto!

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