Recensioni per
Vita da Fuorilegge
di Beatrix Bonnie
Ecco cos'erano quelle scarpe alate! |
Certo che Reammon è davvero incorreggibile!! |
Ciao Bonnie!! |
Eccomi qui! |
Ciao cara! |
Ciao! |
In primis complimenti per aver inserito la figura della banshee, una delle più affascinanti (e inquietanti) figure del folklore gaelico, ho trovato poi particolarmente ben pensata l'idea di farla comparire nel momento in cui Reammon deve affrontare il difficile tema della convivenza maghi- babbani, specie quando non si è seguaci della separazione tra i due gruppi ed anzi si ha un bel rapporto di amicizia, sia pure con i naturali alti e bassi, come la scoperta che uno dei due non continuerà il cammino scolastico con l'altro (ma come s'è visto le sorprese non si limitavano a questo); posso immaginare lo sconcerto che deve aver preso il malcapitato Sebastian vedere il suo amico che dall'essere considerato un tipo strambo ma innocuo s'è rivelato appartenente a sì particolare genia. |
Finalmente posso leggere e recensire questo capitolo, non vedevo l'ora! |
Ciao! |
Ti piace il latino vero? :) Si capisce leggendo le tue storie! |
Meno male che il buon Septimius, pur non aiutato dalla sorte per l'avvenenza, dimostri di avere vivo ingegno e di essere portato all'eloquenza, e che già ad un'età così verde apprezzi la lingua di Cesare e Cicerone, per la gioia sua e del precettore, mentre la sorella non sembra avere altrettanta passione per lo studio, ma per la malcapitata le disgrazie non si limitano solo alla menomazione, alla poca passione per le lettere e al vivere da reclusa, altre nubi si vedono all'orizzonte, i nodi vengono al pettine e da quel che ho capito dal dialogo la paura fa novanta anche per l'algido e orgoglioso purosangue irlandese Sextans, di fronte alle critiche avanzate dal fratello porporato (il quale però poteva anche fargli notare prima che tale atteggiamento sarebbe stato foriero di problemi, ma dubito che l'avrebbe ascoltato, orgoglio e vanità sanno tappare le orecchie meglio della cera e chiudono gli occhi con fil di ferro)che gli pone davanti la dura realtà, ovvero che lo stato nelle sue varie ramificazioni entrerà nella loro vita privata qualora sottraesse sua figlia agli obblighi scolastici, il che a parte il problema personale, sarebbe un onta per la sua famiglia, e nonostante i rapporti con i britannici non siano proprio idilliaci, l'onore della famiglia val bene mandarla nell'altra isola. |
Capitolo a mio parere diviso in due parti tra loro opposte ma che trovano un sapiente incastro nella figura del protagonista, se nella prima il clima è piuttosto sereno (per quanto possa esserlo la vita di una madre di famiglia impegnata in un a sorta di guerra con il suo diletto figlio iperattivo (forse un po' troppo) certo è ammirevole la sua passione per la cultura in età prescolare (quella per i libri sembra quasi un culto di tipo animistico, quando si attribuisce un potere particolare a degli oggetti, in questo caso il giovane Reammon non vede nei libri dei vettori culturali, ma si ferma sul loro ruolo di entità cui delle persone in varie epoche hanno dedicato tempo per carpirne i segreti, insomma, una sorta di simulacro, peccato (ma non per chi legge) che tale rispetto non sia accompagnato da relativa condotta, provocando un effetto domino davvero terrificante. |
Ho trovato estremamente interessante questo capitolo, non solo per la descrizione della infelice infanzia di Priscilla, costretta a vivere un'esistenza apparentemente serena dal punto di vista materiale (dato che comunque ha accesso agli agi ed ai lussi che la sua condizione sociale comporta) ma allo stesso tempo ridotta ad una specie di ombra che deve vivere nascosta da tutti pena una punizione che assume i contorni della maledizione ad vitam (ovvero l'espulsione dalla cerchia familiare, è chiaro che nella sua visione i "guaritori" di cui viene minacciato l'intervento hanno poco a che vedere con i medici del mondo magico, ma assumono le caratteristiche dei mostri predatori invocati dai genitori di ogni tempo e paese per far str tranquilli i figli troppo vivaci), da dire che Septimius sembra aver preso coscienziosamente il compito di aiutare i suoi nell'impedire che la sorella venga vista da alcuno, evidentemente lo fa a fin di bene (o meglio, quel che ritiene sia il suo), così, come ombra, assiste all'invito di quegli alti papaveri della società magica- irlandese (molto bello il ritratto di Eoin da bambino). |
Ottimo contraltare all'austerità del precedente capitolo, un ritratto molto più umano delle vicende che portano alla nascita di un nuovo essere, con scene decismaente molto divertenti (anche perché scene simili non sono molto rare nemmeno negli ospedali babbani), in questo capitolo si mostra come i due genitori di Reammon già all'epoca fossero caratterizzati da un'indole che sfoggeranno ancora quando li si reincontrerà in più tarda età, in effetti sono una coppia tutto sommato ben assortita soprattutto l'atteggiamento amabilmene svagato di Aaron che s'accompagna alla determinazione di Joey, che è stata decisamente necessaria in un ambiente piuttosto segnato dalle pastoie burocratiche (benissimo trasposte nella loro variante magica), cui bene o male bisogna assoggettarsi, non fosse altro che per il rispetto del contratto sociale (in questo v'è quasi da lodare Aaron che rispetta il suo turno senza dare di matto, in una condizione come quella sarebbe stato scusabile), comunque alla fine il servizio sanitario magico-irlandese ha fatto il suo dovere, per la gioia dei genitori. |
In primis credo che sia stata una buona idea dedicare una storia a due personaggi che hanno un ruolo abbastanza importante nelal vita dela sucola magica irlandese (non foss'altro per la serie di guai capitati ai protagonisti nel terzo capitolo della saga, problemi che come una sorta di velenoso fiume carsico sono sorti negli anni '90, ma che hanno avuto la loro sorgente nel periodo in cui è ambientata questa storia), passando al capitolo in particolare, credo che sia stato reso molto bene il distacco di Sextans, che da pater familias versione gaelica pensa solo ai futuri eredi senza preoccuparsi granché delle condizioni della moglie impegnata in atto così particolare, per poi cambiare idea quando vede che le cose non sembrano andare per il verso giusto (evidentemente anche nel mondo magico esiste la tentazione di riscoprire il trascendente solo quando ci si trovi in seria distretta, e dire che con un fratello ecclesiastico avrebbe avuto di che discutere sul tema), ma purtroppo è stato solo il calore di un momento, l'algida figura del purosangue gaelico ha preso il posto del padre e marito preoccupato per la partoriente e per i figli anche troppo presto, alla scopeta che una aveva un corredo cromosomico diverso dal previsto e perdipiù con una menomazione, agli occhi c'è però da lodarlo (paradossalmente) per aver scelto la strada dell'Oblivion verso il guaritore, ma forse solo perché in Irlanda non c'è un equivalente del Taigeto. |