Nota dell'autrice: la storia, pur facendo parte della serie “Trinity College” è sufficientemente indipendente, tanto da poter essere letta anche da chi non avesse presente i precedenti racconti. Tuttavia, ne è vivamente consigliata la lettura, perché l'autrice darà per scontati certi aspetti riguardanti la scuola irlandese di magia.
Il primogenito maschio
Gennaio 1955, villa Saiminiu
Sextans
Mes Gergra Saiminiu di Sir Eriu Luachra non era il tipo di uomo che
si faceva impressionare facilmente. Se ne stava tranquillo in salotto
a leggere il Corriere del Mago, come se non stesse accadendo
nulla di speciale. Avrebbe fischiettato, se solo a un mago Purosangue
di un'antica stirpe celtica fosse permessa una tale frivolezza. Ma,
dopotutto, di che avrebbe dovuto preoccuparsi? Il parto era una cosa
assolutamente naturale, anche se sua moglie Onoria stava facendo
nascere due gemelli. Sperava tanto che fossero maschi: due eredi
forti e sani per i Saiminiu e la stirpe di Mes Gergra.
Suo fratello Antilius entrò in salotto proprio in quel momento. Si
sedette sulla poltrona di pelle rossa al suo fianco e rimase un
attimo in silenzio, a contemplare la grossa croce dorata da cardinale
che portava sul petto. «Quando saranno nati i due bambini,
bisognerà pensare al battesimo. Sai che non è saggio
attendere troppo» disse Sua Eccellenza, osservando le fiamme
del camino che creavano stani giochi di luce sul pavimento di marmo.
Sextans si arrese a mettere da parte il giornale e si voltò verso il
fratello. «Certo, Antilius, non temere».
«Speriamo
siano maschi, Sextans» continuò il cardinale. «Come
pensavate di chiamarli?»
Proprio
quel momento un urlo un po' più forte degli altri si fece
sentire dal piano di sopra. Sextans sollevò gli occhi al
soffitto per un attimo, poi rispose: «Septimius e Menrwald».
Sua Eminenza non contemplò nemmeno l'ipotesi di chiedere come si
sarebbero chiamate se fossero state femmine. Erano maschi, ne era
certo.
In
quel momento si sentirono dei vagiti provenire dal piano di sopra.
Sextans si alzò dalla poltrona di scatto, come se qualcosa
l'avesse punto, improvvisamente vigile e attento a qualsiasi suono.
Rimase immobile per qualche momento, poi scambiando una veloce
occhiata con il fratello cardinale, fece per dirigersi verso la
porta, ma apparve Wolly l'elfo domestico sull'uscio. Aveva uno
sguardo preoccupato e esitante, come quando temeva di essere punito
per qualche mancanza.
«Che
succede, Wolly?» domandò allora Sextans, in tono duro.
L'elfo si guardò intorno per cercare un'ancora di salvezza.
«Deve aspettare ancora, signore. I guaritori si stanno
adoperando. Wolly la verrà a chiamare, signore, quando avranno
finito.» E con quelle parole uscì dalla stanza.
Sextans si pietrificò. In un secondo gli crollò addosso il
mondo intero: che cosa stava succedendo al piano di sopra? Perché
Wolly era preoccupato e per che cosa si stavano adoperando i
guaritori?
«Il
Signore è il mio pastore, non manco di nulla» recitò
Sua Eccellenza. «Abbi fede, fratello mio, e andrà
tutto bene».
Sextans
si lasciò cadere sulla poltrona e prese a riflettere
osservando le fiamme che danzavano nel camino. Non era da lui, ma ora
cominciava a essere preoccupato. Temeva per la vita della moglie e
per quella dei due piccoli. Finalmente i Saiminiu stavano per avere
un'erede e per riportare in auge il nome della famiglia all'interno
della stirpe di Mes Gergra, e invece quel parto si stava rivelando
più complicato del previsto. Non era mai stato particolarmente
credente, a differenza del fratello, che aveva scelto la carriera
ecclesiastica, diventando una delle voci più influenti nel
mondo magico cattolico, eppure in quel momento si ritrovò a
pregare. “Falli sopravvivere, Signore, non posso fallire ora!”
In
quel momento apparve nuovamente Wolly. «Signore, sono nati.
Venga, venga!» esclamò il piccolo elfo, incitando il suo
padrone a seguirlo.
L'uomo
si alzò immediatamente dalla sedia e si affrettò a
salire le scale, seguito dal fratello.
Si
precipitò dentro la loro camera da letto dove sua moglie
Onoria ansimava stanca tra i cuscini e le coperte. Aveva uno sguardo
indecifrabile, strano per una donna che aveva appena dato alla luce
due creature. Il guaritore se ne stava in un angolo, come se si
sentisse colpevole di qualcosa, e fissava il signor Saiminiu con
occhi pieni di attesa angosciosa.
I
due gemelli erano stati adagiati in una culla, a fianco del letto.
Sextans si avvicinò cauto, temendo di scoprire qualcosa di
terribile, viste le facce degli occupanti della stanza.
Finalmente
osservò i suoi figli: un maschio e una femmina.
Il
bambino a sinistra era un po' magrino, ma tutto sommato sano:
piangeva come un disperato e agitava al cielo i pugnetti.
Ma
quella al suo fianco... era uno sgorbio. Il braccio sinistro non era
altro che un moncherino e le gambine erano irrimediabilmente storte.
Storpia.
«Cosa
è quella?»
Aveva
una figlia storpia. Lui, erede dei Saiminiu di Mes Gergra aveva una
figlia storpia.
«Signor
Saiminiu...» farfugliò il guaritore. «I due
bambini, essendo gemelli, non aveano abbastanza spazio e la femmina
non è riuscita a formarsi del tutto».
«Stupide
scuse!» sbraitò Sextans, voltandosi verso il guaritore,
che in un baleno si vide passare davanti tutta la sua vita.
«Io...
non ho potuto fare nulla».
Sextans
estrasse la bacchetta dalla tasca, furioso. Il guaritore sgranò
gli occhi e indietreggiò di un passo. Non avrebbe potuto
ucciderlo, al St. Bartleby sapevano che lui era dai Saiminiu per un
parto. Se l'avesse ucciso, tutti avrebbero capito che era stato quel
fanatico di Saiminiu.
Non
avrebbe avuto il coraggio, o sì?
I
suoi occhi scuri non lasciavano presagire nulla di buono.
«Oblivion»
sussurrò Sextans. «Noi abbiamo avuto solo un figlio
maschio. Un bel maschietto sano» ordinò al guaritore,
che annuì con uno sguardo vacuo.
E
poi Sextans si voltò verso la culla e squadrò con
serietà quel piccolo sgorbio che strillava.
Eccoci
qua con la nuova storia dedicata agli Extraiures... non un inizio
propriamente allegro, lo ammetto, ma sono voluta partire proprio
dalle origini, con la nascita dei due gemelli Saiminiu. Lo schema, lo
ammetto, è ripreso dal magnifico lavoro di Julia
Weasley, “Eroi
non si nasce, si diventa”, anche se ovviamente molto meno
elaborato: si tratta di 3 capitoli a testa per l'infanzia di
Septimius e Reammon, 7-8 per la loro amicizia al Trinity, 2 a testa
per l'età adulta e un epilogo finale con la riappacificazione.
Potrei definirla una sorta di MissingMoment alla mia stessa saga del
Trinity, che vede come protagonisti i due Extraiures. In alto ad ogni
capitolo, il luogo e la data a cui fa riferimento l'episodio, utili
per capire dove ci troviamo e quanti anni hanno i personaggi.
Spero
che questo breve capitolo vi sia piaciuto... dal prossimo cominciano
i divertimenti, perché sarà descritta la nascita di
Reammon!
A
presto, Beatrix
EDIT: comincia anche per questo racconto l'opera di risistemazione dei dialoghi!