Recensioni per
Frammenti di Luna.
di Luna Avae

Questa storia ha ottenuto 43 recensioni.
Positive : 43
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
10/12/21, ore 16:49

Bella, anzi bellissima.
Un aeroporto: così moderno e al tempo stesso così antico. Potrebbe essere un molo, oppure l'uscio di casa prima di andare alla guerra.
Un saluto così convenzionale ("see you soon") e al tempo stesso così unico ("last kisses").
Un cambiamento che suona come la mezzanotte che separa due giorni: amarsi, prima deloa cesura; essersi amati, dopo.
Giovinezza in superficie, vecchiaia nel profondo.
Ma questo gioco di strazianti dicotomie si trasforma presto in un canto alla speranza, le cui note sono intesa, complicità, note che riescono a sconfiggere le distanze.
Molto bello il titolo ripreso dall'ultimo verso.
Immediato il pensiero alla mitica Fenice.
Due fenici, sempre nuove, e belle come una resurrezione. Ma irraggiungibili.

Recensore Master
10/12/21, ore 16:48
Cap. 33:

Bella, bellissima anche questa poesia.
Rappresenta l'eterno inganno degli amanti, o forse degli amici: la presunzione di conoscere l'altro meglio di se stessi. Di sapere e volere scrivere di lui.
E un brutto giorno, quello del disinganno, tutto ci crolla addosso, niente è più conosciuto: né la vita, né la morte.
Fino al punto che la certezza di sé si trasforma nell'annientamento di sé.
Però non è ancora detta l'ultima parola, se si riesce a dimenticare il passato.

Recensore Master
25/07/19, ore 15:09

Buon pomeriggio.
Non sono bravo in inglese e me ne vergogno. Però il testo ha stile, devo riconoscerlo. Anche nella scelta delle parole, hai utilizzato e affiancato più volte suoni simili, creando armonia lessicale.

Nuovo recensore
23/07/19, ore 11:28

Questo inglese torrido fra rime che in italiano conquisterebbero i cuori.Si dice in certi ambienti che in un certificato di Shakespeare mancassero 5 firme perche' dichiaratamente analfabeta.Un certicato forse di matrimonio o giu' di li'.Una calunnia naturalmente.Leggi Pianto Antico di Carducci ed i nostri contemporsnei premio Nobel.

Recensore Master
06/03/19, ore 07:18
Cap. 30:

Buongiorno.
Bella poesia, intensa e stimolante.
Ho gradito questa lettura, nonostante sia un po' triste.
Buona giornata!

Nuovo recensore
06/03/19, ore 07:02

Un fatalismo che come l'acqua sotto i ponti scorre o ripercorre vagheggiamenti ed esperienze personali che sono nel castigo alla nostra razza umana.Cantare con la cetra Roma che brucia non ti porta da nessuna parte.Ma celebrare l'anelito all'amore e' come fare il pieno al motore.Molto interessante la seconda in particolare.
Pasta 7/3/2019

Nuovo recensore
05/03/19, ore 23:26
Cap. 30:

Versi straziati,disperati,per una anima in sofferenza.Un canto che coinvolge anche il cielo come il lupo col suo ululato nelle notti da tregenda.Ma la poesia apre le sue rime a tanto dolore ma dando comunque ad esse un eco opportuno.Un finale dunque ripetitivo,quasi ossessivo,che non esalta piu' di tanto.Un lavoro egregio.
Pasta 5/3/2019

Recensore Master
20/10/18, ore 15:24
Cap. 28:

Buon pomeriggio.
una poesia profonda, elaborata; complimenti davvero!
E' stata una piacevolissima lettura.
Buon fine settimana :)

Nuovo recensore
20/10/18, ore 07:56
Cap. 28:

Sembra quasi una nenia,una romantica poesia per l'alba che e' la forza dei poeti.Il bisogno di evocarla in una condizione fisica incerta ha un sapore amaro,ma mai abbassare la guardia.Benissimo
Pasta 20/10

Recensore Veterano
15/02/15, ore 00:41
Cap. 26:

Uuh, questa è difficile.
Mi immagino frustrazione in una stanza bianca, piena di poesie, quadri, canzoni che però sono opachi, freddi. Che non scrivono, pitturano o cantano. E una ragazza al centro che gira a braccia aperte chiamandoli senza risposta.
E poi diventa opaca anche lei.

Anche se l'amore non svanisce. L'anima, forse.

Recensore Veterano
09/08/13, ore 19:40
Cap. 23:

Delicata e saltellante. La rima conferisce un ritmo allegro al testo, che ondeggia da una quartina ad un haiku, rallentando un attimo sulla coppia.
Poi uno va a leggere meglio e trova... Rovi. Forse perché sono l'immagine più forte evocata nella poesia, queste piante nere, forti, resistenti... E dannatamente dolorose.
Non si capisce bene chi sia questo "Amico". Più che una persona sembra un'ideale, qualcosa di più alto... Ma anche di parigrado, una sorta di compagno spirituale con cui si discorre, e a cui si sta mostrando il proprio punto di vista. Che è corretto, perché è l'unico che si può vivere.
C'è un bell'insegnamento alla fine, quello che già avevo incontrato in altri tuoi versi: quello di cercare la bellezza anche andando oltre la prima impressione, o la prima esperienza vissuta.

Non so perché ma questo amico me lo immagino con l'aspetto di Jack Frost °°

Nuovo recensore
24/07/13, ore 17:39
Cap. 3:

Secondo me sei bravissima :)

Recensore Veterano
20/07/13, ore 02:29
Cap. 21:

Questa è una paziente di un manicomio, o una che si considera come tale perché gliel'hanno inculcato a forza nella testa. Cammina sull'orlo di un precipizio guardando qualcuno che ha paura si butti giù, e non osa avanzare. Compiange la fragilità della vita, della sua vita in particolare, e con un sorriso stanco e tristemente ironico ammonisce chiunque provi a capirla, ad intrufolarsi nel suo essere per carpirne i segreti. C'è una lieve minaccia in tutto questo, un "Uomo avvisato, mezzo salvato" che fa immaginare come non sia conveniente leggerle nella mente, non tanto per la ricchezza o i vantaggi che potrebbero derivarne ("anche se fossi regina"), ma più per i mostri in agguato e per l'abisso in cui si potrebbe cadere.
Eppure, vuole quasi spronare a farlo.

Recensore Veterano
20/07/13, ore 02:25
Cap. 20:

Triste... Triste e malinconica... Un pianto serio, saggio, compreso, ma non per questo meno doloroso. C'è una sorta di eleganza in questo pianto, c'è la consapevolezza che non è sbagliato né vergognoso farlo. Anzi, che è una cosa inevitabile in questo caso, quindi tanto vale accettarla, anche se è tagliente e dolorosa. La conclusione è un monito, una lezione che Madama Vita impartisce come sempre: con la pratica diretta.

Recensore Veterano
20/07/13, ore 02:21
Cap. 19:

Rime saltellanti su un prato moribondo, che qualcuno ha reso così per un motivo che si sa, ma che non viene svelato. Sembra esserci del rancore, della voglia di fare un dispetto. Tu hai buttato la rosa quando era bella? E io la raccolgo quando è fredda e morta, e la trovo comunque bella! E mi prendo il regalo che tu avresti dovuto farmi!
Un po' insana, come visione. Un po' possessiva e... Oddio, non voglio usarlo, ma ho in bocca il termine "yandere".

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