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Autore: _ki_    25/03/2012    10 recensioni
«Sì che importa» dice allora, sempre tenendo gli occhi bassi, quasi vergognoso. Si passa la lingua sulle labbra secche e decide che deve pur dirle, quelle parole, che ferirà Louis, ma che lo ferirebbe di più stando zitto. «Io non ti amo, Louis».
Louis sa di amare Harry. Ma Harry sa di amare Louis?
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel capitolo precedente (perché ve lo sarete anche dimenticato, ormai):

“Mentre cammina gli viene in mente che se ha tempo può ancora tornare a casa e parlare con Louis. Ma poi guarda l’ora nel cellulare.

Oggi pomeriggio, allora.

Tanto Louis non può mica scappare.”

 

Capitolo terzo - Angry

 

Le ultime parole famose, pensa rabbioso Harry mentre esce dallo studio di registrazione, incazzato come un pitbull e irascibile come una donna con le mestruazioni. Sono stati in studio tutta la mattina e tutto il primo pomeriggio, Louis gli ha a malapena rivolto la parola, Liam continuava ad alternare occhiate alla oh-mio-dio-mi-dispiace-Harry-cerca-di-fare-il-bravo con quelle da te-l’avevo-detto-io-che-eri-geloso -Harry ha fatto la grande cazzata di parlare con Liam, già- e poi Louis, appena hanno finito, si è fiondato fuori ed è sparito.

È scappato davvero, il bastardo, si ripete ancora nella mente, mentre incide a grandi falcate la strada poco affollata. Ha lasciato Niall, Liam e Zayn a guardarlo apprensivi e un po’ confusi davanti alle porte dello studio e si è fiondato a casa, perché l’ha assalito l’incredibile voglia di spaccare la faccia a qualcuno e non vuole rovinare quelle dei suoi compagni di band.

Di Louis la rovinerei volentieri, però.

Entra nell’abitazione e si sbatte la porta alle spalle, senza premura. Nessun «Harry! Che cos’hai?» accompagna il rumore del legno che cozza contro l’uscio, nessun «Calmati cazzo Harry, che succede?», né un misero «Va tutto bene?». Segue solo un profondo, stressante silenzio, che fa intendere a Harry l’assoluta mancanza di Louis in casa.

Sarà andato da quella sua fottuta ragazza, pensa rabbioso, salendo le scale e disseminando i vestiti in giro per la casa. Non ne può più di questo stupido ordine che aleggia per la casa e vuole solo poter rimettere tutto come prima -e non sta parlando solo del disordine e della disposizione del cibo nella cucina.

Entra in camera che è rimasto solo in boxer, si butta sul letto con rabbia e sbatte frustrato una mano sul cuscino per cercare di fargli prendere una forma decente. Lancia un’occhiata alla scrivania, dove il computer lampeggia lasciato acceso dalla mattina, quindi si alza, decide che è ancora presto per dormire e fare sogni stupidi sul suo migliore amico e si piazza davanti allo schermo.

Puoi venire da me?” gli arriva il messaggio di Liam, mentre sta trafficando su YouTube in cerca di fan-video su lui e Louis. Pondera un po’ la domanda, passandosi il cellulare distrattamente da una mano all’altra, una penna incastrata tra le labbra e la trama della sedia di legno segnata sulle cosce. Poi risponde positivamente, perché tanto Louis è a scopare con Eleanor e lui non ha niente da fare a casa.

Si fa una doccia, attraversa i corridoi bagnando il pavimento in cerca di un paio di boxer puliti e calpesta i vestiti che ha lasciato per terra, inumidendoli e stropicciandoli. Lancia uno sguardo svogliato alla giacca abbandonata sullo schienale del divano, va in cucina in cerca di qualche caramella, trova la ciotola a forma di anatra arancione vuota e si spazientisce, decidendo di vestirsi velocemente e uscire da quella casa prima di rompere qualcosa a causa del nervosismo -non del tutto giustificato, tra l’altro.

Non si accorge del tempo che ha impiegato a compiere tutte queste azioni tranne quando, sulla porta, si scontra con un Louis appena rientrato, le mani ad aggiustare i capelli sconvolti e il volto sorridente.

«Harry!» esclama, quando si accorge di lui, ed è probabilmente la prima parola che gli ha rivolto in tutta la giornata. Sta ancora sorridendo quando incontra il suo sguardo, ma poi forse si accorge della sua espressione irritata e raddrizza le labbra. Harry non ha più questa gran voglia di uscire, mentre Louis si sfila il cappotto e lo appende, lanciandogli occhiatine curiose. Vorrebbe restare a casa, parlare con Louis, rilassarsi e dimenticare Eleanor, le Haribo finite e Liam con i suoi problemi nei momenti meno adatti. Ma poi “Harry? Ti sei perso?” gli scrive Liam, e allora è costretto a fare un cenno con il capo all’amico e ad aprire la porta per uscire.

Casa di Liam è praticamente attaccata a quella di Zayn -per questo sono sempre insieme- quindi Harry non ci impiega molto a raggiungerla. Quando suona, però, non risponde nessuno. Ogni tanto capita, che Liam si dimentichi di aver invitato qualcuno a casa e se ne esca come niente fosse. È già successo in un paio di occasioni, con Harry; ma, visto che gli aveva appena mandato un messaggio, non lo credeva possibile questa volta.

Si ritrova a sbuffare, spazientito, e si siede sull’unico gradino d’ingresso.

Liam è un coglione, è l’unico pensiero che gli aleggia in testa. Poi decide che lasciarlo solo come una frase libera nella sua mente non è soddisfacente, quindi glielo scrive in un messaggio.

“Perché? Che ho fatto?” ha anche il coraggio di chiedergli Payne, facendo rafforzare nella mente di Harry l’idea che, prima della fine della loro carriera musicale, verrà incriminato per omicidio. O Liam soffre di Alzheimer, o lo fa apposta, o è davvero quel grande imbecille che sembra essere in questo momento.

“Non mi volevi parlare?”

E poi un «Ah cazzo» arriva dalla strada e quando Harry alza lo sguardo dal cellulare si trova Liam davanti, infagottato nel suo cappotto beige pesante perché soffre il freddo e addobbato con una perfetta espressione perplessa/dispiaciuta.

«Beh, me ne ero dimenticato» ammette, stringendosi nelle spalle, facendogli segno di alzarsi per aprire il portone di casa. Arriva dalla direzione della casa di Zayn, quindi Harry può anche capire che se lo sia scordato -e lo pensa con tutta la malizia che ha in corpo, guardando Liam di sottecchi e cercando di scorgere segnali che sia successo qualcosa di importante. In barba a tutti i commenti stupidi che Payne fa su Harry e Louis, ad Harry non sembra proprio che lui sia messo molto diversamente con Zayn. Danielle-ragazza-di-troppo compresa.

«Allora: di cosa si tratta?» chiede il riccio, una volta che l’amico l’ha fatto accomodare sul divano e si è rintanato sotto una pesante coperta azzurrognola. Liam annuisce, si sistema meglio la coperta sulle caviglie e si soffia via un ciuffo di capelli dal viso.

«Ho bisogno di un consiglio per una cosa importantissima» ammette, sorseggiando quella tazza di tè che si è preparato mentre Harry faceva commentini idioti su lui e Zayn.

«Sì, ti ascolto».

E il problema, in realtà, è che è Liam quello a non ascoltare. Per quanto possa apparire come la persona saggia, composta e attenta del gruppo, in realtà è quello che si fa più viaggi mentali di tutti. Basta un solo movimento, basta un soffio di vento o una nota di pianoforte che entri dalla finestra aperta del salotto e Liam è capace di perdere la concezione del tempo, di puntare gli occhi al nulla e smarrirsi nei suoi personali discorsi mentali. E poi ti ignora per minuti interi, dimentica di cosa stava parlando e ha anche il coraggio di chiederti perché sei così irritato.

È ciò che, praticamente, fa adesso; e Harry, che ormai c’ha passato un bel po’ di tempo insieme e ha capito come funziona, si limita a sbuffare e a sistemarsi accuratamente i capelli a lato del viso, mentre attende che gli occhi vacui di quell’idiota di Liam ritornino sul pianeta Terra.

Poi «Beh, comunque, Zayn dice che non dovresti parlare con Louis se non sei sicurissimo di quello che provi. Per non ferirlo, sai» afferma, con quella sua faccia convinta di chi sta proseguendo un discorso che verte a favore della sua tesi. E dopo queste parole ad Harry non resta altro che sospirare, perché comunque è stato lui quello furbo a fidarsi della discrezione di una pettegola come Liam -e poi non poteva proprio sperare che non lo dicesse a Zayn, il suo carissimo più-di-un-BFF.

«Perché sono qui, Liam?» si limita invece a chiedere, perché arrabbiarsi con uno come Liam è inutile e improduttivo come cercare di tagliare una mela con un cucchiaino da caffè.

«Oh, non lo so. Louis e Eleanor stanno di nuovo scopando?»

Harry -davvero- ormai si sta chiedendo se sia più soddisfacente lanciare Payne nel Tamigi e sentire i suoi strilli terrorizzati affievolirsi all’aumentare della corrente che lo trascina verso il fondo o prenderlo a coltellate fino a non sentire più i muscoli delle braccia. Cioè, già è irritato per conto suo: deve aggiungersi anche lui a farlo esplodere?

«Volevi chiedermi un parere su una cosa importantissima» riesce invece a dire, rimanendo addirittura con uno sguardo neutro in volto -deve davvero essere fiero di sé e delle sue capacità di recitazione. Liam annuisce -«Già, infatti: ti stavo dicendo»- e beve ancora un po’ di tè.

«Abbiamo una festa domani, te lo ricordi? I manager vorrebbero che portassi una ragazza».

Harry ci pensa un attimo, mentre cerca di staccare un filo scampato alla trama del bordo della coperta di Liam.

«È questo quello che volevi dirmi?»

«No, no. Ma allora: porti una ragazza?»

«Forse, vedremo».

Liam annuisce e fa ancora un sorso. Si perde giusto un po’ a fissare lo schermo spento della televisione, poi alza il viso di scatto e fa quasi prendere un colpo ad Harry.

«Che c’è?» chiede il riccio, arricciando il naso all’espressione stralunata dell’amico. Questo pare ponderare la domanda, rifarsela un paio di volte nella mente, poi sbuffa aria dalle labbra e gli fa un sorrisetto.

«Sei innamorato di Louis, Harry?»

Harry si prende un attimo per smettere di respirare, distoglie lo sguardo. Si passa una mano tra i capelli e decide di odiare le domande random di Liam.

«Possiamo parlare di altro? Non sono venuto qua per sentirmi fare un discorso da te sull’amore».

Liam annuisce, ci pensa un po’, finisce di bere il tè.

«Ah, lo sai che ho l’ultimo di Assassin’s Creed? Me l’ha regalato una fan. Per far colpo, credo».

«Revelations, sul serio? Proviamolo, ora».

Liam ridacchia un po’, poi si alza per prendere i joystick della Playstation. Giocano per qualcosa come due ore, completamente presi, tra battutine e insulti amichevoli, dimenticandosi -soprattutto Harry- il motivo per cui si trovano insieme. Poi arrivano le sette di sera e il cellulare di Harry squilla.

«Vieni a cenare?» gli chiede la voce piatta di Louis dall’altro capo del telefono. Non ha più quel tono quantomeno amichevole che aveva quando è rientrato a casa, non ha il sorriso sulle labbra -Harry lo capisce dalla voce, se Louis sta sorridendo- e sembra addirittura arrabbiato.

Ehi, piano: qua quello arrabbiato dovrei essere io. È da questa mattina che cerco di parlargli e non ce l’ho ancora fatta.

Nonostante l’irritazione che gli sta di nuovo invadendo le vene, a sentire quel tono così distaccato, Harry sente comunque un anomalo peso sul petto che lo destabilizza completamente e gli fa rispondere un «Certo, arrivo» prima di chiudere il telefono in faccia all’amico. Liam lo sta guardando con espressione interrogativa.

«Ci vediamo domani mattina» mugugna Harry prima di fiondarsi letteralmente fuori dalla porta. Passa il tragitto casa di Liam-casa sua cercando delle parole per esprimere a Louis quello che sente; ma fallisce miseramente. Quando arriva sotto il portone di casa, poi, navigando nelle tasche della sua giacca si accorge di non avere le chiavi.

Poco importa, non farò la mia entrata a sorpresa.

Louis non chiede neanche chi sia quando Harry suona il citofono. Dopo essersi richiuso la porta alle spalle, Harry lo trova in salotto, spaparanzato sul divano, la tavola in cucina ancora completamente spoglia. Harry sa che Louis non sa ancora farsi nemmeno un panino e quindi non fa domande. Si siede accanto a lui sul divano e restano in silenzio, Harry che guarda Louis e Louis che non guarda Harry.

«Ehi».

«Ciao».

«Cosa vuoi mangiare?»

Poi Louis gli scocca un’occhiata distratta, si sporge in basso, naviga con le mani sotto il divano e ne tira fuori il telecomando. E allora «Ecco dov’era!» esclama Harry con l’espressione da pesce lesso, indicando quasi sconcertato l’oggetto nero. Louis lo guarda ancora in silenzio per alcuni secondi e poi, dopo che «Non riuscivo più a trovarlo» ha specificato il più piccolo, semplicemente ride. La risata di Louis è bella, lo è sempre stata; e Harry sa, visto che conosce Louis meglio delle tasche della sua felpa dell’Abercrombie preferita, che quando ride così, quando lo guarda con le guance un po’ arrossate e gli occhi luminosi, Louis l’ha perdonato. Perdonato per quel «Non ti amo», perdonato per il modo vigliacco con cui l’ha evitato nei giorni seguenti a quel discorso, perdonato per non essersi accorto di quello che prova per lui.

Quando Louis finisce di ridere rimangono in silenzio a sorridersi e Louis sembra in grado di ascoltare seriamente il suo discorso. Cioè, è un momento buono.

«Louis, io-» inizia allora Harry, convintissimo, sporgendosi anche un po’, perché non vuole dirlo troppo ad alta voce. Non ha ancora trovato le parole per dire quello che vuole dire, ma sa che è stato un coglione a non rendersene conto prima e si vergogna di farglielo sapere solo ora.

Ma poi il cellulare squilla.

«Hazza, hai dimenticato le chiavi a casa mia» cinguetta Payne dall’altro capo del telefono, con una nota di rimprovero nella voce. E Harry, mentre Louis arriccia le labbra e si alza e si allontana per rispondere alla chiamata di Eleanor, pensa che lo ammazzerà, Liam, prima della fine della loro carriera musicale.

 

Ragazze, cos’è questa cosa? D:

Ho aggiornato tardissimo, ho questa canzone in loop -che non ha senso, davvero, che c’entra con il capitolo?, ma che mi fa molto da gente arrabbiata, da qui il titolo- e il capitolo e lungo e strano. La parte Liam-idiota è l’unica che mi piace, la parte del videogioco -lo ammetto- è nata solo grazie ai suggerimenti di un mio amico, perché io non ho la minima esperienza in fatto di videogiochi e il capitolo non mi piace! (già detto?, beh, è vero). Beh, in sintesi questo capitolo è stato un parto. Le recensioni sono un po’ diminuite, ma io non mi dispero. Voglio aggiornare già il 27, perché è il mio terzo anno su EFP (mannaggia, sono così vecchia?) e quindi prendo due piccioni con una fava e mi faccio perdonare per tutto questo tempo che vi ho fatto aspettare. Volevo anche dirvi che vi voglio bene, che devo ancora cominciare gli infiniti compiti per domani e che vi ringrazio, per preferire/seguire/ricordare e recensire questa storia, che siete meravigliose e che ora mi prendo un ritaglio di tempo per rispondervi, ecco.

Con tanto amore

_ki_

 

 

   
 
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