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Autore: Pwhore    27/04/2012    0 recensioni
Lei si chiama Giulia. L'ho conosciuta il 20 gennaio, e da quel giorno non ha mai lasciato la mia mente.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Everything happens for a reason. We just have to take the best of it.

Era il 20 gennaio sera ed ero nel pieno dello studio del francese, quando un leggero bip bip dell'iPod mi convinse a mettere da parte i libri e controllare cosa stesse succedendo nel mondo reale.
"Sei stato/a aggiunto/a al gruppo The Motherfuckin' Deathbats,'' recitava la notifica con tono austero.
'Ah, wo, figo, sarà una cosa tipo il Green Army, andiamo a dare un'occhiata,' mi dissi, non esattamente piena di voglia di continuare a incasinarmi la testa con verbi ed eccezioni. Acchiappai il pc, posato alla bell'e meglio sul comodino di camera mia, lo spolverai con un soffio e lo accesi. Dopo un paio di minuti ero già sul gruppo a studiarmi per bene i componenti, per decidere quale sarebbe stato il mio approccio con loro o comunque cercare di capire quante sarebbero state le notifiche. Già con l'Army era un casino della madonna, figurati con due gruppi tra loro simili e con altrettanti membri.
Scrollai un po' la pagina.
Pingu, Delfa, Redda, Olej.. Bene, almeno un po' di loro li conoscevo. Il numero della gente nuova era comunque altissimo, quindi decisi che avrei cominciato a parlare con quelli che come me conoscevano poca gente e che quindi avrebbero cercato di fare amicizia più facilmente degli altri. Il numero rimaneva comunque esorbitante.
Scendendo giù col dito, tuttavia, una ragazza attirò la mia attenzione.
Capelli rossi scompigliati, trucco nero, occhi vispi e lineamenti morbidi, la bocca nascosta da un piano bianco.
Quella ragazza l'avevo già vista da qualche parte, ne ero certa, ma dove? Non riuscivo proprio a ricordarmi in che ambito l'avessi conosciuta, se avessimo mai parlato o se ci fossimo state antipatiche. Scartai tutte le ipotesi: andando a guardare le sue foto capii che non eravamo mai state amiche e così mi misi l'anima in pace, almeno sotto quel verso. Ingrandii la sua immagine del profilo, e in un attimo ebbi un lampo di genio.
Massì, quella era Iris! Shelovesheroin! La tipa che avevo visto su Twitter e che sembrava stimabile da ogni punto di vista, mentale o estetico che fosse! Cazzo, quante volte avevo voluto conoscerla per poterle dire che era una figa e che apprezzavo troppo il suo modo di vedere le cose, ma non l'avevo contattata per vergogna!
Sorrisi tra me e me. L'occasione era arrivata, finalmente. Mi segnai mentalmente di essere gentile con lei e continuai la mia ricerca tra i membri. Non mi emozionai molto; c'era un sacco di casino e le notifiche piombavano da tutte le parti. Si può dire che il primo giorno il gruppo era così caotico che non riuscivo neanche a ricordarmi come mi chiamavo, senza esagerare. Capii fin da quel momento che sarebbe stato necessario disattivare le notifiche, o la mia poca sanità mentale rimasta sarebbe scomparsa completamente nel giro di pochissimo. Però già dal secondo giorno le cose andavano meglio. Anche se tanta gente continuava a presentarsi, avevamo già creato un documento in cui avevamo scritto il nostro nome e le nostre band preferite, oltre ai nostri contatti di Twitter e Tumblr, e avevamo cominciato a socializzare come se ci conoscessimo da tanto. Non mi ricordo con chi parlai per primo, ma ricordo i commenti fuori luogo del Grix e Camilla che gli dava retta, come se fosse una cosa normalissima. Ora che lo conosco, ho capito che non c'è niente di più normale e consono di dire ''E sì illusione che ci sia, ma stare così vicino al culo di un cavallo non so fino a che punto gli può giovare.'' E' una persona strana, Grix, è sempre allegro e si apre poco con noi, però se sei giù di morale puoi sempre contare su di lui, lo si vedeva fin dall'inizio.
I primi due giorni nel gruppo sono passati velocemente. Chiacchieravamo tutti senza problemi e cominciava a formarsi quella che ora è una famiglia unita ed amorevole, e poi eravamo tutti eccitati dall'idea di un gruppo sugli Avenged Sevenfold dove non ci sarebbero stati hater o non fan. Ultimamente è sempre più difficile trovare gruppi del genere, perché gli infiltrati arrivano sempre, presto o tardi, ed è una cosa negativa sotto certi aspetti, anche se poi anche loro diventano parte integrante della famiglia. Però si vede benissimo quanto sono fuori luogo in un momento in cui tutto il gruppo è su di giri per un concerto o un CD del gruppo X e i non-fan stanno semplicemente lì tipo, 'Potrei comparlo e andare a vederli, ma mi fanno schifo quindi passo.' Cioè, dai, che cosa ci stai a fare nel gruppo? Conti i post?
Nei Deathbats non era così. Ogni momento era differente, tutti i membri sprizzavano energia da tutti i pori e non potevi non sentirti coinvolto in quest'atmosfera di allegria e voglia di vivere, anche se eri depresso. Loro erano, e sono, semplicemente tutto quello di cui puoi mai aver bisogno per star bene. E poi loro hanno le loro fisse e delle curiosità che non possono che attirarti, e una di queste curiosità sono i fake. Okay, va bene, i fake ci sono sempre stati, ma questa volta era diverso. E non solo perché io ero riuscita a interpretare uno dei miei bassisti preferiti; ma perché poi era successa una cosa che non mi era mai accaduta prima, quando rolavo sulla pagina dei Chemical.
La gente si è messa a scegliersi i partner.
Okay, direte voi, e allora? No, non 'e allora.' Non capite. Non è così semplice come sembra.
Nel marasma generale, in cui Syn si prendeva Zacky, Matt Val e Jimmy resuscitava dal reame dei morti, io sono riuscita a 'riservarmi' una ragazza. Giuls. Una ragazza vivace, castana, con gli occhi marroni e dei lineamenti dolci e lisci; che pareva brillare tutta quando sorrideva. Sembrava le si illuminassero gli occhi, talmente era bella. Quindi la cosa più naturale che mi era passata per l'anticamera del cervello era stata dire a tutti che era mia, e che quindi nessuno poteva provarci con lei. L'ho scritto così, senza neanche chiederle niente; fortuna che è pazza di Johnny o mi avrebbe mandato a fanculo fin dal primo istante. Quando le ho chiesto l'amicizia non pensavo sarebbe cambiato qualcosa, anche se sotto sotto speravo almeno di diventare buoni amici, e quando sono andata a guardarmi le sue foto ci sono rimasta uno schifo. Avete presente quelle persone belle, ma belle davvero? Quelle così meravigliose che ti crolla l'autostima sotto terra solo a guardargli la punta delle scarpe? Lei è una di quelle. Dopo quattro foto potevo ben dire di essere la persona più fortunata del mondo ad avere una chance di diventare sua amica, se non di peggio. Ero come sconvolta, sono rimasta a guardare quelle immagini per ore e ore, senza avere il coraggio di commentargliele o mettere mi piace. Sembrava una bambolina, una di quelle bambole fragili e perfette che quando le vedi sugli scaffali nei negozi pensi, 'Wow, chissà come dev'essere somigliare a una di quelle?' Cominci a chiederti perché tu sia così imperfetta e loro sembrino meravigliose in ogni piccolo dettaglio, e poi ti rispondi che è normale, sono bambole. Be', io non potevo farlo. Lei era vera, una ragazza in carne ed ossa, e guardando le sue immagini potevo solo venire investita da un camion mille e mille volte, senza smettere mai di trascinarmi sempre più giù, verso il buio, verso l'oblio, verso la mancanza di autostima. Però era come una droga; non riuscivo a smettere di guardarla, di sperare di diventare un po' come lei, di poter acquisire anche solo un minimo della sua bellezza, giusto quanto bastava per non sentirmi più l'ultima merda della Terra, poi mi sarei accontentata di essere okay. Anche se in realtà poco importava, perché comunque il mio carattere ha sempre attirato solo persone tristi, depresse o con tendenze autodistruttive, e lei non mi sembrava affatto così. Mi sembrava così piena di vita, di voglia di scherzare e ridere, che io e la mia apatia ci siamo sentite completamente inutili, oltre che stupide. Più la guardavo e più mi veniva voglia di chiederle se era vera, se era davvero così, o semplicemente se sapeva di essere un qualche tipo di dea scesa in terra; però la timidezza mi bloccava.
"E se se l'è presa a male per quello che ho detto prima? Ho usato poco tatto, magari l'ho irritata," continuavo a ripetermi. In fondo non la conoscevo per niente, magari avevo esagerato e non me n'ero resa conto, o magari lei era una di quelle che alle persone comuni e un po' sfigate non rivolge neanche la parola. Più guardavo quelle foto più non la smettevo di complessarmi, ma al problema pose risposta lei. Mi aprì la chat, così, a buffo, e mi salutò, chiedendomi come stavo e tutte le classiche cose che ci si chiede aprendo una conversazione per la prima volta. Io ero tesa, decisamente tesa, e non sapevo cosa risponderle per non fare brutta figura o per non sembrarle antipatica. 'Sii te stessa,' direbbero tutti, ma quella è la cosa più complicata da fare, soprattutto quando sei in ansia e ti senti come se ti mancasse l'ossigeno nei polmoni, come se il sangue ti si fosse fermato nelle vene e il tuo cuore fosse semplicemente imploso tutto d'un tratto. Giuls mi faceva sentire in quel modo, fin dai primi tempi. E porca miseria, sembrava averci preso gusto a parlare con me. Non potevo che esserne felice però, mi sembrava di vivere in un sogno. Non mi sembrava neanche strano sentirmi così, credevo fosse normale, in fondo stavo parlando con la persona più bella che avessi mai visto in vita mia e non potevo non sentirmi al settimo cielo. Però me lo sentivo, da qualche parte nel profondo, la cosa non si sarebbe fermata lì. No, lei era troppo perfetta perché mi potessi accontentare del semplice fatto di chattarci di tanto in tanto; sentivo come il bisogno di conoscerla, avvolgerla, farla diventare parte integrante della mia vita, per poi non lasciarla andare più via e tenerla al mio fianco per sempre. Una cosa un po' da maniaci, forse, però non potevo fare a meno di desiderarlo ogni volta che leggevo il suo nome sotto un post.
Dovevo farci amicizia. Non riuscivo a pensare ad altro, nonostante ci provassi con tutta me stessa, e poco m'importava di ferire Elide, Julia o chiunque ci tenesse a me, desideravo solo lei e solo lei riusciva a farmi sentire così viva e allo stesso tempo così morta. Aveva un qualche potere su di me, riusciva a farmi sentire come non mi ero mai sentita prima, ed era bello, decisamente bello. Troppo bello perché finisse. Però c'era sempre in mezzo quella mia dannata timidezza; quindi non la cercavo mai e speravo sempre che fosse lei a farlo visto che io non ne avevo la forza, sebbene lo desiderassi con tutta me stessa. Bella cosa, il mio carattere. La paura che avevo di rovinare tutto era addirittura maggiore del desiderio di parlarle, di chiederle della sua giornata, di passare del tempo con lei, e più i giorni passavano più mi sentivo giù, inutile. Un pezzo di carbone in mezzo agli zaffiri per farla breve. Però lei era un raggio di sole, l'unica che riuscisse a tirarmi su in ogni momento del giorno, qualunque cosa fosse successa. Se fossi credente potrei dire che me l'ha mandata Dio, ma visto che non lo sono mi accontenterò di dire che è semplicemente la cosa più meravigliosa che sarebbe mai potuta capitarmi in questa vita, senza esagerare. E l'unica cosa che mi costringeva a rimanere coi piedi per terra era che la conoscevo da davvero troppo poco per poter motivare le mie sensazioni, e che quindi non mi avrebbe presa sul serio se gliel'avessi detto. Quindi l'unica cosa che mi restava da fare era aspettare e rimanere sempre più intrappolata nella ragnatela della sua perfezione.
   
 
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