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Autore: rondinella    06/05/2012    3 recensioni
Mentre il nostro Jean Marc de Ponthieu si ritrova caduto in disgrazia a causa dei suoi segreti, il Leone di Dunchester, il barone Jeoffrey Martewall, parte in missione nella sua Inghilterra per conto della principessa Bianca di Castiglia. E questa volta, con lui, ritorneranno nella loro terra natia anche Beau e Brianna, pronti ad affrontare l'ennesima nuova vita che li aspetta
Genere: Avventura, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Geoffrey/Brianna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Il porto di Calais era già lontano all'orizzonte: i gabbiani volavano  sull'acqua pescando con un tuffo i pesci che si apprestavano alla superficie approfittando anche loro del vento leggero che spingeva le cinque navi condotte dal capitano Rockold verso l'Inghilterra.
Martewall era in piedi a poppa, fissando il punto in cui le navi ormeggiate in acque francesi diventavano sempre più sfocate a causa della lontananza: il suo ultimo saluto al Paese che aspettava trepidante il ritorno vittorioso del proprio Re Luigi.
Il barone stava tornando nella sua casa per dare il proprio aiuto a un monarca straniero. L'ironia di quella sorte gli rubò un sorriso. Pochi anni prima non avrebbe mai immaginato di dover lottare per difendere un francese che voleva occupare il trono in Inghilterra: la dimostrazione di quanto il destino potesse farsi beffe degli esseri umani. Martewall stentava a credere che la Provvidenza avesse in mente un simile disegno, ma non trovava altra spiegazione a quella situazione; e la sua motivazione era davvero semplice: la mano nemica l'aveva aiutato quando colui che deteneva il grande potere l'aveva condannato.
E mentre rimurginava su questo, rivide il conte Jean, cacciato dalla sua famiglia e dalla sua casa per motivi a lui sconosciuti, e gli augurò di riuscire a ottenere il perdono di suo fratello, ma soprattutto quello della sua coscienza.
 
Brianna era era seduta su una botte posizionata a prua, a fissare il mare che si gonfiava in onde docili e brillanti riflesse dal sole; la leggera brezza che li guidava le scompigliava i capelli abbandonati intorno al viso e giocava con la cappa e la semplice veste che aveva indosso; ogni tanto scorgeva il suo Beau, ormai ragazzo, aiutare gli uomini del capitano a sistemare le vele e le funi degli alberi del vascello. 
Gli sfuggì un sorriso quando lo vide scivolare sul ponte e aggrapparsi frenetico al puntello dell'albero maestro per evitare di far cadere qualcos'altro oltre a lui; i marinai lì intorno subito si girarono e ridacchiarono alla vista del ragazzo a bocconi sul legno, ma poi uno di loro si avvicinò per aiutarlo a rialzarsi e Brianna era sicura che suo figlio fosse arrossito dall'imbarazzo.
Voltò di nuovo il capo per fissare il mare, il cielo limpido e per cercare con gli occhi la dimora in cui ora ritornava.
 
Lasciare Isabeau era stato un colpo durissimo, e non solo per lei; Ian vagava in territorio francese senza dare notizie delle sue condizioni e la povera dama di Chatel Argent passava le sue giornate con le mani strette in grembo, quasi a voler proteggere il figlio che doveva ancora nascere. Brianna aveva cercato di consolarla rassicurandola e prendendosi cura del primogenito una volta tornate al castello, ma Isabeau era come un agnellino che avesse perso la madre, tutti i giorni passati con gli occhi umidi che cercavano invano di ricacciare le lacrime. 
Quando il conte de Ponthieu era venuto ad annunciare a Brianna il suo allontanamento, la sua protetta l'aveva supplicato di non cacciarla, ma l'uomo era stato irremovibile. Così Brianna dopo aver ripromesso continuamente a Isabeau che le avrebbe scritto, si era rassegnata a lasciarsi condurre fino a Dunquerke, dove le avrebbero trovato un passaggio per le coste inglesi.
Ma Isabeau aveva cercato comunque di far qualcosa per lei: avendo saputo dai messaggeri di Chatel Argent che il barone Martewall sarebbe a breve arrivato a Calais, aveva chiesto ai suoi uomini, all'insaputa di Ponthieu, di provare a intercettare la nave dell'inglese e lasciare così la sua dama di compagnia in mani amiche.
Brianna sperò che i suoi uomini tornassero presto per rincuorarla almeno con quella notizia, augurandosi così di farla stare un po' meglio. 
Riconosceva a se stessa che Isabeau e il suo primogenito Marc gli sarebbero davvero mancati: aveva trascorso anni lieti in loro compagnia ed era come se un pezzo di lei fosse rimasta in terra francese;e per di più, per la seconda volta nella sua vita. Mentalmente pregò per loro, per il loro avvenire e sperò di poterli rincontrare in futuro.
 
Brianna stava poggiata con i gomiti sulle ginocchia quando dei passi interruppero i suoi pensieri. Sapeva di trovarsi in una posizione non molto decorosa, con le ginocchia contro il petto e il viso sulle mani giunte, ma il pacato ondeggiamento della nave la rendeva tranquilla e rilassata, tanto da indurla ad accomodarsi come meglio stava. E poi, in fondo, l'ultima traversata in mare che aveva fatto quando aveva raggiunto la Francia l'aveva passata sottocoperta, svenuta e ferita; si sentiva in diritto di godersi almeno quel viaggio.
Tuttavia, educatamente, alzò il capo scostandosi i capelli fiammeggianti che le carezzavano il viso, e si ritrovò a guardare il viso abbronzato dai color chiarissimi del barone. Lo sfregio che aveva ricevuto durante il torneo in Francia anni prima riluceva pallidamente in contrasto con la pelle scura, quasi nascosto dalla luce del sole; i capelli biondissimi sembravano d'argento. 
La donna lo guardò insistentemente per qualche istante, innegabilmente attratta, poi abbassò gli occhi pudicamente, come si addiceva ad una donna di oneste intenzioni.
Fu il barone a rivolgerle per primo la parola, contravvenendo a ogni distinzione di classi.
<< Salute madonna. Spero che la traversata non vi stia affaticando troppo  >> esordì con tono pacato.
Il volto di Brianna, leggermente assonnato, era di per se abbastanza eloquente. 
<< No milord, al contrario. Molto meglio di quello fatto precedentemente, come potete immaginare, visto che eravate presente >> poi, ricordandosi meglio, lo punzecchiò con lieve malizia << l'unica cosa che rimpiango è un alloggio più ... caloroso >> sorrise sorniona.
Martewall capì senza ombra di dubbio ogni sottinteso e cercò in ogni modo di non dar a vedere il suo imbarazzo per quella precisazione. Ma poi si sentì stuzzicato di risponderle le rime << Mi fa molto piacere che la stiate apprezzando questa bella giornata. E non mi sembra necessario altro calore; la temperatura è perfetta >>.
<< Parlate per voi mio Signore >> rispose la donna con un lieve cenno del capo, poi si spostò in una posizione più adatta e fece cenno al barone di sedersi al suo fianco, su una delle casse vuote. Martewall prese posto accanto a lei e restarono alcuni momenti in silenzio ad osservare il lavoro non più frenetico che si svolgevano sul ponte. Molti uomini stavano riposando, alcuni appoggiati al parapetto, altri seduti a gambe incrociate con delle bottiglie in mano mentre giocavano con i dadi.
Brianna ebbe un moto di disappunto quando vide Beau in quest'ultimo gruppo, tirare la sorte e prendere un sorso da una bottiglia.
Al suo fianco sentì Martewall sbuffare, anche più contrariato di lei, ma che non osava intervenire per non mettere in ridicolo il suo nuovo scudiero davanti all'equipaggio. Brianna era sicura che l'avrebbe strigliato per bene una volta scesa la sera.
<< Il ragazzo sembra suo agio anche in mare >> commentò improvvisamente il barone, osservando Beau emettere un grido di giubilio seguito da pacche amichevoli da parte degli altri uomini << se fosse più riflessivo potrebbe avere anche un futuro da capitano. L'iniziativa non gli manca, peccato che sia avventato il più delle volte >> osservò infine.
Brianna non ribatté subito, osservando ancora un po' il suo bambino ormai grande scambiare sorrisi e battute con i marinai.
<< Non ho saputo fare di meglio >> esordì poi. Martewall rimase colpito dal tono della sua voce, basso e quasi intimidito. << Non è facile crescere un ragazzo da sola, con tutti gli occhi puntati addosso perché avete amato uno straniero.  E poi vostro figlio viene a sapere che è sangue del nemico francese e vi accusa indirettamente di questo, e voi non sapete come... come discolparvi, se non dimenticare l'uomo che vi ha conquistato il cuore. Beau ha iniziato a disprezzarmi, quel disprezzo che hanno i ragazzi quando si sentono traditi, e io ho cercato in tutti i modi di convincerlo ad essere onesto, a pregare davanti al cibo e ad aiutare chi ne ha bisogno. Ma nonostante ciò che ho fatto, lui è diventato comunque una Coda di Volpe >> disse, ed alzò lo sguardo sul barone, che l'ascoltava con la bocca semiaperta. Brianna si lasciò scappare un sorriso di gratitudine che le illuminò gli occhi. << Ma poi ha incontrato quel cavaliere francese, e soprattutto voi... ed ora sì che sta crescendo come un vero cavaliere, leale e ubbidiente, anche se a volte sconsiderato. Ma non con cattive intenzioni >> concluse, sempre con l'espressione serena.
Martewall dal suo canto rimase sconcertato. Sapeva che la donna aveva passato tante tribolazioni, ma non si era mai soffermato troppo a pensare a come doveva essere stato Beau senza una guida maschile che lo aiutasse a diventare un vero uomo. Solo adesso si rendeva vagamente conto di cosa volesse dire essere soli, senza aiuti poiché in molti ti disprezzano solo perché non sei del loro stesso sangue. Durante quegli anni di guerra ci era passato anche lui.
Sentì su di lui lo sguardo allora docile e tranquillo di Brianna, e non poté più ignorare quegli occhi splendidamente verdi che lo ringraziavano ogni volte che incontravano i propri. 
Con quello che gli sembrò un gesto di grande cortesia, le prese una mano e se la portò alla bocca per baciarla, sconcertando la donna. Poi disse: << Perdonatemi se sarò brusco e duro con vostro figlio, ma lo faccio per il suo bene, come voi avete fatto finora tirandolo su da sola. Beau è un bravo ragazzo, lo so; e una volta che sarà cresciuto sarà uno dei cavalieri più valorosi d'Inghilterra. Questo ve lo posso assicurare >> concluso, davvero convinto di ciò che aveva detto. Lui aveva grande fiducia in Beau, anche se non lo dava palesemente a vedere. 
La madre l'aveva già capito e alzando lievemente il capo lasciò intravedere la guance leggermente arrossate, non solo per il sole. Martewall allora le lasciò la mano, sorridendole come non faceva ormai da mesi con tutte le preoccupazioni che aveva. La vicinanza di Brianna lo faceva sentire bene, lo tranquillizzava. Sarebbe potuto restare lì, su quella cassa secca e scomoda per molti giorni a parlare con la donna di qualunque cosa, anche solo per ascoltare quel suono live e musicale o provare a rubarle una risata. 
Ma sapeva che sarebbe stato impossibile. 
La guardò ancora, mentre con la mano delicata si scostava le ciocche ribelli dal viso, invano. I loro sguardi si incrociarono di nuovo e il barone fissò i suoi occhi grigi in quelli verdi e luminosi di lei. 
Forse il tempo in quel momento si fermò, anche se per poco.
 
<< Milord! Madonna! Venite, è l'ora di rifocillarsi! Avrete tempo dopo per i vostri discorsi riservati! >> urlò gioviale il capitano Rockold. Era rimasto a guardare per un po' la scena che si svolgeva ridendo sotto i baffi, ma poi non aveva più resistito. La fame era molta.
Vide con soddisfazione il barone scostarsi subito dalla bella inglese e rivolgergli uno sguardo di fuoco dissimulato parzialmente dai raggi del sole che illuminavano tutto. La donna, dal canto suo, voltò lo sguardo nascondendo il viso tra i capelli e aggiustandosi per bene mantella e vestito prima di alzarsi.
Ridendo ancora, il capitano si diresse ai locali inferiori dove la tavola, rudemente apparecchiata, profumava invitante.
  
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