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Autore: flyingangel    26/05/2012    0 recensioni
"Amarti, il mio incubo. Che cosa nascondi dietro ai tuoi occhi?"
Chey è una ragazza come tante, ma qualcosa dietro l'angolo sconvolgerà la sua vita, e le farà vivere l'esperienza più eccitante, dolorosa, e pericolosa che abbia mai immaginato.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TRENTESIMO CAPITOLO –

Ero nel mio letto, quel pomeriggio. Rimuginavo e rimuginavo, come ero solita fare. Mia zia Anne aveva smesso di preoccuparsi per me, da quando tornavo a casa col sorriso. Me lo stampavo in faccia, quando dovevo salutarla, e a lei andava bene così. Sarebbe stato tutto più facile se anche le altre cose della mia vita si sarebbero potute risolvere così.

Ma niente era mai facile mentre si viveva.

Guardai lo sportellino del mio cellulare, e lo aprii. Sul display lessi le ultime chiamate perse. C’era quella di mia madre. La richiamai all’istante; era un po’ che non la sentivo e ne avevo proprio voglia.

Pronto?” disse lei, dopo qualche secondo, quando rispose alla chiamata.

Pronto mamma, ciao come stai?” esclamai, entusiasta di sentire la sua voce.

Bene, tesoro. E tu?”

Ho visto la tua chiamata avevi bisogno? “

Sentii un mugugno dall’altra parte. “Volevo chiamarti, per sentire come stavi e se andava tutto bene. Se aspetto che ogni volta mi chiami tu, passano trent’anni e divento troppo vecchia. Dopo non posso più risponderti che va tutto perfettamente”.

Risi. Poi, improvvisamente, le sue labbra, così simili alle mie, mi passarono nella mente, mentre sfioravano con dolcezza e passione quelle di Loud. Cercai di scacciarle via, ma non se ne volevano andare. Continuavano a morder le sue con avidità. Poi mi spensi in quell’illusione oscura. Chiusi gli occhi e presi un respiro. Dovevo smetterla di pensare a certe cose che ormai erano andate. Erano passate.

Allora, che hai detto questa volta ai tuoi alunni?” ripresi, cercando di far finta di niente.

Gli ho ancora una volta raccontato la tua storia” sorrise alla cornetta, l’avvertii molto chiaramente. Il suo fiato fece tremolare la linea.

Che storia?” mormorai, confusamente.

Rise. “La mia dolce bambina quando nacque, quando crebbe e quando diventò grande”.

E come sono da grande nella storia?”

Come lo sei ora. Sempre la mia dolce bambina, che rimane continuamente quella che trova sempre la soluzione per risolvere tutto” rise.

Mm… non ne sono così sicura” mormorai.

Ci fu una pausa. “Ma che dici, tesoro? C’è qualcosa che non va?”

Sospirai. “In realtà, sì” la sentii farsi acuta ad ascoltarmi. Poi, decisi cosa dovevo fare.

Allora?” mi incitò, stando in ascolto.

No, nulla. Non c’è nulla che non va, stai tranquilla” sorrisi. “Potresti passare a trovarmi appena puoi?”

Certo. Sono libera domani. Ci vediamo domattina, okay?”

D’accordo. Ti voglio bene, a presto” chiusi la chiamata, con un sorriso.

L’indomani e l’avrei vista.


Qualcuno bussò alla porta. Mi trastullai nel sonno. Forse avevo sentito male.

Tesoro, ci sei?” esclamò la voce di mia zia.

Mi alzai di malavoglia e andai ad aprire la porta di camera mia. “Sì?”

Anne mi fissò compiaciuta. “No, volevo solamente controllare che fosse tutto a posto”.

Anne, ti dico sempre che non ti devi preoccupare, perché invece continui a farlo?”

Lillian mi ha detto così e me lo dice sempre, ogni volta che mi telefona”.

Voi vi sentite di nascosto?” la scrutai.

Scosse la testa. “Non è di nascosto. Ci sentiamo e basta, proprio come fate tu e lei”.

Credevo non foste così amiche”.

Una volta sembravamo davvero sorelle” sorrise “poi tutti i tempi passano, e ora ci sentiamo quando possiamo. Ma rimane mia sorella a tutti gli effetti” mi guardò, aspettando che dicessi qualcosa “e le voglio bene”.

Pensi che un giorno tornerà per rimanere?”

Penso che ti vorrà con lei, ben presto”.

La guardai, fisso. “Vuoi dire che vuole che faccia i bagagli?”

Fece cenno di no. “Solamente se tu vorrai seguirla, te lo consiglierà. Altrimenti, puoi rimanere qui”.

Feci un sospiro. “Ah, ho capito. Quindi avevate anche un secondo piano”.

No, me l’ha detto da poco. Ormai sei grande. E dopo aver finito la scuola te ne puoi andare da lei. È a un ora da qui”.

Annuii. “O per le vacanze”.

Esatto” mi sorrise. “Dormivi? Ti ho disturbato?”

Scossi la testa. “Non ti preoccupare, ho notato che sono solamente le nove. Meglio che mi metta a studiare. Domani arriva Lillian, finalmente” la guardai, nascondendo un sorriso.

Davvero?” le si illuminarono gli occhi per un istante. “Sai, questa volta ho proprio voglia di vederla”.

Anch’io”.


Mi svegliai completamente tranquilla quella mattina. La prima volta in tanto tempo che ero calma e rilassata. Mi parve di essere in un’altra dimensione. Presi un lungo respiro. Cercai di tornare nella mia realtà, anche se per la verità preferivo rimanere là. In quella strana terra isolata, fatta di dolcezza e quiete.

Ma aprendo bene gli occhi, presi coscienza del fatto che dovevo affrontare anche quella giornata, per uscirne vincitrice di tutte le mie paure.

Entrai in cucina e ci trovai Jen a fissarmi, accanto ad Anne. Rimasi sorpresa. “Che ci fai qui?”

Volevo andare insieme a scuola, ma è tutto ieri che non mi rispondi agli squilli. E non sapevo se saresti venuta, così sono passata di qui… un po’ presto in effetti. Bè, come stai?”

Bene” risposi. “Senti, vieni fuori con me, un attimo?”

Lei annuì e si alzò dalla sedia, facendo un cenno ad Anne.
“Ci vediamo dopo, Anne” dissi io.

Quando fummo fuori, la guardai negli occhi. “Allora, ti manca l’ultima parte della storia…”

Lei annuì, un po’ confusa. “Perché c’è dell’altro?”

Quello che pensavo io… troppe cose in questa storia, eh? Comunque, adesso ti racconto… Piuttosto, hai visto più Antoine?”
Scosse la testa. “Entrerà nel mio libro delle acque passate, quelle che non si riferiscono né alle piccole né alle grandi relazioni. Che ci vuoi fare, c’est la vie”.

Sorrisi. “Allora… lo sapevi che mio padre si faceva chiamare Leo?”

Lei mi guardò sorpresa, sorridendo e scuotendo la testa allo stesso momento. Le raccontai tutto.


Avevo già deciso che non sarei andata a scuola quella mattina, ma sarei rimasta a casa a parlare con mia madre. In fondo, aveva finalmente un giorno libero, ed era stata probabilmente sostituita. E avevo tanto bisogno di parlare con lei.

Salutai Jen, che si avviava con la sua bici verso la scuola. Mi aveva detto che ora stava meglio. E il suo commento a tutta la vicenda era simile alla mia espressione quando a mano a mano avevo scoperto tutto.

Raggiunsi la collina, prima che Loud se ne fosse andato a scuola. Lasciai la mia bici nel cortile fuori dalla grande villa.

Poi quando uscì, dopo Antoine, levai una mano per salutarlo.

Lui mi fece un cenno, sorridendomi. Mi venne incontro e gli sorrisi lievemente di rimando. Vidi Antoine, Pearl e tutti gli altri alle sue spalle. Le uniche che mancavano erano le insegnanti.

Ciao” dissi, cercando qualcosa che cominciare il discorso. Intanto il cellulare mi vibrò.

Sarò lì tra poco, mamma.

Scostai gli occhi dal display e guardai Loud, mentre gli altri si avviarono a piedi.

Ciao” mi rispose lui. “Tutto okay?”

Sono venuta per dirti una cosa. Anzi forse è più di una. Quest’estate andrò con mia madre ad abitare. Tornerò il prossimo anno per la scuola, ma per me sarà questo l’ultimo, ufficialmente”.

L’ultimo?” si corrugò, guardandomi.

Esattamente. Non credo che questa storia debba andare ancora avanti. Il tuo amico, ehm nemico Liam, mi ha detto che io provo qualcosa per te, quando ci ha visti. E forse è vero. Ma non credo che questo possa cambiare, ora, le cose. Ormai è stato tutto deciso. Già da quando ci siamo incontrati, probabilmente la storia aveva già la sua fine. Credo che sia stato bello, ma che dovremmo salutarci qui. Come ogni cosa che ha contato, mi mancherà il tuo sorriso. Soprattutto le tue battute. Forse mi mancherai più tu, tutto intero” feci una pausa, notando i suoi occhi che affondavano nei miei, come se volesse pescarci qualcosa.

Ma è così che deve andare, me lo sento. Ti voglio bene lo stesso, Loud” l’abbracciai forte, sentendo che le sue mani premevano sulla mia schiena. Chiusi gli occhi, respirando il suo profumo di fiori.
“Non vuoi nemmeno parlarne?” lo sentii dire, contro il mio collo.

Ne abbiamo già parlato” mi scostai da lui. La lunghezza dell’abbraccio bastava così.

Lo sai che anche a me mancherai, ma non sono d’accordo sul non vederci più”

Lo guardai. “Riprenderai ad uscire con Seyla?”

Lui non si scompose. “Non dire assurdità. Se per altri anni penserò ancora a te”.

Smettila” sbuffai, scuotendo la testa. Cercai di riprendere un respiro regolare, sentendo che il cuore mi martellava sempre più forte nel petto. Ma sapevo che stavo facendo la cosa giusta.

Mi ricorderò per sempre di te”

Anch’io, purtroppo” dissi.

Come, purtroppo?” si accigliò, nuotando con i suoi occhi azzurri nei miei.

Sospirai. “Sarà difficile scordarti. E ricordarti tutti i giorni, non lo voglio fare. Troppo doloroso. Magari ogni tanto”.

Una volta all’anno” scherzò lui, rimanendo comunque serio.

Ma no. Purtroppo, passerai nella mia mente molte più volte”.

Purtroppo non avremmo mai quell’amore” mormorò, sussurrandomi nell’orecchio.

Quale, quello bello e felice? Perché, esiste?” dissi, ironica.

Sbuffò lui questa volta, scuotendo di poco la testa. “Ti ho detto basta con le battute” mi si avvicinò, e mi baciò sulle labbra, molto dolcemente, ma trattenendomi sotto le sue dita.

Ciao, Chey”

Addio” gli mormorai, soffiandogli contro.

Addio”.

Lo lasciai lì in piedi, e ripresi la mia bici. Mentre pedalavo, mi arrivò un altro trillo nel cellulare.

Arrivai davanti al cancelletto e trovai mia madre. Le buttai le braccia al collo.

Mamma, finalmente!” esclamai. Ero davvero esausta. Ed era solo mattina. Ero esausta di fini, e cose così. Volevo solamente rilassarmi. E per fortuna non mancava molto alle vacanze.

Chey, mi sei mancata” disse lei, accarezzandomi i capelli e appoggiando la testa sopra la mia spalla.

La sentii fremere per un secondo e non capii il perché. Mi scostai appena dalla sua spalla, e di lato, vidi Loud passare davanti alla nostra casa.

Vidi Lillian che lo guardò per un secondo, e forse quello fu il tempo in cui i loro occhi si incontrarono di nuovo.

Purtroppo, non posso stare zitta” dissi, scostandomi dall’abbraccio, quando la figura di Loud fu ormai sparita dalla nostra vista.

Lei si accigliò. “Che vuoi dire?”

Che so tutto. Ho conosciuto lui, Loud. E ho scoperto tutto, anche di Leo e di te e Loud. Volevo solamente dirtelo, volevo che tu lo sapessi. E volevo anche dirti che non ce l’ho con te. Quello che hai fatto tu tanto tempo fa, l’ho rifatto io fino ad oggi. Credo, ne sono convinta, che lui fosse solo uno di passaggio per me, nonostante io provi qualcosa di forte per lui. Ma non tutto è fatto per avere un lieto fine, no? A volte, serve tanta strada per arrivarci. E non ci sono ancora vicina” sorrisi “Ma grazie per essere venuta”.

Allora l’hai conosciuto” disse lei, mentre la sua voce si fece più cupa.

Ho letto la lettera che tu non hai mai aperto, è in casa. Hai un idea di dove sia Leo?”

Lei scosse la testa. “Non ti ho mai detto che tuo padre sarebbe mai tornato, perché è quello che ho sempre saputo anch’io. Dentro di me, sapevo che quella era la verità, e che dovevo andare avanti da sola con te. Sentivo che era la cosa giusta da fare, proprio come tu ora senti che la cosa giusta da fare sia allontanarti da lui e dalla sua famiglia. E ti appoggio in questo. Ricordati sempre cosa hai imparato, e fai tesoro dei bei momenti. Mentre tutto il resto, i pianti e i momenti più dolorosi, ti hanno già aiutato a diventare quella che sei ora davanti a me. E io ti voglio bene per questo” mi sorrise, baciandomi tra i capelli. “Sei sempre la mia Cheyzanne”.

Continuai ad abbracciarla, finchè non fummo entrate in casa.




  
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