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Autore: Ayumi91    21/12/2006    1 recensioni
Sei adolescenti, un mondo magico, angeli, demoni, regine e soprattutto...amore e magia! -lui l’afferrò da dietro,sussurrandole dolcemente all’orecchio: "O muoio per te, o muoio con te">>-Incredibilmente, si alzò, andò al laghetto e ,proprio lì, fece un salto, tre giri su se stesso, quattro saltelli, diede due pugni e tre calci in aria e poi sorrise. Era un pazzo anche lui, ma pazzo di quella ragazza- -Non sapeva più che pensare, che fare. Perché si sentiva così vuoto? Come aveva fatto in quindici anni a stare senza lei, senza i suoi sorrisi, le sue sgridate e la sua ingenuità? Perché l’aveva lasciata sola?- - Ayumi si sentì stringere forte da Shun. Era così bello stare fra le sue braccia, in una posizione puerile, come se fosse una bambina che si stesse facendo cullare dalla sua mamma-.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6-Il primo

La mattina dell’inizio del loro viaggio, fecero un salto in un negozio di alimentari e fecero una bella scorta di cibo in scatola e di dolci, poiché Ayumi, essendo golosissima, aveva convinto Daiki a comprarne molti. Dopo passarono anche a casa di Shun, dove il ragazzo presentò agli amici suo padre, un uomo alto e muscoloso, dai lineamenti duri ma non severi, e la sua adorabile sorellina, con i capelli rossi e occhi castani che somigliava tantissimo al fratello. La sua casetta era in una zona periferica di Midori e vicino ad essa ci stavano due piccole abitazioni; una delle quali era quella in cui Ayumi e Mika avevano abitato durante la loro prima settimana in quel mondo sconosciuta, mentre l’altra, come avevano dedotto che fosse la falegnameria di suo padre dall’unica finestra, oltre la quale si intravedevano travi di legno chiaro e scuro ma anche qualche attrezzo appeso alla parete priva di altre decorazioni.

Visitarono anche la casa di Daiki, dove ad accoglierli furono i suoi genitori, dai lineamenti europei, e i suoi due fratellini gemelli, dai capelli neri e occhi azzurri. Venne spiegato loro che nel mondo degli Angels erano pervenute diverse etnie dalla Terra e che abitavano tutti insieme senza distinzioni di provenienza.

Sia i due ragazzi che Sayuri avevano raccontato alle proprie famiglie che stavano andando a fare una bella gita con i loro amici e che sarebbero tornati dopo un paio di  mesi. Quelli fecero finta di crederci, ma in realtà avevano ben capito che stavano partendo per un viaggio ben più lungo dal modo in cui vennero abbracciati e salutati. Non era affatto un addio per un breve periodo.

Poi, finalmente, si misero in viaggio.

Ed è qui che realmente inizia la nostra storia. I nostri ragazzi ne passeranno di cotte e di crude, ma non vi dirò nient’altro altrimenti vi anticiperei troppe cose…meglio lasciare che queste parole vi facciano entrare nel vivo della storia…Però questo non mi toglie ogni tanto di fare qualche commento, ovviamente!

Camminarono un’intera mattinata senza fermarsi, mentre Mika filmava tutto e Sayuri raccontava tutto quello che aveva fatto nell’altra regione da quando si era trasferita. Ayumi invece era molto incuriosita dalle piante e dagli animali che incontravano, la maggior parte dei quali la ragazza non aveva mai visto fino ad allora. Daiki era molto contento di spiegarle tutto e a volte narrava anche di episodi che lo vedevano protagonista contro quelle creature oppure di piccoli incidenti che si risolvevano sempre con l’intervento di suo padre.

Shun invece continuava a considerare Ayumi solo una piccola rompiscatole che non conosceva nulla di quel mondo e quindi che avrebbe fatto meglio ad andarsene. La guardava sempre male quando i loro sguardi si incrociavano, ma non appena la ragazza si voltava, la fissava con un leggero rossore alle guance e continuava a camminare con la testa che si disperdeva in pensieri che cercava di allontanare il più possibile.

Poi quando fu mezzogiorno, o almeno così parve al gruppo, si sedettero tutti insieme sotto un grande albero di quercia, con l’aria fresca e pura che riempiva i loro polmoni. Lì posero a terra una grande tovaglia e fecero tutti insieme un sostanzioso pranzo, anche se era a base di carne in scatola, e chiacchieravano un po’, parlando soprattutto di passate esperienze di Sayuri,Shun e Daiki. Anche Ayumi e Mika poi parlarono un po’ della loro Tokyo. Gli altri tre sembrarono parecchio interessati e stettero a sentire senza fiatare. Si riposarono in questo modo il corpo, provato dalla fatica di quelle ore continue di cammino. I Rainbows invece mangiavano le bacche che riuscivano a trovare nei fitti boschi che accompagnavano il lungo sentiero che avevano intrapreso. Ryochan si mise a giocare poi con l’iguana di Sayuri ma quando intervennero Arashi il leone  e Lup per difendere il loro amico, smise subito, con il fulvo pelo rosso quasi diventato bianco per il ruggito di Arashi, e lo rilasciò con un sorriso quasi amichevole, come per dire che stava scherzando.

Dopo aver mangiato, si distesero tutti per riposarsi un po’ prima di rimettersi in cammino. Arrivò una fresca brezza e Ayumi chiuse per un attimo gli occhi, respirando a pieni polmoni, poi approfittò della pausa per parlare con Daiki.

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<>

<>disse stupefatta la ragazza,<>

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Ayumi, già sconfortata alla notizia che ne avrebbe avuto per un altro giorno e mezzo, si alzò all’improvviso e portò con sé il suo arco.

Aveva deciso di allenarsi un po’ per vedere se riusciva almeno a cavarsela nel tiro con l’arco.

Trovò il luogo adatto poco lontano: era una zona circolare, con tutti gli alberi intorno e, anche se il sole le picchiava in testa, si rese conto che era il posto migliore per esercitarsi indisturbata, visto che aveva come suoi unici spettatori degli uccellini cinguettanti e delle cicale allegre.

Con suo enorme sollievo, colpì tutti i punti dell’albero che si era prefissa come obbiettivi, ma mancò l’ultimo. Giusto in quel momento era arrivato Shun.

<>.

<>.

<>disse Shun, prendendo la sua spada e puntandola contro Ayumi, come in segno di sfida.

La ragazza mollò l’arco e si avventò su Shun, afferrandogli forte il collo per strozzarlo. Il ragazzo divenne bordeaux per la mancanza d’aria e solo a quel punto Ayumi lo lasciò.

Affannato, Shun riprese a respirare lentamente, massaggiandosi il collo.

<>.

<>.

Shun l’aveva guardata con ammirazione per tutto il suo discorso, ma ora era tornato ad avere il suo sguardo gelido e provocante.

<>.

Proprio quando la ragazza apriva bocca per ribattere, Daiki irruppe e si insospettì quando vide che Shun era a terra con il collo molto rosso.

<>

<>disse Ayumi, sorridendogli.

<>.

Quando Ayumi annuì, contentissima, Shun sbuffò e andò via, pestandosi i piedi.

Per una buona mezz’oretta la ragazza si esercitò con Daiki, che si rivelò essere un ottimo maestro. Divenne ben presto un’abile arciera, in grado di colpire anche obbiettivi lontani. Era una dote naturale, evidentemente, che non sapeva di aver mai avuto. Il momento più bello per lei fu quando Daiki le prese le mani e gliele poggiò sull’arco, spiegandole bene come impugnarlo. Poi il ragazzo si allontanò per andare a cercare il suo Rainbow, che ,a quanto pare, si era allontanato da solo per andare a caccia di bacche ma non era più tornato.

Ayumi andò da Mika saltellando dalla gioia, troppo contenta per dire qualunque cosa. Shun e Sayuri intanto si stavano sfidando a colpi di spada.

<>chiese Mika alla ragazza quando questa si era offerta di sparecchiare e mettere in ordine tutto il macello che si era creato a pranzo.

<>.

<>.

<>.

<>disse Mika, sorridendole.<>.

Ayumi si voltò a guardarlo: era vero, ancora il collo era rosso…Chissà quanto male aveva fatto a quel povero ragazzo!

<>chiese all’amica dopo averle spiegato quello che era successo nella zona circolare quando era arrivato Shun.

<>.

<>.

<>.

<>.

<>le disse l’amica in un tono curioso e insospettito,<>.

<>.

<>le rispose Mika, guardandola sospetta.

<>disse Ayumi, pur sapendo quello che la ragazza intendeva dire.

<>.

<>disse la ragazza, facendo finta di avere appena compreso,<>.

Proprio in quel momento arrivò proprio lui, che si sedette fra le due e chiese:

<>.

<> rispose prontamente Ayumi.

<>.

Mentre Shun, Sayuri e Daiki rimettevano le proprie armi negli zaini, Mika tese ad Ayumi un pezzo di carta e una penna.

<>.

Ayumi era parecchio arrabbiata e strappò con decisione il biglietto che le aveva dato l’amica.

<>.

La ragazza sbuffò, di malumore. <>.

Si misero nuovamente in cammino, sotto il sole cocente e con un caldo pazzesco. Daiki, che si era accorto del malumore della ragazza, le aveva chiesto se c’era qualcosa che non andava. Ella, anche se aveva detto al ragazzo che era tutto perfettamente a posto, aveva apprezzato quel gesto gentile che era sicura che Shun non avrebbe fatto mai.

Il loro viaggio fu interrotto da un violento acquazzone che si era scatenato all’improvviso. Il cielo era diventato di uno squallido fitto e la pioggia batteva furiosamente.Il gruppo si rifugiò dentro una grotta, già zuppi d’acqua. Ayumi vide che Ryochan era tutto bagnato. Lo prese e lo asciugò amorevolmente con una manica del suo kimono perché non voleva che il suo piccolo amico si prendesse un malanno. Quando lo lasciò, notò con grande stupore e gioia che la sfera della craturina si era illuminata e ora splendeva di un brillante arancione.

Contentissima e del tutto dimentica dei suoi problemi, abbracciò forte la volpina e cominciò a saltare di gioia. Sayuri, pur non sapendo cosa fosse successo, cominciò a saltellare pure lei abbracciando la sua squamosa iguana verde.

<>chiese incuriosito Daiki, avvicinandosi ad Ayumi.

<>disse la ragazza, mostrando al biondo il cambiamento del colore della sfera.

<>.

Lei si sentì al settimo cielo e improvvisò una specie di balletto. Sayuri, che ancora non aveva capito quello che era successo, imitò Ayumi in ogni sua mossa.

A quel punto Shun si alzò in piedi e chiese a Daiki spiegazioni. Il ragazzo annunciò ad alta voce il cambiamento del colore della sfera e Shun si sedette nel posto di prima, indifferente; Sayuri invece guardò con aria offesa Ayumi ed esclamò umiliata:

<>.

Tutti si misero a ridere, compreso, incredibilmente, anche Shun. Sayuri si grattò la testa in segno di imbarazzo, ma sorrideva, soddisfatta di aver fatto ridere anche il suo Shun.

Per festeggiare quel bell’evento, Mika mise una canzone del cellulare a tutto volume e iniziò a muoversi a ritmo, imitata subito da Ayumi e Daiki, che danzarono uno di fronte all’altro.

Sayuri prese Shun per il kimono e lo costrinse a mettersi in piedi, decisa più che mai a far fare quattro passi a ritmo anche a lui. Il ragazzo, dopo qualche battibecco con lei, si lasciò persuadere e ballò da solo, cercando di non fare accorgere agli altri che anche lui si era unito a quella sciocca manifestazione di gioia; ma tanto, per quanto riguardava Ayumi e Daiki, quei due non si sarebbero accorti di nulla, perché si erano messi a girare insieme ad alta velocità tenendosi per le mani, immersi nel loro mondo.

Poi, com’era venuto, il temporale cessò. Tutti sbucarono fuori e assaporarono l’odore dell’erba bagnata. 

Il sole era tornato a splendere alto e un bellissimo arcobaleno era comparso al centro del cielo. Daiki afferrò la mano di Ayumi e la portò in un punto privo di alberi dove lo si poteva ammirare meglio.

<>disse contento il ragazzo,<>.

<>disse Ayumi, felice,<>.

<>esclamò lui, guardandola dolcemente con i suoi grandi occhi azzurri.

Proseguirono di nuovo tutti insieme e Ayumi si mise accanto a Mika per raccontarle tutto.

<>disse la ragazza, facendole l’occhiolino.

Con una nuova allegria che le esplodeva nel petto, Ayumi prese a saltellare contenta, apprezzando appieno anche quello stancante pomeriggio.

La sera successiva, finalmente, arrivarono di fronte ad un’enorme fortezza di pietra, preceduta da un vasto giardino. Erano in una città di nome Ichi. Shun, il primo della fila, aprì il pesante cancello nero e mise piede nell’erba verde e ancora impregnata d’acqua. Nessuno dei ragazzi parlava e nessun rumore proveniva da quella villetta. Silenzio e tremore.

Non appena fece questo, un grande mucchio di ossa rivestito con qualcosa di nero apparve dal nulla.

Avanzava velocemente e il gruppo si strinse ancora di più. Ayumi era tra Shun e Daiki.

<>esclamò ad alta voce Sayuri.

Aveva perfettamente ragione. Un immenso numero di scheletri correva verso di loro con i loro fruscianti mantelli che coprivano loro la schiena e le loro terribili spade lunghe e affilate.

Shun e Daiki si misero a correre, sfoderando le loro armi. Sayuri lo fece subito dopo, dopo aver esclamato soddisfatta: <>.

Ayumi comprese che il suo arco sarebbe stato inutile  in un corpo a corpo con quegli esseri; e anche se avesse provato a uccidere quelli più lontani,era difficile che prendesse un punto del loro corpo o che una delle sue frecce sarebbe riuscita a perforare le ossa.

Quindi si lanciò anche lei nella mischia. Combatté con mani e gambe, che si rivelarono efficaci quanto i colpi di spada di Shun. Prese parecchie botte perché era piuttosto lenta, ma per fortuna non venne colpita in modo violento.

Mika fece un breve filmato con il telefonino e poi fu costretta a posarlo per schivare il colpo di uno scheletro che si era appena avvicinato. Delusa, anche lei poi si unì alla battaglia, schivando qualche colpo e subendone altri.

Dopo uno stancante combattimento, i ragazzi si riposarono un attimo, ammirando con soddisfazione il lavoro svolto. Le centinaia di ossa per terra si estendevano come un tappeto sino all’entrata della fortezza.

<>.

Incredibilmente non era stato Daiki a pronunciare quelle parole, ma Shun. Tutti i suoi amici lo guardarono sospettosi e lui si giustificò con una scrollata di spalle e con una breve domanda:

<>.

<>,pensò amaramente Ayumi. Ma la sua rabbia svanì nel vedere che uno dei mucchietti di ossa cominciava a muoversi di nuovo.

<>

<>disse Daiki, affrettandosi a raggiungere la fortezza.

Lui e Shun arrivarono presto, seguiti da Sayuri, anche lei parecchio veloce.

Ayumi e Mika corsero velocemente ma questo non bastò. Dietro di loro gli scheletri si erano ricomposti.

<>gridarono insieme Shun e Daiki alle due ragazze.

Entrambe si precipitarono e li stavano raggiungendo quando si sentirono prese da dietro. Ayumi tese la mano verso Shun, il più vicino a lei, e questi la prese e la strattonò in modo che salisse anche lei sui gradini della fortezza. La stessa cosa accadde a Mika, ma con Daiki.

Subito i cinque ragazzi entrarono e chiusero il portone, prima che le tremende bestiacce potessero aggredirli di nuovo. Dietro di loro sentivano qualcosa che picchiava sul portone. Evidentemente gli scheletri volevano ancora acciuffarli. Dopo qualche secondo la smisero e i ragazzi si guardarono con un’espressione che significava: “Se questo è solo l’inizio…”.

<>esclamarono ad alta voce Ayumi e Mika, ognuna rivolta al proprio salvatore quando si furono riprese dallo shock di vedere mucchi di ossa che cercano di ucciderti.

<>rispose Daiki a Mika, mentre Shun si rifiutava di proferir parola e si voltava, dando le spalle ad Ayumi. <>.

I ragazzi si resero conto di trovarsi in un’immensa sala buia e sporca, dove ragni e topi avevano trovato l’habitat naturale per vivere in santa pace. C’era un’enorme scalinata di fronte a loro, proprio al centro della stanza,che sembrava portare al piano superiore. Grandi quadri nelle pareti raffiguravano una creatura orrenda dalle sembianze umane ma dalla pelle totalmente nera. I capelli erano anch’essi scuri così ma nel suo viso splendevano degli occhi molto chiari. In un paio di ritratti teneva in mano quelli che sembravano essere cadaveri di bambini. Simmetricamente erano disposte sotto quei quadri delle sculture a forma di gargoyle con la bocca spalancata. Tutto quel posto faceva venire veramente i brividi. Neppure il più bravo regista umano avrebbe saputo creare meglio una casa degli orrori.

Ayumi si stava giusto chiedendo se era il caso di salire quando una grande sagoma spuntò nell’oscurità dall’ultimo gradino della scalinata.

La stessa creatura dei quadri apparve proprio negli scalini e Ayumi, Mika, Daiki e Sayuri non poterono fare a meno di trattenere il fiato per l’orrore e per la paura. Shun invece aveva portato la mano al fodero della sua spada, tranquillo, come si trattasse semplicemente di un nemico facile da battere.

Ayumi istintivamente si rifugiò dietro la statua di un gargoyle lì vicino a lei.

La creatura parlò:

<>.

<>disse Shun a bassa voce e ,girandosi, notò che mancava Ayumi.

<>pensò la ragazza, triste, mentre da dietro la statua osservava la scena, sperando di non essere vista dal mostro.

<>disse impertinente Sayuri.

<>. Il mostro scomparve per pochi secondi, durante i quali Mika si accorse che Ayumi si era rifugiata dietro la statua. La ragazza si sentì un verme, ma fu davvero contenta quando Daiki disse a bassa voce:

<>.

La lasciarono lì, ancora nascosta, mentre il mostro tornava con una piccola creatura fra le mani che si rivelò essere una bambina addormentata. Aveva l’aria familiare…A chi assomigliava? Ma certo, era la sorellina di Shun, Chiyo.

<>gridò suo fratello, che venne trattenuto da Daiki e Mika.

<>disse il mostro.

<>ribatté Shun, impertinente e furioso.

<> e prese la bambina, la quale si era svegliata e aveva iniziato a piangere, invocando il nome del fratello, e aprì la sua grande bocca.

Accadde tutto in un attimo. Ayumi prese l’arco e colpì il mostro in un occhio con una freccia. Lui lasciò la bambina per fermare il sangue che gli colava dalla pupilla e Mika corse per prendere Chiyo.  Shun, Daiki e Sayuri si lanciarono contro il Devil, sfoderando le loro spade. Ayumi con un’altra freccia lo prese nell’altro occhio e così il mostro divenne cieco. A quel punto cominciò ad infuriarsi, sbattendo forte le ali e menando colpi nell’aria. Shun era quello che lo stava ferendo di più ma, poiché era anche il più vicino, stava quasi per essere colpito dall’enorme mostro nero, ma Ayumi, istintivamente, gli lanciò una freccia nella mano e il demone la ritirò. Dopo qualche altro attacco da parte di Sayuri e Daiki, il Devil cadde a terra, sconfitto.

Shun andò a verificare le condizioni della sua sorellina e la prese in braccio, mormorando un “grazie” a Mika. Sayuri, Daiki e Ayumi si strinsero intorno al mostro e gli chiesero in coro.

<>.

Ma quello stava tremando come una foglia e sembrava sul punto di svenire.

<>.

<>chiese Shun, sprezzante, con Chiyo in braccio.

<>.

<>disse Sayuri, conficcando la sua spada nel corpo del mostro.

Tutti insieme uscirono, soddisfatti della loro impresa. Ayumi però era diventata meno allegra quando aveva saputo che dovevano tutti tornare indietro per riportare la piccola Chiyo a casa.

<>disse profondamente ammirato Daiki. La ragazza sentì il suo stomaco fare un salto all’indietro.

<> disse lei,<>.

<>disse Shun, guardandola malevolo e con un odio profondo.

<> ammise lei, vergognata. Si sentì cadere la faccia a terra.

<>sbottò lui.

Dopo altri due giorni di cammino, i ragazzi raggiunsero casa di Shun, il quale mise a terra sua sorella e le disse dolcemente:

<>.

La piccola annuì e corse felice verso la porta di casa.

Ayumi si mise a piangere. Tutti la guardarono stupefatti.

<>disse lei, singhiozzando,<>.

Daiki le diede qualche colpetto sulle spalle e la ragazza si calmò, asciugandosi le lacrime.

E così i ragazzi avevano superato la loro prima missione, mentre la nostalgia di casa di Ayumi aumentava a dismisura e cominciava a credere che in realtà Shun fosse un bravo ragazzo, esattamente come il suo adorato Akito.

 

  
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