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Autore: Harisontour    13/06/2012    1 recensioni
Amburgo, ottobre 1960.
Astrid Kirchherr, fotografa tedesca, incontra in un night-club i volti che ha sempre voluto fotografare. Fra essi, quello che le cambierà la vita.
Genere: Generale, Introspettivo, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti, Stuart Sutcliffe
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie '1960'
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1960 the sound of silence The sound of silence

Ti rigiri nel letto al buio, sola, agitata ma silenziosa.
Non uno spiraglio di luce sembra filtrare dalle fessure della serranda, non un suono giunge alle tue orecchie.
Respiri l'aria fredda della notte, lentamente, e questo inizia a calmarti, mentre gli occhi si abituano all'oscurità ed inizi a scorgere, vaghi, i contorni della tua stanza. Allora infili la testa sotto le coperte spesse e ti metti in ascolto.
Non senti un suono?
Non senti come un fruscio, una voce sottile, musicale, lontana lontana chiamarti?
Te ne lasci sedurre, cullare, trasportare, ne accogli ogni lieve vibrazione ed è in quel momento che il mondo materiale non ha più forma, né sostanza, né importanza. Avviene l' incontro. Il colloquio.

Hello darkness, my old friend
I've come to talk with you again
because a vision softly creeping
left its seeds while I was sleeping
and the vision that was planted in my brain
still remains, within the sound of silence.

Non sapresti spiegarlo, e al mattino non lo ricordi nemmeno con precisione, ma per qualche ragione, quasi l'oscurità liberasse la natura della tua coscienza, come quando eri piccola, un' immagine, un volto del giorno ti si staglia davanti, una figura chiara, indimenticabile, luminosa nelle tenebre silenti. Ed è l' oscurità stessa il qualcosa, la morbida, avvolgente entità che presta orecchio ai tuoi pensieri confessati più segreti e delicati, indistinti ma sinceri, chiari eppure privi di un filo logico, razionale, mentre lentamente scivoli nel sonno.
Il buio, il buio non è mai stato un nemico per te, non ne hai mai avuto timore, neppure nelle tante notti insonni, eppure calme, trascorse da bambina mite e sola. E sei lieta che l'antica sensazione, tanto spesso provata in precedenza, sia torntata d'improvviso a farti visita, inaspettatamente eppure al giusto momento.
Mani nere ti carezzano il corpo, braccia delicate ti stringono dolcemente, raggomitolata, fino a quando, il volto di Stuart davanti agli occhi ed il suo nome sulle tue labbra che si dispiegano in un lieve sorriso, dita di vento ti abbassano le palpebre, e palmi vellutati ti si posano sui lobi, trasportandoti nell'inconscio.


Com' é? Primo notturno del racconto -ce ne saranno altri, presumo. Un secondo capitolo non meditatissimo, in cui non so perché ma ho ficcato Simon and Garfunkel, e... ditemi cosa ne pensate voi.
Grazie mille a Writ per la collaborazione nello splendido (modestamente) banner!
   
 
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