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Autore: Slytherin_Ss    06/07/2012    3 recensioni
Claire è una ragazza qualunque. Sempre allegra, simpatica e sfaticata. Passa i suoi pomeriggi dopo il lavoro sul divano a mangiare patatine al formaggio dinnanzi a telenovele depressive.
Lai non ha nulla che non va. Ha un bellissimo ragazzo che la ama, un buon lavoro, una famiglia che le vuole bene e dei pomeriggi con le patatine che adora.
Ma cosa succede se tutto questo crolla? Cosa succede se a sconvolgere la sua vita è una proproprozia morta anni fa?E cosa succede se la donna deve trovare urgentemente una collana e una lettera e deve mettere sulla buona via Claire?
Cosa succede se poi in tutto questo percorso di ricerche si aggiunge anche una chioma bionda, due occhi blu oceano e un sorriso da mozzare il fiato, che ti fanno perdere la testa?
I racconti e i ricordi di Claire vi accompagneranno in questa storia, in un misto di comicità, amore e tristezza.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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You had my heart inside of your hand,
And you played it.
Rolling in the deep. Adele.

 
 
Capitolo 3.
 
                                           Another life.

                                                                                                  28 Aprile 2012.

 
Ero tornata di nuovo a casa mia già da una settimana circa, dovevo solo disfare le ultime valigie. Praticamente da quasi due mesi che mi ero appostata a casa di mia madre.
Odiavo andare a casa mia, ma non perché ci fossero i miei genitori, anzi loro erano molto carini con me in quelle situazioni..solo che semplicemente quel luogo mi ricordava troppe cose.
Catherine era ancora con me, mi stava vicino mi aiutava, ma non si ostinava a svelarmi le missioni.Mi aveva detto che l’avrebbe fatto solo quando io le avessi svelato il perché (nei dettagli) della mia decaduta morale, da tre mesi. Sospirai, mentre rimescolavo la salsa bollente nella pentola.
Ma avevo deciso che quella sera l’avrei fatto, ero troppo curiosa ed era già tanto essere riuscita a trattenermi per quasi una settimana. 
Non avevo detto a Catherine di quella decaduta solamente perché dovevo imparare a fidarmi di lei, e sbandierare i miei segreti (anche sei lei aveva detto di saperli) al primo fantasma che ti compare dinnanzi, secondo il mio parere non era la cosa migliore da fare.  Insomma, e  se si sentisse anche con altre persone ? Se facesse tutto questo solo per sapere e poi raccontarlo ad altri ? Erano queste le domande che mi ponevo da giorni, tanto che un venerdì andai da mia madre e le chiesi l’esistenza di una zia modella molto bella e lei disse di  sapere di chi parlavo, ed ahimè, non ho potuto far altro che fidarmi, o almeno ci stavo provando.
Intanto in questi giorni trascorsi Cat mi aveva raccontato la sua storia, ma ovviamente non le missioni.
Catherine era di famiglia benestante, era di alto rango, e faceva la modella per certi giornali di quel tempo. Era molto ammirata ed apprezzata da tutti, ed aveva ai suoi piedi una sfilza di uomini benestanti e belli che le facevano la corte e facevano di tutto per portarla a letto. Ma lei era furba. Ci stava un po’ insieme, otteneva ciò che voleva e poi li scaricava. Ovviamente non con tutti, solo quelli belli sul serio e ricchi.
Ma non con Peter.
Peter era l’amore della sua vita, il ragazzo che ogni donna desiderava. Solo che il loro era un amore segreto, pieno di intrighi, complicato, proibito.
Peter era un contadino con la passione per la pittura, era di basso rango e di certo sua madre non avrebbe mai approvato un matrimonio simile. E nonostante Catherine fosse una donna di alte pretese e molto esigente , quando era con lui diventava bambina. Si erano incontrati ad una fiera, lei passeggiava tranquilla quando vide un’esposizione di meravigliosi quadri, si avvicino e li osservò, quando lui sbucò da dietro uno di questi.La prima cosa che Cat pensò fu che era un arrogante, straccione, poveraccio, ma quando lo guardò in quegli occhi così blu da perderci dentro si ricredette e quando lui le offrì gentilmente da fare da modella lei accettò senza esitazione. Era la  prima volta che le chiedevano di fare la modella per una quadro.
Si videro la prima volta a Londra, in un rudere abbandonato. Era lì che lui dipingeva i meravigliosi quadri. Dopo il primo incontro ce ne furono altri, e ancora e ancora e ancora. Purtroppo il destino però non sempre è dalla nostra parte.
Capitò che la madre di Cat scoprì delle lettere segrete di lei e Peter. Venne mandata fuori, in Francia a fare la modella lì. E Peter? Peter rimase a Londra.  I due si scrissero ancora altre lettere, finchè con Peter  non ebbe più alcun legame. Non arrivarono sue notizie e l’unica cosa che univa Cat a lui era il figlio che portava in grembo. Non si risposò mai , per essere sempre fedele a lui, ma fu felice, anche se non aveva più il suo amore. Morì al trentesimo compleanno di sua figlia Rosmarie (mia proproparente) per un incidente stradale, ma non smise mai di amare Peter. Nemmeno ora.
Mi ridestai dai miei pensieri, solo quando sentii l’allarme antincendio suonare. Troppo fumo, mi si era bruciata la salsa. Presi una sedia ed un panno e aprii tutte le finestre per far uscire il fumo.
Per fortuna, Don Gerard ( il mio governante) era fuori , e a parte me, e la signorina Rosmarie (coincidenze non era la mia proproparente) non c’era più nessuno in quel palazzo.
Il fumo stava uscendo dalle finestre e l’allarme smise di suonare. Controllai la salsa, ma era tutta bruciata, e dato che erano le nove di sera decisi di ordinare una pizza.
Cat mi aveva detto che sarebbe stata da me alle nove e trenta in punto.
Intanto lavai le pentole, mi feci una doccia e allo nove e un quarto arrivò il fattorino.
Presi la pizza e un bel bicchiere di vino rosso, mi accoccolai al divano e iniziai a mangiare quella delizia e sorseggiare quel delizioso vino quando qualcuno urlò alle mie spalle.
<<Bleah! Che porcate mangi?!>> Sbuffai e buttai via il cartone, oramai vuoto della pizza.
<< Ciao anche a te Cat,non ti ho sentita arrivare. Oh , no tranquilla io sto bene non ti preoccupare.>> Dissi in tono sarcastico.
Finii di bere il mio vino e portai il bicchiere al lavandino per sciacquarlo e riposarlo nella credenza.
Cat sospirò dietro di me. Mi girai,appoggiandomi al lavandino con le mani e la schiena per guardarla.
<<Quanto vorrei poter bere anche io un bel bicchiere di vino come hai appena fatto tu!>> Disse in tono malinconico. Feci una piccola risata. Poi la vidi sedersi sul bracciolo del divano, leggiadra. Aveva un abito incantevole indosso. Rosa chiaro, quasi bianco, stretto al busto che poi scendeva a balze, che si incrociava dietro la schiena. Era perfetta.
<<Allora?>> Chiese alzando un sopracciglio.
<<Allora cosa?>> Mi andai a sedere sulla mia poltroncina di stoffa.
<<Avanti, spara. E’ così che dite voi ora no? So che vuoi dirmelo, tranquilla starò buona e ascolterò la tua storia.>> Disse portando le unghie vicino alla bocca e scrutandole una ad una. Al contrario suo, io portai il pollice alla bocca mangiucchiandomi l’unghia.
<<Come lo sai tu?!>> Le chiesi strabuzzando gli occhi. Sorrise, per poi alzare lo sguardo su di me. <<Avanti Claire, sono un fantasma! So sempre tutto. E poi sono tua zia, sei uguale a me e anche io avevo la tua stesse espressione stampata sul volto quando morivo dalla voglia di raccontare qualcosa a qualcuno>> <<Non è vero! Non ho la tua stessa espressione! E poi, leggi nella mente anche? >> Le dissi infastidita, recandomi allo specchio per guardare il mio volto e tastarmi le guance.
<< Probabile..Ok.Ok, scherzavo. Non leggo nella mente. Felice. Ora siediti qui..>> indicò con un dito il divano <<…e raccontami tutto. Non avere paura, fidati. Ah e nel caso te lo chiedessi (cosa molto probabile) non vedo nessuno oltre te. >>
Mi spaventai. Come faceva a sapere tutto ciò che mi domandavo. Strabuzzai gli occhi. Alzò le mani e rise.
<< C..come fai a sapere delle mie domande mentali ? >> Le chiesi accigliata.
Scrollò le spalle.
<<Avevi rimasto il tuo diario aperto e l’ho letto.>> Sorrise. Aprii la bocca in una “o” muta.
<<Catherine!>> La rimproverai. <<Maddai, capita a tutti. Anche a te sarà capitato di leggere un diario altrui.>> Ipotizzò con fare amichevole. <<Ehm.. in realtà..>> Adesso fu lei ad aprire la bocca in una “o” muta. <<Cosa? Non l’hai mai fatto? Ahahah…forse sei la prima che conosco che non l’ha fat…>> Disse ridendo. << Catherine! Vogliamo concentrarci?!>> Mi andai a sedere accanto a lei a passo da militare. <<Oh, si scusa..Avanti.>>Incrociò le braccia. Presi un bel respiro.
<<Beh, è complicato. Allora sette mesi fa conobbi Jack, un ragazzo carinissimo. Moro, occhi color caramello, fisico perfetto, pelle altrettanto caramellata. Lo conobbi ad una festa di lavoro. Io sono una segretaria e lui anche. Era nuovo. Alla festa ballammo insieme, facemmo amicizia e la sera stessa facemmo l’amore nella sua auto..>> << Bleah, patetico.Scusa, continua.>> Disse piano ad una mia occhiataccia.
<< Okkei. Allora dicevo ? Ah si, da quel giorno ci innamorammo sempre di più. Lui era così carino e dolce con me. E poi era così premuroso. Perfetto. Ai miei poi piaceva (cosa che non accade sempre) solo che quasi due mesi fa..>>
Mi abbandonai ai ricordi mentre le parlavo.
 
Flashback.
Ero appena tornata dal lavoro. In quei mesi ero stra felice. Mi sembrava un sogno. Era perfetto, l’uomo giusto e me lo sentivo.
Mi disse che quella sera era meglio se  non andavo a casa sua perché non l’avrei trovato, per motivi di lavoro o robe simili. Mi disse che tornava verso la mezzanotte ed era inutile. Ma volli fargli una sorpresa.
Uscita dal grande edificio della H&B corporation, mi diressi a passo svelto al primo supermercato aperto. Entrai e feci la spesa.
Avevo le chiavi di casa di Jack, quindi andai a casa sua perchè avevo programmato di fare una cenetta romantica. Salii le scale con due buste in mano. Arrivai al secondo piano e le posai sul pavimento freddo, attenta a non far rompere nulla.
Presi le chiavi dalla borsa e  le inserii nella serratura. Le posai e ripresi le buste, aprendo meglio la porta con un colpo di fianco. Mi diressi nella piccola cucina e poggiai le buste sul tavolo della cucina. Stavo cacciando tutto fuori quando sentii dei gridolini. All’inizio pensai che Jack avesse rimasto la TV della camera accesa. Mi diressi in corridoio, ma quando sentii un “Jack sei una favola” la mia ipotesi si frantumò. Aprii piano la porta della nostra camera da letto, quello che vidi fu orripilante. Non era la TV ad aver emesso quei gemiti, bensì Jack e la sua “amante/puttana”. Era seduta su di lui a cavalcioni con la coperta a coprirgli il sedere e una piccola parte delle cosce.
Era una biondina ossigenata, tutta tette e culo e niente cervello.
Sentii una lacrima scendere.
<< Sei uno stronzo!>> Urlai. Jack scaraventò la biondina sul letto e guardò me ancora ferma sulla porta.
Mi ero anche vestita più sexy per lui.
 << Non è successo niente!>> Disse guardandomi speranzoso.
<< Ah, no ? E allora lei ci è finita per caso nel tuo letto non è così?>> Dissi indicando la biondina che rideva.
Jack si alzò e mise il pantalone.
Si avvicinò a me.
<< Smettila di fare la prima donna Claire. Mi metti mesi in astinenza e pretendi che io non faccia sesso con le altre? Io non ti capisco.>> Disse avvicinandosi a me.
Mi avvicinai ancora un po’.
<< Mi fai schifo!>> Alzai la mano sinistra, pronta a darmi un ceffone, ma la prese a tempo e fece un sorrisetto beffardo.
<< Cosa credi di fare, bambina ?!>> Mi bloccò tra lui e il muro, con ancora la biondina a guardarci.  Alzò il braccio che teneva stretto sopra la mia testa e prese anche l’altro. << Lasciami stare, verme viscido. Mi fai schifo.>> << Sei ripetitiva.>> Disse sorridendo ancora. Prese i miei polsi in una sua mano e con l’altra fece scorrere un dito dal mento alla scollatura ampia della maglietta che avevo indossato.  << Non sembrava che ti facessi così schifo una volta, sai?>> La biondina rise ancora quando mi vide sussultare al suo tocco. Non sapevo perché, forse l’amavo ancora. Poi mi bacio dietro l’orecchio e scese da lì al collo e così sempre più giù fino al petto, mentre la mia testa urlava di dirgli di lasciarmi, ma la mia bocca produceva piccoli gemiti sommessi. Anche se era un verme mi faceva ancora quello stramaledetto effetto brivido.
Stavo per liberarmi dalla sua presa, ma prima che potessi dire o fare qualsiasi cosa, fece aderire ancora di più i nostri copri e infilò la sua lingua nella mi bocca e prese a baciarmi in un modo così passionale che mi feci trasportare anche io. Infilò una mano sotto la mia maglia e la fece scorrere lungo la spina dorsale. Ma quando sentii l’ennesima risata della bionda presi tutte le mie forze e lo allontanai e dopo gli sputai anche addosso. Ripresi la mia spesa ed andai via.
I giorni seguenti provò a scusarsi e riuscì a sorprendermi tanto che lo perdonai. Ma dopo una settimana e mezzo fu lui a lasciarmi dicendomi che ero una bambina, che dovevo crescere,e tante cose poco carine e che in quella settimana si era frequentato con un'altra tipa. In quel periodo le mie migliori amiche Conny ed Holly mi avevano abbandonate. Non nel vero senso della parola solo che Conny era chissà dove con un tipo conosciuto in vacanza. Ci aveva liquidate dicendo un “ devo partire con Massi a non so quando vi voglio bene” ed era sparita ed Holly era mezza sposata quindi non mi poteva ascoltare, ed inoltre non abitavano più a casa con me e quindi per non sentirmi sola decisi di andare da mia madre. Tornai a casa, feci le valigie e partii a passo spedito verso casa. Arrivai , misi il mio pigiama largo e vecchio con le nuvole e le stelle sopra (che usavo solo quando stavo male), presi una coppa di gelato al caramello affogato al cioccolato che mangiavo quando ero depressa (che era sempre lì per me per le emergenze), mi misi dinnanzi alla TV e misi una di quelle orribili telenovele di paesi sconosciuti, deprimenti e tristi e mangiai tutto il gelato e piansi (sia per Jack che per la telenovela). Quando mia mamma arrivò sembravo una drogata, non che avessi sniffato, era solo l’effetto del gelato. Mi vide in quello stato, ancora a piangere e si sedette accanto a me. Mi accarezzò il volto.
<< Cosa c’è amore?>> Chiese piano. La guardai per qualche minuto negli occhi poi scoppiai in un pianto più forte.
<< Mi ha tradita! Jack mi ha tradita.>> Mia mamma quasi non si strozzò con la saliva e trattenne il respiro. Ogni tanto sussurrava un piccola mentre mi accarezzava, finchè non decise che a casa ero troppo sola e che non mi avrebbe fatta ritornare in quello stato e sarei stata lì fin quando non mi sarei ripresa.
E così è stato.
*
 
<<Allora ? Contenta, ti ho raccontato tutto e mi sono fidata di te. Ora mi devi dire le missioni.>> La guardai torva al suo sguardo disgustato.
<<Come fai ad amare un verme così? Bleah, puah.>> Sbuffai e presi un altro bicchiere di vino rosso. Lo trangugiai e mi misi le mani tra i capelli.
<<Non lo so, ma ora spara.>> Dissi ammiccando. 
Si alzò e fluttuò per la casa torturandosi le mani.
<< Giusto, allora..ehm..mh…le missioni..giusto. Le miss..>> Era evidentemente preoccupata.
<<CATHERINE! Subito!>> la rimproverai. Sbuffò sonoramente.<<E  va bene grande capo, sta calma solo. >> <<Ok.>>. Prese l’ultimo respiro e finalmente si fermò di fronte a me.
<< Allora le missioni che dovrai, che dovremo svolgere sono tre come ben sai. Io non andrò via di qui senza averle svolte tutte, quindi vedi di riuscirci in fretta.>> bisbigliai un “lo farò il più in fretta possibile” e dovette sentirlo perché mi lanciò un’occhiata torva.
<<La prima è quella di aiutarmi a cercare il quadro che Peter mi fece. Il primo quadro. Dicono che si è distrutto quando ci fu l’incendio al rudere.  Ma non è così. Io c’ero quel giorno quando mia madre fece appiccare l’incendio. Qualcuno lo prese Claire, e tu devi scoprirlo e fare giustizia. Era un quadro cercatissimo da tutti, tanto che ci furono delle copie. Ma l’originale venne perso a Londra e in Francia sentii che l’avevano portato verso la costa, a Brighton da un’anziana signora (probabilmente qualche parente di Peter) non ricordo il cognome anche se lo dissero, ma iniziava con Qulcher, Cualcer. Non ricordo. La seconda missione e quella di aiutarmi a ritrovare le lettere che mia madre o chiunque altro abbia preso e nascoste mie e di Peter.>> Non ci stavo capendo nulla, o meglio si ma non ci potevo crede, quindi annuivo solo.
<<Il terzo è…>>esitò un po’ prima di parla.
<<...devo farti trovare il vero amore.>> si morse un labbro e rimasi allibita da quella missione.
Ero praticamente sotto shock.
 

Hola belle.
Allora, ciao ragazze, scusate se non ho aggiornato prima ma sono stata indaffarata.
Voglio mettere la foto di Cat e di Claire se ci riesco, ma è ancora tutto da vedere. Spero vivamente che il capitolo vi piaccia e spero che lasciate qualche recensione.
Ci terrei tanto.
Comunque sia, grazie anche se molti leggono silenziosamente.
Mi piacerebbe solo sapere che ne pensate.
Emma.  
Catherine. (La mora.)Image and video hosting by TinyPic Claire.(La bionda) Image and video hosting by TinyPic
  
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