Capitolo 4
MANI
Qualcosa
vibrava.
Odiava
essere svegliato da
qualcosa che vibrava.
Non lo
sopportava.
Chris si
stropicciò gli occhi e
cercò a tastoni l’interruttore della luce.
La accese e
si accorse che il
telefono aveva smesso di vibrare, quindi si permise di indugiare nel
letto per
qualche minuto di più e stiracchiarsi per bene, muovendo gli
arti intorpiditi
dalla stanchezza.
Quando,
però, sentì che il
cellulare aveva ripreso di nuovo, si fece violenza fisica per alzarsi e
muovere
del lenti passi verso il mobile in fondo al letto.
Con lo
sguardo riuscì a catturare
l’immagine della sveglia che brillava sul comodino, e con
orrore vide che
segnava le cinque di mattina.
Chi cavolo
lo voleva chiamare
alle cinque di mattina?
Mugugnò
di fastidio e, quando
vide il nome che lampeggiava sullo schermo, quasi gli venne da
schiaffarsi in
faccia per non averci pensato prima.
Darren.
E
figurarsi, era ovvio
che l’unico essere umano di sua
conoscenza che avesse il coraggio di svegliarlo nel bel mezzo del suo
prezioso
sonno era Darren Criss.
Si
meravigliava di esser stato così stupido e non averlo
realizzato subito.
Afferrò
il telefono e, sorridendo diabolicamente, aspettò ancora
qualche secondo prima
di cliccare il tasto verde.
Lui lo
stava svegliando alle cinque di mattina, si meritava di aspettare un
po’, no?
“Pronto?”
rispose in fine, in un tono che non seppe definire, visto che era un
misto tra
arrabbiato assonnato e neutro.
“Ehi
Chris! Ti ho svegliato?”
No
guarda, stavo giocando a poker con la mia vicina di casa morta da ormai
tre
anni.
Ma non
ebbe il tempo di dare voce ai suoi pensieri che Darren aveva ripreso a
parlare.
“No
perché, se ti ho svegliato non volevo, davvero. E mi
dispiace tanto e- Sì,
forse dovrei rimettere giù, mmh, è una buona idea
scusa se ti ho disturbato è
che non ho dormito ed ho preso tanta caffeina, no, non era caffeina, e
però
volevo dirti una cosa. E’ che ora non me la ricordo e- oddio
mi dispiace sto
parlando a vanvera, e forse era questo che volevo dirti? NO non era
questo, ora
attacco io mi spiace ma-“
“Ehi,
Ehi, EHI Darren! Smettila!” Chris lo
interruppe cercando di calmarlo “Sì,
mi hai svegliato, ma tranquillo, non è presto, o perlomeno,
non lo è per i tuoi
standard. Ci sono state volte in cui mi hai svegliato alle tre di notte
e ti
sei fatto meno problemi. Ora mi fai un bel respiro e mi dici
cos’è successo?”
“Cos’è
successo, cos’ è successo? Oh.
Cos’è che è successo? Non mi
ricordo!”
Chris
si grattò il collo cercando di capire che cosa stesse
succedendo, finchè non
sentì un tonfo ed il rumore di vetri infranti provenire dal
telefono.
Sentì
qualcuno urlare forte, e si premette le dita sulle tempie per scacciare
il mal
di testa crescente.
Di
sicuro niente di quello che stava succedendo era positivo.
“Darren,
dove sei?”
“Eh?
Oh?” chiese
Darren, come se stesse uscendo da uno stato di trance “In
un posto-“
“Sei
ubriaco, Darren?”
“Chi?
Io? Ubriaco? Ma và!” poi
sentì un altro tonfo e delle risate isteriche
che era sicuro provenissero dal suo collega.
“Darren?”
lo
ammonì Chris gentilmente.
“mmh?”
“Ti
ho chiesto se sei ubriaco.”
“Credo
di sì”
la voce non era più alta di un sussurro ma a Chris
bastò per comprendere
la situazione.
Darren
sapeva controllarsi, era, in fondo, una persona responsabile, e
ritrovarsi
ubriaco in un posto di cui neanche si ricordava il nome non era
sicuramente
qualcosa che faceva quotidianamente.
Quindi
era normale per il soprano sentirsi enormemente preoccupato.
“Dimmi
dove sei che ti vengo a prendere.” Chris non
ci pensò neanche due volte, si precipitò
fuori dalla camera e saltellò in salotto cercando di
infilarsi un paio di
pantaloni della tuta ed una maglietta senza staccare
l’orecchio dal telefono.
“Uh”
sentì Darren mugugnare “Non lo so
dove sono-“
“C’è
qualcuno lì con te?”
“Sì,
taaaanta gente!” Darren
ridacchiò ed il suo tono si alzò di qualche
ottava, risultando quasi infantile.
“Bene,
chiedi a qualcuno dove sei”
istruì Chris prendendo le chiavi della macchina
ed affrettandosi a chiudere la porta di casa.
Scese
le scale sotto il portichetto, mentre aspettava in ansia istruzioni da
Darren,
ma il telefono restava silenzioso nelle sue mani.
Entrò
di corsa nella macchina, e poggiò la testa sul volante,
cercando di
concentrarsi su ciò che doveva fare, per non cadere vittima
del sonno e della
testa che ormai sembrava gli stesse per scoppiare.
Quando
la voce squillante di Darren uscì nuovamente dal telefono
quasi non saltò dallo
spavento.
Gli
diede il nome e l’indirizzo di un bar, di cui Chris neanche
conosceva
l’esistenza, e poi, dopo aver promesso a Chris che non si
sarebbe mosso da lì,
chiuse la telefonata.
Chris,
dal canto suo, cercò di guidare il più
velocemente possibile, e ringraziò il
cielo quando, arrivato davanti al locale, vide Darren seduto su una
panchina.
Il
ragazzo sembrava, e qui Chris alzò gli occhi al cielo
perché, se era ridotto
così, allora la sbronza doveva essere colossale, intento ad
intrattenere un
sorta di conversazione con un gatto, e quando il soprano si
avvicinò, non alzò
neanche lo sguardo.
“Sì”
stava dicendo il ricciolo, annuendo convinto “Sono totalmente
d’accordo con te,
Ryan, il mercato azioni ha subito una grave-“
“Darren?”
Chris provò a chiamarlo, insicuro se dover ridere o piangere
della situazione.
“Eh?
Oh? Chris!” salutò felice quando si accorse di lui
“Stavo giusto parlando con
Ryan-“
“Ryan.”
ripetè scettico Chris “Un gatto, Darren?”
Vide
Darren ridere con sé stesso e poi girarsi verso il gatto e
sussurrargli nell’
orecchio qualcosa.
In
verità il termine più esatto era urlagli, ma
Chris credeva che l’intento di Darren fosse quello di non
essere sentito.
“E’
lui il ragazzo di cui ti ho parlato!” stava appunto dicendo
il ricciolo “Te
l’avevo detto che era bellissimo, eh?” poi lo prese
un altro attacco di
risatine e si piegò in due sulla panchina.
Chris,
intanto, sentiva le guance andargli a fuoco.
Aveva
sentito male o Darren gli aveva appena detto che era bellissimo?
“Ehi
Chris, lo sai che sei bellissimo?”
No,
anche se prima aveva sentito male, ora ne era sicuro, dato che il
ragazzo in
questione l’aveva appena urlato.
Fu
allora che Chris decise di intervenire.
Ignorò
il senso di lusinga, eccitazione e- speranza?- che lo aveva invaso e si
precipitò verso Darren prendendolo per un braccio.
“Ora
è
meglio se andiamo, Darren.”
“No!”
provò a protestare quindi lui, puntando i piedi per terra
come i bambini e
mettendo il broncio “Ma io devo finire di parlare con
Ryan!”
E si
girò verso il gatto, lanciandogli un’espressione
di scuse.
“Dai,
Darren!” Sbottò il soprano irritato “Se
non ti muovi entro il tre la prossima
volta che lo vedo, dico a Ryan, quello umano, che hai chiamato un gatto
con il
suo nome, e poi vedi cosa succede!”
“No,
NO! Ti prego vengo con te!” urlò quindi disperato
Darren.
Chris
allora lo trascinò fino alla macchina e lo sbattè
di peso sul sedile.
“Ora”
disse sedendosi a sua volta e mettendo in moto la macchina
“Mi devi fare un
favore.”
“Ma
scerrrto, mon cherì!” ululò Darren,
cercando di imitare in modo fallimentare un
accento francese.
“Abbassa
la voce, per piacere”
“Ok”
sussurrò Darren, la voce che poteva a stento essere sentita
da Chris, poi un
altro accesso di risa lo prese e Chris sbuffò, lasciando
perdere e tornando a
concentrarsi sulla strada.
Quando
arrivarono davanti a casa sua, Darren si era già
addormentato e stava russando
come un trattore.
Dopo
diversi tentativi, alla fine, Chris riuscì a svegliarlo ed a
trascinarlo in
salotto, poi, esausto, lo fece sdraiare sul divano e si sedette anche
lui ai
suoi piedi.
“Un
giorno o l’altro non risponderò più
alle tue chiamate, Darren” disse qualche
momento dopo.
“mmh”
mugugnò l’altro, sistemando la guancia meglio
sulle sue mani giunte “ ‘on ppo
bllo”
“Eh?”
chiese Chris, con uno sguardo divertito.
“Ho
detto che sono troppo bel- yahwn- lo” Rise, soffocando, con
una mano, lo
sbadiglio.
“No,
no Dar, non addormentarti in questa posizione, non va bene!”
“Ok”
annuì Darren, e sul viso gli si aprì un enorme
ghigno, “allora credo proprio
che andò- IN CAMERA TUAAA!” E, detto
ciò, saltò in piedi e si fiondò sul
letto
di Chris, rimbalzando più volte e facendo cigolare le molle.
“Darren!”
esclamò Chris indignato, seguendolo subito dopo
“Quello è il mio letto!”
“Lo
so!” sorrise di rimando Darren.
“Allora
scendi, subito!”
“Ma
è
morbido!”
“Appunto!”
“Appunto! Dai
Chris, condividi! Si può sempre dormire in due!”
“Ma
neanche per sogno!” Sbottò il soprano indignato
“il letto è mio!”
“Però
ora ci sono io!”
Quando
però vide che Chris non accennava ad addolcire la sua
espressione, e rimaneva
con un cipiglio severo in viso e le braccia incrociate, un sorriso
furbesco gli
si dipinse in faccia.
“Chriiiiis!”
Chiamò “Puoi venire un attimo qui?”
L’attore
sbuffò, ma si avvicinò al letto.
“Che
c’è, Darren?”
“E’
solo che-“ inizò, poi la sua espressione
cambiò nuovamente, ed alzò le mani per
trascinare Chris sul letto con lui.
“Dar-
che? No, no ti prego, non il solleticooo” Chris
iniziò a contorcersi dal
ridere, le mani di Darren che gli solleticavano l’addome, la
schiena, il collo e
tutto ciò che riusciva a raggiungere.
“Eddaii!”
lo pregava intanto Darren “Dormi qui con mee!”
“No,
Darren non va- ahhh- b-bene, noi O DIO SMETTIl- ahaha!” Chrsi
si arrotolò su sé
stesso ma facendo ciò espose maggiormente la schiena, che
venne prontamente
assaltata dl ricciolo.
“Daii”lo
implorò ancora una volta Darren, e questa volta le mani
smisero di solleticarlo
ed iniziarono a massaggiargli la schiena, i palmi aperti e caldi che
bruciavano
sopra la stoffa della maglietta.
“Chriiis”
lo canzonò, avvicinando la bocca all’ orecchio del
soprano “Lo sai perché ho
bevuto? Eh? Eh? Lo sai?”
“Perché?”
chiese Chris sbuffando, iniziando ad averne abbastanza dell’
infantilità dell’
amico ubriaco.
“Non
te lo dico se non mi lasci dormire con te, sciocchino!” fu
l’ allegra risposta
del ricciolo.
Chris
sospirò, e considerò la situazione.
Stava
ricevendo un massaggio fenomenale da Darren, il quale era nel suo
letto, vestito,
grazie a Dio, ma ubriaco.
Tuttavia
quel massaggio era davvero un bel massaggio, e le sue mani erano
davvero piene
di talento, e Chris si ritrovo a pensare a come sarebbe stato averle in
posti
più bassi-
Chris,
concentrati!
E
proprio in quel momento Darren massaggiò un fascio di nevi
in tensione che gli
mando un brivido in tutto il corpo.
“Ah!”
gemette preso alla sprovvista.
“Vedi?”
Sorrise Darren, soffiandogli sul collo ed abbracciando il corpo del
ragazzo che
gli dava di schiena. “Lo sai che sono bravo ad usare le mie
mani!” disse con
tono- aveva sentito male o era malizia quella nella voce del ricciolo?
Stava
giusto per rispondere, quando sentì il respiro di Darren
farsi più regolare, e
la testa appoggiarsi pesantemente sull’ incavo del suo collo.
Darren
si era addormentato.
E
Chris era intrappolato tra le sue braccia, e le sue mani che erano
aperte sul
suo torace, e si muovevano lentamente in piccoli cerchi.
“Darren?”
provò a svegliarlo, ma ottenne solo un mugugno ed il
ricciolo che si strinse
ancora di più a lui.
Allora
Chris decise di arrendersi, considerò che ormai erano le
sette, e che avevano
ancora un po’ di tempo per dormire prima delle prove quel
pomeriggio, e che
aveva davvero bisogno di prendere sonno ed inoltre-
Ma nel
giro di due secondi stava già dormendo, le mani
inconsapevolmente strette su
quelle del ragazzo abbracciato a lui.
“Ehi
Chris”
La
voce del ragazzo non ottenne risposta nel silenzio della stanza.
“Volevo
solo mantenere la mia promessa, sai? Ti dovevo dire perché
mi sono ridotto
così.”
Quando
vide che il soprano non accennava a rispondere fece un sospiro profondo
e si
strinse di nuovo a lui, rassegnandosi a non ricevere risposta.
“Sei
bellissimo quando dormi” sussurrò solo.
Poi
tornò a dormire anche lui.
La
mattina dopo Chris entrò negli studios con una Diet-Coke in
una mano ed il
copione dell’ altra, tentando in tutti i modi di ricordarsi
le sue battute, ma
non avendo molto successo vista la mancanza di sonno dovuta alla serata
precedente.
Quando
quella mattina si era svegliato ancora abbracciato a Darren, si era
districato
dalla sua stretta ed era corso a farsi una doccia.
Poi
era andato a svegliare il ricciolo e gli aveva dato dell’
acqua corredata da
due aspirine, per cercare di ridurre il dopo-sbornia che gli aveva
sicuramente
preso la testa.
Darren
aveva ringraziato, e poi, con un’ espressione strana in viso,
si era scusato e
si era fiondato fuori dalla porta per prendere un taxi e tornare a casa
sua.
Chris
non aveva ben capito cosa fosse successo, ma aveva attribuito tutto al
suo
stato di ubriacatura latente e lo aveva lasciato andare senza fare
obiezioni.
Lui,
in quel momento, era un uomo con un obbiettivo, e quel giorno, il suo
obbiettivo, stava nell’ entrare nell’ ufficio di
Ryan Murphy e compiere la sua
missione.
Aprì
la porta di vetro, piano, e si affacciò nell’
ufficio, chiedendo il permesso di
entrare.
Ryan
era seduto sulla sua poltroncina, impegnato a scrivere qualcosa su dei
fogli
sparsi sul bancone.
Era
tutto perfetto.
Era
ormai passato quasi un mese dall’ ultima richiesta che gli
aveva fatto, quindi
probabilmente Ryan neanche se ne ricordava, il che dava mille punti di
vantaggio a Kurt, che partiva a parlare con un produttore non prevenuto
nei
riguardi delle sue fantastiche idee.
“Ryan!”
iniziò salutandolo, sfoderando l’espressione
più innocente del suo repertorio.
“No,
no, NO! Io conosco quel ghigno! Christopher Paul Colfer, dimmi che non
è un’
altra di quelle tue ide-“
Ok,
forse doveva rivedere la sua espressione
“innocente”.
“NO,
ma è ovvio che no, insomma Ryan ma per chi mi hai
preso!” ridacchio
nervosamente il ragazzo, cercando disperatamente una scusa sensata.
“Il
fatto è-“ iniziò cercando di
dimostrarsi sicuro “Che ho avuto una- come la si
può chiamare, illuminazione?”
Ryan
lo guardò scettico, ma annuì per lasciarlo
continuare.
“Si
ehm, sai che il mio genio guarda anche indietro, no?”
iniziò deglutendo “E mi
chiedevo se quella volta- sì quella in cui ti ho proposto
che
KurttenesseilmicrofonoaBlaineperchènonavevapiùlemani
magari tu non mi avessi
negato il permesso senza, eh, pensarci, ecco.”
“EH?”
fu tutto quello che uscì dalla bocca del produttore
“Chris, non è che
parleresti un po’ più lentamente?”
“Oh”
iniziò Chris torturandosi le mani “Credo che sia
giusto che
Blaineperdal’usodellemani.”
“Cosa?”
“Che
Blainenonabbiapiùlemani!”
“Chris,
più piano, per l’amor del cielo!”
“Che
Blainesifacciamaleeperdal’usodellemani”
“Chris,
santo-“
“CHE
BLAINE PERDA L’USO DELLE MANI, CAVOLO!”
Urlò Chris esasperato, poi, quando vide
l’espressione di Ryan cambiare e mutarsi in quella che aveva
visto nei suoi
tentativi precedenti, falliti
tentativi precedenti, sentì la speranza abbandonarlo.
Perché
Darren doveva avere delle mani così perfette? Non era
possibile che ogni volta,
si veda la notte precendente, che aveva a che fare con lui e le sue
mani, non
riusciva ad avere l’autocontrollo sufficiente per rifiutare
un massaggio, il
solletico o un abbraccio.
Dio,
avrebbe potuto anche uccidere qualcuno, se fossero state quelle mani a
chiederglielo!
E
Ryan, l’infame, non voleva lasciargli neanche quello.
La sua
vita era da buttare, a quel punto.
“Porca
put- Chris, ma quante volte te lo devo dire? NO! Esci dal mio ufficio,
su-bi-to!”
Chris,
quindi, abbassò le spalle in segno di resa, e si diresse
fuori dalla porta,
preparandosi ad un'altra giornata estenuante nelle mani, Dio no!,
di quell’ irresistibile di un suo collega.
Pensa,
Chris, pensa!
Come
si fa a far amputare casualmente le mani ad una persona e farlo
sembrare
totalmente casuale?
Chris
si sedette in sala coreografia e provò a fare qualche mossa
di ballo, per
cercare più concentrazione.
Stava
giusto per fare una piroetta, quando gli venne
l’illuminazione, e, stupidamente
cadde a terra per essersi distratto mentre ci pensava.
Perfetto,
ora sapeva cosa fare.
La
scena Klaine di quella puntata era qualcosa di molto leggero.
Si
trattava di un appuntamento al “Bell Grissino”
senza dopocena
focoso, come
l’aveva più volte definito Mark,
e di un sacco di battute sdolcinate tra i due fidanzatini.
Niente
si meglio per realizzare il suo piano.
In
quel momento i due erano seduti l’uno di fronte
all’ altro. Darren che non
aveva detto molto a Chris, dopo il suo arrivo, e Chris che non aveva
tirato
fuori quello che era successo quella mattina, avendo paura di farlo
scoppiare,
vista l’espressione distante che sfoggiava.
Tuttavia,
ora si trovavano a dover recitare la parte dei due piccioncini
innamorati, ed i
problemi personali dovevano restare fuori.
Ovviamente
per Chris il voler amputare le mani di un suo collega solo
perché lo
distraevano troppo non era classificabile come “problema
personale”.
Ovvio.
Che
poi non voleva davvero amputargliele, voleva solo che, mentre giravano
la scena,
si vedesse che si faceva male, così avrebbero tenuto la
scena, perché Chris
avrebbe recitato talmente male nel tentare di rifarla, che alla fine
sarebbero
stati costretti a tenere quella in cui assaliva Darren.
Nella
realtà quello che sarebbe successo al ricciolo era
riassumibile in qualche
graffietto.
E
magari anche qualche botta.
E
forse un po’ si perdite di sangue, sì.
E
magari anche delle unghie nere, ecco..
E
magari, ma solo nel peggiore dei casi, qualche osso rotto, niente di
che.
Comunque,
ritornando ai Chris e Darren, i due attori erano seduti e
chiacchieravano
amabilmente dell’ ultimo numero di Vogue.
Kurt
esaltava la bellezza di tutti i vestiti che vedeva, e Blaine annuiva
entusiasticamente ad ogni cosa che diceva il suo ragazzo.
Poi la
cameriera arrivò col dolce, e Chris, sorridendo
furbescamente, decise di
iniziare il piano A.
Prese
la forchetta da dolce e se la rigirò fra le dita, fingendo
di ascoltare quello
che Darren stava recitando.
“Ed
hai visto l’ultimo capo della collezione autunno-inverno di
Marc Jacobs?”
diceva con gli occhi brillanti “E’ semplicemente-
AH CHRIS MA SEI IMPAZZITO?”
Darren
si raddrizzò sul sedile, gli occhi spalancati per lo stupore
e la mano sinistra
dolorante.
Chris
sogghignò felice, aveva appena dato una forchettata sulla
mano del suo collega,
ed era sicuro di aver recitato decisamente bene, quindi la scena non
avrebbe
potuto rifarla meglio neanche volendo.
Certo,
non gli aveva amputato le mani ma meglio che niente, no?
“Ehm”
disse cercando di scusarsi nel modo più genuino possibile
“Scusa, ho mancato il
dolce. Devo aver calcolato male le distanze.”
Darren
mugugnò qualcosa sotto voce, che sembrava tanto un vorrei
sapere che
ti prende, e si
alzò dal tavolo scusandosi per andare un
attimo in bagno a bagnarsi, suscitando diverse risatine da parte della
troupe
che stava filmando.
Chris
sorrise soddisfatto.
Tuttavia,
poco dopo, sentì i cameramen che parlavano di tagliare la
parte in cui Chris
infilzava Darren, perché tanto non era tanto importante, ed
il soprano sbuffò
infastidito che il suo piano A fosse fallito così
miseramente.
Era
ora di ricorrere al piano B.
Finirono
quindi di girare le scene al ristorante senza intoppi, e poi uscirono
sul retro
per filmare il momento in cui Blaine accompagnava a casa Kurt e gli
dava la
buona notte.
Chris
e Darren continuarono a recitare perfettamente, non sbagliando una
battuta,
fino a che non arrivarono fuori dalla casa di Kurt.
Darren
fece il giro per primo ed aprì la portiera a Chris, che
sfoderò uno dei suoi
Kurt-sorrisi più disarmanti ed accettò la mano
che gli veniva porta per uscire
dalla macchina.
Una
volta fuori, Blaine si doveva avvicinare a Kurt e dargli un bacio sulla
guancia, facendolo appoggiare contro il lato del veicolo.
E
qui inizia il piano B.
Pensò Chris soddisfatto, preparandosi già a
pregustare il momento in cui Blaine si sarebbe schiacciato la mano nella portiera,
appositamente aperta da
Chris.
Era un
piano perfetto.
Nel
frattempo Darren si era avvicinato al collega e, guardandolo negli
occhi, stava
recitando le battute, Chris rispondeva meccanicamente e, proprio mentre
stava
per aprire la portiera ed attuare il suo piano, Darren
avvicinò le labbra alla
guancia di Chris ma, invece di schioccare un sonoro bacio ed auguragli
la
buonanotte, andò più in là e gli morse
forte il lobo dell’ orecchio.
Chris
saltò in piedi dallo spavento, e si ritrovò
Darren a due centimetri dal suo
viso, con un ghigno proocate.
“Vuoi
la guerra, e guerra sia, Chris. Ora vedi chi gioca sporco.” e
detto questo si
girò, chiedendo ai tecnici di finire per quel pomeriggio.
Agente
ILA al suo comando, signora. Mi voleva per caso?
-J
ILA,
e cosa cavolo vuol dire? Comunque qui è Agente Hot-Dog,
abbiamo un problema,
agente ILA! -A
Scoprirai
cosa vuol dire col tempo, mia cara. Ma parliamo del tuo: Hot-Dog?
Seriamente
Ashley? E comunque, qual’ è il problema, agente? -J
Avevo
fame. Comunque, i due soggetti si sono allontanati, ripeto, i due
soggetti si
sono allontanati -A
Stiamo
parlando di Pink-omane e
I-Love-Diet-Coke? Questo
è un male, molto
male -J
Sì,
di loro due esatto. Li ho visti distanti oggi a pranzo. I progressi
fatti sono
andati persi, ripeto, dobbiamo intervenire sul campo.
–A
Sarò
lì domani mattina, puoi giurarci. Non possiamo mandare
all’ aria un così duro
lavoro -J
Porta
un Hot-Dog -A
Per
te tutto, amore -J
Grazie
Joey, potrei anche smetterla di prendere in giro le tue amate Red
Vines, allora
:) -A
Puoi
dirlo forte. Allora, stasera da me?
-J
Ovunque,
purchè ci sia tu. -A
Perfetto,
preparati ad una serata selvaggia, Baby!
-J
BlueCinnamon
Ohilalà!
Ehm,
mi scuso moooolto per questo ritardo, sono stata
presa dallo scrivere Old McDonald e mi sono
scordata di quanto mi divertisse scrivere questa storia.
Allora,
io devo RINGRAZIARVI tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto
tanto
tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto
tanto
tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto
tanto
tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto
tanto
tanto tanto tanto.
Cioè,
Parte di me Parte di te è entrata nelle storie
più popolari!
E’ qualcosa che non mi sono neanche mai permessa di sognare,
ed invece eccoci
qua!
Non so da dove partire per descrivere le mie emozioni, e lo giuro che
questa
scoperta mi ha quasi fatto prendere un infarto.
Sono
commossa e prometto che mi impegnerò di più nello
scrivere e nel mantenere gli
aggiornamenti meno saltuari.
Mando
un abbraccione grande a tutti, quelle che hanno messo questa storia
nelle
seguite, nelle ricordate, nelle preferite (<3) e che hanno
recensito.
Non
sarei qui senza di voi.
Spero
che il capitolo vi piaccia
A
presto