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Autore: BlueCinnamon15    17/08/2012    3 recensioni
“Ok Ryan, hai reso il concetto” lo interruppe nervoso Chris “Ma credo che questa volta sia proprio necessario un- intervento, sì, ecco.”
Guardò quindi il produttore, esitando, che lo esortò con un cenno della testa a proseguire.
“Sì, ehm- Dicevo- La voce di Darren, cioè di Blaine è-“
“Se mi stai suggerendo di distruggergli le corde vocali te lo puoi scordare, Chris” si affrettò ad interromperlo Ryan, avendo paura della piega che stava prendendo la conversazione.
“No, NO!” scosse la testa Chris “Pensavo di, ehm, migliorarla, diciamo”
Interruppe il discorso per vedere la reazione di Ryan e, interpretando il suo silenzio come un incoraggiamento, proseguì.
“Sì, sai, potrebbe raggiungere tonalità più.. alte! La scienza ha dimostrato che tramite l’evirazione-“
“Evirazione?” Urlò un Ryan decisamente sotto shock “Ma io eviro te, Christopher Paul Colfer!”
Un capitolo per ogni parte del corpo di Darren che manda Chris in blackout ormonale, della quale l’attore cerca di disfarsi nei i modi più strambi possibili, per cercare di non stuprare Darren ogni volta che è costretto a stare a stretto contatto con lui.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

MANI

 

 

Qualcosa vibrava.

Odiava essere svegliato da qualcosa che vibrava.

Non lo sopportava.

Chris si stropicciò gli occhi e cercò a tastoni l’interruttore della luce.

La accese e si accorse che il telefono aveva smesso di vibrare, quindi si permise di indugiare nel letto per qualche minuto di più e stiracchiarsi per bene, muovendo gli arti intorpiditi dalla stanchezza.

Quando, però, sentì che il cellulare aveva ripreso di nuovo, si fece violenza fisica per alzarsi e muovere del lenti passi verso il mobile in fondo al letto.

Con lo sguardo riuscì a catturare l’immagine della sveglia che brillava sul comodino, e con orrore vide che segnava le cinque di mattina.

Chi cavolo lo voleva chiamare alle cinque di mattina?

Mugugnò di fastidio e, quando vide il nome che lampeggiava sullo schermo, quasi gli venne da schiaffarsi in faccia per non averci pensato prima.

Darren.

E figurarsi, era ovvio che l’unico essere umano di sua conoscenza che avesse il coraggio di svegliarlo nel bel mezzo del suo prezioso sonno era Darren Criss.

Si meravigliava di esser stato così stupido e non averlo realizzato subito.

Afferrò il telefono e, sorridendo diabolicamente, aspettò ancora qualche secondo prima di cliccare il tasto verde.

Lui lo stava svegliando alle cinque di mattina, si meritava di aspettare un po’, no?

“Pronto?” rispose in fine, in un tono che non seppe definire, visto che era un misto tra arrabbiato assonnato e neutro.

“Ehi Chris! Ti ho svegliato?”

No guarda, stavo giocando a poker con la mia vicina di casa morta da ormai tre anni.

Ma non ebbe il tempo di dare voce ai suoi pensieri che Darren aveva ripreso a parlare.

“No perché, se ti ho svegliato non volevo, davvero. E mi dispiace tanto e- Sì, forse dovrei rimettere giù, mmh, è una buona idea scusa se ti ho disturbato è che non ho dormito ed ho preso tanta caffeina, no, non era caffeina, e però volevo dirti una cosa. E’ che ora non me la ricordo e- oddio mi dispiace sto parlando a vanvera, e forse era questo che volevo dirti? NO non era questo, ora attacco io mi spiace ma-“

“Ehi, Ehi, EHI Darren! Smettila!” Chris lo interruppe cercando di calmarlo “Sì, mi hai svegliato, ma tranquillo, non è presto, o perlomeno, non lo è per i tuoi standard. Ci sono state volte in cui mi hai svegliato alle tre di notte e ti sei fatto meno problemi. Ora mi fai un bel respiro e mi dici cos’è successo?”

Cos’è successo, cos’ è successo? Oh. Cos’è che è successo? Non mi ricordo!”

Chris si grattò il collo cercando di capire che cosa stesse succedendo, finchè non sentì un tonfo ed il rumore di vetri infranti provenire dal telefono.

Sentì qualcuno urlare forte, e si premette le dita sulle tempie per scacciare il mal di testa crescente.

Di sicuro niente di quello che stava succedendo era positivo.

“Darren, dove sei?”

Eh? Oh?” chiese Darren, come se stesse uscendo da uno stato di trance “In un posto-“

“Sei ubriaco, Darren?”

“Chi? Io? Ubriaco? Ma và!” poi sentì un altro tonfo e delle risate isteriche che era sicuro provenissero dal suo collega.

Darren?” lo ammonì Chris gentilmente.

mmh?”

Ti ho chiesto se sei ubriaco.”

Credo di sì” la voce non era più alta di un sussurro ma a Chris bastò per comprendere la situazione.

Darren sapeva controllarsi, era, in fondo, una persona responsabile, e ritrovarsi ubriaco in un posto di cui neanche si ricordava il nome non era sicuramente qualcosa che faceva quotidianamente.

Quindi era normale per il soprano sentirsi enormemente preoccupato.

“Dimmi dove sei che ti vengo a prendere.” Chris non ci pensò neanche due volte, si precipitò fuori dalla camera e saltellò in salotto cercando di infilarsi un paio di pantaloni della tuta ed una maglietta senza staccare l’orecchio dal telefono.

Uh” sentì Darren mugugnare “Non lo so dove sono-“

C’è qualcuno lì con te?”

“Sì, taaaanta gente!” Darren ridacchiò ed il suo tono si alzò di qualche ottava, risultando quasi infantile.

Bene, chiedi a qualcuno dove sei” istruì Chris prendendo le chiavi della macchina ed affrettandosi a chiudere la porta di casa.

Scese le scale sotto il portichetto, mentre aspettava in ansia istruzioni da Darren, ma il telefono restava silenzioso nelle sue mani.

Entrò di corsa nella macchina, e poggiò la testa sul volante, cercando di concentrarsi su ciò che doveva fare, per non cadere vittima del sonno e della testa che ormai sembrava gli stesse per scoppiare.

Quando la voce squillante di Darren uscì nuovamente dal telefono quasi non saltò dallo spavento.

Gli diede il nome e l’indirizzo di un bar, di cui Chris neanche conosceva l’esistenza, e poi, dopo aver promesso a Chris che non si sarebbe mosso da lì, chiuse la telefonata.

Chris, dal canto suo, cercò di guidare il più velocemente possibile, e ringraziò il cielo quando, arrivato davanti al locale, vide Darren seduto su una panchina.

Il ragazzo sembrava, e qui Chris alzò gli occhi al cielo perché, se era ridotto così, allora la sbronza doveva essere colossale, intento ad intrattenere un sorta di conversazione con un gatto, e quando il soprano si avvicinò, non alzò neanche lo sguardo.

“Sì” stava dicendo il ricciolo, annuendo convinto “Sono totalmente d’accordo con te, Ryan, il mercato azioni ha subito una grave-“

“Darren?” Chris provò a chiamarlo, insicuro se dover ridere o piangere della situazione.

“Eh? Oh? Chris!” salutò felice quando si accorse di lui “Stavo giusto parlando con Ryan-“

“Ryan.” ripetè scettico Chris “Un gatto, Darren?”

Vide Darren ridere con sé stesso e poi girarsi verso il gatto e sussurrargli nell’ orecchio qualcosa.

In verità il termine più esatto era urlagli, ma Chris credeva che l’intento di Darren fosse quello di non essere sentito.

“E’ lui il ragazzo di cui ti ho parlato!” stava appunto dicendo il ricciolo “Te l’avevo detto che era bellissimo, eh?” poi lo prese un altro attacco di risatine e si piegò in due sulla panchina.

Chris, intanto, sentiva le guance andargli a fuoco.

Aveva sentito male o Darren gli aveva appena detto che era bellissimo?

“Ehi Chris, lo sai che sei bellissimo?”

No, anche se prima aveva sentito male, ora ne era sicuro, dato che il ragazzo in questione l’aveva appena urlato.

Fu allora che Chris decise di intervenire.

Ignorò il senso di lusinga, eccitazione e- speranza?- che lo aveva invaso e si precipitò verso Darren prendendolo per un braccio.

“Ora è meglio se andiamo, Darren.”

“No!” provò a protestare quindi lui, puntando i piedi per terra come i bambini e mettendo il broncio “Ma io devo finire di parlare con Ryan!”

E si girò verso il gatto, lanciandogli un’espressione di scuse.

“Dai, Darren!” Sbottò il soprano irritato “Se non ti muovi entro il tre la prossima volta che lo vedo, dico a Ryan, quello umano, che hai chiamato un gatto con il suo nome, e poi vedi cosa succede!”

“No, NO! Ti prego vengo con te!” urlò quindi disperato Darren.

Chris allora lo trascinò fino alla macchina e lo sbattè di peso sul sedile.

“Ora” disse sedendosi a sua volta e mettendo in moto la macchina “Mi devi fare un favore.”

“Ma scerrrto, mon cherì!” ululò Darren, cercando di imitare in modo fallimentare un accento francese.

“Abbassa la voce, per piacere”

“Ok” sussurrò Darren, la voce che poteva a stento essere sentita da Chris, poi un altro accesso di risa lo prese e Chris sbuffò, lasciando perdere e tornando a concentrarsi sulla strada.

Quando arrivarono davanti a casa sua, Darren si era già addormentato e stava russando come un trattore.

Dopo diversi tentativi, alla fine, Chris riuscì a svegliarlo ed a trascinarlo in salotto, poi, esausto, lo fece sdraiare sul divano e si sedette anche lui ai suoi piedi.

“Un giorno o l’altro non risponderò più alle tue chiamate, Darren” disse qualche momento dopo.

“mmh” mugugnò l’altro, sistemando la guancia meglio sulle sue mani giunte “ ‘on ppo bllo”

“Eh?” chiese Chris, con uno sguardo divertito.

“Ho detto che sono troppo bel- yahwn- lo” Rise, soffocando, con una mano, lo sbadiglio.

“No, no Dar, non addormentarti in questa posizione, non va bene!”

“Ok” annuì Darren, e sul viso gli si aprì un enorme ghigno, “allora credo proprio che andò- IN CAMERA TUAAA!” E, detto ciò, saltò in piedi e si fiondò sul letto di Chris, rimbalzando più volte e facendo cigolare le molle.

“Darren!” esclamò Chris indignato, seguendolo subito dopo “Quello è il mio letto!”

“Lo so!” sorrise di rimando Darren.

“Allora scendi, subito!”

“Ma è morbido!”

“Appunto!”

Appunto! Dai Chris, condividi! Si può sempre dormire in due!”

“Ma neanche per sogno!” Sbottò il soprano indignato “il letto è mio!”

“Però ora ci sono io!”

Quando però vide che Chris non accennava ad addolcire la sua espressione, e rimaneva con un cipiglio severo in viso e le braccia incrociate, un sorriso furbesco gli si dipinse in faccia.

“Chriiiiis!” Chiamò “Puoi venire un attimo qui?”

L’attore sbuffò, ma si avvicinò al letto.

“Che c’è, Darren?”

“E’ solo che-“ inizò, poi la sua espressione cambiò nuovamente, ed alzò le mani per trascinare Chris sul letto con lui.

“Dar- che? No, no ti prego, non il solleticooo” Chris iniziò a contorcersi dal ridere, le mani di Darren che gli solleticavano l’addome, la schiena, il collo e tutto ciò che riusciva a raggiungere.

“Eddaii!” lo pregava intanto Darren “Dormi qui con mee!”

“No, Darren non va- ahhh- b-bene, noi O DIO SMETTIl- ahaha!” Chrsi si arrotolò su sé stesso ma facendo ciò espose maggiormente la schiena, che venne prontamente assaltata dl ricciolo.

“Daii”lo implorò ancora una volta Darren, e questa volta le mani smisero di solleticarlo ed iniziarono a massaggiargli la schiena, i palmi aperti e caldi che bruciavano sopra la stoffa della maglietta.

“Chriiis” lo canzonò, avvicinando la bocca all’ orecchio del soprano “Lo sai perché ho bevuto? Eh? Eh? Lo sai?”

“Perché?” chiese Chris sbuffando, iniziando ad averne abbastanza dell’ infantilità dell’ amico ubriaco.

“Non te lo dico se non mi lasci dormire con te, sciocchino!” fu l’ allegra risposta del ricciolo.

Chris sospirò, e considerò la situazione.

Stava ricevendo un massaggio fenomenale da Darren, il quale era nel suo letto, vestito, grazie a Dio, ma ubriaco.

Tuttavia quel massaggio era davvero un bel massaggio, e le sue mani erano davvero piene di talento, e Chris si ritrovo a pensare a come sarebbe stato averle in posti più bassi-

Chris, concentrati!

E proprio in quel momento Darren massaggiò un fascio di nevi in tensione che gli mando un brivido in tutto il corpo.

“Ah!” gemette preso alla sprovvista.

“Vedi?” Sorrise Darren, soffiandogli sul collo ed abbracciando il corpo del ragazzo che gli dava di schiena. “Lo sai che sono bravo ad usare le mie mani!” disse con tono- aveva sentito male o era malizia quella nella voce del ricciolo?

Stava giusto per rispondere, quando sentì il respiro di Darren farsi più regolare, e la testa appoggiarsi pesantemente sull’ incavo del suo collo.

Darren si era addormentato.

E Chris era intrappolato tra le sue braccia, e le sue mani che erano aperte sul suo torace, e si muovevano lentamente in piccoli cerchi.

“Darren?” provò a svegliarlo, ma ottenne solo un mugugno ed il ricciolo che si strinse ancora di più a lui.

Allora Chris decise di arrendersi, considerò che ormai erano le sette, e che avevano ancora un po’ di tempo per dormire prima delle prove quel pomeriggio, e che aveva davvero bisogno di prendere sonno ed inoltre-

Ma nel giro di due secondi stava già dormendo, le mani inconsapevolmente strette su quelle del ragazzo abbracciato a lui.

 

 

“Ehi Chris”

La voce del ragazzo non ottenne risposta nel silenzio della stanza.

“Volevo solo mantenere la mia promessa, sai? Ti dovevo dire perché mi sono ridotto così.”

Quando vide che il soprano non accennava a rispondere fece un sospiro profondo e si strinse di nuovo a lui, rassegnandosi a non ricevere risposta.

“Sei bellissimo quando dormi” sussurrò solo.

Poi tornò a dormire anche lui.

 

 

La mattina dopo Chris entrò negli studios con una Diet-Coke in una mano ed il copione dell’ altra, tentando in tutti i modi di ricordarsi le sue battute, ma non avendo molto successo vista la mancanza di sonno dovuta alla serata precedente.

Quando quella mattina si era svegliato ancora abbracciato a Darren, si era districato dalla sua stretta ed era corso a farsi una doccia.

Poi era andato a svegliare il ricciolo e gli aveva dato dell’ acqua corredata da due aspirine, per cercare di ridurre il dopo-sbornia che gli aveva sicuramente preso la testa.

Darren aveva ringraziato, e poi, con un’ espressione strana in viso, si era scusato e si era fiondato fuori dalla porta per prendere un taxi e tornare a casa sua.

Chris non aveva ben capito cosa fosse successo, ma aveva attribuito tutto al suo stato di ubriacatura latente e lo aveva lasciato andare senza fare obiezioni.

Lui, in quel momento, era un uomo con un obbiettivo, e quel giorno, il suo obbiettivo, stava nell’ entrare nell’ ufficio di Ryan Murphy e compiere la sua missione.

Aprì la porta di vetro, piano, e si affacciò nell’ ufficio, chiedendo il permesso di entrare.

Ryan era seduto sulla sua poltroncina, impegnato a scrivere qualcosa su dei fogli sparsi sul bancone.

Era tutto perfetto.

Era ormai passato quasi un mese dall’ ultima richiesta che gli aveva fatto, quindi probabilmente Ryan neanche se ne ricordava, il che dava mille punti di vantaggio a Kurt, che partiva a parlare con un produttore non prevenuto nei riguardi delle sue fantastiche idee.

“Ryan!” iniziò salutandolo, sfoderando l’espressione più innocente del suo repertorio.

“No, no, NO! Io conosco quel ghigno! Christopher Paul Colfer, dimmi che non è un’ altra di quelle tue ide-“

Ok, forse doveva rivedere la sua espressione “innocente”.

“NO, ma è ovvio che no, insomma Ryan ma per chi mi hai preso!” ridacchio nervosamente il ragazzo, cercando disperatamente una scusa sensata.

“Il fatto è-“ iniziò cercando di dimostrarsi sicuro “Che ho avuto una- come la si può chiamare, illuminazione?”

Ryan lo guardò scettico, ma annuì per lasciarlo continuare.

“Si ehm, sai che il mio genio guarda anche indietro, no?” iniziò deglutendo “E mi chiedevo se quella volta- sì quella in cui ti ho proposto che KurttenesseilmicrofonoaBlaineperchènonavevapiùlemani magari tu non mi avessi negato il permesso senza, eh, pensarci, ecco.”

“EH?” fu tutto quello che uscì dalla bocca del produttore “Chris, non è che parleresti un po’ più lentamente?”

“Oh” iniziò Chris torturandosi le mani “Credo che sia giusto che Blaineperdal’usodellemani.”

“Cosa?”

“Che Blainenonabbiapiùlemani!”

“Chris, più piano, per l’amor del cielo!”

“Che Blainesifacciamaleeperdal’usodellemani”

“Chris, santo-“

“CHE BLAINE PERDA L’USO DELLE MANI, CAVOLO!” Urlò Chris esasperato, poi, quando vide l’espressione di Ryan cambiare e mutarsi in quella che aveva visto nei suoi tentativi precedenti, falliti tentativi precedenti, sentì la speranza abbandonarlo.

Perché Darren doveva avere delle mani così perfette? Non era possibile che ogni volta, si veda la notte precendente, che aveva a che fare con lui e le sue mani, non riusciva ad avere l’autocontrollo sufficiente per rifiutare un massaggio, il solletico o un abbraccio.

Dio, avrebbe potuto anche uccidere qualcuno, se fossero state quelle mani a chiederglielo!

E Ryan, l’infame, non voleva lasciargli neanche quello.

La sua vita era da buttare, a quel punto.

“Porca put- Chris, ma quante volte te lo devo dire? NO! Esci dal mio ufficio, su-bi-to!”

Chris, quindi, abbassò le spalle in segno di resa, e si diresse fuori dalla porta, preparandosi ad un'altra giornata estenuante nelle mani, Dio no!, di quell’ irresistibile di un suo collega.

 

 

Pensa, Chris, pensa!

Come si fa a far amputare casualmente le mani ad una persona e farlo sembrare totalmente casuale?

Chris si sedette in sala coreografia e provò a fare qualche mossa di ballo, per cercare più concentrazione.

Stava giusto per fare una piroetta, quando gli venne l’illuminazione, e, stupidamente cadde a terra per essersi distratto mentre ci pensava.

Perfetto, ora sapeva cosa fare.

 

 

La scena Klaine di quella puntata era qualcosa di molto leggero.

Si trattava di un appuntamento al “Bell Grissino” senza dopocena focoso, come l’aveva più volte definito Mark,  e di un sacco di battute sdolcinate tra i due fidanzatini.

Niente si meglio per realizzare il suo piano.

In quel momento i due erano seduti l’uno di fronte all’ altro. Darren che non aveva detto molto a Chris, dopo il suo arrivo, e Chris che non aveva tirato fuori quello che era successo quella mattina, avendo paura di farlo scoppiare, vista l’espressione distante che sfoggiava.

Tuttavia, ora si trovavano a dover recitare la parte dei due piccioncini innamorati, ed i problemi personali dovevano restare fuori.

Ovviamente per Chris il voler amputare le mani di un suo collega solo perché lo distraevano troppo non era classificabile come “problema personale”. Ovvio.

Che poi non voleva davvero amputargliele, voleva solo che, mentre giravano la scena, si vedesse che si faceva male, così avrebbero tenuto la scena, perché Chris avrebbe recitato talmente male nel tentare di rifarla, che alla fine sarebbero stati costretti a tenere quella in cui assaliva Darren.

Nella realtà quello che sarebbe successo al ricciolo era riassumibile in qualche graffietto.

E magari anche qualche botta.

E forse un po’ si perdite di sangue, sì.

E magari anche delle unghie nere, ecco..

E magari, ma solo nel peggiore dei casi, qualche osso rotto, niente di che.

Comunque, ritornando ai Chris e Darren, i due attori erano seduti e chiacchieravano amabilmente dell’ ultimo numero di Vogue.

Kurt esaltava la bellezza di tutti i vestiti che vedeva, e Blaine annuiva entusiasticamente ad ogni cosa che diceva il suo ragazzo.

Poi la cameriera arrivò col dolce, e Chris, sorridendo furbescamente, decise di iniziare il piano A.

Prese la forchetta da dolce e se la rigirò fra le dita, fingendo di ascoltare quello che Darren stava recitando.

“Ed hai visto l’ultimo capo della collezione autunno-inverno di Marc Jacobs?” diceva con gli occhi brillanti “E’ semplicemente- AH CHRIS MA SEI IMPAZZITO?”

Darren si raddrizzò sul sedile, gli occhi spalancati per lo stupore e la mano sinistra dolorante.

Chris sogghignò felice, aveva appena dato una forchettata sulla mano del suo collega, ed era sicuro di aver recitato decisamente bene, quindi la scena non avrebbe potuto rifarla meglio neanche volendo.

Certo, non gli aveva amputato le mani ma meglio che niente, no?

“Ehm” disse cercando di scusarsi nel modo più genuino possibile “Scusa, ho mancato il dolce. Devo aver calcolato male le distanze.”

Darren mugugnò qualcosa sotto voce, che sembrava tanto un vorrei sapere che ti prende, e si alzò dal tavolo scusandosi per andare un attimo in bagno a bagnarsi, suscitando diverse risatine da parte della troupe che stava filmando.

Chris sorrise soddisfatto.

Tuttavia, poco dopo, sentì i cameramen che parlavano di tagliare la parte in cui Chris infilzava Darren, perché tanto non era tanto importante, ed il soprano sbuffò infastidito che il suo piano A fosse fallito così miseramente.

Era ora di ricorrere al piano B.

Finirono quindi di girare le scene al ristorante senza intoppi, e poi uscirono sul retro per filmare il momento in cui Blaine accompagnava a casa Kurt e gli dava la buona notte.

Chris e Darren continuarono a recitare perfettamente, non sbagliando una battuta, fino a che non arrivarono fuori dalla casa di Kurt.

Darren fece il giro per primo ed aprì la portiera a Chris, che sfoderò uno dei suoi Kurt-sorrisi più disarmanti ed accettò la mano che gli veniva porta per uscire dalla macchina.

Una volta fuori, Blaine si doveva avvicinare a Kurt e dargli un bacio sulla guancia, facendolo appoggiare contro il lato del veicolo.

E qui inizia il piano B. Pensò Chris soddisfatto, preparandosi già a pregustare il momento in cui Blaine si sarebbe schiacciato la  mano nella portiera, appositamente aperta da Chris.

Era un piano perfetto.

Nel frattempo Darren si era avvicinato al collega e, guardandolo negli occhi, stava recitando le battute, Chris rispondeva meccanicamente e, proprio mentre stava per aprire la portiera ed attuare il suo piano, Darren avvicinò le labbra alla guancia di Chris ma, invece di schioccare un sonoro bacio ed auguragli la buonanotte, andò più in là e gli morse forte il lobo dell’ orecchio.

Chris saltò in piedi dallo spavento, e si ritrovò Darren a due centimetri dal suo viso, con un ghigno proocate.

“Vuoi la guerra, e guerra sia, Chris. Ora vedi chi gioca sporco.” e detto questo si girò, chiedendo ai tecnici di finire per quel pomeriggio.

 

 

Agente ILA al suo comando, signora. Mi voleva per caso?  -J

ILA, e cosa cavolo vuol dire? Comunque qui è Agente Hot-Dog, abbiamo un problema, agente ILA!   -A

Scoprirai cosa vuol dire col tempo, mia cara. Ma parliamo del tuo: Hot-Dog? Seriamente Ashley? E comunque, qual’ è il problema, agente?  -J

Avevo fame. Comunque, i due soggetti si sono allontanati, ripeto, i due soggetti si sono allontanati  -A

Stiamo parlando di Pink-omane e I-Love-Diet-Coke? Questo è un male, molto male  -J

Sì, di loro due esatto. Li ho visti distanti oggi a pranzo. I progressi fatti sono andati persi, ripeto, dobbiamo intervenire sul campo.  –A

Sarò lì domani mattina, puoi giurarci. Non possiamo mandare all’ aria un così duro lavoro  -J

Porta un Hot-Dog  -A

Per te tutto, amore  -J

Grazie Joey, potrei anche smetterla di prendere in giro le tue amate Red Vines, allora :)  -A

Puoi dirlo forte. Allora, stasera da me?  -J

Ovunque, purchè ci sia tu.  -A

Perfetto, preparati ad una serata selvaggia, Baby!  -J

 

 

 

BlueCinnamon

Ohilalà!

Ehm, mi scuso moooolto per questo ritardo, sono stata  presa dallo scrivere Old McDonald e mi sono scordata di quanto mi divertisse scrivere questa storia.

Allora, io devo RINGRAZIARVI tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto.

Cioè, Parte di me Parte di te è entrata nelle storie più popolari!


E’ qualcosa che non mi sono neanche mai permessa di sognare, ed invece eccoci qua!
Non so da dove partire per descrivere le mie emozioni, e lo giuro che questa scoperta mi ha quasi fatto prendere un infarto.

Sono commossa e prometto che mi impegnerò di più nello scrivere e nel mantenere gli aggiornamenti meno saltuari.

Mando un abbraccione grande a tutti, quelle che hanno messo questa storia nelle seguite, nelle ricordate, nelle preferite (<3) e che hanno recensito.

Non sarei qui senza di voi.

Spero che il capitolo vi piaccia

A presto

 

   
 
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