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Autore: Arkadio    18/03/2007    8 recensioni
Scelte difficili, se si è predestinati sin dal principio
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Puoi restare fermo sulle tue convinzioni, e a volte essere ricompensato

3. Convinzioni

[As he begins to raise his voice
You lower yours and grant him one last choice
Drive until you lose the road
Or break with the ones you've followed
He will do one of two things
He will admit to everything
Or he'll say he's just not the same
And you'll begin to wonder why you came]
 

Puoi restare fermo sulle tue convinzioni, e a volte essere ricompensato, altre volte il cambiamento è necessario.

Non sono casi unici, e nemmeno impossibili.

Sono due dei tanti casi della vita.

Il secondo in particolare è uno dei casi che Kaede Rukawa non aveva mai analizzato.

Per lui le convinzioni erano tutto.

La convinzione di essere solo.

La convinzione che esserlo era meglio per tutti.

La convinzione che la sua vita era il basket.

La convinzione di odiare il do’aho come fosse la peste.

Convinzioni. Cose, come altre.

Eppure il super rookie del liceo Shohoku non si stupì della fragilità di ognuno di quei potentissimi mantra.

Sapeva meglio lui di chiunque altro che erano condizioni assolutamente provvisorie. Se ne accorse quando il teppista gli organizzò la festa di compleanno a sorpresa e parteciparono tutti; quando notò di preferire la compagnia alla solitudine.

Quando, per la prima volta, notò che il do’aho non era da odiare.

Eppure la maestra delle sue convinzioni non vacillò.

Ruppe la sua felicità, per confermarsi padrona di un animo di porcellana, di puro cristallo.

Quando nella sua casella delle lettere vide una lettera targata Seattle Supersonics.

Il suo orgoglio urlava di gioia.

La sua anima di disperazione.

Ma non era ancora tempo di lasciarsi andare alle emozioni.

Semplicemente un “parto.”

E lasciò il più bel capitolo della sua vita, fatto di urla e strilli, calci e pugni, dunk e baci.

Fino allo Space Needle.

Fino ad oggi.

Cosa ci fai qui?”

Voce vagamente indagatoria, forse distaccata. Molto più distaccata di quanto ricordasse il rosso.

Cazzo Kit, sono due anni che non ci vediamo e nemmeno un ciao?”

Voce violenta, voce risentita.

Quante cose si possono capire da un tono.

Quante da uno sguardo.

Però il primo puoi mascherarlo. Ascoltando solamente potevi percepire l’odio che scaturiva da tutti i pori, come in prima liceo.

Guardandosi negli occhi no.

Hn… cosa ci fai qui?”

“Ti sei sprecato eh…” – Poi abbassò gli occhi a terra – “Non ti sei sprecato nemmeno a cercarmi.

Kaede allontanò lo sguardo dal suo interlocutore.

“Per me era finita, do’aho.”

Solenne cazzata, Kaede Rukawa. Solenne cazzata.

Hanamichi bevve un lungo sorso di the, poi lanciò una lettera sul tavolo.

“Sono venuto solo per mostrarti questa.”

Sul tavolo una busta consunta, molto simile a quella ricevuta da lui due anni prima. Questa volta griffata Phoenix Suns.

Rukawa la raccolse con malcelato interesse, poi la lesse.

Del tutto identiche. Cambiavano solamente due nomi.

Il primo era quello della squadra, il secondo del giocatore.

“Ti… hanno… convocato…”

Il rosso nemmeno rispose. Continuò a bere lentamente il suo te. Come per evitare in tutti i modi di rispondere.

Infine:

“Ho rifiutato, Kit.”

Silenzio. Fiamme negli occhi di Rukawa.

“… Cosa hai fatto?”

“Ho rifiutato…” rispose semplicemente il Hanamichi “…era il tuo sogno. Non il mio.”

“…Ti rendi almeno conto di quello che hai fatto?”

“Fammelo capire tu…”

Cazzo Hana!” Il volpino si alzò in piedi urlando “c’è gente che aspetta una vita questa lettera e non se la vede mai arrivare! Tu invece rifiuti con leggerezza una proposta del genere!” Avremmo vissuto nello stesso stato. Avremmo giocato da avversari come abbiamo sempre sognato. Solo pensate. Forse avrebbe dovuto dirle.

“Leggerezza?! Ho passato notti insonni su quella busta, a pensare cosa fare, se accettare, rifiutare una vita che non era destinata a me! A cercare di capire se c’era ancora un noi, un qualcosa! Una chiamata Kit, una fottuta chiamata!”

Stavolta era il rosso a essere in piedi urlante, voce grossa. I frequentatori del Needle li squadrarono malamente, senza riconoscere il re del parquet della loro città.

Solo allora Rukawa notò lo stato della lettera. Solo allora notò le macchie di lacrime, gli angoli consunti.

Solo allora notò.

Notò che ormai le convinzioni erano cadute. Del tutto.

Accettò l’errore.

Ma si poteva tornare indietro?

Forse era troppo tardi.

“… io me ne vado Kit. Per favore, continua come hai sempre fatto. Non cercarmi.”

Lentamente Hanamichi Sakuragi si alzò. Guardò ancora un istante la persona che gli aveva rubato sonno, tempo, cuore.

Anima.

Poi si girò, cercando di confondersi nella folla.

Tentando di anestetizzare il cuore in quel deserto di persone.

Finché una voce lo raggiunse.

Do’aho!”

Si girò. Davanti a lui la sua nemesi, rossa in viso per la corsa, che lo fissava. Che tentava di comprendere cosa fare. Il rossino sospirò, poi guardò l’altro con aria stanca.

Cosa vuoi Ru?”

Kaede capì. Comprese solo allora cosa doveva fare. Si avvicinò e annullò le distanza tra loro. Un contatto cercato, ritardato, poi ricercato nuovamente. Un angolo di paradiso che entrambi credevano perduto.

Si allontanò lentamente guardandolo negli occhi.

“Addio do’aho.”

L’altro scosse la testa con un sorriso triste in volto.

“Addio Baka Kitsune.”

Poi si allontanarono entrambi l’uno dall’altro, come in un duello.

Ma l’obiettivo di questa sfida non era girarsi dopo dieci passi e sparare.

Era continuare a camminare. Sopravvivere alla vita di sempre senza l’altro.

Era vivere nuovamente. La stasi durata due anni doveva finire.

Dovevano continuare seguendo le loro scelte e cercando la felicità altrove.

O forse no.

Forse potevano accettare gli errori e accantonare un orgoglio smisurato.

Cercarsi, perdersi.

Poi ritrovarsi.

[Where did I go wrong, I lost a friend
Somewhere along in the bitterness
And I would have stayed up with you all night
Had I known how to save a life
How to save a life – The Fray]
 
Fine.
 
Nda
Questa Fiction è iniziata come una one shot, e solo per testardaggine di alcuni amici è continuata in questo.

Il risultato mi soddisfa abbastanza… spero piaccia anche a voi.

Per la cronaca, sono stato obbligato da un essere immondo a scrivere l’eppiend a questo aborto. Non lo pubblicherò perché per me la fic è conclusa così. Chiunque lo voglia mi contatti.

La canzone con qui è stato scritto questo ultimo capitolo è How to save a life dei The Fray, colonna sonora della quinta serie di scrubs. È splendida. Davvero.

Con questo si chiude pure questa. See you soon Space Cowboys.

Arka

  
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